Giornalismo

Omicidio in diretta al Tg3: sono io troppo sensibile o questo giornalismo è irresponsabile?

Dopo l’annuncio dato alla madre in diretta a “Chi l’ha visto” della morte della povera Sarah, oggi Rai Tre è andata oltre, mostrandoci nel corso del suo telegiornale delle 14.20 le immagini di un omicidio.
A margine del pezzo sulla donna picchiata in metropolitana a Roma da uno sconosciuto, parte un servizio di approfondimento. Passano in rassegna tutti i casi simili di violenza registrati da telecamere di servizio. Tutte cose già viste da chi naviga in rete e tutte molto note, come l’omicidio di camorra ripreso dalle telecamere di un piccolo market. Le ho riconosciute subito (come dimenticarle?) ma non credevo che il tg3 lasciasse la sequenza integrale con tanto di colpo di grazia alla nuca finale. Sono rimasto senza parole, impietrito. La persona che guardava il tg insieme a me si è messa a piangere.
In passato altri tg avevano mandato in onda le immagini dell’omicidio assicurandosi però di tagliare dalla sequenza i fotogrammi più spietati. Il tg3 ha fatto invece secondo me una scelta folle, non tenendo conto né dell’ora di messa in onda (io per esempio avevo al mio fianco mia figlia di tre anni che grazie a dio si stava guardando un cartone su youtube) né dell’inutilità ai fini del racconto della visione della sequenza completa.
In più, se il navigatore su internet ha sempre il potere di decidere se vedere o non vedere un filmato particolarmente cruento, il telespettatore di un tg invece non sa che a cosa sta per assistere e non può vivere con il telecomando in mano, pronto a cambiare canale, manco fosse un pistolero del Far West. Non capisco dunque perchèil tg3 oggi abbia fatto una scelta così scriteriata. Forse voleva raccontare la violenza? La notizia è la violenza? E che attinenza ha un omicidio di camorra con un pazzo che dà un pugno ad una sconosciuta in metropolitana? Ma non capisco, continuo a non capire.
Di violenza in tv ce n’è ogni giorno già troppa, più di quanto una persona normale non ne veda in tutta la sua esistenza. Quella del tg3 mi è sembrata un esibizione gratuita più da real tv che da telegiornale responsabile. E il risultato è stato una violenza al quadrato ai danni di noi telespettatori.

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5 Comments

  1. Gessinha says:

    Se vivessimo in un mondo civile non ci sarebbe bisogno di mostrare certe immagini perchè si possa capire quanto la violenza sia devastante e sbagliata.
    Per questo, in un certo senso capisco il punto di vista di Monica quando dice che l’impatto visivo è importante: certe cose vanno guardate e molto attentamente.
    Ad esempio ricordo che quando alle elmentari e medie ci avevano spiegato cos’era la Shoah ne rimasi colpita, ma solo dopo aver visto con i miei occhi i filmati dei campi di concentramento e, più ancora, quando ho visitato di persona il campo di Dachau ho potuto davvero toccarne con mano l’orrore ed esserne consapevole.
    Tuttavia, ci sono momenti e luoghi adeguati per mostrare le immagini della violenza e soprattutto esiste un modo adeguato e non morboso di farlo: il telegiornale, come osserva giustamente Regina Madry, fa uso di queste immagini non a sfondo educativo, ma per sfruttare la sete di voyeurismo del telespettatore medio ai fini di incrementare i propri ascolti; contribuendo così a ridurre una potenziale utile lezione alla stregua di un reality show.
    Tutto ciò fa sì che la vista della violenza venga svuotata del suo impatto shockante ed educativo e venga ridotta a mero spettacolo, rendendoci assuefatti e insensibili a qualsiasi atrocità.
    Il fatto poi che sia stato mandato in onda in un orario in cui anche bambini piccoli potessero vederlo e per di più senza il minimo avviso è la ciliegina sulla torta: se fossi madre vorrei poter risparmiare la visione di certe cose a un figlio dell’età della tua bambina e di avere il tempo di spiegare ad uno più grandetto il perchè della visione di un simile atto di violenza.
    Il comportamento del tg3 è stato completamente irresponsabile e abominevole in questo caso.

  2. Monica says:

    Mi ricorda moltissimo un trauma dei miei dodici anni, l’attentato in Egitto con l’omicidio del presidente egiziano Sadat. Lo ricordo come fosse oggi: il Tg1 fece vedere tutte le immagini dell’attentato, comprese quelle di un ospite della tribuna d’onore ( era in corso una parata militare) con il braccio spappolato e il bianco dell’omero in risalto sul rosso del sangue che usciva copioso. Ricordo la mia reazione che fu quella di rinchiudermi di corsa in bagno a piangere disperatamente, mentre mia madre non sapeva che fare per consolarmi e fermare i miei singhiozzi. Probabilmente però è stato anche grazie all’aver visto in diretta le conseguenze della cattiveria umana che sono cresciuta combattiva si, ma assolutamente incapace di fare del male a chicchessia. Tre anni sono sicuramente pochi per capire le violenza e prima di trasmettere immagini del genere dovrebbe essere dato un annuncio che ne sconsiglia la visione ai minori. Gli adulti invece dovrebbero guardare tutti e con attenzione, perchè il rischio nei tempi attuali é che, sentendone e leggendone tanti, questi episodi vengano rimossi con facilità e si continui a perdere la capacità di indignazione e di orrore catalogandoli inconsciamente come lontani e non interessanti il nostro mondo. E’ la differenza che c’è tra il sentire di bambini dilaniati dalle bombe e vedere immagini degli stessi bambini morti o urlanti in braccio ai genitori. L’impatto visivo è sicuramente più devastante, ma permette a molti di riflettere seriamente sulle conseguenze di una guerra e sul fatto che quelli che consideriamo il nemico da combattere è umanamente molto più simile a noi di quanto non ci facciano credere le innumerevoli propagande guerrafondaie messe in atto dai diversi governi per giustificare la presenza dei nostri soldati in scenari di guerra.

  3. la verità è che anche i Tg alzano il tiro per catturare telespettatori, come se fossero un programma di intrattenimento. il pubblico, cioè noi, assiste inerme e lo trova, alla fine, normale: infatti se fai una critica che sia una alla violenza o alla pornografia spicciola da contenitore pomeridiano (per non parlare degli spot, quasi tutti a sfondo sessuale) o da quiz per famiglie, rischi pure di essere considerata una bacchettona desiderosa di censura. Caro Vito, come te sono disgustata dall’andazzo generale, che non informa (lo spettacolo del macabro, infatti, prevale) e/o distorce la realtà (i nostri bambini piccoli penseranno, forse, che tutte le ragazze del mondo siano sempre scosciate o smutandate, con le conseguenze del caso). Meglio, molto meglio la radio 🙂

  4. Rispetto alla domanda che ti poni ……la seconda tua considerazione è la risposta giusta.
    E poi mi parlano di fascia protetta. Ma lasciamo perdere.
    Alle tv interessano i dati degli ascolti, e, se uno ti racconta che tale telegiornale ti fa vedere le cose non censurate tu, vai e segui quel tg sei una persona di un certo tipo.
    Io non voglio vedere certe immagini, già la vita ci tartassa e che diamine!!!
    La sensibilità ormai è diventata solo una parola!!!

  5. il giullare says:

    della stessa ‘serie’ raiuno, nel tg dell’uno ha messo in fila: la ragazza aggredita e uccisa con l’ombrello nell’occhio in metropolitana a Roma, la donna violentata e uccisa alla periferia di roma, l’ambulante ammazzato ‘per sbaglio’ a napoli e non ricordo quali e quanti altri atti di violenza metropolitana….mi chiedo…se utilizzassero lo stesso metodo con i militari morti in missione di pace (magari semplicemente facendoci rivedere i loro volti dopo ogni nuova strage) saremmo ancora lì?
    Mi pare che il sensazionalismo serva a farci digerire ulteriori (e inutili) restrizioni della libertà

    infine: cerca su facebook la vicenda del bazooka ritrovato a reggio calabria e ritenuto una minaccia al magistrato(ti anticipo che è LO STESSO ritrovato a rosarno un anno fa durante la rivolta degli extracomunitari)

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