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Ci scrive un Vecchio Giornalista: “Le 10 regole di Solinas per eludere le domande della stampa (fingendo di rispondere)”

“Buonasera presidente, buonasera ai colleghi…”

Sono un Vecchio Giornalista, nella mia carriera ne ho visto di tutti i colori. Dopo avere servito i lettori per tanti anni, stavolta vorrei fare un favore ai politici, categoria oggi in difficoltà più che mai. Per questo ho stilato un breve prontuario per coloro che sono costretti dalla pandemia a incontrare la stampa ma, essendo pasticcioni, non sanno cosa rispondere alle domande dei giornalisti.

Perché la vita è strana. Metti che arriva un’emergenza sanitaria difficile da gestire e tu non sei esattamente un politico strutturato, ma decidi comunque di fissare regolari incontri con la stampa in diretta Facebook. Supponi che ogni tanto ti scappi una sparata bella grossa, una di quelle che dopo cinque minuti uno scienziato ti smentisce, dati alla mano.

Oppure immagina che uno dei tuoi assessori faccia annunci fuori controllo e l’intera Isola vada in panico.

Certe volte poi ti punge vaghezza di fare lo splendido, annunciando, ad esempio, la riapertura delle messe ai fedeli senza però averne parlato prima con i vescovi. E se per stupire con effetti speciali prometti 800 euro in 48 ore ma alla 49esima, e nemmeno alla 72esima per la verità, questi soldi non sono arrivati?

Ovviamente quei cattivoni (pochini, per dirla tutta) dei giornalisti poi vorranno chiederti conto di come stanno davvero le cose. Come si fa? Niente paura: ecco le dieci regole d’oro per eludere le domande senza darlo (troppo) a vedere.

1) Munisciti di un capo ufficio stampa compiacente. Sceglilo bene, perché dovrà essere (sia detto con ironia) il tuo “partner in crime” perfetto.

2) Non preoccuparti del fatto di essere in diretta, tanto le domande le filtrerà il tuo capo ufficio stampa. E se mai qualche impudente penserà di aprire il suo microfono per proporre il quesito in autonomia, lo si potrà zittire con un click.

3) Ricorda sempre che la diretta dura al massimo un’ora, quindi più la riempi di contenuti inutili meno tempo rimarrà per le domande. Per esempio, sparare un pippone di 10 minuti di “Bollettino del viaggiatore” ridurrà notevolmente il rischio di domande scomode.

4) Potrebbe anche verificarsi il caso che una domanda venga posta da diversi giornalisti e magari anche con fastidiosa insistenza: in questo caso il capo ufficio stampa (che non potrà sempre cassarla), la farà, ma non da sola; ovvero la farà precedere da un’altra domanda che prevede una risposta un po’ lunga, facile e propagandisticamente conveniente.

Per esempio, il capo ufficio stampa annuncerà diverse domande di carattere sanitario, come la riapertura delle attività ordinarie negli ospedali (che interessa tutti i sardi) e l’indagine epidemiologica che doveva partire un mese prima ma di cui non se ne sa nulla. Il politico a quel punto risponderà ampiamente alla prima domanda e, ostentando indifferenza, alla fine pronuncerà il fatidico “Andiamo avanti”: ignorando completamente seconda domanda, quella più scomoda. E nessuno potrà farci nulla.

5) Un’ottima strategia preventiva è quella di anticipare a inizio conferenza, con la formula “Alcune precisazioni”, domande che si presume verranno fatte perché magari si è inciampati in qualche gaffe il giorno prima. In questo modo, se qualcuno non riterrà soddisfacenti le “Alcune precisazioni” e tenterà di porre domande più incisive, il capo ufficio stampa risponderà che a quella domanda il Presidente ha già risposto indirettamente con le “Alcune precisazioni”.

6) Attenzione: molti giornalisti sono oberati di lavoro, sottopagati e stremati dallo smart working in convivenza forzata con numerosi congiunti anche minori: stordirli per abbassarne la soglia di attenzione con decine di slide di grafici (occhio a quelli a torta) torna utile se ci si aspetta domande su dati e statistiche.

7) Potrebbe capitare di dover rispondere a domande di carattere scientifico insidiose perché molto tecniche, tipo l’indagine epidemiologica. In questo caso è sconsigliabile la supercazzola, tanto meno le “Alcune precisazioni”, ma dal momento che esiste un Comitato Tecnico Scientifico utilizziamolo qui, al punto 7: basterà rispondere che, essendo la domanda particolarmente specifica, si convocherà una conferenza stampa alla presenza del Comitato. La quale naturalmente non dovrà essere mai convocata.

8) Nelle situazioni particolarmente complicate, dove magari si mescolano competenze di enti diversi o situazioni nebulose da ricostruire che hanno un lungo pregresso storico, è consigliabile portarsi da casa qualche appunto con un bella supercazzola. In tal caso, si consiglia di parlare in fretta e passare di palo in frasca frequentemente, in modo da rendere la situazione ancora più nebulosa. Insomma, chiarire tutto per non chiarire nulla.

9) Ci sono situazioni nelle quali non potendo giustificare la stupidaggine commessa si può sempre ammettere che in effetti la situazione ha creato disagio. Ma perché assumersi la responsabilità quando si possono dare le colpe a qualcun altro? Il governo o i sindaci costituiscono un validissimo pretesto per scaricare la paternità dei propri errori.

10) Se proprio ci si è inguaiati e la si è sparata così grossa che le precedenti nove gabole non possono essere d’aiuto, rimane sempre l’ultimo grande evergreen: “La tattica dell’insetto”. Di cosa si tratta? Gli insetti quando si trovano in situazioni di estremo pericolo si fingono morti. Un governatore di Regione non può arrivare a tanto, ma può sempre invocare un non meglio identificato e irrevocabile “impegno istituzionale” (ovviamente in teleconferenza) che nessuno può smentire ma quel giorno gli consente provvidenzialmente di non presentarsi alla stampa con un minimo indispensabile velo di dignità.

Cari politici, seguite questo decalogo e vedrete che la stampa non vi darà più fastidio. Ve lo dice

Un Vecchio Giornalista

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6 Comments

  1. Gian Paolo Marcialis says:

    Consiglio vivamente di leggere questo libro: U.Ulfkotte: GIORNALISTI COMPRATI – Ed.Zambon

  2. Stefano Reloaded says:

    Utilissimo vademecum da studiare approfonditamente da parte del Politico di Turno che dovesse mai trovarsi faccia a faccia in una conferenza stampa con giornalisti del tipo descritto dal Vecchio Giornalista.
    Per ora il Politico di Turno ha potuto fare anche a meno di mettere troppo impegno nello studio.

  3. Giorgio S. Farci Congiu says:

    Sicuramente importantissime le domande dei giornalisti da eludere e ignorare, ma segnalo che anche il normale cittadino che malauguratamente si è trovato a seguire una delle dirette FB del nostro eroe e hanno osato porre una scomoda o ironica domanda, si sino visti non banalmente ingnorati , ma bannati dalla pagina istituzionale della regione come è successo a me.

  4. mauro canu says:

    E’ coerente in fin dei conti, come fa finta di rispondere, fa finta di fare il governatore. Noi subiamo un disastro simile. Ancora siamo solo all’inizio.

  5. Cristian says:

    E allora lo vedi che non è vero che Solinas non ha studiato (come qualche “maligno” si intestardisce a sostenere)…..questo decalogo, come lo conosce lui, in Sardegna nessuno mai… 😉

  6. Tore Pirino says:

    Il Vecchio Giornalista la sa lunga… peccato, però, che da oggi ogni politico che ha letto il suo intervento, seguirà attentamente questo decalogo. E allora… addio alla rimanente informazione sarda. Ma, possibile che in tutta la Sardegna, non si trovi un gruppo di puntuti e cazzuti giornalisti che vogliano riunirsi in cooperativa per dar vita a un cazzuto e puntuto quotidiano? con annesso e connesso social… Davvero: si stava meglio quando si stava peggio. Almeno, nell’informazione c’era ancora un poco di vita. Oggi, siamo nella palude. In una palude brutta, maleodorante, vischiosa.

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