Politica / Sardegna

Giunta Todde, quella pericolosa impressione di poter risolvere tutto e subito

Cagliari, 11 aprile 2024: la prima riunione della Giunta Todde

La gente si chiede: “La Sardegna ha tanti problemi: chi può risolverli?”. “Ma la politica, è chiaro!”.

A fronte di una domanda così semplice, la risposta però non sempre lo è altrettanto. Certo, l’esperienza insegna che a volte basta poco per riuscire ad affrontare con successo situazioni incancrenite da tempo. Ma sono casi isolati: in un mondo così complesso, la soluzione di un problema è frutto di più interventi e a più livelli. Dall’oggi al domani non cambia quasi nulla.

L’unica cosa che può cambiare in tempi rapidi è il clima, ovvero la sensazione che si sia determinati a prendere una strada nuova e diversa da quelle fallimentari del passato. 

E come cambia il clima? Con le dichiarazioni e gli atteggiamenti. Lasciare Villa Devoto per viale Trento è stato, ad esempio, un segnale chiaro da parte della neo presidente della Regione Alessandra Todde.

Meno felici sono invece i segnali arrivati da diverse nomine assessoriali (e non) che sembrano stridere con alcune bellicose dichiarazioni rilasciate in campagna elettorale, e ancora meno opportune le prime dichiarazioni di qualche assessore a cui forse non state ancora date le giuste coordinate per muoversi in un terreno totalmente nuovo per lui.

Piccoli incidenti di percorso, si dirà: e forse lo sono veramente.

Però, se dichiararsi pronti ad affrontare i problemi e lanciare anche messaggi positivi è cosa buona e giusta, bisogna stare attenti a non ingenerare nei cittadini l’impressione di poter risolvere tutto e subito. Anche perché poi la realtà torna indietro e ti travolge.

Sanità, energia, trasporti: sono queste oggi le emergenze della Sardegna. E sono drammatiche. Non bastano due delibere, non basta una moratoria, non basta neanche il Gigi Riva de noartri (peraltro, già collegato da remoto per partecipare alla prima riunione di giunta: non un bel segnale) per dare la svolta auspicata. La strada sarà lunga e tortuosa: bisognerebbe essere chiari su questo.

Invece, certe dichiarazioni non solo sono roboanti ma rischiano soprattutto di scaricare su questa giunta la responsabilità di un cambiamento che invece per essere duraturo deve essere per forza condiviso. 

La gente si chiede: “La Sardegna ha tanti problemi: chi può risolverli?”. “Ma la politica, è chiaro!”. No, la politica non può fare tutto. Serve anche una classe dirigente e un’opinione pubblica consapevoli. E lo saranno più facilmente se la politica ritroverà in fretta il senso della misura.

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6 Comments

  1. Giovanni says:

    Mentre l’assessore della sanità che viene da fuori ha una sua logica, che non condivido, ma la ha, non capisco il segretario generale ministeriale. Per due ragioni. La prima: il segretario generale non amministra nulla, è fondamentalmente un facilitatore e per fare questo deve conoscere bene non solo l’amministrazione regionale ma anche ogni singolo dirigente e ogni singolo funzionario. Da questo punto di vista, nel disastro Solinas, la Neroni è stata brava a differenza dei suoi predecessori tra i quali un titolatissimo ex presidente del TAR che però non conosceva nessuno e non sapeva come muoversi. La seconda: un papavero ministeriale, per quanto capace, è abituato a una catena di comando lunghissima, quella dei ministeri, dove ogni atto è corredato da un infinità di pareri, intese, concerti. In Regione, invece, la catena di comando è cortissima e tante tante volte si troverà da solo, in trincea, con la sola baionetta in mano. Auguri.

  2. Comunque dopo tutte le dichiarazioni sulla scelta di Viale Trento oggi erano a Villa Devoto

  3. Stefano says:

    Ma infatti la mia domanda é anche:
    non avevamo figure professionali adeguate e altrettanto lottizzate in Sardegna?

  4. La conspaevolezza dell’opinione pubblica sarà proporzionale alla trasparenza adottata nella comunicazione dell’attività svolta dalla politica.
    Il senso della misura, non so se verrà ritrovato, anche se la pseranza è l’ultima a morire. Purtroppo a livello nazionale, in Italia come negli altri Paesi occidentali, a dettare l’agenda sono le lobby finanziarie che a sua volta hanno acquisito le partecipazioni in ogni settore dell’economia. La prima cosa che stiamo “toccando con mano” è l’insensibilità alle esigenze nell’abito della sanità da parte politica, Regionale e Nazionale con il risultato che si potrà accedere alle cure sanitarie soltanto chi “se lo può permettere”, alla faccia della carta Costituzionale.

  5. Di gente che ha fatto miracoli sono pieni i calendari, vedremo cosa saranno capaci di fare. Per il momento nominare un non sardo (né eletto) assessore alla sanità, un direttore regionale proveniente da Roma (non avevamo figure professionali adeguate in Sardegna?) e come accessorio l’ambiente uno che lavorava per Terna non è sicuramente un buon inizio..

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