Elezioni regionali 2024 / Politica / Sardegna

Ci scrive BiDiMedia: “Elezioni in Sardegna, quella volta che i sondaggi (non tutti) ci presero…”

Uno degli elementi che ha contraddistinto la campagna elettorale appena conclusa in Sardegna è stata la circolazione di sondaggi più o meno veritieri e le polemiche che sono sorte alla pubblicazione di rilevazioni proposte, questa volta sì, alla luce del sole. A giochi fatti, ospitiamo una riflessione di Achille Mena, sondaggista di BiDiMedia. Dando merito a questa società di non essere andata troppo lontana dai risultati poi espressi dagli elettori.

***

Siamo al termine di una lunga e bella (almeno per gli appassionati) tornata elettorale in Sardegna. E alla fine di ogni percorso si traggono le conclusioni. I leader di centrodestra stanno provando a capire dove hanno sbagliato: se nella scelta del candidato, nella modalità con cui si è arrivati a quella scelta, se nel cambio in corsa sostituendo il governatore uscente… A sinistra invece ci si complimenta per la prima vittoria dopo tanto tanto tempo e tante tante sconfitte, provando a trasportare l’entusiasmo sardo sul continente, dall’altra parte della penisola, in Abruzzo. 

Ma anche chi si occupa di sondaggi ha l’occasione per riflettere. Noi ci proviamo in qualche riga. 

BiDiMedia ha realizzato due rilevazioni relative alle elezioni regionali sarde: la prima, a tre settimane dal voto, divulgata attraverso i propri canali social; la seconda, su commissione (e quindi riservata fino a ieri), a cinque giorni dal voto. Ebbene, entrambe le rilevazioni hanno centrato il contesto ed il trend in atto. 

Vediamole in ordine. Il primo sondaggio, realizzato in modalità CAWI, è stato svolto dal 31 gennaio al 1° febbraio. I risultati ci sono parsi da subito molto interessanti, per diversi motivi. Prima di tutto perché, dopo molto tempo, si registrava a livello di regionali una sfida aperta: quattro punti di distacco tra i due principali competitor (Truzzu e Todde), ampiamente nel margine di errore, teoricamente recuperabili in campagna elettorale. In particolare, il nostro sondaggio premiava il centrodestra di Truzzu (con il 46% come candidato e ben il 48,5% come coalizione), seguito da Todde (41,9% candidato e 41,1% coalizione). Eppure in questi dati, abbiamo subito fatto notare ai nostri ascoltatori alcuni aspetti interessanti: 

– l’alta quota di indecisi che, diversamente rispetto a qualche anno fa ed in accordo a quanto si osserva anche nelle rilevazioni nazionali, aveva un passato di centrosinistra o comunque guardava con interesse a quell’area, pur non esprimendo ancora intenzione di voto per essa; 


– la bassissima popolarità del governatore uscente Solinas: in tanti anni di sondaggi, raramente abbiamo registrato tassi di approvazione così bassi e soprattutto bassi anche nell’area di appartenenza (21% tra tutti e solo il 57% nel Centrodestra);

– la popolarità della candidata Todde più alta rispetto a quella di Truzzu e leggermente più trasversale (vedendo com’è andata a finire, decisiva); 

– la percezione di vittoria indipendentemente dal voto espresso: in pratica, abbiamo chiesto “Chi vincerà secondo te?”; la maggioranza relativa (il 41%) ha detto Truzzu contro il 30% della Todde; buon segno per il sindaco di Cagliari, ma un dato troppo basso per dichiarare “chiusa” la partita. La sensazione era di grande attesa, come se gli eventi della campagna elettorale potessero chiarire le idee al 25% degli elettori ancora dubbiosi sull’esito.

Tutti questi elementi ci hanno portato a dire, più o meno esplicitamente, che le cartucce di Alessandra Todde fossero leggermente di più (ma solo leggermente) di quelle di Paolo Truzzu, pur vedendolo (ancora) in vantaggio. 

Il nostro sondaggio non è piaciuto a tutti, a dir la verità. Il candidato fuori dai due poli, Soru, che il nostro sondaggio accreditava ad un buon 11%, ha scritto in un lungo post su Facebook che la rilevazione BiDiMedia fosse stata pilotata, non eseguita in maniera scientifica, del tutto incoerente rispetto ad altri sondaggi che lo davano molto più alto, ad un passo dagli altri due (il post, compresa la risposta al nostro pacato intervento, è ancora accessibile sul profilo pubblico del candidato, in data 6 febbraio). 

Si possono contestare i numeri del sondaggio, è lecito ed è persino possibile che il sondaggio sbagli; si dovrebbe però evitare di mettere in cattiva luce qualcuno se dice qualcosa che non ci piace. Sta di fatto che, a distanza di tre settimane, il nostro sondaggio si è mostrato abbastanza preciso, specie sul dato finale di Soru (persino più basso dell’11% da noi accreditato), molto più dei fantomatici sondaggi (di cui non ne è stata mai resa traccia su sito ufficiale dei sondaggi, al contrario del nostro) che lo davano oltre il 30%, ben davanti alla futura vincitrice Todde

Qualche giorno prima del voto abbiamo poi realizzato un’ulteriore rilevazione (divulgata soltanto ieri, come la legge impone): i risultati non ci hanno sorpreso, pur avendo mutato il quadro rispetto a pochi giorni prima. Il distacco tra i due competitor infatti era passato da quattro punti a pochi decimi (44,1% di Truzzu contro il 43,7% di Todde); insomma, parità statistica. Uno di quei casi in cui la campagna elettorale ha fatto la differenza! Il nostro sondaggio concretizzava in un sostanziale azzeramento del vantaggio del centrodestra l’entusiasmo che tutti hanno iniziato ad osservare intorno alla candidata del centrosinistra. 

Com’è finita lo sappiamo: pur mancando ancora qualche sezione all’appello, Alessandra Todde ha vinto, di poco meno di mezzo punto, su Paolo Truzzu. E Renato Soru è arrivato terzo con l’8,6% dei voti. 

Quindi, per finire questa lunga riflessione, i sondaggi spesso sbagliano, spesso non piacciono, spesso vengono accusati di propagandare risultati a favore di questo o quel committente. Ma capita, talvolta, che individuino bene in trend in atto e che possano quindi offrire ai candidati ottimi spunti di riflessione per la loro campagna elettorale, cambiando, magari in meglio, le sorti di una partita solo apparentemente chiusa in partenza. 

Achille Mena
Dottore in Matematica, sondaggista di BiDiMedia 

Tags: , , , , , , ,

14 Comments

  1. marinellalrinczi says:

    Questa è piuttosto una ricapitolazione di certi ricordi, stimolata da una ingenua osservazione di ieri sera di Corrado Augias.
    Anni fa un* illustre scienziat* astrofisic* [l’asterisco mi fa ridere, ma ora non voglio far capire se si tratta di uomo o donna] disse con aria rapita, guardando verso l’alto: “Il futuro è della tecnologia.” Senza però aggiungere che la tecnologia deve essere usata da persone competenti, e responsabili al massimo, e non da imbecilli: come dare un aereo supersonico in mano a chi capita. Immagino lo dicesse con parole diverse anche qualche nostro antenato del Paleolitico, guardando sempre verso le stelle, da dove ora piovono i droni assassini.
    In una foto, anteriore di qualche giorno alle elezioni, il dott. Soru si era fatto riprendere in questa stessa posa estasiata, rivolgendo lo sguardo verso il cosmo, accanto ad un telescopio abbastanza rudimentale (doveve trattarsi di un museo). Infatti uno dei suoi obiettivi dichiarati durante la campagna elettorale era la digitalizzazione (de che? immagino burocratica, che oramai, sotto la digitalizzazione irresponsabile e caotica sta collassando, come ognuno sa: infatti siamo sommersi dal cartaceo poiché carta canta). Ora è di moda sciacquarsi la bocca con l’IA, quando proprio gli studiosi responsabili e disinteressati, che cioè non sono interessati più di tanto assu dinai, ci mettono in guardia: “La tecnologia non è una religione”, i numeri non vanno santificati, perché di per sé il numero indica rapporti tra grandezze o entità paragonabili. Per es. un cane e un gatto non sono sommabili, ma soltanto due animali. Anche il dott. Augias si era soffermato su presumibili falsificazioni di foto recenti con l’aiuto dell’IA. Beh, lo si poteva fare anche nell’Ottocento: “The illustrated publications of Gustav Scheuer in the 1860s attest to different ways of manipulating photographic images.” E come si dice in un numero di “Limes”, “l’intelligenza non è artificiale”. “Digitalizzazione” (in informatica) deriva da ingl.”digit”=cifra, numero”, quindi la digitalizzazione non è un rito sacro o esoterico eseguito con le dita, come su di un pianoforte.

    • al”digitale” si potrebbe dirlo meglio “numerico” quindi, intendendo però sistema numerico “binario” e non decimale, usandolo a questo sistema per fare funzionare apparecchiature elettroniche…
      toccherebbe ad abolirlo questo termine “digitale” che crea confusione e basta mi sembra

      • marinellalrinczi says:

        Certamente. Ma usare anglismi quando serve e non serve è segno di distinzione culturale, of course.

  2. Andrea says:

    Gira,gira le elezioni le ha vinte BIDIMEdia, la verita e’ che i sondaggi che apprezziamo sono solo quelli che dicono cio che vogliamo sentire. Ho sempre ritenuto il sodaggio in questione molto affidabile, descriveva uno scenario molto tealistico a tre settimane dal voto, con l’avvertenza che i dati potevano mutare. Personalmente ero convinto che fosse molto probabile il risultato delle liste ed ero convinto che il distacco tra i due candidati principali fosse minimo, a vantaggio di Truzzu, mi sono sbagliato, ma ho sempre dato a Soru non piu dell’8%. Ha preso anche troppo l’uomo piu egotista che conosca.Alla fine la Todde vincera di 1500 voti, in altre elezioni regionali, fuori dalla nostra isola e’ successo. Ma e’ la legge elettorale che purtroppo lascia circa 70 mila sardi senza rappresentanti. Voglio vedere se la cambiano

    • marinellalrinczi says:

      Epilogo. Come avrete sentito, vengono danneggiati cavi che passano attraverso il Mar Rosso. Cavi che poi attraversano il Mediterraneo e riguardano proprio l’alta digitalizzazione di buona parte del pianeta. Quindi, illustri scienziati e zelanti digitalizzanti, tuffatevi nel profondo dei mari e non guardate il cielo. Sempre che sappiate nuotare.

  3. Luca Carta Exana says:

    D`accordo, l`oste ci dice che il suo vino è buono… Francamente, sarebbe meglio impegnarci affinché non si ripeta più una simile campagna elettorale. Spingere perché sondaggi – condotti in modo serio e rigoroso – concernenti sa Sardinnia vengano diffusi periodicamente. Risulta infatti intollerabile, si potrebbe dire anti-moderno (tollerare di) vivere in una gabbia sotto forma d`isola per 5 anni 5, incapaci di avere una misura scientifica delle reali tendenze del popolo sardo. In ambito prettamente politico e no. Abbiamo il diritto di partecipare a un processo elettorale democratico, moderno, trasparente, efficace, rispettoso di ogni singolə elettorə. Su tutto, vedasi quanto avvenuto (e sta avvenendo) in merito allo scrutinio: un qualcosa che dovrebbe indignarci, che ci espone a una figuraccia e di cui i responsabili dovrebbero assumersi la responsabilità.

  4. Pigmalione says:

    Esiste anche il concetto di profezia auto avverante. Possiamo affermare senza tema di smentita che, in un’elezione così contesa, questo sondaggio ha spostato migliaia di voti e ha contribuito in modo fondamentale ad accentuare il fenomeno del voto utile. Che ci sarebbe stato lo stesso, ma non così tanto.
    Allora, da elettori, facciamo i complimenti per la precisione, anche se è acclarato che quando si invoca un testa a testa da tutte le parti, tv, giornali, sondaggi, si crea naturalmente un fenomeno di polarizzazione, ma dobbiamo domandarci:
    fino a che punto è legittimo che in una democrazia, una società privata possa intervenire a gamba tesa in un momento così importante della vita di uno Stato come le elezioni, con un sondaggio non commissionato e autofinanziato?
    Esistono delle leggi che consentono di limitare l’uso propagandistico dei sondaggi?
    C’è una normativa che fa sufficientemente chiarezza sul grado di indipendenza richiesto a queste società, per entrare a gamba tesa nel processo elettorale?
    A Bidimedia chiederei: quanti tra gli iscritti della vostra associazione sono non solo simpatizzanti, ma tesserati, militanti e impegnati nelle fila del centrosinistra?
    Quello che è successo, comunque la si veda, ci dice che ci sono dei problemi e delle zone grigie. Non basta il buio di 2 settimane ai sondaggi, che è sacrosanto perché almeno in teoria permette che finalmente nelle elezioni si parli di temi e non di chi vince o chi perde, ma ci vorrebbe una normativa più chiara.

  5. 4AmiciAlBar says:

    Ribadisco quanto avevo commentato a suo tempo, sarebbe bastato entrare a fare quattro chiacchiere in un qualunque bar per avere esattamente la stessa percezione. Quel sondaggio, tanto dibattuto in un ambiente decisamente meno attinente alla realtà di quanto si creda, non ha spostato un voto e sarebbe ancora più triste se ancora venisse usato come alibi.

  6. Marius says:

    Certi sondaggi spingono i trend più che individuarli, specie da quando esistono i catastrofici e anticostituzionali sistemi maggioritari che spingono partiti ed elettori alle ammucchiate purchessia piuttosto che alla libera espressione del voto.
    Per quanto mi riguarda, penso che Soru fosse potenzialmente ben al disopra del disastroso risultato alfine conseguito, ma che si dia dato abbondantemente la zappa sui piedi, sia repellendo l’elettorato meno conformista con quelle esternazioni tafazziane sugli Stati Uniti d’Europa e sulla cessione di sovranità a Bruxelles, sia formulando accuse oggettivamente oscene al M5S, accusato con palesi forzature di tutto e il contrario di tutto.
    Una grossa mano, in negativo, l’hanno data anche certi ultras di Zelensky che hanno quasi accusato la Todde, in quanto parlamentare M5S, di avere quasi invaso lei l’Ucraina. Si può immaginare come avranno votato quelli che non vogliono andare alla guerra per Kiev, e sono la maggioranza!

  7. In parte i sondaggi si autoavverano e spingono il voto. È possibile che prima di quel sondaggio Soru fosse al 11% e che, dato così basso, molti abbiano optato per Todde. Questo spiegherebbe anche l’errore clamoroso su chi ha vinto alla fine, Todde e non Truzzu.
    Accettando per buona questa ipotesi, senza sondaggio, Soru avrebbe potuto superare il 10%

    • Supresidenti says:

      Diciamo che non apprezzo i sondaggi come mi pare non li apprezzi tu. Però non sono d’accordo sul potere di spostare voti, soprattutto nelle quantità di cui parli. A mio avviso esistono due mondi molto distanti l’uno dall’altro. Quello social e virtuale e quello reale. Il primo è una parte decisamente più piccola del secondo. I sondaggi e tanta politica ruotano attorno al primo. Alle elezioni invece partecipa il secondo di cui il primo, lo ripeto, è una parte decisamente minoritaria. Se sei l’Ivan che penso spassiari, in caso contrario balit su propiu

      • Il seggio è una meretrice!!!!

      • marinellalrinczi says:

        A PIOVI. Treccani: MERETRICE: da merere «guadagnare». – Donna che si prostituisce, sinon. letter. di prostituta, puttana.
        Tanto per essere espliciti. Complimenti per il linguaggio. Ma trattandosi si un “seggio”, maschile singolare, dovrebbe dirsi un “meretore”, come scultrice-scultore. Perché la informo che esiste anche la prostituzione maschile. Si aggiorni. Altrimenti, nel dubbio, usi lo schwa. O si prenda una pausa di riflessione intensa.

    • marinellalrinczi says:

      Sul valore e sugli effetti dei sondaggi ci sono studi. Uno a caso, per chi ne fosse interessato: https://www.press.umich.edu/pdf/0472099213-ch11.pdf. Ho visto di sfuggita un articolo giornalistico di qualche anno fa che parlava degli effetti dei sondaggi sui comportamenti dei partiti (e dei candidati, immagino).

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.