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Diario elettorale #4 “Todde, arrenditi e mi ritiro!”: la strategia putiniana di Soru e altre facezie

Però l’incontro del 4 gennaio già lo hai fatto lo stesso senza streaming, o Renato…

Caro Diario,
mancano 48 giorni alle elezioni regionali.

Non vedo l’ora che siano presentate le liste e ogni schieramento abbia finalmente il proprio candidato alla presidenza. Tutta questa incertezza ci sta impedendo di entrare nel merito dei diversi programmi e capire una volta per tutte da chi verremo presi in giro dalla sera del 25 febbraio. 

Io vorrei iniziare a parlare di cose serie, e invece gli eventi ci costringono ad arrovellarci sempre sugli stessi argomenti. Risolta la telenovela Progressisti (geniale mettere nel simbolo il nome di Massimo Zedda, consigliere regionale uscente dalla dubbia produttività e perfino… non ricandidato!), le domande sono sempre quelle. La prima: Christian Solinas e Paolo Truzzu faranno la pace?

Anche oggi Lega e Fratelli d’Italia se le sono date di santa ragione ma niente supera in durezza la dichiarazione di Antonio Moro, assessore ai Trasporti e presidente sardista, che domenica all’Unione Sarda ha affermato: “La Sardegna ha bisogno di tutto fuorché essere governata dal sindaco di Cagliari”. Da una frase del genere non si torna indietro. Se pure la destra dovesse trovare un accordo, sarebbe un accordo di facciata.

Alessandra Todde sembra avvantaggiarsi del marasma a destra. Ma io il suo programma lo vorrei vedere in una forma più definita di quella rilasciata ormai due mesi fa e che mi aveva convinto molto poco. Quindi, la domanda in questo caso è: candidata Todde, il programma dov’è? Il tempo stringe.

Quanto a Renato Soru, è da tempo che, caro diario, volevo condividere con te una riflessione sicuramente ardita ma che mi frulla furiosamente in testa e non mi dà requie. Ovvero, in questa sceneggiata “Ritirati tu!”, “No ritirati tu!”, mi sembra che l’ex presidente della Regione stia adottando una strategia che oserei definire “putiniana”.

Aspetta, non agitarti: adesso mi spiego.

Non so, forse perché condizionato dalle sue antiche frequentazioni aziendali (vi ricordate quando nel 2015 i russi entrarono in Tiscali?) o condizionato dalla presenza di Liberu nella sua coalizione, mi sembra che in questo confronto-scontro con Alessandra Todde, Soru stia un po’ ricalcando la strategia del presidente della Russia nei confronti dell’Ucraina.

Nella sua proposta alla candidata “Ritirati che mi ritiro anche io!” non senti infatti l’eco della offerta putiniana all’Ucraina “Arrendetevi e la guerra finisce”? Perché l’obiettivo di Soru non è mai stato quello di vincere le elezioni ma solo di impedire ai Cinquestelle di esprimere la candidatura alla presidenza e, in subordine, di far perdere il centrosinistra.

Ecco perché Soru, come Putin, non dà alternative. Ed è strano, perché in politica le posizioni non devono essere mai troppo rigide. Visti i rapporti di forza ormai a lui sfavorevoli, il leader della Coalizione Sarda avrebbe dovuto trattare (che ne so) la sua elezione a presidente del Consiglio regionale, insieme a qualche assessorato di peso. E invece no, solo una richiesta: “Arrenditi e mi ritiro!”. Che terribile analogia!

E poi, vogliamo parlare delle ragioni utilizzate per scatenare il conflitto? Di primarie il tavolo del centrosinistra non ne voleva proprio sentire parlare (perfino i Progressisti si erano detti contrari…), ma queste sono state prese a pretesto da Soru per dichiarare guerra; un po’ come ha fatto Putin, che ha usato mille pretesti per far credere al mondo che l’invasione dell’Ucraina era una scelta obbligata per non soccombere davanti alle minacce dell’Occidente.

Sia chiaro: la Nato qualche stupidaggine l’ha fatta, e infatti un buon argomento alla rottura lo hanno dato i Cinquestelle, dichiarando in maniera nefasta, per bocca del loro referente regionale Ettore Licheri, che mai e poi mai avrebbero fatto le primarie. Per carità, che autogol…

Tuttavia, come non pensare a Putin quando Soru, dopo aver spaccato il centrosinistra, ha provato a farci credere che era lui stesso il salvatore del centrosinistra, salvo poi allestire una coalizione di grande ambiguità dove Azione e Rifondazione coesistono, insieme agli indipendentisti che continuano a credere (ingenuamente) che la linea la dettano loro?

Basta, mi sto facendo prendere la mano. Sono solo suggestioni, stupidaggini, facezie in libertà, cretinate. Putin è un criminale di guerra, Soru una persona cui la Sardegna deve molto. Che però, caro diario, ha scatenato una guerra di cui nessuno sentiva il bisogno.

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12 Comments

  1. Mancu nau, e che succede?
    Il PD si astiene nell’invio di armi all’Ucraina, contro Putin.
    Nuova linea?

  2. BOI GIANCARLO says:

    SORU E LA TRANSIZIONE ENERGETICA

    Dal Sito di Azione Partito di Calenda
    3. Quante centrali nucleari sarebbero necessarie?
    Ipotizzando una potenza media di 5 GW per centrale (indicativamente con 3-4 reattori a centrale, a seconda della taglia unitaria), sarebbero necessarie 8 centrali (a titolo di esempio, in Francia sono oggi in esercizio 18 centrali per complessivi 56 reattori)

    Dal sito di Rifondazione Comunista
    Il Manifesto di Firenze contro il nucleare

    Esprimiamo la nostra convinzione che l’Europa dei cittadini necessita della “battaglia” antinucleare, per un modello energetico “giusto”, cioè gestito come un bene comune e pubblico nelle sue infrastrutture fondamentali, decentrato e rinnovabile, decarbonizzato, efficiente e dedito al risparmio e quindi fondamentale nel contrasto al cambiamento climatico, non predatorio rispetto alle risorse del Sud del mondo e quindi efficace nel combattere la povertà e nel prevenire i conflitti, rispettoso, alla fin fine, della salute dei cittadini e del territorio

  3. MARCO CASU says:

    Buon giorno Biolchini.
    Ho letto più volte il suo testo e più volte la sua immagine fotografica di apertura. Leggo più volte solo quando percepisco qualcosa che va “oltre” lo stesso.

    Stiamo su posizioni diverse. Sostengo Soru (nel senso che lo voterò spero mantenendomi amico del sospetto) e ,malgrado abbia usato “espressioni forti” su un suo supposto stile Putiniano, condivido l’articolo; perché? ma perché il gioco politico , soprattutto in questa epoca di Personalizzazione antagonistica, È incommensurabile. Enorme, debordante, incontenibile (soprattutto rispetto gli schemi che ci costruiamo) e in questo, BELLISSIMO.

    Quello che si può si fa in Politica , non quello che si vuole ..Certo, ammesso e non concesso che tra i suoi attori vi sia consapevolezza di questo.

    Perché, Biolchini, vede penso che lei lo sappia meglio di me , .. ma se nel confronto/scontro le debolezze vengono poste al di là di ogni ragionevole dubbio NON è certamente biasimevole l’avversario che di ciò ne fa solo un punto a suo favore .

    Noi si sta nella “Chiesina” da fedeli che che guardano la funzione e mica abbiamo colpa se qualcosa del rito va storto . Nel momento della questua faremo anche noi ciò che possiamo
    Chi darà niente, chi 10 centesimi, chi un euro e chi , più incantato 10 di euro.

  4. Francu says:

    Se dai del putiniano a Soru gli regali molti consensi. Dagli dello Zelenski se lo vuoi insultare

    • Marius says:

      Già, anche perché nello schieramento di Soru non son poi pochi i filoucraini, a cominciare dal noto professor Mongili. E a tenere alta la bandiera di Israele ci pensa il coordinatore di +Europa Riccardo Lo Monaco. Come facciano a coesistere con Liberu è un mistero. Ma pure Puigdemont, tendenzialmente un liberale, nella coalizione catalana conviveva con un partito marxista radicale come il CUP.

  5. Compagno Marius 4 President!

  6. Buongiorno Biolchini, analisi corretta.
    Meglio Soru!

  7. Marius says:

    Il bisogno di questa guerra non lo sentivano soprattutto i tanti senza mestiere di PD e M5S, oltre qualche mosca cocchiera dei partitini del cosiddetto campo largo, ansiosi di sistemarsi nel sottogoverno regionale, che avevano già individuato, evidentemente, chi doveva fare “la risorsa” e portare acqua in cambio di niente – non dico di poltrone e prebende, ma almeno di un minimo di riconoscimento – e chi doveva fare l’assessore, il capo di gabinetto, l’addetto stampa, magari anche l’usciere.
    E’ stata emblematica, al riguardo, la surreale affermazione fatta in questa sezione commenti di un noto dirigente di sinistra che, dopo aver portato alle stelle l’esperienza di Soru come presidente della Regione, ha preteso che Soru compisse un “atto di generosità” nulla pretendendo e mettendo il suo bagaglio di esperienze, competenze e conoscenze al servizietto di questa Todde. Di fatto, stendendo già il canovaccio di certe bislacche esternazioni dei sedicenti Progressisti di questi giorni
    Non stiamo a raccontarci favolette, che l’alibi del fascismo agitato oggi da Zedda, e il solito ritornello trito e ritrito di “battere le destre” nasconde questo: il solito disperato bisogno di occupare posti su posti soprattutto di sottogoverno, di cui per la loro sopravvivenza queste forze politiche non possono fare a meno, in misura assai più elevata del centrodestra.
    E la cosa triste è che anche il M5S, che a parole voleva aprire la “scatoletta di tonno” e porre fine a una certa vecchia politica, l’ha finita per essere uguale agli altri, anzi più uguale. Del resto, il buongiorno si era visto dal mattino, quando la senatrice Manuela Serra, che fortunatamente più nessuno ricorda, come suo assistente principale per la legislatura 2013-2018 nominò un giovane patrocinatore legale che appena due anni prima era stato candidato nella lista fiancheggiatrice del PDL “Centro Giovani” del noto, soprattutto alle cronache giudiziarie, Carlo Sanjust di Teulada.
    Tutto il resto, sinceramente, mi sembra solo un pour parler, quello tipico della ragion politica che cerca di giustificare l’ingiustificabile, che è tale perché dietro le espressioni più auliche e apparentemente nobili si nascondono quasi sempre realtà non confessabili. O meglio che tutti sanno, soprattutto la marea di astensionisti che costituisce ormai la maggioranza degli elettori sardi, ma non è bene che si confessi apertamente.
    Parafrasando il compagno Paolo Pietrangeli: “Voi gente perbene che pace cercate, la pace per far quello che voi volete! Ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra …”. E non continuo perché poi la canzone (“Contessa”, che non è la Todde, casomai ben inserita nel ruolo di Marchesa del Grillo, o di Grillo) si fa violenta. In ogni caso, Soru non è certo il tipo da porgere l’altra guancia, e neppure Gesù è sempre riuscito a farlo.

  8. Oscar Piano says:

    Mi ripeto: Per me Soru non potrà mai pensare agli interessi della Sardegna in quanto imprenditore e rappresentante dei poteri forti che ci stanno distruggendo!!!

  9. Giuseppe Arca says:

    Oo, Vito , ma ti potzu toccai?

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