Politica / Sardegna

Il 2021 sarà l’anno del vaccino. Ma il vaccino per curare la Sardegna quando lo troveremo?

La riconoscete?

Il 2021 sarà l’anno del vaccino. Ma il vaccino per curare la Sardegna quando lo troveremo? Neanche la pandemia, con le sue sofferenze e i suoi morti, sta impedendo alla maggioranza che governa alla Regione di continuare ad operare come se nulla fosse, con un mix di arroganza, incapacità e spudoratezza. La Sardegna sembra vivere in una dimensione propria, dove niente riesce a scalfire pratiche antiche come la lottizzazione della sanità (affronto terribile in questi tempi tristi che viviamo) o la cementificazione alle coste e l’assalto all’ambiente. 

Tutto in Sardegna sembra essersi fermato e l’azione di questa maggioranza, guidata da un giovane vecchio che ha appreso le arti politiche dai “maestri” dell’Autonomia e degli anni 80, sta lì a dimostrarlo. Ma quelli erano tempi di crescita economica, in cui l’assalto alla diligenza era una allegra consuetudine spartitoria e universalmente accettata. Oggi in piena pandemia e crisi economica, con un mondo nuovo che si spalanca all’orizzonte, il continuo tentativo di favorire amici e conoscenti e compagni di loggia o di partito è, a maggior ragione, pratica che lascia sgomenti.

In tutto questo sfacelo, in un ribaltamento delle parti consueto alle nostre latitudini, la politica continua a dettare l’agenda all’opinione pubblica. E quindi, se in Italia i partiti si dividono sui progetti da finanziare con il Recovery Fund e il governo addirittura rischia di cadere, in Sardegna la giunta Solinas tiene nascoste le proposte inviate a Roma, e questo senza che nessuno stia lì ogni giorno a incalzare, a fare domande, a pretendere di capire in che modo verranno spesi la bellezza di 7,7 miliardi di euro! Dove sono le schede dei 206 progetti spediti a Palazzo Chigi? Perché non sono oggetto di pubblico dibattito? Nessuno chiede, nessuno fa domande.

Ecco: il vaccino per curare la Sardegna lo troveremo solo quando qualcuno inizierà seriamente a cercarlo. Le opposizioni consiliari, sotto questo aspetto, non sono un laboratorio di ricerca affidabile. Il Pd (scusate, ma il segretario regionale è ancora in carica?) dà sempre l’impressione di essere soprattutto intento a raccogliere le briciole che cadono dal tavolo, mentre la sinistra lavora solo perché le sue classi dirigenti (benché duramente sconfitte alle urne) possano eternamente perpetuarsi.

Con l’operazione sassarese, i 5 Stelle (già indeboliti dalle faide consiliari) sconcertano per la scelta di andare a destra, mentre il campo indipendentista e dell’autodeterminazione paga drammaticamente il fatto di essere stato guidato da una classe dirigente autoreferenziale, oltre che scelte strategiche sbagliate (continuo a pensare che essersi presentati alle politiche del 2018 abbia affossato definitivamente ciò che non era stato devastato dalla inopinata avventura di Michela Murgia, e adesso è difficile anche rimettere assieme i cocci di queste due fallimentari esperienze).

Quindi, il vaccino per curare la Sardegna ancora non c’è. Ma serve: in maniera urgente, disperata e drammatica. Ognuno di noi sia allora un laboratorio di ricerca in questo 2021. La Sardegna è ricca di risorse inesplorate, tagliate fuori dalle logiche perverse dei partiti, e che meritano di essere attivate.

 Mettiamo insieme le idee e le energie, le forze e le speranze. Prendiamo parola pubblicamente. Costruiamo contesti, luoghi di dibattito. Aiutiamo i giovani. Non arrendiamoci. Il 2020 ci ha lasciato un’eredità di solidarietà che non possiamo disperdere. Non è facile, ma lo dobbiamo fare.

Che sia dunque un anno di lotta e di resistenza. Lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto a chi verrà dopo di noi.

Buon anno a tutti.

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4 Comments

  1. Marinella says:

    Auguri per il 2021 e per il nuovo lavoro!
    La riposta sta nella domanda “ma il vaccino per curare la Sardegna quando lo troveremo?”: lo troveremo là da dove viene il vaccino. Lasciandosi, fino allora, in balia della storia e della geografia, dal momento che il determinismo geografico sembra di nuovo attecchire. (Ricordo il titolo di un libro di linguistica: “La lingua sarda. Salvata dalla sua insularità”. Se poi una lingua, diversa, non era insulare, e si è ciononostante mantenuta e rafforzata, pazienza.) Oppure quando non ci saranno più le menti illuminate che affermano “abbiamo respinto quelli che venivano da fuori, ergo sconfiggeremo anche il covid [ma il vaccino che vien da fuori non lo respingiamo]”, oppure che “l’Università di Cagliari esiste da 400 anni grazie al Regno di Spagna, quindi dobbiamo ringraziare i nostri amici spagnoli.” (che prima del reale privilegio spagnolo ci volesse la bolla papale, non importa, da Roma non vogliamo nudda). Un simile marasma ideologico-storico, qui sommariamente e vignettisticamente illustrato, certamente non giova alla prassi politica.

  2. Enrico says:

    Immagino come abbiamo realizzato la lista dei progetti presentati al governo per arrivare a 7,7 miliardi di euro: una mail agli uffici di gabinetto degli assessorati in cui si chiede in 24/48 ore di presentare una lista di progetti da finanziare. Gli uffici di gabinetto aggiornano una lista di progetti, sempre pronta (non si sa mai) e la inviano alla presidenza, la quale fa un bel collage. E così si arriva a 200 e passa, alla faccia della selettività, innovatività etc. etc.

  3. Mario Pudhu says:

    Istimau Vito, a noso no si ammancant is augúrios e is disígios, e antzis ia a nàrrere ca ndhe faeus, singillos, si cumprendhet, a muntones a bisura de cosa “usa e getta”. De candho in candho s’intendhet… No, a intèndhere si podent intèndhere is boghes (si no aus pérdiu sa limba puru) e is tzérrios! Capitat de lígere calecunu artículu chi narat su disígiu, chentu e una borta giustu, chi naras tue, a pònnere «insieme le idee e le energie, le forze e le speranze», chi iat a èssere unu fàere “fortza paris” chi no siat po cussu ‘sardismu’ iscominigau chi, incarnau in su PSd’Az, antigu de unu séculu (o béciu pedrale che Batista Nuxis chi dhi essiat farrighedha de is benugos) nosi giaet s’idea (e ideale!!!) chi “antico è bello” (mancari nosi carrigheus e lasseus carrigare de bascaràmine nou), e dhi naraus méngius ‘su connotu’ mancari iscagiaos in totu is ‘termovalorizadores’ chi innanti de iscagiare is ghiàcios polares ant iscagiau a noso. Ca su bisóngiu mannu e grave de is Sardos e de sa Sardigna no est su connotu chentza fàere contu de cale e de cale àteru connotu.
A sighire a nàrrere (e a prànghere) cantu a fundhu che seus calaos is Sardos no si iat acabbare mai, ma a fàere críticas a totu is muros de gomma (o a is gatos de sa ‘opposizione’ – opositzione a ite cosa? – o a is sórighes de su ‘guvernu’ – guvernu de ite? – est a no ischire chi is gatos papant sèmpere de prus “crocchette”, e antzis is sórighes puru, de citade e de campagna, ca como papant totus impare fintzes cun pudhas e canes.
Custu, naraus “disígiu e augúriu”, che cosa de “compleanno” (a donniunu su suo) o de Annunou, de Paschighedha o de Pascamanna, ite “atores” tenet? Funt in tutt’altre faccende affaccendati? E totu su ‘mundhu indipendhentista’ de is IRS, de is SNI, de is A Manca, de is ProGreS e àteras siglas inue si ch’est interrau (bògio nàrrere a tipu erriu chi sighit a caminare asuta de terra, apuntu, interrau)? E in Sardigna che at intelletuales o funt emigraos fuios o interraos totus? E is “ex” políticos ite faent, gli gnorri? No ant imparau nudha e ne nudha tenent de nosi imparare, si no àteru a fàere su mea culpa?
Si sa Sardigna e is Sardos no boleus essire unu ‘teatru’ de safari o disneyland de giogos de paghe e mescamente de gherra, ma desertu de gente fata a bregúngia e iscabudada mancu animales in sa giungla, est chistione séria e grave chi tocat a afrontare cun totu is fortzas e sacrifícios puru, chentza istúpidos individualismos de narcisistas bellos. No est cosa de prima die de annu, e ne de unu mese innanti de is eletziones de segamigasu po sighire a andhare innoromala, ma impegnu de dónnia die a totu vida, si in Sardigna puru teneus atribbutos po nosi nàrrere gente.

  4. Pietro says:

    Serve un TSO, non un vaccino…se uno legge le dichiarazioni folli di tale Angelo Cocciu capogruppo di F.I. in consiglio.

    Oggetto: urbanistica e costruzioni sulla costa.

    Il nostro saggio consigliere….; “…consiglia…” che per rilanciare l’economia sarda, …chunque ha una “caldarella di cimentu” a qualsiasi titolo, deve assolutamente versarla nel primo tratto di costa libero, altrimenti l’economia resta a terra o va a fondo.
    Ma ipotizzando che l’economia, così facendo, si risollevi ; essa sara in piedi fino a quando la “caldarella di cimentu” …sarà piena;
    quando sarà vuota si tornerà al punto d’inizio…
    e il nostro Cocciu ripeterà che per rilanciare un altra volta l’economia bisogna: …. caldarella, cimentu, calchina ecc… ecc…
    Con questa gente avremo a che fare ancora per un bel pezzo… bisognerà combatterli e contrastarli in tutti i modi che la democrazia ci mette a disposizione.
    Buon anno a tutti!

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