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Parla la commissaria della Asl Gesuina Cherchi: “A Nuoro la situazione si risolverà solo con i tamponi rapidi” di Sonia Melis

SarsCoV-2 corre più veloce del presidente Solinas e dell’assessore Nieddu. In Sardegna ieri sono stati registrati 404 nuovi casi e 10 decessi – 3.866 (+83) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari 2.923 (+62) nel Sud Sardegna, 1.568 (+102) a Oristano, 3.128 (+23) a Nuoro, 7.008 (+134) a Sassari –. I numeri non sono sciacalli.

I sardi iniziano ad avere paura, le rassicurazioni dei vertici arrivano come un’eco che non sbatte più contro i numeri dei positivi anonimi ma contro i nomi di colleghi, parenti, amici, insegnanti, alunni e vicini di casa, si inizia a prendere contatto con quarantene plurime. Il tampone è diventato un oggetto del desiderio (fra un po’ anche i carrozzieri faranno tamponi se è vero che con tariffazione varia, oltre i laboratori autorizzati, presi d’assalto, li stanno effettuando anche figure non autorizzate, pertanto, non obbligate a segnalare i positivi all’autorità sanitaria che predisporrebbe l’ulteriore accertamento e l’opportuno isolamento), il referto una conquista da incorniciare. 

Un quadro generalmente desolante, a tratti esasperato, tanto da richiedere quella che il presidente Solinas, con un’acrobazia lessicale, definisce “attivazione di sinergie tra Istituzioni”. Tradotto significa che a Nuoro è arrivata la Sanità militare. L’operazione, resa possibile dall’ovvia attivazione della politica e attraverso i passi previsti dalla precisa procedura di intervento, evidentemente non prescinde dall’analisi del dato di gravità e dall’urgenza di fornire quelle risposte che la sanità civile regionale, nonostante i proclami, non ha saputo dare. 

In specie, cinque medici militari e sei infermieri (un altro contingente è già impegnato sul fronte dei tamponi, dopo Isili, Sassari e Cagliari, proseguirà la sua attività di supporto allo screening nelle città di Nuoro e Oristano, dove sono attesi, rispettivamente, il 24 e il 26 novembre) per rendere operativo l’ospedale da campo, allestito nell’area esterna del San Francesco e restato inutilizzato per quasi un mese poiché sguarnito di medici e infermieri, non proprio per “tutelare al meglio la salute dei sardi”, come  ha dichiarato Christian Solinas, ma per tutelare la salute dei sardi tout court.

E speriamo che dirlo non turbi la sensibilità del binomio SolinasNieddu, reduce dalle incursioni di quei bruti con la fissa dell’informazione, Report e Piazza Pulita, né i rappresentanti locali della Cgil e della Cisl, che hanno definito “inopportuno” l’intervento della Sanità militare giacché, sul territorio, ci sarebbero risorse inutilizzate che avrebbero potuto essere affrancate dalla precarizzazione ed essere assunte stabilmente.

Chissà se anche i 32 pazienti accampati in pronto soccorso e i medici sfiancati da turni condotti in solitudine condividono questo sussulto sindacale tardivo che poco deve aver potuto nei tavoli della contrattazione da cui la precarizzazione, estendibile, purtroppo, a tutte le categorie dei lavoratori, benaltrismo per benaltrismo. 

Tornando all’emergenza, ancora ieri l’assessore Nieddu, in risposta al sindaco di Nuoro, Andrea Soddu che, sempre più esasperato dai fatti, ha minacciato di chiedere il commissariamento, definendo le dichiarazioni “strumentali” ha ribadito, in sintesi, che la realtà sarda si inserisce nella cornice fisiologica di un quadro mondiale e ha sfoderato, con buona pace di Kronos e un po’ meno di Kairos, il solito piano, già annunciato dal commissario straordinario Temussi, nei primissimi giorni di novembre, datato ufficialmente il 13 novembre e sempre a 40 giorni che, in un contesto come questo e alla luce del tentennamento circa i numeri di terapia intensiva, appreso dalle concitate dichiarazioni fatte a Piazza Pulita, sembrano un’eternità. 

In pandemia, come in politica, contano le azioni e chi ha potere è responsabile, la fretta, si sa, fa i gattini ciechi e riforme dubbie. Sarà stato un bene avventurarsi nella restaurazione delle 8 Asl, proprio in un frangente così delicato, anziché affidarsi a un sistema almeno rodato, impugnazione o no?

Le immagini delle ambulanze in sosta fuori dagli ospedali sono l’esito di sistema che non ha funzionato la strategia delle “tre T” tampone, tracciamento e trattamento, non ha portato i risultati attesi.

Cosa non ha funzionato lo abbiamo domandato, qualche giorno fa, alla dottoressa Gesuina Cherchi, psicologa, già direttrice del Distretto Nuoro e, con la deliberazione n. 657, del 7 ottobre, Commissario, a titolo provvisorio ed eccezionale, della gestione e dell’organizzazione, sia ospedaliera che territoriale per l’Assl di Nuoro. Nomina che fa riferimento, come si legge, al D.Lgs 502/92 e alla neonata L.R. 24/2020, impugnata, nel frattempo, dal Consiglio dei ministri che, in specie, ne contesta – si legge nel comunicato – l’articolo 11, comma 2, l’articolo 13, comma 1, e l’articolo 47, comma 9, riguardanti, rispettivamente, la nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie, gli elenchi regionali degli idonei alle cariche di vertice aziendali e la nomina dei commissari straordinari delle aziende sanitarie, invadono la competenza concorrente statale con riferimento ai principi fondamentali dettati nella materia della tutela alla salute, di cui l’articolo 117, terzo comma, della Costituzione. 

Dottoressa Cherchi, alla luce del quadro che rimanda la realtà di Nuoro, data anche la drammatica situazione del San Francesco, crede che i dati siano veritieri?
No, no, non mi chieda niente dell’ospedale. Per il resto, invece, posso fare il bilancio di un mese, perché mi hanno catapultata in questa realtà solo un mese fa e ho trovato una situazione molto pesante. Il tracciamento e tutto quello che bisognava fare è stato difficile, è arrivato tutto di colpo, senza che ci fosse il personale, quindi ho messo su un’organizzazione diversa, che stiamo cercando di mettere a punto in questi giorni. Penso che fra qualche giorno vedremo qualche altro miglioramento, anche grazie al Call Center che ho messo su.

Torniamo ai dati. I numeri dei nuovi positivi hanno avuto un incremento improvviso, siamo passati da stime basse +17, +14, +35 a numeri che hanno superato quota 150, la sospensione dell’attività didattica di numerose classi, la chiusura di plessi e istituti comprensivi, sia a Nuoro che in provincia. Significa che il tracciamento è totalmente saltato?
Tamponi ne stiamo facendo circa 400 al giorno, poi ci sono quelli dell’Igiene Pubblica e dell’ospedale. Arriviamo così a 600 tamponi e la percentuale dei positivi è bassa.

Quindi, secondo lei i numeri restituiscono il quadro della situazione? In tantissimi lamentano le difficoltà a fare il tampone molecolare, il drive-in ha chiuso più volte, vi spostate anche sul territorio e a fare i tamponi è arrivata anche la Sanità Militare, il tracciamento è saltato…   
Quando si chiude il drive in è perché non può processare, per problemi tecnici, puramente tecnici: ad esempio, si è rotta la cappa, poi hanno ripreso ma si è rotta un’altra piattaforma. Il drive-in lo facciamo un giorno sì e uno no. Ci hanno chiesto un ulteriore rallentamento, a livello regionale, perché ci sono alcune aree che non stanno riuscendo a processare tutto. Le scuole sono sotto controllo, i militari si sono offerti a darci una mano, faranno 150 tamponi al giorno ma li faranno manualmente, non hanno un laboratorio appresso, noi pensavamo che i tamponi che fa l’esercito andassero processati in un altro laboratorio. Le dico come si potrebbe risolvere: si può risolvere con i tamponi antigenici, soprattutto nelle grandi comunità, come la scuola e il carcere. Questi tamponi antigenici permetterebbero di fare uno screening iniziale e poi di fare il molecolare solo a chi risulta positivo, come stiamo facendo in diversi paesi, con i tamponi acquistati dai Comuni, così non stressiamo la struttura e diamo le risposte subito. Le faccio l’esempio di qualche giorno fa, quando abbiamo fatto 600 tamponi. Se fossero stati tamponi molecolari, oggi, all’Igiene Pubblica sarebbero arrivati 600 tamponi da Silanus e da Macomer, invece ne abbiamo portato 100-150 e non abbiamo stressato la struttura, è così che possiamo uscirne, dando risposte immediate alle persone, con questo sistema dimezzeremo tutte le problematiche.

E la macchina che dovrebbe processare 1000 tamponi, quella a noleggio non è mai arrivata?
Questo non dipende da me, non lo so. Comunque si risolverà solo con i tamponi rapidi, c’è poco personale che da noi a Nuoro, lavora h24.

Ma il governatore Solinas e l’assessore Nieddu dicono che è tutto sotto controllo, non sembra… 
In che senso? La Sardegna non ha grossi volumi, perché io lo vedo, il fatto è che noi siamo pochi e quindi male organizzati.

Ma il punto è proprio questo, siamo pochi anche per numero di abitanti e riusciamo ad essere in emergenza, perché non si può dire non ci sia un’emergenza se il pronto soccorso dell’ospedale è stato tradotto in reparto Covid e non si trova altra sistemazione…  
Non sta funzionando a causa dell’organizzazione, non mi faccia dire di più… 

Ma la pandemia chiede organizzazione.
Guardi, molti pazienti potrebbero essere curati a casa, se assistiti bene, non arriverebbero in ospedale. Dobbiamo anche dire che molti medici di base non li vedono più i pazienti, non sentono nemmeno come stanno, non dico che sono tutti ma molti sì. Ci sono molti pediatri che se i bambini non arrivano col tampone fatto, non li vedono, anche bambini di due anni, c’è tutta una catena che sta facendo acqua. Anche molti pazienti che noi abbiamo preso in carico e siamo andati visitare,  erano solo disidratati, avevano bisogno solo di flebo, di un antibiotico, ma se il medico stesso ha paura di visitare il paziente, queste persone si sentono abbandonate e vanno al pronto soccorso. Sono sempre dell’avviso che occorra una buona gestione territoriale dei pazienti, perché col Covid non c’è da scherzare, il quadro clinico si può modificare da un momento all’altro, però ci sono tutte le premesse per cui, con la presa in carico immediata, potrebbero essere ridotte le ospedalizzazioni

Scusi, ma questo è il compito anche delle Usca…
Le Usca vanno bene, lei faccia conto che per tutta l’area di Nuoro noi abbiamo 16 medici a 24 ore settimanali a 6 giorni settimanali, quindi è come se fossero 8 medici, ma 8 medici, possono sostituirsi a 220 medici di base?

Ma perché non lo dichiarate con forza che siete in affanno, questa condizione ricade sull’ospedale.
Noi lo dichiariamo, non è tutto sotto controllo. Potrebbe esserlo se ognuno facesse la sua parte, comunque non abbiamo grandi numeri, non abbiamo i numeri di certe regioni. 

Sì, ma è anche vero che rispetto ad altre regioni eravamo in vantaggio, la nostra isola veniva dichiarata Covid free e, oggi, l’ospedale di Nuoro è un focolaio, ha avuto l’80% dei medici positivi… 
Tutto nasce da molto lontano, da quando ci hanno depotenziato la sanità, i medici e infermieri che andavano via non li sostituivano, è normale che prima o poi questa macchina si sarebbe fermata, hanno fatto bilanci belli e puliti ma alle spalle dei servizi, stiamo pagando lo scotto di questo.

Il problema è cronico, ma la pandemia no: si insiste a dichiarare che l’emergenza ci ha colti alla sprovvista e si presentano piani a 40 giorni, e sorvolo sugli scandali recenti.
Io nel mio distretto ho fatto tutto ciò che andava fatto: i percorsi, il drive-in, il triage. Ė veramente gravoso, io non ho più vita.

Saprebbe darmi il dato relativo alle scuole di Nuoro? Quanto appesantisce il vostro lavoro la comunità scolastica? 
No, non ho il dato così a tamburo battente. Noi abbiamo un nostro referente Usca che ha in carico 14 plessi, mentre gli altri sono in carico all’Igiene Pubblica.

Quindi, mi perdoni, questi dati vengono caricati manualmente, per averli cosa bisogna fare?
I bambini positivi nella scuola sono pochissimi. Chi invece ha avuto i contagi, sono gli insegnanti, si chiude non per i bambini ma per gli insegnanti che hanno avuto contatti con i bambini positivi. Le classi e le scuole si chiudono perché, non sapendo se siano negativi o positivi non si può rischiare. L’aula va igienizzata e si devono verificare i contagi. Tra l’effettuazione del tampone e la refertazione, che è lenta, passano quei cinque sei giorni, ma non possiamo escludere che ci siano stati dei contagi se non con il tampone. 

Ma voi avete un sistema di raccolta del dato specifico della scuola?
No, non l’abbiamo nello specifico, esiste solo un database generale e l’estrapolazione non avviene per categoria ma, di mia iniziativa, sto predisponendo, una piattaforma organizzata per categorie come la Questura, il Tribunale, in modo tale che se ci trovassimo a dover fare una comparazione, potremmo accedere immediatamente al dato. 

Ma non siamo in ritardo, l’emergenza dovrebbe prevedere uno sguardo sulla situazione sia specifica che globale?
Io ci sono da poco, ma le assicuro che non è diverso anche nelle altre regioni. 

Bene, credo sia importante capire come mai, nonostante il distanziamento sociale e il recente obbligo di mascherina per gli alunni, anche in posizione statica, si verifichino i contagi, le indicazioni rimarcano la necessità di tenere le finestre aperte o di arieggiare spesso, d’inverno non sarà semplice…  
Glielo dico francamente, se oggi ci fermassimo un mese, recupereremmo l’anno. 

Sonia Melis

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3 Comments

  1. I tamponi sono farlocchi….!!!!! Nel 2021 verremo vaccinati tutti con il marchio della bestia. Il grande reset è alle porte. Complottismo ?

  2. Vittorio says:

    Le scuole hanno protocolli. Nel nuorese mediamente il problema non sono i trasporti. O le vie dello shopping. O la metro. Bastava chiudere i bar 15gg e rimborsarne i gestori. La vita sociale dei paesini è lì, e troppi balentes non avevano visto la prima ondata…

  3. Radio Pirri says:

    “Conteranno solo i curricula e le competenze” dice El Gobernador Primero.
    A parte il fatto che, non è per sfiducia e neanche per voler offendere nessuno, però bisognerà vedere, alla fine della giostra, cosa ne penserà qualcuno tipo Giorgio o anxhe tipo il Presidente Zoffili (per cui chi vivrà vedrà), rimane il fatto che, a rigore di logic, per arrivare a una dotta osservazione di questo tipo, forse non era strettamente necessario farsi mettere la nota sul registro e doversi poi presentare dalla Signora Direttrice….
    Anche perché quei disgraziati di Sindaci di Cheremule, Bortigiadas e Mogorella ai quali, sarà perché hanno bravi Segretari (a scavalco) o sarà perché non vengono mai Kakati da Report o da altri giornalisti o perché sono bravi da morire, non respingono mai nessuna delibera e nessuna ordinanza, continuano imperterriti a sghignazzare alla grande e a fare i barrosi.

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