Cagliari

Cimitero dei feti, la ferocia della destra cagliaritana: perché a Firenze Renzi fece un’altra cosa

Il cimitero dei feti a Roma (foto Repubblica)

 “Anche in assenza di richiesta dei genitori”. Segnatevi questa frase.

In molte città d’Italia (Torino, Roma, Milano, Brescia) esistono dei fazzoletti di terra all’interno dei cimiteri e nei quali vengono seppelliti i feti. Civiltà o abominio?

Cerchiamo di capirlo, perché ora la polemica sta scoppiando violenta a Cagliari, dopo la mozione presentata da Stefania Loi, consigliera eletta con Fratelli d’Italia, presidente della commissione Pari opportunità e presidente del Movimento per la vita, che vuole istituire un registro dei bambini non nati, sostituire la definizione di legge “prodotti abortivi” in “bambini non nati” e creare un’area cimiteriale dove seppellire gli embrioni anche al di sotto delle 20 settimane di gestazione anche senza richiesta dei genitori.

Il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda dice all’Unione Sarda di oggi: 

Sapete qual è uno dei primi Comuni che ha avuto il Cimitero dei bambini non nati? Firenze, governata dal Pd e dalla sinistra e come sindaco c’era Matteo Renzi. Non c’è niente di ideologico e stupisce questa levata di scudi. Invece di chiamarli scarti di aborto, buttarli nell’immondezza, le mamme e i babbi possono trovare conforto, avendo un luogo dove ricordarli, pregare.

Quello che Deidda e tutta la destra cagliaritana volutamente non dicono, ingannando i lettori e i cittadini, è la sostanziale differenza tra ciò che è stato fatto a Firenze (e in molte altre città, come ad esempio Roma) e ciò che si vuole fare a Cagliari.

A Firenze infatti “vengono tumulati feti deceduti prevalentemente nel periodo temporale che non tocca le interruzioni volontarie di gravidanza” (ovvero prima della ventesima settimana), come spiegava bene nel 2013 in una intervista all’Huffington Postl’allora vicesindaca Stefania Saccardi. Per le interruzioni effettuate secondo la legge 194, sono invece i genitori a fare eventualmente richiesta del feto per poterlo seppellire (così come prevede peraltro la legge).

A Roma, come spiegava una inchiesta dell’Espressosempre del 2013, una parte del cimitero Laurentino “è destinata ai feti di aborti spontanei e terapeutici”.

A Cagliari invece no. La mozione (sottoscritta anche da Antonello Angioni, Roberto Mura, Loredana Lai, Antonella Scarfò, Roberta Perra, Corrado Maxia, Marcello Polastri, Alessandro Balletto, Alessandro Fadda, Antonello Floris, Enrica Anedda Endrich, Pierluigi Mannino, Salvatore Sirigu) dispone espressamente che il seppellimento riguardi anche gli embrioni al di sotto delle 20 settimane (e quindi frutto dell’applicazione della legge 194) e che questo “debba di regola avvenire anche in assenza di richiesta dei genitori”. Una follia.

Una follia che va anche espressamente contro l’articolo 7 del decreto 285 del 1990 che, aggiornando il regolamento di polizia mortuaria fermo dal 1939 , così recita: “A richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane”. 

“A richiesta dei genitori” per la destra cagliaritana diventa invece “anche in assenza di richiesta dei genitori”.

Questa è la ferocia della destra, che vuole fare ciò che neanche la Chiesa osa pensare.

Perché un conto è avere un luogo fisico dove piangere un bambino morto prima del parto, un altro è criminalizzare le donne che hanno deciso di interrompere una gravidanza secondo la legge 194 e rendere addirittura pubblici i loro nomi in un registro comunale.

Siete feroci, ipocriti ma soprattutto bugiardi. Perché a Firenze Renzi fece un’altra cosa.

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3 Comments

  1. Urne di feti
    Fini abietti
    Caccia di voti

  2. Francu says:

    Per coerenza ideologica e architettonica dovrebbe essere un’opera che non verrà mai alla luce e lasciata a metà

  3. Sergio says:

    Allucinante…

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