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2011-2019, Zedda sindaco di Cagliari: dieci domande per fare un bilancio e aprire il dibattito

Cagliari, piazza del Carmine, 28 maggio 2011: eravamo tutti più giovani, vero?

A Cagliari l’era Zedda è finita. Sindaco per otto anni, dal 2011 al 2019. Il primo di sinistra a guida di una amministrazione di centrosinistra: un caso mai avvenuto, praticamente la prima volta dal secondo dopoguerra.

Un’elezione giustamente ritenuta storica, dunque. Ma lo è altrettanto l’eredità di questa non breve stagione di governo? E’ confrontabile ad esempio con quella lasciata da due memorabili sindaci cagliaritani Ottone Bacaredda e Luigi Crespellani? Pure quest’ultimo lasciò il Comune per la Regione, diventandone Presidente.

La sinistra non brilla da tempo per capacità di analisi, tanto meno in Sardegna (dove ancora stiamo aspettando una lettura, una qualunque, della sconfitta di Renato Soru nel 2009).

Stavolta dovrebbe essere diverso e, se vogliamo, più facile. Perché non c’è nessuna sconfitta da elaborare (Zedda si è dimesso e sceglie di andare in Consiglio regionale come consigliere di minoranza) e perché l’ormai ex sindaco di Cagliari è circondato da una generale e benevola considerazione, da una stampa locale e nazionale mai critica, benché ciò non gli abbia evitato la brutale sconfitta delle ultime elezioni regionali (110 mila voti di distanza dal vincitore Solinas; cinque anni fa Pigliaru prevalse su Cappellacci per 17mila voti, dieci anni fa Cappellacci batté Soru per 87 mila voti, quindici anni fa Soru batté Pili per 93 mila voti).

Ora comunque nessuno deve fare più i conti con il consenso, ogni considerazione è scevra da strumentalità politica. Una fase si è chiusa ed è consegnata alla storia di questa città. Facciamo dunque uno sforzo di astrazione e proviamo ad aiutare chi, fra qualche decennio, proverà a capire in che modo una amministrazione di sinistra ha cambiato Cagliari tra il 2011 e il 2018.

La questione è semplice: la città che Zedda lascia è migliore di quella che ha trovato nel 2011? E se sì, perché?

Domanda suggestiva ma, se posta in questi termini, profondamente fuorviante. Bisognerebbe infatti che il giudizio fosse ancorato a degli elementi oggettivi, o quanto meno articolato per ambiti, e soprattutto riferito al criterio di continuità-discontinuità rispetto a quanto fatto in precedenza dalla destra.

E allora cerchiamo di individuare dieci questioni cruciali sulle quali era atteso un significativo cambio di rotta dopo i 17 anni di amministrazione DeloguFloris. La mia è chiaramente una articolazione soggettiva di temi, ognuno può fare altre scelte. Ma io penso che sia necessario condividere il metodo.

Periferie – Il primo tema da sempre caro alla sinistra è quello delle periferie. In che modo è significativamente cambiata la vita di chi oggi vive a Sant’Elia, a Is Mirrionis o a Santa Teresa a Pirri?  Quali progetti in otto anni sono stati portati a compimento e quali risultati hanno ottenuto? Banalmente, il tasso di dispersione scolastica e il consumo di cultura nei quartieri in questione è aumentato o è diminuito? E il tasso di criminalità relativo allo spaccio di stupefacenti?

Servizi sociali – Oggi a Cagliari ci sono più o meno poveri rispetto al 2011? Quali strumenti innovativi sono stati messi in campo dal Comune per combattere il disagio e le disuguaglianze?

Organizzazione culturale e beni culturali – Sono cresciute le imprese culturali in città e in che modo? L’amministrazione ha favorito la loro attività grazie a politiche di settore innovative? La città beneficia di progetti a finanziamento europeo, nazionale, regionale, attivati dalle giunte Zedda? Quale l’eredita della candidatura di Cagliari a Capitale europea della Cultura? Tuvixeddu, Anfiteatro romano, le altre aree archeologiche di cui la città è ricca, lo straordinario patrimonio architettonico, i tanti musei pubblici, compresi quelli universitari, fanno o no parte di una rete strutturata e sono fruibili normalmente da residenti e turisti? In che misura e percentuale rispetto al passato?

Migranti – Quali strumenti sono in essere per rendere Cagliari città dell’accoglienza e multiculturale? È stato istituito uno Sprar? La consulta dei migranti ha ottenuto significativi risultati? Quanti frequentano le scuole cittadine e/o attività formative?

Pianificazione territoriale – Dopo otto anni a che punto è l’iter per adeguare il Puc al Ppr? E quello del Piano Particolareggiato del Centro storico? E’ stato attivato il Piano del Traffico? E quello del Commercio?  Se sì quali strategia e visione sono state adottate per redigerli? Esiste un Piano Strategico cittadino elaborato da Zedda?

Partecipazione – Così come era stato promesso in campagna elettorale, in che modo i cittadini hanno potuto partecipare alle scelte dell’amministrazione? Le associazioni di volontariato e di impegno civile e culturale sono state ascoltate e coinvolte? Ma più in generale, in che modo l’amministrazione di sinistra ha dato ruolo ad una nuova classe dirigente, diversa da quella protagonista negli anni della destra?

Centro storico – Come si vive oggi nel centro storico cittadino? E’ aumentato o diminuito il numero degli abitanti e i servizi ai cittadini e alle cittadine? Sono migliorati o peggiorati rispetto ad otto anni fa? È stata attivato lo Studentato diffuso nel centro storico, spesso annunciato? E’ andato in porto qualcuno dei progetti concreti per le cosiddette “fabbriche urbane” (Ospedale San Giovanni di Dio, l’ex Carcere di Buoncammino, Clinica Macciotta, ecc. ecc.) di cui tanto si è favoleggiato in questi otto anni?

Città produttiva – Cagliari è una città di servizi che ha visto chiudere negli anni 90 alcune importanti imprese manifatturiere. Posto che non tutte le competenze sono dell’amministrazione comunale, questa si è fatta comunque carico di stimolare la crescita nell’ambito del commercio, degli scambi portuali o nel settore delle nuove tecnologie? Quali iniziative sono state adottate a riguardo?

Turismo – Quale è il modello che la giunta Zedda lascia alla città? Che risultati sono stati raggiunti in termini di presenze e in termini di offerta complessiva, tenuto conto anche di alcuni attrattori come la Festa di Sant’Efisio o la Settimana Santa o il Patrimonio culturale, per qualità e quantità tra i più cospicui dell’isola?

Ambiente – Sono accertabili significative differenze tra le politiche portate avanti dall’amministrazione di centrosinistra e le precedenti di centrodestra? La città ambientale ovvero il Parco di Molentargius, la Laguna di Santa Gilla, i parchi della città sono gestiti in maniera diversa? E il Poetto?

Dieci questioni, Dieci domande, Dieci temi che attendono risposte perché la comunità cagliaritana provi a fare un bilancio e cerchi di capire al di là delle “narrazioni” e degli slogan dei tifosi e dei detrattori quale città Zedda e il centrosinistra lasciano alla prossima amministrazione. È importante perché se la sinistra vuole invertire la rotta delle sconfitte subite nelle politiche e nelle regionali, deve “parlare la verità” su quanto è accaduto a Cagliari.

Il dibattito è aperto.

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12 Comments

  1. domenica mattina 31 marzo 2019 ho visto i cassonetti di via abbruzzi… una cosa da paura.

  2. Batmanunza says:

    Caro Vito,
    da cittadino attivo posso rispondere ad un buon numero di questi punti interrogativi. Anche perché sono tanti i temi che mi animano e coinvolgono come persona, come professionista e come semplice contribuente. Il bilancio sta tutto dentro di me e me ne guardo bene dal condividerlo come mi guardo bene da quelli che invece non fanno fatica a dare risposte lapidee pur non avendo sfiorato, anche minimamente, i topic citati sopra: i cittadini attivi da tastiera e opinionisti di professione. Non appartengo a quelli che negano o derubricano il diritto di opinione a chi non “pratica” ma ho molta diffidenza della reale conoscenza di tali ambiti pur non avendone esperienza. Soprattutto se tale “attivismo” non è costruttivo e funzionale alla comunità stessa.
    Ritengo infatti che l’abitare e vivere la città sia un processo contemporaneamente passivo e attivo. Contribuisce a costruire o a consolidare il tessuto cittadino mentre se ne fruisce. Faccio un esempio. In quanto appassionato di bicicletta, se mi verranno date le condizioni minime ed essenziali per praticarla, lo farò in modo più assiduo, magari coinvolgendo anche la mia rete di relazioni. Attiverò quindi tutta una comunità che, fruendo di una infrastruttura (che non sto qui ad analizzare), ne rileverà pregi e difetti, costruirà attorno ad essa delle consuetudini e un’aspettativa. Assisterò di pari a cori contrapposti che andranno a comporre narrazioni diametralmente opposte, tutt’altro che circostanziate e disfunzionali rispetto alla crescita della città.
    Lascio quindi alle tifoserie (pro e contro) gli improbabili elogi e le colossali bocciature, che non sono funzionali ad una migliore vivibilità della mia città. Confido invece che il prossimo candidato si ponga in una posizione di ascolto di queste istanze (risolte o disattese) e domande che sono la base per ciascuno di essi per elaborare altrettante risposte.
    Non mi rimane che augurarmi, quale tuo amico ed estimatore, un tuo pronto rientro a tempo pieno tra gli osservatori (acuti e intelligenti) dei fatti della nostra città e di sentire ancora una volta il tuo buongiorno assieme al caro Elio.
    Un caro saluto,
    Batmanunza

    • “Il bilancio sta tutto dentro di me e me ne guardo bene dal condividerlo”: ma qualcuno che voglia rispondere, prima o poi lo troviamo? 🙂

      • Batmanunza says:

        Non è il mio compito rispondere a queste domande e non ci tengo un granché. Anche perché sono sicuro che, qualora rispondessi positivamente e con parole di elogio, subirei l’attacco dei cani pavloviani della fazione opposta e critica. Idem, qualora esprimessi perplessità, delusioni (non mi nascondo dall’essere stato suo elettore, quindi con delle aspettative ben precise) e incazzature perfino, attirandomi gli strali delle sue tifoserie. Tra l’altro già faccio una gran fatica a difendere i miei “orticelli”, figuriamoci dover difendere il padrone del fondo che me lo affitta.
        Non ho voglia di rispondere anche perché potrei a mia volta snocciolare ciascuna domanda in specifici atti e attività (pitticcu su traballu). Tu sai che opero su diversi piani del sociale e culturale, vivo la città in modo intenso e organico ad essa ma ho esaurito le energie per sperare che le istanze siano accolte a consuntivo di un progetto politico o, peggio, a priori di una sua inaugurazione. Preferisco fare azione politica nelle associazioni di cui faccio parte e di volta in volta confrontarmi con gli amministratori in carica affinché si rendano disponibili e partecipi dei nostri obiettivi piuttosto che prestargli il fianco a strumentalizzazioni ex post od ex ante. Il minimo che chiedo è che non mi siano di ostacolo (almeno in ossequio al fatto che ciò che faccio è sussidiario ai loro obiettivi), meglio ancora se invece si offrono come facilitatori. Sono stufo dei cosiddetti “elaboratori culturali” conto terzi, cioè di quelli che si offrono su un piatto d’argento quali spin doctor solo perché i ranghi politici hanno prosciugato i loro bacini (con la speranza di ricavarne qualcosa ad urne chiuse) o perché altri ne nascono totalmente privi. Soprattutto, mi aspetto risposte dai candidati a sostituirlo. A ciascuno quindi il suo mestiere. E siccome ti sono amico non ribalto la domanda tipo: “… e tu cosa risponderesti?”.
        Un abbraccio e ad maiora.
        Ale

  3. Un altro tema a me caro di cui Zedda ha fatto una sua bandiera nel 2011 è il ripopolamento della Città e l’ediliza sostenibile a basso costo.
    Da quando Zedda è diventato Sindaco i cantieri in città si sono moltiplicati ovunque: zona di via Milano, Pirri, tra piazza giovanni e il cep, il futuro cantiere della fabbrica cao e tanti altri… tutti cantieri di case “di lusso” o dal prezzo inaccessibili ai più (dai 3000 euro a mq a salire).
    La sinistra, sempre pronta a denunciare la vergogna di questi cantieri nel decennio precente, non ha avuto nulla da ridire su tutti questi nuovi cantiere e non solo, non si è fatto nulla perchè venissero costruite ANCHE case accessibili a noi comuni mortali.
    Cagliari è una città per ricchi punto e questo ce lo certifica anche la sinistra, quindi possiamo vivere sereni.
    Il progetto di costruzione sulla piana di san lorenzo (che prevedeva case sui 2000 a mq costruite con criteri ecosostenibili) invece è stato bocciato con forza perchè “il suolo non va più consumato”, mi sento di aggiungere soprattutto se vale poco e se la proprietà di quei terreni non è della parte politca giusta.

    • Gianni Campus says:

      La questione della Piana di S. Lorenzo è esattamente uno di quei temi che dovrebbero essere trattati in chiave metropolitana, e quindi in chiave strategica, nella prospettiva di un contributo sostanziale alla sostenibilità dell’abitare nel suo insieme.
      La trattazione di un simile argomento mi pare eccessivamente impegnativa per uno scambio di idee come questo.
      Se Vito volesse promuovere un dibattito, in qualunque sede, sono a disposizione.
      Cordialità
      Gianni Campus

  4. Se Zedda nelle ultime amministrative è stato il più votato a Cagliari e nei centri vicini ci sarà un motivo.

  5. Sandra says:

    Se Zedda è stato il più votato a Cagliari e nei centri vicini un motivo ci sarà.

  6. Gianni Campus says:

    Caro Vito,
    per ovvie ragioni non entro nel dibattito: sarebbe troppo facile dire che sono di parte.
    Suggerisco però un altro tema, super partes, che mi è sembrato un po’ sacrificato: il (percettibile e centrale) ruolo di Cagliari e del suo Sindaco nelle prospettive della Città Metropolitana.
    Cordialità
    Gianni Campus

    • Ma noi di gente di parte abbiamo bisogno! Di parte e competente. Detto questo, il tema che pone non solo è centrale ma è, in prospettiva, il tema dei temi. Meriterebbe una trattazione a parte, e di sicuro parole chiare da parte dei candidati che fra poco scenderanno in campo.

      • Gianfranco says:

        Del tema Città Metropolitana e dell’assetto istituzionale complessivo spero si occupi immediatamente il nuovo Consiglio Regionale. Altrettanta speranza avrei per l’elezione diretta negli enti istituzionali le elezioni di secondo grado nel loro essere di secondo grado gia’ infastidiscono. Saluti Professore saluti Vito

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