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“Basta assalti al territorio, Cappellacci si trivelli il suo giardino”: un intervento di Nicolò Migheli

Il copione si ripete: è l’energia il grande business del futuro e la Regione sembra subire passivamente ogni assalto. Una proposta per il futuro: una moratoria che blocchi ogni ricerca e ogni sfruttamento finché la Regione non si sia dotata del Piano Energetico Regionale.

***

Questa volta scrivo per ragioni personali. Spero che non sia troppo tardi e che tra un mese in Regione una nuova maggioranza blocchi questi assalti indiscriminati che si stanno portando ai nostri luoghi. La giunta Cappellacci e i suoi uffici autorizzano la Exergia Toscana s.r.l. a procedere nelle esplorazioni geotermiche nel territorio del Montiferru. Nessuna Valutazione di Impatto Ambientale, come richiesto dalle comunità locali.

Per il momento solo scavi di pozzi di cento metri, analisi geotermiche di superficie e geoelettriche, analisi delle acque su di un’area di 122 chilometri quadri che interessa i comuni di Cuglieri, Seneghe, Scano Montiferro, Tresnuraghes, Magomadas, Flussio, Sagama, Tinnura, Sennariolo e Santu Lussurgiu. Con questa autorizzazione la società toscana potrà entrare nei terreni privati, nei pascoli e boschi. I proprietari non potranno opporsi. Se poi le indagini andassero a buon fine si procederebbe allo scavo di pozzi di settecento metri e alla costruzione della centrale geotermica.

Ancora una volta, in totale dispregio delle comunità locali che si sono opposte e che hanno un’altra idea di sviluppo che stanno praticando ormai da oltre un decennio. Un territorio che ha trovato la sua via nello sviluppo sostenibile. Il Montiferru è noto a livello internazionale per le produzioni alimentari di qualità, per l’ottima cucina, per l’albergo diffuso; i primi in Italia sono nati a Santu Lussurgiu. Un territorio ricco di beni culturali, artigianato di qualità e di tradizioni vive che ne fanno uno dei pezzi pregiati della Sardegna. Ora tutto ciò viene negato. Si autorizzano interventi che comportano il pericolo di inquinamenti profondi e di liberare gas velenosi. L’esperienza toscana insegna molto.

Ancora una volta tutto ciò avviene in assenza di un qualsiasi piano ed in perfetta negazione di quanto la Regione e la Ue con i programmi Laeder hanno speso per lo sviluppo di quell’area. I critici, gli sviluppisti a tutti costi, quelli che sostengono che non bisogna essere egoisti, che sono altruisti con i beni degli altri, mi accuseranno di essere affetto dalla sindrome NIMBY, di essere contrario che tutto ciò avvenga nel mio giardino. Ebbene sì, lo ribadisco. No nel mio giardino. Perché dovrebbe essere lì? Quale interesse nazionale mi obbliga a permettere che il luogo dove ho le mie radici, dove ho lavorato come professionista perché sviluppasse le sue potenzialità, venga stravolto da interventi insensati che rapinano il territorio, distruggono un ecosistema ed una economia?

Quali sono i vantaggi o le contropartite che verrebbero concesse a chi via abita e lavora? Chi pagherebbe il deprezzamento di interi paesi, abitazioni e terreni? Chi pagherebbe i costi sociali e culturali della scomparsa di comunità secolari. Perché alla fine lo spopolamento aumenterebbe, le persone scapperebbero da un luogo inquinato con le loro attività distrutte.

Signor presidente Cappellacci, lei è in campagna elettorale, le dia queste risposte. Ma non le darà, racconterà le eterne favole, come sta già facendo con la zona franca. Però questa volta si sbaglia in pieno, la sua autorizzazione è arrivata in concomitanza con la sua campagna elettorale, per lei sarà un vero passo falso. Accetti un consiglio, blocchi tutto, oppure trivelli il suo giardino, sempre che ne abbia uno, così scoprirà l’effetto che fa.

Nicolò Migheli

 

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10 Comments

  1. A proposito di ignoranza.
    L’On. Pittalis dice che i Verdi sono ignoranti. Vediamo se è vero facendo due conti.
    Sardinia Gold Mining ha estratto in 10 anni oltre 5 tonnellate d’oro per un valore stimato di 150 milioni. Di questi sodi quanto è rimasto alla Regione? Quanto al Comune di Furtei? Quanti sono stati gli oneri fiscali e le imposte versate alla Regione Sardegna?L’impresa quanti addetti sardi (operai e tecnici) ha impiegato in questi anni? Di quanto è aumentato il tenore di vita degli abitanti di Furtei in 10 anni? Quale sarà a distanza di anni le conseguenze del cianuro sugli abitanti dell’intera zona? Quale sarà il costo sociale?
    Su tutte queste domande ragionieristiche non si hanno dati. Il Presidente Cappellacci e l’On Pittalis non li hanno diffusi. Per colpa loro le ignoriamo noi e tutti i sardi. Nemmeno la Sardinia Gold Mining le ha diffuse. Visto che è scappata lasciandosi il cianuro alle spalle. Per la bonifica dei laghi di cianuro e la distruzione del territorio non sarebbero sufficienti le 5 tonnellate di oro. Avendole. Ma noi non le abbiamo, perché la società è scappata con il malloppo. In più, quale è il danno reale alla produzione agricola e alle filiere collegate del territorio di Furtei?
    Con ciò arriviamo al punto politico che più ci interessa.
    Perché, va detto, che Cappellacci non è stato soltanto consulente dello scempio ma subito dopo è diventato Governatore della Regione e arbitro dei destini della popolazione regionale. I Verdi, quindi, da poveri ignoranti si chiedono: “ che tipo di politica ambientale e industriale ha in mente Cappellacci?”. Che tipo di politica l’on. Pitali pensa di riservare alla Sardegna e al suo popolo? Quella dello sfruttamento intensivo e colonizzatore a beneficio di gruppi di sciacalli che, incuranti delle vocazioni produttive locali avvelenano terreni e persone? Le teorie economico politiche di Cappellacci e Pittalis sullo sviluppo della Sardegna si fondano sull’illustre colonizzatore Fernando Cortez? L’On. Pittalis mette impropriamente insieme Tuvixeddu e Furtei. Ma non dice che a Tuvixeddu è in questione il cemento mentre a Furtei si parla di cianuro. E gli abitanti conoscono bene la differenza. Sostiene anche che chi inquina avvelena, inquina, deturpa la Sardegna in modo criminale e incompetente deve risarcire il danno.
    Siamo d’accordo.
    Quando risarcirà il danno provocato il Presidente Cappellacci? Come pensa avendo avuto rapporti stretti con una banda di malfattori di ripresentarsi alle elezioni per governare una regione che ha contribuito a distruggere? In particolare in merito alla questione di Tuvixeddu la nostra posizione, da tempo, è nota a tutti e le differenze sostanziali le abbiamo già evidenziate. Nel primo caso si parla di cianuro, nel secondo caso si parla di cemento.
    A Furtei si parla di un’area agricola compromessa in modo irreversibile senza alcun beneficio, nel secondo caso si parla di un’area tutelabile dall’Unesco che può portare un beneficio economico concreto e costante nel tempo senza devastazioni e senza uccidere le persone.
    Di entrambi i casi se ne occuperà la Magistratura. Chi ha sbagliato dovrà pagare. Cappellacci pagherà?
    Cagliari 05/02/2014
    Roberto Copparoni
    Segretario Regionale dei Verdi

  2. Pingback: “L’eredità di Cappellacci? La speculazione delle rinnovabili e la farsa delle serre fotovoltaiche”, un intervento di Antonello Gregorini - vitobiolchini

  3. grazia pintore says:

    Le quote rosa,sinceramente mi sembrano una gran cavolata.Ho sempre pensato che fossero un contentino dato alle donne.Uno dovrebbe essere eletto per le sue capacità e ,diciamo,per la sua onestà non perché è femminuccia o maschietto.Questa è l’Italia e,purtroppo,anche la Sardegna che ha preso tutti i virus negativi della politica italiana.

    • nel frattempo UGO CAPPELLACCI a dato il suo benestare per L’ AMPLIANDO di un’altra servitu’ militare a TEULADA, questo e il futuro che vuole dare alla sardegna,le armi chimiche siriane non sono arrivate sicuramente grazie a lui,quindi fatte attenzione al vostro voto.

  4. con la deliberazione n. 54/15 del 30 dicembre 2013 (http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_386_20140113181052.pdf) la Giunta regionale ha concluso la procedura di verifica di assoggettabilità relativa al progetto di ricerca per risorse energetiche “Cuglieri” dando, in pratica, un colpo al cerchio e un colpo alla botte.

    Di fatto il progetto è stato diviso in due e le ricerche sono così condizionate: “le fasi di indagine dovranno essere eseguite con le modalità previste nel piano di lavoro
    ed escludendo:
    − qualsiasi scavo, livellamento, movimentazione di materiali litoidi e alterazione della
    componente pedologica;
    − qualsiasi taglio o danneggiamento di vegetazione arbustiva o arborea, in qualsiasi stadio
    di sviluppo;
    − l’apertura di nuove piste, nonché la modifica delle caratteristiche delle reti stradali; le aree
    di indagine dovranno essere raggiunte utilizzando esclusivamente la viabilità esistente;
    − qualsiasi trivellazione o sondaggio a carotaggio”.

    Il resto, eventualmente, dopo: “la prospezione termica (pozzetti termometrici) e l’eventuale prospezione esplorativa (perforazione di pozzi esplorativi) dovranno essere preventivamente sottoposte alla procedura di Verifica di assoggettabilità a VIA”.

    E’ molto importante però l’art. 5, comma 5°, delle linee guida per la ricerca e la coltivazione delle risorse geotermiche (deliberazione Giunta regionale n. 34/41 del 7 agosto 2012, allegato A): il rilascio del permesso di ricerca da parte dell’Assessorato regionale dell’industria – Servizio attività estrattive “è subordinato all’intesa con i comuni territorialmente competenti”, ai sensi dell’art. 8 della legge regionale n. 15/2002, espressa con le modalità di cui all’art. 6, comma 30°, lettera b, della legge regionale n. 13/2003 (deliberazione favorevole del Consiglio comunale adottata a maggioranza semplice).

    Attenzione: l’intesa o il diniego formale devono avvenire antro 60 giorni dalla richiesta, altrimenti il procedimento va avanti ugualmente.

    Quindi, quando la procedura per il rilascio del permesso di ricerca riprenderà, il Comune può negare l’intesa con la Società energetica richiedente.

    Il problema, però, è molto più grande: fin quando non ci sarà un decente piano energetico regionale, la Sardegna continuerà ad essere il far west delle energie rinnovabili.

    E’ uno dei punti della lettera aperta ai candidati alla carica di Presidente della Regione che abbiamo inviato (http://gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress.com/2014/01/16/lettera-aperta-ai-candidati-alla-carica-di-presidente-della-regione-autonoma-della-sardegna/). Vediamo se qualcuno prende impegni concreti e quali impegni prende…..

    Stefano Deliperi

  5. Radio Londra says:

    Una domanda fuori tema.
    Le quote rosa fanno parte della normativa o sono “un consiglio da buon padre di famiglia”?
    Non per altro ma perchè, se così fosse, come possono pretendere il PD e SEL che venga accolto il ricorso?
    Possibile comunque che in tutta l’Ogliastra non ci fossero due picciocchedde, magari anche dolci, simpatiche e belline, da mettere in lista in maniera tale da evitare, tanto per dirne una, di farsi bacchettare nelle manine dalla Signora Maestra?

    • Radio Londra says:

      Chiarito il mistero.
      Attraverso uno stravagante e splendido ragionamento del menga, la normativa prevede, per la rappresentanza, che uno dei due generi non possa superare i due terzi del totale, salvo poi approssimare alla cifra successiva appena compare un qualunque decimale.
      Con questo ragionamento pertanto, siccome in Ogliastra il numero dei consiglieri è pari a 2 e i 2/3 sarebbero 1,33, si arriva alla conclusione che uno dei generi è perfettamente rappresentato anche quando è 0 (zeru titluli insomma).
      Pertanto, se i candidati maschi (o anche femminucce) sono 2 su 2 e l’altro genere zero, è tutto a posto.
      Ragion per cui, nonostante ci abbiano abituato ad approssimare alla cifra successiva quando la cifra decimale è uguale o superiore a 5, la convenzione matematica diciamo che è stata “interpretata” un po diversamente…. e poi dicono che la matematica non è un’opinione!!!
      Comunque ne deriva che la regola è stata “formalmente” rispettata e che, almeno da questo punto di vista, le liste non possono essere escluse.
      La rappresentanza di genere, che si sia favorevoli o meno è stata rispettata…..Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.

  6. Grazia Pintore says:

    Hugo,il trivellatore.Mi auguro che questi articoli del signor Biolchini li leggano tutti i sardi,anche le pecore che sono più dei sardi.Hugo accabalaminchela cumpresu asa? Speriamo che tutti e dico tutti i sardi capiscano che individuo è Hugo.Sardi svegliamoci.

  7. Radio Londra says:

    Che caratteraccio però…
    In realtà Hugo è un accanito difensore dell’ambiente ma adesso non vorremo stare qui a sottilizzare con tutte queste incombenze burocratiche quali impatto ambientale o consenso delle popolazioni.
    D’altra parte Hugo è uno che a queste cose ci tiene e ha anche coinvolto tutti i sindaci.
    Che colpa ne ha se ha poco tempo a disposizione e se nelle Norme di attuazione del PPS non sono riportati questi aspetti di peso quasi irrilevante e del tutto marginali (mica sono suoi i terreni)?
    La perfezione non esiste, il PPS lo hanno scritto i tecnici (e lui è tecnico contabile) e poi sta chiedendo altri 5 anni proprio per questo motivo: qualche piccolo correttivo serve e in 5 anni se ne fanno di correttivi!
    E poi, se ha altri 5 anni di tempo a disposizione, Hugo finisce che organizza anche una riunione.
    NB
    Secondo me potrebbe trattarsi anche di qualcuna di quelle tipologie statistiche che Hugo rimarcò per bene 5 anni fa e di cui l’ISTAT non teneva nel dovuto conto oppure potrebbe anche essergli sfuggita allora e potrebbe far parte della sua “azione di governo” qualora fosse riconfermato.
    Fiducia ci vuole Signor Migheli.
    Ettadiaulu!!!!

  8. Angelo says:

    Si chiama “land grabbing”.
    Gli indipendentisti ne parlano da tempo (e non lo dico per rivendicare il loro diritto di paternità).
    La cosa importante è che sono gli unici che veramente hanno dimostrato di aver a cuore questo tipo di problematiche, gli unici a capire che il rapporto di forza tra Italia e Sardegna e troppo sbilanciato a favore della prima, gli unici che possono dare la giusta importanza e autorità al popolo sardo all’interno della comunità europea e del mondo.
    Né Cappellacci e né Pigliaru sono nella posizione di poter rinegoziare questi rapporti con l’Italia o con l’Europa.

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