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“L’eredità di Cappellacci? La speculazione delle rinnovabili e la farsa delle serre fotovoltaiche”, un intervento di Antonello Gregorini

 Le serre di Narbolia: all’interno, nessuna coltivazione

 

Caro Vito,

in prossimità delle prossime elezioni regionali è giusto fare memoria di ciò che è accaduto in questi cinque anni di legislatura che volgono al termine.

Nel suo post (“Basta assalti al territorio, Cappellacci si trivelli il suo giardino”) Nicolò Migheli ha aperto sulle questioni energetiche e sulle prospezioni per la geotermia che saranno realizzate da una società Toscana. Aggiungiamo a queste le richieste di autorizzazioni analoghe, ma per estrazione del gas, da parte della Saras; la Chimica Verde dell’Eni; altri impianti in corso di costruzione; i circa 180 mw di solare termodinamico di altri investitori; e, soprattutto, ciò che sin qui è stato fatto realizzare in assenza di piano energetico da questo governatore.

In assenza di piano significa che si decide di volta in volta quasi discrezionalmente chi passa e chi no!

L’esordio nelle riunioni con Verdini e Carboni per la spartizione della quota sarda di fonti rinnovabili, procedimento cosiddetto “P3”, avrebbe dovuto dare la linea di ciò che sarebbe poi accaduto.

Essendo nel mio piccolo un tecnico di settore ed avendo scritto abbastanza negli anni scorsi riguardo la possibilità di programmare uno sviluppo delle fonti rinnovabili secondo una modello di generazione diffusa e piccolo capitalismo distribuito, ed essendo in parte convinto che le tesi di Rifkin sulla civiltà dell’Empatia non siano mere speculazioni politiche e filosofiche, voglio qui rammentare cosa accadde con l’introduzione del conto energia.

Dopo un primo blocco al quale seguì la nascita di comitati degli operatori di settore, la delega per le fonti rinnovabili fu data all’allora assessore all’Agricoltura Andrea Prato. Essendo vietati dalle pregresse norme i cosiddetti impianti a terra, la giunta si ritrovò a gestire una quantità enorme di richieste per la costruzione di serre fotovoltaiche.

Queste potevano avere un senso se realizzate e gestite da un vero imprenditore serricolo ortofrutticolo, dal momento che pur in ombra si riesce effettivamente a produrre diverse colture orticole; perdevano tuttavia di significato, sostenibilità ambientale ed economica, se erano frutto di speculazione da parte di gruppi finanziari che miravano alle rendite determinate dagli incentivi, che miravano a risparmiare al massimo sulle strutture e realizzavano aborti di serre, monofalda, con corridoi retrostanti a perdere.

Con decreto dell’assessore all’Agricoltura furono quindi bloccate tutte le autorizzazioni e si stabilì che queste dovessero passare per il filtro autorizzatorio del medesimo assessorato. Inizialmente vi fu un certo scoramento degli operatori, terminato immediatamente quando ci si rese conto che l’intenzione era di approvare pressoché tutto. Perché ci si regolò in questo modo? Bella domanda, a cui però non so e non posso rispondere con certezza: lasciò al lettore la risposta.

Il risultato fu però ciò che è davanti agli occhi di tutti: un numero cospicuo di grossi impianti spesso lasciati, nei loro aspetti agricoli, al loro destino. Impianti enormi, come Narbolia, mai entrati in produzione o altri, tipo Villasor, dove non risulta che le mirabilia promesse siano state mantenute. Chi ci guadagna e guadagnerà cospicuamente sono gli investitori fra i quali vi sono cinesi, coreani, spagnoli e indiani… di tutto un po’. Non vi sono sardi, sigh!

La morale, quindi, è che le politiche di questa giunta sotto questo aspetto sono state disastrose, hanno lasciato le porte aperte con una oziosa e apparente regolazione che, in realtà, è servita solo a filtrare con chissà quale criterio l’assegnazione delle autorizzazioni. Sic et simpliciter!

Antonello Gregorini

 

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13 Comments

  1. nicola says:

    Caro Vito, da operatore del settore colgo l’occasione di questo post per suggerire uno scherzetto niente male che voi giornalisti potreste fare a questi speculatori del fotovoltaico. Andate in giro per la Sardegna a fotografare queste gigantesche serre fotovoltaiche dove non si coltiva nulla. Pubblicate le foto in qualche quotidiano o sul vostro blog, e poi speditele specificando l’indirizzo della serra al Gestore dei Servizi Energetici Spa (è l’ente che eroga gli incentivi per il fotovoltaico). Il GSE informato dell’irregolarità della cosa preddisporrà un ispezione e se verificherà che la serra non è coltivata revocherà l’incentivo precedentemente concesso chiedendo indietro gli arretrati (è già successo). Inoltre informerà la Procura della Repubblica che procederà contro i proprietari dell’impianto per truffa allo stato.

  2. Antonello Gregorini says:

    Punto G.
    Trovo il tuo argomentare del tutto inutile perché alle tue deduzioni non porti esempi ma solo affermazioni di contrasto.
    Io mi firmo e ci metto la faccia, tu?
    Comunque … vediamo …

    Procedi per punti, ordinatamente:
    – Non tiro la carretta a nessuno, sei tu che citi Murgia e Pigliaru. Ammetti però che questa amministrazione Cappellacci su questi temi è stata semplicemente incapace di governarli. Su questo concordiamo.
    – Il legame affaristico politica-imprenditoria è nelle cose e si miscela alle cose più grandi tipo la P3.
    – Non sarò io a negare l’impreparazione sia dell’apparato burocratico regionale sia dei cittadini. La politica deve prevenire ed essere in questo senso creativa. Avere vision che in questo caso è mancata totalmente.
    – Tu rifletti le colpe di Cappellacci su Muragia e Piagliaru. Perché se a operare è stato lui. Il sofisma non sta proprio in piedi.

    – Questa frase “” E’ la distanza tra l’innamorarsi di una soluzione e la consapevolezza che non ci sono miracoli, ma ogni azione ha lati positivi e negativi. Ogni soluzione potenzialmente positiva va comunque gestita. Il sogno della produzione energetica non impattante è una sciocchezza demagogica.””
    E’ da conservatore puro, di quelli che dicono: tanto non siamo capaci di fare un cazzo e il popolo, il sardo, è bue. Tutti i sogni sono sciocchezze. Sei proiettato in una bieca vecchiaia da chiacchiera nei corridoio di palazzo. Devi essere un politico, magari un consigliere regionale mio amico.

    – E’ vero quel che dici: “”” la profonda incompetenza degli apparati regionali, troppo spesso costruiti con la logica della lottizzazione”””. … ma l’apparato politico è peggio. Cappellacci è peggio perché ha lottizzato a man bassa e si è avvalso della collaborazione di lottizzatori storici e ormai canuti.

    – Dici ancora “””Inutile. Non va al nocciolo della questione: come si dà direzione politica alla produzione energetica? “””
    Leggi, punto G, viaggia, almeno virtualmente e vedrai che ci sono paesi che hanno fatto tanto. Da chi dovremo copiare, dai peggiori?

    – Io non ho preteso, contrariamente a te, che il mio articolo affrontasse tutti i problemi della questione energetica. Non ho neanche detto di essere contrario ai progetti elencati fondati su geotermia, estrazioni o chimica verde, o gas.
    Per esempio le biomasse di Macchiareddu so perfettamente che fanno parte di accordi di filiera europei, ex Eridania. La Chimica Verde viceversa è un progetto, non completo, perché la filiera del cardo è fasulla, inventata all’uopo per supportare altro e mancano tutte le attività di prefiliera e sub filiera di trasformazione anche se evocate da ENI nel suo progetto. Tant’è che gli studi sono stati negati e criticati dall’UNISS.

    – Sul gas non sono aprioristicamente contrario e se vai a leggere alcune cose che ho scritto potrai verificarlo

    – Penso che da qui al 2030/40/50 si debba studiare una progressiva sostituzione dei combustibili fossili, non foss’altro perché termineranno. Ma è proprio questo che manca.
    La Sardegna in quanto Isola ha la possibilità di fare laboratorio, ha il sole, il vento, l’idroelettrico, la geotermia (si la geotermia), forse il gas, e potrebbe avvalersene.
    Tuttavia guarda un po’, causa la carenza di piano abbiamo accettato il caos totale, consentito per esempio a EON di realizzare enormi impianti fotovoltaici a Portotorres salvo poi vederla fuggire e disinvestire e ci troviamo ogni volta a subire le richieste più inattese.

    – L’articolo non sorvola niente, semplicemente è costretto volutamente in 2500 battute per non annoiare.

    – Dici ancora “””E’ verissimo che Cappellacci non ha fatto nulla, ma Pigliaru, su questi problemi, e al di là di prese di posizione generiche, dice pochissimo.””” A me basta la prima. Abbiamo provato l’uomo, avanti un altro.

    – Poi vai a concludere “”” Dice Gregorini: “Chi ci guadagna e guadagnerà cospicuamente sono gli investitori fra i quali vi sono cinesi, coreani, spagnoli e indiani… di tutto un po’. Non vi sono sardi, sigh!””” Ecco, questa è una mistificazione. Nella vicenda, non ci sono sardi poverini, colonizzati: ci sono sardi che hanno preso parte dei soldi senza comparire. Un po’ a tutti i livelli, dai permessi compiacenti alla completa mancanza di senso civico, allo spregio per la comunità. E ci sono sardi che preferiscono lucrare distruggendo il territorio in altro modo. Ad esempio costruendo sulle spiagge, aprendo cave per due lire, realizzando opere pubbliche inutili o scegliendo di mettersi dalla parte di chi ha inquinato in modo selvaggio per mezzo secolo, come la 3A, in cambio di quattro posti di lavoro mal pagati.”””
    Qui ti sbrachi. Le seconde argomentazioni sono fuori tema e ritorni al “così fan tutte, meglio l’uovo di Cappellacci oggi che un improbabile miglioramento domani…”
    Dovevi invece e semplicemente dirmi quale sardo è proprietario di ingenti superfici di serre fotovoltaiche o impianti al suolo. Nessuno, e anche questo il punto.
    Cappellacci non è riuscito a far progredire la comunità con ordine e dignità ma, semplicemente, a far proseguire il consumo di BENI COMUNI e AMBIENTALI.
    Sii più lucido e lineare nell’esposizione logica.
    Ma soprattutto firmati, non nasconderti.

    • Caro Gregorini, apprezzo molto la tua risposta perché dimostra incontestabilmente le mie ragioni (se si ha voglia di leggere). Nell’ordine:
      – Cerchi di buttarla in rissa attribuendomi affermazioni mai fatte: ma chi ha mai detto che tiri la carretta? Mai sentito parlare di excusatio non petita? Di carrette parlane con qualcun altro e, possibilmente, rispondi sul merito, se ti va. O ne sei capace.
      – La connessione affari/politica è ovvia, tanto che la cito anche io; altro è scrivere sottotraccia che il casino fotovoltaico sardo è colpa della P3, come fai tu. Tipico di chi ha pochi argomenti e molta prosopopea. Poi devi pur ammettere che la burocrazia regionale è pessima, ma sono stato io a sollevare il problema, non tu. Che l’hai ignorato.
      – Ti sei sbagliato: non sono un politico e non ti conosco; se ti conoscessi personalmente ti direi ugualmente che capisci poco, perché ci vuole coraggio per leggere nelle mie argomentazioni che il popolo sardo è bue; è sbagliato, il problema è che dentro il popolo sardo ci sono persone come te, che non capiscono o fanno finta. Accusare gli altri di essere conservatori per non rispondere ad un’ovvietà come quella di un impatto per qualunque produzione energetica, anche la più pulita, significa semplicemente avere pochi argomenti. Anche alla luce del fatto che è proprio ciò che hai segnalato: un casino fatto sul fotovoltaico che è, se gestito bene, una risorsa. Va gestito bene, esattamente ciò che ho detto. Ma tu non dici, ad esempio, che anche il gas è una risorsa. E va gestita. Bene. Cosa facciamo a Terralba, continuiamo a far finta che 3A non abbia mai inquinato e siano i buoni, mentre le trivellazioni per il gas sono cattive… e non hanno mai inquinato? Ma rispondi, no? Che ti costa?
      – Sì la politica è peggio della burocrazia, per il semplice motivo che è stata la politica a tirala in piedi. Allora? Ho detto il contrario? Quando il PD ha amministrato ha prodotto una burocrazia migliore? I senatori che si cacciano dentro le banche sono cattivi se amici di Cappellacci e buoni se amici di Lai? Ho solo detto che fanno schifo entrambi e il motivo è che la classe politica sarda la esprimono i sardi. E i sardi, da tempo, hanno trovato comodo accettare il sistema: a destra e a sinistra (leggiti un bell’articolo di Mameli Su Sardiniapost, così lo capisci anche tu).
      – dare direzione politica alla produzione energetica: dove sarebbe la tua risposta? Il suggerimento di viaggiare? Non rispondi perché non lo sai neppure tu. Infatti rispondi a caso, indicando filiere che non sono né buone né cattive, come il fotovoltaico o l’eolico o la chimica verde (o la tanto decantata green economy). Sono tutte possibilità positive se le si sa usare (politica che produce indirizzi corretti e burocrazia che traduce in atti corretti) e se si decide che il lucro deve essere controllato e contrapposto al bene comune (politica). Temo tu abbia davvero poca lucidità di analisi. Tant’è che parlando di EON mi dai ragione: nessuna P3, una burocrazia incapace una politica assente (altro che Cappellacci!).
      – l’articolo sorvola e come, tanto è vero che, finalmente, hai affrontato temi prima ignorati. E mi dai pure ragione.
      -Tu dici “A me basta la prima. Abbiamo provato l’uomo, avanti un altro.” Bravo, perché il Master&Back l’ha fatto un altro, no? Ma scherzi? Il tappo trovato il sei gennaio per la falla creata dal PD dopo il casino Barracciu sarebbe il “nuovo”? Ti piace il vecchio dopo il vecchio? Contento tu.
      – “Dovevi invece e semplicemente dirmi quale sardo è proprietario di ingenti superfici di serre fotovoltaiche o impianti al suolo. Nessuno, e anche questo il punto.” Sbagli: il punto non è questo. E’ che gli imprenditori sardi hanno deciso di trovare altrove il modo di far quattrini: nelle commesse pubbliche. Guardati la skyline da Tuvixeddu e poi mi dici. E’ che i sardi i soldi del fotovoltaico li hanno presi, pochi, per altre vie, perché non si va gratis a Narbolia o a Porto Torres: si paga e sono soldi che sono andati a sardi. Chi è che fa finta di non capire?
      Certo, Cappellacci ha condotto la peggior amministrazione della storia della RAS. Indubitabile e banale. Infatti non lo voto. E non l’ho votato alle ultime elezioni. Personalmente, non andrò a votare perché mi sono rotto le palle di votare PD “contro” qualcuno e non per un partio che credo possa far bene. Perché mi domando se sia peggio un altro Cappellacci o questa disastrosa pseudosinistra.
      Poi mi spieghi cosa te ne fai di sapere che mi chiamo Giorgio Aresu, per mandarla in rissa?
      Marrano!
      Prova a rispondere con argomenti, invece, se vuoi e ci riesci.
      Buon lavoro.

      • antonello says:

        mi fermo e rinuncio.
        Contento comunque perchè non voterai Cappellacci. Sempre E comunque dispiaciuto quando uno abbandona ogni speranza.
        Ciao pG

      • Spiaciuto? Mai quanto me, ché non trovo un buon motivo per andare a votare.
        Un tempo si diceva: chi vive sperando…

  3. tre anni fa un produttore di film e moduli fotovoltaici mi disse: ogni volta che vengo in Sardegna provo una gran pena a vedere quelle povere pecore ammassate sotto l’ombra di qualche albero. Ma perchè non si costruiscono ripari fotovoltaici di modo che ci guadagna anche il pastore? Non era una bella idea di generazione distribuita? Non conosco la materia ma se Gregorini la conosce ho piacere se mi dice che cosa ne pensa.

    • Antonello Gregorini says:

      Quella del tuo amico mi pare una visione un po’ limitata, un po’ da bar dello sport. Diglielo la prossima volta.
      Il riparo delle pecore sotto su muddizzi secolare è sostenibile più delle tettorie solari. Le pecore spesso hanno già i rifugi artificiali e all’ombra, quando stanno così all’aperto è per altri motivi.
      Non abbiamo bisogno delle tettoie per le pecore per costruire un sistema di generazione distribuita che si collega al piccolo capitalismo. Basterebbero i tetti degli edifici esistenti o altre applicazioni ormai mature.
      L’articolo in questione affronta uno degli aspetti e neanche il più rilevante della questione energetica.
      Puoi leggere la risposta data a Punto G, se ti fa piacere.

      • Giuliana says:

        Mi permetto di inserirmi nella discussione per dire che sono d’accordo quando le pecore usano i ripari naturali per difendersi dal caldo come dal freddo, perchè, quando in un’azienda ci sono, gli animali non hanno certo bisogno di essere sollecitati ad andarci. Il problema è che spesso non ci sono e gli animali vengono tenuti al caldo e al freddo in terreni totalmente scoperti e quindi esposti a tutti i fattori climatici. E qui entriamo nello spinoso problema del benessere animale che se fosse realmente controllato porterebbe alla chiusura di un gran numero di aziende. Rispetto alla questione energetica, se fosse stata fatta una seria politica regionale, tutte le aziende agricole ed industriali sarebbero oggi autosufficienti sotto questo punto di vista e quindi nella condizione di poter alleviare i costi di produzione che non ci consentono di essere competitivi sul mercato.

  4. Ma di chi sono queste serre? e sono in funzione almeno per quanto riguarda la produzione di energia elettrica….

  5. Pur riconoscendo buona intenzione e buonafede, articoli come questo fanno cadere la braccia.
    Fuorviante e inutile.

    Fuorviante: adombra la possibilità che, se ci fosse stata una diversa amministrazione le cose sarebbero andate diversamente. E’ tutto da dimostrare.
    Gregorini lascia tra le righe il dubbio che l’errore di programmazione possa essere stato indotto dalla necessità di favorire un legame affaristico politica-imprenditoria. Cioè la P3. In realtà si è trattato di mera impreparazione sia dell’apparato burocratico regionale che dei cittadini. Ricordo bene che un impulso al fotovoltaico era richiesto un po’ da tutti, come l’eolico prima della consapevolezza che ci sono aspetti paesaggistici da tenere in conto.
    E’ la distanza tra l’innamorarsi di una soluzione e la consapevolezza che non ci sono miracoli, ma ogni azione ha lati positivi e negativi. Ogni soluzione potenzialmente positiva va comunque gestita. Il sogno della produzione energetica non impattante è una sciocchezza demagogica.
    Scrivendo come fa Gregorini si evita il problema principale: la profonda incompetenza degli apparati regionali, troppo spesso costruiti con la logica della lottizzazione e non della preparazione. Lasciando correre l’incompetenza degli organi di informazione, spesso incapaci di informare decentemente i cittadini.
    Non è un caso se Pigliaru il riassetto della burocrazia non lo nomina neppure di sghiscio.

    Inutile. Non va al nocciolo della questione: come si dà direzione politica alla produzione energetica? Perché, attualmente, una parte non piccola dell’associazionismo ambientalista sardo tende a rigettare qualunque soluzione. Infatti Gregorini cita: le trivellazioni per la ricerca del gas, quelle per la geotermia e la chimica verde. Tutto letto in chiave negativa. Manca anche il GALSI e siamo al completo. Visto che l’energia l’adoperiamo: come intendiamo produrla? (Il GALSI, tanto per dire, è esempio di un’opportunità gettata alle ortiche. E la chimica verde un altro esempio di pessimo ambientalismo che si scontra con una pessima politica.)
    Questo è un problema politico che l’articolo sorvola bellamente… e che Pigliaru non sa da che parte prendere, perché ha bisogno dei voti di chi è demagogicamente contro tutto e tutti ma anche di chi si rende conto che la questione deve essere gestita.

    E’ verissimo che Cappellacci non ha fatto nulla, ma Pigliaru, su questi problemi, e al di là di prese di posizione generiche, dice pochissimo.

    In compenso, Michela Murgia cerca di cavalcare demagogicamente la protesta del “nulla va bene”. Ottimo motivo, tra tanti altri, per non votarla.

    Infine un’osservazione. Dice Gregorini: “Chi ci guadagna e guadagnerà cospicuamente sono gli investitori fra i quali vi sono cinesi, coreani, spagnoli e indiani… di tutto un po’. Non vi sono sardi, sigh!”
    Ecco, questa è una mistificazione. Nella vicenda, non ci sono sardi poverini, colonizzati: ci sono sardi che hanno preso parte dei soldi senza comparire. Un po’ a tutti i livelli, dai permessi compiacenti alla completa mancanza di senso civico, allo spregio per la comunità. E ci sono sardi che preferiscono lucrare distruggendo il territorio in altro modo. Ad esempio costruendo sulle spiagge, aprendo cave per due lire, realizzando opere pubbliche inutili o scegliendo di mettersi dalla parte di chi ha inquinato in modo selvaggio per mezzo secolo, come la 3A, in cambio di quattro posti di lavoro mal pagati.

    Un minimo di lucidità in più non guasterebbe.

    • Si, ma anche un po’ più di buona educazione non guasterebbe. Certi giudizi che rilasci sono eccessivi, al netto delle argomentazioni che nessuno si sogna di censurare. Meno spocchia, grazie.

      • Vito, se ho offeso qualcuno me ne scuso.
        Però anche dire che ci sono giudizi eccessivi senza neppure citarli non è il massimo!
        (Se ti riferisci a inutile/fuorviante, mi pare di aver argomentato… o no?)

      • Antonello Gregorini says:

        Rispondo su, qui è troppo stretto 🙂

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