Elezioni regionali 2024 / Pensierini / Politica / Sardegna

Diario elettorale #10 Speranza Todde, attesa Truzzu, rabbia Soru

Arma di distruzione di mondo?

Caro Diario, 
mancano sette giorni alle elezioni regionali.

Tutti coloro che stanno seguendo con interesse la campagna elettorale sono sfiniti. Inconsistenza programmatica degli schieramenti, polemiche, finti sondaggi: non vediamo l’ora che quest’ultima settimana passi in fretta. Lunedì 26 si apriranno le urne e finalmente sapremo chi sarà il nuovo presidente della Regione. Comunque vada, sarà una sorpresa.

Dopo quella di oggi, ci saranno solo cinque giornate per provare a convincere gli elettori, in cui gli staff vivranno un stato d’animo oscillante: chi si percepisce in vantaggio, spera che non succeda nulla di eclatante che possa mettere a rischio il risultato; chi pensa di dover inseguire, sogna un colpo a sorpresa. Chi è molto indietro, prova a convincersi di non esserlo. 

Di sicuro, dal punto dei vista dei contenuti tutto è stato già detto e gli schieramenti a questo punto proveranno solamente a far leva sulla dimensione emotiva del voto.

Sotto questo aspetto, la visita del leader del Movimento Cinquestelle Giuseppe Conte in Sardegna è stata un successo. Ieri alla Fiera di Cagliari c’erano 1300 persone: un risultato al di sopra delle aspettative. Tra i candidati e i militanti c’è ottimismo, la sconfitta viene messa in conto però i segnali che arrivano sono anche quelli di una possibile vittoria. Ora tornerà la segretaria del Pd Schlein (andrà a Carbonia) ma per la chiusura di venerdì sul palco ci saranno solo i leader isolani dei partiti della coalizione. Dall’esterno, il sentimento che si percepisce è quello della speranza.

Paolo Truzzu continua il suo giro elettorale con una logica precisa: farsi conoscere lontano dalla città di cui è sindaco. A differenza di Christian Solinas cinque anni fa, non si sottrae sistematicamente ai confronti e davanti alle telecamere mostra un approccio moderato. La sua campagna elettorale è iniziata tardi e tra mille polemiche, e ciò da cui si deve difendere è lo spettro del voto disgiunto (dei sardisti, ma anche dei suoi nemici interni). È chiaro che anche più della Todde, Truzzu attende una mano poderosa dalla leader del suo partito. Giorgia Meloni sarà a Cagliari mercoledì: riuscirà a convincere definitivamente l’elettorato di centrodestra e soprattutto a conquistare una parte della enorme quota degli indecisi? Dall’esterno, il sentimento che si percepisce è quello dell’attesa.

Renato Soru è stato il primo ad iniziare la campagna e adesso mostra inevitabilmente segni di stanchezza. Anche lui ha detto ciò che doveva dire ma a differenza dei suoi rivali, sta iniziando a lamentarsi dei giornali e di come questa campagna elettorale viene raccontata. Contesta la copertura data alle visite di leader italiani, ma non si capisce perché non se ne dovrebbe parlare: sono notizie. Si poteva parlare d’altro? Certo, ma grazie al cielo sono i giornalisti che decidono cosa pubblicare e cosa no, non i candidati. E il programma di Soru i sardi hanno avuto modo di conoscerlo, nessuno lo ha censurato. Dall’esterno, il sentimento che si percepisce è quello della rabbia.

Detto questo, non ho mai ben capito quanto i mass media alla fine realmente determinino l’esito di un voto. Ricordo che nel 2004 Soru vinse avendo contro l’Unione Sarda e a favore la Nuova Sardegna. Nel 2009, con i due giornali schierati come cinque anni prima, invece perse. Gli elettori sono esseri pensanti e i fattori che determinano la loro scelta di voto sono molteplici. Ritenere che possano essere condizionati dalle tv o dai giornali (che peraltro oggi vendono molte meno copie rispetto a vent’anni fa) mi sembra frutto di una semplificazione propagandistica.

Infine, Lucia Chessa. L’ho sentita in tv e mi è piaciuta. Le probabilità di vittoria sono nulle ed è difficile che la sua lista superi lo sbarramento. Ma ha condotto una campagna elettorale con onestà intellettuale e coraggio. Peccato sapere che non entrerà in consiglio regionale.

Tags: , , , , , , , , ,

11 Comments

  1. Andrea says:

    Buongiorno, sono d’accordo con lei Vito, anche a me e’ piaciuta la Chessa, purtroppo la sua rimarra’ una testimonianza. Quanto al resto, resto convinto che vincera’ Truzzu, piazze piene e urne vuote. Sara’ cosi. Di sicuro le urne saranno vuote, intorno al 50%, spero di sbagliarmi
    Buon voto a tutti

  2. nostradamus says:

    Quali effetti si profilerebbero sulla Sardegna e i Sardi se vincessero Soru, Todde e Truzzu (in rigoroso ordine alfabetico, naturalmente)?

    Soru, dopo aver partecipato al “campo largo”, ne è uscito quando ha capito che non sarebbe stato (ri)candidato in quanto ha un processo a suo carico. Mosso da non buone intenzioni vendicative, ha deciso di schierarsi addirittura contro la figlia candidata con la Todde. Quindi ha raccolto liste molto diverse tra loro che, in caso di vittoria, litigherebbero il giorno dopo. Neanche Renato, del quale i sardi conoscono già limiti e doti, riuscirebbe a far andare d’accordo Liberu con Azione o Rifondazione comunista con Progetto Sardegna;

    Todde, è stata scelta a livello locale dal tavolo del “campo largo”, dopo un preaccordo nazionale tra PD e M5S che sperimentano l’unione delle opposizioni al governo nazionale della Meloni, nel tentativo di arginare le politiche infauste che i suoi parenti e amici stanno adottando contro il Sud, contro la Costituzione, contro i lavoratori, contro la Giustizia, contro l’Ambiente, contro i diritti… Hanno quindi deciso di proporre in Abruzzo un candidato del PD, in Sardegna del M5S. Il tavolo ha poi optato per il nome della Todde. Sarebbe la prima volta di una donna Presidente della Giunta. L’ampia coalizione guidata dalla vicepresidente M5S, già sottosegretaria e viceministro, si à amalgamata in questi lunghi mesi e ha un programma abbastanza articolato che cerca di resistere alle politiche nazionali. In caso di vittoria, non ci sarebbero litigi all’interno ma forse solo contro il governo nazionale;

    Truzzu, nominato dalla Meloni, in contrapposizione a Solinas, voluto da Salvini (“squadra che vince non si cambia”) è al terz’ultimo posto in classifica nazionale come sindaco di Cagliari. Se la Sardegna non ha votato come presidente della Regione Massimo Zedda (amato e rieletto) sindaco di Cagliari, perché dovrebbe votare un sindaco (meno amato) che se si ripresentasse ai cagliaritani a giugno sarebbe sonoramente bocciato? Inoltre, se eletto, non garantirebbe la minima autonomia rispetto alla Meloni. Dopo le elezioni europee è molto probabile una crisi di governo dovuta al risultato. Se Forza Italia e Lega otterranno un risultato miserabile, come previsto, annunceranno una crisi di governo; altrimenti sarà la stessa Meloni che cercherà di andare da sola al governo con nuove elezioni, senza aspettare il premierato, perché (di Salvini ne ha piene le tasche) e Forza Italia e Lega sono ormai contendibili… ci sarebbero ripercussioni anche in Sardegna…

  3. Marius says:

    Ormai con questa successione di sondaggi, totalmente inventati, di fonte incerta o di metodologia discutibile, ora a quanto pare diffusi da certi siti nazionali in sospetta violazione delle regole, non se ne capisce più nulla.
    Sembra comunque evidente che vincerà Truzzu. Sarà fortemente penalizzato dal voto disgiunto, specialmente a favore di Soru, ma non abbastanza da perdere la partita. Anche Solinas nel 2019 ha avuto circa 5 punti in meno delle sue liste (Zedda circa 3 punti in più, il candidato 5 stelle Desogus, pur poco conosciuto, circa 1,5 punti in più) ma il centrodestra ha comunque tenuto.
    La Todde potrà forse avvicinarsi più di Zedda nel 2019, ma non abbastanza per prevalere.
    Soru poteva fare di più, ma le sue intenzioni di formare una coalizione “terza” sono rimaste incompiute, specialmente perché, lasciando condurre il gioco alle facili accuse del cosiddetto campo largo di fare il gioco della destra, ha finito per schiacciarsi su temi di sinistra fucsia (soprattutto in tema di immigrazione e di diritti LGBTQ+) che non sono propriamente attrattivi per gli elettori moderati e di destra in libera uscita.
    E poi, Soru ha Maninchedda, che a ogni nuovo post fa perdere qualche centinaio, se non qualche migliaia, di voti alla coalizione, che con encomiabile tafazzismo enfatizza le differenze interne, specie sui temi internazionali pur sapendo che queste sono il tallone d’Achille della coalizione.

  4. Luca Carta Exana says:

    Vito, quando scrivi ”chi si percepisce in vantaggio, spera che non succeda nulla di eclatante” a cosa alludi? A parte una tragedia, di cui noi Sardi certo non necessitiamo -basta e avanza il livello infimo della nostra democrazia e libertà-, davvero non si vede cosa potrebbe stravolgere l’esito finale. Sarebbe ora di vederci per quel che siamo: immersi in una colonia televisivo-mediatica, letteralmente dominati a distanza, impegnati in un gioco -con regole decise da altri- che ci vede perdenti in partenza. Per quanto ancora siamo disposti a sopportarlo? Quando matureremo? Vedi, una cosa è sopravvalutare questo discorso (a mio avviso, cruciale); altro, fingere che il problema non esista. No, dal 26F bisognerebbe reagire: contro una legge elettorale vergognosa; contro l’occupazione militare di territori e mari sardi; contro una Sardinnia serva energetica di qualche altro Paese; per promuovere la nascita di un nuovo gruppo editoriale, capace di interessare i Sardi su ciò che ci riguardi direttamente. Preferisco dunque fare ”propaganda”, piuttosto che vederci continuamente presi per il culo.

  5. Franvo Meloni says:

    Il tavolo di negoziazione della coalizione di centro sinistra è stato faticoso, con alcune defezioni di giovani formazioni che, considerato il rientro dei progressisti, si sono rivelate del tutto ininfluenti (visto anche la fine che hanno fatto uscendo dalla coalizione di centro sinistra per entrare in quella di Soru, con meno consensi, si dice, della lista Azione+Europa). Tuttavia il tavolo ha retto producendo un programma e una candidata, Alessandra Todde, che mano a mano e’ cresciuta nei consensi, oltre l’ambito della coalizione. Tra le dieci liste che formano la coalizione, oltre al Pd, e al M5S, forze maggioritarie insieme con i Progressisti, altre formazioni della sinistra tradizionale (PSI e altre) che si pongono a sinistra del Pd e del M5S (Verdi e Sinistra) o che si muovono per riproporre l’impegno dei Cattolici in Politica (Demos). Tutte queste forze vogliono impegnarsi con Alesssndra Todde, dentro e fuori dal Palazzo, nei cinque anni di suo governo , o, al l’opposizione. In tempi di profondi cambiamenti in atto queste forze hanno trovato nuove motivazioni all’impegno per dare nuova dignità alla Politica. Hanno trovato in Alessandra Todde ascolto, disponibilità, voglia di innovazione, rispetto. Insomma le condizioni per vincere insieme. Vedremo
    cosa ci consegneranno le urne il 26 febbraio

  6. Sergio71 says:

    La rabbia ed il nervosismo aumentano die pro die in Soru e nei suoi spin off perché si accorgono che la Todde non è fuorigioco.
    Loro, presunti e presuntuosi centro-sardisti, hanno il solo obbiettivo che perda la Todde.
    Per il resto ci si aggiusta.

    • Pigmalione says:

      Ne riparliamo il 26, di quanti punti di distacco avrà la Todde. Per dichiararla non fuorigioco, non basterebbero neanche gli arbitri di calciopoli.

      • Amadeo says:

        Guardo gli asini
        Che volano nel ciel
        Ma le papere
        Sulle nuvole si divertono
        A fare i cigni nel ruscel.
        “Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte e le bugie che hanno il naso lungo”
        Carlo Lorenzini.
        Vedremo il 26.

  7. Gregorio Catalano says:

    Strafalcioni della Todde? Ma avete visto che cosa dicono gli altri candidati? C’è chi vuole dare per morto il campo largo, al quale io continuo a credere, al di là delle schermaglie di un voto proporzionale. Non vivo in Sardegna e non sono sardo ma ho a cuore questa regione e la sua storia piena di cultura e di grandi politici.Non buttiamo a mare una prospettiva di sinistra. Il campo largo Pd-Cnque. Stelle in Sardegna c’è. Quindi niente snobismi e andate a votare.

  8. Pigmalione says:

    Speranza Todde è il messaggio che vogliono mandare, non la sua credibilità.
    La Fiera era piena anche nel 2019 per Zedda e anche nel 2019, a una settimana dal voto, dicevano che c’era fiducia e che erano testa a testa, è finita con 15 punti di distacco.
    Il gioco ormai lo conosciamo e crederci ancora sarebbe un torto all’intelligenza di tutti.
    La coazione a ripetere di una propaganda elettorale della guerra tra mondi, non così contrapposti visto che tre liste che sostennero Solinas ora sono con la Todde, e della speranza di vincere, dice tutto sulla pochezza di una campagna elettorale sostenuta da una coalizione alla frutta, sfiancata dal fallimento del tavolo che ha reso stretto il campo una volta largo, e una candidata poco preparata, di cui si è vantato il curriculum ma che ha detto una serie di strafalcioni da bocciatura.
    Soru può vincere? E’ difficile. Non vedo quell’ondata di mobilitazione trasversale che sarebbe necessaria per sconvolgere i pronostici. Ma se c’è un avversario che ha la possibilità di sconfiggere l’armata Truzzu è lui e non la Todde.
    Vedremo il 26 Febbraio.

    • Gregorio Catalano says:

      Caro Pigmalione, non ho il piacere di conoscerla ma il suo soprannome dovrebbe essere di guida per gli altri. Mi dispiace vederla dedicare tutti i suoi interventi alla demolizione di qualsiasi prospettiva politica che riguardi PD e Cinque Stelle. Lei è per Soru, per il quale non vota neanche la figlia. Legittimo, ma come Pigmalione più che una guida mi sembra che lei sia diventato uno scudiero della destra
      ps: non sopporto i soprannomi, preferisco nome e cognome

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.