Cagliari / Sardegna

Gigi Riva tra paradosso ed eresia. E il viaggio dell’eroe non è ancora finito

Cagliari, 24 gennaio 2024

E adesso che anche l’ultima sera con te è passata, dopo ti abbiamo urlato e sussurrato “Grazie Gigi”, che ci siamo commossi (ma commossi veramente) alle parole di tuo figlio Nicola; dopo che davanti alla Basilica di Bonaria ti abbiamo atteso, stretti gli uni agli altri, in migliaia, in un silenzio mai udito prima, mentre la meravigliosa luce del tramonto cagliaritano (in tuo onore, il più bello di sempre) consolava con dolcezza i nostri cuori, e il cielo azzurro e il mare del Golfo degli Angeli splendevano di una bellezza che era la tua e la nostra assieme, con le bandiere al vento, e i cori e i colori che amiamo che provavano a darci forza; adesso sì, dopo una cerimonia così affollata e intima allo stesso tempo, adesso possiamo finalmente chiederci perché tu, Gigi Riva, sei stato così importante per tutti noi.

I gol non bastano, lo scudetto neppure, la Nazionale neanche, e nemmeno il tuo carattere così schivo, simile al nostro. C’è qualcosa di più che dobbiamo dirci, prima che di te rischi di rimanere un racconto stereotipato, troppo emotivo e poco ragionato.

Ecco, proviamo a ragionare, allora. Ma con la dolcezza nel cuore.

Mentre noi scappavamo dall’isola, piegati dalla fame e dalla violenza di una società che fu giusto definire “del malessere”, ed essere sardi era uno stigma, tu facevi il percorso inverso e dal nord arrivavi in questo scoglio dove generalmente si veniva mandati per punizione. Ma prima che ti fosse dato il tempo di scappare, i nostri sguardi si incrociarono. Ci guardammo, ci riconoscemmo: tu povero e solo, esattamente come noi, da sempre afflitti dalla sindrome dell’abbandono. Restare fu un’eresia. Che salvò la vita a te e a noi. 

E dire che allora eri solo un giovane di belle speranze e nessuno poteva immaginare l’inimmaginabile: ovvero che saresti diventato un giocatore di livello mondiale e che una piccola società sportiva sarebbe stata trasformata nello strumento propagandistico di una colossale operazione industriale che avrebbe stravolto la Sardegna.

Con la complicità di un’informazione quasi tutta corrotta, calcio e petrolio andarono a braccetto in quegli anni. Dopo la vittoria dello scudetto (altra eresia fuori da ogni logica, perfino quella dei padroni), tuo malgrado potevi diventare il simbolo di un modello di sviluppo devastante. Così non fu, anzi: sei diventato l’eroe popolare di un’altra Sardegna: più autentica, meno ipocrita, più umana. Forse senza neanche accorgertene, ti eri ribellato a quel Dio Petrolio che ti voleva tutto per sé. Invece lo hai lasciato e hai scelto di stare dalla parte della gente comune. Chi lo avrebbe mai fatto al posto tuo?

Dopo l’eresia, dunque il paradosso: la classe industriale italiana ti voleva quale suo simbolo, e invece sei rimasto nell’isola, diventando il difensore di una Sardegna che provava a resistere alle lusinghe del potere, dei soldi, dell’ipocrisia. In tanti ieri ti abbiamo salutato, ma non certo per l’ultima volta. Perché, caro Gigi, tu resterai ancora a lungo tra noi. Il viaggio dell’eroe non è ancora finito.

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24 Comments

  1. Sabina says:

    Grazie! Poetico, profondo e di grande verità. Hai dato parole al sentire del mio cuore.

  2. Paola Tedde says:

    Grazie Vito per la tua penna tanto puntuale e precisa quanto calda e accogliente. C’ero anche io e come te, ho accolto con gratitudine e stupore la densità e la profondità dei silenzi che abbiamo saputo dedicargli. Nei silenzi rimbombava la sua grandezza all’infinito.

  3. Zio Zack says:

    Grazie Vito.
    Ricordo con emozione il sottoscritto dodicenne fare capolino dalla capote della Bianchina fumo di Londra di mio padre nel carosello di auto in piazza Yenne. Eravamo tutti impazziti di gioia e stupore per l’impossibile che diveniva realtà.
    Ecco, sarebbe fantastico cancellare due vicerè e rinominare largo e piazza con un monumento all’eroe imperituro Giggirriva, mito per sempre.
    Hasta siempre
    Zio Zack

  4. Grazie Vito per queste parole così semplici e insieme profonde

  5. Supredidenti says:

    Bravo vito, sono il ventesimo e mi fa piacere che chi ti apprezza sia un pubblico numeroso. Forza Cagliari.

  6. Lo Garitmo says:

    Grazi Vito, tutti noi nati nei primi sessanta ( tu sei più piccolino) ricordiamo Gigi sospesi tra mito e realtà e ancora non riusciamo a capire quale fosse l’uno e quale fosse l’altra.
    Ed è bello così.

  7. Sergio says:

    Molto bene Vito.
    Grazie!
    Nel tuo breve articolo riconosco le poche parole utili per dire di Gigi Riva quello che avrebbe, forse, desiderato come suo lascito: umiltà, lealtà, onestà, rettitudine!
    Per continuare il viaggio dell’eroe ciascuno di noi deve farsi interprete di questi valori ed essere degno e fiero di testimoniarlo… anche se in minoranza, anche se tanti ti rideranno in faccia!
    Così il viaggio di Gigi Riva potrà proseguire e chissà dove potrà portarci…forse da nessuna parte ma sarà comunque bello percorrerlo, anche in solitudine, come Gigi Riva!

  8. Susanna says:

    Grazie Vito, posso solo aggiungere che tutto ciò che porta il suo nome (dalla famiglia …alla scuola calcio….)è coerente con la sua impostazione di vita…. serietà, sobrietà, sincerità, caparbietà e generosità.
    E poi, per la mia generazione….bello come un dio.
    Buon viaggio Rombo di Tuono

  9. Luca Carta Exana says:

    Accolgo l’invito a provar a ragionare, con la tristezza nel cuore: a me pare che, dopo oltre 50(cinquanta) anni e più, il modello autodistruttivo sia cambiato per niente, si sia anzi incancrenito: continuiamo a scappare; la Saras sta sempre lì, a inquinare impunemente; l’occupazione militare dei nostri territori e mari è asfissiante, apparentemente senza fine; ci vediamo poveri e abbandonati, mentre viviamo in un’Isola colpevolmente impoverita ma ricca di tante risorse materiali e no; ci vergogniamo della nostra lingua nativa, permettendo che lo Stato italiano ci domini intimamente, nel profondo, in lungo e in largo: militarmente, mediaticamente, politicamente e giuridicamente; riduciamo il nostro Parlamento a qualcosa di “regionale”, facendone uno stipendificio nell’esclusiva disponibilità di un servile blocco al pseudo-potere, prono ai desiderata delle segreterie dei partiti italiani; il Cagliari Calcio (incapace di scrivere un banale “ForTza Casteddu” correttamente) ha in rosa giocatori sardi di peso che si contano sulle dita di una mano, ed è di proprietà di un imprenditore invischiato in un brutto affare di inquinamento ambientale (dice che non sapesse cosa combinassero i suoi, gli crediamo no?); il tasso di dispersione scolastica fa paura; canali tv e radio “sarde” non hanno la benché minima centralità nel dibattito; abbiamo svenduto la regione della Gaddura al magnate o tiranno di turno, creando un porto sicuro per le mafie importate, alimentando future mire separatiste e anti-sarde quel giorno che inevitabilmente arriverà; lasciamo che si esportino involucri per bombe che feriranno o peggio uccideranno donne, bimbi, innocenti civili – come in Yemen; stiamo svuotando i nostri paesi, consentendo un assalto contro il nostro paesaggio e patrimonio storico-archeologico; non la finiamo di regalare al Sistema italiano – già forte di suo – qualche “utile idiota” spesso dotatissimo, in ogni ambito, non ultimo quello propagandistico-sportivo. Mille altre cose da aggiungere. Mi fermo qua, è meglio. Ciao, Gigi Riva, gratzias pro totu su ki as fatu pro sa Sardinnia.
    P.S. Belle parole, Vito (ma “scoglio” non te la passo).

  10. Zonza Massimiliano says:

    Poche parole ma davvero dense. Grazie…

  11. Stefano Bortolotti Carta says:

    non amo i funerali,
    ma quel silenzio mai udito prima é stato tutto per lui
    se lo é meritato davvero
    Ciao Gigi Riva

  12. Faustu says:

    Complimenti caro Vito, grazie!

  13. Bravo Vito.Hai saputo dare una lettura anche ” politica ” della vicenda umana di Gigi Riva.Ma di lui, che di certo non era consapevole delle lotte di potere che si svolgevano nell’ ombra, preferisco esaltare la figura di una persona integerrima e senza prezzo.In un mondo dove quasi tutti hanno la targhetta col codice a barre appeso..E non ha caso ha vissuto con sobrieta’ ma sempre con estrema dignita’ l ‘ ultima fase della sua vita.

  14. Michele Podda says:

    Bravu Vito, b’at a esser puru ite azungher ma su meda, SU PRUS DE IMPORTU, ja che l’as postut totu.

  15. Gregorio Catalano says:

    Caro Vito, grazie per il tuo ricordo. Anch’io ne ho uno di cinquant’anni fa, quando ero un apprendista stregone un po’ imbranato di Paese Sera. Appena ventenne, fui spedito da Mimmo De Grandis, il mio capo che aveva giocato nel Rieti di Scopigno, a intervistare il ventiseienne Riva all’hotel Savoy, dove il Cagliari scendeva tutte le volte che giocava all’Olimpico. Ero timido, impacciato e lui se ne accorse subito. Gli davo del lei, lui mi chiese di passare al tu, diventò confidenziale, perfettamente immedesimato nel mio disagio.Tra un sigaretta e l’altra, venne fuori una bella intervista (almeno dal mio punto di vista). Mi salutò con una pacca sulla spalla, come un vecchio amico. Era l’anno dello scudetto, che sentii anche un po’ mio. Aggiungo solo che il Cagliari vinse lo scudetto e che nel frattempo, grazie al mio capo, avevo conosciuto Scopigno, un intellettuale costretto a barcamenarsi in un mondo pieno di contraddizioni e calcoli esclusivamente economici. Insomma, Scopigno e Riva per me ventenne sono stati due grandi esempi di vita, dignità e soprattutto coprenza. Gregorio Catalano

  16. enrico says:

    Bello sarebbe che Lo si prendesse a modello quest’uomo, che ha saputo incarnare valori che in tanti vantano come intrinseci nel popolo isolano.
    Lui nei fatti, loro nelle chiacchiere.

  17. Pietro Porcella says:

    A Gigi Riva,
    l’uomo,
    il campione,
    il sardo.
    Comitato “ Una statua per Gigi Riva”

    • Bravo Vito, acuta e precisa descrizione di in periodo che è stato l’inizio della fine per un popolo che avrebbe vissuto agiatamente di agricoltura, pastorizia, turismo e di tutte le attività collegate.
      Grazie

  18. mommotti says:

    purtroppo con lui se ne va uno degli ultimi giocatori ma soprattutto UOMINI con la schiena dritta e quando il feretro è uscito dalla basilica e gli sconvolts hanno iniziato a cantare il cuore si è rotto e nessuno è riuscito a trattenere le lacrime…

  19. Immenso Vito, aspettavo la tua poesia ed è arrivata. Adesso la stampo e la conserverò per rileggerla ogni tanto.

  20. Paolo Cabras Terranova says:

    il viaggio dell’eroe dura in eterno, e GIGI è , e rimarrà, un EROE.

  21. Maria Ignazia Massa says:

    Grazie, Gigi Riva

  22. Bravo Vito

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