Elezioni regionali 2024 / Pensierini / Politica / Sardegna

Diario elettorale #5 Tre motivi per cui Todde può perdere le elezioni (e Soru non c’entra nulla)

Alessandra Todde a Oristano

Caro Diario, 
mancano 42 giorni alle elezioni regionali. 

Il centrodestra è ancora in una situazione di incredibile incertezza. I sardisti stanno provando a capitalizzare il passo indietro imposto al presidente Solinas, mercanteggiando un seggio europeo per il loro leader (ma non si capisce bene chi dovrebbe regalarglielo, se la Lega o Fratelli d’Italia) e chiedendo di avere gli stessi assessorati che hanno oggi (trasporti, sanità e turismo) nella futura giunta Truzzu. Nel frattempo, non disdegnano di far filtrare attraverso la stampa la possibilità di lasciare il centrodestra, ma non per andare da soli bensì per unirsi alla Coalizione Sarda di Renato Soru

Quando qualche settimana fa questa ipotesi iniziò a circolare, immediata si alzò la canea dei fan del sanlurese contro la stampa, accusata di far circolare notizie false. Ora però c’è un però: a vedere di buon occhio l’ingresso dei sardisti nella Coalizione Sarda è nientemeno che Paolo Maninchedda, uno dei più agguerriti sostenitori della candidatura di Soru, che più volte dal suo blog ha addirittura teorizzato la bontà dell’arrivo dei sardisti nello schieramento soriano. 

Come andrà a finire? Nessuno lo sa. Resta il fatto però che solo la disponibilità ad accogliere il partito del presidente Solinas la dice lunga sia sulla debolezza della Coalizione di Soru (che ha bisogno di una urgente trasfusione di voti da destra per poter sperare di superare lo sbarramento delle liste al dieci per cento), sia sulla sua spregiudicatezza. Ma è chiaro che avendo come principale obiettivo di far perdere in tutti i modi il centrosinistra guidato da Alessandra Todde, ogni strumento viene ritenuto valido, perfino imbarcare gli impresentabili sardisti.

Tuttavia, non mi voglio unire al coro di chi pensa che se il centrosinistra perderà le elezioni del 25 febbraio, la responsabilità sarà di Renato Soru. No, non lo penso. E provo a spiegare il perché.

Sono tre i motivi per i quali Alessandra Todde può uscire sconfitta, anche contro il centrodestra più tormentato di sempre e reduce da una esperienza di governo alla Regione a dir poco fallimentare, e benché la sua candidatura stia trovando molti più consensi di quelli che gli venivano accreditati in partenza. Perché, bisogna dirlo, Alessandra Todde all’elettorato di centrosinistra sta piacendo.

Tuttavia, il primo motivo che potrebbe determinare una sconfitta sta nel fatto che parte dell’elettorato del centrosinistra continua a vedere come innaturale l’alleanza tra il Pd e i Cinquestelle. Troppo forte è stata, fino a poco tempo fa, la contrapposizione frontale tra i due partiti, e poco importa che solo intorno a questo asse oggi possa nascere in Italia una alleanza contro il governo di centrodestra. Gli elettori non dimenticano le offese reciproche e io stesso continuo a incontrare sinceri democratici che per questo motivo mi dicono “No, mi dispiace: io una grillina non la voto”. 

Non solo: le risibili motivazioni addotte a suo tempo dal referente regionale Ettore Licheri contro le primarie hanno consolidato nell’elettorato democratico (e più in generale, nell’opinione pubblica) l’idea che la candidatura di Alessandra Todde sia stata veramente imposta da Roma (quando in realtà, tutto il tavolo del centrosinistra aveva deciso di non affidarsi ad una decisione dal basso). Un grave errore di comunicazione politica, che rischia di pesare sul voto di febbraio.

Ecco perché, per questo e per i motivi già elencati, il rischio che l’alleanza Pd-Cinquestelle provochi una crisi di rigetto tra l’elettorato del centrosinistra è molto alta.

Ed è proprio dentro questo malcontento che si inserisce la candidatura di Renato Soru. L’ex presidente prova a cavalcarlo (tutta la sua campagna si basa sulla contrarietà all’alleanza Pd-Cinquestelle, ritenuti due partiti dalla cultura politica e dalle posizioni inconciliabili) ma, ripeto, questo malcontento ci sarebbe stato anche senza la candidatura dell’ex presidente della Regione. Ecco perché non ritengo Soru un fattore decisivo in una eventuale sconfitta del centrosinistra. Tanto più che quando il tavolo ha ufficializzato la candidatura di Alessandra Todde, quella di Soru era in campo da tempo, segno che la deputata del Movimento credeva di poter vincere anche con un concorrente che si rivolgeva al suo stesso elettorato.

A condannare il centrosinistra alla sconfitta potrebbe essere invece un risultato deludente della lista del Movimento Cinquestelle. Alle amministrative i grillini sono sempre andati ovunque molto male. Stavolta possono contare sul traino della candidata alla presidenza ma non si può ignorare il fatto che il partito (chiamiamolo per quello che è) nell’isola è molto fragile, non è radicato nella società, ha una rete di amministratori locali esigua, nelle maggiori città di fatto non esiste (e dove esiste, è in subbuglio: vedi Sassari) e quando si è presentato insieme al Pd (come ad Assemini) ha subito una bruciante sconfitta, peraltro per mano di un grillino della prima ora come Mario Puddu. Nonostante queste evidenti fragilità, il Movimento ha però voluto a tutti i costi esprimere la candidata alla presidenza. Ma i conti si fanno facilmente: il 25 febbraio bisognerà che la lista si collochi tra i quindici e il venti per cento per dare alla sua candidata una minima chance di vittoria.

Ma c’è anche un terzo motivo che potrebbe condannare il centrosinistra alla sconfitta, e sta tutto nell’inadeguatezza del suo programma elettorale. Non basta dire che il centrodestra ha governato male, questo lo vedono tutti. Servono invece idee e progetti in grado di dare subito una svolta. Su dei centrali come la sanità, i trasporti e l’energia, i messaggi legati al programma che stanno arrivando invece sono pochi e talvolta contraddittori o ambigui. Forse per colpa anche del momento convulso che costringe ancora l’opinione pubblica a occuparsi più della composizione dei tre schieramenti che non delle proposte concrete per il governo dell’isola.

Ma il tempo stringe e gli elettori si convincono con la concretezza e non solo con gli slogan. Da parte della candidata (così come da parte di Soru, a dire il vero; che però è in campo per far perdere, non per governare la Sardegna) arrivano buone intenzioni, visioni, volontà di coinvolgimento, condivisione. Ma tutto questo non potrebbe bastare per battere una destra che solo formalmente candiderà Paolo Truzzu. Perché a chiedere il voto ai sardi non sarà il sindaco di Cagliari ma direttamente la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. E basta vedere i manifesti elettorali per rendersi conto che sarà così.

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29 Comments

  1. Marco Lillus says:

    C’è qualcuno che pensa seriamente che queste liste https://www.movimento5stelle.eu/elezioni-regionali-sardegna-e-abruzzo-2024-votazione-lista-di-candidati/ possano collocarsi tra il 15 e il 20%? Ricordo che nel 2019, picco massimo del movimento, alle regionali in sardegna non arrivarono al 10.

  2. Pasquale Alfano says:

    Penso che la scelta di Todde non sia una sciagura ma rappresenta una buona opportunità di costruire una buona alternativa alla destra nostrana proprio a seguito di una gestione programmatica i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. A questo punto non è più il caso di continuare in una disputa tra sostenitori di Soru e sostenitori del campo largo. Tutto questo è ormai alle spalle. Bisogna concentrarsi su ciò che dev’essere presentato all’elettorato e chiedere il voto su punti programmatici imprescindibili per un cambiamento di metodo e di sostanza. Se la candidata Todde aprirà questa strada con convinzione e coraggio sarà possibile battercela con gli avversari. Le risorse umane ci sono ed i candidati dello schieramento devono lavorare in sintonia con la Todde per parlare di programmi e di politica rivolta a chi si trova in difficoltà e si aspetta un atteggiamento di grande comprensione della drammatica situazione in cui versa la Sardegna. Io sono un elettore di sinistra e, al momento, non ho nessuna appartenenza a partiti politici del campo largo. Il mio voto sarà indirizzato al perseguimento di questo obiettivo e credo che la candidata Presidente sarà in grado di affrontare questa competizione con coraggio e passione.

  3. MARCO CASU says:

    Guardi Amadeo scrivo solo quando leggo commenti di interesse. Quello di Verona è uno di questi.
    Poi, non apprezzo i giochi e soprattutto quello del lancio dei dadi e dunque scrivo solo quando è necessario.

    Visto che trova “confuso” ciò che scrivo mi indichi cosa non ha compreso e cercherò volentieri di spiegarlo con la obbligata gentilezza.

    Concludo ma non vorrei recare fastidio di lode a Biolchini: visto che ho scritto di “interesse” quello che provo per il suo blog È altissimo. Leggo lui e seguo Giannulli.
    Buona giornata Amadeo

  4. giuseppe verona says:

    Il pianeta della sinistra ha tanti satelliti. Ma è indispensabile riunirli in previsione del 25 febbraio . Solo vincendo le elezioni i diversi programmi potranno essere discussi e portati avanti in Consiglio Regionale, nell’interesse dei Sardi. Dalla sanità, alla scuola, alla continuità territoriale, all’ambiente, solo per citare i più urgenti, lasciati alla deriva dalla attuale maggioranza. Per favore, l’avversario è l’attuale destra inconcludente, non i diversi aspetti di interpretare il concetto di sinistra. Nonostante gli errori compiuti nella scelta imposta del prossimo Presidente della Regione, alla quale auguro di vincere per portare a sintesi operativa il meglio dei programmi del ” Campo largo” che mi auguro abbia la maturità politica di ricomporsi. Grazie Giuseppe Verona

    • MARCO CASU says:

      Verona il suo è un discorso formalmente impeccabile ma con il difetto di offrire una rappresentazione slegata completamente dalla realtà storica dei fatti.
      Tutto nel percorso ha un peso e, a partire dall’agire della candidata che lei vorrebbe UNITARIA , vi si coglie un vissuto che non è proprio di sinistra.
      Aggiungo poi che la stessa ultima performance del coordinatore del suo partito, aggiungono ulteriori elementi, piuttosto imbarazzanti:

      Non è la frase, in se, “Soru è il migliore alleato della Sinistra” ma il suo ABITO di esternazione: Ci sono dei media, e io parlo al mio popolo.
      “Tutti addosso , via!!”

      Visto Verona?! Al di là delle rappresentazioni, al di là di ogni nostro concettuale su cosa è sinistra e cosa non lo è, come il suo discorso capitola?!

      • Marco Casu says:

        Lapsus : Destra non sinistra

      • Amadeo says:

        Ma lei è sempre così confuso? Non si capisce dove voglia andare a parare. Stabilire qual’ è la verità vera? Chi è più puro? Chi è più coerente?
        La realtà è però estremamente complicata. Per tentare di capirla servono strumenti complicati. Anche di linguaggio.
        Per dare a chi ci ascolta la possibilità di capire , visto che non può entrare nella nostra testa.

  5. Supresidenti says:

    Leggo ora che il teatrino del consigliere regionale che ti evita le firme per le liste è ancora in voga. Mi ricorda quando io portavo gli studenti uno ad uno alla segreteria studenti mentre cielle le raccoglieva a lezione e se le faceva autenticare. A bellu puntu..

  6. Alessandro says:

    Ah non perde perchè alle sue convention, che sembrano più un’ospitata di Dimartedì con applausi finti ogni 12 secondi, ci sono Pino e gli Anticorpi, i Tenores di Neoneli e i relatori sono gente come l’AD continentale di Conad che dice “sardossono” convinto di imbonire i sardi e dire che il problema principale della Sardegna sono i discount e l’apertura di un Eurospin a Elmas???

  7. Il Medievista says:

    Perché l’obiettivo di Soru è far perdere il centrosinistra? Se ne capisco la ragione, forse capisco tutto il resto del ragionamento

    • L’ho già spiegato in altri post, riferendomi al profilo psicologico del candidato, al suo percorso politico degli ultimi anni. E’ in campo solo per far perdere. Poi se dopo la sconfitta costruirà qualcosa, dirò: “Mi sono sbagliato”.

      • Il Medievista says:

        Ok Vito, però non riesco a vedere questa lettura psicologica. Ovviamente fra qualche settimana potremo tirar le somme di questo gran casino, ma ora come ora sono piuttosto disorientato

  8. MARCO CASU says:

    Mah vorrei aggiungere un elemento esterno ,di questi giorni, che potrebbe essere letto come un “indizio di risultato elettorale”. Gentiloni. Ne scrive Repubblica in cui adombra una sua non partecipazione alle elezioni Europee.
    Metto la notizia in relazione invece alla candidatura Schlein (che non vedo come sfida alla Meloni – tutte le cartucce della competizione le ha già esaurite) e alla preoccupazione del 5 stelle sulla possibilità di chiusura della stagione “campo largo”.
    Schlein è sinonimo infatti solo di “campo largo” e certe notizie , così en passant, potrebbero preludere l’arrivo di una “tempesta”.

    Arrivo al punto con una domanda che mi rivolgo e metto sul tappeto: e se il Partito Democratico disponesse di dati non incoraggianti sui risultati elettorali della Alleanza in Sardegna e si preparasse ad un “Redde Rationem”?

    Il partito democratico pur nei suoi difetti ha sempre avuto e ha, questa capacità di lettura dei possibili scenari futuri.

  9. angelo says:

    non riesco a comprendere l’asserzione per cui Soru si sarebbe candidato per far perdere il centrosinistra.
    per quale motivo?
    si può seriamente pensare che la molla sia lo stolido orgoglio personale?
    a me pare che Soru abbia una visione di Sardegna e un progetto condivisibile in quanto, quello sì, orgogliosamente sardo

  10. Marius says:

    La Todde non prenderà molti più voti di Zedda nel 2014. Il PD a guida Schlein repelle i moderati, che, nella misura in cui non si asterranno, resteranno tutti col centrodestra o andranno in parte con Soru, che, a mio avviso, supererà tranquillamente la soglia di coalizione del dieci per cento. Tutte le sinistre si dovranno spartire un monte-voti tutto sommato non così cospicuo, considerato che i progressisti, con le loro giravolte, qualche elettore per strada lo lasceranno. L’effetto trascinamento della candidatura presidenziale della Todde? Praticamente nullo, perché è poco conosciuta. Purtroppo, grazie al genio del duo Comandini-Licheri e di chi li copre a Roma, la performance del centrodestra, per quanto squassato dall’esperienza Solinas, sarà sempre leggermente maggiore di quella del centrosinistra. A meno che un certo flusso elettorale verso Soru di provenienza centrodestra, non di partiti scappati di casa come il PSdAZ salvinizzato di Solinas, ma di elettori, non determini dinamiche importanti di altro segno. Non necessariamente, però, a favore della squassata compagine del “campo largo”.

  11. Pigmalione says:

    Avete notato anche voi che Truzzu non nomina Soru? Anche nelle ultime dichiarazioni sulla Zedda, ha detto che così farebbe un favore alla coalizione rosso-gialla. E secondo voi è un caso? Così come la Meloni spera, non le sembra vero, di identificare nella Schlain l’avversaria, invitandola ad un confronto televisivo che sancirebbe la conventio ad excludendum ai danni degli altri, anche in Sardegna la destra sta cercando di ritagliarsi su misura l’avversario mediatico. Sanno che con la coalizione della Todde hanno gioco facile.
    Sanno che, con un tasso di partecipazione che non arriverà al 50%, la partita si gioca non sui già assoldati nella battaglia, ma sugli indecisi e sugli sfiduciati, che forse voteranno, più probabilmente no, ma non hanno ancora deciso. E sanno dai sondaggi che si sono fatti commissionare, che in questa categoria di elettori, che è maggioritaria, il consenso quasi plebiscitario è per Soru e poco altro si spartirebbe tra centrodestra e centrosinistra.
    Infatti cercano di neanche nominare Soru, il cui consenso continua a crescere in modo uniforme nei territori, nonostante le difficoltà date dalla debolezza delle liste rispetto al candidato, che però sta già ora svolgendo un effetto trainante di gran lunga superiore a quello della Murgia. Sanno che è l’unico che ha costruito una proposta di novità e centrata sull’isola. Il vero rimpianto di Soru è di non avere da Novembre chiarito che il campo era un altro, ma ci sono ancora quaranta giorni da qui al voto.
    La Todde ha perso ogni possibilità di vittoria nel momento in cui l’unico grande partito strutturato che la sostiene si è spaccato, con intere federazioni, sindaci di città importanti e correnti di notevole peso che guardano a Soru molto più che alla Todde. Vari di questi dirigenti sono arrivati a sancire l’uscita dal partito e questo testimonia che con Soru può nascere una realtà importante che avrà respiro anche nel rinnovo dei consigli comunali. Potrebbe pentirsene il figliol prodigo Zedda, non in grado di vivere lontano dalle gonnelle di mamma centrosinistra.
    Sui Cinque Stelle, stendiamo un velo pietoso sullo stato in cui versa il partito. Che tutti i consiglieri della seconda città sarda vengano espulsi non avendo rispettato il diktat tardivo della ditta di abbandonare la giunta è notizia che avrebbe meritato più spazio. Mette in luce l’incoerenza e la natura mediatica e propagandistica di certe dichiarazioni apocalittiche sulla “destra da sconfiggere”. Ma i Cinque Stelle sono un partito anomalo. L’elezione è spesso una lotteria vinta e non c’è l’esercizio, proprio della politica, di cinghia di trasmissione delle esigenze e richieste dell’elettorato. Tranne eccezioni positive, per impegno profuso, sono pedine intercambiabili che rispondono al Capo, e infatti ogni volta che si va al voto in regioni e comuni, ottengono la metà dei voti che prendono alle elezioni italiane, dove è percepita una maggiore distanza e si esprime un voto non condizionato dalle idee, proposte e volti che si vedono, anzi non si vedono, nel territorio. Quindi la defezione dei sassaresi non porterà alla crisi del voto grillino in quelle zone, ma riconfermare il 21% delle scorse politiche è un’utopia. Il 15% sarebbe un risultato straordinario, facilitato dalla Todde alla guida della coalizione, ma che per raggiungere dovranno accendere quintali di ceri a Sant’efis.
    Lo scenario non cambia: la destra è favorita ma l’unico sfidante possibile è Soru, se in quest’ultimo mese l’entusiasmo acceso in molte parti troverà nuova linfa e se tutte le sue liste supereranno lo scoglio della presentazione potendosi così concentrare appieno sulla campagna elettorale.

  12. Vincent says:

    La Todde è una candidatura debole e divisiva, mandata avanti ostinatamente solo per salvare l’alleanza nazionale tra 5s e pd. Oltre ai motivi elencati da Vito, c’è anche l’inconsistenza di molte delle liste che la appoggiano. In più il Pd non se la passa bene, parte della base andrà con Soru e per riuscire a chiudere le liste candiderà tutti gli uscenti. Personaggi come Deriu, al terzo mandato in regione dopo aver fatto per 10 anni il presidente della provincia di Nuoro. Nelle sue interviste e apparizioni televisive appare molto tecnica e riempie i suoi interventi di inglesismi frutto della sua formazione manageriale, non sembra insomma una candidatura che possa scaldare il cuore degli elettori. Su alcuni temi poi ha una posizione irricevibile nel 2024. Ad esempio sulle servitù militari. L’altro giorno da Muroni, pur dichiarando di voler recuperare porzioni di territorio (quali?!), ha legittimato l’occupazione dicendo che la Sardegna fa parte dell’Italia e si trova all’interno di un’alleanza internazionale. Ha blaterato poi di esercitazioni simulate al computer e altri argomenti di propaganda che sono gli stessi utilizzati dall’esercito italiano. Molto ambigua anche la posizione sull’energia, visto il ruolo di primo piano avuto nel governo Draghi, la sua opposizione alle servitù energetiche sembra poco credibile e fuori tempo massimo.

  13. MARCO CASU says:

    Non è “colpa” di nessuno che scelga di candidarsi . Per fortuna non viviamo nella Turchia di Erdogan

    L’ultima sparata di “Soru alleato del centro destra” e ‘ una commovente dimostrazione di idiozia politica . In questa campagna elettorale si è smarrita l’arte della “sana dialettica” : dal , ..voto il progetto di Tizio che mi convince e non quello di Caio di cui dubito, si è franati al , ..voto Caio anche se il suo progetto è orribile perché non deve vincere Sempronio.

    Non disturba affatto la lotta in politica, tutto altro. Ma ciò che sempre più viene in superficie è un IMMAGINARIO straccione e pericolosamente antidemocratico, pericoloso per TUTTI.

    Sia chiaro , non mi riferisco affatto alla Piccola Agorà improvvisata nel salone della Parrucchiera di sotto casa, ma delle condotte di linguaggio della stessa rappresentanza politica .

    Soru accetta nella sua compagine i Sardisti? È difficile e non lo dico aprioristicamente ma qualora così fosse sarebbe un clamoroso suicidio non solo politico ma soprattutto Etico che non avrà il mio consenso né tanto meno il mio voto e, non sono in errore se scrivo, quello di molti altri.

    A Destra poi il linguaggio (che già non brillava per ricchezza di contenuti ), è clamorosamente identico a quello del centro sinistra versione campo largo. “Zedda vieni con noi che vince Todde”.

    Il corto circuito è totale e fa il paio con una astensione dilagante, vero convitato presente/assente.

    Benvenuti nella Weimar di Sardegna

  14. francesco murtas says:

    Ora sarebbe corretto un bell’articolo sui tre motivi per cui la todde potrebbe vincere. Perché’ potrebbe e non analizzarne la possibilità non completa una corretta analisi.

  15. C’è un’altra motivazione, ed è quella sul decreto energia Draghi, con la Todde viceministra con deleghe all’energia.
    Un decreto caotico, che non pone limiti di Gw, e toglie poteri alle regioni.
    Ora viene a parlare di autonomia energetica sarda. Ce ne vuole faccia tosta!

  16. Luca Carta Exana says:

    Preoccupa seriamente quale sarà il dato di affluenza, o meglio il tasso di astensionismo. Vediamo le ultime elezioni: nel 2004 (in due giornate) si recò alle urne il 71,2%; nel 2009 (idem), il 67,6%; nel 2014 (le prime con questa legge antidemocratica), il 52,3%; nel 2019, il 53,7%. Le nostre elezioni nazionali ridotte a mera contesa ”regionale”, decisa a Roma, a Milano, a Genova. Insomma, altrove. Un parlamento sardo eletto da (forse) metà degli aventi diritto – quanto legittimato? -, amputato a suo tempo di 1/4 dei rappresentanti (ma sempre con il ricco stipendio lì, pulitino, ogni fine mese), i cui lavori non sono pubblicizzati a dovere, interessano pochissimi(ssimi), non stanno sulla bocca della gente per 5 (cinque) anni. Qualunque sarà l’esito del 25F, qui in Sardinnia ci troveremo ugualmente nel bel mezzo di una tremenda crisi di democrazia. Una volta passata l’ubriacatura della campagna elettorale, sarebbe bene metterci mano per davvero.

  17. Gian Matteo Sabatino says:

    L’inadeguatezza del programma elettorale è una vera falsità. Proprio nel programma della Todde sia l’analisi che le proposte sono serie e articolate e aggiungo non esiste programma di altra forza politica che abbia lavorato meglio di quello (da qui il consenso crescente che dal giornalista non è stato affatto spiegato). Invito a leggerlo

  18. Giovanni says:

    Sono convinto che il centrodestra parta di gran lunga favorito e non per il nome del candidato (potrebbero mettere Topo Gigio o, come dice la Todde, Biancaneve) ma per lo straordinario traino che le singole preferenze determinano sui voti di lista. Tuttavia, faccio due riflessioni. Primo, se la Todde vuol pensare di vincere deve mantenere la lista del M5S almeno al 15% e per fare questo c’è bisogno di Conte che dovrà farsi vedere in Sardegna ed esporsi pesantemente. Stessa cosa dovrà fare Elly Schlein non foss’altro perché i suoi maggiori sostenitori all’interno del PD sono stati proprio i soriani. Secondo, non registro, al momento, un endorsement diretto di Giorgia Meloni su Paolo Truzzu. E questo non è un bene.

    • Filippo says:

      Sono d’accordo.
      È almeno dai tempi di Berlusca&Cappallacci che i leader nazionali sono stati determinanti.
      E poi esistono argomenti forti: uno di questi è la sanità.

  19. “il 25 febbraio bisognerà che la lista si collochi tra i quindici e il venti per cento per dare alla sua candidata una minima chance di vittoria.”

    Non è un po’ esagerato come dato?

  20. fausto says:

    Ma se queste tue valutazioni fossero state fatte, da mesi, da Soru per far riflettere sulla sciagurata scelta della Todde nella speranza che il tavolo rinsavisse e si sganciasse dagli accordi Romani ?

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