Elezioni regionali 2024 / Politica / Sardegna

Il dilemma di Renato Soru, “l’ego della bilancia” di queste elezioni regionali

A volte ritornano (Cagliari, 10 gennaio 2024)

Quella di ieri (ad appena 46 giorni dalle elezioni regionali) è stata una giornata importante: a certificare la definitiva la spaccatura del centrosinistra, in tutta Cagliari (e immagino in altri centri dell’isola) sono apparsi i manifesti elettorali di Renato Soru. Cupi: dominati da un grigio deprimente e con uno slogan presuntuoso: “Siamo di più”. No, non siete di più. Ed è questo il punto, il bivio cui Soru e il suo schieramento ora si trovano.

La fuoriuscita dei Progressisti dalla Coalizione Sarda (a loro modo coerenti, perché con lo stesso sfacciato opportunismo con cui avevano lasciato Alessandra Todde per Soru, dopo pochi mesi hanno fatto il percorso inverso) è stato un brutto colpo. Perché ora nessuno può infatti ragionevolmente credere che Soru possa vincere le elezioni. A mio avviso neanche con i Progressisti ancora con l’ex presidente lo si sarebbe potuto dire, ma adesso sarebbe difficile trovare anche qualcuno in grado di dare credito ad una simile affermazione. E infatti lo stesso Soru è passato dal “Vinceremo con il quaranta per cento” ad un più cauto “Non facciamo calcoli elettorali”.

E invece un po’ di calcoli Soru e la sua coalizione se li dovrebbero fare.

Certo, io rimango dell’avviso che l’unico vero grande obiettivo di Soru sia, fin dall’inizio, solo quello di far perdere il centrosinistra a trazione Pd-Cinquestelle. Obiettivo poco onorevole, che infatti è stato poi nascosto da altri due obiettivi dati in pasto all’opinione pubblica: la vittoria delle elezioni (chiaramente oggi irraggiungibile) e la creazione di un nuovo soggetto politico. Anche nel comunicato con cui si è preso atto dell’addio dei Progressisti, lo si è ribadito a chiare lettere:

“La Coalizione Sarda unita va avanti nel suo progetto di costruzione di una forza politica sarda, alternativa alla destra e al populismo giustizialista, antidemocratico e antieuropeo. Andiamo avanti con ancora più forza e determinazione in un progetto che non guarda solo al prossimo appuntamento elettorale ma al futuro della Sardegna”.

Quindi, provando a ricapitolare, possiamo dire che sicuramente Soru ha ancora la forza per riuscire nel suo primo intento (ovvero far perdere il centrosinistra): è lui “l’ego della bilancia” di queste elezioni. 

Ma per provare a far nascere un nuovo soggetto politico deve necessariamente piazzare qualche consigliere regionale, ovvero sperare che le sue liste superino lo sbarramento del dieci per cento. Le cinque liste in campo (Progetto Sardegna, Liberu, Vota Sardigna, Rifondazione e Upc-Più Europa) potrebbero ragionevolmente non farcela. Ed ecco dunque il bivio.

Da una parte, Soru può spingere sulla sua figura con l’intento per togliere quanti più voti alla Todde (le elezioni le vincono infatti i candidati alla presidenza) e raggiungere così il suo primo obiettivo. In questo modo però non è detto che le liste che lo sostengono (debolissime), superino il dieci.

Dall’altra parte, preso atto dell’impossibilità di vincere, Soru potrebbe allora presentare una lista unica, che invece di slancio supererebbe lo sbarramento, in questo caso fissato al cinque per cento. Sicuramente la Coalizione Sarda porterebbe un numero interessante di consiglieri regionali e il progetto di un nuovo soggetto politico tutto sardo potrebbe partire più agevolmente.

Soru si trova davanti allo stesso dilemma di Michela Murgia dieci anni fa. Quella esperienza dovrebbe farlo riflettere. Ma saranno gli eventi a farci capire se l’ex presidente è veramente cambiato come dicono quelli che hanno mutato idea sul suo conto (non io, chiaramente).

Ma il bivio è lì. 

Se punta solo sulla sconfitta del centrosinistra, focalizza la campagna su se stesso ma deve accendere un cero per sperare che le sue liste superino il dieci. 

Se invece ha cuore prima di tutto il progetto politico futuro, fa una sola lista e piazza diversi consiglieri regionali (ad esempio, i Cinquestelle nel 2019 rimasero di poco sotto il dieci e ottennero sei seggi) e il suo progetto parte di sicuro.

Sarebbe un atto di lungimiranza e, soprattutto, di generosità. A pensarci bene, una cosa nuova per lui.

Post scriptum
Dopo aver pubblicato questo post, ho appreso della richiesta avanzata da Soru a Todde di fare entrambi un passo indietro e trovare un nome terzo. Posto che vorrei sapere qual è l’opinione degli indipendentisti della Coalizione Sarda a riguardo, mi sembra che questo sia solo un maldestro tentativo (che avevo già prefigurato due mesi fa in questo post) per far saltare la candidatura dell’esponente dei Cinquestelle. Ma non è solo questo ciò che la mossa di Soru ci racconta, è anche di più: con la reiterazione di una proposta già superata dagli eventi (come quella di un incontro pubblico), Soru mostra tutta la sua debolezza. Evidentemente, chi ha più paura di tutti dell’esito delle urne è proprio lui.

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26 Comments

  1. Mi chiedo se il sardismo che segue incomprensibilmente Soru possa essere compatibile con due formazioni, come + europa e azione, che spingono per il nucleare.

    • franco turco says:

      se l avessimo fatto 30 anni fa il nucleare oggi non avremmo la benzina e le bollette piu alte d’europa ,e non avremmo inquinato tutto il paese…

  2. Nino Diana says:

    Gentile dottor Biolchini,
    è certamente corretto fare le considerazioni di voti di lista, voti associati, voti disgiunti e via discorrendo, ma io come tanti altri di sinistra, noi ribadisco, di sinistra, non votiamo per interesse nè di calcolo né personale, noi votiamo di cuore e di passione, i calcoli non ci intessano e seppur “sbagliando” ma noi di sinistra siamo così! Se vinciamo siamo felici altrimenti soffriremo come abbiamo sempre sofferto fino ad adesso. Per cui le dico: per me i 5stelle o FDI o Lega fanno ribrezzo. Mai con loro. Spero che vinca la sinistra vera senza i 5stelle! Forza Soru!
    Nino Diana

    • Amadeo says:

      Allora parli per sé e non a nome della sinistra.
      Sono comunista dal 1967.
      Avevo vent’anni, ci ho creduto e ho lottato per oltre mezzo secolo nonostante i governi democristiani e poi quelli di centro sinistra facessero strame della verità. Resisto e proprio per questo appoggio i 5stelle, capaci di ascoltare e scegliere, ove occorra, la destinazione ostinata e contraria. Voterò Alessandra Todde, e con me la voteranno quasi tutti i miei vecchi compagni. Hasta la victoria.

      • Supresidenti says:

        Amadeo, da quello che scrivi sei coetaneo del mio amatissimo padre con cui una sera anni fa discussi per tre ore, da mezzanotte alle tre, per spiegargli la cazzata del voto cinque stelle. Commento solo perché mi hai ricordato quell’episodio e spero di averti strappato un sorriso senza nessun intento polemico.

    • Adriano Salis says:

      “Noi di sinistra siamo così”? “Ognuno parli per se” mi viene da dire.
      Soprattutto se da questo presunto pulpito al plurale si sente ripetere la stessa predica – di lettiana memoria – che ha portato la destra più pericolosa, faziosa e inconcludente al governo dell’Italia: “…per me i 5stelle o FDI o Lega fanno ribrezzo”.
      Anche Letta, contro i 5 Stelle, ha lanciato su frastimu: “Mai con loro”!
      E “loro” hanno vinto! E le loro decisioni cominciano a mordere con ferocia classista le condizioni di vita non solo dei settori più emarginati e deboli della società ma perfino di chi – lavoratori, pensionati, piccoli imprenditori – pensava di aver raggiunto una posizione economica e sociale non più esposta a rischi, problemi, difficoltà.
      Ma quelli della “sinistra vera” come Nino Diana, quelli che votano “di cuore e di passione”, non si preoccupano di queste facezie. No! A loro “i calcoli non interessano”; e se, dopo il tragico 25 Settembre delle politiche, arriva anche un disastroso 25 Febbraio delle regionali sarde…chi se ne frega!
      Soffriranno, masochisti, “…come abbiamo sempre sofferto fino ad adesso” ma continueranno ad urlare “Mai con loro”!
      E si prepareranno a far vincere sempre la destra a tutte le prossime elezioni – dalle circoscrizionali alle europee.
      Sempre con la speranza, beninteso, “…che vinca la sinistra vera senza i 5 Stelle”!
      Furbi, vero?

  3. Franca says:

    Michela Murgia diceva che avrebbe sbaragliato a sinistra e distrutto a destra. Si è visto poi com’è andata: 70mila voti buttati al vento e mai capitalizzati neanche alle successive europee.Il “villain” di turno, questa volta, dovrà tenerne conto. A meno che la sua miopia non superi la sua tracotanza.

    • Anurai says:

      Ricordavo che Michela Murgia prese tantissimi voti ma non passò per via dello sbarramento, per assurdo passò
      chi prese meno voti di lei.

  4. Roberto says:

    Brevissimo: e se il terzo fosse il Sen. Licheri, penso che la Tosse sarebbe disposta ad un passo indietro, ma Soru tronfio del suo IO SO IO cosa farebbe ….

    • franco turco says:

      non conosci i rapporti all interno dei 5stelle ,piuttosto che lasciare spazio a Licheri ,la Todde si farebbe cavare tutti i molari…

      • MARCO CASU says:

        Sarò solo breve:
        A titolo personale penso che
        all’origine dell’agire Soru non sta questione NOMI ma formula di alleanza “campo largo”DECISA PER la Sardegna.
        Tutti i nomi dipendenti da questa formula non rappresentano nessuna importanza

        Cordialmente, Biolchini

  5. Le liste di Michela Murgia presero il circa il 7% ma erano due e mezzo. (una delle tre non aveva candidati in alcuni collegi)

  6. MARCO CASU says:

    Parrebbe che l’ego sia ben distribuito in tutto il campo politico;
    Azzardo scrivere che siamo quasi in campagna elettorale perché da qui al lunedì 15 il resto è ancora immenso.

    Vengo al punto: certo, l’invito al ritiro è stato avanzato alla Todde (non è bene ignorare la forma) ma siamo sicuri che , nella sostanza, il medesimo non sia rivolto al Partito Democratico?

    Per carità le considerazioni di Biolchini su manifesti, presunto egotismo del soggetto discusso e soprattutto suo presunto intento , ci stanno perché siamo in lotta politica ma , .. per vedere il mosaico tutto e non solo una o due facce del medesimo ci si deve allontanare con lo sguardo e allora,
    voglio intendere: il PD in Sardegna non è solo Comandini e i recenti fuoriusciti; ho notato , ad esempio, che molti di quelli che vedo a Sassari, sono in sospetto silenzio.
    Non Fraintendete! Le apparenze nella presenza agli eventi sono garantite ma non l’entusiasmo ( quello autentico, caotico, alla Grillina che domina nel campo Todde).

    Sull’esito delle elezioni non ho strumenti per conseguire una idea di massima ma, nella Campagna quasi elettorale di Soru colgo l’interesse per la proposta di un numero significativo di astensionisti tra cui il sottoscritto .

    C è ancora da aspettare che le firme sui documenti siano apposte e asciughino per bene.
    Per la distribuzione delle colpe c è ancora tempo a dopo il 25 p.v.

    • Amadeo says:

      A me sembra che ormai stiamo confondendo la politica con la sua parodia.
      I fatti parlano chiaro: uniti si può sperare di capovolgere un cattivo pronostico, disuniti e in ordine sparso si regala il potere agli avversari per altri cinque anni.
      Tutto il resto sono vuoti gusci di parole (come direbbe il Poeta). Parole tese a giustificare personalismi, antichi rancori, antipatie, carriere.
      Una Storia presa di striscio (ancora il Poeta) e della quale si coglie solo il senso più grossolano. Il macchiavellismo travisato , mal capito e forse mal studiato lasciamolo agli Andreotti di turno.

      • MARCO CASU says:

        I fatti non appartengono a nessuno , né a Casu né ad Amedeo.
        A questo momento le candidature sono queste ( chi né può dubitare?) e vedremo se saranno confermate allo scadere dei termini.

        Se non lo saranno e dunque Renato Soru accetterà di partecipare alla coalizione unità del Centro Sinistra, Amedeo sarà soddisfatto di questo epilogo ed invece Casu, che BEN INTESO non si straccerà le vesti ,non andrà a votare.

        Che cosa ci sia di Macchivellico in questo (ed altro) è un mistero.

        Personale riconosco ad Amadeo e a chiunque la pensi come lui di prendere parte ed eventualmente godere dei risultati qualora vincenti.

        Vince Todde. È la democrazia , è conforme a volontà della maggioranza.

        Casu, non ne fa parte.

        Dove sta la parodia?

  7. Faustu says:

    L’unico progetto fatto da sardi e che ha a cuore la nostra bistrattata isola, è quello di Renato Soru, PUNTO!
    La Todde sarà pure una brava e preparata professionista; peccato però sia circondata da serpi che nel breve tempo mineranno tutte le sue buone intenzioni.

  8. Nel confronto tra Alessandra Todde e Renato Soru è la prima a guadagnare terreno ogni giorno che passa. I volti contano, eccome! E i poster giganti che ci ossessioneranno nel percorrere le strade delle città conteranno, eccome! Lo capirà anche Paolo Truzzu che in certa misura si farà surrogare nel maxi manifesti da Giorgia Meloni, puntando sul permanere impetuoso del vento di destra. A prescindere.
    In tema, o forse fuori, almeno per interrompere solo un momento ragionamenti e calcoli noiosi, consentimenti un piccolo ricordo, che svela subito la mia età…
    ———————-
    Trent’anni fa, agli albori del folgorante e meritato successo imprenditoriale di Renato Soru, Giacomo Mameli organizzo’ in Università un incontro sul tema della leadership, nell’ambito di un master professionale (organizzato dal CoInFo, un ente di formazione nazionale), di cui Gianfranco Bottazzi era direttore scientifico, io direttore gestionale, con Giacomo Mameli, componenti del Comitato tecnico scientifico. Fu un incontro davvero interessante che tenne inchiodati alla sedia tutti i venti corsisti per oltre due ore. Credo fosse presente anche il Rettore Mistretta. Chiesi a Soru: dottor Soru, quale è il metodo che lei utilizza per scegliere i suoi stretti collaboratori? Immagino, soprattutto il curriculum… “No” – m’interruppe subito – “Li guardo negli occhi, e ne capisco il valore”. La risposta mi parve… un’esagerazione, ma comunque vera, credo in certa misura rivelatrice di un metodo efficace. Non ricordo come il dialogo proseguì.
    Però tutto mi è rimasto impresso e proprio oggi, passati oltre 30 anni, riconosco a quel metodo un’affascinante validità. Scusate se questo stesso metodo, raccontatoci 30 anni fa da Soru, io con umiltà e tuttavia consapevolezza, pari-pari l’ho utilizzato nel mio incontro con Alessandra Todde a La Collina di Serdiana, un mese fa’ Si, perché ho guardato Alessandra negli occhi e ho pensato: sei tu la candidata giusta.
    Sicuramente la mia candidata.
    Saludos

    • Maddalena says:

      …basterebbe chiedere a Soru di togliersi gli occhiali; e sperare che lei sappia leggere negli occhi.
      Scherzo, ovviamente.
      Da elettore medio mi sento a disagio, tanto da pensare che il 25 febbraio potrei fare un viaggetto a Roma – prezzi permettendo

      • Si potrebbe fare. Mi piacerebbe uno studio di Giovanni Colombu sui volti dei candidati. Ci vorrebbe troppo tempo e anche un po’ di soldi. Potremmo però in questa fase limitarci ai veri competitor (Soru, Todde, Truzzu).
        Rubo un po’ di tempo per mettervi a conoscenza di un (banale) esperimento . Ho chiesto all’AI (chat GPT) di formulare due programmi elettorali per la Sardegna. Risultato: due dignitosi elaborati, sintetici, chiari, scritti in ottimo italiano, ambedue sottoscrivibili. La differenza, come sempre, la fanno le persone, con la loro storia, capacità, onestà, disponibilità. Cerchiamo e troveremo.

      • Franco Meloni says:

        Precisazione: i programmi richiesti all’AI erano uno di centro sinistra, l’altro di centro destra

  9. Francesco says:

    A Biolchini, che si chiede quale sia l’opinione degli indipendentisti, faccio notare che la proposta è stata fatta in presenza di Devias. Quindi provi a chiedere a Franciscu Sedda

    • In presenza di Devias o con l’avvallo di Devias? E Sedda cosa c’entra?

    • Luca Carta Exana says:

      Quella proposta è un insulto, e implicitamente state accettando che il milionario possa scaricarvi all’ultimo. Sarebbe questa la geniale strategia affinché la Causa guadagni spazio e consenso? Spero che gli indipendentisti aventi una dignità vi sanzionino a dovere nelle urne. P.S. Quel manifesto fa pietà.

  10. Vincent says:

    In realtà le liste sono sette e non cinque perché c’è anche Azione e la lista con gli amministratori ex PD. E la situazione è ancora in divenire, quindi potrebbero esserci nuovi ingressi o comunque nuovi movimenti e sorprese anche nelle altre coalizioni. Sembra difficile che Soru possa vincere le elezioni, ma sicuramente vale più del 10% di Michela Murgia. Sia per la caratura del politico, sia per i diversi mezzi e risorse a disposizione. Aggiungerei che anche il consenso elettorale della Todde è tutto da verificare, date le difficoltà storiche dei 5s alle amministrative e l’inconsistenza di tante liste che la appoggiano. La partita è incerta ed è tutta da giocare, soprattutto se la destra si spacca. Se la destra invece riesce a ricompattarsi probabilmente alla fine non ci sarà storia.

    • Soru poteva ambire a un 15% massimo con i Progressisti, senza di loro rischia.

      Todde lo doppiava già prima, figuriamoci adesso.

  11. Giovanni says:

    Il 10% come voto di lista è una chimera ed è la ragione principale per la quale lo hanno mollato i progressisti, accreditati del 2/3%. Ciò significa che, secondo i calcoli fatti dal progressisti, le sue liste, messe tutte assieme, stanno poco sopra il 5% e non è detto che con una lista unica riescano a raggiungerlo in quanto sarebbe eccessivamente disomogenea politicamente. In questa situazione mi risulta che tanti che inizialmente avevano dato la disponibilità di massima a candidarsi con Soru, adesso si stiano tirando indietro perchè non vedono la possibilità di essere eletti e non vorrebbero precludersi la possibilità di rientrare nelle grazie di un possibile (non probabile, possibile) governo di centrosinistra. In condizioni normali, qualunque politico si sarebbe ritirato rientrando nel centrosinistra in cambio di un posto in prima fila. Ma Soru, purtroppo, non ragiona così.

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