Cagliari

Ci scrive un Vecchio Giornalista: “Vi svelo io il segreto della salvezza del Cagliari”

16 maggio 2021

Ciò che vi sto per raccontare ha dell’incredibile: ho le prove che l’abnegazione scaramantica e lo spirito di sacrificio di un tifoso mio amico sono arrivati dove calciatori e allenatori non sarebbero riusciti.

Un mio amico, da sempre tifoso del Cagliari, visto che non si può andare allo stadio, ha preso l’abitudine di seguire le partite alla radio e commentarle con un suo amico. Dall’inizio della stagione i due sodali condividono sogni e sofferenze. Condividono anche una certa propensione alla scaramanzia, diventano insofferenti ai pronostici, cominciano a muovere accuse verso persone che presumono essere latori di sventure con il loro ottimismo.

Ad aprile, dopo quattro sconfitte consecutive, i due decidono che ne hanno abbastanza e per ripicca non ascoltano Cagliari-Parma. E  i rossoblù vincono. L’atroce dubbio si insinua immediatamente: e se invece fosse colpa loro, se fossero loro i menagramo? I due si mettono d’accordo: la successiva Udinese-Cagliari non si ascolterà. 

A Udine il Cagliari vince! Allora è vero, la colpa era loro? Non proprio, perché il mio amico non ha ascoltato la partita, ma l’amico del mio amico ha barato e come finisce la partita gli scrive un messaggio per comunicargli il risultato. Il mio amico non solo non se la prende, ma con infinito coraggio si carica sulle spalle l’enorme peso della responsabilità del posto in classifica del Cagliari: evidentemente la colpa è solo sua.

Per la successiva, Cagliari-Roma, un patto d’acciaio: il mio amico non sentirà la partita, mentre il suo amico la ascolterà e immediatamente dopo il fischio dell’arbitro gli comunicherà il risultato, perché i due sono assolutamente certi che solo ripetendo il rituale in questo preciso modo otterranno la vittoria del Cagliari. Detto fatto: Cagliari-Roma finisce 3 a 2. 

Il mio amico soffre moltissimo, avrebbe voluto tanto sentirla, ma non può mettere a repentaglio la permanenza in serie A del Cagliari.

Arriva Napoli-Cagliari, risultato quanto mai incerto. Ormai la procedura scaramantica è consolidata, addirittura i due amici non hanno nemmeno bisogno di accordarsi, anzi per conferire maggiore potenza al loro rito non ne parlano apertamente, ma usano un lessico amicale il cui significato è noto solo a loro. Espressioni tipo, “Domenica tu vai a cercare cartone” oppure “Mercoledì sera darai da mangiare alla scimmia” indicano che il mio amico farà tutto fuorché ascoltare la radiocronaca.

Comincia la partita. Il Napoli ha segnato presto, vince per tutto l’incontro, l’amico fragile del mio amico al 90′ non regge per il dispiacere e spegne la radio. Ma poi si rende conto che sta tradendo la parola data, che ha nelle mani il futuro della società rossoblù e riaccende: è il ’94, Nandez fa gol: è la prova provata. Il rituale non si può e non si deve cambiare. 

Arriva Benevento-Cagliari, ha inizio il cerimoniale. Il mio amico si isola. Sente urla provenire dagli edifici vicini, ma non ha idea se siano di giubilo o disperazione. Non può immaginare: Asamoah, rigore, Var, rigore annullato. Il suo amico sta ascoltando e soffrendo anche per lui. Improvvisamente, sul recupero sparisce il segnale: è il panico, muove spasmodicamente la rondella per ritrovare la stazione radiofonica, il rituale non si può spezzare sul 2 a 1, ci sono ancora 4 minuti da giocare, ecco è tornata la voce del cronista, è il 93′ e incredibilmente, se ancora ce ne fosse bisogno, ecco l’ennesima prova: il rituale riprende e Joao Pedro segna. Finisce 3 a 1: di rapina ma chi se ne frega.

Cagliari-Fiorentina. Cugurre ovunque, la gente continuare a pubblicare pronostici e prefestaggiamenti sui social, il Comune pubblica sul sito le raccomandazioni per il rispetto delle norme anti covid durante i festeggiamenti per la salvezza: maledizione, è prematuro!

Per il mio amico il compito è immane. Lui comunque adotta tutte le contro misure, il rituale espresso in ogni dettaglio. Prova inutilmente a dormire, mette in ordine, legge i giornali, guarda fuori dalla finestra, conta le crepe del muro, tutto pur di non sapere in anticipo il risultato. La partita termina a reti inviolate, ancora non è salvezza. Ma abbiamo guadagnato un altro punto in un campo difficile. “Va bene così” commenta, conscio che la sua missione non è ancora finita.

Ebbene, il mio amico ha già deciso, non guarderà nemmeno Milan-Cagliari. La partita delle partite: ma voi lo conoscete qualche altro tifoso che sarebbe pronto a rinunciare a una partita così decisiva? Ve lo giuro, era pronto a farlo. Ma il Dio del Calcio narcisisticamente soddisfatto del sacrificio a lui tributato, ha deciso di premiare il mio amico con una salvezza anticipata. Dunque gratificato nel suo ego gli ha permesso di godersi la partita.

Ho voluto versare tanto inchiostro virtuale per raccontare questa storia di cui sono testimone diretto e dire grazie a nome di tutti i tifosi che hanno seguito tutte le partite incapaci di altrettanta generosità.

Grazie amico mio, grazie: si vede che sei un figlio dello scudetto.

Un Vecchio Giornalista

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7 Comments

  1. Stefano Reloaded says:

    Tre quarti di campionato passati male ed ora si scopre che era tutta colpa del suo “amico”, caro Vecchio Giornalista.
    Pitticca sa cugurra!

  2. Luciano Maria says:

    Beh, io mi sono affidato alla Madonna, nostra Signora di Bonaria, e ad ogni gol del Cagliari accendevo un cero di ringraziamento alla S. Vergine… Sabato prossimo andrò alla basilica per renderle grazie… forza CAGLIARI. Evviva la Madonna, Nostra Signora di Bonaria..

  3. Foghesu says:

    Circa un mese e mezzo fa, nel punto più basso toccato dal Cagliari al 90% retrocesso promise a mio figlio di 10 anni che Sevilla Cagliari si fosse salvato gli avrei comprato la play ( da 2 anni che me l’asta chiedendo ed io non avevo nessuna intenzione ecdi comprarla). Quindi ho detto lo faccio contento tanto non gliela comprerò. Da allora lo vidi pregare ad ogni partitaed io gli dicevo:” Guarda che per salvare il Cagliari nonni vuole un miracolo (che il Cagliari faccia molti punti) c’è ne vogliono 2 , che il Benevento non ne faccia quasi nulla. Ahimè mi tocca comprare la play. Ma pur di vedere il Cagliari in A farò volentieri anche questo. …

  4. francesco meloni says:

    Bè che dire tutto molto bello , però forse vi sfugge quale sia stata la mossa più azzeccata per aver raggiunto la salvezza , be lo dico io , aver cacciato ( purtroppo non a calci in culo ) quel incompetente di Di Francesco , e non capisco come mai Giulini ci abbia messo così tanto a capirlo, ci son voluti ben 10 sconfitte quasi di fila ,in mezzo un misero pari, per dargli il ben servito , l’arrivo di Semplici sembrava quasi inutile tanti erano i punti da recuperare ma per fortuna con i 3 punti a vittoria tutto è possibile , credo che questa sia la più bella salvezza che ricordo oltre quella di Ranieri nel 90/91

  5. Franko says:

    Ahahahah….un po’ come Solinas è Nieddu, l’indice Rt si abbassa quando stanno zitti… speriamo… ahahahah…

  6. casumarzu says:

    Napoli Cagliari tutto il secondo tempo con un tappo di ichnusa nella mano sinistra e nella destra un vecchio scudetto del Cagliari di legno che baciavo frequentemente fino all’incredibile gol di Nandez sul bel lancio di Duncan…. è vero… i riti scaramantici funzionano!
    e credo di immaginare chi fossero i due amici del racconto del vecchio giornalista, figlio dello scudetto rossoblù
    FORZA CAGLIARIIIIIIII

  7. ENZO TUVERI says:

    c’è qualcuno che si è dovuta mettere a stirare durante le partite del cagliari… …anche le mutande ma si deve stirare. …e si è stirato fino alla salvezza!!!

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