Politica / Sardegna

Il bluff del Mater Olbia: come spendere 120 milioni di euro con la scusa di risparmiarne… trenta!

Mater Olbia (fonte Archilovers)

Il bluff del Mater Olbia è chiaro ed evidente. Doveva essere un centro di eccellenza invece diventerà una clinica privata qualunque; doveva attrarre medici da tutto il mondo invece sta saccheggiando i professionisti degli ospedali sardi. Risultato: chi fino ad oggi si è fatto curare a Cagliari, Sassari e Nuoro, presto rischierà di dover andare fino in Gallura. Comodo, no?

Ma è analizzando i conti che l’operazione Mater Olbia mostra tutta la sua fragile strumentalità.

Con quale motivazione, in tempi di contenimento della spesa e di tagli ai posti letto, tutta la politica sarda (destra, sinistra e 5 Stelle) in questi anni sta avallando l’operazione? Con la promessa che il Mater ridurrà notevolmente la mobilità passiva, cioè la spesa sostenuta dalla Regione per far curare i sardi all’estero o in continente.

Questa spesa oggi ammonta tra i 75 e gli ottanta milioni di euro l’anno.

Ora mettiamo mano alla calcolatrice e stiamo concentrati.

La Regione si appresta a stanziare per il Mater Olbia 25 milioni di euro per il 2019, 60,6 per il 2020 e 60,60 per il 2021.

Per l’anno in corso la realtà è un po’ diversa: perché, posto che in pochi mesi l’ospedale non potrà materialmente effettuare prestazioni per 25 milioni di euro, il centrodestra ha deciso che tutto ciò che il Mater non riuscirà a spendere (è pur sempre un ospedale privato ma convenzionato) verrà ripartito tra le altre cliniche private sarde (non a caso Paolo Maninchedda sul suo blog ha coniato la felice espressione “Mater Floris”: e se non l’avete capita, non ve la spiego).

Ma andiamo avanti.

Nel 2020 il Mater entrerà a regime. La domanda dunque sorge spontanea e la pongo come le nostre maestre formulavano i terribili problemini alle scuole elementari.

State concentrati.

Problema.

Se la Regione spende per far curare i sardi fuori dall’isola ogni anno tra i 75 e gli ottanta milioni di euro (facciamo 150 milioni per 2020-2021) e per lo stesso biennio la Regione erogherà al Mater Olbia 120 milioni di euro, e posto che, come ha affermato oggi in Commissione Sanità il consigliere regionale Giorgio Oppi (a cui si può dire di tutto ma non che non conosca la macchina sanitaria) “se il Mater Olbia riuscisse a portare a un risparmio del 15-20 per cento, grazie alla riduzione della mobilità attiva e passiva, sarebbe un buon risultato”, quale risparmio vero il Mater Olbia genererà sui conti della sanità sarda?

Soluzione.

Se stiamo ad ascoltare Oppi, in due anni il Mater Olbia ci costerà 120 milioni per farcene risparmiare… al massimo trenta, ovvero tra il 15 e il 20 per cento dei 150 milioni che spendiamo per la mobilità passiva!

Mettete mano alla calcolatrice anche voi e verificate se non è così.

Non solo: al netto del risparmio sulla mobilità passiva (realmente esiguo rispetto agli obiettivi inizialmente strombazzati), il Mater Olbia dotrebbe costarci 45 milioni di euro all’anno: cioè quasi la metà del budget (98 milioni di euro) che negli ultimi anni la Regione ha destinato a tutte le cliniche private sarde.

Budget che chiaramente adesso è aumentato enormemente.

Insomma, i numeri sono questi.

Che ne dite, con il Mater Olbia stiamo facendo un affare o no?

Un affare voluto tutta la politica sarda. L’ho scritto cinque anni fa (ecco il link) e lo ripeto adesso: dopo le servitù militari e quelle energetiche, con il Mater Olbia la Sardegna sperimenterà presto un nuovo tipo di servitù: la servitù sanitaria.

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17 Comments

  1. Enrico says:

    Bell’articolo Vito. Ricordiamo anche che il Mater Olbia è stato accreditato e contrattualizzato in barba alle vigenti norme per l’accreditamento istituzionale che prevedono PRIMA la realizzazione e la verifica della struttura e solo POI l’accreditamento e la contrattualizzazione. Chiediamoci come mai siano arrivate deroghe (solo per il Mater) a tali norme da diversi governi centrali di diverso segno politico. Che gli interessi dell’intera operazione siano fuori dalla Sardegna?
    …e noi paghiamo

  2. La sanità è un business troppo serio per lasciarlo ai consiglieri regionali.

  3. Giuseppina Melosu says:

    Qualcuno pensa che i medici sardi non siano all’altezza del Mater?? Forse si, dal momento che molti di noi si curano oltre il Tirreno, sono comunque fiduciosa che qualche eccellenza arrivi, anche perché i potenti non si fanno curare dalle scartine, quindi meglio anche per noi.

  4. Mario Pudhu says:

    Però iscusade, una cosa no l’amus cumpresa, sa chi at nadu cudhu Alberto de su “centrismo”: no amus cumpresu chi pro fàghere «visite diagnostiche» namus “presso” «l’autorità portuale istituita a Cagliari» bi depet àere una filera chilométrica de malàidos chi… nudha, in Castedhu “picche”, a ispetare a s’annu chi benit!
    Si invetze in Olbia bi la faghent cras manzanu o mancari postigràs… “giustizia fatta” tra Cabesusu e Cabàsciu!

  5. Scialandrone says:

    C’è da rilevare un altro aspetto. L’esperienza è personale e quindi non è una tendenza generale ma una testimonianza sì. Mi riferisco a quanto accaduto a me e alla mia famiglia negli ultimi giorni.

    Abbiamo chiamato il CUP per prenotare visite diagnostiche. A Cagliari e dintorni non se ne parla in tempi brevi, ma dal centralino “a Olbia se vuole anche domani”.
    È successo per ben due volte in pochi giorni.

    Mi chiedo, se questa esperienza si trasforma in una tendenza costante, generalizzata, per accedere dalla sanità, da Cagliari, dal Sarrabus, dal Sulcis, dobbiamo fare la traversata della Sardegna?
    Con il Mater Olbia saranno i sardi a sborsare di tasca propria per affrontare viaggio e soggiorno a Olbia, quando invece si sarebbe potuto rafforzare gli ospedali pubblici (e quindi di tutti noi) di Cagliari (dove nell’area vasta vive oltre un terzo della popolazione isolana) e dare accesso alla sanità di qualità a un numero infinitamente più alto di persone.

  6. Alberto says:

    Prima di leggere l’articolo controllo la provenienza dello scrittore: Cagliari.
    Com’è solito la quasi totalità degli articoli negativi riguardo il Mater Olbia vengono da giornalisti del sud Sardegna.
    Leggendo gli altri articoli sul suo blog non trovo articoli riguardo all’autorità portuale istituita a Cagliari anzichè a Olbia come dovrebbe essere stato, e così facendo il mio pensiero che il suo articolo sia basato su un Cagliaricentrismo aumenta a dismisura.
    Si concentri su altro, possibilmente a livello locale della sua città, e ci risparmi articoli del genere, dove dovrebbe anzitutto studiare meglio la vicenda senza il paraocchi.
    Saluti

    • Guardi, uno dei problemi della Sardegna di oggi è un Olbiacentrismo che porta un territorio che esprime quattro consiglieri regionali ad avere ben quattro assessori. Per il resto, risponda nel merito visto che lei il problema Mater Olbia lo ha studiato bene. Ci illumini, la prego.

      • Gianfranco says:

        Ma mi dica una cosa vitobiolchini, se il Mater fosse sorto a Cagliari anziché ad Olbia, Lei avrebbe scritto questo articolo, avrebbe preso calcolatrice alla mano , avrebbe fatto tutti i suoi conti e le sue disquisizioni, mi dica..

      • Ma anche se fosse sorto a Pirri, mia patria adottiva!

  7. Francu says:

    Il mater Olbia è utilissimo, così gli arabbi fanno meno strada dai loro possedimenti 8n Costa Smeralda per curarsi le unghie spezzate e no segnata is calloni al Brotzu

  8. Osvaldo says:

    Il sacco della Sanità Pubblica e la divisione del bottino di guerra….l’allocazione del presidio la dice tutta….

  9. Pietro Monachino says:

    Il Mater Olbia è utile in quanto “funziona ” rispetto al SSN….

    • Francesco Mameliameli says:

      Il pubblico funzionerebbe a meraviglia se i ladri finissero sul serio in galera. L’unico,Il pubblico funzionerebbe a meraviglia se i ladri finissero sul serio in galera. L’unico, direi coglione oltre che ladri, a finirci Formigoni. Ora colgo l’occasione per inviarLe il frastimo del caso: neoliberista. direi coglione oltre che ladri, a finirci Formigoni. Ora colgo l’occasione per inviarLe il frastimo del caso: neoliberista.

  10. Massimiliano says:

    Bellissimo articolo, complimenti, fuori dal coro dei pecoroni furbi ( compresi i pennivendoli cronici), e dei poteri forti che hanno agito con scaltrezza senza che nessuno tranne i soliti ,troppo pochi e mal assortiti “ex comunisti di potere al popolo” , che provarono a protestare di fronte al M.Olbia.
    Siamo giunti alla fine ed oggi un codazzo di medici ” eccellenze”, girava per i reparti del Giovanni Paolo II , per conoscere la situazione della sanità pubblica o per rendersi conto di come azzerata del tutto magari col bene placido di qualche bravo consigliere. Tanti auguri a chi dovrà spostarsi da Tempio a Olbia per un intervento di emorroidectomia…., tanto il pubblico non sarà messo nelle condizioni di fare neanche piu quello e chi se ne frega se pazienti e accompagnatori dovranno spostarsi di 100 km per una visita o per soggiorni legati alla salute , l’importante che le spese siano a carico dei malati.

  11. Marialisa Saderi says:

    Il bluff sta nel fatto che c’è gente che potrebbe leggere questo articolo reputandolo pure intelligente! Scrivi ciò per fare il lavaggio del cervello alla gente puntando sullo sperpero, quando in effetti a tutto pensi tranne a chi veramente sta male. Pensi al non risparmio ma Non hai pensato minimamente a tutte quelle persone che per potersi curare dovrebbero fare un lungo viaggio per raggiungere gli ospedali fuori dall’isola ma che a causa della troppa debolezza non sono in grado di oltrepassare il mare in nessun modo. Tutte le persone che hanno avuto a che fare con questo problema avrebbero voluto un pspedale del genere aui in Sardegna, invece tu pensi ai soldi spesi in più. Un antico detto dice “biau a chie non dd’at provau e no ddu-e crede. Oliat’ Deus chi dd’ias comprendiu in pedde tua o de ‘omo tua!” Appo nau Tottu! A menzur biere…..

    • Purtroppo non sa con chi sta parlando altrimenti non si sarebbe mai permessa di scrivere ciò che ha scritto. Proprio perché conosco molto bene da vicino le vicissitudini di chi è costretto a curarsi fuori dall’isola che ho scritto quello che ho scritto. Lei mi sembra una persona che sta soffrendo per via della sanità che manca in Sardegna, ma non pensi di essere l’unica. E si risparmi le sue patetiche maledizioni.

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