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Chiuso a Sant’Antioco il Museo del Bisso! In dieci mesi Comune e Regione non sono riusciti a riparare… un impianto elettrico!

bisso

Chiara Vigo davanti al Museo del Bisso (la foto di Egisto Nino Ceccatelli è tratta dal sito comune-info.net

Da qualche giorno il Museo del Bisso di Sant’Antioco è chiuso. Chiara Vigo, l’unica donna al mondo che utilizzando un metodo antichissimo che le è stato tramandato dalla nonna, produce dai filamenti delle nacchere di mare questa preziosissima seta, ha dovuto lasciare i locali del Montegranatico. Le erano concessi in uso dal comune dal 2005, ma l’amministrazione ora li ha dichiarati inagibili per problemi all’impianto elettrico.

Il museo del bisso è stato visitato in questi anni da decine di migliaia di turisti, Chiara Vigo è conosciuta in tutto il mondo. Oggi il museo del bisso di Sant’Antioco è chiuso.

Eppure i problemi all’impianto elettrico erano stati certificati dal comune a dicembre scorso, dieci mesi fa. Ma dieci mesi fa non sono bastati al sindaco di Sant’Antioco e all’assessore regionale alla cultura né per riparare l’impianto elettrico né per trovare una sistemazione alternativa al museo. E a nulla sono servite le mobilitazioni, le interviste, le richieste di intervento per consentire alla Vigo di restare nei locali che da dieci anni ospitavano la sua arte millenaria.

Dieci mesi. Dieci mesi per non risolvere nulla. Un sindaco e un assessore regionale.

Di cosa vogliamo parlare?

Casi del genere ce ne sono a decine, tutti coloro che hanno a che fare con l’amministrazione pubblica ne sanno citare almeno uno.

L’assessore Maninchedda, nel suo post “Ieri a Bonorva un allarme per la Giunta”, dice che ha notato nel territorio una inquietudine legata proprio a questa incapacità dell’amministrazione Pigliaru di risolvere problemi semplici, la famosa “ordinaria amministrazione”, come quella della fermata del pullman per i residenti della lottizzazione di Capoterra (da me raccontata nel post “Mettere una fermata del pullman in più? Impossibile!”. Le “grandi sfide” che la Sardegna perde ogni giorno) e come, aggiungo ora io, l’impianto elettrico non a norna del Museo del Bisso di Sant’Antioco.

L’assessore (che mi perdonerà se sintetizzo brutalmente il suo pensiero) ritiene che per ovviare a questo pericoloso scollamento tra la macchina burocratica e i bisogni delle comunità bisognerebbe portare la giunta direttamente nei territori. Io sinceramente non riesco a capire a cosa servirebbe questo Pigliaru Magical Mistery Tour: se un assessore in dieci mesi non è riuscito a risolvere un problema semplice, perché dovrebbe come d’incanto risolvere tutto con una semplice trasferta?

Questa giunta è composta da brave persone, che però sono quasi tutte inadeguate ad affrontare l’immane compito che è stato loro assegnato. Ma dopo due anni e mezzo di governo, è ingeneroso affermare che forse il primo ad essere inadeguato è proprio il presidente che quelle persone le ha scelte e oggi continua pure a difenderle?

Questa inadeguatezza della Regione si vede nelle cose grandi, ma soprattutto nelle piccole.

Attraverso un regolare appalto, oltre un anno fa la l’amministrazione ha commissionato ad una società privata la realizzazione di un nuovo portale turistico. Il portale è stato realizzato e consegnato dieci mesi fa, ma non è stato mai messo on line. Perché? Mistero. Anche perché il portale è perfettamente funzionante, ha superato tutte le insidiosissime verifiche effettuate dagli occhiuti funzionari regionali, ed è stato pure pagato.

L’amministrazione regionale ha pagato un nuovo portale regionale turistico e non lo usa: serve una giunta convocata nei locali del competente assessorato per capirlo? Non penso.

Il ministro Franceschini qualche giorno fa a Cagliari ha detto che il sì al referendum migliorerà la capacità della Sardegna di collocarsi nel mecrao mondiale del turismo: dotarsi di un nuovo sito (già pagato) invece no?

Sempre il ministro Franceschini ha detto che le statue di Mont’e Prama possono essere un traino per il nostro turismo: è vero. Ma perché ministero e presidenza della giunta non rendono noti gli accordi che porteranno a breve alla nascita della Fondazione Mont’e Prama, una fondazione misteriosissima, il cui progetto (da mesi oggetto di uno scambio di bozze di statuto tra ministero e presidenza della Regione, vedi protocollo 0005346 del 25/07/2016) è sconosciuto anche agli addetti ai lavori? Non gioverebbe alla causa dei beni culturali nell’isola un dibattito pubblico su un progetto del genere?

A proposito di scollamento della giunta dalla realtà: da oltre un anno il presidente Pigliaru non convoca l’Osservatorio regionale per il Volontariato: perché? Mistero. Questa è la lettera che i componenti qualche giorno fa gli hanno inviato. Oggetto: #lasardegnachenonfunziona.

L’assessore Maninchedda dice che molti intellettuali sono stati tenuti lontani da questa amministrazione, e in un eccesso di generosità fa anche il mio nome tra quelli che avrebbero potuto dare il loro contributo. Ringrazio per il pensiero, ma non ho mai smaniato per avere un incarico. Quando l’ho avuto (oltre dieci anni fa), l’ho lasciato appena ho potuto. Non cerco consulenze, né a beneficio mio né a beneficio di qualche mio parente (prendo atto che le triangolazioni e i giochi di sponda vanno molto di moda anche in questa giunta).

Le mie riflessioni sono gratis (perché il blog non è il mio lavoro) e a disposizione di tutti. Il presidente Pigliaru ha il mio numero di telefono (e infatti in questi due anni e mezzo lo ha anche usato, due volte, per farmi sapere che non aveva gradito alcune mie riflessioni).

Io e tanti altri parliamo e scriviamo con una libertà pari solamente al nostro disinteresse, e continueremo a farlo: peccato però che questa giunta non ascolti e non voglia ascoltare.

Un amico che si occupa di agricoltura qualche settimana fa mi ha detto: “Per un po’ di tempo ho cercato di dare il mio contributo, inviando considerazioni e suggerimenti, ma poi ho capito che non ascoltavano, che era tempo perso”.

Un altro che si occupa di trasporti è stato più drastico, e il suo commento lo censuro. Da pendolare sulla rotta Cagliari-Milano dico solo che è profondamente ingiusto pensare di aumentare il costo dei biglietti per i voli che stanno negli orari più richiesti; non sarebbe invece più corretto abbassare i prezzi per i voli meno richiesti (a parte i primi voli, nel Cagliari-Linate del venerdì mattina ci sono ad esempio sempre pochissime persone)? Perché l’assessore ai Trasporti lavora per far guadagnare di più Alitalia e non per far risparmiare me?

Volendo, l’elenco delle contraddizioni potrebbe anche continuare, ma per oggi ci fermiamo qui.

Non è vero che gli intellettuali sono lontani da questa giunta, è questa giunta ad essere lontana dalla Sardegna. Dappertutto si sente come un senso di impotenza davanti alle mille situazioni ormai alla deriva che fanno di quest’isola una regione allo sbando, governata da una classe politica che ormai pensa in gran parte solo a come restare al potere anche dopo la fine di questa legislatura.

Dopo due anni e mezzo, non c’è niente che mi leghi idealmente a questa amministrazione che pure ho votato e sostenuto, e che mi auguro concluda il suo mandato prima della fine naturale della legislatura.

Certo, prima della salvifica catastrofe vorrei che ridesse il museo a Chiara Vigo, che mettesse on line il nuovo sito turistico della Regione e che migliorasse i collegamenti tra Cagliari e Milano. Ma dubito che questo possa riuscire a farlo in tempi brevi.

 

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21 Comments

  1. Che dispiacere constatare ancora una volta che i peggior nemici dei sardi sono i sardi stessi.
    Ma nn impareremo mai a condividere, a collaborare e a sostenerci da soli?
    Certo se poi la giunta regionale ha deciso di vivere in una torre eburnea ! Ma anche noi sardi abbiamo tante responsabilità individuali

  2. mi spiace. Ci sono andato con i miei studenti e, al di là dell’interessamento della signora Vigo, mi ha colpito la sua capacità di affascinare, con racconti che sembravano rimandare a antiche storie, proprio un pubblico di adolescenti. Non so se sia colpa della Regione o del Comune di Sant’Antioco (non mi interesso di politica), ma forse è colpa della scarsa attenzione dei concittadini che forse avrebbero potuto far i più.

  3. Possibile che in Italia le cose belle c è le perdiamo così stupidamente non riusciamo a mantenere quello d più prezioso che abbiamo Vergogna

  4. Antonella says:

    Nessuno ha chiuso niente. Il museo del bisso in realtà è una mostra personale di una privata cittadina che a seguito dello sfratto ha trasferito la sua esposizione e la sua attività dal Monte Granatico, di proprietà del Comune, ad altro immobile a pochissimi metri di distanza. Inoltre, a Sant’Antioco ci sono altra donne che lavorano il bisso marino in tutte le sue fasi, dalla dissalatura della fibra alla filatura e tessitura

    • Quindi non è successo niente?

      • Sì, è più o meno così: non è successo un granché; non si è chiuso alcun museo ma per ragioni tecniche si è sfrattata una signora molto brava a farsi pubblicità che ottiene gratuitamente l’uso di un ambiente di proprietà pubblica. Quanto alla presunta “pubblicità positiva” per la Sardegna o per Sant’Antioco (e le decine di migliaia di turisti) sono leggende metropolitane come mille altre.
        Se qualcuno volesse avere maggiori informazioni vada sul sito del Museo di Storia Naturale di Basilea, che lavora attivamente sul bisso e fornisce notizie attendibili su base scientifica (e mette in dubbio ciò che dice Chiara Vigo).

        http://www.muschelseide.ch/en/aktuell.html

        Another history of sea-silk in Sant’Antioco

        Claudio Moica, Sardinian journalist, has written a series about the history of the sea-silk manufacturing in Sant’Antioco in the 20th century. They are accessible on the homepage of the local Gazzetta del Sulcis (http://www.gazzettadelsulcis.it/archivi.asp)

        10/7/2014: Si scoprono nuovi maestri della tessitura: il bisso a Sant’Antioco
        31/7/2014: La difficile ricostruzione della vita di Italo Diana, il misterioso maestro del bisso di Sant’Antioco
        4/9/2014: Felicitas Maeder e la ricerca della verità intorno alla storia del bisso
        18/9/2014: Gli insegnamenti del maestro Italo Diana ad Efisia Murroni, l’ultima allieva del bisso
        9/10/2014: Italo Diana ricordato dai figli di Jolanda Sitzia: L’allieva e la rievocazione del maestro
        23/10/2014: Le sorelle Pes maestre di tessitura e di bisso: La passione di Assuntina e Giuseppina

        These articles show another history of sea-silk manufacturing in Sardinia, more sober, less legendary, but real.

      • Gentile Marco, dire che “non si è chiuso alcun museo ma per ragioni tecniche si è sfrattata una signora molto brava a farsi pubblicità” è un modo molto ipocrita per negare la realtà. E testimonia che si sono usati dei pretesti per liberarsi di una persona che probabilmente non piace a molti. Inoltre, dopo undici anni vi accorgete che il Museo del Bisso è in uno spazio pubblico? Dopo undici anni?

      • Ma no. Non sono del posto e non mi interessano i litigi. Mi preme sottolineare che non c’era un museo da chiudere e che il contenuto di ciò che fa la signora Vigo ha poco di culturale e turistico, per questo ho fornito il link. Atrimenti continua a passare il messaggio che i sardi sono dei pecorai poco interessati ai musei e li fanno chiudere. Ci si è messa anche Maria Grazia Cucinotta. Sarà pure vero ma non in questo caso.
        Se sono passati undici anni (non lo sapevo) mi rallegro con la signora che non ha pagato l’affitto così a lungo. Dal suo punto di vista ha fatto benissimo.
        Se te la vuoi prendere con l’amministrazione comunale puoi dire che è disarmante lasciare che l’argomento del bisso, per il quale è attestata una lunga tradizione a Sant’Antioco, venga lasciato in queste mani. Perché è anche vero che quando si parla di bisso si finisce a parlare della signora Vigo.
        Purtroppo la Sardegna è anche questo e non solo per il bisso.
        Saluti

    • Fabrizio says:

      ecco qua, il vero motivo della chiusura: gli inquinatori di pozzi di cui è piena Sant’Antioco. Gente che non ha realizzato niente nella propria vita (donne soprattutto) e che non possono reggere che qualcun altro/a siano conosciute e famose in tutto il mondo! Più che invocare la presenza di altre presunte maestre, e di denigrare chi ha portato Sant’Antioco nel mondo provate a dare un senso alla vostra vita. Quel senso che finora non siete riuscite a dare a esistenze inutili giocate sul filo dell’invidia e dell’odio verso chi ha realizzato, a differenza vostra, qualcosa nella vita.

      • Ospitone says:

        Concordo…un vecchio vizio tutto nostro!!!
        Con questa mentalità avvelenata resterà solo il deserto.

      • evangelina campi says:

        Chiara Vigo è il solo Maestro di Bisso .
        Tutto il resto è noia , invidia e cattiveria

      • Antonella says:

        Come già scritto, il museo del bisso in realtà era una mostra personale (a spese della collettività) di una privata cittadina che a seguito dello sfratto ha trasferito la sua esposizione e la sua attività dal Monte Granatico, di proprietà del Comune, ad altro immobile privato, a pochissimi metri di distanza, non più a spese della collettività. A Sant’Antioco oltre alla signora Vigo ci sono anche altre donne che lavorano il bisso marino e senza inventarsi niente!. Può non piacere ma è la verità..

  5. Sisía says:

    Condivido. Siamo allo sbando più totale.

  6. Bravo Vito, continua a scrivere liberamente, io, e penso molti altri, ti leggo proprio per la tua lucida obiettività.

  7. antoni says:

    a proposito di cose da fare…..si è poi saputo come è andata a finire la battaglia di Maninchedda contro l’affitto ( 768 mila euro netti l’anno ) che la Regione paga all’Immobiliare Europea di Zuncheddu ????

  8. Francesco Utzeri says:

    Egregio Biolchini,
    Ogni volta che leggo un suo intervento, riguardante la politica regionale, mi fermo un attimo per riflettere quanto lei può essere “prevenuto” nei confronti di questa giunta, mi pare da lei criticata fin dalla nascita. Una seconda lettura, più attenta, dello stesso articolo, mi porta a rivedere sostanzialmente la mia prima impressione e mi rendo conto che le sue considerazioni non possono che essere condivise. Io non conosco la signora Vigo, né mai ho visitato il museo, ma ho seguito sulla stampa il difficilissimo percorso, perseguito tenacemente dalla signora, per far nascere questo piccolo gioiello, quale immagino sia.
    Le testimonianze entusiastiche e certamente disinteressate, di chi ha avuto il piacere di visitare questo cammeo della tradizione, testimoniano quanto è opportuno salvaguardare iniziative di questo tipo. Quindi, Biolchini, non demorda, continui a sollevare le critiche, anche se chi dovrebbe ascoltare, si sia munito di tappi per le orecchie.

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  10. Giovanni Serreli says:

    La lettera/appello inascoltata dei Volontari a proposito dell’Osservatorio regionale per il Volontariato, non mi sorprende affatto: anche l’Osservatorio Regionale Musei (L.R. 20 settembre 2006, “Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura”, art.14: Osservatorio regionale dei musei), regolarmente eletto in seno all’Assessorato dei Beni Culturali ormai due anni fa, non è mai stato convocato. Eppure l’Assessore Firino, in una Tavola Rotonda con l’ex ministro Bray, di oltre 15 mesi fa, assicurava l’imminente convocazione dell’organo previsto dalle norme regionali. Siamo ancora in attesa. Non sarà che, per caso, abbiamo dato il nostro voto e il nostro sostegno a una maggioranza regionale (e quindi una Giunta) che ha chiuso tutti i canali di comunicazione con la cd società civile e con gli organi, previsti dalle sue stesse norme ed eletti in seno ai suoi stessi uffici?
    Valorizzare il patrimonio culturale: ma di cosa stiamo parlando? Recentemente a Mamoiada l’assessore ha nuovamente parlato di rete, di collegamento fra musei e presidi culturali locali. Sono due anni e mezzo che ne parla ma non applica la legge 20 / 2006, ovvero non premia chi rete prova a farla già e chi ha raggiunto gli standard richiesti. Ovvero non propone norme più consone alla sua strategia. Magari perché strategia di promozione e valorizzazione culturale e turistica non ce n’è.
    Giovanni Serreli, direttore del MudA di Las Plassas, eletto nell’Osservatorio Regionale Musei, mai convocato

  11. “che mi auguro concluda il suo mandato prima della fine naturale della legislatura.” BUCCA RUA SANTA!

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