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A Cagliari Zedda stravince: punterà alla Regione? Ma sulla politica sarda non soffia alcun vento nuovo

Zedda

Massimo Zedda se la ride: e ha ragione lui!

Massimo Zedda vince, anzi stravince. Perché con il 50.9 per cento si riconferma al primo turno (caso raro in questa tornata elettorale) e perché la sua strategia si è rivelata azzeccata: tenere lontani da Cagliari i leader italiani del Pd per evitare di essere messo in crisi sul referendum costituzionale e imbarcare i sardisti (all’opposizione alla Regione e strapieni di esponenti del centrodestra: determinante il loro 7 per cento) è stato determinante per evitare sul filo di lana il ballottaggio. In ogni caso, la sua è anche una vittoria popolare: al netto dei giochi di potere che ne hanno favorito l’affermazione al primo turno, il sindaco ha incassato un risultato pieno, senza ombre, di cui gli va dato merito.

Zedda vince, ma chi sono gli sconfitti? Innanzitutto il Movimento Cinque Stelle. Il risultato cagliaritano è veramente modesto (appena il 9 per cento) ed ha oggettivamente spianato la strada alla riaffermazione di Zedda al primo turno. Dopo la mancata corsa alle regionali, i grillini nell’isola sono ad un bivio: o si strutturano e migliorano la qualità della loro classe dirigente o rischiano l’irrilevanza.

Risultati molto sotto le attese anche per Paolo Matta ed Enrico Lobina (2.5 e 2.2 per cento). È vero che non potevano contare su chissà quali risorse ma da loro ci si attendeva qualcosa di più. Anche la loro sconfitta nei prossimi giorni dovrà essere analizzata con attenzione ed è segno che gli spazi per un progetto alternativo ai due poli si stanno riducendo sempre di più.

Poi c’è Piergiorgio Massidda, anch’egli indubbiamente sconfitto. Ma senza di lui Zedda avrebbe vinto col 60 per cento, per cui non è che possa rimproverarsi chissà che. Forse avrebbe potuto fare una campagna più precisa e mirata, ma il suo obiettivo era quello di giocarsi tutto al ballottaggio e per poco non ci riusciva. Di sicuro con la sua sconfitta Cagliari volta pagina: la città di destra che dal secondo dopoguerra fino al 2011 ha tenuto in pugno la politica non esiste più. Ora ci sono nuovi poteri che si muovono.

Il primo è quello di Massimo Zedda. È giovane e può vantare una doppia elezione a sindaco di Cagliari e sindaco dell’area metropolitana e, forse, anche senatore. Ora deve decidere cosa fare e il bivio è e quello solito a cui si sono trovati anche i suoi predecessori: andare a Roma o provare a diventare presidente della Regione?

Sia Mariano Delogu che Emilio Floris utilizzarono il loro secondo mandato per posizionarsi in vista dell’obiettivo politico che intendevano raggiungere. Fallito l’assalto a viale Trento, ripiegarono su Palazzo Madama. Riuscirà Massimo Zedda ad essere il primo sindaco di Cagliari dai tempi di Giuseppe Brotzu a diventare presidente della Regione?

Con le politiche nel 2018 e le regionali nel 2019 (ma secondo me andremo a votare per entrambe fra un paio d’anni) Zedda non ha molto tempo a disposizione per capire cosa fare. Innanzitutto dovrà operare una scelta di campo per quanto riguarda il referendum costituzionale di ottobre e conseguentemente capire quale sarà il suo partito: entrare nel Pd o tenere in vita in Sardegna Sel? Entro l’anno deve decidere.

Se punta ad incassare subito il consenso raccolto, di sicuro la sua seconda consiliatura rischia di essere molto breve. Grandi invece sono i problemi ancora da affrontare in città: dalla raccolta dei rifiuti al piano urbanistico, per non parlare dell’emergenza abitativa. Ma ogni secondo mandato è sempre stato sottotono rispetto al precedente perché piegato alle necessità di carriera politica del sindaco, per cui è meglio non farsi troppe illusioni.

Anche fare la giunta per Zedda non sarà semplice. Riuscirà a imporre i suoi nomi o dovrà utilizzare il manuale Cencelli per accontentare tutti i partiti della sua coalizione? Ogni sigla ha iniziato il posizionamento in vista delle prossime regionali quindi sarà difficile far recedere dai loro appetiti una serie di aspiranti assessori che puntano a fare il grande salto dall’altra parte di via Roma. E i sardisti cosa chiederanno per essere stati così determinanti? Chiederanno di entrare nella maggioranza che governa alla Regione?

Le urne cagliaritane suggeriscono anche un’altra considerazione: il centro destra è sparito, i Cinque Stelle non sfondano e i partiti identitari vivono solo dentro la pancia del centrosinistra. E a poco più di due anni dalle ultime regionali i voti raccolti da Michela Murgia e dalla sua Sardegna Possibile si sono come volatilizzati.

Al momento non si vede dunque una alternativa a questo blocco di potere che vede al centro il Pd e che è capace di attrarre dai comunisti al Centro Democratico, passando per le sigle del mondo identitario (sardisti, Partito dei Sardi e Rossomori).

Logiche da pentapartito più che da Partito della Nazione, verrebbe da dire. E a vedere i risultati di Roma, Milano, Torino e Napoli, Cagliari e la Sardegna rappresentano oggi quanto di più arretrato e meno innovativo la scena politica italiana presenti.

Qui non soffia nessun vento nuovo. Ma proprio per niente.

 

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26 Comments

  1. Ma quali giochi di potere? In questo sito, lei parla di Zedda come se fosse un latitante.

  2. Marieddu. says:

    A Cagliari nessun vento nuovo… a Roma e Torino invece si.
    La colpa è dei cagliaritani 5 stelle che non hanno saputo proporre una persona idonea oppure dei cittadini che non hanno voluto cambiare?
    Personalmente propenderei per la prima ipotesi.

  3. su polemicu says:

    La politica di Zedda andrebbe analizzata sulle scelte fatte per la città. Mi rifiuto di condannarlo per la presenza del Pd e Sardisti all’interno della coalizione. Lo criticherò invece sulle scelte che deciderranno le sorti della città, sul disegno che ha in mente per i prossimi 5 anni. Scusate ma il vento del cambiamento si vede dalle azioni messe in campo in questi 5 anni. Io ho l’impressione di una città che ragiona in maniera diversa, che ha un diverso rapporto con lo spazio pubblico, in cui il trafficio veicolare è sempre meno importante, in cui l’illegalità è scoraggiata e in cui vengono promossi diritti civili e accesso alla cultura. E’ vero, non c’è stato l’assistenzialismo degli anni passati ma per me fare cultura è anche e soprattutto rimuovere quello schifo dall’anfiteatro o aprire al pubblico Tuvixeddu. Per quanto riguarda l’edilizia abitativa ritengo più importante ridare dignità a Sant’Elia attraverso un parco che cercherà di avvicinare il quartiere alla città piuttosto che realizzare nuove abitazioni a canone zero. Ma soprattutto il vento di cambiamento si percepisce all’interno degli uffici pubblici, un anedotto su tutti… una impiegata si lamentava di Zedda perchè non permetteva ai suoi colleghi di fare gli straordinari, “a quelli c’hanno figli, che ne hanno bisogno…” Le risposi che se non c’era bisogno di fare gli straordinari quei soldi non dovevano essere spesi inutilmente. Lei mi ha risposto… “si, però sa cos’è, è che forse prima rubavano loro e rubavamo un pochettino anche noi tutti… “Tutta colpa di Zedda.

  4. Fenicio says:

    Concordo Pienamente,

  5. Pingback: Le elezioni sono finite e i problemi “naturalmente” si aggravano. L’interrogativo è sempre comunque: che fare? Ci servono ora riflessioni e proposte non addomesticate… | Aladin Pensiero

  6. Luca Carta Escana says:

    Più che partiti del mondo identitario, Psd’Az, RM e PdS sembrano partiti identici, accomunati da quel poltronismo sardista che tanti danni sta facendo alla Sardegna (e che va riempiendo qualche misera tasca).

    Sardegna Possibile è stata una iattura: nel tentativo di regalare un brivido a chi si sentiva tradito da PD e RC, ha portato all’implosione di ProgReS – unico partito indipendentista che avesse una struttura democratica con una visione aperta al mondo e al futuro della nazione sarda.

    Se ne potrebbe uscire in questo modo (senza fare riferimento al mondo autonomista, che collassi in pace): chi ha fallito si fa da parte; si cercano finanziamenti puliti; si cambiano le regole del gioco – si crea un quotidiano di alternativa; si fa una radio di denuncia; si investe sul web in maniera coraggiosa, ovvero più contenuti e meno grafiche cool; si diffonde una pedagogia dell’indipendenza – ignorando quei presunti maestri che, sfruttando etichette neoautonomiste, seguitano a mangiare a quattro ganasce. Del popolo sardo, di cui si riempiono tanto la bocca, certo meritano il disprezzo.

    Molto ci sarebbe da aggiungere, ma ho conosciuto un certo mondo e so che verrà fatto un bel nulla. Appuntamento tra due anni per lamentare l’ennesima occasione perduta. Oppure no?

    • Marieddu says:

      Bello ma impossibile: nessuno si farà da parte e l’unica alternativa sarà scalzare i poltronisti a suon di voti. Il PdS è un partito personale, Rossomori idem. L’unico partito dove si può fare politica seriamente e dove si possono portare delegati veri è il PSdAz: bisogna re-iniziare da lì. Non è facile, è quasi un’impresa disperata, ma non vedo alternativa: i veri sardisti non sono affatto contenti di questa leadership.

  7. Don Joe says:

    Non sono d’accordo con quello che hai scritto sui 5 stelle.
    5 Stelle prese 2,04% (1913 voti) alle comunali 2011 e Domenica scorsa il 9,27% (7278 voti). Voti incrementati dal 2011 al 2016 di 4,5 volte. Considerato che il voto al Sindaco non è assimilabile ad altre elezioni (tipo europee), sbagli quando dici che sono sconfitti e irrilevanti perchè:
    1) il 9% di per se non è poco, risulta il secondo partito più votato dopo il PD.
    2) se incrementare i voti di 4 volte e mezzo (450%) è un fallimento, gli altri partiti vorrebbero tutti essere cosí falliti.
    Zedda ha preso anche i voti di chi semplicemente ha visto una città migliorata nei suoi servizi, e alcuni di questi votano abitualmente M5S. Nonostante questo, sono riusciti ugualmente ad incrementare i loro voti.

    Ciao!

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  9. Sebastiano Schirru says:

    Ma davvero vorresti a Cagliari il vento che soffia a Roma e a Napoli? Qual è l’innovazione che avrebbe fatto bene a Cagliari? Il movimento Cinque stelle? Questo Movimento Cinque stelle? O Enrico Lobina?

    Così, per curiosità, ma Marieddu chi è? Perché se non mette il suo nome e le sue patenti non si capisce in base a quali titoli dovrebbe fornire agli altri la patente di indipendentista vero. L’unica cosa che si capisce è che c’è l’ha con Maninchedda and company. Un po’ pochino per qualificarsi. Oppure già troppo, a seconda

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  11. GhostWriter says:

    Ci sarebbe da capire se guardando dietro le varie sigle e siglette (soprattutto quelle di ispirazione sardista) gente come Chessa, Tramaloni, Lai, Porrà, Adamo, Bistrussu ecc. sia solo salita sul carro dei vincitori o sia diventata parte integrante dello schieramento, replicando il modello renziano applicato con Alfano, Verdini e simili.
    Giusto il tema del referendum: ora Zedda sarà costretto a scoprirsi. Sel a breve come sigla dovrà scomparire in favore di Sinistra Italiana che ha già impostato la linea ed è già sulle barricate del NO. La mia impressione personale è che sia decisamente su posizioni renziane e che quindi la naturale conclusione del suo percorso “interiore” sia (ri)unirsi al pd, anche se ha un ambiente tale intorno che potrebbe proteggerlo e permettergli di continuare a giocare al gioco delle 3 carte.

    • Marieddu. says:

      Dietro Tramaloni sono persone che a Cagliari città non hanno mai sfondato: Maninchedda, Frantziscu Sedda, Ornella Demuru. In pratica Tramaloni (che nel 2011 aveva corso con Forza Italia) è il loro passepartout per “entrare” nel Comune di Cagliari e acquisire le conoscenze giuste per poi relegarlo in ruoli di secondaria importanza (come hanno già fatto nel 2014 con i loro concorrenti alle regionali). Chessa e Lai: non gli frega nulla del sardismo (dubito approvino l’art. 1 dello statuto del PSdAz, che recita in modo chiaro l’intento indipendentista), pertanto in questo caso hanno dimostrato di volere correre per entrare e “sedersi”.
      Pentapartito, felici e contenti.

      • Ghostwriter says:

        Il fatto è che portano voti, tanti voti. Se si considerasse il solo Chessa, i suoi voti avrebbero portato al ballottaggio. Se si fa la somma dei voti di tutti i transughi si arriva quasi al pareggio. Detto questo mi chiedo quale possa essere la fedeltà di costoro nel tempo e anche quale costo dovrà pagare Zedda per questa vittoria al primo turno? Parto dal presupposto che probabilmente avrebbe vinto lo stesso anche a un eventuale ballottaggio, soprattutto perché come capitato 5 anni fa con Fantola anche questa volta la candidatura forzata di Massidda non è andata giù a molti del fu centro-destra, però senza doversi tirare dietro questi figuri. E’ impensabile che costoro non richiedano un tornaconto, allo stesso modo in cui nessuno crede che Verdini sostenga Renzi per amor di patria e non per qualche promessa ancora da evadere.

  12. Francu says:

    zedda ê stato bravo non c’è dubbio. Oltretutto sel è andata bene e il psdaz non è divenato il secondo partito della coalizione. Insomma ha vinto su tutti i fronti. Ha tenuto lontano l’abbraccio mortale del PD e di Renzi e ora si propone per completare un lavoro discreto fatto per la città. Avrà tempo per andare all’incasso. Probabilmente sarà la Regione, ma non subito. Ha tempo

    • Grazia Pintore says:

      Mi sono meravigliata che Zedda abbia vinto al primo turno,ora ho capito il perché,ha evitato”abbraccio mortale del PD e di Renzi”.Quest’uomo,con la sua arroganza,supponenza,non si è ancora accorto com’è deleterio per il PD e mi auguro che continui con la sua straffottenza così perderà il referendum ,la cui vittoria del sì porterebbe l’Italia al fascismo.Bravo Zedda.

  13. E’ molto difficile oggi trovare persone che sappiano scindere l’analisi di un risultato dal risultato.
    Oggi in molti esultano per la rielezione di Zedda senza porsi nessuna domanda, persone che io reputo attente, mature e non superficiali,
    che sono sempre pronte a contare ogni pelo del sedere dei 5 Stelle o del centro destra, oggi no. Oggi si esulta, senza se e senza ma.
    E’ difficile quando ci si senti schierati politicamente o ideologicamente accettare di criticare la propria parte e/o essere capaci
    di abbandonarla, se dovesse servire, è molto ma molto più facile tifarla, sempre.
    Questa è la mia analisi (cerco di essere sintetico, ma ci sarebbe molto di più da commentare e scrivere).
    Zedda ha vinto soprattutto grazie agli ex udc che ora sono nel suo schieramento (mimetizzati nel Pd, Sardisti ecc ecc),
    persone che hanno fatto opposizione anche dura (a parole) in questi 5 anni, che da soli hanno portato più di 2000 voti e se siete un po bravi
    in matematica si fa presto a capire che con 2000 voti in meno Zedda avrebbe preso meno del 49%… cioè ballottaggio.
    Senza contare che nel 2011 ha preso 2300 voti in più rispetto ad oggi (2300+2000 ex udc =4300 voti persi in 5 anni).
    Politicamente significa che Zedda, pur di vincere, ha fatto “campagna acquisti”, altro che nuova politica.
    Zedda ha vinto anche grazie alle opere pubbliche (che valuto positivamente) e ha lavorato bene sulla viabilità e la mobilità (anche se si può sempre fare di meglio),
    senza fare molto altro ma l’elettore medio vede soprattutto quello.
    Trovo curioso che un elettore di sinistra voti (e osanni) Zedda per le opere pubbliche per poi criticare gli anni di Delogu.
    Zedda e i suoi hanno portato avanti a testa bassa progetti (alcuni giusti) quasi senza ascoltare nessuno se non loro stessi (vedi i ROM
    a Mulinu Becciu o la gestione del Lirico) si sono spianati la strada disfandosi di chi non si è allineato (vedi bravi assessori rimossi),
    hanno fatto la morale a tutti, si sono messi su un piedistallo ed hanno comandato in totale assenza di ascolto
    verso chiunque e al tempo stesso riempiendosi la bocca di politica partecipata, negando spudoratamente davanti a qualsisi evidenza
    (esempio i lavori fatti a Natale senza ascoltare i negozianti, i lavori al bastione e soprattutto lo spettacolare muro di piazza S.Michele
    sul quale hanno dichiarato di avere avuto l’ok del parroco e del quartire, smentiti dal parroco e
    da una raccolta di più di 1000 firme in quartiere… a questo proposito vorrei anche sapere come si porrà quel consigliere comunale
    che 6 mesi fa all’opposizione ha fatto una interrogazione contro il muro, ora che è in maggioranza potrà farlo buttare giù, no?).
    E a destra?
    A destra un disastro. Fino a due mesi fa c’erano due candidati (Massidda e Vargiu) che per motivi diversi non erano presentabili.
    Vargiu, che personalmente ritengo meglio di Massidda, a Roma sostiene Renzi nel gruppo di Monti, poco credibile come avversario di Zedda a Cagliari,
    è stato intelligente e furbo a fare un passo in dietro. Massidda invece non ha l’appoggio di tutto il centrodestra per diversi dispettucci
    del passato e, pur avendo lavorato benino all’autorità portuale, non è ben visto da una grossa parte della cittadinanza e aggiungo io
    bisogna avere una grande faccia di legno per presentarsi dopo 25 anni di carriera come quello che porta “la nuova politica”.
    Bastava tirare fuori un giovanotto “nuovo” con i capi bastone dietro a manovrarlo e al ballottaggio ci sarebbero arrivati,
    invece la loro strategia è stata solo quella di avere più liste possibili e più candidati consigliere possibili, evidentemente non basta più.
    Senza contare che la loro campagna elettorale è stata incentrata su criticare Zedda enfatizzando temi poco consistenti (tipo le piste ciclabili)
    e dando poco peso a quelli più consistenti (spopolamento, cultura, partecipazione…)
    I 5 Stelle secondo me hanno una buona base elettorale qui a Cagliari per ciò che riguardi le elezioni nazionali, ma sono inesistenti sul locale,
    tanto inesistenti che anche Grillo non ha mosso un dito (come fece per le regionali), se Grillo fosse venuto probabilmente il 10-15%
    l’avrebbero preso.
    Chiudo dicendo che comunque, pur non avendo votato Zedda, l’avrei votato al ballottaggio tappandomi molto il naso. Dentro di me
    conservo la speranza che se non lui, almeno alcuni dei suoi siano in grado di uscire dal loro orticello per imparare ad ascoltare e
    a fare davvero politica in un modo meno arrogante (scusate, sono sempre un sognatore).

    • Lunga analisi, ma alla fine nonostante tutto ciò è riuscito a vincere. Chiaro che ha preso degli ex-post-DC in casa però alla fine è riuscito a vincere e pure senza fare niente di particolare.
      I lavori importanti, parcheggi dentro i bastioni e trenino per il poetto sono ancora lì da fare. La vera “torta” ovvero la raccolta rifiuti e il relativo appalto da 200 e passa milioni è tutta da inventare (finiremo come Parma con la spazzatura per strada?).
      Le figuracce e i cantieri assurdi, li hai ricordati tutti, sono all’ordine del giorno.
      Eppure ha vinto.
      Mi chiedo proprio noi cagliaritani con che criterio votiamo.

      Per Vito: guarda che i 5 stelle hanno già vinto perchè metteranno 3 consiglieri. A Torino nel 2011 ne misero solo 2 e oggi sono al ballottaggio. Magari anche Cagliari rinsavisce.

  14. Marieddu says:

    Cerchiamo di non insultare gli indipendentisti: le sigle sono quelle, ma gli eletti manifestano un credo politico decisamente differente! Non vorrai dire che Chessa (ex UDC) o Tramaloni (ex Forza Italia) siano indipendentisti? Ma per favore!!! Attendiamo le dichiarazioni programmatiche degli eletti…

  15. Antonio says:

    A coloro che esultano e brindano inebriati dal successo, dico che la Destra non è stata spazzata via proprio da nessuno, bensì si è dissolta da sola. Venuto meno il gatto dalle sette vite (Berlusca), i topi (meglio sarebbe chiamarle merdonas o sorci) hanno cominciato a ballare e il CD è imploso, come prevedibile. Ricordo che quando vinceva Berlusca, ma anche Prodi, e poi i sindaci del ventennio azzurro a Cagliari, a votare andavano tra il 70 e l’80% degli aventi diritto. Adesso, quando va bene, siamo al 60%. Zedda ha vinto pienamente, legittimamente e democraticamente. Ma gode del consenso del 30% dei cagliaritani (il 50% del 60% che hanno votato). A Roma abbiamo al potere (meglio, allo strapotere) un signore mai votato nemmeno dai condomini, che, quanto ad occupazione di poltrone supera il CAF e il “tiranno” Berlusconi messi insieme. E la Sinistra dov’è? Dove sono il popolo viola, le sentinelle della Costituzione, i Nanni Moretti e DariFo, i girotondi (al massimo diventati girotonni) e tutta l’intellighentzia illuminata per anni schierata armata fino ai denti contro il despota di Arcore?
    Fossi nella Sinistra io non esulterei per queste pseudo vittorie. Si vince davvero quando hai davanti un avversario vero e agguerrito, non se hai davanti, mi si permetta un paragone calcistico, la squadra primavera…….Saluti

  16. Ornella Piredda says:

    Io direi che i 5 stelle hanno appoggiato Zedda e non sono tanto sicura che abbia vinto Zedda. Ha la stessa autonomia di un ripetitore.

  17. Roby59 says:

    Se non è vento nuovo chi è riuscito a spazzare via il centro(?)-destra che ha governato Cagliari dal dopo guerra al 2011, chi dovremmo cercare?
    Non sono d’accordo che Massimo Zedda non concluderà la legislatura appena iniziata per fare “il salto” verso la regione o altro. Ha già dimostrato la sua serietà, non solo politica, rinunciando sia al vitalizio della regione (cui era consigliere) dimettendosi due mesi prima di maturarlo, sia alla stessa “poltrona” per dedicarsi seriamente e a tempo pieno alla carica di Sindaco che non può essere condivisa con una altrettanto importante carica al Consiglio Regionale. Altri hanno mantenuto entrambi le cariche e non so se con risultati eclatanti, anche a scopo “pensionistico”
    Un saluto

  18. Fourthciucciu says:

    è la democrazia bellezza.

  19. mmm non sono sicuro che la riconferma di un sindaco di sinistra nella città borghese non sia una novità. La prima volta poteva essere un episodio, dovuto alla debolezza di Fantola (di cui si ricordano i bulloni :). Significa che Cagliari ha svoltato definitivamente ! e non è poco

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