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Migranti in Sardegna, la Prefettura risponde! “Ecco quanti sono, dove sono e in quali strutture”

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Migranti all’arrivo in Sardegna. La foto è tratta da Sardegna Oggi

Due giorni fa, nel mio post “Migranti in Sardegna: la vera emergenza è quella della trasparenza che non c’è”, partendo dalle considerazioni di don Ettore Cannavera e dell’Asce, scrivevo: “Nella gestione dei migranti in Sardegna serve dunque molta più trasparenza di quanta non ne sia stata garantita finora. La prefettura di Cagliari e la Regione devono impegnarsi maggiormente su questo fronte”.
Stasera la prefettura di Cagliari e l’Ufficio del Governo hanno inviato questo comunicato stampa. Si tratta di una prima risposta alle domande più frequenti. Un interessante punto di partenza per eventuali nuove considerazioni e osservazioni su un tema così “caldo”. I neretti nel documento sono miei.

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COMUNICATO STAMPA DEL 25 AGOSTO 2015
ACCOGLIENZA RICHIEDENTI ASILO

Si fa riferimento alle sollecitazioni contenute in alcuni articoli e servizi di stampa degli ultimi giorni, mirate ad acquisire chiarimenti circa la gestione del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo in Sardegna.

Al riguardo, nell’ottica di una quanto più ampia trasparenza nei rapporti con l’opinione pubblica, si ritiene di fornire i seguenti chiarimenti, peraltro ribadendo notizie e informazioni, già in passato più volte rese note agli organi di stampa.

Com’è noto, l’emergenza riguardante i flussi migratori verso l’Italia ha acquisito maggiore consistenza a partire dal mese di giugno del 2014. Per fronteggiare il costante afflusso di migranti sulle coste italiane e, in particolare, della Sicilia, è stato condiviso, in Conferenza Stato-Regioni, un Piano Nazionale di distribuzione, per favorire una equilibrata ripartizione degli stranieri su tutto il territorio del Paese. La Regione Sardegna contribuisce a tale Piano con una percentuale del 2,96%.

Nel corso del 2014 si sono registrati 2878 arrivi, mentre, nel corrente anno, sono giunti 3.670 stranieri.

Il numero dei migranti presenti presso le strutture temporanee di accoglienza nell’Isola risulta, ad oggi, pari a 2.479 migranti, ospitati presso le 61 strutture presenti in Regione. Nella provincia di Cagliari sono attualmente presenti, presso le 38 strutture attive, 1.032 migranti, esclusi i 331 eritrei ospitati alla Fiera, in parte già trasferiti in altri centri di accoglienza italiani, a seguito di scalo tecnico effettuato a Cagliari. Nelle restanti province i dati sono i seguenti: a Sassari, 854 presenze in 9 strutture; a Nuoro, 332 presenze in 7 strutture; ad Oristano 261 presenze in 7 strutture.

Tali dati hanno, ovviamente, natura dinamica, in quanto il turn over delle presenze presso i Centri dipende da numerosi fattori, quali la volontaria rinuncia all’accoglienza, la definizione delle procedure di competenza della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, i trasferimenti volontari presso altre strutture (i richiedenti asilo hanno libertà di circolazione), la revoca dell’accoglienza da parte delle Prefetture in caso di gravi violazioni commesse dagli ospiti dei centri.

Da sottolineare che, come più sopra specificato, i richiedenti asilo, se ritengono, possono lasciare volontariamente le strutture – perdendo, in questo caso, il diritto all’accoglienza – e partire anche dalla Sardegna verso altre destinazioni dopo aver acquistato un titolo di viaggio. Rimane fermo il costante monitoraggio, da parte di tutte le Prefetture, delle presenze nei centri.

Per quanto attiene all’individuazione degli enti ed Associazioni incaricate della gestione delle strutture di accoglienza temporanea, tutte le Prefetture dell’Isola da tempo pubblicano specifici avvisi di invito a presentare manifestazioni di interesse che, per quanto riguarda questa Provincia, sono stati formulati secondo le linee guida fornite dal Ministero dell’Interno, che ha indicato anche i requisiti tecnici e di capacità che gli enti gestori devono possedere per partecipare alle suddette procedure di evidenza pubblica. I citati requisiti possono essere reperiti consultando il testo dei bandi di gara e degli avvisi di manifestazione di interesse pubblicati sul sito di questa Prefettura http://www.prefettura.it/cagliari, sul quale viene, inoltre, data notizia delle procedure avviate e, di volta in volta, dei relativi affidamenti e delle graduatorie finali, nel rispetto delle norme sulla trasparenza amministrativa (seguire il percorso “amministrazione trasparente, provvedimenti, provvedimenti dirigenti, bandi di gara e concorsi, pubblicazioni mensili a tendina”).

Appare superfluo ricordare che, così come accade per tutte le spese sostenute dallo Stato, viene sempre effettuata una pedissequa rendicontazione, soggetta alle conseguenti verifiche degli organi di controllo amministrativo-contabile e giurisdizionale dello Stato.

Ogni Prefettura effettua propri controlli sulla regolarità complessiva della gestione dei centri. Per quanto concerne, in particolare, questa Sede, si informa che è stata appositamente costituita una Commissione di vigilanza, composta da Prefettura, ASL, Forze di Polizia ed eventuali ulteriori enti la cui presenza sia ritenuta di volta in volta necessaria, con l’incarico di procedere alla verifica, compatibilmente con i restanti compiti istituzionali da svolgere, del rispetto degli obblighi contrattuali e delle norme poste a tutela dei diritti umanitari dei richiedenti asilo.

Si fa presente, al riguardo, che operano, altresì, diverse Commissioni internazionali di vigilanza, composte da enti sovranazionali e da organismi umanitari, che periodicamente effettuano visite nei centri di accoglienza e che, a Cagliari, non hanno al momento rilevato particolari criticità.

L’assegnazione dei migranti giunti in Sardegna segue un sistema oramai collaudato.

Come già accennato, all’Isola è attribuita una quota pari al 2,96% – individuata in base alla partecipazione della Sardegna al Fondo per le Politiche Sociali che, in ultima analisi, prevede l’erogazione di risorse in percentuale alla popolazione residente – che comporta una corrispondente assegnazione percentuale sul totale dei migranti giunti in Italia.

Il piano di riparto regionale, condiviso in sede di coordinamento con la Regione Sardegna e l’ANCI, prevede poi la suddivisione, con analogo criterio, dei richiedenti asilo tra le diverse province, con la distribuzione del 47,5% dei migranti in provincia di Cagliari, del 30,3% in provincia di Sassari, del 12,9% in provincia di Nuoro e del 9,3% in provincia di Oristano.

Ciascuna Prefettura, conseguentemente, in base ai posti disponibili nelle diverse strutture presenti in ogni provincia provvede alla distribuzione dei migranti scorrendo le graduatorie approvate, in base anche alla disponibilità, o meno, dei posti in ciascuna struttura.

Considerato il particolare isolamento geografico della Sardegna, le problematiche più rilevanti, già affrontate nelle riunioni del tavolo regionale di coordinamento, riguardano proprio la fase successiva alla prima accoglienza, più strettamente collegata alla necessità di prevedere percorsi di inclusione ed integrazione territoriale per coloro che, non inseriti nella rete SPRAR, hanno manifestato la volontà di rimanere nell’Isola o non hanno i mezzi per potersi allontanare dalla Sardegna.

In tal senso prosegue il già avviato rapporto di collaborazione con la Regione, allo scopo di promuovere anche progetti alternativi di integrazione sociale e lavorativa, soprattutto per i migranti che hanno manifestato l’intenzione di stabilirsi nell’Isola.

Da ricordare che, presso ciascuna Prefettura, opera un Consiglio territoriale per l’immigrazione, organismo che ha, appunto, come missione, quella di favorire l’integrazione degli stranieri regolarmente soggiornanti, fra i quali si annoverano anche i richiedenti asilo.

Il Consiglio di Cagliari ha, nella materia, recentemente approvato alcune importanti progettualità in fase di promozione, tra le quali sono da ricordare la realizzazione di una Guida ai servizi pubblici per gli stranieri, l’impiego, su base volontaria e con copertura assicurativa, dei richiedenti asilo in attività socialmente utili, nonché iniziative di orientamento al territorio, quali corsi di educazione civica, di lingua e di soccorso pubblico da offrire a titolo gratuito ai richiedenti asilo al fine di garantire momenti di formazione e informazione.

A tali progetti si aggiungono quelli Sprar attivati nell’Isola e, in particolare, a Villasimius, Quartu S. Elena e Cagliari. Sulla implementazione di tali progetti, di competenza degli enti locali (Comuni e Provincia), si è già discusso in sede di coordinamento regionale.

In conclusione, attesa la natura emergenziale da tempo assunta dal fenomeno, che, nell’ultimo triennio, ha fatto registrare un aumento esponenziale del flusso migratorio in Sardegna (nel 2013: 346 – nel 2014: 2878 – nel 2015: 3670 ad oggi), risulta allo stato impossibile stabilire il numero degli sbarchi che interesseranno l’Isola nei prossimi mesi, pur tenendo conto che, con l’arrivo della stagione autunnale e invernale, potrebbe assistersi ad un naturale decremento degli afflussi legato, come di consueto, alle più sfavorevoli condizioni climatiche.

Prefettura di Cagliari
Ufficio Territoriale del Governo

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2 Comments

  1. roberto says:

    Troppe chiacchiere fumo e niente arrosto.Io penso .dunque,in Sardegna 61 centro d accoglienza e quindi facendo la media di 6 persone sarde ….o forse no..che lavorano preso i 61 centri moltiplicato 61×6 fa 661 persone che lavorano…di questi fanno parte avvocati…..assistenti sociali….direttore…vicedirettore.. inservienti addetti alle pulizie….ecc….,ora vorrei capire che ci stanno a fare queste figure di dottorato mangia soldi…….quanto prendono questi dottori di stipendio… Quante ore lavorano effettivamente….sono lì presenti??è necessario????penso che questa sia una macchina infernale ruba soldi sopra la pelle degli extracomunitari….si perchê pagando quegli stipendi al dottorato….rimarrà pane e mortadella per i poveri neri ….questa è la realtá altro che aiuti…ora ..sommando per tutte le regioni tutti i centri di assistenza….quanti sono???quanti italiani lavorano sopra la pelle nera….perchè non dite le cose come stanno e non la fate finita di fare gli ipocriti….ma con voi è inutile parlare il difficile per non essere compresi ,le vostre soluzioni sono vane…avere ridotto i nostri quartieri alla fame estirpandoci il diritto al lavoro…si .bastava riaprire i cantieri regionali e la votavano tutti a turnazione… Si certo questo ê un altro discorso …ma non tanto…noi siamo come quei neri… della quale voi ne avete approfittato togliendo tutti i diritti.

  2. La Regione ha invece appena inviato questo comunicato stampa:

    MIGRANTI, PIGLIARU: REGIONE PRONTA ALL’EMERGENZA, MA AL GOVERNO SOLLECITIAMO LA PROGRAMMAZIONE

    La Regione Sardegna ritiene doveroso e imprescindibile prestare il proprio apporto umanitario all’emergenza di migranti e profughi che ha assunto dimensioni eccezionali. La Regione si conferma, con piena convinzione, parte attiva del sistema di soccorso e accoglienza per i cittadini extracomunitari che varcano il mare.

    “La politica della solidarietà e della cura verso chi ha maggiormente bisogno e l’apertura a prospettive di integrazione, in coerenza con la volontà delle persone, con le potenzialità dei territori e le esigenze di sviluppo dell’Isola, sono e saranno caratteristica di questo governo regionale. È d’altro canto doveroso da parte del Governo nazionale, come abbiamo fatto più volte rilevare, programmare i flussi ed evitare che arrivino migranti che qui non vogliono restare. È un danno per loro e un aggravio inutile per le forze di accoglienza. Inoltre impedisce il vero coinvolgimento dei Comuni”, dichiara il presidente Francesco Pigliaru ricordando che appena ieri, a seguito del sesto e più consistente approdo del 2015, il sistema di accoglienza e primo soccorso ha dato ancora una volta ottima prova di efficienza e organizzazione. “L’Europa e il Governo italiano devono prevedere con urgenza la ridistribuzione dei migranti. La Regione Sardegna, nel frattempo, fa al meglio la sua parte, tramite la Protezione Civile e il sistema sanitario, grazie al buon coordinamento con le altre istituzioni, prima fra tutte la Prefettura che vanta la maggior parte delle competenze sulla materia, ed è responsabile della raccolta ed elaborazione dei dati, e all’apporto della moltitudine di volontari e associazioni che si spendono in maniera esemplare” conclude Francesco Pigliaru.

    Assicurando il pieno coinvolgimento delle comunità locali e delle loro istituzioni rappresentative quali l’Anci, e unitamente alle associazioni del volontariato, specie quelle che già gestiscono simili progetti, non appena saranno disponibili i dati che confermano la volontà dei migranti di fermarsi temporaneamente o stabilmente nell’Isola, la Regione valuterà l’attivazione del Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR), affinché diventi il perno del sistema di accoglienza di secondo livello. Le soluzioni messe in campo in via d’urgenza avranno, nel caso, un ruolo sempre più residuale e tenderanno a possedere i requisiti del modello SPRAR. Per far decollare il sistema SPRAR, la Regione metterà a disposizione un coordinamento apposito. La programmazione, sempre più urgente, è ovviamente legata alla disponibilità di numeri certi sugli arrivi, le permanenze e le risorse, anche finanziarie, che devono essere fornite dal Governo nazionale. Sono peraltro già allo studio programmi funzionali all’integrazione quali l’attivazione di corsi di lingua, l’inserimento dei bambini nelle scuole e pratiche di coinvolgimento dei migranti nella vita attiva delle comunità. Particolare attenzione è riservata alle vicende che riguardano i minori. Su questi punti è stato attivato un coordinamento interassessoriale in contatto con l’ANCI che completerà, entro la metà di settembre, una prima relazione per attività specifiche. Fondamentale, nelle politiche per l’integrazione, resta il coinvolgimento attivo del Terzo Settore e la condivisione con gli Enti Locali.

    EMERGENZA. Il quadro europeo è di emergenza dichiarata. Nel solo mese di luglio il numero dei migranti si è triplicato rispetto allo stesso mese nell’anno scorso. Nel 2015 (1 gennaio – 20 agosto) nella UE sono stati registrati 340mila migranti, di cui 264.500 hanno attraversato il Mediterraneo. Più della metà di questi ultimi è sbarcata in Grecia (160 mila, con l’incidenza altissima di 1 migrante ogni 73 abitanti); seconda l’Italia, con 104mila, ovvero 1 ogni 600 abitanti. La maggior parte delle richieste d’asilo riguarda la Germania (188 mila, quasi la metà di tutte le richieste d’asilo fatte nell’Unione europea), Serbia e Kosovo, Ungheria, Turchia e Svezia. L’Italia è sesta, con poco più di 30mila domande.

    QUOTE. I migranti che arrivano in Italia (89.083 dal 1 gennaio al 31 luglio 2015) sono suddivisi tra le regioni secondo quote definite dal Ministero dell’Interno, a seguito della Intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato – Regioni nel luglio 2014. Alla Sardegna è stata assegnata una quota pari circa al 2% del totale della popolazione migrante presente sull’intero territorio nazionale. Una delle percentuali più basse d’Italia, equiparata a Umbria, Abruzzo e Trentino e sotto le quali stanno solo Valle d’Aosta, Molise e Basilicata. La Sicilia primeggia con il 16%, seguita dal Lazio (9%), Toscana ed Emilia Romagna (6%). Anche sul fronte degli sbarchi, la Sardegna ha accolto solo l’1,5% degli sbarcati in Italia, dal 1 agosto 2014 al 31 luglio 2015, a fronte del 65,4% della Sicilia e del 19,6% della Calabria. Se fino alla fine dello scorso mese di maggio, la maggior parte dei cittadini stranieri arrivati in Sardegna era stata trasferita dalla Sicilia con aerei messi a disposizione dal Governo italiano, negli ultimi casi i migranti sono stati trasferiti sull’Isola tramite nave.

    Il 13 agosto 2015 il Ministero ha previsto un incremento delle quote per tutte le regioni, con l’esclusione di quelle che già avevano un numero di presenze superiori alle quote previste. Alla Sardegna sono state assegnate ulteriori 1078 unità. La quota relativa è così passata al 2,96%. Alla Sardegna possono dunque essere assegnati in totale 3240 migranti. Attualmente risultano presenti in Sardegna 2479 migranti dislocati presso le 61 strutture del territorio della Regione.

    ASILO POLITICO. Anche in Sardegna, molti migranti presentano richiesta di asilo politico. Le domande sono esaminate dalle Commissioni territoriali in un termine medio di sei, sette mesi. La maggior parte di queste sono respinte (circa l’80%). In tal caso è praticamente automatica l’impugnazione innanzi al Tribunale, con la conseguenza che la permanenza, che dovrebbe essere limitata a un periodo di qualche mese, può arrivare anche sino a due anni. Considerati i ritardi della Commissione nell’esamina le richieste di asilo e l’impegno della Prefettura per accelerare i tempi, la Regione si impegna a verificare la tempestività sulle pratiche amministrative nonché l’assistenza prestata agli stessi richiedenti asilo.

    PROCEDURE. È in capo alle Prefetture (in particolare quella di Cagliari) la competenza primaria con compiti di coordinamento e controllo in relazione a tutte le singole fasi. All’arrivo in Sardegna, si attiva un protocollo operativo che disciplina attività e compiti che le singole componenti istituzionali e del volontariato sono chiamate a svolgere. La Regione ha più volte richiesto l’attivazione, con risorse adeguate, di un hub di appoggio nell’area di Cagliari per poter effettuare i controlli nelle prime 72 ore senza dover spendere risorse per strutture semovibili che, comunque, fino ad ora hanno funzionato con efficienza grazie a perfetto coordinamento;

    STRUTTURE PER LA PRIMA ACCOGLIENZA. La Sardegna accoglie queste persone in 61 strutture temporanee selezionate tramite procedure di evidenza pubblica e, pertanto, sono solo quelle che rientrano nelle graduatorie relative ai bandi pubblicati dalle Prefetture provinciali per la gestione dell’accoglienza dei migranti nell’Isola. La ripartizione a livello regionale è fatta dalla Prefettura di Cagliari, la divisione nelle singole strutture è fatta dalle prefetture.

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