Per noi persone normali provare a capire qualcosa di più della decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde ormai è totalmente inutile.
In pochi giorni la questione è uscita dall’orbita delle cose comprensibili e reali ed è diventata qualcosa di fumoso e onirico. Non più di realtà parliamo, ma di una sua rappresentazione.
Certo, la politica spesso gioca a simulare e a dissimulare, ma ciò che è incontestabile è che la presidente Todde ha subito da questa vicenda un grave danno alla sua reputazione e alla sua credibilità, e non certo per via di un immaginario complotto.
L’errore (grave) c’è stato e il fatto che schiere di giuristi ed esperti ora stiano cercando la formula magica per evitare la decadenza non alleggerisce la situazione. Non è questo il punto.
Il punto non è se la legislatura è destinata a chiudersi anzitempo, ma capire in che modo la presidente Todde può recuperare in tempi rapidi almeno una parte della credibilità perduta, e questo per affrontare con maggiore sicurezza e serenità i quattro anni di governo che ha davanti.
Chiudersi nel fortino non serve. Far finta che non sia successo niente non serve. Scagliarsi contro la destra non serve. Consentire che assessori regionali del suo stesso partito (Desirè Manca, per essere chiari) agitino in maniera irresponsabile lo spettro del complotto non serve. Far circolare il pessimo editoriale di Marco Travaglio non serve. Andare in conferenza stampa con la faccia stravolta a dire “Sono tranquillissima” non serve.
Servirebbe invece, una volta tanto, un po’ di verità. Servirebbe ammettere l’errore. Servirebbe comunicare la preoccupazione. E servirebbero delle scuse, quantomeno ai propri elettori.
Così, forse, si recupera un po’ di credibilità e non si rischia di essere travolti dagli eventi. Dalle crisi non si scappa, dalle crisi non si fugge. Le crisi si affrontano a viso aperto, e questo Todde non lo sta facendo.
Con un’opinione pubblica che si pone delle giuste domande su ciò che è avvenuto (e ancora se ne porrà, perché ora si è aperto il filone giudiziario relativo alle difformità riguardanti le certificazioni elettorali presentate da Todde), come pensa questa amministrazione di poter affrontare la riforma sanitaria o una legge di bilancio?
E questo senza contare che dopo quasi un anno di governo appare chiaro che almeno mezza giunta sarebbe da cambiare.
Serve una svolta. Ma prima che nei fatti, nell’approccio alle cose.
Il primo anno di governo si chiude con questa vicenda che colpisce duramente la credibilità della presidente Todde. Ora sta a lei, e solo a lei, decidere se vuole cambiare rotta o meno.
Un cavillo la potrà salvare dalla decadenza, ma non da una crisi politica che deve essere affrontata con la forza di chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà. Non saranno i giuristi a ridare a questa amministrazione la credibilità perduta.
Biolchini,hai ragione su tutta la linea.
ma come vedi,basta leggere i post dei tifosi della Todde per capire che nonostante i tuoi nobili sforzi, te lo dico in Logurodese:”samunare sa conca a s’ainu” si perdidi Abba tempu e saboni.
Io ho,anche, qualche dubbio sulla sua collocazione nel centro sinistra.
Le considerazioni esposte da Biolchini sono giuste, mi viene da definirle “lapalissiane” ovvero talmente ovvie che non ci sarebbe bisogno di doverle riportare in un pezzo giornalistico.
Invece, purtroppo, è stato necessario perchè il Presidente della Regione ha inanellato una serie di reazioni scomposte e controproducenti, che la sua profonda onestà intellettuale non avrebbe meritato.
Il problema vero, quindi, trascende il pasticcio formale e burocratico che è stato (malamente e ottusamente) contestato e per il quale, comunque, si troverà un rimedio legale senza ulteriori pasticci.
Il problema vero è: perchè ha reagito così? Da chi è stata consigliata (o non consigliata di prendere un bel respiro, contare sino a dieci e dare semplici spiegazioni concrete all’opione pubblica)?
D’altro canto, l’ordinanza ingiunzione è scritta e motivata male, tanto quanto lo sono le leggi che afferma di applicare.
Insomma, non sarebbe stato difficile riportare la vicenda su un piano di realtà…
Alessandra Todde…la persona che impersonifica l’ onestà … vada avanti…la Sardegna è con lei e vedrà che altri Presidenti impareranno a lavorare come lei.
Cerchiamo di dare tutto il possibile appoggio alla nostra presidente che sogna e si attiva per il bene della Sardegna e di tutti i Sardi. Grazie!
Buon lavoro!
È riuscita a colpire nel segno e a dar fastidio a chi trovava comode certe “mangiatoie”. Questo è ciò che accade quando si tocca un sistema che, in Italia, continua a operare in silenzio e sottocoperta, perpetuando logiche mafiose.
Ogni tanto, però, qualcuno riesce a ferire e a strangolare, anche solo in parte, questo mostro. È una lotta impari, un autentico Davide contro Golia, ma è fondamentale continuare a credere nel cambiamento.
Per trasformare questa “Italietta” serviranno coraggio, perseveranza e tanta forza. Avanti tutta, Alessandra!
E menomale che si doveva dimettere vero salvini parassita della politica?
Avanti a testa alta. Sono bel altro quelli che si dovrebbero dimettere, collusi indagati e condannati, che approfittano dell’ immunità parlamentare per non finire in carcere.
Non si molla! Non si indietreggia di un passo! Tutto ciò è la dimostrazione che sta lavorando bene Presidente, lei e tutta la giunta.
concordo con l'”ottimissimo” di Alessandro
Non o’ mai visto una presidente di regione interessarsi per il popolo sardo cosi tanta passione, avanti tutta grandissima presidente
Purtroppo negli ultimi anni le leggi vengono scritte malissimo. Da azzeccagarbugli. Il sistema elettorale è stato modificato e rimodificato ma la legge è rimasta indietro. La Todde non è stata eletta come Consigliere regionale ma come Presidente. Qualche passo della Commissione elettorale è stato troppo veloce. Piuttosto il sig Licheri e altri suoi collaboratori e persone a lei vicine sono incompetenti e superficiali. Vanno licenziati ed allontanati
La figura del mandatario elettorale è stata introdotta nel 1993. Lo si è fatto per garantire trasparenza e controllo sui finanziamenti. È una legge che prevede questa figura e, per chi non rispetta questa regola, è giusta la decadenza dal ruolo politico che occupa. In altri paesi, si va a casa per molto meno, soprattutto, per chi mente spudoratamente inneggiando sul proprio onore, si merita l’oblio. Qui si cerca il cavillo per salvare il salvabile o di addossare la colpa al collaboratore di turno, fosse anche il più demenziale dei senatori della Repubblica. Sta di fatto che, anche le persone delle quali ci si circonda, specialmente in campagna elettorale, sono una scelta del candidato/a e , se anche queste sbagliano, lo fanno in nome e per conto del candidato stesso. Credo sia giusto che la Presidente Todde ammetta gli errori e si faccia da parte.
mi trova completamente d’accordo,i due punti che preferisco: “ In pochi giorni la questione è uscita dall’orbita delle cose comprensibili e reali ed è diventata qualcosa di fumoso e onirico. Non più di realtà parliamo, ma di una sua rappresentazione” e “ Consentire che assessori regionali del suo stesso partito (Desirè Manca, per essere chiari) agitino in maniera irresponsabile lo spettro del complotto non serve. Far circolare il pessimo editoriale di Marco Travaglio non serve. Andare in conferenza stampa con la faccia stravolta a dire “Sono tranquillissima” non serve” aggiungerei inoltre le balle dette: “ho pagato la mia campagna interamente “ e le successive smentite… Una vergogna! Se pensiamo tutte le volte che un normale cittadino ha perso il lavoro, o non ha potuto fare un concorso eccetera eccetera per errori formali molto più semplici avrebbe dovuto per dignità solo tacere…verginità perduta degli ex grillini ? Ma no,così è proprio diventare dei papponi.
“Servirebbe invece, una volta tanto, un po’ di verità. Servirebbe ammettere l’errore. Servirebbe comunicare la preoccupazione. E servirebbero delle scuse, quantomeno ai propri elettori.” Parole giuste
Purtroppo, la Todde, Presidente della mia Regione, se fa poca e scarna amministrazione fa ancora meno politica. In Sardegna e per la Sardegna.
Ogni azione e considerazione, infatti, viene indirizzata su un versante amministrativo: eolico e solare? Niente politica. Sanità? Idem. Trasporti? Idem. Decadenza? Manco a dirlo…
Ora, ci si aspetterebbe che, stante l’assenza totale dallo scenario politico europeo, e la poca rappresentatività espressa in quello nazionale, sulla RAS, con Consiglio e Giunta incombesse l’onere di una estrema visibilità politica.
Dovrebbe, ma, nei fatti, sembra non essere se situazioni chiaramente espressive sotto il profilo politico non conducono mai a un dibattito, a un confronto, a una determinazione politicamente percettibile. Condivisibile o rigettabile che sia.
La politica, in Sardegna e per la Sardegna, è assente.
Se esistesse la licenza poetica si potrebbe dire un ottimmissimo pezzo.
Il punto è esattamente questo, affrontare l’innegabile crisi, quanto meno di immagine, ancora con il pressapochismo che l’ha provocata. Essersi alienati gli amici nell’idea di dare un percorso nuovo, utilizzando ancora coloro (in altri tempi si sarebbe detto lo zoccolo duro) che hanno contribuito a portare il movimento cinque stelle dal 32% a, volendo essere buoni, circa il 10%……si sperava in un un salto di qualità.