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Passaporto sanitario, il nuovo disastro politico e comunicativo del presidente Solinas

Il Sole 24 Ore, prima pagina di domenica 17 maggio 2020

Ieri a Rai Tre il presidente regionale di Federalberghi Paolo Manca lo ha detto con grande imbarazzo: “Il problema sono le regole d’ingresso: c’è troppo, troppo, troppo caos. E tutta questa eccessiva comunicazione che c’è stata in questi ultimi due giorni ha causato più danni e più cancellazioni. Da lunedì a martedì ci sono state più cancellazioni che da 21 febbraio a domenica”. 

Oggi dalle colonne dell’Unione Sarda Gian Mario Pileri, presidente regionale e vice presidente nazionale della Fiavet (l’associazione di categoria degli agenti di viaggio) e titolare dell’International travel di Olbia e Arzachena, è ancora più diretto, quasi brutale: “Dopo le esternazioni del presidente Solinas abbiamo registrato un numero record di cancellazioni: sono sparite ventimila room night in due giorni”.

Quello del passaporto sanitario è solo l’ultimo disastro politico del presidente della Regione Christian Solinas in questi tempi di Coronavirus. Poteva continuare a starsene zitto e buono, ultimo dei presidenti di regione intervistati dai media nazionali, e invece ha avuto la presunzione di uscire allo scoperto per giocarsi quello che per lui era l’asso nella manica, sottoponendosi così ad una sfilza di interviste che ora lo mettono in un angolo.

Perché la stampa italiana sarà pure malmessa, ma non certo come quella sarda. A Roma e Milano un giornalista che lavora per una testata che non ha nulla da temere e che ti fa una domanda secca e diretta rischi di trovarlo (e infatti ad Agorà due giorni fa il nostro presidente ha vissuto un brutto quarto d’ora).

E quindi è inutile che ora Solinas sbraiti contro i giornali che, a suo avviso, hanno mistificato le sue dichiarazioni, e chieda da parte dei giornali “più responsabilità”. Questo ha detto ieri in conferenza stampa il presidente e forse ora, davanti ad un atteggiamento così offensivo e di infantile arroganza, un intervento dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Associazione della Stampa Sarda sarebbe più che doveroso.

Ma da dove nasce questo disastro del passaporto sanitario, che è assieme politico e comunicativo?

Come tutti i vecchi politici, Solinas pensa che la politica sia essenzialmente un esercizio retorico che trova il suo apice nell’arte dell’annuncio. Anche per il presidente della Regione Sardegna le cose, banalmente, non si fanno: in prima battuta, semplicemente, si dicono. Una dichiarazione, due titoli nei giornali, e tutto è risolto.

Il passaporto sanitario il presidente lo annunciò nientemeno che lo scorso 15 aprile: oltre un mese fa. E allora perché ancora questo caos?

Il sistema degli annunci spesso funziona, ma non evidentemente in questo periodo di vera crisi economica All’annuncio di Solinas infatti non è seguito nulla di concreto, e questo per una idea sorpassata di comunicazione politica basata sull’obsoleto concetto di ufficio stampa (ovvero il politico dice al suo ufficio stampa cosa comunicare ai giornali e tutto finisce lì).

La comunicazione istituzionale ora assume invece sempre di più i contorni della comunicazione corporate, cioè di quella delle imprese, dove il prodotto si comunica da sé.

Ve lo immaginate il presidente della Volkswagen che annuncia in pompa magna un nuovo modello di auto, parte con gli spot promozionali a tappeto, e quella macchina in realtà non è in vendita? E la Apple che fa la pubblicità dell’Iphone 16? Il cliente lo chiede, non lo trova, e pensa che lo stiano prendendo per i fondelli. Quali gravi danni per la reputazione aziendale avrebbero la Volkswagen e la Apple se annunciassero la vendita di un prodotto che in realtà non esiste?

È esattamente quello che sta avvenendo con il passaporto sanitario. L’idea, prima di essere giusta o sbagliata, è semplicemente fuorviante. Perché il presidente Solinas il passaporto sanitario lo avrebbe dovuto semplicemente presentarlo, non solo immaginarlo. 

E infatti i turisti che chiedono informazioni, di fatto non hanno nessuna risposta certa. Perché il passaporto sanitario oggi al momento è solo una suggestione e nulla più. 

Non è un caso che il presidente abbia cambiato versione almeno quattro volte, identificando questo mitico passaporto sanitario inizialmente con un tampone che sarebbe stato fatto ai turisti all’arrivo nell’isola, poi un tampone che i turisti avrebbero dovuto fare prima nell’arrivo nell’isola, trasformatosi quindi in test salivare da fare all’arrivo che poi, davanti alle rimostranze delle società di gestione degli scali sardi, è diventato test salivare da fare tre giorni prima di partire. 

Ma i test salivari che Solinas vorrebbe far utilizzare ai turisti, come spiega bene Sardina Post, non sono neanche in commercio.

Quindi, di cosa stiamo parlando?

Il presidente si arrampica sugli specchi, annunciando che il costo dei test verrà trasformato in servizi alberghieri o con ingressi gratuiti in aree archeologiche. Sì, ma quali? Dov’è elenco dei siti? Chiaramente non c’è nulla di concreto. Niente di niente. Sempre e solo parole in libertà.

Morale della favola: Solinas fa dichiarazioni a vuoto, la Sardegna vede crollare la sua reputazione, in pochi giorni arrivano migliaia disdette. Ed ecco che il disastro, comunicativo e politico allo stesso tempo, si compie.

Perché la cattiva politica fa danni quanto la pandemia.

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19 Comments

  1. Delle seconde case non si parla mai.Costo x l,acquisto costo x manutenzione tasse varie spesa aerei e traghetti infine i proprietari non arrivano con i viveri da casa ma spendono nei vostri supermercati ristoranti pizzerie parrucchieri e allora non rompete con idee assurde finitela una buona volta di dire ipotizzare una cosa un giorno e disdirla il giorno dopo create disagio e non si sa più cosa fare.Il traghetto prenotato da mesi? Fatela finita e decidete ora non a Natale

    • Stefano says:

      Signora Piera…siamo commossi.

      Se i sacrifici sono di questa entità, meglio non pensarci più e vendere la seconda casa, che non essendo di residenza non avrebbe necessità di esistere e quasi sicuramente si aggiunge allo scempio ambientale e al consumo del suolo perpetrato in terra di Sardegna.

      Io non ho certamente votato per Solinas ma questa è, a memoria d’uomo, l’unica buona idea che finora abbia avuto. E quella regola, se applicata, consentirà ai residenti di circolare entro la propria regione con maggior sicurezza.

      Io ci avrei aggiunto anche una bella quarantena ma pare che Solinas abbia scartato l’idea.

      “Non rompete”? E’ meglio che non rompano altri, magari quelli che con il loro arrivo hanno provocato disagi e morti in Sardegna.

  2. Gian Marco Cabiddu says:

    Il presidente Solinas, ha avuto una grande Idea, e in linea generale ha ragione, forse c’è un errore di comunicazione, ma fatto sicuramente in buona fede, e chi vuole approfittare della situazione lo colora con colori foschi!!!!
    Scusate, in questo momento la Sardegna è a contagi zero, e chi vuole andare in vacanza vorrebbe scegliere un posto sicuro, e in questo momento la SARDEGNA lo è!!!!! Ma per conservarla così, deve controllare gli arrivi delle persone, che SOLINAS dice, fammi vedere un certificato che chi arriva e sano, così non c’è rischio per salvaguardare gli altri!!! GIUSTO?????? Questo e il succo, SOLINAS HA RAGIONE O TORTO????

    • Anche le varie Miss Italia durante le interviste hanno in genere le ottime idee di desiderare la pace e la sconfitta della fame nel mondo, peró – a differenza loro – un politico dovrebbe avere anche l’obbligo di essere pragmatico invece di credere nei sogni.
      Il passaporto sanitario ad oggi non esiste, se esistesse dovrebbe essere uno strumento riconosciuto ed emesso secondo standard ufficializzati in tutta Italia (e non solo) e sarebbero necessari migliaia di laboratori abilitati al rilascio, tutte cose fattibili ma non entro il 3 giugno.
      Certe decisioni quindi spettano al governo centrale, non alle singole regioni, se non vogliamo avere 20 regioni con 20 provvedimenti differenti e una nazione, di fatto, semiparalizzata.
      Crediamo forse che la Basilicata e la Calabria, che vivono di turismo e ormai hanno indici di contagio ottimi e una situazione sanitaria più precaria della nostra, sarebbero felici di avere dei contagi di massa? Eppure non parlano di passaporto sanitario.
      Continuiamo a credere che fare un tampone 5 gg prima di arrivare in Sardegna escluda il fatto che chi arriva possa essere contagiato 10 minuti dopo averlo fatto?
      Se dal 3 Giugno ci si potrà muovere da regione a regione, lo si dovrà poter fare ovunque allo stesso modo, nel pieno rispetto delle regole e senza nessuno che sia convinto di essere migliore degli altri.
      In Sardegna non siamo tutti dipendenti delle pubbliche amministrazioni, non abbiamo tutti lo stipendio sicuro a fine mese, si vive anche di turismo, sebbene nessuno desideri che l’isola diventi terra di conquista del turismo low cost, ma se vogliamo pari diritti rispetto alle altre regioni (vedasi riconoscimento definitivo della condizione di insularità) dobbiamo avere pari doveri.

  3. Corrado says:

    A questo qui lo hanno messo a capo della Sardegna giusto perché serviva una persona. Una qualsiasi a fare da prestanome. La garanzia da rispettare era sempre la stessa:
    “Oh, la ghi non tocchis nudda eh?”.
    Solitamente, come visto in altri casi, il miracolato rimaneva lì a pavoneggiarsi con l’incarico di prestigio, tanto non doveva fare o toccare niente.
    Purtroppo le cose urgenti da fare sono arrivate a pioggia e questo qui non ha la minima idea di cosa fare, se non telefonare ogni 5 minuti a quei padrini che lo hanno piazzato nel posto di prestigio:
    “E mo’ che faccio??? Ditemelo voi che non so più che pesci pigliare!”.
    I risultati, mi pare, sono sotto gli occhi di tutti.
    QUESTO QUI NON FA NEANCHE FINTA DI GOVERNARE!!!

  4. Domenico Carcangiu says:

    analisi perfetta…

  5. Antonio P says:

    Solinas con la stessa forma mentis di Briatore: chiunque varchi un aeroporto sardo deve per forza essere un turista continentale. E se si dovesse trattare di un pendolare sardo? o di un professionista che deve recarsi in continente per formazione (master congressi e affini)? oppure un Sardo che si reca fuori regione per turismo, è legale o noi sardi dobbiamo per forza rimanere in sardegna ad accogliere i turisti, magari vestiti con il costume tradizionale? dovrebbe fare un test sierologico ad ogni traversata del Tirreno, fosse solo per un finesettimana, altrimenti al ritorno si ritroverebbe la porta sbarrata, e niente balli sardi ad accoglierlo.

  6. franco turco says:

    io mangio grazie al turismo. questa estate io e le mie collaboratrici non mangeremo. l’unica fortuna e’ che ero 15 kili sovrappeso..

  7. Francu says:

    Scusa Vito ma ci vuole il bollo per il passaporto?

  8. Difficile non essere d’accordo con tutte le affermazioni ed i commenti fatti si quanto sia ridicolo il nostro governo regionale… altrettanto difficile è peró trovare una soluzione “non da peracottari”. Certo ci vorrebbe buon senso, cognizione di causa e, soprattutto volontà e senso di responsabilità. Non è del tutto vero che i test siano inattendibili, dipende dalla strategia che si usa (pena la rassegnazione ad aspettare gli eventi). Se il governo fosse stato “serio” avrebbe, per esempio, potuto programmare un test sierologico (di quelli buoni la cui sensibilità è ottima) per scrinare la maggior parte di noi ed avere un punto di partenza per lo meno accettabile dei contatti col virus. Sarebbero stati pochi e quei pochi si sarebbero potuti “tamponare bene”.
    Tutto è discutibile, certo, ma parlare a vuoto, quello di che è dannoso.

    • Ma io che ho il biglietto in mano per partire giorno 5 di giugno che devo fare???….mi lasceranno salire sul traghetto ?…sbarcato, posso girare liberamente???

  9. giovanni says:

    io vorrei prenotare traghetto e tutto il resto per venire in estate in Sardegna e sto monitorando la situazione. Pensavo che quando il governo avrebbe sbloccato il transito tra regioni si potesse partire poi ieri ho visto Solinas in televisione e il quadro si è annebbiato: il passaporto sanitario? Cos’è, dove si fa, quando di fa, chi lo fa, quanti giorni prima, all’arrivo, alla partenza, solo per la Sardegna e se si attraversano varie regioni? Ma Solinas se l’è fatto il tampone al cervello per vedere se è sano di mente?

  10. In tutto ciò, il sig. Solinas e i suoi affidabili consiglieri continuano a (volersi) dimenticare del problema del pendolarismo, ovvero di noi che purtroppo dobbiamo prendere un aereo ogni lunedì e venerdì pur di continuare a lavorare.
    Dopo che per 3 mesi – a differenza delle altre regioni italiane – non sono state riconosciute da lui valide per gli spostamenti le nostre comprovate esigenze lavorative, per noi cosa si ipotizza? un tampone + test salivare ogni 4 gg? oppure ci rimedia lui un “posto in Regione” così possiamo passare dalla parte di coloro che ora lo incoraggiano con slogan tipo “BRAVO PRESIDENTE, DEI TURISTI NON CI IMPORTA NULLA, LA SARDEGNA QUEST’ESTATE SARA’ TUTTA PER NOI!!” ?
    A quanti inneggiano ai controlli così serrati, sperando così di scoraggiare gli arrivi in Sardegna, vorrei far notare che, nel caso di una crisi profonda della ns regione, il taglio dei posti nel pubblico impiego potrebbe colpire pure loro, quindi che stiano attenti al karma.

  11. Marinella Parisi says:

    Il passaporto sanitario mon esiste . Punto. Qualsiasi test tutt’ora esistente ha un elevatissimo margine di errore eche è tollerato sulla vasta popolazione per analisi epidemiologoliche , ma che lo rende del tutto inadatto, se nonndannoso, per testare la positivita dell’individuo.Anche il.piu attedibile ‘quello prodotto dalkaxRochepuo solonprovare limmunità di chi ha contrattonka malattia. Non esiste purtroppo neppure il passaporto di sanitàl mentale, di cui ,i ci sarebbe vurgente bisogno

  12. FULVIO DETTORI says:

    Ancora una volta grazie per la chiarezza e la puntualità delle informazioni, mentre la carta stampata tace o mistifica.

    • Io mi stupisco quando leggo commenti positivi sulle disastrose decisioni prese dalla regione. Credo che i conti si potranno fare solo a fine stagione, ma in questo momento non ascoltare il grido di dolore che arriva da chi la vora nell’ambito turistico, e’ un atteggiamento assolutamente criminale. Leggo che le disdette fioccano. E mi chiedo come possa essere cosi’ difficile intuire il perche0′ di questo fatto. Immaginate una famiglia che prenoti ( e paghi) il traghetto, poi l’albergo, e poi i tamponi che secondo la fervida immaginazione di Solinas dovrebbero essere non piu’ vecchi di una settimana. Mettete che uno dei componenti della famiglia risulti positivo. Cosa dovrebbero fare gli altri componenti del nucleo familiare. Sopprimere sul posto il malcapitato e andare a fare la vacanza o annullare il tutto e rimanere a casa? La riposta mi sembra ovvia e quiondi , secondo voi chi si prenderebbe il rischio di versare qualche migliaio di euro senza avere certezze? Voi sardi lo fareste per andare in continente?? Sono pero’ convinto che se il vostro presidente non si e’ bevuto del tutto il cervello …cosa peraltro abbastanza difficile perché rischierebbe pure di morire di sete… sara’ costretto a ritornare sui propri passi e adeguarsi all’andazzo di tutte le altre regioni. Solo che ogni giorno che passa, qualcuno disdice da voi e prenota a Rimini o in montagna….

      • Cristiano says:

        Io mi stupisco della solita grettezza dimostrata da un manipolo di persone con poca dignità che sono disposte a rischiare la salute di tutti per giustificare il profitto, a volte ottenuto senza lavorare e senza produrre alcunché. Perché ora non ditemi che farsi dare soldi per permettere a dei cittadini di parcheggiare l’auto sia un lavoro. Non ditemi che piazzare ombrelloni e sdraio e chiudere gli ingressi alle spiagge, a meno che non si paghi, sia un lavoro.

        La salute viene prima di tutto, e i frutti dei sacrifici fatti per quasi tre mesi non svaniscano solo perchè persone che nella loro vita non hanno saputo fare altro se non arricchirsi sullo sfruttamento su beni che dovrebbero essere fruibili a tutti liberamente, ora piangono miseria. A torto.

        Parlano di disastro, di catastrofe, di tsunami economico. Ma i denari accumulati in anni di sfruttamento della Sardegna, se li sono già spesi tutti? Spero per loro di no. Quest’anno, come tutti, si stringe la cinghia ma almeno si evitano di correre rischi d di tornare a intasare gli ospedali. Quello che è successo a Sassari ce lo siamo già dimenticati?

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