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Scuola, sanità, turismo, lavoro: in Sardegna nella Fase 2 pagheremo caro e pagheremo tutto

L’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa (foto Unione Sarda)

Daremo la colpa al Covid 19, è chiaro. Ma in realtà adesso in Sardegna pagheremo caro e pagheremo tutto: tutti i ritardi, tutte le omissioni, tutte le scelte sbagliate compiute negli ultimi quindici anni. In tutti gli ambiti: sanità, turismo, scuola, cultura, lavoro. Non ci saranno più alibi, né spazio per immaginarie vie di fuga. Saremo soli davanti alla realtà. Una dura realtà.

E non sarà come nel dopoguerra, in cui la società fu guidata da una classe dirigente e politica colta, forgiata dalla guerra e dalla Resistenza e che scrisse (che ci piaccia o no) la Costituzione. La classe politica sarda la conosciamo, sia di destra che di sinistra. Sappiamo attraverso quale percorso è stata selezionata: qualcuno l’ha chiamata Idiocrazia

Conosciamo il disastro provocato dai partiti che si sono lentamente organizzati in micro gruppi di interesse privato. Conosciamo l’arretratezza dei nostri sindacati, delle nostre organizzazioni di categoria, del nostro giornalismo, del nostro sistema giudiziario, delle nostre corporazioni mediche. Perché quello sardo è un disastro che non risparmia nessuno.

Se ci guardiamo indietro, è da almeno quindici anni che la situazione è matura. È dal 2004, anno di elezione di Renato Soru alla presidenza della Regione, che la Sardegna ha focalizzato i suoi problemi e le possibili soluzioni.

Dovevamo puntare sul digitale e invece molte zone della nostra isola sono ancora senza una connessione decente. Questo limite lo abbiamo toccato con mano in queste settimane e nel futuro la situazione sarà ancora più insostenibile.

Dovevamo puntare sulla conoscenza e invece abbiamo ancora un quarto dei nostri giovani che non riesce a finire le superiori. Quello della dispersione scolastica è il problema dei problemi, ma noi abbiamo perso tempo parlando d’altro.

Dovevamo puntare sull’ambiente e invece le norme di salvaguardia sono oggetto da quindici anni di numerosi tentativi di scardinamento. Se lo avessimo fatto, ora affrontare la crisi sarebbe stato più semplice perché ora come mai i valori ambientali sono valori che fanno la differenza.

Dovevamo puntare su un turismo di qualità e invece abbiamo alimentato quello di quantità. Se avessimo già avuto un sistema di spiagge a numero chiuso (schiacciate come sono dal peso antropico e da cattivi politici che pensano solo di fare cassa con i parcheggi a pagamento e non con i servizi), oggi uscire dalla crisi sarebbe stato più agevole. Ma è solo un esempio per spiegare come siamo rimasti ancorati a schemi sorpassati.

Dovevamo puntare su una sanità incardinata nel territorio, capace di offrire servizi e assistenza in tutti i centri dell’isola, invece abbiamo pensato solo agli ospedali (e pure male). Il risultato del disastro è sotto gli occhi di tutti.

Dovevamo superare un sistema industriale decotto, invece stiamo qui ancora a parlare dell’ex Alcoa e di cassa integrazione.

Dovevamo superare un sistema energetico inquinante e superato e invece abbiamo occupato tutto lo spazio pubblico della discussione parlando di un assurdo metanodotto.

Dovevamo puntare sull’agricoltura e sulla pastorizia: lo abbiamo fatto?

Dovevamo stimolare una cultura dal basso, invece siamo diventati l’isola dei grandi eventi.

Dei trasporti, infine, è meglio tacere.

Servivano più biblioteche, più ambulatori, più servizi, più internet, più conoscenza, più istruzione. Invece ci hanno proposto sempre e solamente più cemento.

L’ho già scritto e lo ripeto: “Scuola, cultura e ora turismo: in Sardegna il cemento è sempre la prima cura per tutti i mali”.

Mai come in questo momento avremmo avuto bisogno di una classe dirigente vera, responsabile, lungimirante. Ma non ce l’abbiamo. Da troppi anni abbiamo invece troppe persone sbagliate che occupano posti di responsabilità: in qualunque ambito, a qualunque livello. Ma questo è un azzardo per cui alla fine ci viene presentato il conto.

Per questo pagheremo caro e pagheremo tutto.

Dovevamo prepararci al futuro e invece abbiamo inseguito per anni le chimere del passato.

Ma adesso il futuro è arrivato, e noi siamo totalmente impreparati.

E la colpa non è del Coronavirus: è nostra.

Auguri Sardegna.

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13 Comments

  1. Franco Mei says:

    Sono completamente d’accordo con l’analisi, si stava andando in una direzione per me giusta poi tutto è cambiato nuovamente e non mi riferisco solo a questa giunta

  2. burati paolo says:

    …il cemento la prima cura x tutti i mali…io aggiungerei anche l’ASFALTO!… visto che qui in Ogliastra puntualmente, a un paio di mesi dalle AMMINISTRATIVE, asfaltano strade!!!

  3. Menica Spanu says:

    Condivido tutto.. a parte il discorso dei 15 anni… Sono molti di piu…

  4. Marta Aresu says:

    L’unica risposta che posso dare è che sicuramente tutta la giunta Regionale Sarda se ne dovrebbe andare a casa,dopo avere pagato cara(legalmente!), l’inadeguatezza e l’incapacità a governare e ancora più nel gestire l’emergenza covid. Sarebbe ora che i Sardi,tutti,si svegliassero e la smettessero di cercare soluzioni da uno stato che ci ha sempre gestito come il peggior territorio a loro disposizione riducendolo a discarica,base per sperimentazioni belliche inquinandolo e spargendo veleni “regalandoci” il primato in malattie tumorali in ogni dove,distruggendo le coste continuando a pensare di rimpinguare il portafogli di pochi,costruendo in modo deleterio per tutti.Ora siamo anche in mano alla Calabria peggiore,vergognosa ,basti vedere i milioni sperperati da Solinas per aver concesso l’appalto dei dispositivi di sicurezza (mascherine,guanti e quant’altro!) a questa gente.Mai arrivati!!! Sarebbe davvero ora di dire basta, rimboccarsi le maniche tutti,iniziando a non votare più nessun partito italiano o suo burattino,dare voce e forza a chi da decenni sta cercando di emergere,e a chi sta formando movimenti di giovani seriamente preoccupati per le sorti della nostra Isola e dei suoi abitanti,una nuova classe dirigente,motivata e preparata che sia prettamente INDIPENDENTISTA! La Sardegna avrebbe tantissime risorse,invece è stato permesso di derubarla di tutto per finire ad elemosinare qualsiasi cosa da un stato patrigno e continuare a dire,”si badrone” mettendo la testa sotto la sabbia così da poter dare ancora la colpa a terzi. Abbiate più autostima,solo quel giorno potremo risollevare le sorti della nostra Terra, della qualità delle nostre vite e lasciare che chi arriverà dopo di noi ne possa godere.

  5. Fabiola says:

    Invece di concentrarsi su ciò che avreste dovuto fare, si deve iniziare a pensare a cosa fare adesso per risolvere la situazione. INVESTIRE SUI GIOVANI e lasciare spazio alle loro idee per rivoluzionare il sistema, partendo da quello scolastico che da 20 anni è lo stesso. I ragazzi studiano le stesse cose che studiavano genitori e zii, lasciando poi la scuola senza sapere chi sono e dove vanno. Le cose devono cambiare ORA

  6. Daniele says:

    Vito hai ragione..condivido tutto..poveri noi..

  7. Tutto sacrosanto ma a rischio autoassoluzione, è colpa solo della classe politica e dirigente o anche degli elettori adulatori e più in generale del popolo bue ?

  8. Vincenzo says:

    La colpa non è affatto nostra caro Vito.

  9. Tempo fa si lottava per la zona franca indipendenza mentre invece a governare c’erano le tre scimmie e il popolo sardo insieme a loro. Auguri.ora salvatevi se ci riuscite

  10. Tutti i nodi vengono al pettine, o si cambia o si muore di inedia.
    La politica italiana in Sardegna ha fallito miseramente, dall’alto è calato assistenzialismo che ha bruciato la nostra già piccola economia.
    Sempre più vedo l’indipendenza e la nascita della Repubblica Sarda, come punto di partenza per riscoprire le nostre soluzioni ai problemi secolari.

    • Salvatore Fois says:

      Io vedo invece nel tuo commento i germi dei nostri mali: l’opportunismo.

      • Io vedo l’immobilismo tuo, invece.
        Continua a non modificare nulla, magari il miracolo succederà… forse… o forse no

  11. Maddalena says:

    Caro Vito condivido ogni punto toccato dal tuo articolo…mi fa solo male l’idiozia diffusa…poveri noi perché come dici non è solo per il corona virus…anni di malgoverno e aimé abbiamo avuto esempi terribili sia da destra che dalla sinistra e pagheremo tutti.

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