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Coronavirus in Sardegna, un comitato scientifico opaco e nel segno del conflitto di interessi

E’ tutto pronto? Sicuri?

Quattro giorni fa, era il 27 marzo, il presidente della Regione Christian Solinas annunciava la nascita di un comitato scientifico chiamato a supportare la giunta in questo momento di emergenza sanitaria.

“Il comitato che metterò su entro 48 ore avrà la funzione di dare impulso alle attività già in essere: ne faranno parte quattro persone, tutte di primissimo piano e di altissimo livello”, riportava l’Ansa.

Al primo nome, quello del professor Stefano Vella (che è anche consulente scientifico del Mater Olbia, e su questo torneremo), si sono aggiunti poi quelli dello psichiatra e farmacologo cagliaritano già ex direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco Luca Pani (ma anche tante altre cose, come si evince dal suo curriculum), del genetista Francesco Cucca e del virologo sassarese Pietro Cappuccinelli.

Un super club di esperti che sembra destinato ad allargarsi, se è vero che ieri il presidente Solinas, nella sua consueta conferenza stampa, ha annunciato che, come riporta la Nuova Sardegna, “comunque questo comitato non è chiuso. Siamo aperti ad ascoltare qualunque esperto voglia darci un contributo”.

Non solo: Solinas ha annunciato che il comitato scientifico ha in preparazione un report su quanto è stato fatto e quanto dovrà essere fatto per fronteggiare il Coronavirus. “La loro relazione sarà fondamentale per fare il punto e soprattutto decidere come mirare i prossimi interventi” ha detto il presidente. 

Il comitato inciderà dunque sulle scelte che la politica sarà chiamata ad assumere. Ed è proprio per questo che io trovo inopportuno che del comitato faccia parte il professor Stefano Vella, scienziato di chiara fama e sulle cui qualità nessuno ha niente da dire, ma che però ricopre anche il ruolo di coordinatore scientifico del Mater Olbia, struttura privata chiamata a far parte della rete degli ospedali Covid (ecco la sua recente intervista alla Nuova Sardegna).

Vella si trova dunque in una clamorosa posizione di conflitto di interessi, talmente evidente che non dovremmo perdere neanche tempo a esplicitarla.

Essendo parte in causa, come possiamo immaginare che si trovi nella posizione di poter criticare la Regione per come ha condotto finora la battaglia dell’epidemia in Sardegna?

I comitati scientifici per essere credibili, devono essere indipendenti. E Vella si trova in una posizione curiosa: la Regione paga il suo datore di lavoro.

Ma c’è di più.

Esiste un atto di nomina dei componenti del Comitato scientifico? Una delibera di giunta? Un atto dell’assessorato alla Sanità? Un tovagliolo vergato a mano dal presidente Solinas?

C’è forse scritto da qualche parte, nero su bianco, quali saranno le esatte funzioni e responsabilità del comitato? Si sa se i suoi componenti verranno retribuiti? Qualcuno verbalizzerà le loro riunioni? Si sa esattamente come il comitato si relazionerà con la presidenza della giunta, l’assessorato alla Sanità e le varie unità di crisi?

E soprattutto, visto che ora il comitato sarà aperto ad altri contributi, i suoi componenti firmeranno un codice etico nel quale dichiarano di non avere rapporti di natura professionale o commerciale con gli ospedali sardi e che si impegnano a non fare gli interessi di società farmaceutiche o di forniture di apparecchiature?

Gli esperti firmeranno un codice di condotta con il quale si impegnano a non utilizzare a scopi lobbistici le informazioni riservate di cui verranno a conoscenza?

Ora, queste sono solo domande di un giornalista e blogger non riceveranno alcuna risposta (anche perché, come scrive magnanimamente la Nuova Sardegna, “su errori, insufficienze, impreparazione, mancanza di strutture e capacità manageriali ne parleremo dopo”: dopo quando? A esequie avvenute?).

Ma se il giornalismo è intermittente, esiste ancora una opposizione regionale in grado di fare domande stringenti alla giunta Solinas

Perfino in tempo di epidemia, siamo arrivati a questo comune livello di compromissione?

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4 Comments

  1. Vittorio says:

    Giustificano tutto sulla base di dati, che però nascondono. Questa settimana guarirà un sacco di gente, si sa dove? Ci sono paesi che mai hanno denunciato contagi: dovrebbero essere protetti dall’esterno, non in quarantena interna. È stata occasione ghiotta per pieni poteri, e non si vuole mollare l’osso. Chiedete i numeri e le cause di contagio: quarantenino le categorie a rischio, non i ciclisti o i bambini a passeggio. Mascherine per tutti, regole x chi lavora in convivenze forzate (ospedali, case di riposo, call center, poliziotti, etc)

  2. Ortensia says:

    Fuori tema, ma non troppo. Andra’ a finire che saranno molto fortunati. Se e’ vero quello che si ipotizza per Ferrara e Rovigo scarsamente colpite da covid. Se le zone che hanno patito la malaria e i suoi lasciti fanno fronte meglio la Sardegna potrebbe cavarsela bene nonostante la pessima gestione sanitaria. Sempre se l’ipotesi malaria e lasciti e’ corretta si spiegherebbe anche perche’ molti immigrati sembrano resistere meglio insieme al paesino lombardo che non sembra tanto lontano da zone di risaie e di zanzare. Ciao

  3. Maria Ignazia Massa says:

    Siamo arrivati ai pieni poteri senza neanche chiederli? E se quella che sembra una gran confusione di idee avesse un filo conduttore preciso?

  4. SERGIO MASALA says:

    Càstia ca ses curìosu!
    Troppa burocrazia, troppi intralci…..e non lo vedi ched’è troppo urgente il comitato che può soprassedere? sopra il nostro sedere?
    bah bah

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