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Tra catastrofismi e sottovalutazioni: per la Giunta Solinas la lotta al Coronavirus non è una cosa seria

Il presidente Solinas e l’assessore Nieddu (foto Vistanet)

Non più di dodici giorni fa (era il 26 febbraio scorso) l’assessore regionale alla Sanità, il leghista Mario Nieddu, sconcertava tutti in Consiglio regionale affermando che “se la situazione sfuggisse di mano potrebbe coinvolgere circa 400mila sardi con 20mila situazioni critiche e 4000 potenziali soggetti da destinare ai reparti di terapia intensiva”. Oggi nel corso di una conferenza stampa, Nieddu sostanzialmente ha detto che per quanto riguarda il Coronavirus la situazione nell’isola è sotto controllo, e si è limitato ad invitare tutti i sardi a non uscire di casa.

L’assessore leghista ha però riaffermato la richiesta avanzata al Governo Conte dalla Regione di bloccare porti e aeroporti isolani per venti giorni, una misura estrema che non è stata mai ipotizzata neanche per la Lombardia (che conta al momento oltre 5000 infetti, contro i nostri 19) e che per fortuna il Governo ha rigettato.

Allarme eccessivo prima, invito alla calma poi, e subito dopo una richiesta di misure estreme: questi i messaggi lanciati ai sardi in pochi giorni e in maniera assolutamente schizofrenica dall’assessore Nieddu.

Ma c’è di più. Ieri la Regione ha puntato il dito contro i proprietari di seconde case che dal nord stanno arrivando nell’isola per sfuggire alle norme imposte dal Governo. Un fatto grave perché, come si legge nell’ordinanza firmata dal presidente Solinas, “l’esodo di un così elevato numero di persone provenienti dalle zone cosiddette rosse potrebbe provocare l’ingresso incontrollato in Sardegna di soggetti a rischio di trasmissione del virus, con conseguente grave pregiudizio alla salute pubblica”.

Ora, chi dovrebbe oggi controllare questo flusso? Sarebbe la cosa più importante da fare ora che il numero dei contagiati è ancora basso. La Regione però se ne è sostanzialmente lavata le mani (con Amuchina, si spera), scaricando il barile dei controlli sulle prefetture (che non prendono ordini dalla Regione) e, in subordine, sui sindaci. Che ora infatti sono sul piede di guerra, come racconta Sardinia Post nell’articolo “Sindaci sardi in rivolta: Siamo invasi”.

E i controlli nei porti nei confronti di chi arriva dalla zona rossa? Annunciati dalla Giunta, non sono di fatto mai partiti, come denuncia l’Unione Sarda. Allora il presidente Solinas che fa? Dà in pasto all’opinione pubblica numeri strabilianti di passeggeri controllati negli scali sardi, addirittura da “mille uomini ventiquattr’ore su ventiquattro”, un esercito che però è evidentemente sfuggito ai cronisti.

Di fatto, non sapremo mai quanti continentali sono arrivati in questi ultimi dieci giorni nelle loro seconde case nell’isola, e nessuno andrà mai a cercarli. L’unica speranza è che si autodenuncino. Ma quante autodenunce sono arrivate finora? Neanche l’assessore Nieddu lo sa.

Ecco in sintesi la strategia della Giunta Solinas: alternare allarmi a dichiarazioni che dimostrano una sottovalutazione dei problemi, con molte parole, tanta propaganda e pochi fatti. Evidenziando inequivocabilmente che per questa giunta regionale la lotta al Coronavirus in Sardegna non è poi una cosa così seria.

Post Scriptum
Alle 19.22 l’Ufficio Stampa della Regione ha comunicato che “A breve il presidente della Regione Christian Solinas emetterà una nuova ordinanza, con misure più stringenti a seguito dell’emergenza relativa al virus Covid-19, a tutela della salute pubblica e dei cittadini”. L’ennesimo tentativo di recuperare il tempo perduto.

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2 Comments

  1. Francesco says:

    Salve egregio Biolchini,
    la ringrazio per i suoi post sempre efficaci e, come si dice in giornalismo, sempre ” sul pezzo” e in considerazione delle sue argomentazioni, ho piacere di portare alla sua, e quella di chi segue il suo blog, la mia esperienza personale.
    Mi sono recato in Emilia nei giorni scorsi, partendo da Cagliari con un volo Ryanair per Parma il giorno 5 u.s; ho mio figlio che studia presso quella Università per conseguire la laurea magistrale, dato che corsi a lui congeniali, dopo la laurea triennale conseguita a Cagliari, non sono presenti nell’offerta degli atenei sardi. Ho programmato questo viaggio in concomitanza di una visita di controllo, programmata presso il Policlinico S. Matteo di Pavia, per una patologia da malattia rara da loro diagnosticata un anno fà, ora egregiamente seguita dall’ equipe del D.H. dell’ospedale Businco di Cagliari. Il giorno dopo il mio arrivo c’è stato la precipitazione degli eventi legati al Covid 19 e la visita mi è stata annullata. Ho quindi deciso di rientrare immediatamente in Sardegna, con mia moglie che mi accompagnava. Abbiamo provato ad imbarcarci con il volo Ryanair da parma, la domenica mattina, ma ci è stata proposta una tariffa spropositata, a questo punto ho preferito optare per la Continuità Territoriale, con partenza da Linate, dove ho trovato un vero e proprio deserto. Tutto si è svolto nel massimo ordine, ma nessuno ci ha fatto alcuna raccomandazione o effettuato nessun controllo sanitario. Sono arrivato ad Elmas alle 14, 20 di ieri domenica 8 marzo.
    agli arrivi siamo stati sottoposti alla rilevazione della temperatura, prima del ritiro bagagli. Erano presenti vari agenti di polizia, guardia di finanza e uomini dell’esercito. Nessuno ci ha chiesto nulla sulla nostra provenienza, ne ci ha informato che era stato emanato un decreto regionale che imponeva adempimenti e restrizioni per chi, come me proveniva dalle zone rosse. Solo all’arrivo a casa ho poi scoperto che c’era, appunto, l’ordinanza N° 4 del presidente della R.A.S. che imponeva la comunicazione alle autorità sanitarie del viaggio e della residenza, con recapito, dove avrei dovuto trascorrere il periodo di quarantena, in auto isolamento fiduciario.
    Nel mio caso, trattandosi di un viaggio sanitario, programmato di comune accordo con il mio medico di base e i sanitari del Businco, che sapevano quindi dove andavo e, sopratutto da dove dovevo rientrare, sarei stato già a posto cosi’, ma il mio senso civico mi ha suggerito di provedere ad autodenunciare il mio rientro in Sardegna. Ho quindi rintracciato il numero verde predisposto e dalle ore 15 fino alle ore 20, ho tentato inutilmente di palare con un operatore; cosa che ho provato a ripetere oggi per l’intera mattinata, vanamente. Ho pensato quindi di inviare una email all’U.R.P. dell’assessorato alla sanità, che mi ha gentilmente risposto inviandomi il testo dell’ordinanza contenente il modulo da compilare ed inviare all’indirizzo email specifico e dedicato all’emergenza COVID 19.
    La mia domanda è quindi questa: a cosa serve l’ordinanza ( sicuramente tardiva ) se non viene immediatamente applicata ? e perché chi era in aeroporto non ne era ancora a conoscenza? e poi, a cosa serve un numero verde che termina di funzionare alle ore 20, e che dopo la risposta che informava che gli operatori erano impegnati, anziché tenerti in linea per conservare la priorità, ti invitava a richiamare più tardi ?
    Anche la modalità via email, che prevede la compilazione del modulo, da scaricare dal sito della R.A.S, compilarlo, scannerizzarlo e inviarlo unitamente alla copia del documento, non è certamente alla potata di tutti, giacche non tutti hanno le competenze informatiche necessarie, come fortunatamente possiedo ho io; non le pare ?
    Per ovvi motivi di privacy le chiedo di non pubblicare il mio nome completo.
    Francesco

    • mettiamocelo in testa, riusciremo a superare l’ emergenza solo mettendoci una gran dose di senso di responsabilità e di raziocinio, non certo confidando nell’improvvisazione di questa manica di inetti. per chi è credente è un’ottima occasione per chiedere che Dio ci aiuti

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