Cagliari / Politica

Cinque motivi per cui Mariano Delogu non è stato “un grande sindaco nella storia di Cagliari”

La “legnaia” dell’Anfiteatro romano: do you remember? (foto Sardinia Post)

Grandi celebrazioni a Cagliari per ricordare Mariano Delogu, indimenticato sindaco di centrodestra tra il 1994 e il 2001. Anzi, per dirla con le parole degli organizzatori, “un grande sindaco nella storia di Cagliari”.

Delogu è stato senza dubbio un valente avvocato, una persona di spirito e di cultura, certamente rappresentativo della destra cagliaritana, negli anni ruggenti di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, di Gianfranco Fini alla presidenza della Camera (ma anche di Gianfranco Anedda sottosegretario alla Giustizia e, non ultimo, di Antonangelo Liori alla direzione dell’Unione Sarda).

Complice la non eccessiva personalità dei suoi successori e il suo essere stato presidente del Cagliari Calcio, come primo cittadino Delogu qualcuno ancora se lo ricorda, soprattutto per la sua nomea di “sindaco dei giardinetti”.

E in effetti, a parte il disastro della “legnaia” dell’Anfiteatro romano, da lui avallato;

non considerando lo sciagurato ripascimento del Poetto, la cui gestazione è avvenuta sotto la sua sindacatura;

omettendo l’increscioso accordo di programma che mirava alla cementificazione del colle di Tuvixeddu;

dimenticando l’inopinata scelta di non introdurre la raccolta differenziata dei rifiuti, negli stessi anni in cui la vicina Quartu Sant’Elena iniziava a farla;

passando sopra l’incredibile decisione di rimandare indietro i soldi per la metropolitana leggera, opera che ora sarà realizzata in città con qualche decennio di ritardo;

in effetti, a parte tutto ciò, qualcuno può anche ritenere che Mariano Delogu sia stato “un grande sindaco di Cagliari”. 

Io no.

Certo, Delogu ha creduto nell’apertura del Porto Canale (e questo bisogna riconoscerglielo) ma ha sbagliato per mancanza di visione moltissime delle scelte strategiche davanti a cui si è trovato, sia da sindaco che da parlamentare. 

Ma la destra cagliaritana, oggi in crisi di modelli e di riferimenti, ha bisogno di un’icona in cui riconoscersi. Senza rendersi conto che Delogu è stato stimato dai cagliaritani più per il suo carattere che non per la sua visione politica. 

Sulla quale si spera un giorno gli storici facciano chiarezza: lasciando da parte sia il generoso ricordo degli amici che le acide note dei pochi giornalisti polemisti ancora in circolazione.

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8 Comments

  1. Andrea Falqui says:

    Caro Vito,

    premesso che condivido la premessa del tuo pezzo (ovvero l’insensatezza di fatto di questa mitizzazione di Delogu), e che ho sempre votato (quasi sempre turandomi il naso) per i candidati che il centro-sinistra aveva opposto a lui e a Floris, qualcosa non mi torna sull’ascrivere a Delogu il disastroso ripascimento del Poetto. Delogu, che io ricordi, si dimise da sindaco 2001, dopo la disastrosa riconquista del potere (maggioranza al Parlamento) da parte del trio Berlusconi-Fini-Bossi, di cui assaggiammo rapidamente la qualità con i fattacci di Genova pochi mesi dopo. Il ripascimento del Poetto (che costò al centro-destra di Balletto e Zirone la Provincia pochi anni dopo) è del 2002. Questa cosa l’ho ricordata perchè proprio all’epoca un conosciuto giornalista cagliaritano come Giorgio Melis (di certo non un elettore, nè un estimatore del centro-destra, ma un fiero oppositore di quest’ultimo), nello scrivere articoli di fuoco contro il ripascimento scrisse anche, ovviamente senza controprova, che se al posto del Sindaco Floris (in carica nel 2002 e in sintonia col duo Balletto-Zirone, mentre anche la Regione era sgovernata dal centro-destra Floris-Pili-Masala) ci fosse stato Delogu, quest’ultimo non avrebbe fatto il pesce in barile come Floris quando la sabbia/terra scura iniziò ad essere sparata e sparsa sul lato (solo cagliaritano) del Poetto.
    Questo detto, meriterebbe forse un’analisi più articolata come e perchè Delogu fosse così in sintonia con il modo di pensare politica e amministrazione della città. E anche come, in fondo, l’amministrazione Zedda iniziata nel 2011 sotto il segno di un cambiamento radicale rispetto ai predecessori abbia, neppure lentamente, interiorizzato (o forse lo portava già con sè) quel modo di pensare (fatte le debite differenze di mutato contesto politico e generazionale), di fatto “Deloghizzandosi” nel giro di un tempo abbastanza breve.
    Un saluto.

    • Caro Andrea,
      la questione del Poetto è semplice. Fu durante la sindacatura Delogu che, contro il volere di tutti gli altri soggetti interessati, il comune di Cagliari impose il prelievo della sabbia dal mare e non dalle cave. Fu una scelta sciagurata che poi ebbe gli esiti che conosciamo.
      Quanto al fatto “se fosse stato sindaco Delogu…”, di sicuro egli non intervenì prontamente con la sua autorevolezza e potere per bloccare lo scempio che già dai primi giorni di ripascimento si stava profilando. Preferì il silenzio di partito, tranne dire (proprio quasi costretto) “Io non avrei fatto così”.
      La sintonia con la città: aveva un carattere gioviale, era autorevole e ha saputo interpretare bene il suo ruolo di primo cittadino eletto (per la prima volta) dai cittadini.
      Zedda: sì, ha puntato a Delogu. Ma il modello era irraggiungibile e così si è accontentato di… “Florisizzarsi”!
      Grazie per il tuo intervento.

      • Andrea Falqui says:

        Ciao Vito.
        Grazie mille della tua risposta. In effetti è vero, Zedda ha subito più una Florisizzazione che una Deloghizzazione. Ergo, se del secondo non ci piace la mitizzazione post mortem, figuriamoci del primo (a cui ovviamente non si augura nulla di male). Adesso siamo a Truzzu, ed è un peccato che Bombolo non sia più tra noi.

    • ” la Regione era sgovernata dal centro-destra Floris-Pili-Masala”
      Non vorrei sbagliare ma la sequenza corretta fu Pili, Masala e poi Floris.
      Pili lo utilizzarono per Vincere (il NUOVO, il gggiovane), poi Masala come marchetta per l’incipiente Destra e, finalmente, l’avvoltoio Democristiano si mangiò l’uno e l’altro.
      Che al mercato mio Padre comprò.

  2. L'Ascoltatrice Rita Solinas says:

    Chiaro e coinciso, ma soprattutto punto di vista pienamente condivisibile.

  3. Due appunti da non tifoso di Delogu:
    – l’operazione Tuvixeddu è stata un lavoro di cesello da Avvocato per evitare il Crack multimilionario che il Tribunale aveva inferto al Comune, è bene NON scordarlo mai, e casomai sarebbe da riprendere in mano tutto il progetto, dopo il danno enorme provocato da Soru, ora che ci si ritrova con lo “sfregio” al colle ma senza la strada che sarebbe stata piuttosto utile ai Cittadini ed alla decongestione del Centro Cittadino e con il Tesoro Storico abbandonato a discarica a cielo aperto. Non possiamo solo vedere una parte della cosa, ma tutto il contesto, e le condizioni attuali, sopratutto quelle non ripristinabili;
    – dimentichi la demolizione della villetta che per decenni ha osctruito il persorso dell’Asse Mediano di Scorrimento e che oggi, sembrano tutti aver scordato.
    Buon lavoro.
    Marco

    • Intanto grazie per il contributo, la valutazione su quegli anni ha bisogno di persone disinteressate e lei mi sembra esserlo.
      Su Tuvixeddu concordo sul fatto che sarebbe il caso di riprendere in mano tutta la questione e ricordare anche come sia finita: bocciatura dei progetti edilizi (allucinanti), richiesta risarcimenti. Quello di Soru fu un atto sacrosanto. La destra cagliaritana, risarcimento o meno, voleva costruire perché credeva infule progetto. Non era solo (eventualmente) una pezza su un buco creato da altri.

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