Elezioni regionali 2019 / Politica / Sardegna

Regionali 2019, scendono in campo Christian Solinas e Massimo Zedda: i giovani volti della vecchia politica

Christian Solinas e Massimo Zedda (foto YouTg)

Alla fine il colpo di scena è arrivato: doppio. E così tra Cagliari e Milis tutto è precipitato in una mattina di novembre, quando appena ieri sia il centrodestra che il centrosinistra sembravano voler prendere ancora tempo. E invece no.

Mentre nel paesino dell’Oristanese con lessico da Prima Repubblica, Massimo Zedda annunciava di essere “a disposizione dei sardi” (ma non poteva dire direttamente “mi candido”?), nel capoluogo l’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci incoronava il sardista Christian Solinas quale candidato del centrodestra.

A parte il fatto di essere scesi in campo nello stesso giorno, ci sono molte cose che uniscono Solinas e Zedda. Entrambi classe 1976, entrambi figli delle grandi tradizioni politiche della Prima Repubblica (il sardista nasce con il democristianissimo Mario Floris, il sindaco di Cagliari è il rampollo di una famiglia Pci), entrambi non laureati ed entrambi di mestiere incerto, Solinas e Zedda hanno fatto negli ultimi vent’anni della politica la loro professione.

Di necessità virtù e con ottimi risultati verrebbe da dire, visto che il sardista è finito in Parlamento (dopo peraltro avere occupato a lungo la poltrona di assessore regionale ai Trasporti) mentre Zedda (a cui ora è difficile definire in quale partito si trovi) ha scalato tutti i gradini dell’impegno istituzionale, passando da consigliere comunale a consigliere regionale, fino a diventare sindaco. Anche lui ha cercato di entrare in Parlamento, ma gli è andata male perché la riforma costituzionale renziana (di cui è stato silente sostenitore) è stata sonoramente bocciata dagli italiani.

I due sono dunque senatore ed aspirante senatore mancato.

Tra Solinas e Zedda i punti di contatto sono quindi maggiori delle differenze. Entrambi li potremmo definire dei giovani volti della vecchia politica, di cui dove i due hanno imparato tutte le furbizie e i trucchi per conquistare il potere e mantenerlo ad ogni costo.

Quindi non chiedete loro grandi discorsi o di prospettare il futuro della Sardegna che verrà: non possono andare oltre quei quattro slogan in croce su cui campano da anni (e che hanno già iniziato a sciorinare nelle prime ore da candidati alla presidenza della Regione). Vedrete che nei faccia a faccia elettorali, quando si parlerà di programma (trasporti, industria, ambiente, turismo) sarà difficile per loro riuscire distinguere le proprie posizioni da quelle dell’avversario: come se parlassero davanti ad uno specchio.

E se parliamo di differenze? A sentire i loro sostenitori, sembrerebbe che nei sondaggi Solinas sia sotto la sua coalizione, mentre Zedda avrebbe più voti (ma non troppi) dei partiti che lo sostengono.

Che Zedda e Solinas si ritrovino contro è poi uno scherzo del destino.

Per riuscire ad essere riletto sindaco di Cagliari al primo turno, appena due anni fa Massimo Zedda non si era fatto scrupolo di imbarcare nella sua maggioranza i sardisti, da tempo stabilmente nell’orbita del centrodestra, salvo poi scaricarli quando i quattro mori avevano stretto la loro alleanza con la Lega. Il sette per cento sardista aveva però consentito a Zedda di superare la fatidica soglia del 50 per cento (esattamente 50,86 per cento, “pilu pilu” come diciamo a Cagliari) ed evitare così la roulette russa del ballottaggio.

Ma sia nel caso della prima come della seconda elezione, Zedda ha avuto modo di contare sull’aiuto (mai dichiarato, è ovvio) dell’ex sindaco di Forza Italia Emilio Floris (cugino di quel Floris che ha allevato Solinas), che concentrando i suoi voti sul giovane candidato della sinistra ha fatto fuori prima il riformatore Massimo Fantola poi il forzista ribelle Piergiorgio Massidda.

Grazie al potere magico del voto disgiunto, si ripeterà ancora questo giochino? Floris e il suo delfino Stefano Tunis (della sedicente lista civica Sardegna 2020) affosseranno Solinas per provare a lanciare l’amico Zedda verso viale Trento?

A sinistra ci sperano e non ne fanno mistero.

E Solinas da parte sua, potrà contare invece su parte di quei voti del Pd che non vedono di buon occhio l’eventuale ascesa del sindaco di Cagliari. Il centrodestra ci conta.

È vero, sono giochetti da Prima Repubblica. Giochetti da Zedda e Solinas, appunto.

 

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9 Comments

  1. Mettere sullo stesso piano Solinas e Zedda mi pare una forzatura faziosa.

  2. Gianni says:

    Chiedo una cortese verifica sul requisito anagrafico necessario per la candidatura al Senato che è,se non erro di 40 anni. Zedda nel 2018 non era candidato, e nel 2013 comunque non aveva l’età. Vito nella fretta e fregola di trovare affinità nei bersagli è andato dritto dritto verso l’approssimazione. Siccome, lo riconosco, sono fatto a modo mio, il resto dell’articolo lo leggo con un tantino di noia. Da qualche tempo anche Telese.

  3. Robertino says:

    ho sentito anche io … sono sondaggi(chiamiamoli così, perché pare siano fotocopie sbiadite) diffusi da un aspirante candidato del cdx della piccola Atene sarda… che è rimasto (con gioia?) trombato….

  4. Francu says:

    Aspettiamo l’improbabile candidato grillino, il cialtrone sovranista per completare la collezione dei nuovi mostri.

  5. Antonello says:

    Quali sarebbero i favori ricevuti dalla dinastia Floris da parte di Zedda di cui parla Der Kommissar? Un po’ di coraggio, dai! Concordo poi sull’errore di M. Puddu sulla scelta del rito abbreviato. Però, in realtà, con le regole dei 5 stelle, lui non avrebbe nemmeno potuto partecipare al voto on line per la scelta del candidato presidente. L’idea che nella stessa coalizione ci si faccia la guerra è fantastico, roba da pezzenti.
    Buon voto a tutti.
    Antonello

  6. Der Kommissar says:

    Mi ha detto un uccellino che nel 2011 anche Solinas aveva fatto una riunione per indurre i suoi a votare per Massimo Zedda al ballottaggio. Fondamentalmente pare gli stesse sullo stomaco Fantola. Nel 2016 non ha avuto neanche il problema di fare le cose sottobanco, tanto i sardisti si erano direttamente alleati con l'”astro nascente della sinistra italiana” (ormai morente). Difficile che ora marcino divisi coi Floris, che da Zedda hanno già ottenuto quel che volevano (non devo dire cosa a te che sei giornalista, Vito). Se il tuo intento è suscitare un senso di schifo che porti a indirizzare verso il M5S o Autodeterminatzione, ci staresti riuscendo discretamente, non fosse che quest’ultima è evanescente, mentre i grillini hanno commesso o lasciato commettere l’immenso errore di far si che Mario Puddu optasse per il rito abbreviato. Voci dal sen sfuggito di persone che di diritto se ne intendono dicono che in quel processo per abuso d’ufficio ci fosse davvero poco, forse meno ancora che in quello a carico di Zedda; purtroppo il rito abbreviato è una lotteria, dato che se becchi un Gip di quelli “duri”, che in questo caso è proprio quello che aveva rinviato a giudizio Zedda, può anche andarti male.

  7. Nicola says:

    Quali sono i sondaggi che cita?

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