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Case, rifiuti, Poetto, stadio e turismo: il futuro di Cagliari passa anche per questi nove punti

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Cagliari, tra storia e progetto (foto Olliera)

Sarà anche vero, come dice Sardinia Post, che la campagna elettorale per le comunali a Cagliari non è ancora entrata nel vivo ma è altrettanto vero che gli esperti navigatori iniziano a cogliere nell’aria i preoccupanti segnali di un prossimo mutamento di clima. Il barometro, dicono, volgerà presto verso la burrasca, con colpi bassi, manipolazioni, strumentalizzazioni e meschinità on line di ogni sorta.

Qualche assaggio lo abbiamo avuto recentemente, con qualche testata lesta a fare il gioco degli orfani di Ainis e dell’Untore (meno male che è finito in galera e i suoi complici ridotti al silenzio: vi immaginate che campagna elettorale sarebbe stata con questi lestofanti in circolazione, ben indirizzati dai soliti compagnucci della parrocchietta?). Lo schema diffamatorio tuttavia si ripeterà, ne sono certo. E l’unico modo per spezzarlo è parlare di cose serie.

A poco più di due mesi dalle elezioni è bene dunque iniziare ad appuntarsi qualche tema che sarà centrale per il futuro di Cagliari. Non mi sogno minimamente di chiedere su questi argomenti il parere agli illustrissimi candidati alla carica di sindaco ma soltanto ai miei dodici lettori. Perché prima che si scateni la bagarre, è bene ricordarci che alla fine questa città bisognerà pure governarla.

Ed ecco allora, in ordine sparso, le prime nove questioni sulle quali vi invito, od amici, alla riflessione. E chi vuole, può rispondere.

1 – L’area metropolitana di Cagliari è ormai una realtà. Ma è pensabile che non si arrivi in futuro all’elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano da parte dei cittadini dei diciassette comuni che fanno parte del nuovo ente? Perché il sindaco metropolitano deve essere ex officio il sindaco di Cagliari, comune nel quale vivono appena 160 mila degli oltre 400 mila abitanti dell’area metropolitana? Le forze politiche e i candidati sindaci su questo tema dovrebbero dire chiaramente la loro.

2 – Ad ottobre gli italiani si dovranno esprimere sul referendum riguardante le pesanti modifiche all’assetto costituzionale volute dal governo Renzi. È pensabile discutere dello sviluppo di Cagliari ignorando queste novità che avranno delle ricadute evidenti sull’organizzazione delle nostre amministrazioni? Io penso di no.

3Rifiuti: a Cagliari siamo ancora all’anno zero. In attesa di conoscere di quanto in questi ultimi cinque anni la quota di raccolta differenziata è aumentata (sempre che sia aumentata, ovviamente), si tratta di capire come progettare il futuro. La discarica di Uta deve essere realizzata? E perché non pensare di affidare il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti ad una costituenda società municipalizzata anziché affidarsi ai soliti privati?

4Poetto, che si fa? L’erosione è destinata a continuare e dubito che basterà il cordone dunale a trattenere la sabbia. Per salvare la spiaggia, è pensabile ipotizzare ad un ripascimento ben fatto e alla demolizione di tutti i manufatti in cemento che ora sono presenti sulla battigia? Oppure tutto deve restare così?

5Turismo: la principale compagnia di voli low cost ha pesantemente tagliato le sue rotte su Cagliari ma mentre un’analoga decisione ad Alghero ha scatenato la mobilitazione delle forze politiche e produttive cittadine, qui invece in pochi hanno abbozzato ad una reazione. Quale dovrebbe essere la strategia per convincere Ryanair a restare? Perché non ipotizzare, come è stato fatto in altri scali italiani di fare entrare nel consiglio di amministrazione dell’aeroporto i rappresentanti della compagnia irlandese?

6Futuro della Fiera: con una scelta unilaterale, il commissario della Camera di Commercio ha deciso la liquidazione dell’ente. La Fiera deve morire oppure deve essere rilanciata? E se siamo per la soppressione dell’ente, che fine fanno le aree pregiatissime del recinto di viale Diaz?

7Stadio: il progetto del Cagliari è tutto tranne che a costo zero sia per il Comune che per la Regione. A questo punto a mio avviso si pone la necessità di una riflessione approfondita, visto che dalle casse di via Roma (lato piazza Matteotti) dovrebbero uscire la bellezza di dieci milioni di euro. E il presidente della società rossoblù chiede al comune anche di accollarsi i costi di un impianto provvisorio per consentire alla squadra di restare in città durante i due anni di lavori di rifacimento del Sant’Elia… Parliamone.

8Spazi per la cultura: molte associazioni e imprese di spettacolo chiedono al Comune di poter avere spazi a costi limitati dove poter lavorare. Le amministrazioni dispongono di numerosissimi beni immobili abbandonati al loro destino: è pensabile immaginare di poterli destinare ad attività culturali?

9Case popolari: un punto dolente. È realistico immaginare un piano di edilizia che consenta anche ai meno abbienti di vivere in città?

 

 

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13 Comments

  1. Pingback: Stadio ed ex Manifattura Tabacchi, a Cagliari arrivano le prime risposte (e forse sono sbagliate) - vitobiolchini

  2. Per la precisione i terreni su cui sorge il complesso fieristico sono di esclusiva proprietà della RAS per i fabbricati invece bisogna approfondire la questione.

  3. Ho letto che zedda e la sua maggioranza apriranno la campagna elettorale alla rotonda del Lido. Si capisce che investono molto sull’immagine del Poetto rinnovato, la cui bruttezza peraltro sarà evidente ai primi segni di usura dei lavori realizzati. Ma non è questo che mi ha colpito. La cosa più singolare, che segna anche simbolicamente la mutazione genetica della sinistra nostrana (che in questo replica la sinistra italiana) è la scelta di aprire la campagna elettorale in un luogo tradizionalmente riservato alla borghesia cagliaritana e, per molti versi, espressione della ridotta fruibilità della spiaggia da parte delle persone meno abbienti. E che dire del fatto che il Lido e gli altri stabilimenti in cemento sono la negazione stessa della difesa dell’ambiente? Ma il sindaco non era quello di sinistra ecologia e libertà? Perché scegliere quel luogo per aprire la sua campagna elettorale? È questa l’idea di condivisione e partecipazione che hanno il sindaco e la sua maggioranza? Credo che questa scelta sia l’ennesima dimostrazione del fatto che l’amministrazione uscente porta in dote alla città soltanto una serie di lavori pubblici che non hanno un senso urbanistico e ambientale. Ma la cosa peggiore è che con queste opere otterrà i voti della destra. Inizierà a raccoglierli alla rotonda del Lido e gli entusiasti con la magliettina rossa saranno soltanto delle comparse in un incontro che non riguarda il sogno dell’uguaglianza.

    • La stessa domanda che mi son fatto io. Quanti e chi poi potrà arrivare ed entrare negli stabilimenti privati. Sinistra destra centro o benestanti?

    • Gabriele Burricchis says:

      Sono errori che si commettono quando, probabilmente per mancanza di amici o di persone di cui ci si possa veramente fidare, ci si affida, come sta facendo Zedda, a degli avventurieri borghesacci di destra per cui stare a sinistra è poco più che un gioco di società. Del resto lo stesso Zedda ha una mentalità profondamente borghese, come gran parte dei fighetti di via Puccini, e poco conta se si è precari provvisoriamente gratificati da stipendi pubblici, la “forma mentis” è quella che conta, un po’ come i nobili decaduti che continuano a disprezzare i macellai arricchiti. Ma in tutta la cosiddetta sinistra dove vogliamo trovare qualcosa di popolare? Forse va meglio nel PD? Ma dai, non facciamo ridere.

  4. spazi per la cultura….solo per fare un esempio nel colle di Monte Urpinu lato est tra spazi pubblici e privati vi sono circa 40 ettari ; cioè 40.000 metri quadri , inoltre ci oltre 6.000 metri di fabbricati che si possono riconvertire, oltre che impianti sportivi, l’ex Gelateria Belvedere (di proprietà comunale ) è chiusa da anni ; per utilizzare tutti questi spazi ci vuole una “visione ” della città che oggi manca, ma soprattutto un coinvolgimento serio di tutti soggetti che nella città ci vivono ed operano e questo è del tutto assente. l’unica presenza costante dell’amministrazione negli anni è quella della protezione civile che non fa altro che aggiungere transenne nel tratto che va da Via Raffa Garzia a viale Europa…

  5. marco maria cocco says:

    La scalata alle poltrone o la colla per restarci seduti sopra.
    Sto vedendo tanti (troppi) agitarsi tanto per farsi candidare nel partito grigio pur avendo idee gialle. Di sicuro v’è un fatto: pochi lo fanno per senso civico mentre i più lo fanno per convenienza, opportunismo, autoreferenzialità. Pochi hanno in mente una città a misura di cittadino o a misura addirittura di bambino.
    So bene quel che dico visto che mi confronto da anni con questi loschi figuri.
    Che delusione.
    Ma.
    L’importante è non mollare e continuare a partecipare non solo in modalità critica bensì in modo propositivo.
    E… buongiorno Cagliari!

  6. “elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano, municipalizzare servizi…” , di questi tempi ho paura che se parliamo di queste cose ci dicono che vogliamo la Repubblica di Kronstadt.

    • Beh, in effetti in Italia ci siamo anche dimenticati di cosa significhi andare a votare e scegliere i nostri rappresentanti in parlamento, ad esempio! 🙂

  7. Alessandro says:

    Caro Vito,

    naturalmente tutti questi punti sono centrali e importanti, e naturalmente vengono elusi dai gruppi di potere (chiamarli partiti ormai non ha più senso) il cui obiettivo è proseguire l’occupazione del Comune oppure insediarsi al posto di chi ci sta ora (“ora tocca a noi”). Io aggiungerei un altro punto, che è dirimente per le politiche urbane, cioè la questione delle periferie e della qualità della vita urbana nelle periferie dell’area urbana di Cagliari. Se noi vogliamo che Cagliari passi da città in fusione a luogo urbano di un certo peso dobbiamo pensare a una città che, fra dieci anni, sia omogeneamente urbana in tutti i suoi quartieri, e in particolar modo nei luoghi abitati dalla maggioranza dei suoi cittadini, cioè le periferie. Questo significa superare la divisione funzionale di vecchia impostazione fra aree dormitorio, aree per il divertimento, aree destinate agli uffici, e diffondere in modo meno compartimentato le varie funzioni in tutte le aree urbane di cui si compone questa città che cresce.
    Ad esso si accompagna la politica culturale, ovvero il fatto che la città metropolitana deve essere, come è stata negli ultimi due decenni, il fulcro per il risorgere della Sardegna come comunità nazionale, sia sul piano linguistico, che su quello culturale in ogni suo aspetto, sia perché è il solo luogo in cui è pensabile l’elaborazione di soluzioni (anche antagonistiche rispetto agli assetti attuali) che abbiano come referente la nostra condizione comune di sardi e non la sommatoria di piccoli interessi frazionabili e ricattabili da chi ci domina tutti.

  8. giuseppe says:

    Caro Biolchini. Ho letto il suo articolo nel tardo pomeriggio e vedendo l’ora in cui è stato pubblicato mi sono stupito del fatto che ancora non avesse suscitato un maggiore interesse. Eppure, l’articolo è profondo e di grande attualità, trattando un tema importante per i cittadini di Cagliari. Perciò credo che lei abbia colto nel segno. Proponendo un dibattito su temi specifici per cercare di ricondurre la politica al suo giusto ruolo, lei ha messo in evidenza il fatto che il dibattito sui temi e sulle cose concrete non appassiona gli elettori. Ma ancor di più credo che, soprattutto fra i sostenitori di zedda (io dovrei votarlo, essendo uomo di sinistra), si è consolidato un conformismo preoccupante, una intolleranza alle critiche che rasenta la tifoseria berlusconiana dei tempi in cui berlusconi era il principe invincibile di questo povero paese. Osservo i dibattiti su facebook e noto comportamenti che mi fanno dubitare della opportunità di votare zedda perché in fondo, chi governa è un po’ lo specchio di chi lo vota. E quello che vedo non mi piace. Anzi, per la verità, vedendo l’elenco dei temi proposto nel suo articolo mi rendo conto che neppure uno di quei temi è stato affrontato risolutivamente da questa amministrazione. E se si può perdonare un ritardo nella attuazione delle promesse elettorali che zedda aveva fatto nel 2011, è imperdonabile che non lo si possa dire senza essere dileggiati o aggrediti. perché può mancarci un cassonetto della spazzatuta, ma se ci manca la libertà di critica significa che il nostro voto è davvero sprecato. Mi rileggerò l’elenco delle cose e continuerò a leggerlo finché non troverò la risposta giusta ai quesiti che lei ha posto. Lo farò per votare in modo consapevole, visto che le categorie della destra e della sinistra non mi danno più una risposta sicura

  9. Unu puntu po su bilnguismu puru ge no iat a strobai!

  10. Ghostwriter says:

    1) Assolutamente d’accordo. Già i cittadini di una città, aventi diritto di voto, devono subire passivamente, per tutto un mandato, le decisioni di qualche “fenomeno” spuntato fuori dal nulla, come successo a Cagliari con Mauro Coni; se altri, tra l’altro una maggioranza, devono subirle senza neanche poter mettere una croce su un foglio di carta ogni 5 anni allora è ovvio che ci si ritrova davanti a un’iniziativa, per l’ennesima volta, campata un po’ per aria;
    2) a Cagliari, come hai già scritto, abbiamo un Renzi in miniatura, quindi non mi stupirei se l’amministrazione si comportasse come sta ordinando il ducetto toscano da Roma, ovvero invitando all’astensione;
    3) a Cagliari si paga da anni per il porta a porta, e tra vicende più o meno losche, questa pratica non si è mai attivata efficacemente;
    4) sul Poetto si è fatto come un po’ in tutta la città: molta propaganda, ma a parte ristrutturarne la facciata, più o meno bene a seconda del gusto, non si è andati.
    5) sul turismo a parte il caso Ryan Air, è emblematica la situazione del porto di Cagliari. L’attuale amministrazione lucra ancora sul lavoro fatto da Massidda, dopo aver fatto di tutto per farlo saltare con la scusa del non avere i titoli. Fa ridere il fatto che lo stesso criterio non sia valso per la nomina della Crivellenti all’ente lirico, che non sarà stata illegale, come disposto dal giudice di primo grado nel processo penale (di cui si attendono ancora le motivazioni per avere un quadro completo), ma rimane illegittima come disposto dal TAR;
    6) Sulla fiera, chiunque sarà il prossimo amministratore della città, ci sarà un piatto bello abbondante da cui mangiare. Lo scioglimento dell’ente era probabilmente un atto inevitabile, dati gli incredibili fallimenti accumulati negli ultimi 10 anni, ma preoccupa il fatto che per un’area particolarmente pregiata come quella non ci sia stato un corrispettivo risalto. Buttandola lì, non vorrei che nascosto nell’ombra ci sia Zuncheddu, il che spiegherebbe piuttosto bene alcune dinamiche intraprese dagli organi di stampa da lui controllati…
    7) Situazione sempre più ridicola: il progetto di Giulini è una leggera evoluzione di quello presentato da Cellino, con la differenza però che costui chiedeva una concessione quasi gratuita senza però gravare sulle casse pubbliche. Continuo ad avere una brutta considerazione di Cellino, però inizio a supporre che al sindaco in quel periodo servisse un “nemico” da pubblicizzare;
    8) ex manifattura: da un trafiletto con foto sull’unione sarda, si scopre che il sindaco, all’insaputa di tutti, in compagnia dell’assessore Puggioni, ha inaugurato la struttura. La struttura a mesi di distanza è chiusa al pubblico e sorvegliata perennemente da una guardia giurata. Se si parla privatamente con una delle guardie si scopre che in realtà della struttura è stata sistemata solo la facciata (vedasi punto 4), mentre l’interno rimane in condizioni non usufruibili. Si aggiunga che da poco dopo la fine dei lavori sulla struttura, per diversi mesi, una volta ogni due settimane, per un’intera giornata, l’intero isolato si è trovato sistematicamente senza luce senza che nessuno sapesse dove l’Enel stesse lavorando…
    9) Si era troppo occupati a costruire braccia d’uscita dall’asse mediano al solo scopo di far lievitare il prezzo di alcune nuove costruzioni, per preoccuparsi di sistemare o creare nuove abitazioni popolari.
    Si può parlare di questi temi in prospettiva futura, ma probabilmente solo fra di noi, in virtù soprattutto dei comportamenti delle ultime amministrazioni, che non si sono affatto dimostrate troppo diverse fra loro, considerando il fatto del sempre più basso valore di promesse o solo pourparler di questi politichini, politicanti e personaggi improvvisati nominati dai primi.

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