Cagliari / Cultura

Clamoroso a Cagliari: tornano i Banda Beni! Ecco il loro sito “ufficcialle” (e qualche ricordo del tenutario)

Banda Beni

La copertina dell’Lp “Segundu Banda Beni” (foto Giorgio Biolchini)

Fermi tutti, questa è una notizia! E che notizia! Ritornano i Banda Beni, una band cult per tanti cagliaritani… ma soprattutto per me! Ritornano con il sito “ufficcialle” www.bandabeni.com e promettono tra qualche giorno anche una grande sorpresa: sarà forse un concerto a trent’anni dal ritiro delle scene? Se è così, mi sto già sentendo male!

Picciocus, non so se avete capito: i Banda Beni! Quelli di “Mama tua”, di “Simeone Locci è torrau”, di “Bella Callasetta quand’è notte”, di “Tiddia in serie A”, di “Toca che lompiamo chizi”, e di tanti altri brani che sono stati le grandi hit della Cagliari a cavallo tra gli anni 70 e 80! Giovani: cercate su youtube i brani dei Banda Beni e li troverete tutte. Anche oggi a Buongiorno Cagliari gli ascoltatori hanno invocato una loro canzone e ogni volta le mandiamo in onda si scatena il tripudio.

I Banda Beni sono stati un gruppo importante per noi ragazzini degli anni 70. Perché facevano musica divertente, suonavano bene (anzi, benissimo!) e parlavano in sardo. Allora parlare in sardo era vietato: le mamme ti sgridavano se a casa di scappava qualche parola che finiva con la “u”. Per strada invece no, quella era il luogo della libertà (e infatti io appartengo all’ultima generazione di bambini che hanno giocato a pallone per strada). E i Banda Beni, benché cantassero ogni tanto in un sardo sgangherato e un po’ maccheronico, quella lingua l’avevano sdoganata e per noi bastava e avanzava.

“Mamarua”, in sintesi, è stato il nostro grido di libertà! E la voce di Mario Biggio spaccava tutto (e noi volevamo farlo con lui).

Poi i Banda Beni erano musicisti valentissimi. Allora i dischi erano suonati veramente, mica c’erano i computer: e loro suonavano! E lo facevano a Cagliari, estrema periferia del sistema solare (perché allora noi così ci percepivamo, mica come oggi che mia figlia mi racconta come se niente fosse dei suoi viaggi in Islanda o a Parigi, senza percepire che vive isolata in un’isola: beata gioventù del 2015).

In pratica i Banda Beni erano i nostri “local heroes” e per sempre resteranno tali.

Un giorno poi la mia vita si incrociò con la band. Vedete la foto in alto? È la copertina dell’ellepi. E chi la scattò quella foto? Mio padre, Giorgio Biolchini!

Ma quello era solo l’inizio.

Stiamo a Stampace, primi anni ’80. Gruppo Azione Cattolica, locali di via Fara, detti anche “l’associazione”. Incontri di catechesi uno ogni sette giorni, partite di ping pong moltissime tutti i giorni! Una sera alla settimana poi, prove del coro parrocchiale: tutti precettati. Un bel momento di confronto intergenerazionale e di divertimento, in attesa della performance domenicale (libretti dei canti da sistemare nei banchi, libretti dei canti da ritirare dai banchi).

Un giorno accade l’incredibile: a dirigere il coro arriva Filippo Vespa, a suonare la chitarra suo fratello Carlo! Mezza band dei Banda Beni ora suona e canta con noi “Symbolum 80”! Le prove del coro dell’Azione Cattolica di Sant’Anna si intensificano, i nostri concerti di Natale diventano degli eventi musicali clamorosi con la partecipazione di ottimi musicisti.

Io, preso dall’entusiasmo, mi compro un basso elettrico e apprendo i primi rudimenti delle quattro corde da chi? Ma dal bassista dei Banda Beni Filippo Vespa, ovviamente!

Insomma, attendo con impazienza di sapere quale sorpresa tra qualche giorno ci riserveranno i Banda Beni: ci regaleranno un concerto? Una nuova canzone? Di sicuro diventerebbe una nuova hit di Buongiorno Cagliari!

Nel frattempo andate sul loro sito, perché scoprirete uno spaccato di vita cagliaritana che merita di essere conosciuto. E ricordato.

 

 

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18 Comments

  1. Emanuele Paradiso says:

    Ho conosciuto Filippo al conservatorio di Cagliari…era uno degli allievi preferiti di mio padre….e mi fa molto piacere sapere che almeno la metà sono tornati. Simeone Locci è torrau !!!!

  2. Giampietro says:

    Banda Beni …
    Ho comprato appena è uscito il CD compillescion…
    Ho per un attimo sognato di rivedere la band dal vivo, ma purtroppo non bogvogli ommagiare i fan .
    Quindi Banda beni … Aici banda mali.
    Almeno un live o in TV

  3. Leggo il blog ma non ho mai scritto. Ringrazio sentitamente il padrone di casa per avermi dato, con questo post, l’opportunità di tuffarmi nel passato riascoltando musiche della mia infanzia. Ad esempio, per me Pipì e Totó e Simeone Locci sono state canzoni dei Banda Beni molto prima di conoscere i loro originali anglosassoni. E da quando ho comprato il cd, che poi ho integrato prendendo dalla rete altri 10 brani ugualmente splendidi non inclusi in Compillescion, sono entrato in un trip di riascolto compulsivo che non sperimentavo da decenni (forse l’ultima volta è stato per Nevermind dei Nirvana e i primi dischi degli EELST). Un’ironia graffiante, il sapersi prendere in giro, ma anche l’impegno sociale e la capacità di ispirare un indefinibile sentimento di sardità, il tutto reso da un’ottima capacità di arrangiare e da un bell’impasto di voci. Se solo facessero un disco nuovo o un concerto sarebbe un sogno. Grazie a Vito e ai Banda Beni per essere tornati.

  4. “cosa vogliono di noi los poetas andaluces? cosa vogliono i poeti cabesusesi? che cosa li abbiamo fatto noi a los poetas andaluces? non li abbiamo fatto neanche teeh!
    cosa ca…. vogliono los poetas andaluces? non li abbiamo fatto neanche teeeh!
    ca… vogliono los poetas andaluces?”

  5. Su Cooperadori says:

    Lucida, mai rinnegare il passato! E poi, perché? Se si è tali è perché si sono attraversate esperienze positive e negative senza le quali non saremo più noi. Grazie Vito! Che ricordi ……….. E la jam session con i Bsnda Beni nel teatro di via ospedale, quello dove “fittipaldi” (Guidubaldi) faceva il cineforum??

  6. Il post non fa una piega. Bravo Vito. Avrei omesso tutta la tua vicenda da Azione Cattolica in poi, che adolescenza… Diciamo anche che se io l’avessi saputo prima… mamma mia… Non ci voglio pensare.

  7. efis pilleri says:

    mittici! all’epoca mi cimentai anch’io nella traduzione dall’inglese al sardo. Così “mellow yellow” di Donovan divenne “su meloni e’ ierru”. Questi i primi versi: “bonu meda a pappai / e diaderu gustosu / bellu a biri e a fragai / praxi a totu su mundu / ita? ..su meloni e’ ierru…

  8. Beh.. orgoglioso di suonare in una delle poche band in attività che tra le cover che suona durante le serate propone quasi sempre Simeone Locci e Mamma tua.

  9. e BANDABENI A ZIZIGORUSU. CIAO BIOLCHINI.

  10. Cesare says:

    IO ho tre LP della Band

  11. Il bassista era il fratello di Filippo che casualmente era il marito della mia prof di chimica del liceo (che era la stessa di Vito Biolchini)

  12. Ma Filippo non era il chitarrista??? Era il mio professore di musica delle medie…

  13. Anche il sito è fermo agli anni ’80 allora.. manco in 56kbps XD

  14. Filippo says:

    Ciao Vito! Che memoria!

  15. Fourthciucciu says:

    “Bella gi è sa vira, ma candu si pori pappai, aicci mi narara candu femu piccioccheddu mammai”, è una delle frasi che più mi è rimasta in mente dei miei ricordi di gioventù e casualmente alcuni giorni fa, spinto da nostalgia degli anni che furono, ricercando su youtube canzoni cagliaritane di quel periodo, ho scovato video dei Banda Beni, riguardarli mi ha fatto passare momenti di buon umore, anche i Bellini Baciando fianta togusu.

  16. Ottima notizia! Però era Simeone Locci 😉

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