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San Francesco di Stampace: ma in questa storia c’entra anche Renato Soru?

San Francesco

San Francesco di Stampace a Cagliari (foto Olliera)

Fermi tutti, questa è una notizia! “Il convento? Lo vendo”, dice spavaldo all’Unione Sarda in edicola oggi l’imprenditore Carlo Scano. Il convento è quel che resta (non poco) di San Francesco di Stampace a Cagliari, scrigno della storia medievale sarda (basta andare in Pinacoteca alla Cittadella dei Musei per rendersene conto). La dichiarazione di Scano è certamente ad effetto e ricorda quelle di Renato Soru dopo i casi Tiscali, Shardna, Funtanazza e chi più ne ha più ne metta.

A proposito, dottor Scano: ma in questa operazione cultural-immobiliare c’entra anche in qualche modo l’eurodeputato e segretario regionale del Pd? Perdoni l’insolenza ma il suo amico (nonché socio in alcune avventure imprenditoriali) non passerà certo alla storia per essere stato capace di separare nettamente i suoi interessi economici da quelli politici. Come la cronaca ha ampiamente dimostrato, per Soru gli incarichi politici ed istituzionali non costituiscono alcun tipo di intralcio alla sua attività imprenditoriale, per cui le rifaccio la domanda: nell’operazione San Francesco di Stampace che lei sta portando avanti con la sua società (la Colors) e la Fondazione che ha creato, Renato Soru ha o ha avuto un qualche tipo di ruolo, formale o informale?

Le risposte possibili sono solo due. La prima è “sì”, e allora mi spiego le imbarazzanti parole dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Cagliari Paolo Frau che oggi sull’Unione Sarda spiega ciò che sta avvenendo a Stampace con le stesse parole che i suoi predecessori di centrodestra utilizzavano quando parlavano del cemento a Tuvixeddu:

“Questa collaborazione (con i privati, ndr) è un bene: non mi spaventa e la ritengo anzi un vantaggio, a patto di garantire la qualità degli interventi”.

Lo schema infatti è sempre quello: un bene monumentale o paesaggistico finisce in mano ad un privato che si mette in testa di volerlo “valorizzare”. Come fare? Semplice: basta convocare una bella conferenza dei servizi e tutti i soggetti istituzionali si mettono d’accordo: amministrazioni locali e nazionali, soprintendenze varie, se capita anche i sindacati.

Che ci sia al governo del Comune centrodestra o centrosinistra non fa differenza: la conferenza dei servizi a Cagliari ha sempre fatto miracoli! Ha dato il via libera al ripascimento del Poetto, all’operazione immobiliare (poi sventata) a Tuvixeddu, alla “legnaia” dell’anfiteatro, e alla trasformazione della Scala di Ferro da albergo storico a sede di servizi (oggi lo stabile è vuoto: incredibile, vero?).

Tutte operazioni legittime e legali, per carità. Il cui risultato però è sotto gli occhi di tutti.

Per cui l’affermazione, riportata dall’Unione di oggi, del progettista e direttore dei lavori Massimo Faiferri secondo cui “è tutto approvato da tre soprintendenze e una conferenza dei servizi” fa sgorgare dal nostro cuore un candido sentimento di tenerezza e innocenza. Ora sì che siamo tranquilli.

La mia domanda sul coinvolgimento nell’affare di Renato Soru è insolente ma meno della risposta data all’Unione dall’assessore Frau, il quale ben altre spiegazioni dovrebbe darci: per esempio come sia possibile che in pieno centro storico, all’interno di un monumento nazionale, possano essere ripristinati volumi scomparsi oltre centocinquant’anni anni fa, e tutto questo in assenza di un piano particolareggiato vigente e senza che il Puc sia stato adeguato al Ppr.

Ma l’assessore Frau dovrebbe anche spiegarci quando e perché il comune di Cagliari ha rinunciato al diritto di prelazione dell’acquisto del monumento, spianando la strada così all’avvento di Carlo Scano. Coraggio assessore, è una domanda facile: lo avrete pur scritto da qualche parte che comprare San Francesco di Stampace non vi interessava, o no?

L’altra ipotesi è che Renato Soru in questa storia non c’entri nulla. E allora io vorrei chiedere all’ex presidente della Regione con quale stato d’animo sta vivendo questa situazione. Lui, paladino dei beni identitari, il “padre” del Ppr, che vede un suo amico impegnato in una operazione che solleva tanti dubbi in chi, di quella stagione di impegno e tutela, è stata autentica interprete: Maria Antonietta Mongiu.

Fu infatti l’archeologa, da assessore alla cultura della giunta Soru, a iniziare la procedura perché San Francesco di Stampace entrasse nel patrimonio regionale, al pari di altri beni monumentali minacciati, come quelli inglobati nel cantiere Cocco in via Sant’Avendrace a Cagliari, e Villa Laura a Tuvixeddu.

L’interesse della Regione all’acquisto di San Francesco di Stampace proseguì fino al 2010 (ecco un articolo dell’Unione Sarda del 29 aprile 2010 che lo dimostra), poi il buio: la giunta Cappellacci fece dietrofront. La soprintendenza si tirò indietro invece l’8 marzo 2012 (lo ha rivelato all’Unione Sarda di domenica il nuovo soprintendente al Paesaggio Fausto Martino). E il Comune? E la Provincia? Entrambi governati dal centrosinistra, quando decisero che il monumento poteva essere venduto ai privati?

Sta di fatto che Maria Antonietta Mongiu, oggi presidente regionale del Fai, continua con coerenza la sua battaglia in difesa dei beni culturali e di San Francesco di Stampace, mentre Renato Soru tace.

Chissà perché.

 

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27 Comments

  1. Ghostwriter says:

    Come sempre domande giuste ma che purtroppo non avranno mai risposta se non quella dello Spirito Santo in forma di Fourthciucciu, che par sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare.

    • edoardo says:

      Il signor fourth è andato a ciucciù con zedda ed è tornato nel blog di biolchini sotto forma di poeta. Ma se lei dice che dietro fourth c’è lo spirito santo possiamo tirare tutti un sospiro di sollievo perché finalmente sappiamo da che parte stare. Dalla parte del torto, ovviamente

      • Fourthciucciu says:

        poverini, tutto qua il vostro pensiero?, ironia questa sconosciuta, idea propria non pervenuta, meno male che Vito c’è.

      • edoardo says:

        invece lei ha espresso pensieri molto profondi, vero fourthciucciu? certo, la sua vena poetica è inarrivabile. leopardi è avvisato. ma, lo ammetta, nella grammatica siamo più forti noi.e anche nella buona educazione. se i sostenitori di zedda sono tutti come lei, cagliari perde il titolo di capitale della cultura. non oso pensarci. come faremo?
        mi dia retta, stia calmo. le sembrerà impossibile ma i suoi avversari hanno un sacco di idee e nessuna di queste si combina con la tifoseria sciatta che trasuda dalle sue parole. e soprattutto, quando si passerà dalla propaganda alle spiegazioni più serie, il suo idolo perderà la “barra” perchè per le domande difficili non si è preparato e temo che lei non possa aiutarlo.

      • Fourthciucciu says:

        Edoardo, nomen omen, sulla grammatica posso anche darle ragione, non avendo avuto la possibilità di proseguire gli studi non sono riuscito a colmare le mie lacune, “nella grammatica siamo più forti noi”, noi chi? comunque non mi sento a disagio a causa delle mie lacune culturali e grammaticali, sono riuscito a mantenere la mia famiglia lavorando e questo è per me un punto di onore. Snobboni come lei, dalla vita facile e dai capelli ben curati, non hanno sostanza

      • Ghostwriter says:

        Non si dileggi, lei è un essere superiore, parte della divina Trinità, portatore di luce e del Verbo, la nostra unica via di redenzione e salvezza. Solo seguendo la nostra guida Fourthciucciu saremo salvati dalla malvagità biolchiniana.
        In nomine Patris et Filii et Fourthciucciu. Amen!

        (Questa è ironia 😉 Dato che con lei parlare seriamente è inutile e dati i lapalissiani problemi di tifoseria di cui è succube, tanto vale divertirsi un po’ :*)

      • Fourthciucciu says:

        Si diverte con poco, patetico

      • Ghostwriter says:

        Grazie di esistere.

  2. Mike Angel says:

    E dai Vi’, potevi dirglielo … che era una cosa scivolosa, insinuare tutta questa roba senza dire e dicendo, pissi pissi e un passo indietro con capriola, tecnica collaudata perchè rimanga il dubbio, nel caso che c’è Soru ?? che altrimenti chissenefrega del monumento che stava cadendo a pezzi.
    Le cose che continui ad insinuare -bum -mezzo bum -bum bum- le potevi controllare con un clic, un attimo per un giornalista vedere un atto, o sì o no. Lo alleghi ed è fatta. Il resto cioè il boh e i blà blà è la cosa che fa la notizia ok, ma dei giornalisti così così.
    E poi la cosa da accertare è: tutto in regola ? autorizzazioni varie a posto? Cosa dice Mongiu senza provarlo lo mettiamo tra parentesi. Se sì l’imprenditore fa il suo mestiere, se no va denunciato lui e i suoi complici negli uffici pubblici. O no?

    • “E poi la cosa da accertare è: tutto in regola?”: è esattamente quello che mi chiedo anche io! Ma le risposte alle mie domande ancora non arrivano. Perché il famoso comma della legge che prevede restauri ed eventuali ricostruzioni in centro storico, varrà pure per le abitazioni private, ma per i monumenti nazionali non saprei!
      Detto questo, io faccio domande, non denunce né esposti.

  3. GianMichele says:

    Buongiorno Dr. Biolchini,
    Lei sarà presente al MeetUp dei 5stelle di Sabato 14 Novembre?
    Cosa ne pensa?
    Li conosce già?
    Ritiene possano incarnare il malcontento popolare nei confronti della politica degli schieramenti?
    Questa ed altre domande per lei ma soprattutto una: spero vivamente che intenda presenziare e fornire la sua interpretazione sulla consistenza politica di queste persone.
    Io non ci ho ancora capito nulla e sono molto curioso!

    • No, non li conosco ma sono molto curioso di sentire le loro proposte. Sulla capacità di incarnare il malcontento popolare non saprei, penso che dipenda molto dalla candidatura a sindaco che presenteranno.

  4. Posso chiosare (si dice così ?) la frase di Vito: “non ha proseguito l’iter perché avendo Soru perso le elezioni del 2009, lei non era più assessore!”. Soru ha perso le elezioni del 2009 anche perché la Mongiu è stata un suo assessore.

  5. Fourthciucciu says:

    Sono Vito, mi nascondo dietro ad un dito, se rispondo poi mi avvito, come un ballo di San Vito, questo blog è solo un rito, lo conosci a menadito, non rimani mai stupito, certamente poco ardito, come leggere un bel plico, vi saluto e ve lo dico, sono proprio un gran bel fico.

  6. Cisco F. says:

    San Francesco di Stampace? Detto, fatto!
    Non appena Maninchedda e il suo fido Francesco Sedda (sempre insieme ad alcuni indipendentisti della categoria “falliti”) hanno letto della chiesa, hanno deciso che sarà nel programma per Cagliari 2016. Ci saranno anche il Porto (ora che sono riusciti a far fuori uno dei loro alfieri che lavorava proprio sulla portualità) e ovviamente l’Ente Lirico. Che dire? Pobrecito!

  7. Lapointe says:

    Caro Biolchini,
    le tue sono belle e interessanti domande che, come da copione, non avranno mai nessuna risposta. Perchè questa è ormai la strategia che il Comune di Cagliari ha deciso di adottare rispetto agli aspetti più imbarazzanti del proprio amministrare.
    Piuttosto sarei curioso di sapere che cosa pensa di tutto ciò l’eletta e un tempo folta schiera di intellettuali sardi (o sedicenti tali) che, fino a non molti mesi fa, insolentiva e tacciava di affarismo chiunque osasse opporsi al decisionismo sprezzante di Renato Soru. Si direbbe proprio che oggi dormono, dormono sulla collina ….
    Sull’altro fronte puoi stare sicuro che non mancherà certamente, tra i supporter del nostro sempre più taciturno sindaco, chi ti accuserà di protagonismo o, peggio, di collusione servile con la destra berlusconiana.
    La nuova intellighenzia (?) zeddiana ha da tempo coniato una formidabile e, ormai, anche un pò stantia battuta in risposta a qualsiasi critica rivolta al proprio idolo. “Piove? colpa di Zedda”, Tradotto: chiunque osa criticare il beneamato o è un disonesto oppure è un imbecille. Così sarà anche in questo caso. Ergo, se questa vicenda di San Francesco di Stampace dovesse presentare davvero dei punti poco chiari, ti conviene giocare d’anticipo e confessare: San Francesco? Colpa di Zedda? No, colpa di Biochini .

  8. Se mi permetti io rivolgerei una domanda alla signora Mongiu. Perché da assessore non ha proseguito l’iter per l’acquisto del Chiostro? Tanto non risponderà!
    Riguardo Renato Soru, da fonti verificate posso confermati che non c’entra una mazza, non mi sembra che Carlo Scano nelle sue attività imprenditoriali abbia bisogno di un padrino, non trovi?
    Peace&Love

    • La risposta alla domanda che poni alla Mongiu è talmente semplice che posso rispondere anche io: non ha proseguito l’iter perché avendo Soru perso le elezioni del 2009, lei non era più assessore! L’iter fu poi proseguito dal l’assessore Baire del centrodestra, poi però Cappellacci si fermò.

      • Se la risposta è così semplice, perché la Mongiu oramai costantemente, giorno dopo giorno si accanisce contro, a turno, Scano, Regione, Comune, Sovrintendente?
        Lei stessa sa come sono andate le cose, lei stessa sa ( o dovrebbe perché a questo punto ho dei seri dubbi) come funzionano le Sovrintendenze, i procedimenti di concessione di autorizzazioni, le prelazioni e via dicendo.
        Vuoi vedere che ora Scano in combutta con Cappellacci e Soru hanno organizzato tutto ciò per evitare che un bene così prezioso restasse abbandonato e pieno di erbacce?

      • Fermi tutti, abbiamo un nuovo superesperto (ovviamente anonimo) che sa come funzionano le Sovrintendenze, i procedimenti di concessione di autorizzazioni, le prelazioni e via dicendo! E ovviamente è superinformato sulle cose della politica e dell’imprenditoria cittadina! Già che ci siamo, e visto che sei così informato, mi puoi dare qualche dritta su dove trovare l’atto costitutivo della Fondazione Scano-Lecca? Perché tu ce l’hai, uno così informato non può non averlo.

      • Non sono un super esperto, sono una persona che si informa e non insinua e sparge veleni come te.
        Da più voci ti hanno detto come funzionano le cose ma continui imperterrito ad insinuare manfrine. Un giornalista, e tu è palese non lo sia, deve informare con notizie vere e verificate al contrario di ciò che leggo spesso qui, sembri più una comare di quartiere, una pettegola da pianerottolo piuttosto.
        L’atto della Fondazione, così come tutti gli atti costitutivi delle società, è un atto pubblico, fanne richiesta ad un qualsiasi ufficio pratiche anche online ( ti aiuto in quanto mi sembri un po’ imbranatino, http://www.pratiche.it ) e ne avrai copia in modo da soddisfare la tua curiosità e magari pubblicarne ( non lo farai ) parte qui.
        Io vado a lavoro… tu?
        Ciao!

      • Ringraziamo il superesperto (ovviamente sempre anonimo) per il suo prezioso contributo! Grazie anche per avere chiarito che non sono un giornalista, mi sentivo effettivamente un po’ in crisi di identità ultimamente. Salutami i tuoi datori di lavoro!

      • Fourthciucciu says:

        Povero Biolchini, al netto delle sue/suoi groupies, non riesce a convincere, troppo difficile.

  9. paolo68 says:

    Caro Biolchini, credo che l’argomento da lei trattato in questo articolo resterà senza risposta e senza commenti, nonostante sia un argomento importante, sia per il tema in sé che per le implicazioni in una campagna elettorale che si annuncia tanto lunga quanto inutile. Questi suoi argomenti sono difficili perché interrompono la narrazione delle magnifiche sorti e progressivei della città amministrata da zedda e compagnia. La città migliore, la città bellissima, la città capitale di tante cose, la riqualificazione e così via. Ma perché lei vuole fare queste domande che mettono in dubbio la tanto sbandierata efficienza, trasparenza, sinistra, ecologia e libertà? Vuole fare come quei “pallosi” ecologisti che paragonano le politiche urbanistiche di zedda e frau a quelle di chi li ha preceduti? Vuole fare come l’autorità nazionale anticorruzione che ha sottolineato che a Cagliari negli appalti si ricorre alle procedure negoziate nel 78,63% dei casi mentre la media nazionale si ferma al 60%? Su, sia buono, non rompa i coglioni, che alla fine di questa consiliatura avremo tante piazze , tanto giardini, tante pareti colororate per abbellire palazzi fatiscenti, un poetto senza famiglie gagge vocianti, uno stadio così così, un muro nella piazza san michele, il titolo consolatorio di capitale italiana della cultura, licei che devono trasferirsi e scuole materne in cui piove dalle coperture in amianto, un teatro lirico in cui le macerie di scelte illegittime impediscono qualunque soluzione, e uffici che continuano a registrare uno spaventoso arretrato nonostante le annunciate rivoluzioni. Sto dimenticando tante cose, ma tutte quelle ricordate e quelle dimenticate rendono del tutto inutile la sua noiosa sequela di domande. O no? No? No.
    Ah, no?

  10. Oh Vito, tanto non ti risponderanno. Uno è impegnato a stringere mani e a tagliare nastri esattamente come Emiglio e Mariano (dopo 4 anni di bolle di sapone). L’altro è “circhendi a crasi”, visto che Pigliaru manco lo caga di striscio e fa come gli pare.
    Per quanto mi riguarda, e con me e tanti altri: questo centrodestr….opps…questo centrosinistra….il mio voto non lo vede manco per sbaglio.
    Mi spiace per Massimo, compagno di tante battaglie fin da ragazzini, ma si sta dimostrando uguale ai predecessori.
    Salvaisì!

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