Cagliari / Elezioni comunali a Cagliari 2016

In piazza San Michele il muro che divide l’amministrazione Zedda dai cagliaritani

San Michele

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Amici e concittadini cagliaritani, vi piace il muro di piazza San Michele? A me no; ma non è questo il punto. La frittata ormai e fatta e c’è solo da sperare che a opera conclusa l’impatto del muraglione in cemento armato costruito a ridosso della chiesa, altro tre metri e ottanta e lungo a occhio e croce una trentina di metri, risulti meno terrificante di quanto non sia ora (e non fidatevi del parere di nessuno, andate a vederlo di persona così capirete).

L’amministrazione Zedda afferma di essersi confrontata con i residenti del quartiere di Is Mirrionis. L’assessore ai lavori pubblici Luisanna Marras prima ha cercato di far credere all’opinione pubblica che il muro aveva l’avallo del parroco (ma è stata seccamente smentita), poi ha provato a dire che insieme al sindaco Zedda aveva ottenuto il benestare degli ambulanti che stazionano nella piazza.

Ma come? Dove? Quando? Perché questo è il punto.

In che data si sarebbero svolti questi incontri pubblici in cui i residenti e gli operatori economici sarebbero stati chiamati a dare il loro parere sull’opera? Chi li ha convocati? Quante persone hanno partecipato? E con quale risultato?

Quali processi partecipativi sono stati messi in atto se poi adesso il quartiere è in rivolta, offeso non solo da un’opera che ritengono brutta (e questo dispiace, visto che si parla tanto di riportare la bellezza nelle periferie: il tentativo è fallito)  ma anche dall’arroganza di una amministrazione che scarica vigliaccamente sui cittadini il peso delle sue scelte, peraltro sbagliate?

La risposta è semplice: l’amministrazione come sempre ha fatto di testa sua. Punto e basta.

Il sindaco Zedda fu eletto quattro anni fa anche sull’onda emotiva di tante decisioni sconcertanti assunte dall’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Emilio Floris. Una di queste riguardava la famigerata piazzetta Maxia (si trova all’incrocio tra via Pessina, via Scano e via della Pineta), dove le ruspe hanno senza motivo scavato una sorta di cava per realizzare ad un costo esorbitante una piazzetta senz’alberi, al posto della vecchia piazzetta che di alberi ne aveva diversi e tutti bellissimi.

L’amministrazione Floris subì critiche durissime dalla sinistra per non aver coinvolto gli abitanti nella progettazione dell’opera; ora però quella stessa sinistra, arrivata al governo, commette gli stessi errori.

È evidente che quei processi partecipativi promessi in campagna elettorale dal centrosinistra non sono mai stati attivati e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: cinque anni buttati e tanti progetti portati avanti nel silenzio senza un reale confronto con la cittadinanza (se non vi basta il caso di piazza San Michele vi ricordo l’increscioso caso del complesso monumentale di San Francesco di Stampace, su cui l’amministrazione Zedda a fronte di tante sollecitazioni pubbliche ha fatto calare un imbarazzante silenzio, e il terrificante progetto del parcheggio sotto le mura di Santa Croce ).

È evidente che urge un cambiamento.

Leggo dal sito Cagliari Pubblica (che immagino essere alimentato da amministratori comunali di centrosinistra o parenti del sindaco, visto il tono entusiasta con il quale elogiano ogni iniziativa portata avanti da questa giunta) una interessante intervento sul rifacimento della piazza dal titolo “Sul muro dello “scandalo”: come sarà piazza San Michele”, in cui si dice che

Il setto curvilineo che delimita la rampa veicolare è stato pensato come fondale per la statua di Padre Abbo, in modo da valorizzarla adeguatamente.

Ora io mi chiedo come sia pensabile che un muro di questa grandezza possa rimanere immacolato e che non sia invece destinato ad essere preda, nel giro di poche notti, dei writers di mezza Sardegna, con un conseguente stravolgimento del senso stesso dell’intervento urbanistico, teso a ridare decoro e ordine alla piazza. Ma questo i progettisti non l’hanno evidentemente messo in conto.

Cinque anni fa in piazza San Michele il candidato sindaco del centrodestra Massimo Fantola chiuse la sua campagna elettorale, con una serata allucinante che solo il sottoscritto ebbe il coraggio e l’onore di raccontare. Ora la piazza torna al centro del dibattito politico e il suo muro divide metaforicamente l’amministrazione di centrosinistra dai cittadini, delusi dalle promesse di partecipazione così clamorosamente disattese.

Come quasi tutti i cantieri aperti dal sindaco Zedda, anche questo aperto nel cuore del quartiere popolare di Is Mirrionis rispondeva ad una evidente tempistica elettorale. Ma mi sa che stavolta dalle parti di piazza San Michele il risultato non sarà quello atteso.

Peccato.

 

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46 Comments

  1. Lantanio says:

    SENTO UNA TERRIBILE PUZZA CIVICA, ci troveremo i cinque stelle , nel frattempo leggetevi le opere di Marx e guardatevi KAKKIENTRUPPEN,Con Lionello Oreste… vista l’incapacità della sinistra di produrre un film guardabile.per il resto solo palle

  2. Stefano reloaded says:

    Il “benestare” degli ambulanti abusivi?
    Ahahah!!!

  3. Ilene Steingut says:

    Rispondo all’articolo e ad alcuni dei commenti su Piazza San Michele, sul piano tecnico e progettuale in quanto il nostro studio, VPS Architetti, ha progettato quell’intervento.

    1. Non è un unico muro di 30 metri ma si tratta di due setti sfalsati, di 5,2 metri, tra di loro. Per la precisione, in architettura il termine setto distingue le strutture a muri paralleli aperte su un lato rispetto a quelle a scatola chiusa. Quello a destra, più avanzato, contiene un’apertura larga 8 metri che costituisce un ingresso alla chiesa feriale. Infatti attualmente si accede a questa parte, la più utilizzata della chiesa, attraverso un ingresso assolutamente inadeguato.
    2. Questo sistema di setti contiene scale e rampe per mettere la chiesa in diretto rapporto con la piazza e viceversa, collegamento assente nell’assetto attuale, dove l’accesso viene effettuato solo tramite la rampa di lato alla chiesa.
    3. Tale rampa, che nel nostro progetto viene affiancata dal setto posto a sinistra della chiesa, non sarà più utilizzata dai pedoni per accedere alla chiesa ma, in alcune occasioni (matrimoni, funerali), dagli automezzi e per dare accesso veicolare ai disabili motori. L’accesso pedonale per i diversamente abili, realizzato nel 2008, è già presente alla destra della chiesa ed è costituito da un sistema articolato di rampe sostenute da una successione di setti di cemento armato.
    4. Gli alberi, a meno di quelli malati, verranno TUTTI conservati e saranno integrati da una decina di nuovi esemplari. E’ stata proprio l’osservazione dell’invaso spaziale creato dagli alberi che ha dato lo spunto per il nuovo disegno, dalla forma ovale, dello spazio centrale della piazza. Non esistono ora e non sono previste sistemazioni a prato in quanto i pini, specie prevalente, non lo consentono se non con un dispendio ingente di risorse per l’impianto e per la gestione/manutenzione.
    5. I muri/setti non costituiscono volumetria.
    6. I muri che vengono imbrattati dai writer non sono, e non saranno, solo questi, ma sono anche le recinzioni delle case, i basamenti degli edifici lungo le strade, le pensiline degli autobus, le scuole ed ogni altro luogo disponibile del nostro paesaggio urbano. Ma non per questo si evita di fare case, edifici, scuole ed altri luoghi pubblici. Se, invece, parliamo di una forma artistica, sarebbe auspicabile trovare luoghi deputati per questo tipo di espressione (per esempio uno skatepark) oppure avviare iniziative simili a quella di Segni Urbani: “un contest nazionale che permette ai writer italiani di promuovere la propria capacità tecnica e di esprimere il proprio talento attraverso l’esibizione in spazi autorizzati”. Questa come molte altre – che non sto qui ad elencare, sono sotto gli occhi di tutti – è una questione di comportamenti sociali diffusi (scambiata spesso per un problema di ordine pubblico) che coinvolge tanti spazi pubblici delle nostre città. Ma dai fallimenti degli esperimenti della “defensive architecture” degli anni 60/70, è ormai risaputo che l’architettura non può risolvere i problemi sociali. La soluzione di questi problemi spetta ad altri soggetti e ad altri strumenti. Il progettista è solo uno (e forse neanche il più importante) dei tanti agenti coinvolti nel processo di formazione, caratterizzazione ed utilizzo degli spazi sociali.
    7. Più in generale, il progetto è stato pensato, come dovrebbe essere pensata qualsiasi opera di architettura, come un insieme di elementi materiali (setti, pavimentazioni, alberi, panchine, cestini) ed immateriali (proporzioni, geometrie, misure) in relazione tra di loro e con il contesto sia fisico che intangibile di riferimento. Credo che “i muri”, come spiegato nell’articolo pubblicato sul blog CagliariPubblica (si trova un link nell’articolo) dovrebbero essere presi in considerazione dal punto di vista relazionale e non come elementi isolati a se stanti. Quell’articolo tenta di illustrare, in termini comprensibili, le motivazioni dietro alle nostre scelte progettuali. Poi ad ognuno il suo parere.
    8. Comunicazione di servizio per quanto riguarda l’”istituzionalizzazione” della partecipazione: il testo del disegno di legge delega per il recepimento delle direttive europee e la riforma degli appalti (che dovrebbe essere attuata nel 2016), all’Art 1 lett. fff) e ggg) stabilisce quanto segue:
    fff) trasparenza nella partecipazione dei portatori qualificati di interessi nell’ambito dei processi decisionali finalizzati alla programmazione e all’aggiudicazione di appalti pubblici e contratti di concessione nonché nella fase di esecuzione del contratto;
    ggg) introduzione di forme di dibattito pubblico delle comunità locali dei territori interessati dalla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale aventi impatto sull’ambiente, la città o sull’assetto del territorio, nonché previsione di una procedura di partecipazione del pubblico, di acquisizione dei consensi necessari per realizzare un’opera in tempi certi, utile e condivisa stabilendo la pubblicazione online dei progetti e degli esiti della consultazione pubblica.
    Bisognerà vedere poi quali strumenti verranno impiegati e, soprattutto, quali risorse economiche saranno dedicate a queste attività.

    Il dibattito che fino ad ora si è sviluppato intorno al progetto di piazza San Michele, a mio avviso, sembra si sia nutrito di contrapposizioni facili e allo stesso tempo rudimentali, una per tutte: il verde è sempre buono/il cemento è sempre cattivo.
    In ogni caso, aldilà di questo “muro del momento”, vengono sollevate una serie di questioni importanti legate alla pianificazione e alla gestione delle trasformazioni urbane, sulle quali sarebbe necessario aprire un dibattito strutturato su più fronti – politico, sociale e culturale – al fine di innalzare il livello della riflessione collettiva su Cagliari, che sembra progredire con grandi difficoltà.

    • Questo progetto, non piace sopratutto alle persone con un livello culturale medio alto . Il resto si divide fra ignoranti vandali e delinquenti abituali.
      Non fatevi illusioni, la nuova piazza, avra’ vita breve una volta tornata in mano alla gente sopra citata ambulanti compresi .

  4. Francu says:

    Il muro è brutto ed è brutto che il consigliere belli capelli si appropri per fini elettorali della protesta di alcuni, così come piazza maxia è vero che fa cagare e all’epoca l’amico in comune si fece commissario (forte anche dei baffi) delle proteste del quartiere. Bisogna sopportare entrambi purtroppo: brutture e presunti capi popolo

  5. Scusate, ma de che stamo a parlà ? Il muro di piazza San Michele è l’oggetto architettonico più bello di tutto il quartiere. Ma vogliamo parlare dei palazzoni o delle catapecchie che stanno intorno, o delle piazze di spaccio a cielo aperto, o di quel gioiellino in stile siculo-campano che è via Bosco Cappuccio (alcuni scorci saranno studiati nei secoli futuri dagli studiosi del trash).
    A proposito della famosa partecipazione o non partecipazione della gente del quartiere. Ma a cosa serve sentire l’opinione di 100 persone che non capiscono una ceppa di nulla, figuriamoci di architettura ? Abbiamo votato dei politici per fare le cose non per aprire dibattiti.

    • AA, la tua riflessione è molto profonda. La condivido così tanto che ne farei un volantino da diffondere nel quartiere is mirrionis/san michele. Così, per fare un po’ di propaganda alla amministrazione radical chic di zedda e anche per vedere di nascosto l’effetto che fa

    • AA…inizia innanzitutto a parlare correttamente l’italiano, “ma de che..” non sei mica tra il pubblico degli Amici di Maria. Nel merito della questione, se la maggior parte della gente ritiene che il muro sia uno sconcio il sig. Zedda deve prenderne atto…e rinunciare al progetto. Serve più coinvolgimento della gente, non è più ammissibile una politica che fa calare dall’alto le decisioni CONTRO la reale volontà dei cittadini.

      • Lantanio says:

        AA sei l’epitome, cioè il riassunto, visto che non capisci una ceppa di nulla del modo di pensare di quelli di sel e di questa amministrazione pessima e spocchiosa…..
        Vai a dirlo agli abitanti di via la somme…saresti rosolato

  6. Ci rivedremo presto nel seggio elettorale, dove faremo i conti con questi prepotenti .

    La rabbia, e’ in grande aumento nel quartiere e non solo per il muro ( abbanoa , tari etc.)

  7. Su cooperadori says:

    Possibile che, in un quartiere dove c’è pochissimo verde pubblico, fosse così necessario cementificare?
    Sopratutto da parte di una amministrazione che “dice” di essere attenta a non creare nuove volumetrie.
    Non sarebbe stato forse opportuno il che le somme utilizzate per questa “sciocchezza” fossero destinate al riordino della piazza arricchendola di nuove piante?
    Ma mi domando … in un epoca in cui si cercano di abbattere i muri e si lotta perchè non se ne costruiscano di nuovi, proprio una amministrazione che “dicesi” di centrosinistra doveva realizzare una iniziativa così “scandalosa”?
    “I nuovi setti non sono stati pensati per dividere, ma per unire la piazza con chiesa. Contengono le scale che portano alla chiesa superiore e la scalinata e la rampa per i portatori di handicap che portano alla chiesa feriale.
    Non sono recinti ne’ parti di un recinto, infatti non sono collegati tra loro e non formano una chiusura. Sono staccati e tra di essi si può passare, si può salire o scendere.”
    Una giustificazione che suona peggiore del del male di cui l’opera viene giustamente accusata, questo perchè i due “setti” (che io continuo chiamare muri, non me ne vogliano gli illustri) sono messi lì, quasi come un come monito, per una loro potenziale, futura chiusura definitiva.
    E’ infatti nell’evidenza visiva e dei fatti che il termine “setto” è utilizzato per evitare l’utilizzo della termine “muro” ed è assolutamente evidente che i due muri dividono la piazza schermando la chiesa dalla fruizione sociale e visiva!
    Che poi si possa trovare a pagamento o meno uno dei tanti architetti che sanno dimostrare tutto ed il contrario di tutto, questa è un’altra storia!
    “A pensare male si fa peccato ma ci si azzecca sempre” ….. ma ….. non ci sarà dietro qualche altra ragione?

    • ma secondo voi a san michele con tutti i problemi che ci sono e sono enormi si stanno preoccupando del muro della chiesa ? e abbastanza evidente che non conoscete i personaggi del quartiere vi posso dire che questa polemica e formentata da un commerciante che sta difronte alla piazza e che in passato e stato consigliere alla provincia e per di piu’ questo personaggio non abita nel quartiere c’è tanta fame tanta disperazione si spaccia dalla mattina alla sera per terra si vedono di nuovo le siringhe gli abitanti di san michele vogliono un lavoro una casa decente non stanno pensando al MURO.

      • antonello says:

        In effetti, con tutta la fame che c’è siamo in tanti a chiederci a cosa servono tutte le chiacchiere del comune sulle periferie

  8. Andrea says:

    A me non risulta che il quartiere sia in rivolta.
    Ti invito a verificare di persona tra la gente: per strada, nei bar, tra gli ambulanti… chiedi il loro parere riguardo i lavori in piazza San Michele, e vedrai che l’opinione diffusa e’ favorevole.
    La ”rivolta” e’ stata ben architettata da un noto politico, che nella zona ha un ampio bacino di voti, tramite il sedicente comitato di quartiere e ben servita al diffuso organo di stampa ‘amico’.
    Verifica se vuoi, se no fai il suo gioco.
    P.s. ovviamente il ‘comitato’ non perde occasione per proclamarsi indipendente

    • E secondo te ieri sera dov’ero?
      Poi fammi capire: organo di stampa amico di chi? Mi vuoi dire che l’organo di stampa e’ ostile al sindaco? E da quando? Come? Con quali articoli? Con quelli su cagliari capitale della cultura?

      • Fourthciucciu says:

        aggiungo che il noto politico è più famoso per la cura della sua capigliatura che per le sue opere, probabile la sua uscita (temporanea) da Forza Italia per appoggiare su Paulesu, col corredo delle finte liste civiche fantoliane, al secondo turno arriverà il soccorso della gloriosa armata coalizionsocialsovranist, 6 voti, pur se pochi, potranno fare comodo, a Zedda non resterà che consolarsi con il buen retiro nelle montagne seuesi in attesa di una chiamata da Roma.

        P.S. attenzione che il vostro giocattolino potrebbe non funzionare, i Grullini potrebbero tenervi all’opposizione.

    • angelo says:

      prima di parlare devi conoscere sedicente noto politico perche’ non raccogli firme di cittadini che applaudono a questo capolavoro cosi si aprira’ un dibattito che tu come chi lo ha creato non hanno mai voluto lo hanno ritenuto non necessario li abbiamo costretti io ed un paio di persone a cambiare idea e vai tranquillo che se tanto clamore ha suscitato qualcosa evidentemente non va

  9. Fourthciucciu says:

    Il senso del ridicolo questo sconosciuto, almeno Casteddu on Line fa ridere, tu neanche quello

    • Io infatti vi faccio incazzare. E anche molto. Salutami gli amici del circolo.

      • Fourthciucciu says:

        Non mi fai neanche incazzare, non sei all’altezza, piuttosto vedo te in preda a crisi di nervosismo. Preciso che non faccio parte di alcun circolo e non voto SEL, posso capire però la tua frustrazione, c’è necessità di raccattare qualche voto per la mitica coalizione sociale sovranista, imbarcando improbabili personaggi in cerca d’autore. Tanti auguri per la prossima candidatura all’assessorato alla cultura, e non prendertela, alle prossime elezioni manca ancora molto ma tante medaglie te le stai appuntando al petto

      • Guarda sono talmente poco nervoso che ho anche il piacere di risponderti, benché non abbia invece il piacere di sapere chi sei.
        Da tempo lavoro da libero cittadino e alla luce del sole ad un progetto politico i cui risultati saranno determinati dai cagliaritani e non certo dalle malignità.
        Da sempre ad ogni tornata elettorale c’è sempre qualcuno che cerca di screditarmi facendo credere che le mie posizioni pubbliche sono funzionali ad una mia candidatura. Lo diceva il centrodestra negli anni di Delogu e Floris, lo dice ora il centrosinistra negli anni di Zedda. L’obiettivo è ovviamente quello di screditarmi: ma è evidente che per screditarrmi ci vuole ben altro (ed è inutile che proviate con i vizi privati, lo sanno tutti a Cagliari che non bevo, non fumo, non mi drogo e non vado in giro per locali la notte: mi sveglio alle 6 e 20 io. Frequento la Marina ma non barcollando). E comunque non mi sono mai candidato, né ci sono mai andato vicino.
        Quanto al mio futuro da assessore, accetterei soltanto per fare incazzare quelli come te che hanno una paura mortale che questa ipotesi si avveri. Però poi penso che non riuscirei ad essere all’altezza dei miei predecessori e mi dico: “Ma chi me lo fa fare a fare figure di merda?”. Penso che andrà così anche stavolta.

      • Fourthciucciu says:

        Guarda che non hai capito niente, sarebbe più limpida una tua candidatura alla luce del sole, quanto allo screditarti lo hai già fatto dicendo che non bevi e non fumi, diffido delle persone senza vizi. Io bevo, fumo e da ragazzo mi sono fatto pure qualche canna, non barcollo ne a Marina ne a Stampace, mi alzo alle 5.30 per andare al lavoro e non frequento locali notturni, circoli o camarille pseudo culturali, posso capire che ex giovani come te, che probabilmente giovani non lo sono stati mai, si ergano a immacolati portatori del vero ed unico pensiero progressivo,io modestamente,gaggio di una certa età e mente non illuminata probabilmente non sono all’altezza per capire le mirabolanti tue esternazioni

      • Ma infatti non parlavo di te, che non so manco chi sei. Da ciò si deduce che forse sì, non sei all’altezza. Peccato.

      • complimenti per la puntualità con la quale rispondi nel merito alle cose dette da biolchini. che tu sia di sel o del pd o di uno di quei ridicoli gruppi che parlano malissimo del sindaco ma lo sostengono perchè se non son finiti anche loro, resta il fatto che stiamo ancora aspettando di sapere cosa pensi del muro e della partecipazione. i tempi del tifo immotivato sono finiti. la sinistra vorrebbe qualcosa che almeno somigli ad un ragionamento. anche perchè se credete di farci votare zedda perchè se no torna la destra, col vostro atteggiamento la destra siete voi

      • però al nervosometro, caro fourth (posso chiamarti con un diminutivo, vero?), tu batti biolchini quattro a zero. lo vede chiunque. con l’etilometro, invece, il campione del mondo c’è già.e non siete né tu, né biolchini, né bellicapelli di forza italia. un minuto di silenzio per questa battaglia persa

      • Fourthciucciu says:

        Vedo che si parla di discredito ma lo stesso viene attuato dal manipolo di fedelissimi del biolchini, io non voglio far votare nessuno, mi frega poco, ho un lavoro e a differenza vostra, forse, non dipendo dal colore della prossima giunta, solo un consiglio ex giovani mai stati giovani, non siate presuntuosi, voi non rappresentate Cagliari, tanto meno i cagliaritani, il titolo di questo post è semplicemente ridicolo, fatevi una canna vi può solo far bene

      • il manipolo di fedelissimi, ex giovani, io ho un lavoro a differenza vostra…qui l’unico che non ha un lavoro è il tuo beniamino. e tu hai toppato un’altra volta. però sei simpatico

      • Bah..dici di non far parte di circoli sel e/o Zeddiani ma da come parli (con tanta propaganda e poca obiettività) sembri un pretoriano di zedda!

      • Fourthciucciu says:

        Caro amico l’unico partito a cui sono stato iscritto è scomparso nel 1990, si chiamava PCI, di Zedda e di Sel non mi frega nulla, poi se vuoi continua a girarti il filmino che preferisci

    • marcello says:

      infatti, a san michele stanno tutti ridendo. e pure a sant’elia. tenetevi forte che continuando così testimoniate a favore di vi voterebbe ancora ma non vi voterà più per la vostra allergia alle critiche. avete inventato l’unione burda e quel #colpadizedda che dovrebbe ridicolizzare ogni accenno di ironia altrui. poi, però, lasciate intendere al mondo che se a cagliari splende il sole e gli alberghi costano poco è merito di zedda. per non parlare degli album fotografici del vostro istituto luce. a proposito di partecipazione e di senso del ridicolo

    • rispondere nel merito e sul tema no? il tema è questo muro obbrobrioso e la partecipazione alla scelta di quei cittadini che devono vederlo tutti i giorni (e anche di chi lo vede ogni tanto), nonchè le dichiaraziini della stampa di famiglia smentite anche dal parroco. punto. aspettiamo risposte su questo e non “gente stendendone muscoli”

  10. marcello says:

    e pensare che questa amministrazione ha ben due assessori dedicati alla partecipazione: la cadeddu (per gli istituti di partecipazione) e il marcialis (partecipazione e cura dei quartieri). come sempre, il sindaco utilizza le parole in modo inversamente proporzionale all’impegno concreto. sugli istituti di partecipazione i risultati sono a zero virgola. credo che si stia ancora aspettando un regolamento vero e prorio. mentre sulla partecipazione e la cura dei quartieri, ricordiamo che nelle assemblee pubbliche il sindaco ha spesso perso la pazienza perchè gli unici incontri pubblici in cui riesce a gestirsi sono quelli ingessati, col fotografo di circolo che moltiplica i sorrisi delle truppe cammellate. mi è giunta notizia che anche l’assessore loi abbia reagito in modo scomposto nella assemblea che illustrava a sant’elia il tema dell’ecocentro. e infatti gli abitanti di sant’elia sono incazzati nonostante la suggestiva cucitura del quartiere periferico al centro della città (!). invece sul muro di san michele aspettiamo col fiato sospeso una pronuncia del marcialis, assessore alla partecipazione e alla cura dei quartieri, che in quella zona, adiacente alla via emilia, ha costruito tutta la sua carriera (non formazione) politica. ma il vero capolavoro di partecipazione che questa giunta ha realizzato è sul tema del consumo del territorio e dell’uso del cemento. ci aspettiamo che i registi del circolo “partecipino” coi cagliaritani alla onesta spiegazione del fortunato slogan “ora tocca a noi”

  11. lino grill says:

    mmm mi dai modo di pensare che ti voglia candidare, se anche tu cavalchi l’onda del muro della vergogna. che bruttino lo è molto, ma solo ora ce ne accorgiamo?

  12. La soluzione esiste
    Fatto il danno la soluzione è proprio consegnare ai writers il muro e trasformarlo volutamente in lavagna per l’arte urbana

  13. E il parcheggio di Cammino Nuovo invece? Quanto vale la parola dei nostri attuali amminstratori? Ricordiamoci anche i loro modi non sembre urbani, a causa della grande stizza per l’opposizione al progetto di un cubo di cemento (cit) sotto alle mura storiche (tipico esempio di manufatto ecologico) con ascensore incastonato nella torre pisana.

  14. Gianni Campus says:

    Caro Vito,
    stavo molto in pensiero per il fatto che su piazza Maxia fosse calato il silenzio; per fortuna essa viene nuovamente citata. A sproposito o a sproposito lo dirà il tempo.
    Per quanto riguarda questa tua citazione, mi sembra però doveroso segnalare che:
    – le ruspe non hanno fatto “senza motivo una sorta di cava”. E’ evidente agli occhi di chiunque non voglia fare affermazioni gratuite che quanto realizzato ha costituito uno spazio fruibile (e fruito) dove prima esisteva un’area non accessibile (come può ricordare chiunque). Quanto al verde, c’era e c’è; diverso, certamente, ma sicuramente apprezzabile.
    – il traffico (sia automobilistico sia pedonale) ha avuto un evidente miglioramento: i percorsi sono tutti ordinati e sicuri (gli incidenti stradali sono finiti, i pedoni possono andare liberamente dove prima esisteva un’evidente interruzione al normale procedere). I parcheggi ci sono tutti (e forse di più), salvo quelli in doppia fila, giustamente impediti.
    – esiste una zona riservata ai cani, che possono liberamente godere di uno spazio sicuro senza interferire con la fruizione di altre zone da parte di chiunque, bambini, anziani e diversamente abili compresi.
    – è possibile sedersi e fruire dei servizi e dei prodotti offerti da attività commerciali affacciate su diverse parti del contesto, parti sempre totalmente accessibili e sempre abbondantemente fruite.
    – si sono resi possibili, anche per iniziativa privata, eventi che (evidentemente) prima non erano nemmeno concepibili.
    – si è provveduto alla realizzazione di una piccola zona ecologica, per il ritiro ordinato dei rifiuti, paragonabile a quelle di molte città (civili); peraltro, non mi è chiaro ancora perché tale scelta non sia stata sostenuta fino in fondo, anche altrove.
    Ricordo peraltro come, sia prima dei lavori, che nel corso degli stessi, si sia abbondantemente provveduto a pubblicizzare quanto si voleva fare, introducendo anche modifiche e innovazioni che non stravolgessero il senso generale dell’intervento, che era quello di “fare una piazza” al posto di uno spazio anonimo e molto pericoloso, come evidentemente era quello preesistente. Lo scenario tridimensionalmente complesso ha implicate spese che altrove (vedasi l’emiciclo all’inizio di via Fleming) non sono state necessarie: in questo caso, non bastava riordinare il verde, che peraltro è (visibilmente) molto più ordinate di prima, ma rendere lo spazio totalmente fruibile.
    Questo mio sproloquio è però sollecitato dal tema “S. Michele”, la Piazza Maxia serve solo a puntualizzare la necessità di parlare dei vari temi in modo documentato, sia pure nel rispetto del diritto d’opinione. Personalmente, ritengo che l’architettura, specie quella moderna, corra quasi sempre il rischio di far discutere: essa è (per definizione) “discutibile”. Per fare un esempio, assai discutibile era, ed è tuttora, la chiesa stessa, architettonicamente parlando.
    Discutiamo, dunque, ma “discutendo”, e mettendo a confronto opinioni diverse. Nel tuo caso, spero che l’apprezzabile stimolo polemico serva allo scopo, non esaurendosi in una critica fine a se stessa.
    Su piazza Maxia, e non solo, le discussioni sono state fatte; si facciano anche in questo caso, ma con la serenità di ascoltare tutte le opinioni, e accettando anche le decisioni di che ha il compito e il ruolo per assumerle, sempre che queste si limitino a proporre idee diverse ma certo non lesive di interessi pubblici.
    Naturalmente, poi, “ogni scarafone è bello a mamma soia”, con quello che ne consegue…
    Saluti
    Gianni Campus

    • Il fatto è che si discute sempre a opere terminate, mai prima. Perché?
      Detto questo, io di piazzetta Maxia ricordo anche un’altra storia, fatta di proteste, di interrogazioni, di domande rimaste senza risposta, tra lo sconcerto dei cagliaritani che pensavano che lì si dovesse costruire un multipiano e non la prima piazzetta interrata della storia della città. Che poi alcune cose siano venute anche bene, niente da dire: avendo speso più di un milione di euro sarebbe stato difficile non realizzare neanche una zona per il ritiro dei rifiuti. Poi arrivarono le elezioni che spazzarono via tutto. Piazzetta Maxia non fa più notizia.

      • Gianni Campus says:

        Ne sono convinto anch’io; quindi, perchè citarla?
        Quanto al fatto che se ne sia discusso “dopo”, è falso: ne ho le prove, che sono adisposizione di tutti.
        Le cose sono molto più semplici: qualcuno ha suscitato e cavalcato una protesta sbagliata, perchè la piazza era stata pensata e fatta nell’interesse esclusivo dei cittadini. Sfido chiunque a dimostrare il contrario.
        Ma, come già detto “Piazzetta Maxia non fa più notizia”.
        Come tutte le cose buone.
        Con osservanza
        Gianni Campus

      • LuigiT says:

        Lungi da me difendere un progetto che non mi esalta, ma del quale riconosco almeno la coerenza formale. Perché nessuno parla del fatto che un muro, ad oggi, c’è già? Che quello di nuova realizzazione andrà a inquadrare la piazza e collegarla in maniera più funzionale alla chiesa e alla cappella feriale attaverso un sistema di rampe per disabili e scalinate? Mi sarei aspettato altre critiche sul progetto…ad esempio pensando alla totale assenza di verde al piano stradale sostituito da aiuole di ghiaia. Ma il muro, da sempre, ha costituito l’emblema delle lotte politiche dimentiche della qualità urbana e degli interessi di una comunità e alle quali l’architettura sola può e riesce ad andare incontro.

      • Andrea Mascia says:

        Non se ne discute prima perché lo strumento della progettazione partecipata,utilissimo se correttamente applicato, non è normato né utilizzato informalmente. In generale per due motivi: per prima cosa,come detto, le normative vigenti non agevolano tale strumento; in seconda battuta questo procedimento si scontra con la nostra scarsa votazione ala ricerca del bene comune piuttosto che alla ricerca dell’interesse soggettivo. Queste situazioni, purtroppo, più che lo spirito critico collettivo sollecitano la gazzarra politica da cavalcare per interessi personale. Ed a questo punto evito anche di esprimere un parere sul progetto, perché in fondo il punto non è quello…

      • Fourthciucciu says:

        Hai perfettamente ragione, il punto non è il progetto, di cui al 90% dei cittadini non importa nulla, l’unico punto in discussione è il tornaconto politico di certe elite intellettuali, unite nella lotta con i fautori del magnifico passato pre 2011, alle nostre elite non passa manco per la capa di poter aver torto, non sono capaci di dialogo o compromesso, macchè, i puristi dell’amministrazione pubblica giocano sulla pelle degli impuri, di quelli che non riescono a capire la loro “magnifica! visione della città, siamo troppo grezzi.

      • Andrea Mascia says:

        Apprezzo l’ironia sul magnifico passato pre 2011. Il senso del resto del discorso era un’altro. Non mi sembra che ci sia nessuna elite che vuole imporre la propria ‘magnifica ‘ visione. Almeno non più del passato. Semplicemente non esiste un vero efficace strumento di progettazione partecipata. Questo causa molteplici effetti: i progettisti rischiano di astrarsi dalla realtà e dalle aspettative di chi poi usufruisce l’architettura. È questo da la sponda ai masaniello di turno di cavalcare la presunta rivolta per agevolare i propri interessi personali e non certo quelli della comunità.

      • Fourthciucciu says:

        Andrea apprezzo il tuo approccio all’argomento, non concordo molto sullo strumento di “progettazione partecipata”, perlomeno su alcune tematiche, l’esperienza mi dice che comunque la partecipazione è sempre limitata ad una ridottissima minoranza dei cittadini, alla fine si riduce ad una discussione tra i soliti, nel merito della questione contesto che l’opera contestata lo sia da parte di tutta la cittadinanza, non è vero.

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