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Migranti in Sardegna: la vera emergenza è quella della trasparenza che non c’è

migranti

Arrivano a Cagliari altri mille migranti. Manca ancora l’ufficialità, però per l’Ansa “la Prefettura e la Questura hanno già predisposto tutto per l’accoglienza allertando le varie associazioni, l’Asl e tutti gli enti coinvolti”.

L’impressione è che i mille che stanno per arrivare prenderanno il posto di altrettanti che, sbarcati nell’isola nelle scorse settimane, in un modo o in un altro hanno già raggiunto il continente.

Sarebbe utile che qualcuno (magari la prefettura di Cagliari, che ha in carico tutte le operazioni, oppure anche la Regione), ci informasse in tempo reale, in maniera chiara e sintetica, sul numero dei migranti oggi ancora presenti in Sardegna e in quali località.

Perché se emergesse che la maggior parte di loro lascia l’isola dopo poche settimane, sarebbe corretta l’obiezione di chi si chiede perché i profughi vengano comunque portati in Sardegna.

Detto questo, considerando assolutamente verosimile l’ipotesi che almeno mille dei tremila migranti giunti nell’isola negli ultimi mesi siano già altrove, è chiaro che questo nuovo possibile arrivo non cambia i termini del ragionamento.

Non siamo davanti né ad una invasione (cosa sono tremila profughi in un’isola di un milione e seicentomila abitanti?) né tantomeno ad una emergenza, visto che ormai gli sbarchi si stanno susseguendo con regolarità e che la macchina organizzativa è ben oliata. Al massimo potremmo parlare di ombre. E qui sta il punto.

Nelle scorse settimane due soggetti molti importanti del mondo della solidarietà hanno lanciato uno stesso messaggio: inequivocabile.

Intervistato da Videolina lo scorso 7 agosto, don Ettore Cannavera ha pronunciato parole di fuoco, parlando senza mezzi termini di “speculazione” e di “affari”.

“È chiaro che quando lo Stato ci dà 35 euro al giorno per ogni rifugiato tendiamo a prenderne tanti. Come ammassarli invece di venti, quaranta, sessanta, ottanta, in un albergo da tempo in disuso, in una struttura abbandonata da anni. Ma questo è il rispetto della dignità?”.

E ancora:

“Siamo complici: associazioni, volontariato, che vengono anche fuori dalla Sardegna, per gestire, per fare affari sulla sofferenza, sulla pelle degli altri. Non deve restare neanche un euro in tasca a chi pensa di fare accoglienza, e invece sta avvenendo questo. Lo dico su tutti, strutture religiose e meno religiose, strutture laiche che si presentano in massa, “ne prendiamo cinquanta, cento”. Sono soldi. Non si può. Di questi soldi che vi vengono dati deve esserci una rendicontazione minuziosa di ogni centesimo che noi spendiamo”.

Otto giorni dopo, il 15 agosto, l’Asce ha inviato alle redazioni un appello per la raccolta di generi di primo soccorso a favore dei profughi. Nel comunicato però c’era scritto anche altro:

“Capita che sul numero dei profughi, numerosi enti privati operino una odiosa speculazione a danno della qualità e quantità del cibo, della fornitura di biancheria intima e generi per l’igiene personale, della necessaria assistenza burocratica, della formazione del personale e della rispettosa considerazione che si deve ad ogni persona.
Si sa che i numeri sono numeri e così i calcoli diventano discrezionali: se dei 35 euro al giorno che ci danno per l’accoglienza di un profugo, risparmiamo 5 euro, succede che facendoci carico di 10 profughi, la somma risparmiata è di 50 euro, che in un mese fanno 1500 euro. Ma se ne risparmiamo 10 la cifra raddoppia e diventa 3000. Se poi ne accogliamo 100 (dieci famiglie numerose) la cifra risparmiata diventa 30.000 euro in un mese. E si può ancora aumentare, risparmiando ancora di più. magari speculando anche sulle donazioni.
Basta avere un immobile anche fatiscente, ammassarli, personale compiacente e… il gioco è fatto!”.

È evidente dunque che c’è anche da noi qualcosa che non va. Io stesso ho raccolto le testimonianze di chi ha assistito all’ultimo sbarco al Porto Canale di Cagliari, durante il quale i migranti, contrassegnati da un numero, venivano letteralmente smistati tra le varie strutture di accoglienza con una modalità a dir poco odiosa.

Nella gestione dei migranti in Sardegna serve dunque molta più trasparenza di quanta non ne sia stata garantita finora. La prefettura di Cagliari e la Regione devono impegnarsi maggiormente su questo fronte. Gli allarmi che stanno arrivando dal mondo della solidarietà non possono essere ignorati. Altrimenti si finisce col mortificare il grande sforzo che i cagliaritani e i sardi stanno facendo e di alimentare le polemiche strumentali della destra.

E alla fine, anche senza volerlo, si è complici dei razzisti.

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15 Comments

  1. “Inizialmente mi incazzavo perchè paragonavo i nostri confini e il nostro Stato a quello americano, piuttosto che a quello canadese”

    anche negli USA se non hai già impiego non è facile entrare dagli aeroporti penso. poi probabilmente all’interno degli USA ci sono più stranieri irregolari che in Canada ma sicuramente non sono entrati dagli aeroporti. poi ho visto che paradossalmente molti di quei funzionari visti in quelle trasmissioni televisive su Canada e Australia erano tipo Indiani dell’India.

  2. marco maria cocco says:

    Troppa gente è felice del fatto che queste persone se ne vadano così come sono arrivate.
    Ma se invece dessimo una corsia preferenziale a donne e bambini? Se approntassimo i corsi di integrazione e somministrazione delle regole vigenti? Perché non cerchiamo di trarre tutti i benefici derivanti da queste persone? Gli italiani, i troppi italiani (razzisti nei confronti dei sardi) che sbarcano d’estate sono forse meglio di queste persone che invece sono alla ricerca di un posto dove vivere o sopravvivere? Non mi stancherò mai di ripeterlo: Governiamo il Processo, (beninteso: non sottomettiamoci ad esso e tanto meno non rifiutiamolo irrazionalmente). Trarremo solo vantaggi per la collettività. Tutta.

  3. riccardo serreli says:

    a me ciò che più mi rattrista è la cattiveria e una sorta di invidia che molti hanno nei confronti di questi disgraziati ( vito e alloggio gratis,telefonino etc.. etc…) e che nessun politico pensi a soluzioni differenti: perché chi fugge da guerre ( siriani, eritrei etc..) deve affrontare pagando a caro prezzo un viaggio che fa arricchire la criminalità? non si potrebbero istituire dei campi profughi in paesi confinanti dai quali possono fare richiesta di asilo e poi far un viaggio verso l’europa normale senza rischiare la morte? forse sono ingenuo e buonista non so…

  4. Inizialmente mi incazzavo perchè paragonavo i nostri confini e il nostro Stato a quello americano, piuttosto che a quello canadese, ecc. Infatti guardavo una trasmissione, si chiama Airport Security, ebbene, si vedeva come se solo ti beccavano con un curriculum in borsa ti chiudevano dentro la “sala degli interrogatori” e ti tartassavano di domande fino a farti ammettere che si, cercavi lavoro, e magari con un PhD e il TOEFL fresco fresco di esame, con un bel calcio in culo via a casa col prossimo volo. Da noi invece non funziona così; certo, nel nostro casa abbiamo a che fare con paesi “in guerra” che producono profughi, e siccome le guerre in questi paesi abbiamo contribuito a crearle pure noi il boldrinismo (ormai è una filosofia quasi da manuale, insomma, andrebbe approfondita attraverso buone pubblicazioni scientifiche) impazza e l’irrazionale gestione di questi disgraziati ce la dobbiamo cuccare noi comuni mortali che ormai campiamo a stento. Il nostro è uno stato malato, come una madre che in casa non pensa ai propri per figli perchè troppo impegnata ad accudirne altri.

    • Supresidenti says:

      “Il nostro è uno stato malato, come una madre che in casa non pensa ai propri per figli perché troppo impegnata ad accudirne altri.”

      certo che se non ci fossero questi sbarchi i figli di questo stato malato starebbero proprio bene con una mamma impegnata per tutto il tempo ad accudirli.
      Capita anche a me di vedere alla tv la trasmissione di cui parli e mi fa venire il voltastomaco.
      Sei arrivato alla conclusione che se non gli bombardassimo a casa loro non arriverebbero qui. Ecco, fermati a questo punto perché la storia e le discussioni, altro che boldrinismo, terminano così.
      ovviamente per discutere e non per polemizzare linux.
      A si biri

      • Divagazioni: Ho un passato da militante nella sinistra più “dura” e credimi, mi mette in crisi questo mio deragliamento verso certe istanze che si, son di destra (ma credimi, come me ce ne sono a bizzeffe); ebbene, mi chiedo cosa c’è di “italiano” (sai, quella sigla che c’era pure nel vecchio simbolo del PCI, quindi non deve farci schifo) nei partiti di sinistra nostrani? il buon comunista, in passato, era un signore coerente, di morale ferrea, e certo, leale e devoto verso il proprio paese (non per niente sono esistiti i “partigiani”), e adesso cos’è diventata questa “sinistra”? e non mi riferisco al Dottor Renzi & Mr. Hyde, ma anche a quella zozzeria di compagine umana che si definisce sinistra “antagonista”, o i personaggi strambi del movimento Radical chic. E la “sinistra sindacalista”? quella che va a cercare le tessere nei vari bacini degli intoccabili (che hanno bisogno appunto del sindacato per continuare a essere intoccabili, anche quando meriterebbero un bel calcio in culo, oppure, che logicamente cambiassero mestiere perchè il luogo dove lavorano non produce servizi e/o prodotti). Ecco, “questa specie di sinistra”, composta da demagoghi e pagliacci adesso vorrebbe cavalcare l’istanza dei diritti degli extracomunitari (questione nobilissima, certo); e come lo vuole fare? attraverso la demagogia più becera in barba ai mille problemi che affliggono il nostro paese, discorso da nazionalista dirà qualcuno.

      • Supresidenti says:

        nelle tue divagazioni l’unico deragliamento è l’associazione “prima loro poi noi”. per il resto ho paura (nel senso che condividiamo la stessa inquietudine) che stia parlando con un mio simile. se non sono impegnati con i migranti stanno regalando soldi a de benedetti. A benetton gli hanno regalato le autostrade 😉

      • Enrico says:

        E tu, giustamente, ti rifugi nella destra..

  5. Caro Vito, come sempre hai fatto una sintetica e analisi politicamente corretta, hai riportato le due voci dei rappresentanti della comunità La Collina e dell’ASCE, giustamente indignati per il trattamento e la squallida speculazione sulla pelle dei migranti. Come se trattandoli male, si diminuisse il flusso migratorio dalla fame, la violenza e le guerre del nord Africa e del medio Oriente. Quello che mi rattrista, ma ormai non stupisce più nessuno è il fragoroso silenzio dell’intera classe politica Sarda, nonchè italiana. Dove sono i sociologi del lavoro, analisti politici internazionalisti, da sempre pagati dai partiti nessuno escluso, aspettano i cadaveri nel mare, come un tempo i treni blindati da dove scendevano i sopravvissuti, l’Olocausto non è mai finito ,cambiano solo le nazionalità, perchè non dare possibilità di lavoro, pagato adeguatamente, vitto e alloggio per le nostre campagne abbandonate e non coltivate, considerato che mi pare che molte “residenze per migranti” sono proprio nel Campidano, o nell’Ogliastra dove la fuga dalla terra è ormai un dato inarrestabile e non sono le promesse fatte ai nostri giovani a fermare l’esodo verso le città costiere. Ripeto se formati e pagati adeguatamente molti migranti sopratutto quelli che provengono dall’agricoltura e allevamento di ovini e bovini al pascolo libero, potrebbero imparare da noi il modo di allevare e coltivare im modo razionale non inquinante, e poi forse, da donne e uomini liberi tornare nei propri paesi. Forse è meglio è più economico anche dei famosi progetti di formazione organizzati dalla FAO e finora falliti perchè in nazioni dove vige la violenza e la corruzione governativa è meglio formare una classe dirigente all’estero. Scusa lo so che sono un signor nessuno e molti altri meglio di me potrebbero fare e proporre progetti concreti per i migranti che se potessero non andrebbero via dalla Sardegna o Italia per vivere nel freddo (anche sociale) del mitico nord Europa, c’è niente da dire sui nuovi muri edificati dai nuovi nazo ex comunisti ungheresi. Adesso il pericolo non viene più dal capitalismo, ma dal loro Est.

  6. Supresidenti says:

    E’ sempre stato cosi Vito. La sinistra, a parte qualche lodevole eccezione, ha sempre preferito voltarsi dall’altra parte. Delegando.
    Lo fa ora e lo fa tutti i giorni quando pensa che comprando un pacco di fazzoletti abbia aiutato lo straniero e può tornare a casa con la coscienza a posto.
    Grazie a don Ettore e ad Antonello, tra le poche voci che ancora hanno il coraggio di parlare contro qualcosa che fa tremendamente schifo.
    E grazie anche a te che ti ostini a fare il giornalista.

    • la solidarieta’ e un dovere a prescindere ma cagliari e la sardegna non sono pronte ad accogliere nel modo dignitoso queste persone, vengono spediti in sardegna per nascondere il problema di queste povere e disperate persone cosa c’è di meglio di un ‘isola al centro del mediterraneo .

      • Supresidenti says:

        roby, non ho capito il collegamento tra il tuo e il mio commento. Ma non sei costretta/o a spiegarmelo 🙂

      • sinceramente ho espresso un opinione molto molto personale e non volevo rispondere a te fidati .

      • Supresidenti says:

        anda beni 😉

    • Ciao Supresidenti, ormai capita per tante altre cose, questa vicenda nel senso pieno di valori come la solidarietà libertà è il più devastante. Come dice il tenutario del blog è il problema .

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