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Teatro Lirico di Cagliari, ora non si può più sbagliare

Lirico

Ottobre 2012, manifestazione di protesta dei lavoratori del Lirico di Cagliari (foto Olliera)

Il Dott. Marchetti riferisce che l’attuale situazione del Teatro lirico di Cagliari non è delle più esaltanti ma, anzi, è tra le più preoccupanti e critiche. Rileva che, allo stato, una delle più importanti ragioni di tale criticità riguarda la gestione della nuova Sovrintendente, la quale, pur indicata dalla maggioranza del Cdi in base a un curriculum ineccepibile (fra l’altro, nella metà degli anni ’90, nominata Commissario straordinario dal competente Ministero, aveva risanato i conti dell’Ente) si è mostrata inadatta a ricoprire quel ruolo.

La sorte della soprintendente Angela Spocci era segnata da tempo, se è vero che già lo scorso 29 aprile (cioè a meno di tre mesi sua nomina, avvenuta il 5 febbraio), uno dei consiglieri di indirizzo che la aveva voluta, Mario Marchetti, audito dalla commissione cultura del comune di Cagliari (ecco il verbale), aveva definito la manager “inadatta a ricoprire quel ruolo”. Un disastro.

Ora non si capisce ancora bene se il Teatro verrà commissariato o se si riapriranno i termini per una nuova selezione, di sicuro il Lirico cagliaritano avrà il terzo sovrintendente in meno di tre anni. Come se non bastasse, lunedì il gip si pronuncerà sulla richiesta di interdizione del sindaco Zedda dalla carica di presidente della Fondazione.

Insomma il quadro è sempre più fosco.

Ora per salvare il teatro occorrerebbe che tutte le forze in campo, consapevoli della posta in gioco, remassero verso la stessa direzione.

L’errore fatale di Zedda è stato quello di voler imporre a tutti i costi un suo nome (quello di Marcella Crivellenti) senza capire che al teatro occorreva un clima diverso, frutto di scelte il più possibile condivise. Allo stesso modo, è stato un errore imporre al presidente della Fondazione un nome a lui sgradito, cosa che invece il consiglio di amministrazione ha fatto quando ha nominato Mauro Meli, aumentando così ulteriormente la tensione in via Sant’Alenixedda.

La Spocci arrivava con un curriculum di tutto rispetto e assolutamente a prova ricorso, tuttavia il risultato è stato ritenuto scadente anche da coloro che la avevano scelta. E qui siamo.

Ora però non si può più sbagliare. Maggioranza, opposizione, sindacati, opinione pubblica devono essere consapevoli che questa è veramente l’ultima possibilità che il Lirico di Cagliari ha per rialzarsi ed evitare la scomparsa, giacché per effetto della legge Bray le fondazioni che entro l’esercizio 2016 non raggiungeranno “condizioni di equilibrio strutturale del bilancio, sia sotto il profilo patrimoniale che economico finanziario, del conto economico” verranno spazzate via.

Ora servono qualità, competenza, unità di intenti, generosità e lungimiranza. Altrimenti il Lirico morirà.

Servirebbe anche una informazione libera, libera da ogni condizionamento, capace di raccontare all’opinione pubblica come stanno le cose veramente. Molti però in questi anni hanno giocato sporco, colpendo con una durezza impressionante persone colpevoli solo di esprimere il loro parere e le loro critiche in piena libertà.

Arrivati ad un certo punto scrivere del Lirico di Cagliari era diventato più pericoloso che occuparsi di servitù militari e di scorie nucleari. Per questo, per tutelare me stesso e anche i miei lettori da querele, ho smesso di farlo.

Tuttavia i giudici ci sono a Berlino ma anche a Cagliari. È di oggi la notizia dell’archiviazione da parte del gip di una querela presentata dalla Crivellenti contro un lettore di questo blog che aveva commentato uno dei tanti post che avevo dedicato alla vicenda del Lirico. Nessuna diffamazione ma solo diritto di critica. Ma con questo clima, chi si azzarda a dire più niente?

 

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9 Comments

  1. Bruno Ghiglieri says:

    “Il Cons. Meloni rileva la differenza sostanziale tra i termini ‘cultura’ e ‘spettacolo’, precisando che la ‘cultura’ è per pochi, lo ‘spettacolo’ è per tutti”. Sono profondamente commosso da cotanta manifestazione di ingegno. Ora ho capito, senza ombra di dubbio, chi deve andare a lavorare. Grazie al Consigliere Meloni dell’illuminazione.

  2. Lantanio says:

    ZEDDA ovvero la devastazione, il prossimo anno si vota, nel frattempo Cagliari è diventata peggio di uno slum di Calcutta : IMMONDIZIA , MENDICANTI e pure un teatro gestito in maniera pessima…. Zedda dovrebbe dimettersi per il bene cosmico e non fare piu’ politica

  3. giancarlo says:

    No comment, tanto … l’anno prossimo si vota …

    • L’anno prossimo si vota cess … e se dovesse vincere il centro destra cambiano un casino cose di case di teatri e ci saranno le scorciatoie e le serpentine e villa Asquer …

      • Ghostwriter says:

        Siamo passati da una mancanza di moralità a un’altra, sono cambiati gli interpreti, ma il modus operandi è sempre lo stesso: azioni volte a favorire qualcuno da parte dell’amministrazione, magari stando dentro i termini di legge (anche se talune vicende mettono in dubbio questa ipotesi), ma in assoluta e arrogante mancanza di quella che proprio a Sinistra veniva chiamata “questione morale”. Andremo quindi, presumibilmente, a votare non per un modello ma per preferenze di certi “amici” rispetto ad altri.

        P.S.: mi scuso con la Sinistra per averla paragonata a questa roba che si spaccia per tale, come mi scuserei con la Destra per lo stesso motivo.

  4. Commento io e senza pseudonimi, signor Miki!
    La minestra è sempre la stessa, non esiste una ricetta alternativa. Basta con questa legge idiota che obbliga i teatri ad avere cariche politiche nelle poltrone dirigenziali. Basta! Noi non ne possiamo più. Siamo davvero stanchi anche delle polemiche idiote, dei vari tira piedi dei politici. La cultura non dovrebbe avere nessuna bandiera politica e noi lavoratori del Lirico non dovremmo più essere i giullari (o le pedine ) dei vari politici che si avvicendano nella nostra terra e dentro il nostro teatro. Non so se quello che sto scrivendo può essere considerato una arma per denunciarmi… dico solo ciò che esce dal mio petto, ed è un urlo di rabbia. Lasciateci fare il nostro lavoro, certamente più bello e gioioso del mestiere politico.
    Aaaaaamen!
    P.s. spero si stia comprendendo fino in fondo, che non permetteremo a nessuno di far morire il nostro teatro lirico, almeno combatteremo.
    Grazie Vito
    Donatella Carta, professore d’orchestra

    • Ignazio says:

      Tralasciando di commentare quanto scritto dal signor Miki perché veramente non merita risposta, sono d’accordo con la collega Donatella, stimata professore d’orchestra. Vorremmo soltanto che al 5° piano sedesse un manager capace di sfruttare al meglio le professionalità presenti nel nostro teatro, con un progetto condiviso e proporzionato ai finanziamenti che vengono erogati alla Fondazione.

  5. Non commenta nessuno davvero, po caridadi. È ora di andare a lavorare. Via, tutti a casa e chiudete quel baraccone.

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