Giornalismo

Nazisti a Sorso (e irresponsabili nelle redazioni)

Rom

 Dalla pagina Facebook del quotidiano “La Nuova Sardegna”

La signora (che pure dichiara di aver fatto le Magistrali) dice che “per me a fato bene il sindaco se avrebbe lasciato loro ne sarebbero arrivati altri”.
“Anche io ho un figlio in arrivo eppure il comune a me non mi aiuta se non me ne zappo non mi danno neanche un centesimo a questi invece non le fanno mancare nulla sono serviti e riveriti questa e l’Italia proviamo a farlo noi a casa loro!!!” dice una ragazza che sarà presto mamma.
Il signore che ama le auto veloci si lascia andare ad un “Cazzo sfuma il loro sogno li vedo in campagna li prendo a fucilate”. L’idraulico, fedele al suo ruolo, dice “Buttateli in Mare”. L’ex militare che ama le armi si spinge oltre: “Ponideloso in su fogu a bidere custor bascarammene”.

Tutto questo nella pagina Facebook del quotidiano “La Nuova Sardegna”, i cui redattori evidentemente ritengono di non dover moderare il dibattito scaturito da una notizia pubblicata oggi nell’edizione cartacea e raccontata in maniera ineccepibile dal collega Andrea Massidda (eccola qui: “Sorso: sfuma il sogno della famiglia rom”).

Non ce la fanno, non lo capiscono: decine di commenti che istigano alla violenza e all’odio razziale tollerati come se niente fosse, e anzi legittimati e resi autorevoli perché pubblicati nella pagina Facebook del secondo quotidiano più diffuso dell’isola.

Dev’essere un limite insuperabile dei colleghi che lavorano nei giornali e che poi hanno la responsabilità dei siti o dei social network delle loro testate, visto che solo pochi giorni fa, dopo le indegne offese all’assessore Firino, nella pagina Facebook dell’Unione Sarda (quotidiano che  per anni nel suo sito ha tollerato migliaia di interventi inverecondi) il direttore ha finalmente detto basta ai “commenti volgari, triviali, offensivi, razzisti e denigratori”.

Ieri a Cagliari l’Ordine dei Giornalisti ha organizzato l’incontro sul tema “Immigrati, profughi e rom, oltre le discriminazioni”, ma forse a questo punto serve una riunione dei rappresentanti dell’Ordine con i responsabili delle maggiori testate sarde per concordare dei criteri chiari e condivisi, per fissare dei paletti insuperabili e fare in modo che questi scempi su Facebook abbiano finalmente  fine.

 

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28 Comments

  1. Mi scusi Vito, posso dire che molti sardi non sono diversi dai ROM? Basta guardare tutta l’aliga che si accumula nei bordo strada della Sardegna per giudicare. Ma non tutti i rom e neanche tutti i sardi sono pezzi di cacca. Io sono del parere che se uno butta l’aliga per strada è giusto dirgli che è un PdM, che sia ROM, sardo, svizzero o finlandese; e se un sardo evoca fucilazioni e olocausti non solo è nazista, era, è e rimane un demerito PdM.

  2. Claudia says:

    Io non capisco perchè lo spazio dedicato ai commenti dei lettori sui quotidiani online debba godere di una sorta di extraterritorialità rispetto alla legge. Se io rivolgo insulti razzisti, sessisti, etc etc a qualcuno, sia personalmente sia a mezzo stampa, sono passibile di querela, e giustamente! Non c’entra nulla la libertà di opinione, che può e deve essere esercitata senza censura, ma utilizzando un linguaggio civile e rispettoso. Finalmente il direttore dell’Unione Sarda si è posto il problema, se pur con molto ritardo; ora attendiamo con fiducia il risveglio del direttore della Nuova Sardegna.

    • Gavino says:

      Perfetto “Se io rivolgo insulti razzisti, sessisti, etc etc a qualcuno, sia personalmente sia a mezzo stampa, sono passibile di querela, e giustamente!”

      Pienamente d’accordo, ma devi essere libera di farlo, se poi ci sono reati ne paghi le conseguenze.

      • Claudia says:

        Tu fraintendi il concetto di libertà di opinione. Ti faccio un esempio : tu puoi dire che i Rom secondo te non hanno diritto ad alcun sussidio, ma non puoi dire che bisognerebbe prenderli a fucilate, e il direttore di un quotidiano che pubblichi sulle sue pagine online commenti di questo tenore, se ne rende corresponsabile. Suvvia, non è così difficile da capire!

      • Gavino says:

        Posso capirlo, ma non concordo.

  3. Grazia Pintori says:

    La libertà di espressione non ammette l’apologia del nazismo e in negazionismo. Ed è quello che è apparso sui commenti evocati. Ho personalmente letto commenti che inneggiavano a Hitler e allo sterminio dei Rom nei campi di concentramento. Una cosa vergognosa ed un reato secondo la nostra legislazione.

    • Vittorio says:

      Una delle leggi più assurde e pericolose della nostra società. Decidere quali ambiti possano godere della libertà di espressione e stabilire attraverso una legge quale sia stato l’andamento della storia senza poterlo confutare. Veramente assurdo e riprovevole

  4. Lei sa per certo che i commenti siano stati scritti solo da sorsesi? trovo riprovevole un titolo del genere, dovrebbe essere lei il primo a fare un passo indietro. Schernire una persona per la sua bassa scolarizzazione non è certo un esempio di buon giornalismo e di sicuro non la rende migliore di chi ha scritto i commenti da lei riportati.

    • Ma lei da che parte sta?

      • Dalla parte del buon giornalismo. Ora gentilmente potrebbe rispondere alla domanda e al commento precedente? grazie.

      • “Nazisti a Sorso” non vuol dire che tutti gli abitanti di Sorso siano nazisti, ma che in questa vicenda che si sviluppa a Sorso siamo di fronte a posizioni che io definisco naziste. Quanto lo schermire una persona con una bassa scolarizzazione, se una persona che afferma di aver fatto le magistrali scrive “per me a fato bene il sindaco se avrebbe lasciato loro ne sarebbero arrivati altri”, io la schermisco, eccome se lo faccio, tanto più se esprime idee che sono in linea con il suo traballante italiano. W il buon giornalismo.

      • le ripeto la domanda a cui per la seconda volta non ha risposto. Ha verificato che tali commenti siano stati fatti da sorsesi? Quel che scrive è che ci sono posizioni naziste a Sorso e lo motiva attraverso questi commenti.

      • Sì, esattamente. E si legga meglio i commenti e capirà che molti sono scritti da abitanti di Sorso.

      • quando è stato pubblicato l’ho letto, purtroppo gli insulti venivano sia da sorsesi che sassaresi che sennoresi ecc… Quindi o lei ha chiesto direttamente a queste persone di dove fossero e ha poi statisticamente stabilito che ci fosse una netta percentuale di insulti scritti da sorsesi o ciò che scrive non è vero. Ma essendo lei a favore del buon giornalismo son certa abbia verificato. Mi fa avere i dati? grazie… e come scrive lei “w il buon giornalismo!!!”

  5. Alba Rosa says:

    ..e poi tra i commenti sulla Nuova, in molti chiedevano chi gli avesse dato i soldi, a Zoran, per l’acquisto del terreno…
    Oh, mi che non si chiama SCAJOLA!!!!

  6. Michele says:

    Io credo che questo come tanti altri problemi della stampa sia causato da un Ordine dei Giornalisti che ormai da decenni ha rinunciato al suo ruolo di garante delle deontologia limitandosi unicamente all’attività sindacale

    • Gavino says:

      Infatti, il sottotitolo di Vito è giusto, oggi la libertà di stampa è in mano ai propretari, i giornalisti sono merce rara, il copia e incolla dilaga insieme alle migliaia di notizie bufale perchè nessuno si è mai messo il dubbio di verificarle.

      rispondo anche a Vito, è vero che il governo dopo che vi ha promosso come guardiani, preferite autocensurarvi anzichè lottare per l’autonomia…
      La regola di punire uno per educare cento funiona ancora oggi….

  7. Veronica says:

    Poesia Casa di Warsan Shire.

    Nessuno lascia la propria casa a meno che
    casa sua non siano le mandibole di uno squalo
    verso il confine ci corri solo
    quando vedi tutta la città correre
    i tuoi vicini che corrono più veloci di te
    il fiato insanguinato nelle loro gole
    il tuo ex-compagno di classe
    che ti ha baciato fino a farti girare la testa dietro alla fabbrica di lattine
    ora tiene nella mano una pistola più grande del suo corpo
    lasci casa tua
    quando è proprio lei a non permetterti più di starci.

    nessuno lascia casa sua a meno che non sia proprio lei a scacciarlo
    fuoco sotto ai piedi
    sangue che ti bolle nella pancia

    non avresti mai pensato di farlo
    fin quando la lama non ti marchia di minacce incandescenti
    il collo
    e nonostante tutto continui a portare l’inno nazionale
    sotto il respiro
    soltanto dopo aver strappato il passaporto nei bagni di un aeroporto
    singhiozzando ad ogni boccone di carta
    ti è risultato chiaro il fatto che non ci saresti più tornata.

    dovete capire
    che nessuno mette i suoi figli su una barca
    a meno che l’acqua non sia più sicura della terra

    nessuno va a bruciarsi i palmi
    sotto ai treni
    sotto i vagoni
    nessuno passa giorni e notti nel ventre di un camion
    nutrendosi di giornali a meno che le miglia percorse
    non significhino più di un qualsiasi viaggio.

    nessuno striscia sotto ai recinti
    nessuno vuole essere picchiato
    commiserato

    nessuno se li sceglie i campi profughi
    o le perquisizioni a nudo che ti lasciano
    il corpo pieno di dolori

    o il carcere,
    perché il carcere è più sicuro
    di una città che arde
    e un secondino
    nella notte
    è meglio di un carico
    di uomini che assomigliano a tuo padre

    nessuno ce la può fare
    nessuno lo può sopportare
    nessuna pelle può resistere a tanto

    Il

    Andatevene a casa neri
    rifugiati
    sporchi immigrati
    richiedenti asilo
    che prosciugano il nostro paese
    negri con le mani aperte
    hanno un odore strano
    selvaggio
    hanno distrutto il loro paese e ora vogliono
    distruggere il nostro

    le parole
    gli sguardi storti
    come fai a scrollarteli di dosso?

    forse perché il colpo è meno duro
    che un arto divelto
    o le parole sono più tenere
    che quattordici uomini tra
    le cosce
    o gli insulti sono più facili
    da mandare giù
    che le macerie
    che le ossa
    che il corpo di tuo figlio
    fatto a pezzi.

    a casa ci voglio tornare,
    ma casa mia sono le mandibole di uno squalo
    casa mia è la canna di un fucile
    e a nessuno verrebbe di lasciare la propria casa
    a meno che non sia stata lei a inseguirti fino all’ultima sponda

    a meno che casa tua non ti abbia detto
    affretta il passo
    lasciati i panni dietro
    striscia nel deserto
    sguazza negli oceani

    annega
    salvati
    fatti fame
    chiedi l’elemosina
    dimentica la tua dignità
    la tua sopravvivenza è più importante

    Nessuno lascia casa sua se non quando essa diventa una voce sudaticcia
    Che ti mormora nell’orecchio
    Vattene,
    scappatene da me adesso
    non so cosa io sia diventata
    ma so che qualsiasi altro posto
    è più sicuro che qui.

    (Traduzione di Pina Piccolo)

  8. Simome says:

    Concordo con Vito che uno può e deve sforzarsi di esprimere le proprie opinioni nel rispetto della persona e delle opinioni altrui senza cadere nella violenza . Se per qualche ragione manca questa capacità di autolimitarsi è legittimo che si intervenga cancellando questi commenti. Tanto non mi pare che facciano onore a chi li ha scritti e/o contribuiscano positivamente alla risoluzione delle questioni affrontate nei dibattiti.

  9. Gianni Campus says:

    Credo che Vito tratti due ordini di problemi, entrambi critici e, tristemente, d’attualità:
    il primo si riferisce al merito della questione sociale che si ritrova nelle necessità dei più deboli, e nella progressiva difficoltà – da parte della collettività e dei singoli – ad intervenire positivamente o, quantomeno, a prendere coscienza delle necessità di altri esseri umani;
    il secondo – meno esplicito, e pertanto più subdolo – che attiene alle espressioni con le quali si accede al “dibattito”. Chiunque abbia un minimo d’idea sulla comunicazione in genere, sa che il messaggio passa più attraverso il tono (tratti sovrasegmentali), che attraverso un’analisi meramente linguistica dei termini usati. E’ sufficiente rivolgersi a qualcuno (compreso un cane o un bambino di pochi mesi) usando un tono brutale e violento, per capire come poco conti ciò che si dice.
    In questa nostra fragilissima Società (società), la violenza espressiva è ormai assurta a livelli drammatici quanto incontrollati: il risultato è un’assoluta mancanza di reale comunicazione.
    Forse, però, è esattamente quello che si vuole.
    Gianni Campus

    • Gavino says:

      Senza dubbio non accetto e condivido la violenza verbale fine a se stessa (ma cosa è la violenza verbale?), ma nello stesso modo condanno la censura a nessun titolo. Ognuno deve essere libero e responsabile di quello che dice, altrimenti torniamo alla voce di strada: tutti sanno e nessuno dice niente.

      • Gavino, lei mi sembra una persona di buona volontà, quindi proverò a risponderle. Lei sta confondendo la libertà di espressione (che deve essere garantita a tutti, anche a quelli che vogliono bruciare i campi rom) con i codici deontologici che i giornalisti devono rispettare (e far rispettare) ogni volta che scrivono o fanno scrivere sui loro giornali. Ciò che finisce nella pagina facebook di un cittadino qualunque non può necessariamente finire su un giornale (e dunque nella sua pagina facebook) perché ci sono delle carte deontologiche da rispettare, oppure dei regolamenti che le testate si autoimpongono. Infatti io non ho chiesto la chiusura di profili di coloro che sono intervenuti nella pagina della Nuova Sardegna ma un intervento dell’Ordine dei Giornalisti che faccia chiarezza all’interno della categoria e dica con forza che certi commenti in una pagina fb di un quotidiano non sono pubblicabili.

      • Io non capisco invece l’associazione: poca dimestichezza con la lingua italiana = razzista. Ma forse non ho studiato abbastanza.

  10. pierluigi says:

    Non condivido il titolo dell’articolo sulla Nuova, tanto meno la riflessione dell’Autore del Blog. Grazie

  11. Gavino says:

    Certo che un giornalista che parla di censura, deve essere una vera propria cima ….
    Magari sarebbe anche sceso in piazza a manifestare per la libertà di stampare le vignette…

    • Sai Gavino, se qualcuno ti desse del pezzo di merda su questo blog io lo censurerei. E sai perché? Perché io rispetto le opinioni di tutti ma non consento che nessuno venga offeso con un linguaggio triviale. Ma vedo che non la pensiamo allo stesso modo. Grazie per essere intervenuto.

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