Cagliari / Politica

I senegalesi chiedono aiuto, il sindaco di Sel gli manda la polizia: benvenuti a Cagliari

Senegal Unione

L’Unione Sarda, oggi 

“Dateci il vostro aiuto” dice oggi sulle colonne dell’Unione Sarda Abdou Ndiaye, leader dei senegalesi a Cagliari. “Abbiamo un grosso problema rappresentato dai ragazzi di seconda generazione che non son nati qui ma ci sono cresciuti”. “Il clima, soprattutto nell’ultimo periodo, è decisamente teso”, continua, “e questo porta a scatenare reazioni sproporzionate”.

L’aiuto che i senegalesi ci chiedono dare si chiama “integrazione”. Cioè concrete azioni di natura culturale che consentano ai giovani della comunità africana di non scatenare conflitti senza senso, frutto spesso di maleducazione o frustrazione, e che poi vengono amplificati, deformati e strumentalizzati dalla stampa (non tutta, grazie a Dio) e dalla destra.

Peccato che queste azioni di integrazione (invocate anche dal prefetto e dal questore, di cui non possiamo che apprezzare ogni volta di più le posizioni realmente democratiche e tolleranti) non ci siano, non esistano. Il comune di Cagliari, guidato da un sindaco di Sel e sostenuto da una maggioranza di centrosinistra, non ha fatto niente. Niente di niente, se non varare una Consulta per gli Stranieri che non ha prodotto nulla (e per averne la prova basta vedere il sito della Consulta, fermo da un anno e mezzo…).

Per il resto, solo silenzio. Oppure posizioni inaccettabili, come quelle del sindaco Massimo Zedda che (come ricorda bene oggi l’Unione), in Consiglio comunale ha preso l’impegno “di chiedere una maggiore presenza delle forze dell’ordine nelle aree sensibili”, e che il prossimo 5 febbraio, nel corso di una seduta del Comitato per l’ordine pubblico convocata per trattare “l’emergenza” senegalesi, “chiederà un maggior controllo da parte delle forze dell’odine nelle zone a rischio”. Non è certo questo l’aiuto che la comunità senegalese sta invocando. Ma questa è l’unica ricetta che l’amministrazione sta proponendo per affrontare una situazione oggettivamente difficile, frutto anche di esagerazioni inverosimili (perché Cagliari non è Brescia).

Zedda, esattamente come fa la destra, trasforma un problema culturale in una questione di ordine pubblico. Il prefetto e il questore di Cagliari sono molto più progressisti di lui. Ma ormai in questa città non ci vuole molto ad essere più a sinistra di Sel.

Qui non si tratta di perdonare chi sbaglia o chi commette reati (ci mancherebbe altro) né di far finta di nulla, ma di aiutare una comunità ad avere gli strumenti per affrontare le proprie contraddizioni e i propri problemi senza scaricarli sugli altri, come ora sta avvenendo. La risposta di Zedda e del centrosinistra invece qual è? Silenzio. E controlli delle forze dell’ordine. Per risolvere che cosa, non si sa.

Peccato però che quando a Cagliari governava la destra e ogni tanto i vigili facevano una retata di ambulanti senegalesi nel Largo Carlo Felice, tutta la sinistra cagliaritana (istituzionale e non) giustamente si indignava e gridava allo scandalo, e chiedeva azioni concrete di integrazione. Oggi il sindaco Zedda quei raid li invoca, e la sinistra che sta nei partiti tace. Perché l’ipocrisia è spesso il suo tratto distintivo.

Affrontando il problema unicamente sollecitando l’intervento delle forze dell’ordine contro i parcheggiatori senegalesi, Zedda (che ieri sulla Nuova Sardegna straparlava di Europa, di Tsipras, di Quirinale…) probabilmente pensa in questo modo di ingraziarsi l’elettorato moderato e di destra in vista delle elezioni dell’anno prossimo. Perché fa così? Teme forse che a sinistra non lo voti più nessuno? Chissà.

 

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24 Comments

  1. Ignazio says:

    Si fa presto a parlare di integrazione… forse il problema chiave di questa stagione storico-politica, non solo a Cagliari ma un pò in tutto il mondo. Non è un sindaco che può risolvere il problema. Però si può iniziare da un gradino più in basso, dal confronto, dal considerare tutte le persone uguali alle altre, da togliersi di dosso le incrostazioni che abbiamo messo per non sentire su di noi il dolore degli altri. Allora forse qualcosa si potrà fare, ma tutti insieme, senza dare la colpa a qualcun altro. Perché anche attribuire continuamente colpe a qualcuno può essere una corazza che ci costruiamo intorno per non sentirci coinvolti noi stessi nei problemi comuni

  2. enrico casini says:

    Se la polizia municipale si comporta con i ragazzi senegalesi come si è comportata con me e la mia compagna qualche giorno fa non meravigliamoci che ci siano tensioni. Siamo stati trattati da delinquenti con un arroganza inverosimile perchè non sapevamo cosa fosse successo in viale trieste e trovandoci a transitare nella “zona rossa” transennata siamo stati apostrofati in malo modo e alla richiesta di spiegazioni per poco non siamo stati “caricati” da due pseudosceriffi che non si sono minimamente qualificati.

    Non solo a Cagliari da diversi anni sta montando un clima di tensione che vede nel diverso ( nella fattispecie ora è l’islamico in generale) il principale responsabile di ogni male della società. Si spara a zero senza pensare.

    Chi vive la città nelle strade e non solo quando parcheggia la macchina si sarà accorto che il problema dei senegalesi di seconda e terza generazione effettivamente c’è, e consiste in questo: il cagliaritano medio era abituato ai senegalesi della prima ondata, famosi per essere particolarmente amichevoli e buontemponi ( la motivazione è anche nella variante dell’islam popolare in senegal che ha nel sorriso e nell’accettazione positiva della vita uno dei fondamenti), insomma gente che quando gli dicevi “gurgugnao” rideva e ti faceva una battuta…

    Ma ora son arrivati i ventenni… i ragazzi cresciuti nelle periferie di Dakar e Saint-Louis… che come i nostri giovani “nenni” hanno i loro miti gangsta su youtube: questi ragazzi se gli dici gurgugnao o li tratti da pezzi di straccio ( come molti in realtà li considerano) non sorridono. No. Ti spaccano una bottiglia in testa e ti spaccano pure la macchina, esattamente come fa un nenno di Is Mirrionis, di Quartu o Capoterra ….

    Nello spazio attivato dall’associazione di cui faccio parte vengono spesso senegalesi, bangladesi, filippini cagliaritani… tutti ad aggiustarsi la bici, tutti uguali e tutti diversi. Nel rispetto.
    Non ho mai percepito la minima tensione.

    Gli amministratori hanno delle colpe gravissime se in una città come Cagliari il problema dell’integrazione sta scadendo in un semplice problema di ordine pubblico. Una città che altrimenti avrebbe le potenzialità per essere un modello nella sperimentazione di pratiche di integrazione e accoglienza. Non si può lasciare andare alla deriva questi problemi e per quanta dietrologia si possa fare Vito Biolchini ha sempre segnalato questo tipo di problematiche, e sollevato il dibattito, cosa che non hanno fatto altri suoi esimi colleghi.

    Chi vuole vedere il problema ridotto a quattro bancarelle e dieci parcheggiatori abusivi lo fa in malafede, perchè le stesse ragioni non si tolgono fuori quando il “reo” in questione ha lo stesso colore della pelle e lo stesso credo religioso (o superstizione).

    E’ molto triste che un ateo debba ricordare a tanti cristiani cosa insegnava Gesù Cristo ed è molto triste che in un tempo in cui viene considerato lecito che un amministratore delegato si svegli la mattina e cancelli 10.000 posti di lavoro (guardatevi in una direzione a caso) si debba essere cosi avvelenati per 4 Cristi che si svoltano il pane quotidiano.

    Ma a toglierli dalla bandiera quei mori no, giammai, solo dalla NOSTRA terra.

    Ma andate a fare le sentinelli in piedi …

  3. Andrea says:

    Giusta e auspicabile l’integrazione come ci si aspetta da un paese civile, di migranti peraltro; ed è vero che la politica, come ha scritto qualcuno nel blog, ha il compito di risolvere i conflitti sociali. Ma nel frattempo cosa facciamo? Nell’attesa che vengano avviate politiche di integrazione, che vengano attivate, assimilate e che raggiungano il loro scopo, cosa facciamo? Ci giriamo dall’altra parte e facciamo finta che il problema non esista?  Mandare la polizia sulle strade è di destra mentre non affrontare il problema nella sua immediatezza è di sinistra?  Ancora qualcuno che segna sulla lavagna i buoni e i cattivi? A meno che il povero Zedda, finito per l’ennesima volta nel mirino di Vito, non abbia spedito le squadre antisommossa a manganellare gente non mi sembra che ci sia qualcosa di male nel fare qualche controllo; é  inutile negare che le lamentele per questo comportamento sono numerose, è inutile negare che le nuove generazioni dei migranti sono cambiate;  se trent’anni fa i primi Senegalesi arrivati in città si accontentavano del minimo per vivere e mandare qualche risparmio a casa i più giovani sono sicuramente più sfrontati, spesso arroganti come lamentano i loro stessi conterranei e se ci fate caso spesso non vendono nulla: vogliono solo soldi; se il razzismo (quello vero però) è senz’altro da condannare il buonismo ci fa perdere il contatto con la realtà e paradossalmente può creare comunque danni; non mettendo un freno fino a che si è in tempo e avviando parallelamente politiche di integrazione si finisce per alimentare e tollerare un clima di illegalità contribuendo a creare sacche di emarginazione con il rischio che il malumore esploda nel peggiore dei modi.  Tutto ciò deve valere naturalmente sia per gli Italiani che per gli stranieri (che dire poi dei parcheggiatori nostrani che spuntano come funghi quando apre la fiera?).  La legalità non deve avere colore di pelle né schieramento politico, non è né di destra né di sinistra. Se invece dei Senegalesi ci fossero Italiani o Tedeschi non farebbe alcuna differenza e la gente si lamenterebbe comunque. Nel parcheggio di un supermercato vicino a casa mia stazionano abitualmente tre Senegalesi; con uno di questi ho fatto conoscenza da qualche anno; lavora per mantenere la famiglia in Senegal, ha scritto libri di poesie, che gli ho comprato, e ha vinto anche un concorso letterario: sia lui che gli altri due però non hanno mai superato la linea dell’educazione e della discrezione: mai una pretesa, mai una discussione. Sono stati ben accolti e tutti gli diamo un aiuto e quando non abbiamo spiccioli due chiacchiere, una stretta di mano e va bene lo stesso. Ammettere che questo fenomeno esiste non ci rende automaticamente razzisti se non lo siamo già, se non ci comportiamo e non pensiamo da razzisti e i primi a subirne le conseguenze saranno proprio i Senegalesi che vivono a Cagliari oramai da decenni perfettamente integrati e che non hanno mai creato problemi. Ricorderete tutti quando Vladimir Luxuria venne eletto parlamentare con PRC: in un dibattito televisivo ribadì graniticamente che il suo partito non avrebbe mai fatto campagne per la sicurezza; qualche mese fa invece il nostro si lamentava su un quotidiano che il quartiere della periferia romana nel quale vive è costantemente assediato dagli spacciatori e i residenti ostaggio della delinquenza vantandosi di aver cacciato a muso duro uno spacciatore, non è dato sapere se Italiano o straniero, che stazionava sotto casa sua invocando l’intervento delle istituzioni contro il degrado della zona; naturalmente non sono due fatti da mettere sullo stesso piano e sinceramente quando l’ho sentito mi ha fatto sorridere; ma la vicenda potrebbe essere un ottimo spunto di discussione.

  4. No, Vito. Qui sbagli. Tu prendi l’articolo dell’Unione in cui parla Abdou e il giornalista (con tanto di ndr) fa una sintesi estrema dell’intervento del sindaco in aula consiliare, meglio riportato sullo stesso giornale uno o due giorni prima. Prendendo quello, vedresti che il sindaco affronta la questione dallo stesso punto di vista di Abdou. Ma non ne hai voglia, evidentemente. Quoto in pieno Massimiliano Hellies. Ciao

    • Perfetto Mario, allora se quella che ho riportato io è una sintesi estrema, riporta tu il pensiero originale del sindaco espresso in consiglio comunale. Se ha detto anche altro non mancherà traccia sulla rete.

      • giancarlo says:

        Ho letto le interessantissime prese di posizione del partito del Sindaco (SEL … mi pare ?) , erano su tutti i quotidiani, Vito, devono esserti sfuggite 🙂

  5. Francesco says:

    Zedda sa bene che il malcontento e la paura alimentata dai soliti giornali sul tema immigrazione può nuocere molto al suo consenso. Quindi reagisce con lo strumento più facile e popolare: la polizia. Lo strumento politico doveva utilizzarsi anni fa, con un progetto serio d’integrazione. Ma così non è stato. Se lo usasse ora sarebbe attaccato da molti e probabilmente uscirebbe sconfitto. La maggioranza degli elettori sono quelli che scrivono sull’unione “rimandiamoli tutti a casa” o peggio. Anche a me non piace per niente questa piega presa dal sindaco, ma penso che lui le elezioni le voglia vincere nuovamente. Tu Vito, allo stato attuale delle cose, che faresti? Te lo chiedo perchè io non saprei che pesci pigliare, non per provocazione.

    • elenchipuntati says:

      Hai detto bene: il tema andava affrontato anni fa. Ora c’è il problema personalissimo, non politico, di conquistare la rielezione. E tanti saluti ai programmi elettorali del 2011, sia sul tema dell’integrazione che su tutti i temi sociali. Vi prego, non parliamo di amministrazione di sinistra. Al massimo si tratta di un’amministrazione di burocrati

  6. elenchipuntati says:

    Massimeddu è di sinistra e io sono Paul Newman

  7. Credo che Biolchini abbia ragione, la politica serve almeno (ripeto: almeno) ad affrontare questi problemi…

  8. Uhm, sarò maligno, ma ho la sensazione che tu abbia scritto il pezzo principalmente per criticare il cindico, non per raccogliere l’appello di Ndiaye.
    Oppure devo capovolgere ciò che il mio sospetto mi fa pensare sia la tua reale urgenza gerarchica di cronaca?

    • Quello che tu scrivi è ciò che pensano di me i compagni cagliaritani di Sel e i loro anonimi blogghini, per cui non mi cogli impreparato.
      Tutto ciò che ho scritto in questo blog in questi anni (e ciò che dico alla radio ogni mattina) parla per me e dice chi sono.
      Che la questione che riguarda i senegalesi a Cagliari sia nelle prime pagine dei giornali non l’ho deciso io.

      • Eh, ma io non sono un compagno, e tu non ti sei risposto alla mia domanda

      • Io ho risposto. La cronaca pone ora questo argomento e io lo tratto, secondo la mia sensibilità e la mia coscienza. Se poi qualcuno pensa di cavarsela pensando che stia strumentalizzando la situazione per attaccare il sindaco è libero di farlo. Tanto il mio voto l’anno prossimo varrà come sempre uno: se Zedda vincerà di nuovo o perderà non dipenderà certo da me.

      • Su questo non ci piove….. non dipenderà da lei.Zedda vincerà di nuovo per chè i cagliaritani sanno ragionare con la loro testa.

      • Ghostwriter says:

        L’importante è crederci…

      • vincerà di nuovo???questa si che è pura fantasia…

      • seguo Vito, nel suo buongiorno cagliari, da anni e la sua opinione era tale e uguale anche quando il sindaco di cagliari era il il mitico E. Floris , oltretutto M..Zedda aveva promesso la moschea. e invece…

  9. TRISTEZZA, PROFONDA TRISTEZZA!
    Caro Vito, come al solito sono di corsa e ho poco tempo per scrivere e commentare adeguatamente.
    Trovo nelle notizie di ogni giorno la conferma della profonda ingiustizia che colpisce chi è già duramente vittima di condizioni di vita all’insegna della disparità. E quando pur essendo addirittura governati e sicuramente annichiliti dalla grande criminalità, quando un immigrato compie qualcosa di criticabile si accendono i riflettori e tutta la comunità di cui fa parte diviene il bersaglio che distrae dalla realtà e ne paga le conseguenze. Non sto parlando di grosse cose, basta un semplice “vaffanculo” magari dettato dalla esasperazione e quindi ben meritato che se ne fa un caso nazionale. E come si affronta la questione? Gridando all’ordine pubblico. Anche tu, Riccardo, fai attenzione a non confondere l’ordine delle cose. Lo vedo anch’io che ci sono problemi ma, come vogliamo affrontarli. Col dialogo e la relazione civile o facendo spazio ai ragionamenti di panza e quindi al qualunquismo o peggio al razzismo? E’ penoso che il “nostro” Sindaco (nostro anche senza virgolette, dato che lo abbiamo voluto) faccia appello, come la peggiore destra, all’ordine pubblico quando basterebbe un poco di accoglienza. Dicemmo fin dall’inizio che la Consulta era una mistificazione inutile. Dicemmo che l’integrazione vera deve essere reciproca e che comincerà quando avremo la capacità di aprire Tavoli di concertazione veri attorno ai quali sederci tutti, alla pari, a ragionare, progettare, a lavorare per la pace. Io personalmente e la mia Associazione non abbiamo un buon rapporto con le istituzioni perché abbiamo il vizio di criticare. Ma che ci possiamo fare se riteniamo la critica una risorsa fondamentale della democrazia? Così sto dicendo anche del perchè ci sentiamo traditi da Zedda che ben altre cose ci aveva promesso nella sua campagna elettorale. Ma oggi, si sa, sembra che l’autoreferenzialità e il populismo siano la moda vincente della politica, anche laddove non te lo aspetteresti mai.

  10. Riccardo76 says:

    Vito, una cosa è l’integrazione (assolutamente necessaria e auspicabile) e il rispetto ( che nessuno vuol negare) per chi è ospite nella nostra nazione, venuto qui in cerca di miglior fortuna, come tanti italiani fecero in america nel secolo scorso. Ma qui si parla di altro. Ma ci passi mai in via Roma o nel Largo? Sembra un mercato, altro che salotto buono, città turistica . Perchè la municipale non dovrebbe far rispettare le regole? Cosa c’entra essere di destra o di sinistra se si fanno semplicemente rispettare i regolamenti e la legge? Perchè io cittadino non devo vedere rispettato il mio diritto a passeggiare senza intralci per la pubblica via? O il negoziante a non vedere la concorrenza sleale davanti alla propria vetrina? Perchè tolleri tu,Vito,questo doppiopesismo? Possibile che vedi il razzismo dove il razzismo non solo non c’è, ma proprio non c’entra nulla? “Grideresti giustamente allo scandalo” se Tziu Juanne si mettesse a vendere carciofi abusivamente sotto i portici di via Roma e venisse allontanato dalla municipale? Dove sta ora la vera ipocrisia? Cordialmente.

    • Beh sì, in effetti le boutiques del Largo sono state rovinate dalla concorrenza dei senegalesi…
      Detto questo, sul commercio ambulante e sulle assurde regole che ci sono a Cagliari interverrà presto su questo blog un amico mio, esperto della questione.
      E comunque il problema va risolto dalla politica, non dalla polizia.

      • e poi… quali retate faceva l’amministrazione comunale precedente? Non faceva proprio nulla… anche se il sindaco Floris in campagna elettorale aveva promesso di tutto. Ricordo un brutto ceffo magrebino che stazionava nel parcheggio adiacente inizio portici(sotto via Regina Margherita) a tutte le ore ed i vigili facevano finta di nulla….. Se fossero intervenuti tutti gli sarebbero stati grati. Questo è un esempio ma ce ne sono sarebbero tanti…..

      • Supresidenti says:

        Vede sandra, lei vince ed io perdo, Sulla testa di questi ragazzini.

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