Cagliari / Cultura / Politica

Cagliari capitale europea dell’ipocrisia

continua

Se Cagliari fosse stata proclamata capitale europea della cultura, il sindaco Zedda e i suoi sostenitori avrebbero certamente affermato che era stata premiata la politica culturale portata avanti dall’amministrazione di centrosinistra in questi ultimi anni. Cagliari però non ha vinto; tuttavia Zedda e i suoi sostenitori affermano ugualmente che la politica culturale dell’amministrazione sta dando i suoi frutti e che tutto va bene.

Io comprendo che tra le innate tendenze del potere politico ci sia quella di provare ad avere sempre ragione, benché l’essenza del sistema democratico consista proprio nell’esistenza e nell’azione di un sistema di contrappesi, nelle istituzioni e nella società, con l’obiettivo di limitare la naturale tendenza del potere di ritenere di essere sempre nel giusto e di imporre questa sua convinzione a tutti.

Perché la politica tende sempre ad autoassolversi, a trovare sempre una giustificazione per le proprie mancanze o i propri umanissimi limiti.

Sotto questo aspetto, il primo naturale contrappeso al potere della politica è il giornalismo. Nel caso della candidatura di Cagliari, l’amministrazione Zedda ha stretto una media partnership (alla luce del sole) con il gruppo Unione Sarda. E il quotidiano è stato l’unico in Italia (l’unico) ad avere scritto con grande enfasi che il progetto presentato dalla nostra città aveva sfiorato la vittoria finale (addirittura raccogliendo sei voti contro i sette della vincitrice Matera!), e questo dopo avere esaltato i clamorosi risultati dei sondaggi on line (evidentemente poco credibili) comparsi su alcune testate specialistiche e che vedevano Cagliari straordinariamente avanti rispetto alle concorrenti.

Del dibattito che si è scatenato dopo l’esito della contesa, mi ha stupito (ma non troppo) la solita chiusura a riccio dell’amministrazione e dei suoi sostenitori, incapaci come sempre di reggere ogni critica, da quella più articolata e sensata a quella più superficiale. Non vincere ci stava, ma mentire spudoratamente sulle proporzioni e sui motivi della sconfitta no, questo è inaccettabile.

La vera sconfitta di Cagliari sta così tutta nell’assenza di un dibattito serio, adulto, spietato ma giusto, anche duro all’occorrenza, sulle politiche culturali in città e più un generale sull’azione dell’amministrazione Zedda. Un dibattito intellettualmente onesto capace di prendere il posto della retorica politica da quattro soldi che siamo costretti a sorbirci, fatto di trovatine, di frasi idiote e senza senso, di vili attacchi personali, di stupidaggini a chilometro zero che deprimono ogni confronto che vuole essere costruttivo.

Eppure la politica sa bene come stanno le cose; e infatti a microfoni spenti (come si suol dire), dopo una serie di usuali raccomandazioni che vanno dal più classico “resti fra noi” al più timoroso “mi raccomando non scrivere nulla”, assessori, consiglieri comunali, parlamentari, politici regionali e cittadini accettano di buon grado di confrontarsi senza remore con chi vi scrive (e non solo) sullo stato della politica cittadina, criticando spesso e volentieri il sindaco e la sua maggioranza (di cui evidentemente anche loro fanno parte) senza rinunciare però a contestualizzare i problemi e senza scadere nella più becera propaganda.

Un confronto interessante e senza infingimenti, ad armi pari e senza sotterfugi, conscio dei limiti ma anche dei successi di questa amministrazione comunale. Un confronto che però non diventa mai pubblico. Perché Cagliari è sì capitale europea, ma dell’ipocrisia.

Arriverà per il sindaco Zedda, per la sua giunta e per la maggioranza che lo sostiene, il momento della verità? Avranno mai il coraggio di uscire da questa continua condizione capricciosa e adolescenziale ed ascoltare senza paura il pensiero dei cagliaritani e dell’opinione pubblica? Riusciranno un giorno ad ammettere anche i limiti della loro azione amministrativa senza accampare scuse, senza pretendere di prendere per il naso i cittadini, fuorviati da organi di informazione sempre più spesso imbelli o, cosa ancor più grave, compiacenti? La smetteranno di drogare ogni dibattito con argomentazioni puerili e sterili, buone solo per finire sui giornali e tacitare strumentalmente gli oppositori politici, ma certamente inutili ai fini di una analisi seria, adulta che è l’unica strada attraverso cui passa giocoforza la crescita della comunità cittadina?

Temo che ormai a Cagliari questo momento della verità non arriverà più.

Post scriptum
“In Italia non esiste più una sinistra perché nessuno dice le cose come stanno” ha detto oggi in una intervista Andrea Melis, consigliere comunale di Sel. A Selargius, però.

 

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78 Comments

  1. Adbuster says:

    Riassunto del post e dei commenti: La giunta Zedda ci ha fatto una figuraccia.

  2. Riccardo76 says:

    Credo che l’ambizione di candidare Cagliari sia stata superiore alle reali possibilità per la città di vincere. Certo, la capitale (questo sì) della Sardegna ha tanto da offrire, e non starò qui a fare l’elenco. Credo invece che ciò che avrebbe potuto consentire di vincere sia stato con grave colpa ignorato, ovvero non si è prestata attenzione al motto “anche l’occhio vuole la sua parte”: presentare la città candidata a Capitale Europea della cultura con una Piazza Matteotti simbolo di degrado, con un Bastione deturpato e vandalizzato, una piazza Yenne spesso sommersa dai cassonetti stracolmi, una via Roma con auto nel filare di palme e uno sventramento dovuto al cantiere per la metro e con i portici pieni di venditori ambulanti, un forte di S.Ignazio abbandonato a sè stesso, un quartiere Castello con inguardabili vuoti urbani davanti ai monumenti migliori o cavi volanti che senza rispetto si agganciano a Torri e palazzi storici, una pulizia dei quartieri storici che spesso lascia a desiderare, orrendi scarabocchi lasciati impunemente sui muri dei quartieri storici (avete visto la Porta dello Sperone a Stampace?), pali,cartelli stradali, auto, cassonetti e altre brutture addossate ai monumenti o ai palazzi storici. Ecco, occorreva presentare la candidatura di Cagliari dopo aver risolto questi gravi problemi, non prima. E i molti cantieri che stanno trasformando parti importanti della città sarebbero dovuti partire molto prima in modo da essere conclusi in occasione della visita della commissione. Anche l’occhio vuole la su parte.

    • Lantanio says:

      HAI RAGIONE IN TOTO…Oggi, leggo che il Comune ha fatto la proposta sconcia a musicisti del conservatorio di lavorare gratis.
      Si palesa che davanti a simili boiate tecniche non solo non c’e’ cultura ma un filo rosso con la demenza e con Filini e Fantozzi..
      Leggo , sovente, un quotidiano online che divulga notizie su Zedda e Giunta che provocano istinti qualunquisti e da maalox…
      Far lavorare musicisti che hanno il doppio degli anni di studio del sindaco e di certi consiglieri e portaborse è grottesco
      Umanamente, spero sia falso, diversamente è la demenza ….e le città sarde e non , dovrebbero essere gestite da società di servizi e revisori dei conti….Diversamente …non è nemmeno logico perdere del tempo strologando su boiate atroci

  3. anonimo says:

    Gentile Paulsc, i motivi di dibattito ci sarebbero. Inutile distrarre “la gente” con oltre settanta pagine di affermazioni generiche. Inutile tentare di distrarle illudendole di essere le prime. Oggi – un buffo ripiegamento – ci accingiamo ad essere la “Capitale del Maestrale”. Be’, ci vuole una bella faccia di suola.
    Cosa si deve pensare a proposito di chi deve essere per forza capitale di qualcosa?
    Poveretti, ecco cosa viene.

    • paulsc says:

      L’importante è che si discuta del progetto, e del perché anche città come Lecce e Perugia abbiano, pare, ottenuto zero voti. Altrimenti si tratta di tesi precostituite, e non serve nemmeno parlarne. Si è arrivati tra le sei finaliste, magari questo porterà comunque dei progetti. I ragazzi che hanno fatto i volontari avranno avuto un’esperienza nuova, è stato un periodo in cui c’è stata una visibilità mediatica superiore alla media, e per una città che punta anche sul turismo, non è male, e si sarà capito anche quali siano stati gli errori. Che poi non si esternino è anche normale, visto che l’opposizione ha accolto questa mancata vittoria con sorrisi che non si vedevano dalle visite di Berlusconi in città. Ma qui entriamo nelle strategie politiche delle varie parti.

      • anonimo says:

        Ecco, allora, se il blog lo ospita, vediamo insieme il programma del Comune di Cagliari e se ne parla. Magari messo in parallelo con quello di Matera. Il primo frutto di otto mesi di lavoro, il secondo di sette anni e più.
        Quanto alla visibilità mediatica credo sia una panzana. Non si va in una città perché ha visibilità mediatica. Si va perché è bella, perché è interessante e per mille altri perché. Non per la visibilità mediatica che stordisce e ti fa credere di essere qciò che non sei. Come quello che finisce un giorno in televisione, si sente divo, ne parla tutta la vita e non si accorge che la gente intorno scappa quando lui attacca:”Quella volta che mi invitarono in televisione io dissi ecc. ecc.”.

  4. In una scala da 0 a 7 Cagliari è stata meritevole di uno 0, facendo i buoni 0,5.

    Cagliari avrebbe potuto vincere a mani basse: si parlava di Cultura in un’isola in cui nel tempo si sono avvicendate numerosissime culture, culture che arrivavano da svariati contesti e che dovevano essere ALMENO citate per stravincere.
    E invece no.
    Si è puntato a sminuire la cultura come fosse il gioghino di un’elitè illuminata, ridotta a un logo il cui significato intrinseco, quello di “ricucire”, non si è praticamente mai visto nei progetti, se non nel logo appunto.
    La Cultura, per chi non conosce il significato del termine, è un qualcosa che appartiene a tutti gli attori di un determinato tempo e luogo e tutti, volenti o nolenti siamo attori e fautori di cultura. Tutti nessuno escluso.
    La prossima volta che si vuole parlare di cultura gli amministratori si ricordino che la Cultura non è una roba per fighetti snob di sinistra o per architetti ingiogazzati.

    • anonimo says:

      Guardi che, senza che da queste parti ce ne siamo accorti, anche da altre parti sono passate delle civiltà e ne hanno conservato i segni. Hanno conservato molto meglio di noi. Sopratutto Matera.

  5. anonimo says:

    Caro Biolchini, ora è troppo impegnato nelle querele che costringono a mantenere i piedi in terra.Il suo blog non è più un sentiero luminoso. I defunti Zunkbuster o il fuggiasco Ainis e molti altri dispensatori di pensieri profondi sono scomparsi insieme ai loro pensieri.
    Il blog si spegne e si può chiedere in questa sede opaca quello che si vuole ma non si ottiene risposta.
    Sulla città della cultura sono ancora più silenziosi. Hanno fatto un salto senza averne i mezzi e sono caduti male.
    Matera, a noi che non saltiamo, ci ha salvato.Quindi chiudiamo qua.

    • paulsc says:

      Forse, qualcuno non scrive più perché non c’è un dibattito. Si è forse discusso dei progetti delle sei candidate? Se avesse vinto Cagliari, posso ipotizzare uno scenario del genere. Un gruppo di persone avrebbe esultato, un altro si sarebbe accodato, magari non sapendo nemmeno in cosa consistesse la competizione. L’opposizione avrebbe precisato che la vittoria era stata merito dei vent’anni del governo del centrodestra. Il famoso periodo aureo di Cagliari, nemmeno quello dei quattro califfi ben guidati dell’islamismo, regge il confronto. Poi ci sarebbe stato il gruppo scettico/complottista, che avrebbe liquidato la vittoria con presunte spinte e spintarelle politiche. Alla fin fine manca uno spirito cittadino, inutile cercare colpevoli altrove. Si è uniti (o quasi) solo per la statua di Gigi Riva. ps non trova qualcosa di anomalo che in una discussione sulla finale di una competizione culturale,che dovrebbe essere qualcosa di positivo, allegro, che almeno rompe la monotonia quotidiana, si arrivi a insulti, querele, veleni etc etc? Nemmeno si parlasse di disastri o criminalità organizzata.

      • Risponde a verità il fatto che al ristorante LO SCOGLIO ci sia stata una cena pantagruelica per l’evento con i commissari ? Vero o falso ? Nell’attesa per il sig.Zedda (sottolineo il sig.), meditazioni per i bagnini non pagati dalla cooperativa sotto l’occhio del ciclone, vedere articolo di quotiidano locale on line, oltre ad una sana e corroboranre meditazione critico-giurisprudenziale col principre del foro che lo assiste per l’udienza del 25 Novembre, relativa al Lirico

      • paulsc says:

        Stiamo parlando di cultura?

      • anonimo says:

        Vabbe’ Paulsc, le stupidaggini fuori luogo tipo quelle di Luca sono passate dal filtro del tenutario del blog che dovrebbe eliminarle perché, a essere gentili, sono inconferenti. Non rispondiamo a poveracci e discutiamo sull’inconsistenza della candidatura di capitale della cultura della nostra città alla quale dimostriamo affetto proprio con l’esercizio delle nostre facoltà critiche. Le cene allo scoglio (oltretutto scritto in maiuscolo) sono poco, pochissimo interessanti. Un saluto.

      • ANONIMO…In questo blog si possono esprimere idee liberamente, ben consci che Stalin e il suo ministraccio Beria non sono più nel novero dei viventi..Ma nessuno ti autorizza a dare ad un altro del poveracccio… Giri in maserati Ghibli? Ti sei laureato ad Harvard ?
        In questo dimostri lo stesso livello di ottusità verbale che sentiamo nei talk show putridi che la rai e la 7 ci infliggono… Io non contesto le affermazioni di Luca, dico solo che una città cosi’ sporca, puzzolente e con i marciapiedi sconnessi non meritava altra fine che la sacrrosanta , catartica e purificatrice eliminazione che si spera tocchi immantinente alla Giunta…Non nel senso fisico…. of course ….Calma e gesso, tanto alle prossime amministrative qualcuno infliggerà a questo esecutivo locale una giusta scoppola purificatrice…
        Frangar non flectar

  6. Proviamo ad immaginare cosa sarebbe accaduto se – per assurdo – Cagliari avesse vinto il titolo di capitale europea della cultura 2019.
    Qualcuno può formulare qualche ipotesi?

  7. anonimo says:

    Nella relazione presentata ai commissari europei che, poveretti, se la sono dovuta leggere, ci sono due punti sui quali vale la pena di soffermarsi: la spesa per la cultura a Cagliari riportata anno per anno e i 350 milioni i euro a disposizione per i lavori pubblici.
    In un vortice di vision, brench marketing, open source ubriacanti e roba del genere, si arriva, ad un certo punto, al sodo.
    Però è certo che chi vorrebbe campare di cultura ha assicurata a Cagliari una vita di stenti se non è piegato a novanta gradi, se non sta zitto e se non è capace di ingoiare, ingoiare, ingoiare qualsiasi cosa.
    P.S.: credo che il mestiere ideale, quello che uno vorrebbe per i propri figli, sia il mestiere del Commissario europeo che gira le città d’Europa, viene trattato come un principe, resta qualche giorno e poi, via, a vedere un’altra città. L’unico serio inconveniente consiste nel doversi leggere le relazioni. Ma dopo un po’ si riesce a farlo in fretta. Una lettura veloce e il peso diminuisce.

  8. anonimo says:

    Be’, su bixinu, rita podda e vari altri (tra questi una lode al sintetico “interveniente” che ricorda il centinaio di malinconici reduci davanti all’inutile maxi schermo mentre sarebbe bastato un telefonino per irprenderli) hanno sottolineato il fatto sostanziale che ballarsela e cantarsela da soli non porta lontano. A Matera erano nelle strade perché il progetto era bello e credibile.
    Nella fattispecie il progetto cagliaritano ha portato al voto 0 (zero) e a un danno che questi si sono fatti da sé.
    Difendevano, dicendosi da soli che sono belli e bravi, il loro posticino, qualche microscopica segreteria, qualche borsa da trasportare, qualche bacino da inseguire, qualche vantaggio, qualche interesse.
    Il linguaggio e la sostanza del Pdf che i Commissari hanno letto era destinato a perdere perché
    E questo con la cultura, con la conoscenza, con il saper fare davvero qualche cosa non ha nulla a che vedere.
    E il voto finale, quello zero, non lo possono eliminare. Possono dimenticarlo, ma eliminarlo no.

  9. figo! ma non è che poi è una bufala tipo biolchini all’unione

    • anonimo says:

      No, no, nessuna bufala, Cagliari ha giustamente ottenuto uno zero spaccato oppure, secondo il sindaco di Lecce, ha raggiunto un Uno.Invece il direttore artistico ha raccontato di essere “come la Roma di Garcia, seconda con 82 punti”. Bestiale.Che forza. Poi il paragone calcistico e le start up funzionano. Ma sino a un certo punto.

  10. Valentina says:

    Ma???…Non è che, la commissione internazionale che è venuta a Cagliari, ha attraversato per sbaglio via Roma e si è ritrovata in piazza Matteotti… all’ Info Point…???

    • Lantanio says:

      Piazza Giacomo Matteotti…. Un inferno orribile da attravesare con passo alla Cova..
      TOTALE VESPASIANO

    • enrico says:

      No sono andati a sentire i profumi di via Principe Amedeo

    • Luca Carta Escana says:

      Viale Regina Margherita, un amministratore rivolto all’interprete: ”Di’ loro che qui alloggiò David Herbert Lawrence, lo scrittore!!” – tizio davanti alla placca si rivolge all’amministratore: ”Ma càstia ca innòi no si ligit nudda, eh…”.

  11. su bixinu says:

    Le differenti immagini dell’attesa del verdetto la dicono tutta sul diverso livello di coinvolgimento che Matera e Cagliari sono riuscite, o forse hanno voluto ottenere sul concorso. Cagliari innanzittutto avrebbe dovuto farne una questione nazionale, e per nazionale intendo estesa a tutta la Sardegna. E dal momento che il gap iniziale era enorme (mi fanno ridere quelli che parlano di Cagliari discriminata rispetto alle concorrenti meno “dotate”) lo sforzo avrebbe dovuto essere ancora più significativo.
    Invece ha prevalso la logica della sacrestia, tanto cara a certa sinistra: l’esclusione in vista della divisione dei meriti in caso di vittoria, la chiusura a tutte le idee che non siano frutto delle loro menti illuminate, l’allontanamento di qualsiasi voce critica nei confronti del verbo dei liderissimi.
    Il tutto con grave danno al tessuto politico che ha sostenuto in modo determinante Zedda e la sua corsa verso la poltrona di sindaco.
    Sarà così anche alle prossime elezioni?

  12. Rita Podda says:

    C’è qualcosa che non torna; Il Progetto per il riconoscimento di Cagliari come Capitale Europea della Cultura dichiarava l’intento programmatico di ri-tessere fili/relazioni nelle e tra le comunità/quartiere cagliaritane mettendovi al centro quella di Sant’Elia. Qualche giorno fa la giornalista Franca Rita Porcu nel suo pezzo su L’unione Sarda “Festa d’arte e comunità. A Sant’Elia batte forte il cuore della cultura”, incentrato sulla bella iniziativa “Approdi”, progetto di un pool di Associazioni per le scuole “volto a contrastare l’alto fenomeno della dispersione scolastica nel quartiere Sant’Elia, attraverso l’arte e la cultura”, ammetteva l’esistenza di elementi di qualche contraddizione nello scenario in cui l’iniziativa si collocava, con il fra parentesi, “dove varie scuole hanno chiuso”. Apprendo che la struttura della Scuola Media “Don Milani”, comprensiva di quella che per anni è stata indicata come Biblioteca di Quartiere “chiusa al pubblico per lavori di ristrutturazione”, non verrà restituita alla sua funzione ma assegnata dal Comune all’INPS perché ne faccia una sua sede decentrata. I nostri amministratori, i sinceri democratici presenti in Consiglio Comunale dovrebbero chiarire apertamente se ritengono si possa fare a meno di scuole e biblioteche come presidi culturali del e nel territorio a fronte dell’assegnazione di inediti, seppur egregi, ruoli da parte di Centri d’Arte Comunali come il Lazzaretto. Cosa non può non esserci in una politica comunale?

  13. franco says:

    onesto come sempre…

    • a tutti quelle che gioscono per la sconfitta della nostra citta’non riescono e non hanno voglia di capire che e’ una sconfitta anche per chi non si occupa di cultura e sicuramente molti di noi si sarebbero avvicinati remare contro a cosa serve???

      • Ghostwriter says:

        Ma la smettiamo con questa storia? Ogni discussione che parte, sempre questa cavolata del gioire o del remare contro la città. La città non c’entra nulla. L’amministrazione, che è ben altra cosa, ha enfatizzato eccessivamente tutta la vicenda, pur sapendo di partire sfavorita rispetto ad altre contendenti. Ora tutta quell’enfasi le si rivolta contro. Non si confonda mai più o meno volutamente le due entità e non si attui il solito scaricabarile!

      • cagliari straripa di invidia di ripicche reproche ci mancano solo i muretti a secco cè del provincialismo da quattro soldi, poteva essere una grande occasione se poi vogliamo parlare della giunta comunale e una guerra persa , e una delle peggiori di questi ultimi 20 anni zedda, e riuscito nel fare niente addirittura emilio floris.

      • anonimo says:

        Poco importava di questa “finale” alla città. C’era un gruppetto davanti al maxi schermo. La città era del tutto disinteressata. Se ne faccia una ragione, cara Roby. Si chiama autoreferenzialità ossia ballarsela e cantarsela da soli. Come da abitudine isolana, illusi di essere unici e irripetibili. Fossimo stati un po’ più modesti e coscienti della nostra piccola realtà sarebbe andata meglio. Si rassegni, Roby, a non vivere in un’Atene che il mondo ci invidia perché abbiamo qualche giorno in più di caldo.
        Una città deve vivere dodici mesi.

  14. Carlo Murtas says:

    Premetto che della propaganda e dello sfoggio delle capacità di comunicazione di queste ultime generazioni di politici ne abbiamo tutti le palle piene.
    Anche se tutti noi cagliaritani abbiamo fatto il tifo per la vittoria, Cagliari non avrebbe rmeritato di essere proclamata capitale europea della cultura a fronte delle modeste realizzazioni in questo campo rispetto al programma elettorale. Mentre la giunta Zedda, come è stato da tutti rilevato, ha dato prova di grande dinamismo e capacità di realizzazione nel campo dei lavori pubblici, non altrettanto si può dire per la politica culturale; nonostante la maldestra propaganda a difesa, gli indicatori di risultato danno segnali negativi : Anfiteatro, casino del’lEnte Lirico, Necropoli, spazi culturali/associazionismo, festival del Jazz.
    Il bilancio c’è poco da dire, è negativo, e fa male l’Unione Sarda, che giustamente non mostra pregiudizi politici quando apprezza il dinamismo nella politica delle opere pubbliche della giunta Zedda, a non rimarcarlo con energia.
    Solidarizzo con Biolchini che tiene vivo il dibattito su quanto riguarda la gestione della cosa pubblica in città e riceve in cambio insulti ed offese gratuite. C’è gente in malafede che si muove utilizzando l’anonimato, talmente impregnata di merda che non meriterebbe neanche una querela.

  15. l’iniziativa e la candidatura a capitale della cultura 2019 è stata ottima! aprire la cittá alla cultura e coinvolgere tutta la cittadinanza IDEM!!

    ma, trovo disgustosa la montagna di spazzatura presente domenica nel quartiere marina. sarà colpa della gente (cestini e cassonetti stracolmi)

    forse sarebbe meglio partire dalle basi ehhe….

  16. pietrolio says:

    Ad attendere l’esito della gara c’erano 100 persone a cagliari (in una stanza) e 10000 (in piazza) a matera. Altro da aggiungere?

  17. Bruncu says:

    Od Vito, sarebbe tutto bellissimo se non arrivasse da una persona (tu) che quando ha dovuto mostrare le proprie capacità come amministratore ha fatto fallire Radio Press.
    A proposito di cultura, spettacolo e capacità personali.
    #colpadizedda

    • Io non ho fatto fallire radio press perché la radio è fallita un anno e mezzo dopo il mio abbandono, come si evince facilmente dai post pubblicati su questo blog. In più, sono gli amministratori che fanno fallire le emittenti, non i giornalisti (che ancora stanno aspettando gli arretrati…). Per cui oggi presenterò querela presso la polizia postale contro di te.

      • Bruncu says:

        Ma certo, se un giornale non si legge (e non raccoglie pubblicità) è colpa degli editori, mica dei direttori che non sanno fare il proprio mestiere! E sei pure scappato quando la radio era in difficoltà. Tocca, ci vediamo in tribunale, così vediamo chi ha fatto fallire cosa.
        #staisereno

      • Beh, in effetti Radio Press non la ascoltava nessuno… Ci vediamo in piazza Repubblica. Peccato che ti nasconda dietro a un nick, ma la polizia postale quelli come te li trova lo stesso.

      • Enrico says:

        ok, non voglio difendere nessuno, ma annunciare querela verso una persona che scrive un commento sul proprio blog, avendo la possibilità di moderare il commento stesso mi sembra un po’ assurdo.

        Soprattutto considerando che i commenti sono pre-moderati.

        poi ognuno fa ciò che crede, come meglio crede.

      • su bixinu says:

        Comunque stento a capire chi interviene in una discussione con argomentazioni prive di attinenza all’argomento e offensive nei confronti degli interlocutori.

      • Bruncu says:

        Bene, allora siamo contenti in due. Aspetto la querela. Io prima di venire in piazza Repubblica bevo un caffè sotto casa da Marabotto. Se lo vuoi anche tu te lo paghi.
        Enrico, guarda che ha ragione Biolchini, la Polizia Postale mi trova con molta facilità. Non sono per niente anonimo. Vediamo come va a finire la faccenda della querela.

      • Tu sai bene che è difficile rintracciarti, altrimenti non saresti un anonimo e non cambieresti ip ad ogni commento. Stammi bene.

    • muttly says:

      #colpaDeiBasucchiCheParagonanoMeleConPere #teatriEBulloni #showYourTalentsMrBruncu

    • TuaMadreLaConosciamoBene says:

      Viviamo in un periodo storico nel quale chiunque può lanciare insulti di nascosto. Anche persone che confondono il ruolo di direttore di una testata con quello di un amministratore o di un editore. Non è colpa del signor Bruncu, che si qualifica da solo, è colpa di anni e anni dove abbiamo tolto strumenti alla scuola e dove abbiamo regalato ruoli di responsabilità al primo servo che passa.
      In aggiunta, si manifesta oggi l’enorme problema dei servi sciocchi che – senza che il loro padrone gli dica nulla – si scagliano a insultare chiunque si metta a ragionare a voce alta con la propria testa.
      I “Bruncu”, infatti, sono così entusiasti di essere servi del loro padrone, che – più realisti del re – si scagliano come berseker ad azzannare i polpacci di qualsiasi mente libera osi criticare il loro padrone, anche se palesemente imbelle e nudo agli occhi di tutti.
      Il mio consiglio, per quello che vale, è che Vito non deve denunciarlo. Sarebbe come fermarsi per strada a bisticciare con i cagnolini che abbaiano al nostro passaggio dalle inferriate del giardinetto nel quale il loro padrone li segrega.
      Non cascarci. È gente che segue il destino del loro padrone fino alla fine. Quindi basta aspettare poco.

  18. Pastorius says:

    Ciao vito, alla luce di quello che hai detto, che differenza c’è tra le ultime giunte di centrodestra e quella guidata da zedda? Grazie

  19. Gentilissimo, non sono di cagliari e non voto per il vostro sindaco, ma vivo da tempo in cittá e vorrei comunque esprimerle un fastidio mattutino per il suo articolo. Le sará chiaro che una cittá non si cambia in pochi anni. Questo è stato il primo tentativo di aprire la cittá alla cultura e coinvolgere tutta la cittadinanza approfittando questa “competizione” per il 2019.non aver vinto non vuol dire che non sia servito e che il sindaco vi menta. Viol solo dire che matera é più adatta, ma ciò non toglie che cagliari abbia margini per continuare.La sua introduzione é un’ovvietá…che significa??? Se anche il mondo intellettuale,al quale suppongo lei appartenga, mostra questo entusiasmo per l’unica iniziativa culturale di ampia diffusione è abbastanza chiaro che Cagliari non è una capitale della cultura e non lo sará mai.

    • muttly says:

      Per essere una iniziativa culturale devono esserci delle persone che si occupano di cultura, non dei geometri per dei lavori di ritrutturazione. Nel caso le mancassero le informazioni necessarie, cerchi quanti fondi sono stati destinati alla cultura in sardegna e a cagliari e se sono stati pagati i fondi degli anni precedenti.

  20. casumarzu says:

    LA SINDROME DE SU PRIOGU RESUSCITAU: cosa c’entra con la cultura? Nulla!
    Però c’entra con l’ipocrisia dilagante!
    gli amministratori non fanno autocritica e mistificano su ogni cosa pur di non ammettere i propri errori..? verissimo! Purtroppo è una pratica che si stà diffondendo a tutti i livelli e ha un unico scopo: difendere a tutti i costi la posizione guadagnata attraverso pratiche linguistiche (diverse da quelle fonatorie) accompagnate dalla ostentazione di grandi competenze (spesso altrui) in un orgia di atteggiamenti fasulli al limite della mitomania.
    Ti assicuro che il sistema che garantisce la strenua difesa delle posizioni è molto ben organizzato e anche gli isolati tentativi di scardinarlo dall’interno rimbalzano sulla gomma di cui è fatto.
    diceva Bennato “Si dice TIRA A CAMPARE

  21. GhostWriter says:

    “Le città europee della cultura sono state designate su BASE INTERGOVERNATIVA fino al 2004; gli STATI MEMBRI SELEZIONAVANO UNANIMEMENTE le città più adatte ad ospitare l’evento e la Commissione europea garantiva un sussidio per le città selezionate ogni anno. Dal 2005, le istituzioni europee hanno preso parte alla procedura di selezione delle città che ospiteranno l’evento.”

    Questa citazione solo per dissipare un’altra delle cavolate sparate in questi giorni. Prima del 2005 le città non si autocandidavano, ma venivano selezionate dal Governo Centrale e proposte in sede comunitaria. L’ultimo anno in cui all’Italia spettò una rappresenante è stato il 2004 (venne scelta Genova) che fu indicata appunto dal Governo. Anche volendo le precedenti giunte comunali non avrebbero potuto candidare la città. Tra l’altro trattandosi di decisioni prese a Roma non è difficile pensare che la scelta fosse spesso dettata da “equilibri politici”. Se poi si controllano le conclusioni sulle scelte nelle precedenti edizioni (sito dell’unione europea, anche se io le ho trovate solo in inglese) da quando la procedura è cambiata è stata rara la volta in cui si è trovata l’unanimità fra i commissari.

    • paulsc says:

      Si parla delle precedenti giunte, quando si riflette sul fatto che Matera abbia preparato la sua candidatura ben sette anni fa. Quindi, nel caso di Cagliari, questo compito sarebbe dovuto aspettare alla giunta Floris, mi sembra abbastanza evidente. Poi, noi stiamo discutendo sulla fase finale, che ha visto competere sei candidate, ma ci dimentichiamo, o qualcuno fa finta di farlo, che c’è stata una fase preliminare in cui le città erano più di venti, e Cagliari ha superato sorprendentemente città ben più quotate (sulla carta). Il ragionamento che la mancata vittoria sia un fallimento, reggerebbe se le 6 finaliste fossero state estratte in modo casuale da un’urna e Cagliari non avesse sfruttato questa occasione piovuta dal cielo. Invece, aveva un bel progetto, non sufficiente, però, a consentire una vittoria. D’altra parte c’è chi avanzava perplessità anche nel caso di un’ipotetica vittoria, si veda l’articolo di Biolchini, sempre sul tema, “La cultura non c’entra nulla… etc etc”. Ora, mi chiedo, se lo stesso ragionamento valga per Matera. Ma, per quanto mi riguarda, non è elegante deligittimare chi vince, come non lo è schernire chi non vince.

      • Lantanio says:

        paulsc dimmi chi vi affossa ? I cinque stelle o forza italia ? Dammi una tua previsione . UNA PRECE per sel

      • paulsc says:

        non saprei. Nelle ultime regionali, mi sembra che sel abbia, a cagliari, superato l otto per cento. Rispetto al dato nazionale accreditato, è quasi il doppio, se non erro. Tuttavia, non faccio parte del suddetto partito. Si fa per provare ad analizzare. Del domani non vi è certezza.

      • capitano2019 says:

        A onor del vero, un pezzo significativo di quell’8 per cento è stato conferito da due candidati che non erano espressione di sel: paolo casu e claudia zuncheddu. Ammetto che candidarli nella lista sel è stato un colpo da maestri, soprtattutto perché hanno raccolto molti voti . Più o meno quei voti che servivano per dire che lo straordinario risultato cagliaritano di sel era merito di zedda.

      • GhostWriter says:

        Nel sito del ministero si trova ancora il documento che disciplina le regole procedurali (23 Aprile 2013). La prima fase è una preselezione e si basa sul concetto de “sulla carta”, ovvero le 6 città finaliste sono state scelte (a seguito a una singola audizione della durata di circa 1 ora) in base al potenziale disponibile che esso sia poi espresso o meno si valuta nella seconda parte. Cagliari come potenziale “naturale” ha ottime argomentazioni, ma la valutazione dei commissari probabilmente ha riscontrato mancanze nell’immediato e/o in prospettiva (questo è il dubbio che mi sono posto io). La prima parte quindi è una fase passiva in cui meriti o demeriti di chicchessia contano relativamente se non nulla. La seconda fase diventa attiva e qui emergono eventuali responsabilità: è evidente che le giunte Floris non abbiano mai avuto l’intenzione di candidare Cagliari e che nel tempo si siano rese protagoniste di dubbie iniziative (ho ancora gli incubi a pensare alle Barbies) è meno evidente addossargli ulteriori colpe su un’iniziativa che credo a molti sia sembrata estemporanea, ovvero candidare la città sapendo di non avere una base progettuale per mancanze sia dei predecessori che degli attuali amministratori. Si è fatto tutto in pochi mesi, navigando molto a vista, senza coinvolgere buona parte della cittadinanza (probabilmente anche in relazione al poco tempo disponibile) e, nonostante si conoscessero le migliori condizioni di alcuni avversari (Matera su tutti che fin da subito era stata data come grande favorita), si è caricata tutta la vicenda con forse troppa enfasi, quella stessa enfasi che ora sembra ritorcersi contro chi l’ha scatenata.
        A monte io riscontro due problemi: il fatto che si è avuta spesso la sensazione che si siano fatti annunci altisonananti, ma si sia lavorato poco a testa bassa e che si sia premuto molto sul concetto di “orgoglio cittadino” senza però sostenerlo attivamente. Da questo, a cascata, sono nate le varie querelles atte a offendere o difendere l’operato dell’attuale giunta da non confondere con l’entità città. Cagliari poteva vincere o perdere, anche se credo personalmente la seconda fosse da mettere più nell’ordine delle cose, ma per come è stata montata e per la poca umiltà con cui se ne è usciti credo sia ovvio che esplodesse la polemica.

  22. Circola un delizioso giohino : si tratta di un foglietto sul quale sono stampate 50 parole fra le più frequentate dai politici. Con queste 50 parole è possibile scriere trecento discorsi di media lunghezza apparentemente di senso compiuto in effetti privi di qualsiasi sighificato. Purtroppo questo foglietto deve essere caduto nelle mani della Puggioni che l’ha preso sul serio e con le cui parole ha imbastito tutti i discorsi che ha nel frattempo rovesciato sul pubblico. Una parlantina inasrrestabile che aveva dietro il nulla. Ovviamente questo é accaduto perchè nessun progetto degno di tale nome era stato approntato. In caso contrario la comunicazione dovrebbe essere valutata zero. Nessuna meraviglia che Cagliari abbia preso 0 voti.

  23. mah…il connubio tra l’Unione è Zedda non pare di difficile interpretazione…Zuncheddu ha sempre realizzato importanti investimenti immobiliari a Cagliari ed evidentemente qualche patto in questo senso con l’amministrazione del ragazzo è stato fatto….Io do a te a e tu dai a me…Quanto al resto…Cagliari non è mai stata in corsa e credo che questa storia sia la pietra tombale della ambizioni di ricandidatura di Zedda….Amen e passiamo oltre che è giunta l’ora. e ci dispiace ,per Zuncheddu….

  24. Quanto ha scritto Vito è assolutamente corretto. Dire una cosa del tipo “Valorizziamo ciò che di buono è stato fatto -dall’entusiasmo dei volontari ai buoni progetti di valorizzazione culturale- ma facciamo autocritica per capire cosa c’è da migliorare, per fare i massimo di cui siamo capaci” non mi pare che avrebbe leso così fortemente l’immagine dell’amministrazione. Detto questo c’è da chiedersi perche ci si chiuda a riccio. La sua riflessione su Cagliari vale per tutta la politica contemporanea e mi ispira una riflessione molto più vasta. Mi prenderò la libertà di uscire un po furoi tema…ma neanche troppo. Bisogna riconoscere che durante il ventennio berlusconiano, ogni sfumatura d’opinione, ogni espressione indipendente di questo o quell’ esponente politico della sinistra -e della destra- era considerata come lesa maestà, paragonata al tradimento del leader o della linea politica del partito, considerata al pari di una malattia. Vedo ancora i titoli di giornale roboanti del tipo ‘la sinistra divisa’, ‘la sinistra si spacca’, ‘caio attacca tizio’, e così via. Mi domando -e non è una critica a lei Vito ma una considerazione generale- se non sia colpa di questo atteggiamento antidemocratico e lideristico (*) dei mezzi di informazione nostrani se la politica non discute più. Quando lo fa è ‘spaccata’, non si capisce che vuole e non è affidabile; quando non lo fa è incapace di autocritica, lontana dalla realtà o presuntuosa. Che dunque una certa autocritica non arrivi esplicitamente alla stampa non mi pare tanto assurdo. Non è poi tanto sbagliato, non è la stampa il luogo dell’autocritica per la politica: la stampa ospitava un tampo le analisi delle diverse linee che si sfidavono nei congressi di partito o che emergevano in direzione; senza considerarle come negarive ma con il rispeto che ogni naturale dialettica democratica interna ad una organizzazione ha. Poi tutto è cambiato: sono morti i partiti, è nata la democrazia lideristica(*) e il giornalismo cialtrone. Il problema è che non c’è più alcun luogo per la discussine libera e democratica. Sono morti i partiti e in TV o sui giornali non se ne può perlare perche altrimenti si condanna la propria parte politica(perche divisa) o sestessi (in quanto disfattisti). Mi chiedo se si possa continuare a giustificare un sistema che ha annientato i partiti come luogo e strumento di elabirazione politica(critica/autocritica/definizione di modelli e soluzioni) e che non ha luoghi diversi dai corridoi per esprimere perplessità e critiche. Mi chiedo se non stiamo, un po tutti, devastando lo ‘spirito della democrazia’. Senza luoghi deputati alla discussione, la politica si converte in plebiscito, si impoverisce e diviene incapace di elaborazoni complesse. Non credo che i partiti nella loro impostazione ottocentesca siano la soluzione; non credo che siano il contenitore per esprimere il dissenso per il futuro: il mondo è cambiato, la società è più consapevole ed istruita, la tecnologia offre strumenti inimmaginabili anche solo due decenni fa. Ma uno spazio democratico e aperto va trovato; vanno trovati meccansmi che consentano il libero dissenso, tutelando al contempo gli obblighi di militanza e una seria disciplina di partito. Un sistema che non obblighi/consenta al lider(*) di essere il centro di tutto, il responsabile padrone di ogni scelta, il signorotto feudatario che comanda con le sue guardie fedeli che lo sostengono per garantirsi sopravvivenza e benefici. L’omertà della sinistra cagliaritana non è diversa da quelle di ogni altro luogo, è il frutto del super-sindaco, dello svuotamento della democrazia. Non è Zedda e non sono i suoi, ma il sistema dei media e la sua narrazione della politica, lo svilimento della democrazia, la considerazione negativa attribuita al dissenso e l’accentramento del potere. E’ triste che rimangano oramai solo i corridoi a fare da prezioso luogo di democrazia e onestà intellettuale. Speriamo che non decidano che è meglio farne un grande e vuoto Open Space… * si, mi ostino ad italianizzare la grafia dei termini d’uso comune di provenienza non italiana

  25. efisio says:

    I giurati cercavano i segni di condivisione e partecipazione al progetto da parte della città, del mondo culturale e del mondo produttivo.
    Se Cagliari ha preso 0 voti non devono averli trovati. Strano..

  26. giancarlo says:

    Sacrosanto, caro Vito.
    Pensavo che dopo le ultime giunte di piccolo cabotaggio e navigazione a vista fosse impossibile fare peggio, ma come si dice: “una volta toccato il fondo … si può sempre cominciare a scavare !”.
    La questione Cultura è davvero l’emblema in negativo di questa giunta, la gestione del Lirico grida vendetta, non credo che basteranno i baretti a molti che lo hanno votato, tra cui io, per rivotare Zedda.
    Per il bene della città spero ancora in un altro e diverso candidato di centro sinistra, ma conoscendo le logiche temo che ci avviamo ad un ritorno all’antico.

  27. GhostWriter says:

    Ottima analisi e poco da aggiungere, se non quel senso di esclusione dall’intero progetto dato dall’arroganza di molti e in particolare dell’assessore Puggioni. Arroganza che si è perpetuata anche dopo la proclamazione.
    Questa è stata la sensazione che mi ha portato a una posizione di indifferenza rispetto al progetto(?): non riuscivo a tifare a favore perché non mi sentivo incluso e naturalmente non tifavo contro essendo Cagliari la mia città.

  28. Su pruppu says:

    Anche io ho letto quel pezzo sull’Unione Sarda dove si scrive che Cagliari avrebbe preso 6 voti contro i 7 di Matera…e quindi la vittoria sarebbe sfuggita per un solo voto.
    A me risulta che Cagliari sia arrivata ultima con 0 voti.
    O sbaglio?

    • La sera stessa della proclamazione, secondo Repubblica.it Matera aveva vinto con sette voti, seguita da Siena e Ravenna (entrambe con tre voti). Ieri però il sindaco di Lecce ha tenuto a precisare che secondo le informazioni in suo possesso Matera aveva vinto con sette voti, seguita da Lecce con tre, Siena con due e Ravenna con uno.

      • capitano2019 says:

        Biolchini, non ti perdonerò mai le continue interruzion i del film che molti di noi vorrebbero vedere. “Alle 15.15 il taxi con massimo zedda arriva al ministero. È solo. Niente a che vedere con le delegazioni di trenta persone che affollano l’androne.” … “la certezza che i commissari europei sono arrivati alla conclusione arriva alle 17.10, quando il giurato francese entra nella sala del ministro, dove si trovano anche i sei sindaci delle città finaliste. Dopo pochi minuti scendono i primi cittadini. Tutti meno uno. Massimo zedda resta nell’ufficio di dario franceschini…” e che palle, biolchini, dovevi interrompere il film proprio mentre l’unione sarda ci stava raccontanto, con un groppo alla gola, che zedda non è sceso ma è rimasto col ministro? Non hai cuore!

  29. L’assessore Puggioni ha dichiarato subito dopo la proclamazione di Matera: “Siamo comunque i migliori”

    Questo dimostra il livello della giunta.

    • Lantanio says:

      La Dott.ssa Puggioni, statisticamente secondo l’indice di concentazione di Farris è il peggiore assessore della Giunta Zedda : liti con le associazioni, il problema dei bagnini non pagati sub judice ( Fatto riferito da altro quotidiano on line diverso dall’ Unione) e, last but not least, la paurosa figura da pruppu giudeu per lei e i suoi collaboratori.
      Nonostante la paurosa figuraccia insiste elevando un peana ai suoi meriti..
      Ma quali ? Se l’Unione non avesse improvvidamente dato vita all’insolita danza col Comune Sellino, probabilmente, lo tsuanami di pernacchie sulla giunta paragonabile al boato del vulcano Pinatubo, non sarebbe stato cosi’ fragoroso..
      Ora, cessati i rumori boccali e a bocce ferme, vogliono continuare a tafazzarsi ??
      Un suggerimento alla dottoressa Puggioni e al sig. Zedda , concedetevi una pausa di silenzio…. Per i nostri padiglioni auricolari e per Cagliair, una delle città piu’ sporche della Sardegna …….

      • La Sardegna, ovunque vai è un’immondezaio a cielo aperto.La colpa di tuttto il degrado che si vede in ogni luogo è:di tutti i cittadini senza scrupoli che buttano a destra, e a manca ogni tipo di rifiuto.Le amministrazioni, senza ombra di dubbio ,devono proverdere a ripulire il tutto.è i cittadini chi li educa?

      • Ospitone says:

        Dovrebbe educarli la cultura…..che non è prioritaria per la politica in questo paese.Tutto Torna

      • emanuela says:

        Caro Ivo hai perfettamente ragione, cultura vuol dire anche città, campagne e strade pulite. Cultura vuol dire civiltà. E la cultura della pulizia si deve inculcare anche a suon di multe e ai bambini bisogna insegnare che sporcare qualsiasi cosa è sbagliato come anche passare con il rosso ai semafori ma certo questi adulti sono dei pessimi insegnanti.

      • robespierre says:

        Hai perfettamente ragione, la Sardegna intera, le sue strade, le sue campagne, le sue coste stanno diventando tante piccole “terre dei fuochi”, tutto questo scempio sotto gli occhi di amministratori ai vari livelli. Ciò significa che non è vero che quello Sardo sia un popolo disunito: siamo più che mai uniti dall’aliga! E’ inutile progettare e realizzare momenti culturali a S.Elia, se non ci si degna di raccogliere un po’ di rifiuti, non penso siano spese milionarie. Stendiamo un velo pietoso sui monumenti chiusi e non fruibili, la lista è lunga e non saprei da dove iniziare. Morale: con le chiacchere non si va da nessuna parte.

      • Cosa vuol dire prupu giudeu?

      • Lantanio says:

        Polpo Giudeo…un tipo di polpo in vernacolo

    • rombo di tuorlo says:

      Una affermazione in linea con tutto il resto. Complimenti !

      • anonimo says:

        Dicevo i perché della zuccatura e mi scuso per la digitazione carente.
        Il linguaggio e la sostanza del Pdf che i Commissari hanno letto era destinato a perdere perché gonfio di un linguaggio aziendale che non si può tollerare, perché hanno omesso tutto della nostra città dipingendola come non è, perché era pretenzioso, perché ha usato la parola vision dimenticando che qua molti parlano il sardo, perché noi ci siamo giocati il Poetto, abbiamo fatto fabbriche sugli stagni, abbiamo case abusive dappertutto e anche, ovviamente, sugli stagni, perché ci siamo dipinti come non siamo e tutta una lunga serie di altri perché.
        Sorvolo sui modi poco urbani che questa amministrazione utilizza con chi, proprio dal mondo della cultura della quale dovevamo essere capitali, fa proposte e cerca ascolto.
        E chi volesse può aggiungere i suoi perché della solenne bocciatura.
        Gentile Biolchini, i suoi post erano in agonia.Ora può nutrire qualche speranza nella nostra Giunta comunale. Forse il blog si riprende.
        Sulla querela sono d’accordo con lei. Non molli.

      • Lantanio says:

        Esatto, se c’e’ una persona che lascia spazio al pluralismo, questi è lei Dr Biolchini.
        Diversamente da una giunta ottusa che non tollera confronti o qualsiasi tipo di critica..
        Zedda si crede un Andrea Sperelli del Comune, ma non è intoccabile….

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