Cagliari / Cultura / Politica / Sardegna

“Massoneria a Cagliari: siamo sicuri che conti più di altri poteri?”, di Armando Serri (e una mia risposta)

Casa_massonica

La Casa Massonica del Grande Oriente d’Italia, in piazza Indipendenza a Cagliari

Caro Vito

ho letto, con il consueto interesse per quanto scrivi, il tuo recente post dedicato, indirettamente, alla Massoneria cagliaritana, al sua peso e alla sua influenza sulla vita cittadina.

Con altrettanto interesse ho letto anche l’intervento sull’argomento del signor Giorgio Melis, che grazie alla sua vivida memoria rievoca, melanconicamente, forse con nostalgia, anche squallidi episodi di scontro politico, cui ha avuto la “fortuna” di assistere e, compiacendosene, di partecipare.

Al signor Melis non vale la pena di replicare, e non ne sarei comunque all’altezza; e anzi ne temo la virtuosità scrittoria come la faziosità, lo stile allusorio, la visione complottistica. Mi ritiro, e lo lascio volentieri alle sue certezze.

Sento, invece, in risposta alle tue domande, di pormi, con te, qualche interrogativo più generale, solo apparentemente fuori tema.

Perché quando si parla di Massoneria se ne deve analizzare sempre e soltanto il supposto aspetto tenebroso, oscuro, il presunto opaco potere di influire su persone e avvenimenti? Perché dovrebbe la Massoneria possedere una volontà e una capacità maggiore dei partiti e delle cricche e cricchette politiche, delle parrocchie e delle parrocchiette, degli ordini professionali, dei sindacati e dei patronati, dei media e dei giornalisti, di influire occultamente sulla società?

Perché finalità e metodi non vengono mai approfonditi e si riduce invece la sua storia a Gelli e Corona?

Perché, nel richamarne, sempre in modo generico e allusivo, le malefatte, si tace l’enorme contributo che la Massoneria, con la sua opera di formazione dell’individuo ha dato, dà oggi e sempre darà alla storia del pensiero politico e delle istituzioni democratiche, alla evoluzione del pensiero filosofico e scientifico, alla letteratura e alla musica, alla affermazione, anche in Italia, dei valori e dei diritti civili, alla diffusione dell’educazione e della cultura?

Perché quando si parla di Massoneria a Cagliari si tace sempre dei tanti massoni impegnati in innumerevoli iniziative culturali, sociali, filantropiche, che non sono un velo che deve nascondere qualcosa ai profani, ma la risposta al dovere, anche evangelico, che ha ogni Massone di offrire il suo conforto e il suo sostegno non ostentato (questo si, sotterraneo) a chi più ha bisogno?

Perché si invoca totale trasparenza sulla appartenenza di singoli alla Istituzione massonica e sulle sue attività e non se ne richiede altrettanta ai direttivi e ai dirigenti dei partiti, dei sindacati, di tutte le altre associazioni, ai comitati di redazione dei giornali, ai consigli di amministrazione delle banche, alle istituzioni e alle pubbliche amministrazioni, o al clero nel confessionale?

E, ancora, spero con te, mi chiedo, è segreta una associazione la cui sede sociale è conosciuta da tutti i cagliaritani?

È serio, a Cagliari, contestare come segreta l’appartenenza dei singoli? Per darsi una risposta basta sedersi in Piazza Indipendenza, dove, in tutti i giorni feriali e al calar della sera, è possibile assistere alla curiosa sfilata di uomini impinguinati e con cartella sotto braccio che suonano il campanello e accedono platealmente e rumorosamente al palazzo massonico.

Ed è logico che se qualche singolo appartenente all’Ordine compie errori o commette reati nella sua vita privata debbano essere insultati tutti i Massoni, che debba così essere negata la libertà e il diritto per ciascun uomo di scegliersi il proprio percorso ideale e spirituale? L’esistenza di preti pedofili è una buona ragione per non credere nella Chiesa o in Dio? È colpevole forse la Chiesa cattolica se qualche suo figlio, perfettamente sacramentizzato, rinnega con i suoi comportamenti i suoi principi e precetti morali e religiosi?

Ti consiglio, ma conoscendoti so che non ti sarà sfuggito, l’ottimo recente volume di Massimo Teodori e Massimo Bordin dedicato alla storia del complottismo in Italia. Bella, a epigrafe del libro, la citazione di Mordecai Richler: “Il mio problema con i teorici della cospirazione è che, se gli dai un dito di porcherie accertate, loro si prendono tutto un braccio di fantasie. O peggio”.

Questi, caro Vito, alcuni dei quesiti che ho maturato con la lettura del tuo articolo. Non mi servono risposte, mi accontento che almeno alcuni dei miei dubbi siano anche i tuoi.

Con stima e affetto

Armando Serri

 

Caro Armando, sai come la penso sulle domande che poni ma visto che il nostro è un ragionare pubblico, è opportuno riassumere le posizioni.

Innanzitutto, i post che ho pubblicato sul blog non riguardavano genericamente la Massoneria e la sua capacità di influenzare più o meno occultamente la vita pubblica cittadina ma in maniera specifica il rapporto tra il Pd cagliaritano e la Massoneria: è una cosa ben diversa, giacché a differenza di altri partiti (che con la Massoneria hanno un lungo, consolidato, tradizionale e mai nascosto rapporto, e penso ad esempio al Partito Sardo d’Azione) il Pd sembra negare, nel suo codice etico, la possibilità ai suoi iscritti di frequentare le logge. Per questo non condivido la valutazione che fai dell’articolo di Giorgio Melis, che in realtà pone al centro proprio il principio di coerenza che molti a sinistra sembrano avere smarrito.

(Peraltro, nei giorni scorsi ho conosciuto il neo segretario cittadino del Pd Nicola Montaldo, mi ha detto di non essere massone, abbiamo approfondito il tema e dunque la questione personale è ampiamente superata).

Però la domanda che tu poni è anche un’altra ed è relativa al concetto di “segretezza” della Massoneria e della sua capacità di orientare le decisioni rispetto a ciò che fanno altre organizzazioni. Ora io penso che i tempi siano maturi, anche in Italia, perché anche il tema della riservatezza degli iscritti alle logge venga meno. È un retaggio comprensibile del passato ma non più condivisibile. A mio avviso la Massoneria avrebbe solo tutto da guadagnare se rendesse pubblici i suoi iscritti, o se i suoi iscritti non nascondessero (o celassero in qualche modo) la loro appartenenza (come ad esempio fa il mio commercialista, che i simboli massonici li ha esposti ben visibili nello studio!). Penso che molto complottismo verrebbe meno e forse anche le logge probabilmente (e ora parlo della situazione italiana, non quella specifica cagliaritana) non sarebbero forse un luogo dove i soliti arrivisti (che poi, hai ragione, troviamo ovunque) ambiscono di finire solo perché immaginano di avere chissà quale ritorno in termini di potere.

Con più trasparenza a guadagnarci sarebbe soprattutto la Massoneria. E prendo atto che moltissimo a Cagliari è stato fatto negli ultimi anni.

Io sinceramente preferirei sapere se un magistrato, un giornalista, un primario, un sindaco, un amministratore pubblico o chiunque eserciti un ruolo di responsabilità  nella pubblica amministrazione o in una grande impresa è iscritto alla Massoneria. Esattamente come gradirei sapere se ha la tessera di un partito, di un sindacato, di una importante associazione. Io penso che la Massoneria italiana è abbastanza forte per fare un passo in avanti di questo genere, per far cadere anche l’ultimo velo di “riservatezza”.

Quindi er quanto mi riguarda (ed è chiaro che il ragionamento qui lascia spazio al gioco e all’ironia) raccolgo la sfida e comunico le mie appartenenze: ho la tessera dell’Anpi, dell’associazione Sardegna Sostenibile e Sovrana, sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti e al sindacato di categoria (la Fnsi)!

Grazie per il tuo contributo, e ricambio l’affetto e la stima

Vito

Tags: , , , , , , , ,

8 Comments

  1. Piero Angius says:

    Non ha senso argomentare sul problema se la massoneria sia negativa o positiva. L’unica cosa che conta è sapere se le sue varie articolazioni, o logge, siano costituite o dirette da soggetti onesti o disonesti. Vale a dire, il fine perseguito dalle logge non può che essere connaturato alla natura delle persone che le compongono. La costituzione o regolamento delle logge, a tal fine, ha scarso rilievo. Una cosa è certa, la segretezza fa prevalere il disonesto sull’onesto, e non per caso Satana agisce di nascosto e al riparo delle tenebre. D’altra parte, non si può tacere del, a dir poco, ridicolo formalismo o ritualismo della massoneria, tipo quello che appare nei giornaletti di Tex Willer, El Morisco e Mefisto, solo per citarne alcuni (con tutto rispetto per il giornaletto di Tex Willer). Tale sciocco e frivolo ritualismo, che degli stolti, bestemmiando, considerano come una sorta di misticismo, rivela, in realtà quella che dovrebbe essere, in linea di massima, la vera natura dei massoni, e cioè dei vecchiacci, furbastri e burloni, che, ogni tanto, stanchi della loro opulenza e del non far nulla, si incontrano tra di loro, per sollazzarsi (come dei maialini che si rivoltano nel fango, beati), intrallazzare e infine sghignazzare delle sventure altrui.

    Un saluto a tutti, Piero Angius, settembre 2019

  2. Penna Bianca says:

    A proposito di Società Segrete: tu che sei addentro alle segrete cose d’Italia, che hai una siffatta capacità investigativa e non temi i poteri forti, perchè non ci indichi dove trovare gli elenchi dei Sovannumerari Sardi iscritti all’Opus Dei? Magari anche quelli di Azione Cattolica e Comunione e Liberazione. Sarebbe interessante incrociare i nomi con quelli di Posto di potere, direzioni di banche, concorsi ecc…. per verificare se quel che si dice corrisponde a verità.

  3. Penna Bianca says:

    Ho letto con interesse le approfondite indagini nelle quali si è immerso il referente di questo Blog.
    Ho letto un precedente articolo sui rapporti tra PD e Massoneria (in quanto “associazione segreta – Ha! HA! Ha! – tanto segreta che i nomi degli affiliati sono depositati nelle Questure d’Italia, discriminando, per segretezza, associazioni che nontoriamente hanno in mano il potere in Italia, come l’Opus Dei, o Azione Cattolica, o Comunione e LIberazione alle quali appartengono molti affiliati alla politica nostrana, Regionale e non).
    Il Sig. Biolchini mette nel sui curriculum professionale l’aver fatto parte nel 1993 di una Task Force (sarebbe il caso di dire “Tasc, Forse”, nel caso che in tanti , Forse, ci possono aver fatto Tasca, ma non certo “Verità”) che si occupò della pubblicazione dei nomi. Dicci la verità e raccontaci da dove uscirono quegli elenchi. Per quella correttezza che dovrebbe essere alla base della Comunicazione.
    Vorrei sapere che fine fece quella “Tasc, Forse” all’indomani della sboronata di chi avviò l’inchiesta del ’93. Vorrei sapere quanto tu e la Task Force vi siate prodigati per raccontare, con la stessa enfasi giornalistica adottata quando vi consegnarono gli elenchi (accadde in tutta Italia e non solo nella tua Redazione), che fine fece poi “L’inchiesta Cordova”.
    Non avete raccontato mai quanto costò all’Italia spiare persone che non facevano nulla di male, nè cospiravano, come voi avete alluso, contro lo Stato. Non avete mai raccontato con la stessa foga giornalistica (e qualcuno con la bava alla bocca) di quale misera fine fece l’inchiesta, archiviata da un giudice (Donna) romano perchè in pratica si trattò di una mera raccolta di informazioni su abitudini e vita privata di Cittadini Italiani, che non conteneva alcun indizio di reato. Perchè non avete dedicato al fallimento dell’inchiesta le stesse pagine dedicate alla sua apertura?
    Non ti senti un pò una pedina di uno scacchiere dove mani sapienti muovono i pezzi con ragionato intento?
    Non ti sei mai chiesto come mai la Massoneria sia combattuta in quei posti dove c’è l’intolleranza, come in tutti i regimi dittatoriali?
    Non ti senti un pò figlio delle leggi razziali del ’38, tu, Iscritto all’ANPI?
    Per anni da Studente hai urlato nei cortei “Compagno Allende ti vendicheremo”. Cosa urli ora che hai scoperto che proprio il Compagno Allende era Massone?

    • “Per anni da Studente hai urlato nei cortei “Compagno Allende ti vendicheremo”???? Ero studente negli anni ’80, facevamo cori contro la Falcucci, altro che Allende! E comunque sì, sono stato iscritto all’Azione Cattolica.

  4. Inutile girarci intorno Armando, non me la prendo conte ovviamente. Se la massoneria perderebbe tutta la segretezza non susciterebbe quel fascino che emana e non potrebbe applicare il potere di influenza che da sempre l’ha giustamente o no, contraddistinto.
    Dico questo perche’ io invece mi chiedo perche’ mai un iscritto alla massoneria dovrebbe nasconderne l’appartenenza? Allora questo mi fa certamente venire il dubbio che qualcosa di segreto ci sia davvero, in termini di convenienza, di amicizie, influenze politiche e non.
    E allora vorrei mettere in evidenza alcuni fatti del passato. Quando Mariano delogu era sindaco, e il suo assessore al traffico era Alessandro Cosentino, che per carita’ meglio avrebbe fatto a rimanersene in via manno a vendere occhiali da bravo commerciante. ma ricordo che in quel tempo ci furono molte polemiche per uno strano orario della Z.T.L. di Castello, ossia essa iniziava (all’epoca) alle ore 1 del mattino fino alle ore 10 del mttino…mi chiedevo da abitante che senso avesse quest’orario…la risposta la trovai un mercoledi’ sera, e cosi’ tutti i mercoledi successivi…via vai di gente che con cartellina e 24 ore alla mano si recava al palazzo della massoneria…ma non a piedi…no no in macchina per lasciare puntualmente le auto ad invadere la piazza indipendeza. Intorno alle 24 circa poco piu’ poco meno, le riunioni finivano e i soci massoni tornavano nelle loro abitazioni, forse, o andavano a divertirsi, ma chi se ne frega.
    Dunque prima di quell’orario non era possibile emettere verbali per aver parcehggiato in Z.T.L., forse potevano farlo per “parcheggio selvaggio”, e all’epoca Delogu aveva istituito un servizio di vigilanza urbana davvero efficiente, in massa centinaia di pattuglie della municipal su tutta la citta per garantire la sicurezza e il rispetto delle regole (questa inziativa mi piaceva).Fattosta’ che dopo l’ una del mattino i non residenti non potevano piu’ entrare…ma prima si…massoni compresi.
    Ecco, siccome non vorrei fare allusioni, e non so se Delugu e Cosentino fossero massoni o no, fattosta’che il mio pensiero, all’epoca, era quello che stessero facendo con questo orario un favore a qualcuno…mentre I residenti chiedevano orari piu’ rigidi, effettivamente una Z.T.L. notturna che inziava all’una del mattino..bhe a poco serviva. Quando qualcuno parla di potere della massoneria, o di influenza della massoneria…forse si riferiscono a questa tipologia di favorini che poi cosi’ segreti non sono. Io penso invece, che al di la’ delle considerazioni fatte da Armando, valide e corrette e condivisibili, sono sulla stessa linea di Vito, fermo restando che continuo sempre a pensare che chi vuole nascondere l’appartenenza alla massoneria cio’ significa che qualche cosa di strano ci sia.

  5. Matteo Corso says:

    Se io vado in Chiesa e coltivo le mie relazioni presso la parrocchia di Bonaria, non ho bisogno di pubblicizzare la mia “affiliazione” in un registro apposito alla mercé dell’ignoranza delle masse.
    Vado in Chiesa, mentre altri vanno a Le Vele, e compio un atto che è già di per se pubblico.
    Se mi reco alla Casa massonica, e tutti sanno dov’è e a cosa serva, lo sto facendo ugualmente alla luce del sole.
    La differenza è che in Chiesa, formalmente, non c’è selezione all’ingresso. Ma ciò si può applicare a una miriade di altri esempi.
    Ci vuole una concezione della Stato un po’ inquietante per legittimare la richiesta, nei confronti del cittadino, di dichiarare perfino le proprie posizioni sui massimi sistemi del mondo, le sue frequentazioni, i particolari della sua vita sociale.
    Se volessero davvero nascondersi, si nasconderebbero. Qua si sta semplicemente parlando di non mettersi ulteriormente e volontariamente alla berlina di un’opinione pubblica educata alla cultura del sospetto e totalmente ignara su cosa sia e cosa sia stata la Massoneria.
    Io penso che ne vada della sicurezza personale dei suoi membri.
    Ché essa viene molto prima di questa concezione un po’ naif della “trasparenza”, intesa come diritto del Pubblico di entrare indiscriminatamente in merito alla vita privata dei cittadini.
    Se ciò che desta curiosità della Massoneria non è la sua cultura secolare, ma gli intrighi, o gli incontri che qualcuno vi può fare, mi spiegate che differenza c’è fra incontrare qualcuno in un posto come la Loggia o incontrarlo in una partita di calcetto, o al bar? La conversazione sarebbe pubblica in qualsiasi altro luogo? O la conversazione non sarebbe “politica” in nessun altro luogo a parte che nella Loggia?
    Io credo che si parli più di affari fra i banchi di certe chiese cagliaritane o fra i tavoli di alcuni bar che in tanti altri luoghi.
    Eppure quella forma di vita societaria è molto meno formalizzata, apparentemente meno “selettiva” e conseguentemente meno romanzata.
    Se la Massoneria rilasciasse più informazioni sui suoi membri resterebbe comunque un’istituzione esclusiva. Vogliamo proibire i conciliaboli non autorizzati? So che questo non è lo spirito dell’articolo di Biolchini, però la richiesta di “trasparenza” è percepita da tanti come un appello alla moralità pubblica, solo in virtù di quegli stessi pregiudizi che Biolchini pensa si supererebbero attraverso maggiori aperture alla sfera pubblica.
    Se invece si prendesse semplicemente coscienza di questi pregiudizi, a monte, si concluderebbe che un’etica pubblica che non sa quali debbano essere i sacrosanti limiti nell’aspettativa di “trasparenza” è un’etica pubblica pronta a recepire ideologie da Stato etico o, ancor peggio, da Stato totalitario.

    Non voglio un’altra lista di Massoni, né più e né meno per lo stesso motivo per cui non voglio sapere chi ha giocato una partita di calcio a 5 all’Ossigeno ieri alle 19.
    Vorrei invece che chi sbaglia pagasse, per tutto ciò per cui può essere ritenuto colpevole ai sensi della legge.
    Questo è l’unico principio in grado di restituire credibilità alle istituzioni sociali, che siano partiti, chiese, sindacati, logge massoniche, o perfino organi dello Stato.

  6. Se mi è concesso vorrei aggiungere una cosa alla riflessione di Vito Biolchini, che condivido:
    in particolare quando parla del fatto che la prima a guadagnarci sarebbe la Massoneria stessa, nel far cadere il velo di riservatezza. Velo che, se non necessariamente legato al malaffare è quantomeno volutamente ambiguo.
    E non solo in termini di affiliazione e segretezza delle attività, ma anche e soprattutto sul piano dell’impatto sociale sull’immaginario collettivo e i concreti vantaggi che questo comporta.
    Impatto sociale quasi sempre fondato sulla paura, sul potere, e sulla paura del potere che crea il potere stesso.
    Fenomeno al quale non credo che la Massoneria cagliaritana (ma mi sento di estendere la cosa al territorio nazionale) si sia mai sottratta con sdegno.
    Fenomeno che crea il terreno fertile per la pletora di arrivisti di cui parlava anche Biolchini, per l’esercito di millantatori, di “conoscitori di”, veri o presunti, che sguazzano sul filo del non detto a volte anche solo per darsi un tono. Sono riconoscibilissimi soprattutto (ma non solo) fra le nuove generazioni “ambiziose” di visibilità, peso e affermazione sociale.
    Se si guarda a tale dinamica in senso bilaterale è difficile pensare alla proverbiale riservatezza massonica come a qualcosa di pulito e legittimo, non tanto per volerci vedere il male assoluto celato da esoterici veli, quanto perchè è una dinamica palesemente fomentata, sul piano innanzitutto culturale, dalla Massoneria stessa.
    Quando non si tratta poi di necessaria connivenza con intrallazzi, che coi nobili principi di evoluzione individuale e sociale di cui storicamente si ammanta, hanno poco a che vedere.
    Finchè la Massoneria, almeno quella ufficiale, avrà una posizione così “polivalente” da permettere e coltivare un fenomeno sociale e culturale di questo tipo, ricorrendo alla nobilte paravento del “silenzio” come principio usato ben poco nobilmente, non sarà mai immune dall’associazione al malaffare, alla corruzione, al potere occulto e quant’altro.
    Rifarsi l’immagine su Internet e aprire la casa massonica al pubblico, è ben poca cosa rispetto all’impatto sociale che anche il solo argomento “Massoneria”, ha sempre avuto e continua ad avere.
    Soprattutto in un una città come Cagliari.

  7. Luca Carta Escana says:

    La trasparenza esiste. Mi trovavo all’ospedale Brotzu. Un lungo corridoio come sala d’aspetto, in fondo a destra il bagno. A metà strada, sulla sinistra, uno stanzino senza porta (nel senso che mancava il serramento). A un certo punto arriva questo signore. Un paziente, che però si annoia; afferra il cellulare e inizia a passeggiare nervosamente. Finisce con l’infilarsi dentro lo stanzino (nel quale non potrebbe); abbassa la voce e comincia a raccontarsi, ignaro del fatto che a qualcuno possa scappare e che dalla non-porta si senta tutto. Rassicura l’interlocutore di una sua raccomandazione per ”il figlio di” – presto nuovo adepto -, che con la quota di tot euro ”non c’è nessun problema” e che, soprattutto, bisogna darsi una mossa perché ”ci sono affari da cogliere al volo”. Così, la gente ha continuato ad andare in bagno e il pensiero filosofico ha volato alto.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.