Politica

Come nel 1939, 1° settembre di guerra in Europa. Ma i “liberatori” di allora sono i provocatori di oggi (perché la Russia ha ragione)

Polen, Schlagbaum, deutsche Soldaten

 1° settembre 1939: i tedeschi invadono la Polonia, inizia la seconda guerra mondiale

Da qualche settimana il mondo ricorda i cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale, “l’inutile strage”. Ma oggi, primo settembre, il pensiero corre al secondo atto di quel conflitto che, divampato 75 anni fa, fu soprattutto europeo. Papa Francesco lo ha detto senza mezzi termini (“E’ iniziata la terza guerra mondiale”) aprendoci gli occhi su un conflitto planetario che si basa su un nuovo paradigma: è una “guerra a pezzi”. Palestina, Siria, Iraq, Ucraina e Libia sono i fronti più drammatici e a noi più vicini, che potrebbero in poche mosse riunificarsi con esiti imprevedibili.

Chi ha vissuto l’adolescenza negli anni che anticiparono la caduta del muro di Berlino non può non ricordare il clima di tragedia imminente legato alla corsa agli armamenti (soprattutto nucleari) e le tante mobilitazioni anche giovanili che contrassegnarono quel periodo: la pace allora era ancora un valore. Oggi invece di pace (proprio intesa come assenza di conflitti armati) non si parla più. Ci siamo assuefatti alla guerra permanente iniziata soprattutto con l’aggressione occidentale all’Iraq, con l’ignobile farsa delle armi di distruzione di massa mai trovate, poi con il conflitto in Afghanistan, un disastro provocato dagli Usa e dai paesi occidentali senza alcuna reale giustificazione.

Oggi fra tutte le guerre in corso quella ucraina è la più sconcertante, soprattutto per come viene raccontata dai nostri media. Ieri è stato confortante leggere Giovanni Sartori sull’inserto Lettura del Corriere della Sera, nell’articolo “Il grande balzo all’indietro”, affermare chiaramente che

Quando l’Unione Sovietica si azzardò a lambire Cuba, la zona di influenza degli Stati Uniti, tutti saltarono addosso a Cuba, tutti appoggiarono la reazione del presidente Kennedy. Eppure Cuba era uno Stato sovrano, libero di installare postazioni di missili nell’ambito del proprio territorio e nei limiti delle proprie acque territoriali. Ogni grande Stato ha diritto a un suo spazio di sicurezza. Oggi stiamo invece assistendo a una Unione Europea sempre più ingorda, appunto, di spazio sul quale agire e intervenire e che vorrebbe imporre alla Russia di lasciarsi portare via l’Ucraina che parla il russo.
Come dicevo, l’Unione Europea cerca sempre più spazio per la propria burocrazia. Ora pretende di arrivare sino ai confini della Russia. Con le pistole, si badi bene, pressoché scariche. Anche così non tollera nemmeno più zone cuscinetto, zone di rispetto.

Tutto vero, se non fosse solo che l’Unione Europea di cui parla Sartori è quella eterodiretta dagli Stati Uniti, è quella dei paesi orientali che, per motivi storici facilmente comprensibili ma per niente sottoscrivibili, ora cercano di mettere oltremodo in difficoltà la Russia trascinando con sé l’intero continente e puntando a sottomettere l’Unione Europea al dominio della Nato, e dunque degli Usa. Paesi che si sono “ribellati” grazie a poderosi aiuti americani, non certo disinteressati.

Che la Ue debba avere rapporti di buon vicinato con la Russia dovrebbe essere quasi scontato, se non fosse che il nostro continente viene visto dagli Usa come una sorta di cortile di casa dove far scoppiare contraddizioni che rischiano di essere letali per l’Europa.

Da qui l’appiattimento dell’opinione pubblica italiana, incapace di riconoscere le ragioni della Russia e di prendere le distanze dall’aggressività dei paesi orientali dell’Unione Europea, ampiamente sobillati dagli Usa.

I liberatori di 75 anni fa oggi sono propagatori di guerra e disordine. L’Europa non è la Nato, e gli interessi dell’Europa non sono quelli degli Usa. È questo il vero salto in avanti che l’Ue deve fare se non vuole disgregarsi sotto i colpi della crisi e dell’instabilità geopolitica.

Dopo 75 anni, l’Europa rivive un 1° settembre di guerra. L’impegno per porre fine ai conflitti armati è una urgenza non più rinviabile. Anche in Sardegna.

 

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30 Comments

  1. Proite su prummu est benenosu: l’Impero Romano d’Occidente scomparve mille anni prima di quello d’Oriente. Alcuni non fanno grandi analisi dicono semplicemnete che la classe dirigente imperiale occidentale si era rincoglionita. Il perché? Anche qui molto semplicemente gli stessi sostengono che fosse l’azione sul cervello dell’ossido di piombo dei contenitori proprio di piombo che nel tardo impero avevano sostituito i recipienti in coccio per il trasporto degli alimenti nell’Urbe. Anche oggi come ieri c’è chi maneggia troppo piombo.

  2. I Liberatori di 75 anni fà… spero che stia scherzando perché 75 anni fà l’Unione Sovietica ha invaso la Polonia come hanno fatto i Nazisti, spero che si correggerà in un prossimo intervento.

  3. Prima di tutto il mio compiacimento per un argomento di alto livello, ben argomentato, una boccata d’ossigeno dopo il tanfo asfissiante del quaqquaraqquà feisbucchiano.
    Non vorrei però che avessimo tempi di elaborazione più lunghi di Bertinotti, che dopo una vita a sventolare bandiere rosse si accorge solo oggi che l’unico modello che tiene in qualche conto i diritti ed il benessere dell’individuo è quello liberale – e cattolico!
    Al netto di tutte le numerose colpe storiche e ambientali, il blocco atlantico è di certo il principale esempio di liberalismo “reale”, mentre altri blocchi continuano a mostrare la corda dei sistemi autoritari, anche se parlano un perfetto inglese e indossano abiti eleganti.
    Ferrara, nostalgico seriale, ha detto una volta che non esistono democrazie, ma al massimo oligarchie bene organizzate; mi pare una involontaria promozione di quello che qualcuno definisce pantomima borghese tra Democratici e Repubblicani.

  4. Non è assolutamente vero che in ucraina si parla il russo, sono due popoli complettamente diversi. Putin, fino a porva contraria, è un dittatore che fa gli interessi dei tanti ricchi oligarchi russi mentre il popolo è a pane e cipolle per tutto l’anno.

  5. pauleddu says:

    Yalta docet!! da li si parte nelle analisi. aree di “influenza” dei due blocchi storici. da rispettare sempre anche oggi. solo la Merckel fa finta di non saperlo, e vuole un’altro mercato per le sue auto. non funziona così, anzi…. L’Europa non può fare niente senza la copertura degli USA. IO CONCORDO CON VITO sull’analisi e concordo anche con Papa Francesco. Lady Mogherini ? Boh!! ma siamo seri. Finisce come nel ’15/18 a fare la guerra saranno i disoccupati del Meridione. qualche generale sta dichiarando di rintrodurre la leva obbligatoria, preludio ad altre cazzate militari. ciao

  6. luciano serra pilota says:

    @emanuele
    Ecco cosa dice la Stampa di oggi a proposito di Russia e delle fregole di Putin sulla “Nuova Russia”che vorrebbe costruire
    http://www.lastampa.it/2014/09/02/esteri/quelle-minoranze-protette-da-mosca-TrmFV5i3wHVRhaov3eCydM/pagina.html

  7. Bravo Vito, un giornalista con le lenti ben calibrate… in un panorama di voci miopi, o con lenti offuscate, o addirittura bendate… Fra l’altro nel ns. piccolo stiamo pagando a caro prezzo le provocazioni Ue-Nato alla Russia che ha causato il blocco d’importazioni che penalizza la Sardegna (vedi Unione Sarda qualche giorno fa)…
    Intanto non si sono ancora chiarite dinamiche e responsabilità sull’aero olandese abbattuto qualche mese fa (un’Ustica ucraina), per non dire della presunta invasione russa urlata con pompa propagandistica dal mainstream mass-mediatico (in primis da La Repubblica) più falsa delle armi di distruzione di massa irakene del decennio scorso, ma presa sul serio a Bruxelles, sempre più ancella sciocca di Washington.
    Grazie per questo bagliore in mezzo al buio totale.

  8. Catoblepa says:

    Ma solo a me fa ribrezzo il fatto che un gruppo qualsiasi di qualche milione di persone venga privato del diritto di decidere cosa fare in quanto “cuscinetto” tra due blocchi? Se questo dà diritto ad un qualsiasi paese di entrarvi dentro con mezzi militari, allora io ho probabilmente un’idea di democrazia molto diversa da chi fa simili ragionamenti. Certo, non potrò rivendermi come massimo esperto di geopolitica, ma me ne farò una ragione.

  9. Teoricamente l’area secessionista ucraina dovrebbe esser lasciata libera di decidere da che parte vuole stare, con un referendum monitorato dalla comunità internazionale. Sappiamo che non succederà per 3 motivi: perché l’Ucraina – come tutti gli Stati-nazione europei – non digerisce una secessione democratica (eccetto Londra che ha permesso il prossimo referendum scozzese). Poi perché gli USA hanno interesse a far si che l’Europa non cada eccessivamente nelle mani dell’influenza energetica (e quindi anche politica) russa. E infine perché Putin governa uno Stato autoritario che non ha mai sepolto la sua vena imperialista. Vedo però un vizio di lettura Vito su questo contesto, e lo riscontro molto negli ambienti di sinistra. Quello di credere che l’UE sia solo un cortile degli USA e che gli Stati membri siano eterodiretti da Washington. Non è affatto così, tutti gli Stati UE coltivano i propri interessi, che corrispondono nell’atlantismo all’affidare il ruolo-guida militare agli USA per lavoro sporco (gli Stati UE risparmiano così miliardi di dollari in Difesa, l’ha compreso Londra fin dai tempi del crollo del suo vecchio impero coloniale). Ciò non significa che siamo eterodiretti, o solo perché manca una politica estera unitaria. Né solo perché i Paesi dell’est abbiano scelto l’atlantismo. Molto semplicemente bisognerebbe ammettere che l’unità estera dell’UE è un mito confezionato ad arte negli anni dal federalismo di sinistra e dal popolarismo europeo di matrice cristiano-sociale. Nel mondo reale la Francia fa i suoi interessi, così come il Regno Unito fa i suoi (ognuno ha la sua fetta di torta in Medio Oriente ad esempio), ecc. E chi all’estero ha interessi diversi non può condividere la medesima politica estera da Berlino a Parigi fino a Roma (infatti altri Stati hanno scalzato l’Italia dalla sua preponderante presenza in Libia). L’UE non interverrà direttamente in Ucraina perché non è nel suo interesse: non deve inimicarsi eccessivamente Mosca ma neppure rinunciare al suo partner americano. L’unico problema è che questa ambiguità calcolata consente la situazione di conflitto attuale fra ucraini e filo-russi, con spargimento di sangue a danno della popolazione.

    • Aggiungo un altro elemento: anche in Africa settentrionale ci sono nuovi players, come sauditi e qatarioti. Si tratta di nuove potenze regionaliste cresciute grazie al commercio petrolifero con l’Asia e l’occidente, e anche quelli che pensano che dietro costoro ci sia sempre e solo il Mossad dovrà svegliarsi e capire che al mondo tutti fanno i loro interessi. Non credo però che in Africa settentrionale i Paesi del Golfo dilagheranno oltre la Libia, o provocherebbero la reazione di Parigi, storicamente inserita nell’area.

  10. Ospitone says:

    Be è stato rischioso anche accogliere le rep. Baltiche,la Polonia,la Croazia,la Romania,la Slovacchia,la Rep.Ceca……..la differenza è solo una:La Russia non era ancora guidata da un regime dittatoriale con al vertice un ex agente del K.G.B con manie di grandezza.E non sono poi tanto sicuro che uno come Putin ,dopo aver saggiato la debolezza e le divisioni della comunità europea,si limiti alla sola Ucraina.Del resto anche Adolf Hitler si concesse “l’antipasto” Polonia e Cecoslovacchia prima di cenare a Parigi.Se l’Ucraina vuole democraticamente entrare in Europa è un suo sacrosanto diritto poterlo fare ,senza minacce,ritorsioni o guerre.Lasciar correre crea un pericoloso precedente.Allora si che si torna indietro.

    • Traballadora proletària says:

      Totu giustu Ospitone, Putin no praxit mancu a mei, ca est unu burghesu e no fait s’interessu de su proletariau. Perou, po essi totu giustu diaderus, sa filosofia polìtica tua depit balli po totus. E duncas iast a depi nai puru: “Gli Stati Uniti hanno un regime dittatoriale perché al vertice c’è una sola classe sociale, la borghesia, che al massimo consente al resto della popolazione di scegliere una tra le sue due grandi fazioni, i Repubblicani e i Democratici, mentre è fuori discussione che negli Stati Uniti possa governare un’altra classe sociale, come il proletariato, anche se è maggioritaria nella società”. Su pròpiu iast a depi nai: “Se l’Italia prima del 1989 avesse voluto democraticamente entrare nel Patto di Versavia sarebbe stato un suo sacrosanto diritto poterlo fare, senza minacce, ritorsioni o guerre”. E po acabai iast a depi tancai: “Se la Sardegna vuole democraticamente uscire dallo Stato italiano è un suo sacrosanto diritto poterlo fare”.

      • Ospitone says:

        @Traballadora proletària .
        Gli Stati Uniti hanno fatto e fanno le loro belle porcherie nel mondo (Sud America,Asia etc.) la loro società discutibile,ma non mi pare che stiano bombardando nessun paese in cui vive una minoranza di loro compatrioti.Qui non centra nulla l’ideologia. (Purtroppo)l’ideologia di sinistra ,quella di destra sono cadute nel secolo scorso.Il tuo è un ragionamento che avrei condiviso prima della caduta del muro di Berlino.Ora sembra fuori dal tempo.Oggi l’Italia è nella Nato,il patto di Varsavia non esiste più,e se la Sardegna non è ancora Indipendente (come dovrebbe essere ,secondo me) è perchè “Democraticamente” i Sardi se ne fottono.

      • L’Italia era nella NATO anche prima e non è che ha scelto di starci, semplicemente ce l’hanno messa. Era il minimo che le potenze vincitrici della guerra potessero fare e l’hanno fatto. E hanno fatto solo questo, cioè limitazione della sovranità con occupazione di fatto di pezzi di territorio, tra cui la Sardegna, per le proprie esigenze di difesa (difesa?) e sorveglianza speciale sui governi, il cui colore poco importa, ma importa che siano sempre obbedienti ai voleri dei padroni, come sono sempre stati effettivamente. Senza un tale De Gasperi che garantiva per tutti noi, la storia sarebbe stata anche peggiore.
        Con la Russia di Putin non c’è un problema di carenza di democrazia, in Russia non si sta peggio che da noi o in America, anzi. Provate ad essere oppositori politici in USA per vedere l’effetto che fa.
        Dovremo anzi rallegrarci che la Russia abbia fatto una transizione epocale dalla dittatura sovietica all’attuale stato di diritto di tipo liberale senza spargimento di sangue e mantenendo coesione sociale.
        C’è invece un problema di perdita della supremazia del dollaro e quindi della leadership economico- politica americana.
        E per difendere quella supremazia non c’è democrazia che conti, si va anche alla guerra con la Russia democratica.

      • Ospitone says:

        A)”Oggi l’Italia è nella Nato” voleva dire appunto che è ancora oggi nella Nato…..chi era invece nel defunto Patto di Varsavia si è ritrovato orfano.La puntualizzazione era inutile.B)”Con la Russia di Putin non c’è un problema di carenza di democrazia, in Russia non si sta peggio che da noi o in America”……. Pensiero Azzardato!
        Vallo a raccontare ai tanti giornalisti assassinati per le loro opinioni,alle famiglie dei militari costretti ,con la forza, a partire volontari, in guerre non dichiarate,al fatto che in Russia non c’è alternanza di governo da decenni,che il voto è pilotato,che il popolo…..il popolo non la ricca borghesia capitalista,tira la cinghia.Bisognerebbe,provarla la “democrazia “russa di questi tempi. Quella nostrana (che ci permette ancora di scrivere libere opinioni su un blog) non è paragonabile; sembrerà un paradiso di libertà.C)La transizione in Russia è opera di Michail Gorbačëv non di Putin due personalità politicamente e intellettualmente agli antipodi D)La Sardegna è sotto servitù militare perché i politici sardi si sono calati le braghe in cambio di,voti,carriere personali ,un piatto di Malloreddus e non hanno tenuto conto delle reali necessità della loro terra.Il resto sono alibi.
        Niente di cui rallegrarsi

      • Traballadora proletària says:

        Ddu sciemu, Ospitone! No ti depemu mancu arrespundi, ca tanti ndi nascint agoa unu muntoni de chistionis chi no fait prus a sboddiai de manera scrita in custa pratza. De su chi scris mi parit de cumprendi ca de filosofia polìtica siast unu idealista, mancai chi forsis mancu ddu scis. Su liberalismu e s’idealismu funt filosofias bècias meda, prus bècias meda de su marxismu, duncas aporegadi’ candu depis nai a calancunu chi fait arrexonus “fuori dal tempo”. Po mei iast a podi essi tui “fuori dal tempo”. Ti consillu a torrai a biri sa filosofia tua, provendi a arrexonai de manera materialista stòrica, e insandus as a biri ca su pròpiu fatu pigat totu un’atru colori e bis cosa chi imoi ti parit chi no nci siat.

      • Ospitone says:

        ??..

  11. Ottima analisi. E sullo sfondo, oltre alle schermaglie di superficie (ma neanche tanto) NATO-Russia, sempre più ingombrante, la stesura del TTIP. E non dimentichiamoci che la Sardegna, ahinoi, ha il suo bel “compitino” da portare avanti in virtù dei pruriti degli scherani usraeliani al governo nazionale (e purtroppo nostro locale). Servitù militari in primis. Scenario che, a me personalmente, preoccupa non poco. La Mogherini è la classica persona giusta al momento giusto. In senso negativo, ovviamente. Leggere qualche wikileak o qualche curriculum di esponenti governativi in carica aiuta.

  12. su bixinu says:

    Aggiungo che una delle condizioni che avevano spinto Gorbaciov a demolire di fatto l’Unione Sovietica, era appunto l’impegno da parte dell’occidente a non allargare a Est la sfera d’influenza. Si è visto come l’impegno è stato mantenuto.

  13. Un breve racconto di fantascienza economica, la guerra in Iraq, l’Afganistan sottratto ai Russi comunisti per darlo in pasto agli integralisti religiosi, tutto il fronte del Nord Africa r Mediterraneo orientale ed ora di nuovo l’Iraq, ma novità, novità finalmente si parla come si mangia il nascente califfato oltre alle donne merce da vendere, oppositori massacrati e buttati nei fiumi, in realtà vuole soltanto una cosa il petrolio con il quale si crea un califfato stato ricco. E l’Ucraina ? e già da li passano gli oleodotti che partono dalle repubbliche autonome ( si fa per dire) ex sovietiche e dunque dato che le pipeline dell’Afganistan non sono mai decollate le volevano i comunisti russi, ma neppure americani ed Inglesi sono riuscite a controllarle, altro che oppio dei popoli, Questo si che è oppio per i nostri cervelli annacquati da Tv spazzatura con tuttologi da quattro+quattro soldi. Dunque le guerre (da sempre si creano per avere le materie prime, un tempo carne e farina, in seguito metalli e carbone, per realizzare altre armi e messa in sordina il Terrore Nucleare della seconda metà del secolo scorso eccoci nuovamente a scoprire che le guerre si fanno per gas e petrolio che abbondano in quei paesi e scarseggiano o sono assenti da noi, Santa Trivella proteggi la nostra Sardegna, lascio ai tuttologi più intelligenti e preparati di me di fare un po di conti della serva, che serve a capire meglio quale mostro Moloch abbiamo risvegliato.

  14. aladywriting says:

    Analisi impeccabile: un articolo prezioso. Grazie.

  15. Luciano Serra pilota says:

    ” ..Oggi stiamo invece assistendo a una Unione Europea sempre più ingorda, appunto, di spazio sul quale agire e intervenire e che vorrebbe imporre alla Russia di lasciarsi portare via l’Ucraina che parla il russo.” In base al “ragionamento” di Sartori il prossimo fronte che Putin aprirà sarà in Costa Smeralda, visto che anche lì si parla russo.

    • Non ho capito la battuta.

      • Luciano Serra pilota says:

        Caro Vito, consentire alla russia di fare quello che sta facendo con l’ucraina è sbagliato. Putin invade a giorni alterni uno stato sovrano e la giustificazione è: l’ucraina è sempre stata russa, la popolazione di sente russa, “si parla russo”. In realtà l’ucraina è lo sbocco naturale dei gasdotti russi e non poteva esserle consentito di guardare troppo a occidente. Tutto è precipitato quando c’è stato il pronunciamento del presidente ucraino Yanukovich a favore degli accordi commerciali con l’unione europea. L’aveva addirittura firmato, a novembre scorso, salvo poi tornare indietro sui suoi passi temendo quello che poi è avvenuto: escalation militare, disordini e morte. E l’europa sta a guardare. Tutto questo casino è scoppiato per l’europa. Questa, pavidamente, si limita a reazioni commerciali (boomerang, vedi il caso dei prodotti alimentari europei, italiani e sardi non più acquistati dalla russia).
        Sarà un bel vedere ora che abbiamo mogherini lady pesc (sembra un titolo da ballo del liceo) e del polacco Donald Tusk presidente del consiglio europeo. La prima pettina putin nel verso del pelo e l’altro, appena insediato, ha dichiarato peste e corna di putin, evocando il ’39 quando ci fu l’invasione russa della polonia, previo lo scellerato patto Molotov-Ribbentrop di non belligeranza russo-tedesca e di spartizione, appunto, della polonia e della cecoslovacchia, dando la stura alla 2 guerra mondiale. Se si continua di questo passo succederà quello che è già successo per la ex yugoslavia quando la germania riconobbe per prima croazia e svovenia per poter vendere qualche volkswagen in più e il conflitto locale in corso che poteva essere circoscritto e spento si è trasformato nell’oscena macelleria della guerra nel cuore dell’europa, nella pulizia etnica di milosevic e in tutto ciò che sappiamo. Il conflitto israelo-palestinese, la ex yugoslavia, l’ucraina, le falkland … La russia non ha ragione ed essere accondiscendenti perché “in ucraina si parla russo” come sostiene quello stronato di sartori è un’idiozia. Sentire un territorio o uno stato cosa propria perché così vuole su connottu è l’anticamera di ogni disastro politico e umano.

      • Annettere l’Ucraina nella sfera d’influenza della Nato è profondamente sbagliato, oltreché rischioso. L’Europa è alleata degli Usa ma ha la Russia come vicina di casa. Siamo noi nella posizione più critica, dunque non possiamo accettare le imposizioni di nessuno. Buon lavoro alla Mogherini..

      • Luciano Serra pilota says:

        L’influenza delle sfere di influenza, quella che veramente conta, in russia si misura in metri cubi di gas e in barili di petrolio. In europa, con la sua asfittica economia di trasformazione manifatturiera, con la povertà dei propri mercati interni e con la cronica crisi finanziaria derivata dall’indebitamento monstre dei bilanci pubblici, l’influenza si misura in tassi di variazione del indice di competitività e internazionalizzazione delle proprie imprese. Occorre dunque aprire nuovi mercati e putin teme di rimanere stritolato nella morsa euro-cinese. Una ucraina libera di fare affari con chi le pare sarebbe stato troppo bello per l’europa ma terribile per la russia che per un verso non esercita lo stesso fascino di berlino, londra, parigi. Per altro con la russia non si tratta, si obbedisce e a chi alza la cresta chiude i rubinetti del gas e lo lascia morire al freddo. Con l’ucraina la prima mossa di putin è stata far si che non si consolidassero interessi comuni tra ue, la seconda è stata spianare un corridoio con i carri armati fino in crimea per annettersela.
        Ecco perché credo che o si arma l’ucraina perché si difenda o tanto vale augurarsi che si arrenda subito: ci sarebbero meno morti e putin finalmente avrebbe la libertà di prendersi la moldavia, l’estonia, la lettonia. Tutti paesi dove “si parla russo”.

      • Emanuele says:

        Che la Russia faccia guerre a giorni alterni, mi sembra, come dire, esagerato. Forse tu te le ricordi di più. Invece è vero quello che dici su Yanukovich, che è tornato indietro sull’associazione all’UE perché temeva che potesse succedere quello che effettivamente è successo.

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