Cagliari / Sardegna

Sant’Elia, Cagliari Calcio, Cellino e Silvestrone: il sindaco Zedda avanza al buio. E fa malissimo

Luca Silvestrone e Massimo Cellino

Mi rendo conto che un politico in campagna elettorale non vada tanto per il sottile e stringa mani un po’ a casaccio: ma fossi il sindaco Zedda sarei un po’ più prudente nell’affrontare la questione riguardante la cessione del Cagliari Calcio e il futuro dello stadio Sant’Elia.

Sia chiaro: Luca Silvestrone e Massimo Cellino sono due privati cittadini e possono fare tutto ciò che vogliono, financo prendere in giro tifosi e opinione pubblica se lo ritengono opportuno (che tanto non è un reato). D’altronde, se Cellino si fida di Silvestrone avrà le sue brave ragioni. E d’altra parte, dove lo trovi un fondo americano pronto a spendere per il Cagliari più o meno la stessa cifra (ottanta milioni di euro) che tre anni fa un gruppo di investitori (sempre americani) mise sul tavolo per comprare nientemeno che la Roma, e che promette di spenderne altri ottanta per lo stadio? Per l’imprenditore di Sanluri si tratta dell’affare del secolo, non c’è che dire. E non può certo lasciarselo scappare, vista l’estrema necessità che il neo proprietario del Leeds ha di fare cassa e far correre la sua Ferrari d’oltremanica.

Ma Massimo Zedda è il sindaco di Cagliari e rappresenta un’istituzione che ha una credibilità che deve essere preservata.

Zedda ha incontrato Silvestrone ufficialmente già tre volte. La prima si trattò di una doverosa presa di contatto, la seconda (era il 9 aprile) il mediatore presentò un inverosimile rendering, la terza Silvestrone arrivò a Cagliari con l’architetto Dan Meis (era il 9 maggio) ed entrambi furono accolti da mezza giunta e dal direttore generale del Comune. Per domani è previsto un quarto appuntamento. Che è molto diverso dai primi tre, visto che Cellino di Silvestrone hanno annunciato pochi giorni fa la cessione ufficiale della società ad un misterioso fondo americano, rappresentato proprio dal mediatore ravennate, vice coordinatore nazionale della Federcontribuenti.

Una cessione non-cessione, perché nel contratto manca ancora la firma e perché l’affare sembra essere subordinato alla soluzione del caso Sant’Elia: dove giocherà il Cagliari l’anno prossimo? E i nuovi proprietari senza nome potranno costruire lo stadio dei loro sogni?

È chiaro che adesso il cerino acceso rimane nelle mani di Zedda, che ha davanti soltanto due strade. La prima è quella di accettare le condizioni poste da Silvestrone e dare risposte chiare, inequivocabili e definitive sul futuro dello stadio. È nella posizione il sindaco di poterle accettare? Temo di no, visto che trattasi di materia urbanistica molto intricata e che il futuro del Sant’Elia e di quell’area prescinde anche dalla volontà del primo cittadino di risolvere d’embléee problemi la cui complessità fa capo a tanti altri soggetti, tecnici e politici (come anche solamente il semplice progetto di ampliamento della capienza dell’attuale Sant’Elia da cinquemila e sedicimila spettatori sta lì a dimostrare).

Dunque con Silvestrone Zedda può prendere pochi impegni concreti. Al massimo può stabilire un percorso di grande chiarezza, ma sui tempi no, non può certo garantire nessuno.

La seconda strada è improntata ad una maggiore prudenza e ad una chiarezza di fondo. Innanzitutto sarebbe opportuno sapere (a questo punto prima del nuovo incontro col sindaco, non durante o dopo) chi rappresenta il signor Silvestrone. Lo stesso Zedda ha affermato di non sapere chi sta dietro il fondo americano, pur aggiungendo che la figura dell’architetto di fama mondiale Don Meis garantiva sulla bontà dell’operazione… A questo punto però a me (e non solo a me, visto che l’esercito deli scettici cresce di ora in ora) tutto ciò sembra troppo poco.

Ora non si può più giocare con le parole e tenere le carte coperte. Il sindaco dica tutto quello che sa, renda questa trattativa il più trasparente possibile, perché in questo modo rischia di “coprire” politicamente una operazione che, pur non presentando profili di illegittimità, non sembra avere al momento tutti i crismi di trasparenza necessari quando si parla del futuro urbanistico di una delle parti più importanti della città. Zedda conosce i nomi dei maggiori investitori del fondo? Se sì, li renda pubblici; se non li sa, allora non incontri più Silvestrone fino a quando tutte le carte saranno sul tavolo, a disposizione di tutti. In nome della trasparenza e del bene pubblico tanto invocati in campagna elettorale.

Detto questo, se qualcuno mi avesse presentato quel patetico rendering del nuovo stadio pretendendo di essere preso sul serio, con i palazzoni i Sant’Elia piccoli piccoli, probabilmente lo avrei cacciato a son’e corru dal palazzo municipale. Ma, si sa, io non ho l’intuitu personae del sindaco Zedda.

 

L’inverosimile rendering del nuovo stadio Sant’Elia presentato un mese fa dal rappresentante di un misterioso fondo americano Luca Silvestrone al Comune di Cagliari. Da notare sul fondo i palazzoni di Sant’Elia…

 

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25 Comments

  1. giancarlo says:

    Caro Vito, non è giusto addossare a Silvestrone o all’arch. Dan Meis colpe sull’inquietante rendering del nuovo stadio. Alcune telefonate a chi ne sa hanno chiarito tutto.
    Dan Meis, come molti americani, conosce poco la geografia e non sapeva nulla della Sardegna, per questo prima di elaborare il suo studio ha fatto qualche ricerca su google.
    Pochi click sul web ed è stato inondato da migliaia di immagini dei Giganti di Monti Prama: “shit ! – ha esclamato Meis – ma quanto ca..o sono alti questi qui ? …
    Ecco spiegate le strane proporzioni del rendering.
    Non è vero che le dimensioni non contano!

    • silvestrone , querelera’ sergio zuncheddu, e il suo direttore perche’ giustamente vogliono i nomi . e un elogio alla chiarezza ,peccato che in passato per altre vicende questa curiosita non c’e’ mai stata

  2. https://www.youtube.com/watch?v=jp91FX7eHvI

    puo essere utile?
    E’ la conferenza stampa del sindaco Zedda dopo l’incontro con Silvestrone di oggi.

  3. Hai dimenticato le scie chimiche…

  4. O vito ,mi dirai che non centra nulla col Cagliari,ma scusa hanno inquisito i grande Uras e tu non dici nulla?

  5. Angelo says:

    Qualcuno dei più anziani ricorderà i tempi di Amarugi. Tutti pronti a criticarlo, con l’UNIONE e le sue penne più prestigiose impegnate a demolire il presidente del Cagliari ed a parlare di imprenditori “seri” pronti a subentrare. Purtroppo i tizi o soffrivano di artrosi alle mani e quando le mettevano in tasca non riuscivano ad afferrare il portafoglio oppure non esistevano. Gli intenti e gli interessi da difendere erano altri e il Cagliari era solo un intralcio. Il calcio sopravvisse in Sardegna per miracolo.
    Oggi la storia si ripete. Il Sant’Elia sta cadendo a pezzi, a Is Arenas ci sono stati abusi ed è troppo vicino ad una zona archeologica inesistente, a Elmas siamo troppo vicini all’aeroporto che forse tra cent’anni potrebbe avere necessità di quelle aree per espandersi….. Possiamo scegliere anche altri siti ed il risultato si conosce già: sono difettosi e non vanno bene, la causa prima o poi si troverà. Cellino scappa e l’acquirente non può che essere guasto. Se fosse stato il patron della Fluorsid qualche tara l’avrebbero trovata anche a lui. A chi giova tutto questo? Risposte certe non se ne conoscono. Ma forse se pensiamo a qualche gruppo che vede i propri interessi minacciati dalle iniziative commerciali previste nel nuovo stadio non siamo tanto lontani dalla verità

  6. c’è da dire che però il fondo americano ha dato una caparra di 10 milioni di $…

  7. gentarrubia says:

    Pitica sa prospettiva! Altro che Pico della Mirandola…

  8. Francesco Utzeri says:

    Caro Biolchini,
    a me, che da buon sardo che ha lavorato a Torino, fa il tifo per la Vecchia Signora, e che segue il Cagliari solo per “amor patrio, questa telenovela mi sa tanto di presa per i fondelli. Fin dal primo momento della comparsa sulla scena di questo “mediatore”, che è già stato protagonista di una storia simile, mi sorto un dubbio che, se sarà confermato dai fatti, rappresenterà la più grande bufala dell’era moderna. Avendo conosciuto, per ragioni di lavoro, il nostro stimato “presidente”, non mi stupirebbe scoprire che l’oramai famoso fondo d’investimento U.S.A. non sia altro che una delle società dello stesso Cellino. Meditate gente!

    • oh francesco .visto che sei un buon sardo anche se tifi la vecchia. di la verita ti da fastidio che il nostro cagliari eventualmente lottasse per i primi posti.

      • Francesco Utzeri says:

        Caro Roby, è vero che amo la vecchia signora, ma quando il nostro Cagliari ha vinto lo scudetto io ero ( per forza causa lavoro! ) in quel di Torino e ho gioito quanto e più di ogni altro sardo che stava in Sardegna. Sono poi tornato nell’amata Isola e pur tifando sempre la Juve, ho sempre nel cuore il mito di un uomo che per amore di questa terra ha tradito la vecchia signora.

  9. rappresenti il solito cagliaritano antigu della città ingessata dai fighetti casteddai di buona atavica famiglia casteddaia, ma dove vai a pigliarti un caffè, a marina piccola hai un ampia scelta : Onorato o
    IL corsaro deidda, fai tu…..

  10. mmmm questo commento mi fa pensare ad una persona in preda a dubbi amletici, essere o non essere questo è il problema….chissà chi è l assassino, non mi fai ridere, chi sarà l assassino? lo sapremo alla prossima puntata….è bellissimo leggerti….

  11. Francu says:

    La felicitá per la dipartita di cellino (ma sará vero?) é così tanta che in effetti ci siamo dimenticati del resto.
    Chi sono questi misteriosi americani che comprano una mediocre squadretta ad una cifra superiore a quella spesa per comprare la roma e il psg?
    Perché investire 80 milioni per uno stadio messo in una isola marginale che non avrà ritorni di alcun tipo ( sempre che si costruisca solo quello)?
    Perchè ivan paone, sempre informato e megafono di cellino (per usare un eufemismo)non perde occasione per prendere per il culo silvestrone che poi però regala al padrone 80 milioni di euro inaspettati?

  12. non si può dire lucida. Ottimo articolo Vito, lucidissimo. Punto G il tuo articolo sulla santa bufala, un must! Fantastico.

  13. Radio Londra says:

    Quel rendering non solo è pazzesco ma è perfino inquietante.
    Tralascio sul pazzesco.
    Inquietante perché, trattandosi di “un affare” di tali proporzioni, non sono riusciti neppure a presentare una simulazione dignitosa.
    In America esistono software paurosi e c’è google heart….
    Ma anche rimanendo solo solo a Cagliari, sarebbe bastato dare poche centinaia di euro a un qualsiasi ragazzino appassionato di 3D e di rendering per avere la certezza matematica di poter contare su una presentazione di tutt’altro livello e di tutt’altra dignità.
    Non so che dire.
    Sembra una cosetta ma, per chi ha visto fumu de maccarronis, quella simulazione fa davvero pensare male.
    Sono convinto che, se a qualche ragazzo venisse in mente di presentare per l’esame di maturità la tesina su questo argomento, col suo rendering farebbe sicuramente un figurone.
    Speriamo bene comunque perché questa storia di tenere nascosti i nomi dei padroni del vapore non lascia per niente tranquilli.
    Mancu pagu pagu.

  14. Andrea T. says:

    Niente da fare: squadra in serie A, salva ogni anno, e soffro lo stesso.
    Un eventuale lieto di fine di questa storia potrebbe regalarmi una delle mie migliori estati al poetto da sempre, con la sabbia sul corriere dello sport mentre leggo del calciomercato e sogno a più non posso! E invece la temo questa estate, temo il pacco, doppio pacco e contropaccotto.
    Mia unica considerazione e spero ardentemente di sbagliare: chi tratta investimenti per 80 milioni di euro ecc. di solito sa quello che fa e non ha tutto questo bisogno di difendersi su Facebook, reagire stizzito e via dicendo. Ha il quattrino dalla sua e fa il suo lavoro, senza bisogno di difendersi, che al limite ci pensano gli avvocati.
    Incrocio le dita e tutto l’incrociabile, ci attende un’estate magica o di bregungia manna?

  15. Senti Vito,
    non so se puoi pubblicare i link dei miei post in proposito. Quindi non li cito. Di questa storiaccia ne ho parlato chiaramente da molto tempo. Nel mio piccolo ho preso anche una barcata di insulti.
    Siccome credo di non poter esprimere apertamente ciò che ne penso nel tuo blog (ma l’ho scritto) dò un breve commento su Zedda.
    Credo che stia commettendo un errore madornale. Causato da troppa prosopopea. Su operazioni come quelle del “fondo americano” dovrebbe farsi consigliare da chi se ne intende. Scoprirebbe che nessuna “società statunitense” si comporta in questo modo. E neppure i sindaci americani, se è per questo.
    Zedda l’ho votato. E sarei anche orientato a rivotarlo. Sempre meglio di un Floris. Però, da Casteddaio, mi ruga da matti fare la figura del pastore col campanaccio al naso.
    Non sono un tifoso. Ma il “mio” sindaco non deve esporsi a figure di palta come quelle viste in quel di Benevento:
    http://www.zac7.it/index/index_dx_css.php?pag=16&categ=INCHIESTA&IDX=10192&xx=1
    Detto tra noi, non ho cambiato opinione da quando ho scritto il primo post su questa vicenda.
    Al posto di Zedda passerei in una ferramenta per ordinare due o tre paia di mutande di latta su misura.
    Da indossare tutte assieme!

    PS – Le cose che dice Fresu le ho scritte molto, ma molto prima. Soprattutto prima che spuntasse Cellino. E non eravamo tantissimi a dirle nei termini in cui le ho descritte.
    A proposito di Mr. Blackhole…

  16. Insomma… Di chi so’ sti sordi?

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