Politica / Sardegna

“Pepe Mujica ed il coraggio del nuovo. Può essere di esempio per la Sardegna?”, di Enrico Lobina

Oltre che su questo blog, questo articolo viene pubblicato anche sui siti Fondazione SardiniaAladinpensiero.itTramas de AmistadeMadrigopolisSardegnaSoprattuttoSportello FormaparisTottusinpari e sui blog EnricoLobina RobertoSedda. 

***

“The Economist” ha scelto come paese dell’anno, nel 2013, l’Uruguay. Il presidente dell’Uruguay è Pepe Mujica. Mujica si è guadagnato la copertina di “Internazionale” la scorsa settimana. Grillo, nel grande comizio di piazza San Giovanni del 2013, ha mostrato dei video di Mujica.

El Pepe, presidente dell’Uruguay dal 2009, è stato ministro dell’allevamento, agricoltura e pesca dal 2005 al 2009. Ha quasi ottant’anni, di cui quindici passati in carcere perché componente del movimento armato “Tupamaros”. Dopo anni di torture e privazioni, è stato liberato nel 1985. Il suo discorso all’uscita dalla galera, nel 1985, è un capolavoro di semplicità e di saggezza politica.

Dal 2006 ad oggi il tasso di disoccupazione in Uruguay è passato dal 10,9% al 6,5%. Mujica ha dato case e lavoro ai poveri, legalizzato la produzione, il consumo e la vendita di marijuana, depenalizzato l’aborto e legalizzato i matrimoni omosessuali. Sta trasformando il paese.

I ricchi non lo vedono di buon occhio. Vive con duemila euro al mese, in una casa povera, con il tetto in lamiera. Tutto ciò che guadagna in più lo dà ad un programma di costruzione di case popolari ed al suo partito.

Con duemila euro al mese si vive bene, sia in Uruguay che in Sardegna. Perché pretendere di più, se sei il capo di un governo che non ha eliminato la disoccupazione? L’altra sera ho incontrato un dipendente para-pubblico sardo, che non riceve lo stipendio da sei mesi, e mi ha detto: “Ci dicono che sono dispiaciuti e stanno lavorando per noi. Posso credere all’Assessore solamente se anche lui si riduce lo stipendio al minimo”. Come dargli torto?

Mujica ha messo sotto controllo le banche, accetta gli imprenditori stranieri, soprattutto cinesi, se il paese ha qualcosa da guadagnarci, e non mette in discussione la strategicità della terra e dell’acqua.

Mujica è un innovatore. Affronta temi su cui la cosiddetta sinistra ancora vacilla. “Sono per il socialismo, ma contro lo statalismo”. Pur affermando la necessità di un’attività di pianificazione e programmazione, che significa? Significa che sinistra è stata quasi sempre confusa, in Uruguay come in Sardegna, con pubblico, presenza dello stato e statalismo. Mujica, invece, chiede meno statalismo, meno burocrazia e più autogoverno, più autogestione dell’economia.

In un paese di 3,3 milioni di abitanti è facile. In Sardegna lo sarebbe ancora di più. Questo strappo è da compiere, con forza,anche qui.

L’altro grande innovazione è stata il Frente Amplio. Fondato nel 1971, integra i partiti storici della sinistra con altri movimenti ed organizzazioni. Sono organizzazioni federate, che compiono elezioni interne, e si presentato unite alle elezioni, lasciando libertà di azione ed elaborazione ai singoli componenti, dopo aver siglato un patto. Mujica vi ha aderito successivamente e, come scrive, li unì un’idea di benessere per tutti ed un’idea del potere non come mezzo per sistemare amici e parenti.

Si tratta di una organizzazione di secondo livello di cui c’è bisogno in Sardegna. Sinistra, sovranisti, indipendentisti trovino delle regole per decidere se e come presentarsi uniti alle elezioni. Poi il lavoro vero si fa tra un’elezione e l’altra, ed ogni organizzazione si muova come crede. L’onestà e la fiducia reciproca sono precondizioni.

Mujica ha attuato un programma sovranista. Ha usato le banche per dare casa e lavoro, ha svolto un ruolo regionale in America Latina senza rimanere sbranato dai grandi vicini, Argentina e Brasile. Ha dimostrato che la politica può stare vicino al popolo, e che si può vincere.

La rivoluzione non è solo protesta, non è lanciare slogan o una molotov, o cercare lo scontro. Come dice tio Pepe “la revolución es ante todo trabajo y más trabajo, es eso”.

Per saperne di più
Non esistono libri in sardo ed in italiano su Pepe Mujica. Diversi giornali e riviste gli hanno dedicato dei reportage e degli speciali.
I libri in lingua spagnola più conosciuti sono quelli di Maria Esther Gilio, Pepe Mujica – De Tupamaro a Presidente e Walter Pernas, Comandante Facundo. El revolucionario Pepe Mujica.

Enrico Lobina

Tags: , , , ,

6 Comments

  1. Da tanto sogno di organizzare una spaghettata “Napolitano-Mujica” – ma al posto di Napolitano andrebbe bene un qualsiasi “politico” nostrano -e mi fermo quando mi pongo il problema del traduttore…Non è un problema “italiano/sardo-spagnolo”. Per come la vedo io è che a parlare il linguaggio di Mujica, oggi, qui, bisogna essere i “Signori Cittadini” che ci ricorda Nonis nel commento precedente.
    Grazie Lobina, per questo post che meriterebbe ben altra partecipazione

  2. Giancarlo Nonis says:

    Enrico, ottima analisi, l’Uruguay è molto più povera della Sardegna, non hanno la più grande raffineria europea, e neppure la Costa Smeralda di arabi e russi, ma hanno avuto signori cittadini che per le loro idee, hanno subito ingiustamente 15 anni di carcere duro e torture, ne sono usciti non odiando il mondo, ma anzi portando nuova uguaglianza democratica o socialista da nuovo millennio realizzata da un’ottantenne, che ai ricchi ha chiarito che o si sta tutti insieme galleggiando o si va a fondo per non risalire più, altro che professorini e intellettuali da salotto e falsi rivoluzionari in cerca di pensione. Asibir tottus in pari e in Paxi.

  3. Conobbi negli USA il nipote di Mujica quando ancora era senatore. Era un semplice lavoratore ma aveva, come lo zio, idee molto chiare. Il nostro capo si lamentava per la bassa produttività (formattavamo gli HD della Apple) e lui insisteva che per ottenere risultati bisognava “promuovere ritmo e convivenza”. Finimmo per lavorare a ritmo di samba e merengue con risultati inaspettati. Ma come si fa a promuovere convivenza in una comunità (quella sarda) dove tutti vogliono fottere tutti?

  4. Diritti alle minoranze, lotta alla burocrazia e allo statalismo. Ci manca anche la lotta contro le tasse e per la trasparenza, e potrebbe già ammettere di aver cambiato idee e di esser diventato un liberale… 🙂

    • mi sa che sei un po’ confuso su quello che è il liberalismo…che con la trasparenza e la libertà per tutti non c’entra un beneamato …”fischio” .

  5. Pepe ‘muriga’ e fairi mera beni !! Bravo Enrico, bell’articolo…e auguri pischello !

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.