Politica / Sardegna

La giunta Pigliaru fa esplodere la crisi nei Rossomori e Sel! Sovranisti, e se ripartissimo dalla lingua sarda?

 

La giunta è nata, viva la giunta Pigliaru. Scampato pericolo: a guardarsi alle spalle tornano i brividi al solo pensiero di come il centrosinistra, esattamente dalla primavera dello scorso anno, aveva impostato la battaglia per le regionali. E il risultato elettorale di un mese fa (una vittoria alla fine molto sofferta, con appena 20 mila voti di scarto tra il vincitore e Cappellacci: nel 2009 il candidato del centrodestra mise la bellezza di 86 mila voti tra sé e il presidente uscente Soru) ne è la fedele testimonianza. Senza Pigliaru il centrodestra avrebbe rivinto. Ma la candidatura del professore non è arrivata dal nulla ed è stata invece agevolata da chi, per lunghi mesi e con coraggio, non ha taciuto davanti alle contraddizioni del centrosinistra e alle sue aspirazioni suicide. Questo va tenuto a mente.

Il giorno dopo il voto il segretario regionale del Pd Silvio Lai aveva affermato che la novità della coalizione che aveva vinto stava nella presenza di una componente sovranista che si affiancava a quella più tradizionale di centrosinistra. La stessa composizione numerica del nuovo Consiglio regionale stava lì peraltro a testimoniare una equilibrata ripartizione di seggi (e dunque di responsabilità) tra il Pd (18 consiglieri) e le altre forze della coalizione (16).

Al di la della formula applicata (tre assessori al presidente, quattro al Pd e cinque divisi tra Sel, Rossomori, Partito dei Sardi, Centro Democratico e la nuova aggregazione Sardegna Vera) il risultato finale è una giunta dove c’è molto centro, poco sovranismo e pochissima sinistra. Di chi le responsabilità?

Alla fine il presidente ha preferito premiare l’aggregazione consiliare dei micro partiti (La Base, Idv, socialisti e Upc) a scapito della Sinistra. Sel e i Rossomori invece hanno fatto tutto da soli e ne sono la riprova le fortissime tensioni che stanno scuotendo questi due partiti in questi giorni.

Due giorni fa il segretario nazionale dei Rossomori Salvatore Melis si è dimesso (alle 20.12 di venerdì 14 ha scritto su Facebook: “Ho comunicato le mie dimissioni da segretario dei Rossomori”: incredibilmente però nessuno, né giornali né siti, ha ancora dato la notizia). A far esplodere la crisi è stata la scelta del partito di indicare quale assessore all’agricoltura l’imprenditrice Elisabetta Falchi, gradita al presidente Pigliaru e al leader dei Rossomori Gesuino Muledda, meno a una parte del partito che si chiede come mai sia stata indicata quale sua rappresentante in giunta una persona né iscritta ai Rossomori né vicina politicamente al sovranismo (da più parti si fa anzi notare come la Falchi, presidente di Confagricoltura, abbia sempre avuto simpatie di destra). Muledda contro tutti, verrebbe da dire, in una resa dei conti drammatica tra il leader e il giovane segretario che spacca il partito proprio il giorno dopo una vittoria attesa da tempo.

Stesso copione in Sel: venerdì è esploso platealmente il conflitto che da mesi divide in due il partito: da una parte il senatore Luciano Uras, dall’altra il deputato Michele Piras (con Massimo Zedda a sostegno del primo e la mancata assessore Lilli Pruna al secondo). La nomina di Claudia Firino all’assessorato alla pubblica istruzione ha segnato una fragile pace all’interno di un partito ancora alla ricerca di se stesso e in cui i giochi di potere da tempo prevalgono sulla ricerca di una linea coerente e condivisa.

L’unico partito minore (ma non minuscolo) che ha retto al varo della giunta è il Partito dei Sardi di Franciscu Sedda e Paolo Maninchedda, nominato assessore ai Lavori pubblici. Forse la pubblica istruzione o le riforme sarebbero state destinazioni più consone per una formazione che adesso può giocare un ruolo importante nel tentare di riequilibrare una politica complessiva che rischia di essere lontana dalla sinistra e dal sovranismo. Non sarà semplice, è evidente: ma questa è la partita che ora si deve giocare. E non certo al ribasso.

Bisogna guardare lontano, per fare in mondo che le elezioni appena passate vengano ricordate come le ultime in cui lo schieramento indipendentista, sardista e sovranista si è presentato diviso in quattro-cinque schieramenti diversi. Il lavoro di ricucitura deve iniziare subito e deve a mio avviso partire da un tema cardine per quest’area politica: la lingua sarda.

Ad una comune attenzione da parte di tante formazioni politiche si contrappongono posizioni molto distanti tra loro che nessuno ha mai provato a portare a sintesi: è arrivato il momento di farlo.

Io non penso che questa giunta e questa maggioranza metteranno al centro le politiche linguistiche, credo invece che ci sia il rischio di una forte regressione rispetto a quanto visto anche negli anni di Cappellacci. Il mondo che ha a cuore il tema della lingua sarda deve trovare una posizione unitaria, anche minima, ma da difendere con le unghie e con i denti davanti al tentativo (che ci sarà) di liquidare la questione.

Il sovranismo deve farsi carico di questo compito storico: non certo di risolvere una volta per tutte la vicenda della lingua sarda (in questa legislatura e con questi rapporti di forza non è possibile) ma di creare i presupposti perché il movimento linguistico, i partiti (tutti, anche quelli che non sono oggi rappresentati in consiglio), le associazioni e il mondo accademico e culturale che crede nel bilinguismo trovino un comune punto di partenza da cui far partire il confronto, fissando degli obiettivi condivisi e irrinunciabili da difendere con la necessaria forza da chi (dentro e fuori questa maggioranza) proverà di affondare ogni tentativo di rilancio del tema.

Ci vorrà molto coraggio e molta generosità, perché le polemiche sono durissime e il tentativo di prendersi rivincite personali altissimo. Ma il bilinguismo deve essere un fattore unificante per la Sardegna, non divisivo. E se tra coloro che portano avanti questa battaglia non si trova un minimo comune denominatore, i prossimi anni saranno segnati da un arretramento delle posizioni finora faticosamente conquistate. Questo è poco, ma è sicuro.

 

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37 Comments

  1. Pingback: “Questione linguistica e dispersione scolastica: cosa farà la giunta Pigliaru?”, di Silvano Tagliagambe - vitobiolchini

  2. Fourthciucciu says:

    Non riesco davvero a capire l’incredibile nomina di Elisabetta Falchi come Assessore all’Agricoltura, davvero viene voglia di non votare più, Rossomori e Muledda vergognatevi.

  3. …mi sarei aspettato qualche commento più incisivo sugli assessori…sopratutto su alcuni dei nomi fin “troppo” noti, piuttosto che sulle “finte” diatribe fra Pigliaru, Rossomori e SEL, questi ultimi due soggetti politici saranno “ripagati” in qualche altro modo, come ovvio aspettarsi!

    Ci sarà un post apposito? Non penso si passa “soprassedere”!! 😉

    • ci sarebbe molto da dire su questa giunta.Una giunta tutta banco di Sardegna e università-siccome questi due istituiti hanno dimostrato di essere stati ben amministrati ,mi sembra giusto che ora governino anche la regione Sardegna.

  4. Giagu Ledda says:

    Su post de chie si firmat Fan Cool, est ratzista; no importat si Fan Cool est sardu o nono, est ratzista.

  5. Purtroppo ,credo che abbia ragione Fan Cul. siamo un popolo sconfitto,predestinato a vivere in eterno la sconfitta .Coltiviamo questa cultura da sottoproletari Imitando i nostri i vincitori con i nostri paesani quasi fosse una rivalsa nei confronti di chi ci ha sempre sconfitto,E anche noi per dimostrare che qualche volta vinciamo diamo addosso al nostro compagno di strada e quando non abbiamo un compagno di strada dichiariamo guerra al nostro confinante.

    • Ma come fate ad essere così rassegnati minhia…..certo si cede ad ogni cosa per un pugno di posti di lavoro,si crede a politici che vendono fumo da decenni e sono sempre in libertà,ai sindacalisti servi dei padroni,alla chiesa che è dentro il sistema, a multinazionali che usano noi e la nostra terra come un vuoto a perdere e poi l’un contro l’altro armati.Cacciatori contro ambientalisti,operai delle industrie inquinanti contro ecologisti e così via all’infinito con il potere che ci usa,ci spreme si arricchisce e ci butta via.Guardate i no tav,lottano da 20anni per la loro terra e noi che siamo 3 gatti non riusciamo a partecipare in massa ad una manifestazione che abbia un obbiettivo comune,bonifiche ambientali ad esempio.Ci sarebbe lavoro per tutti i licenziati e i cassaintegrati delle FABBRICHE SUCCHIA SOLDI ALLA COLLETTIVITÀ E AVVELENA GENTE,altro che FANTASILANDIA a sant’antioco.Certo che se tutti se ne fottono fan cool,si vendono o ci frammentiamo sempre più hai ragione,non c’è futuro per i sardi

  6. Pepe Corongiu says:

    Radio Londra, Vito sulle questioni politiche ha sempre ragione 🙂 est unu brùsciu

  7. Radio Londra says:

    Tornando indietro nel tempo, ricordo che Vito affermò che Gesuino Muledda rappresentava l’unico “decisore” dei Rossomori.
    Muledda rispose piccato, pressapoco così: “guarda che i Rossomori hanno un Segretario che si chiama Salvatore Melis e che non è una protesi del sottoscritto”.
    Vuoi vedere che, conoscendo personalmente Salvatore Melis, aveva davvero ragione Gesuino Muledda?
    Rimane però un problema.
    Se Gesuino Muledda aveva ragione, come mai non ha pensato che forse poteva essere il caso di essere conseguenti (come minimo nel metodo) e prendere una decisione concordata o … almeno informare il Segretario?
    (Anche perché altrimenti finisce che aveva ragione Vito).

  8. Vitelio says:

    I giornali devono aver letto il tuo post e si sono accorti delle dimissioni di Melis. Notizia sentita sul tg di Videolina e sul sito di SardiniaPost. Ovviamente ti hanno citato entrambi per essere stato il primo a diffondere la notizia………….di chewingum 🙂

  9. Fan Cool says:

    Rendetevi conto che i sardi non possono governarsi. Sono un popolo incapace, inferiore culturalmente e per attitudini civiche. E forse i sardi sono un popolo ormai sconfitto dalla storia. Credo che sia giunta l’ora di prenderne atto, metterci una pietra sopra e fottersene.

    • Gavinu says:

      Il solito vizietto di quelli che sparano da dietro il muretto !
      Il buon “Fan Cool” ( in sardo stretto stretto : affangulu !) ignora la storia e non sa che anche lui è figlio di Sardi Antichi che hanno sempre inseminato, con buoni ed ottimi raccolti a volte (escluso affangulu), le fertilissime terre dello stivale, dell’ europa e di una buona fetta del mondo terraqueo. Più che una pietra sopra metterei, a mò di collana storica, una pietra al…collo di affangulu.

      • Francu says:

        Sono un fan di cool da questo punto di vista. Siamo un popolo subalterno e servo da sempre. Rassegniamoci e chiediamo l’annessione, ma non alla svizzera, ma direttamente alla merkel. L’alternativa locale è gavino sale, manichedda, muledda, kelledda o peggio il psdaz (che però almeno la vocazione servile ce l’ha molto sviluppata).

  10. bastiano says:

    OVitoo … con la fame che c’è in tutta la sardegna … la lingua? Ad avercene per il bollito!!!! 🙂

    • Veramente,con tutto quello che c’è da fare per non morire di fame o di tumori ,sa limba,non è possibile……

    • Roberto (il primo) says:

      Se si muore di fame è perchè per anni si è trascurato tutto ciò che non serviva esclusivamente a non morire di fame. Buona mediocrità.

      • P.P.Piras says:

        Se non si ama la lingua di una terra, non si ama neanche la terra che ha generato questa lingua.

      • Che scioglilingua…….ma alla fine del mese non posso pagare l’affitto in lingua contante.Ciao

      • Il fatto di non ottenere denaro immediatamente spendibile (che poi non è neanche vero) non implica che non sia necessario occuparsene ugualmente. Qui manca, come ha scritto Roberto, una visione a lungo termine, ed è questo il motivo per cui la gente si ritrova a non aver soldi per l’affitto.

      • Non vorrei sembrarti un presuntuoso io nel mio piccolo non l’ho mai trascurato per quello mi sono permesso di scrivere che ci sono delle priorità………saluti

      • Il discorso delle “priorità” non ha alcun senso, se non come scusa. È possibile portare avanti la lotta per la lingua sarda INSIEME al resto.

        Oltre al fatto che la lingua sarda in quanto cultura porta soldi (ricordiamo che ogni euro investito in cultura viene triplicato), e volendo potrebbe portarne molti di più.

  11. Purtroppo bisogna dare atto che la politica sarda è questo. Lotta al coltello, da torta, per la spartizione della medesima. Ne fa fede la completa assenza, anche di facciata, di un’ipotesi di programma. Che rimane inespresso. Non c’era alle elezioni. Non c’è adesso. Probabilmente non ci sarà in futuro. Mai che si parli del tanto che c’è da fare. C’è la spartizione e ci sono le liti. Nella coalizione e nei partiti.
    Un simbolo molto efficace della situazione è Maninchedda. Che ha sottoscritto tutte le scelte di Cappellacci ed è ancora lì. Bisognerebbe additarlo come esempio vivente del degrado della politica. Quella semplice semplice che dice: se hai amministrato male te ne stai a casa. O all’opposizione. E invece trova il modo di ritagliarsi il posticino. Per di più in un assessorato talmente lontano dalle sue competenze da sfiorare il ridicolo. E invece: “…una formazione che adesso può giocare un ruolo importante nel tentare di riequilibrare una politica complessiva che rischia di essere lontana dalla sinistra e dal sovranismo”
    Mondiale!! (diciamo a Cagliari)
    Quindi, nel battibecco Mongili/Biolchini, bisogna dare ragione ad entrambi. Tutt’e due esprimono splendidamente bene la categoria politica fondamentale del dibattito di oggi: il Nullismo.
    E per questo la giunta Pigliaru è straordinariamente attrezzata.
    La realtà?
    Alla peggiore giunta della storia succede la più debole. In equilibrio precario tra le esigenze di “undici” partiti. Ciascuno alla ricerca compulsiva di una particella di potere per piccola che sia.
    Con un presidente che passerà gran parte del proprio tempo a tentare di risolvere le liti inevitabili di soggetti tutt’altro che propensi alla mediazione. Forti del potere di veto derivante dal peso dei pochi voti acchiappati alle elezioni grazie al disamore dei sardi per il voto. E probabilmente tentato di coinvolgere pezzi dell’opposizione per mitigare il casino interno.
    Almeno Renzi, nel suo piccolo, ha dovuto fingere di avere un programma. Una robetta da PPoint, ma un programma. Questi neppure tre righe in un documento di testo. Neppure una slide.
    Il Nullismo ha preso il potere…
    …e meno male che c’è Maninchedda che tenta di riequilibrare, mì!

    • Caro G, dire che Maninchedda ha sottoscritto tutte le scelte di Cappellacci non è sbagliato: è falso. Poi se ne fai una questione più politica ti seguo. Ma stiamo alla realtà dei fatti.

      • Sottoscrivo Vito! Stiamo alla realtà dei fatti: caro Punto di Grillo informati prima di scrivere cose non esatte che poi Beppe riprende tutto nel suo blog e vi infogate a vicenda. Su, dai, lo so che prenderla sui denti è brutto ma vi rifarete fra 5 anni. Ora lasciateci lavorare che di cazzate negli ultimi 5 anni ne abbiamo visto fin troppe!

      • Caro Vito,
        Maninchedda stava in maggioranza o no? Ha tenuto la cadiredda o no? Poi, all’ultimo, ha pensato bene di cambiare cavallo.
        Poi puoi anche spaccare il capello in ottantadue. Ma il succo questo rimane: Maninchedda ha votato assieme a Cappellacci per una legislatura!
        O no? Cosa intendi, tu, per “sottoscrivere”? Il voto non ti basta?
        E comunque potresti specificare cosa intendi per “realtà dei fatti”?
        Tutto qua. Si salta dalla maggioranza alla maggioranza.
        E pensare che possa: “…riequilibrare una politica complessiva che rischia di essere lontana dalla sinistra…” proprio uno che è stato a destra per una legislatura (perché gli conveniva) mi pare una battuta buona per BC. Non un’analisi politica.
        Anche “Maninchedda ai Lavori Pubblici” è una bella battuta per BC. Immagino il primo atto del nuovo Assessore: la Carlo Felice, d’ora in poi, si chiamerà Strada Sovrana 131.
        Un bobò.
        @Geppo
        È vero, cazzate se ne sentono fin troppe. Per cui evita di contribuire.

      • No, Maninchedda non ha votato con cappellacci per una legislatura: informati.

      • Ajò Vito,
        puoi spaccare il capello in quante parti vuoi. Il succo della vicenda Maninchedda resta quello che ho descritto. Per fortuna gli atti del Consiglio sono in rete e chiunque può verificare.
        Il Nostro ha fatto il salto della Quaglia quando ha fiutato che Cappellacci avrebbe perso. Ha scommesso e ha vinto.
        L’aveva già fatto con Progetto Sardegna&Soru.
        Non pigliamoci in giro!

      • Non sei informato.

      • punto di G ha solo malanimo ed è informato per discutere al bar sport

  12. Mi chiedo a cosa sia ridotta la sinistra secondo il pensiero di biolchini, se deve fondare una sua strategia ricostruttiva su concetti come sovranismo e “lingua sarda”….

  13. chiricheddu says:

    Caro Vito, avete vinto le elezioni? ebbene ora governate e tutelate la lingua sarda da dentro le stanze dei bottoni ! assumetevi le vostre responsabilità. Per quanto riguarda l’unità di tutte le forze indipendentiste, sardiste, sovraniste, Sardegna possibiliste ci sarà tempo…

  14. alessandromongili says:

    Vito sei in pieno delirio scacchistico-tatticistico, come è tuo solito, scusa se te lo dico in pubblico. Questi partitini rappresentano così pochi voti, e visioni da condominio, da non avere alcuna prospettiva se non quella dei giochi di potere, da loro così amati ma anche sin da subito distruttivi. Se ci sono possibilità di allargamento e di convergenza dell’area non dipendentista, questa può provenire certamente da convergenze sui temi, ma soprattutto da una convergenza con gli elettori. Senza il consenso e i voti, non vi è alcuna possibilità se non quella di prendersi qualche assessorato e qualche seggio consiliare, ma di far governare la destra e chi è dipendentista sino alla statolatria.

    • Alessandro, la campagna elettorale è finita. E per te non mi sembra sia andata benissimo (scusa se te lo dico in pubblico).

      • Incredibile, Alessandro Mongili, 146 voti nella sua Cagliari, si permette di dare bocciature elettorali agli altri. E’ pur vero che anche le formichine hanno la tosse, ma conoscono l’educazione e si metteno la zampina davanti alla bocca.
        Mongili, uno che ha fatto parte di una coalizione che in tutte le dichiarazioni pubbliche avevano già vinto su tutto e tutti e che ha preso pochi voti in più con le loro tre liste di quante ne abbiano preso i tre indipendentisti e sovranisti della coalizione che ha vinto ( ha vinto caro sig. Mongili, e voi perso malamente), questo sig. si permette ancora di tossire senza aver quantomeno imparato a mettersi la manina davanti alla bocca. Incredibile. E tutto questo mentre la sua signora di Cabras continua a sputare veleno a destra e sinistra. No nci da cabada? E basta pure con queste fesseria/stupidaggine dei 76 mila voti e nessun candidato, fate pena. Quei 76 mila sono in tutta la Sardegna e al candidato presidente, non in un singolo collegio e ai candidati consiglieri.

      • Il signor Mongili oltre ad aver perso MALE, dopo aver invaso ogni giorno per 10 mesi, tv, giornali, radio, sito internet e ogni tipo di presentazione (dai libri alle mostra delle farfalle, a tipo DC anni 70), si permette ancora di sindacare qualunque cosa e di redarguire chiunque. Oh Mongili…ma accabbamidda. Ci avete provato ma la gente vi ha BOCCIATO. Ogni mattina ricordatevelo perchè ora basta con fare i maestrini buttando fango sul centrosinistra. Un consiglio: alleatevi con Ugo nelle prossime elezioni.

  15. Davvero noiosa la prima parte del post: i giri di poltrona mi fanno girare la testa (e non solo)!
    Condivido invece la preoccupazione per la battaglia sulla lingua Sarda, ma temo che l’unica forza politica che l’avrebbe sostenuta con una base di voti “veri”, cioè Michela Murgia, non sia in Consiglio Regionale.
    All’insaputa dei Sardi ci sono invece quei tre/quattro partitini infestanti, che rappresentano a mala pena se stessi. Spero che prima o poi il TAR li espella a calci nel sedere.

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