Politica / Sardegna

Kelledda e Sardegna Possibile in consiglio regionale? Almeno fosse! Ma adesso bisogna governare (una risposta ad Amsicora)

Amsicora scrive, il tenutario risponde.

***

Caro Vito,

sull’esito elettorale le tue analisi, pur sempre stimolanti, trascurano alcuni elementi importanti. L’omissione più grave è la rimozione della questione dell’illegittimità della legge elettorale e, dunque, dell’assemblea or ora eletta. Tu consideri definitivo un risultato elettorale che invece non lo è perché verrà sottoposto al vaglio del Tar e della Corte costituzionale. Hai visto cosa è successo al Porcellum. Ma qui la questione è diversa perché mentre nessun giudice può modificare la composizione del Parlamento (organo costituzionale sovrano), non altrettanto si può dire del Consiglio regionale.

Il Tar può essere adito da qualunque elettore (azione popolare) e se le sue censure risultano fondate, può con la sentenza procedere ad una modifica della proclamazione degli eletti effettuata dalla Corte d’appello. Detto in altri termini, il Giudice amministrativo ha il potere di modificare la composizione del Consiglio. Tieni conto che in Lombardia, contro una legge elettorale molto simile alla nostra, il ricorso è stato presentato da alcuni elettori e il Tar Lombardia ha rimesso gli atti alla Corte costituzionale, che deciderà nel maggio prossimo.

Allora se tieni conto del fatto che il procedimento elettorale non è concluso e avrà una coda giudiziaria, devi essere più prudente nei tuoi giudizi su Michela Murgia. Concordo con te che era irreale pensare ad una vittoria. Ma Sardegna Possibile, con tutta probabilità, dopo l’intervento del giudice, nell’assemblea regionale, avrà 5-6 consiglieri e certamente il diritto di tribuna insieme a Pili.

Ora, non a te, ma a beneficio dei tuoi lettori dico cosa può succedere quando la Corte verrà investita della questione di legittimità costituzionale del Porceddum nel corso di un giudizio davanti al Tar.

Innanzitutto, la Consulta può annullare tutta la legge elettorale sarda ovviamente. Ma poiché una legge elettorale è necessaria, è verosimile – secondo i precedenti – che compia un’operazione chirurgica a cuore aperto sul Porceddum sardo. Cosa può togliere? Ci sono diverse varianti e solo la Consulta ci può dire dove affonderà il bisturi. Vediamo le più probabili.

Primo taglio: il premio di maggioranza. Sei d’accordo? Il 25% è troppo poco per avere il 55% per cento dei seggi. E lo è anche il 40% per avere il 60% dei seggi. Del resto la maggioranza assoluta è il 51% non il 60%. La Corte nella sentenza sul Porcellum ha detto che è un valore costituzionale assicurare la governabilità, ma senza stravolgere l’uguaglianza del voto in entrata (al momento della votazione) e in uscita, (all’atto dell’assegnazione dei seggi). Ci vuole un bilanciamento ragionevole fra esigenze di governabilità e uguaglianza del voto. E quello pare non esserlo. Dunque, probabilmente, via il premio di maggioranza!

E poi? Non c’entra nulla con la governabilità scegliersi l’opposizione. La legge non può dare alla maggioranza di governo anche l’opposizione… di sua maestà! Questa è un’ottica da regime. E invece con questa legge PDL e PD proprio questo hanno fatto! Si sono accordati per inventare un giochino in cui l’uno dei due, se vince, prende il banco e l’altro il resto. Poi la prossima volta si vedrà. Come stanno per fare ora Renzi e B. a livello nazionale con l’Italicum!

Insomma, saranno sempre uno maggioranza e l’altro opposizione. La sorte per loro non sarà mai del tutto matrigna. Fuori dalle scatole, invece, qualunque opposizione diversa! Qualunque forza irrispettosa! Chi si mette fuori dal recinto PD-PDL (ora FI), chi rifiuta la loro ala protettiva sta fuori (vedi Michela Murgia). Una conventio ad excludendum ope legis, un patto scellerato trasfuso in una legge per escludere le minoranze diverse. Qui la legge è manifestamente incostituzionale perché – come dice la Consulta – è un valore meritevole di tutela la governabilità, ma non la scelta dell’opposizione.

Quindi via lo sbarramento del 10%. E quello del 5%? È alto, ma forse è compatibile con un sistema proporzionale corretto, cioè con l’idea di combattere la frammentazione eccessiva delle forze politiche. Anche in Germania è così.

Cosa viene fuori dopo il lavorio del bisturi? Vien fuori un sistema proporzionale con sbarramento al 5%, se la Corte elimina il premio di maggioranza. Pigliaru per fare maggioranza deve allearsi con Michela Murgia, che avrebbe 5-6 consiglieri (Pili ne avrebbe 3-4).

Chi uscirà? I piccoli gruppi, tipo Irs, la Base e non solo. E se, in ipotesi, ammettesse il premio per chi ha il 40% dei voti validi? Allora, sarebbe salva l’attuale maggioranza di Pigliaru, mentre l’opposizione non sarebbe nelle mani del solo Cappellacci. Ci sarebbero, anche la Murgia (con tre consiglieri) e Pili (con due).

Questa è ovviamente una prima e grossolana approssimazione. Ma non è lontana dal vero.

Quindi, caro Vito, nei giudizi sarei più cauto o se vuoi più aderente al fatto che c’è un Consiglio frutto di un vulnus costituzionale, che – con tutta probabilità – verrà in corso di legislatura ritoccato per ricondurlo nell’alveo della Costituzione. Di questi possibili sviluppi dovrebbe tener conto anche Pigliaru.

Infine una raccomandazione ai tuoi lettori. Nei commenti dite quello che vi pare. Ma non che il macigno che sta per abbattersi sulla legislatura è frutto dell’azione sconsiderata di chi chiederà l’intervento del Tar e della Consulta. La burrasca la scatenano, qui come a Roma, coloro che fanno leggi truffaldine in frode della Carta. Son loro che mettono macigni negli ingranaggi delle istituzioni! E non può chi bara (PD-PDL, ora FI) pretendere che a questo furto con scasso della Costituzione nessuno reagisca. Noi reagiamo.

***

Caro Amsicora,

grazie per le tue sollecitazioni perché mi consentono di intervenire su questioni specifiche, restringendo opportunamente il campo delle considerazioni possibili (che sono tantissime) in questo post voto ancora incerto.

Tu mi accusi (bonariamente) di considerare definitivo il risultato elettorale che invece sarà sottoposto ad uno stravolgimento nel caso in cui la legge elettorale regionale venisse sottoposta al vaglio del Tar e della Corte Costituzionale.

Ho avuto modo tempo fa di concordare con te sulla valutazione da dare a questa legge: una schifezza studiata per far fuori le minoranze. E concordo con te sulla necessità di modificare la norma in più punti, non solo quelli da te bene evidenziati ma anche quelli che inibiscono una maggiore presenza di genere.

Detto questo, in che modo Pigliaru dovrebbe tenere conto di stravolgimenti che (bene andando) dovrebbero arrivare fra non meno di un anno, un anno e mezzo? Di tutte le cose che si possono mettere in discussione una sola resiste: Pigliaru ha vinto, Cappellacci e Murgia hanno perso.

Il tuo allarme è sacrosanto ma il Porceddum non può essere utilizzato (non da te, per carità, conosco la tua buona fede) per chi vuole strumentalmente delegittimare il risultato complessivo del voto. Pigliaru oggi deve governare con questi partiti e con questi rapporti di forza: altra strada non c’è. E lo deve fare con tutta la forza possibile, senza farsi condizionare da eventi esterni (ricordo dieci anni fa che anche i primi mesi della giunta Soru furono in qualche modo frenati da un possibile ricorso contro i risultati elettorali. Certo, la situazione era diversa, ma penso che il presidente debba seguire la prima regola di Boskov, cioè “rigore è quando arbitro fischia”. Qui ancora l’arbitro non ha fischiato).

Detto questo, l’unico modo che Pigliaru ha di seguire il il tuo consiglio dovrebbe essere quello di formare una giunta di altissimo livello e senza alcun compromesso al ribasso con i partiti, un esecutivo in grado di capitalizzare al massimo questi 12-18 mesi di tempo a disposizione prima del cataclisma da te preannunciato.

Capitolo Michela Murgia. Avessi più tempo e pazienza ritroverei e riprenderei un passaggio di un mio post di qualche mese fa in cui scrivevo che l’impegno politico della Murgia per me era un fatto positivo, così come riproporrei il passaggio in cui mi auguravo che le liste di Sardegna Possibile superassero il dieci per cento. Così come tirerei fuori un articolo dell’Unione Sarda in cui si dava conto del mio invito affinché la Murgia e la Barracciu (allora candidata più probabile del centrosinistra, le primarie non si erano ancora svolte) trovassero un accordo in vista delle elezioni.

Perché ciò a cui mi sono sempre opposto era la possibilità che la scrittrice diventasse presidente della Regione (per manifesta inadeguatezza), non il suo impegno in politica né le idee che porta avanti (che sento vicino alle mie: anche se la signora afferma che il sovranismo non esiste, lei è invece una sovranista a tutti gli effetti, e prima se ne fa una ragione meglio è per tutti).

Se Michela Murgia dovesse entrare in Consiglio sarebbe dunque per me cosa buona e giusta, per una serie di motivi che vado ad elencare. Il primo è che sarebbe un fatto di giustizia: con oltre 76 mila voti è giusto che si abbia l’onore e l’onere di rappresentare i sardi. Il secondo perché andrebbe a consolidare un’area politica nel quale io non solo mi riconosco ma che ritengo essere il futuro della Sardegna, cioè il sovranismo. Il terzo perché la porterebbe a fare politica nelle istituzioni, allontanandola da quel ridicolo circo mediatico di cui si nutre l’editoria commerciale italiana di oggi e di cui la scrittrice è assidua frequentatrice. Meglio una Michela Murgia impegnata tutti i giorni in Consiglio e in lavori in commissione che costretta a inutili comparsate mediatiche tra una Daria Bignardi e un festival letterario.

 

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51 Comments

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  2. No, Andrea Marras, Amsicora non gattonava allora. Faceva già ricorsi al Tar. Era precossimo. Fece il primo ricorso al Tar, e lo vinse ( vinse anche davanti al Consiglio di Stato) contro l’ostetrica che lo mise al mondo. Da allora la sua vita è tutta un ricorso e tutto un successo nei tribunali. Con i ricorsi ci azzecca.
    Il fatto è che il mondo, come dico sempre, se ne fotte e le cose vanno come vogliono andare.
    Per questo è pericoloso confondere la politica con i tribunali. O meglio, anche per questo è pericoloso.

  3. Montesquieu says:

    …e allora … perchè non promuovere il referendum sulla legge elettorale statutaria quando i termini erano ancora aperti?

  4. Andrea marras says:

    Ma le elezioni chi le ha vinte?
    Pigliaru di sicuro.
    Chi le ha perse?
    Cappellacci e la Murgia di sicuro.
    Questo Amsicora cosa vuole fare? Un ricorso al Tar? e prima nooo
    Ma perchè, per fare trionfare la democrazia? Caspita?
    Sono 20 anni che voto contro i referendum che volevano cambiare i partiti per dare voce ai cittadini e ci siamo trovati con il 48% di astensionismo. Forse Amsicora non era ancora nato o gattonava appena. Negli anni 70 al Liceo Scientifico Spano di Sassari le riflessioni politiche erano più profonde e lucide.
    Ma Amsicora ti dà fastidio che abbia vinto Pigliaru? Ammetterai che la sua vittoria è chiara e limpida.IL glorioso Psiup nel 1972 rimase fuori dal parlamento con quasi un milione di voti perchè in nessuna circoscrizione prese un quoziente pieno.
    E oggi ricorri al TAR perchè Valentina Sanna o la Congera non sono in Consiglio Regionale.Ma fammi il piacere? Mi tengo Gavino Sale, grande.
    Io ho fiducia in Pigliaru e mi preparo per TSIPRAS.
    Amsicora, Tsipras ti piace?

  5. Paolo Bozzetti says:

    È un dibattito surreale.
    Siamo di fronte ad un gravissimo atto di negligenza legislativa, compiuto dai due principali partiti del consiglio regionale.
    Negligenza e incapacità, compiute, però, con scientifica precisione, mirata a creare le migliori condizioni politiche per scenari poco rassicuranti per la democrazia.
    E la maggiorparte degli interventi sono bloccati sulle analisi del comportamento e delle strategie di Murgia e Progres, condite dalle piccole vendette consumate sul corpo (politico) degli arroganti e dell’arrogante.
    Mentre gli autori di questa bella legge (pagati e rimborsati fior di quattrini) non meritano neanche due righe di critiche o insulti né di timida delusione per l’opera demenziale.
    Del resto, buona parte degli intervenuti, ha anche votato qualcuno dei due partiti che dato vita al “porcheddum” (e tutti noi conoscevamo, prima delle elezioni, che tipo di legge si stesse utilizzando).
    La mia proposta, visto il clima, è che Pigliaru faccia una giunta ad assetto modulare (con un modulo assessoriale a scadenza semestrale) o, in alternativa, tenga ad interim parte degli assessori, in modo da poter rinegoziare, nel caso serva, dopo le modifiche della Consulta sull’assetto del Consiglio.
    Ultima alternativa, controllare i Tar, intercettare il compagno Amsicora e mandarlo in esilio in Bulgaria o, se preferisce, ai Caraibi.

    • Gentile Bozzetti, lo so che quelli saggi guardano la luna. Ma il dito, in questo caso, non è la nostra situazione politica. Il giusto ricorso interverrà chissà quando e anche ammettendo che la Corte dia ragione al ricorrente Amsicora (credo che la legge sia talmente mal fatta che la Corte la brucerà in piazza) questo non annullerà un bel nulla perché il mondo deve andare avanti e lo muove un motore terribile. Quindi non è da stupidi parlare di politica sempre e comunque. Non più stupido che parlare sempre e comunque di leggi e processi. Le due cose non sono poi così distanti.

    • Paolo Bozzetti says:

      @2014
      Il riferimento alla stupidità non faceva parte del mio commento, quindi è una sua idea nel merito della questione.
      Il mio riferimento definiva il dibattito “surreale”, ovvero fatto di commenti che trascendono la logica e la razionalità interpretativa delle cose accadute.
      Se dovessi utilizzare una metafora, preferisco quella in cui si guarda la pagliuzza che è nell’occhio del prossimo ma non ci si accorge della trave che è nel nostro.
      Tradotto in termini “politici”, si può dire il sentimento di fastidio nei confronti della Murgia è tanto forte da riuscire a distorcere la realtà delle cose (l’approvazione di una legge elettorale incostituzionale) e impedire di riconoscere e valutare le reali responsabilità e motivazioni che stanno “dietro” ai fatti.
      Siamo liberi di procedere come vogliamo, ma almeno se vogliamo abbandonare questa dimensione “surreale” della politica (praticata da sempre dal grande imbonitore Silvio Berlusconi), cerchiamo di “dare a Cesare, quel che è di Cesare”.

      • Dita e lune, pagliuzze e travi e infine perfino Cesare. Sorvolando sulla domanda chi sarebbe nel caso che lei cita Cesare e chi sarebbe Dio, mi pare che in questo blog i commenti non siano surreali ma, anzi, cerchino di collegare il mondo e la realtà alla giurisprudenza evocata come panacea. Si sta parlando semplicemente di elezioni avvenute e dell’ingiustizia rappresentata dal fatto di ricevere voti (oltre settantamila) e non avere neppure un consigliere. Non ho votato la Murgia ma è ingiusto il risultato finale di nessun consigliere mentre minipartiti inesistenti hanno un consigliere o due e pesano perfino nella costituzione della Giunta. Dunque, spero nel ricorso ma dubito della sua efficacia.

      • Paolo Bozzetti says:

        @2014
        Io sono d’accordo con lei su ciò che trova ingiusto e sul fatto che l’intervento della Consulta creerà (per i tempi in cui maturerà qualsiasi decisione) ancora maggiori problematiche.
        Ma il mio commento iniziale si riferiva alla “… maggiorparte degli interventi (che) sono bloccati sulle analisi del comportamento e delle strategie di Murgia e Progres …”.
        Sono queste persone che dovrebbero dare “a Cesare” (PDL e PD) la colpa di aver approvato una legge incostituzionale, invece di dare responsabilità alla Murgia, perchè è arrogante e tante altre cose negative.
        E, in questo senso, facevo il riferimento alla pagliuzza e alla trave (vedono chiaramente i problemi delle altre parti politiche, ma non quelli degli affini).
        Riassumendo, se lei, con le cose che dice, cerca di “… collegare il mondo e la realtà alla giurisprudenza evocata come panacea …”, la maggiorparte dei nostri amici ha, sopratutto, cercato di evidenziare il proprio risentimento per la figura della Murgia, evitando di affermare la reale responsabilità politica (del PDL e del PD) dei danni che questa legge ha prodotto e produrrà.
        Quindi non ponendo le basi per trarre alcun insegnamento da questa vicenda, limitandosi al puro “tifo” partitico.
        Per inciso, chiarisco che alle responsabilità politiche del PDL non sono molto interessato, ma per quelle del PD, ho una profonda attenzione, perchè rappresenta, comunque (nonostante la deriva intrapresa), parte integrante del mondo che sento vicino.

      • Matteo says:

        Domani ho una partita di calcio, la finale. Sarà una partita particolare, perché durante il torneo abbiamo giocato in un modo, ma poi, prima della finale, giusto qualche giorno prima, non si potrà più giocare allo stesso modo. Cavolo, adesso tutti possono prendere la palla con le mani! Bene, ho deciso che anche se si giocherà con le mani come se fosse calcio/basket, io le mani non le userò. Non dico nulla ora, non mi lamento, semplicemente non userò le mani. E sapete perché? Perché c’è la possibilità concreta che, nonostante mi senta il numero dieci più forte in attività che nemmeno maradona, possa pedere proprio perché non voglio usare le mani, la trovo un’ingiustizia. Non lo dico, ben inteso, lo tengo per me, ma resta un’ingiustizia e io vincerò comunque.

        Futuro: cavolo, ho perso. La mia squadra, perché ora siamo una squadra, ha perso. E questo perché questi maledetti, perché dei maledetti sono, hanno cambiato le regole prima della partita, regole assurde, che io non ho voluto seguire perché assurde. Non mi sono lamentato quando la stavano cambiando, non mi sono lamentato prima della partita e nemmeno durante. Però sono proprio dei maledetti. Io non ho perso, è stata la Lega a farmi perdere cambiando le regole per favorire chi sapeva usare le mani e penalizzare me che sono così bravo con i piedi. Sì, è tutta colpa della lega calcio.

      • Paolo Bozzetti says:

        @Matteo
        Caro amico, con la sua metafora in chiave calcistica, va solleticando una certa inclinazione “pibinca” del mio essere.
        Purtroppo la metafora non appare congrua, se “il giocatore che usa solo i piedi” sta per Michela Murgia e se l’orientamento tende a colpevolizzarla (se lei intendeva altre associazioni, siamo nella nebbia fitta).
        Nel caso specifico, il giocatore (e la sua squadra) non avrebbero dovuto partecipare alla finale e ritirarsi.
        Infatti, nella realtà, la Murgia avrebbe avuto la sola alternativa di non partecipare alle elezioni, per protestare contro la legge.
        Inoltre, per rappresentare i fautori della legge incostituzionale (ovvero la squadra avversaria della finale), la metafora della Lega Calcio non regge (perchè non è possibile che una sola squadra abbia la maggioranza della Lega).
        Ma la sua era, giustamente, una metafora “surreale”.
        Quindi, complimenti.

  6. Ampsicora e nonn Amsicora!

  7. Andrea says:

    Ma Amsicora è Kelledda, vero?

  8. Mansueto says:

    Che il malcontento sia palpabile nelle fila di Sardegna Possibile è evidente. La condotta elettorale della Murgia e del suo staff è stata suicida, in particolare ha ucciso le liste e i portatori di consenso seri delle liste. Ma quale era il vero obiettivo della candidatura di Michela Murgia? La visibilità? Non si capisce. I proclami precedenti al voto erano tutti per la vittoria. Ora si registra una sconfitta terribile, chiara, catastrofica. Ma non si ammette. Ma dopo la candidatura di Pigliaru bisognava cambiare la comunicazione elettorale: invece no. Mai è stato fatto in pubblico un appello a votare le liste e i candidati. Strano no? Chi doveva trainare non ha trainato e ora non ammette gli errori e la sconfitta. Primo passo verso il disfacimento di Sardegna Possibile. Poi ora si decide di non fare ricorso versus la legge elettorale. Perché? provate un po’ a indovinare….

    • Ribelle says:

      Perché in caso di ricorso vinto entrerebbero i consiglieri più votati delle liste non lei….

  9. Sì, la visione murgiacentrica ha rovinato Sardegna Possibile e ha determinato un’inutile terno al lotto del candidato presidente e una sostanziale sconfitta delle liste. Il ricorso? Chissà, potrebbero vincerlo e sarebbe interessante. Intanto accontentiamoci di quello che abbiamo.

    • arricardu says:

      molti dimenticano che la superbia di michela murgia si è sommata a quella dei “dirigenti” di progress…..(si sono trovati). costoro sapevano bene come fosse la legge elettorale ( una cagara ) ma pensavano di convincere i grillini….

      • Non conosco la Murgia come politico,ma ” i dirigenti ” di progress…….saltano da un ramo all’altro con una facilità…….da lassa perdiri

  10. Karalis says:

    Scusate, ma a me pare che in tutta questa vicenda delle regionali si stia cercando di sviare l’attenzione da un fatto che è certo…la coalizione di Michela Murgia ha ottenuto un risultato ben inferiore alle sue attese, e Vito lo ha ricordato molte volte….ora dire che la Legge elettorale non è perfetta, non è costituzionale ecc va benissimo, se si lavora da subito per migliorarla bene, però far finta che Sardegna Possibile sia andata bene mi sembra una cosa fuori dalla realtà…..hanno preso 76000 voti, ma dicevano che speravano di prendere un 25-30% quindi molti di più, non hanno nemmeno un consigliere regionale, e questo è un buon risultato???? Non so se l’avete notato anche voi, ma sia il centrodestra che il centro sinistra stanno parlando anche delle ragioni per cui non sono del tutto soddisfatti, e del perchè, nel caso del centro destra, hanno perso…da Sardegna Possibile non ho ancora sentito mezza parola di autocritica per un risultato che, a dare retta alle dichiarazioni della Murgia , non era nelle aspettative (vedi intervista al Fatto Quotidiano dello scorso agosto)……

  11. Col dito vi ho indicato la luna, e voi guardate il dito. In tutta questa vicenda la Murgia. Pigliaru e Cappellacci, c’entrano come Maroni e Ambrosoli nell’analoga questione sollevata in Lombardia e come l’Avv. Bozzi nell’azione giudiziaria contro il porcellum.. Semplici nomi su cui ricade la questione che ho posto: la violazione della Costituzione. Questo è il punto. E’ accettabile una legge elettorale contrastante con la Costituzione? E’ accettabile il risultato di questo vulnus? Io e altri compagni riteniamo di no e ricorreremo al Tar per poi accedere alla Corte costituzionale. Confidiamo nell’eliminazione delle violazioni della Carta. Non abbiamo votato Sardegna possibile e abbiamo deciso di fare la battaglia fin da quando la legge è stata approvata da PDL e PD (guardacaso!) nel giugno scorso. Allora di Pigliaru e della Murgia non si sapeva nulla. Non ci interessavano allora e non ci interessano oggi. Si può parlare della questione istituzionale, senza ripetere le proprie opzioni pro e contra la Murgia, di cui non m’interessa un fico secco! Ciò che conta sono i sardi che hanno diritto alla rappresentanza in Consiglio, che è loro negata.
    Buona domenica. Amsicora

    • Walter Seu says:

      Concordo con Amsicora, brutta bestia il “tifo”!

    • Stefano Deliperi says:

      perchè non impugnare il provvedimento di indizione dei comizi elettorali, allora?

      • Stefano Deliperi says:

        prendo atto che a questa banale osservazione non risponde nessuno.
        Amsicora dice: “abbiamo deciso di fare la battaglia fin da quando la legge è stata approvata da PDL e PD (guardacaso!) nel giugno scorso”: bene, lui “altri compagni” potevano impugnare il decreto presidenziale n. 1/E del 29 dicembre 2013 (https://www.regione.sardegna.it/documenti/1_22_20131229143554.pdf) con cui sono state indette le elezioni regionali in base alla legge regionale elettorale.
        Ora, invece, vorrebbero impugnare la proclamazione dei risultati elettorali.
        Per un preteso “furto di democrazia” ne vorrebbero commettere un altro, alla faccia della luna e pure del dito.
        W la Costituzione, w la Repubblica, w l’Italia.

      • Matteo says:

        Come si dice a scherma, toccato!

    • Mai confondere il dito con la luna……….hai perfettamente ragione

    • Caro Amsicora, ovvio che lei ha ragione. Le leggi enunciano, le procedure dicono come si fa e i tribunali applicano le leggi seguendo la procedura. Princìpi, procedure e sentenze possono toccare anche Kelledda e Pigliaru o ciascuno di noi. E’ questo che tiene in piedi i giudizi.
      Però i giudizi sono formulati da esseri umani e gli esempi di esagerata umanizzazione dei giudizi, ossia di un loro troppo stretto legame con la realtà e con gli interessi di singoli o di gruppi sono innumerevoli. Innumerevoli anche gli esempi di sentenze riformate, di errori veri e propri.
      Già, dirà lei, “però la maggior parte delle sentenze, alla fine, sono ragionevoli e obiettive”. E anche questo è vero.
      Per questo motivo, semplificando, sono un sostenitore del ricorso che lei ipotizza (spero si faccia) in base all’evidente ingiustizia nei confronti della Murgia e della sua lista che non voterei neppure in punto di morte.
      Ma anche una vittoria in tribunale (che è prevedibile, tanto è fatta a pera la nostra legge, perfetta rappresentazione del trascorso Consiglio) non renderebbe nullo l’attuale risultato elettorale. E chi governa oggi ha tutto il diritto di governare.
      Esattamente come è accaduto a livello nazionale nonostante i ragionamenti, le ipotesi, i ghirigori e le ipotesi dei giuristi sulla terribile legge elettorale detta porcellum.
      E questo perché la realtà dei processi – lei lo sa bene, caro Amsicora – non corrisponde sempre alla realtà effettuale oppure le corrispondono troppo. E le due realtà, alle volte, vanno in direzioni diverse perché il mondo non è governato solo dalle leggi e dalle sue applicazioni alla vita reale.
      Saluti cordiali

      • Un’ultima osservazione, Amsicora, la luna l’avevo già vista prima che la indicasse lei. E comunque la ringrazio.
        Ancora saluti

  12. Francesco Utzeri says:

    Non so se la legge elettorale sia incostituzionale o meno, certo è che forti dubbi li suscita anche in chi, come il sottoscritto, non è certamente un esperto della materia. Certo è che le argomentazioni di Amsicora fanno pensare ad un risultato falsato; chissà, vedremo…
    Da parte mia, non avendo votato nessuno dei due schieramenti, ritengo che gli stessi ( vincenti o perdenti, uguali sono ) debbano innanzitutto riflettere, e molto, sul quel 48 % di astensionisti, che sono i veri vincitori di questa tornata elettorale. Il popolo degli astensionisti ha voluto ( a mio parere ) comunicare ancora una volta l’insoddisfazione su questi politici e sulla casta dei privilegi e corruzioni che rappresentano. La presenza plurima di indagati eccellenti, nei due schieramenti dimostra, ancordipiù, la volontà del non cambiamento e della autoreferenzialità dei baroni presenti nei palazzi, che hanno saputo costruire la loro cerchia clientelare, che contribuisce alla loro rielezione.

    • “quel 48 % di astensionisti, che sono i veri vincitori di questa tornata elettorale”.
      forse hanno vinto, ma non capisco che cosa.
      e per di più considera che quel 48% è costituito, oltre che da chi contesta etc. etc. anche da un buon 25 che a votare non ci va “per non sporcare” (come diceva Jannacci), ovvero non gliene fotte niente.
      assentarsi dal voto può anche servire a dare segnali, ma sostanzialmente serve soprattutto a sollevare sè stessi dal dovere di giudizio e dalla responsabilità della partecipazione

      • Si può rifiutare la scheda elettorale e fare mettere a verbale il motivo per il quale non si è votato.Tutti gli astensionisti contestatori potrebbero farlo

      • Francesco Utzeri says:

        Leggo il tuo commento e capisco che i mio pensiero non è stato esaustivo nel chiarire che la “vittoria” degli astensionisti è quella di far sentire a lorsignori la voce di chi non resta incantato dalle loro politiche fatte esclusivamente di annunci, di interventi taumaturgici, di discesa in campo per il bene della Sardegna…..e via dicendo.

      • Scusami Francesco,chiaro il tuo messaggio,ma ho sbagliato il bersaglio,volevo rispondere a toni….e già che ci sono lo faccio.Io non voto perchè voglio contestare o sottrarmi alle mie responsabilità,non mi sento più rappresentato dai meno peggio,che non sono tanto diversi dai peggiori.Solo che non voglio più essere complice del degrado sociale con il quale i partiti ci fanno convivere,tutto lì.Logicamente cerco di impegnarmi nella lotta quotidiana per i diritti negati.Salve

  13. Edmondo Costa says:

    La Murgia ha avuto ciò che la sua immane presunzione le ha riservato! Scenda da quel piedistallo di fumo!

  14. Michela ha il brutto vizio di non saper e voler perdere. Ma crede che se fa cadere Pigliaru la gente poi vota lei?

    • Leonardo says:

      Bravissimo!! Hai colto il segno, ora parliamo di voti veri, di croci sulle schede, di scelte fatte dai sardi, non di sondaggi. I voti veri hanno detto una cosa molto semplice: il 10% preso da Murgia ha rischiato seriamente di far rivinciere Cappellacci, il 10% di Murgia non è stato il 20% pronosticato dai sondaggi (strumentali?), il 10% di Murgia non ha frenato affatto il pesante astensionismo. Poniamo l’ipotesi che tra un anno o un anno e mezzo si rivoti (assurdità!!!), c’è ancora qualcuno disposto a votare Murgia, rischiando di fare rivincere un centrodestra che utilizzerà questo tempo per riorganizzarsi? Gira che ti rigira, è questo il problema!!! Poi è scontato che lei si ripresenti?

  15. muttly says:

    Vito, sono d’accordo quasi su tutto ma non sulla manifesta inadeguatezza, Soru, carattere a parte è stato un buon presidente eppure non aveva nessuna esperienza, solo dopo l’operato si può affermare se la preparazione è inadeguata o meno. Un presidente è il direttore d’orchestra non il suonatore, e la propensione a delegare e a scegliere assessori non per lottizzazioni e la concertazione anczichè il comando di uno, sono caratteristiche di Sardegna Possibile.

    • Muttly, gli assessori scelti da Michela Murgia non avrebbero composto tutti assieme nemmeno un ufficio di gabinetto decente… Soru divenne presidente da capo di una multinazionale con migliaia di dipendenti e relazioni internazionali da paura, non dimentichiamolo.

      • muttly says:

        Infatti il problema maggiore era non avere critiche su quello che si faceva (male secondo gli elettori, bene secondo il clan), basta vedere cosa è succeso a SardegnaIT con le persone di sua fiducia messe li dentro.
        Soru a parte, dici che le idee sono buone ma le persone prescelte per attuarle non le consideri capaci del compito ? Quali carateristiche sono richieste per fare bene l’ assessore, oltre a conoscere bene il funzionamento della PA ?

  16. Incredibile, sono d’accordo con Biolchini e le ultime nove righe del suo intervento che mi trovano d’accordo al 100%. Kelledda sarebbe stato un valore aggiunto, mannaggia! Ci credo poco ai ricorsi, è andata così, isperemus in su benidore.

  17. Domenico says:

    Tutto molto interessante. Si sa con certezza di qualche ricorso al TAR già presentato, o comunque in via di presentazione?

  18. LUCIDA says:

    Per quanto riguarda la Murgia e la sua Sardegna Possibile continuo a pensare una cosa sola. Progetto interessante partito male e concluso peggio. Peccato perché parte delle idee sono condivisibili e sacrosante. A mio avviso, lei dovrebbe cambiare il suo occulto “spin doctor”. Il suo mentore non è all’altezza per appurata incapacità, propensione allo scontro e al conflitto, visione confusa e sommaria del quadro politico sardo, narcisismo e mania di onnipotenza, sicuramente causate da frustrazioni profonde e spirito di vendetta personale. Il modo arrogante e autoritario con cui è stato affrontato l’ultimo tratto di campagna elettorale, condito da dichiarazioni di “femminicidio politico” ” vittima dell’attacco del branco” sulla questione Barracciu è stato quantomeno imbarazzante. E questo mi dispiace. Michela Murgia dovrebbe ascoltare anche le campane che non le piacciono, quelle spietate per intenderci.Prima di vagliare qualsiasi decisione, per aiutarla a vedere sia il bianco che il nero delle cose, e non farsi trascinare in sterili scaramucce e polemiche da scuole medie, come molte delle sue dichiarazioni in coda alla campagna elettorale. La mediazione è un ottima tattica, come sarebbe stata ottima l’apertura anche a schieramenti “simili” al suo. Tra le sue fila il malcontento si è fatto tangibile. Forse è il momento di cambiare rotta e smetterla di navigare a vista. L’ultimo consiglio: basta con le proscrizioni.

    • @lucida
      Tu scrivi: “parte delle idee sono condivisibili e sacrosante”
      Senza alcuna ironia o voglia di polemica, mi piacerebbe sapere quali. Anche in breve.

      • LUCIDA says:

        Rispondo solo ora, poiché ieri ero in faccende di lavoro affaccendata tra conferenza e spettacolo. Quello che ho trovato interessante sacrosanto e condivisibile è la sua visione di microimpresa, la sua reale propensione a voler valorizzare il territorio e le sue risorse. La sua idea di cultura…
        La trovo invece molto contraddittoria e confusa sull’energia, totalmente assente sull’industria, irrilevante sull’agricoltura. Sulla sanità, neanche faccio un commento. Nobile e condivisibile è stato il suo metodo di andare sul territorio ad ascoltare tutti. Le sue idee di OST le trovo intelligenti, anche se proprio i suoi OST sono stati per lei una cartina di tornasole ingannevole e la ricaduta ha avuto risultati più virtuali che reali. La partecipazione della popolazione le ha dato l’ebrezza di una vittoria facile e condivisibile, mentre chi fa politica conosce quanto siano misteriose le leggi che governano il consenso reale, che talvolta si misura in altri tavoli, magari lontanissimi da dove si svolge l’azione. Faccio un parallello, alla mia maniera per spiegarmi meglio,: è come se io andassi in scena al Teatro Massimo di Cagliari facendo il tutto esaurito, e a fine spettacolo, dopo gli applausi, fossi convinta che il mio spettacolo sia piaciuto a TUTTO il pubblico, nessun escluso, misurando il gradimento con il solo strumento dell’applausometro. Sarei un’illusa se non sapessi, dopo anni che faccio questo mestiere, che parte degli spettatori erano a teatro perché realmente interessati al mio lavoro, una parte per semplice e sola curiosità, altri per caso o perché ce li hanno portati, e altri invece hanno assistito con attenzione ma magari è possibile che non l’abbiano per niente apprezzato, applaudendo comunque per cortesia. So perfettamente che c’è addirittura una parte che dimentica lo spettacolo un secondo dopo essere entrato in birreria. Senza considerare poi il parere dei critici, deputati a decidere se lo spettacolo è buono, ha potenzialità o è un fiasco. Questo si chiama avere i piedi per terra. Puro realismo. Michela Murgia ha confuso la partecipazione, l’entusiasmo e la solidarietà al progetto come REALE CONSENSO. Senza tener conto dei pareri e dei consigli dei ” critici” della politica, deputati a decidere se il progetto è buono, ha potenzialità o è un fiasco. Scìu tottu deu. Una follìa. Una follìa da principiante. E quando dicevo sul primo commento di questo post, che il suo spin doctor occulto è inadeguato, lo facevo a ragion veduta. Quello che le manca è quella che io chiamo ” la potenza strutturata della capillarità dei partiti “, e Progress ancora una capillarità e una forza radicata sul territorio non ce l’ha. Per niente. E questo è appurato. Deve lavorare questi prossimi 5 anni per una possibile candidatura futura. La Murgia ha avuto mille possibilità e braccia tese da altre forze politiche nei mesi scorsi per modulare il suo progetto e renderlo più forte. Forze che sarebbero servite a veicolare meglio questa sua potenzialità. E nonostante tutto, lei ha chiuso le porte a tutti, blindandosi nel suo castello di carte, dichiarando in anticipo la sua vittoria. Cos’ e maccus!
        Nonostante il mio mestiere, sono addentro a certi ragionamenti politici da sempre. A scuola, in famiglia, a lavoro, nella vita privata e pubblica, con i miei amici, che come me la politica la fanno e la vivono. Ho amici a destra, al centro, a sinistra, indipendentisti, sovranisti e addirittura anarchici. Ascolto tutti i punti di vista con rispetto e spirito critico. Mai vista prima d’ora in Sardegna una candidatura ” indipendentista” così gonfiata dai media nazionali, dagli artisti e gli intellettuali schierati con lei. Alcuni dei quali senza un minimo senso della realtà e della misura. Le consiglierei ” Cara Michela, ad maiora… semper “

      • @Lucida
        “Quello che ho trovato interessante sacrosanto e condivisibile è la sua visione di microimpresa, la sua reale propensione a voler valorizzare il territorio e le sue risorse. La sua idea di cultura…
        La trovo invece
        molto contraddittoria e confusa sull’energia,
        totalmente assente sull’industria,
        irrilevante sull’agricoltura.
        Sulla sanità, neanche faccio un commento.”
        .
        Sì, ho capito. In fondo non è troppo diverso da ciò che penso io. Però mi domando come tu possa augurarti che Murgia ci riprovi se critichi in questo modo energia/industria/agricoltura/sanità. E come sia possibile sfruttare le potenzialità del territorio senza un’idea chiara di cosa fare dell’agricoltura. Come gestire la spinosa questione della generazione di energia. Come organizzare il manifatturiero.
        E non hai parlato della scuola, altro punto dolente.

  19. Una parte di me sta dicendo: “Interessante…”. Ma il mio IoDomenicale si lamenta: “Ohia è scritto in piccolo ed è un pezzo troppo lungo per esser domenica. Ma farci due post invece di uno, no?” con amore 🙂

  20. Stefano Deliperi says:

    possiamo discutere per giorni e giorni sulla legge elettorale sarda e, alla fine, potremmo anche essere in molti a esser d’accordo: è una legge che lascia alle “minoranze” ben poco, se non sono “intelligenti” e previdenti.
    Testualmente: “Lo scenario a cui puntiamo? Andare oltre il 25 per cento, prendere il premio di maggioranza e non dover negoziare con nessuno” (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2014/01/16/Sardegna-Murgia-puntiamo-oltre-25-_9909917.html), così diceva Michela Murgia alla presentazione della sua campagna elettorale il 16 gennaio scorso.
    Allora la legge elettorale “andava bene”, oggi no.
    Se lei e Mauro Pili avessero puntato su una sola lista a proprio sostegno, avrebbero plausibilmente superato lo sbarramento del 5% (e non del 10%, soglia prevista per le coalizioni) e oggi “Sardegna Possibile” e “Unidos” sarebbero in Consiglio regionale.
    Più che di “democrazia negata” forse si tratta di “strategia elettorale” sbagliata.
    Per me il 48% di elettori non andati alle urne rappresenta una “sconfitta della democrazia”, significa un crollo verticale della credibilità della classe politica.
    Di questo sarebbe necessario preoccuparsi seriamente.
    “Rigore è quando arbitro fischia”, diceva quel grande allenatore di Boskov. Qui, invece, c’è chi si rivolge al Tribunale sportivo per cambiare l’esito del campo. Ma non risulta proprio che qualcuno abbia comprato la partita, qualcuno vorrebbe cambiare le regole della partita dopo la sua conclusione.
    Nello sport non va bene e in politica?

    • Claudia says:

      Concordo con Stefano Deliperi. Michela Murgia avrebe dovuto subito, all’inizio della competizione elettorale, gridare a gran voce che questa legge manca di democrazia e punta ad affossare le minoranze. Invece non l’ha fatto ! Anzi, spavaldamente e colpevolmente, non ha voluto accordarsi con nessuno, cosa indispensabile per garantire l’ingresso in giunta di alcuni consiglieri di Sardegna Possibile anche in caso di mancata vittoria della candidata presidente. É un peccato che ciò non sia avvenuto, ma la Murgia può prendersela solo con la sua arroganza e insipienza politica.

      • Davide Corda says:

        Non è proprio così, i contatti ci sono stati, dapprima col Fronte Indipendentista Unidu, poi con iRS, SNI e Sardegna Libera e anche col PdS. L’ uscita di scena della Barracciu ha fatto saltare il banco, la verità è questa.

    • Federica says:

      é proprio questo il punto, se Sardegna Possibile avesse vinto parleremmo lo stesso dei problemi della legge elettorale?che ci sono è indubbio, ma useremmo gli stessi toni?Io credo di no, anche perchè il modo di aggirarla c’era!Si parla di minoranze, e io mi chiedo, ma visto che ci si propone come movimento che punta al bene e all’esclusivo interesse della Sardegna, non ci si poteva alleare con gli altri partiti che hanno il medesimo interesse?No, la presunzione è stata tanta, anzi troppa, e questo è il risultato. Per quanto riguarda l’astensionismo per me dice solo una cosa, disinteresse, apatia, incoscienza. Son stufa di capire, voglio condannarlo. La possibilità di votare non è solo un diritto, ma un dovere, se non si prende una posizione, non si ha diritto di parlare, di comunicare il dissenso. Il voto è fondamentale per l’esistenza della comunità, se non lo si utilizza l’unica cosa che si comunica è la mancanza di volontà di farne parte, e a questo punto, che senso ha ancora discuterne?I politici, chi ci rappresenta, deve farsi delle domande, ma deve farsele anche il cittadino comune.

    • @Deliperi.
      Ti inviterei a valutare:
      1 quando si costituisce una coalizione si analizzano i pro e i contro. Si cerca di massimizzare il risultato. Sei sicuro che chi ha votato progres avrebbe votato una lista unica con dentro, ad esempio, Valentina Sanna? Il punto è che una lista unica non ottiene automaticamente la somma dei voti delle liste separate. Stesso discorso per Pili. Non ti sei domandato come mai Pili abbia potuto commettere un ”errore” come questo? Proprio un politico di lungo corso come lui? Semplicemente sapeva benissimo che una lista unica avrebbe ottenuto meno voti.
      2 i 70.000 voti dati a Murgia sono probabilmente il massimo ottenibile da un’operazione di marketing politico come quello di Sardegna Possibile. Alle regionali si vota la faccia. Si tende a ritenere che chi amministra dietro casa debba essere conosciuto e stimato. Murgia è una dignitosa signora nessuno. I voti che ha preso dimostrano proprio il fallimento della figura di Murgia come collettore di consenso. Perché la differenza tra la somma dei voti di lista e quelli del candidato presidente è piccola. Si direbbe, invece, che siano state le liste a pompare il consenso per Murgia, non viceversa.
      3 A mio avviso, Sardegna Possibile avrebbe preso più voti in una competizione a carattere nazionale. Se si fosse trattato di mandare Murgia a Roma o in Europa. Grillo questo l’ha capito benissimo e infatti sta evitando accuratamente di presentarsi alle elezioni locali. E punta alle europee. E alle politiche.
      .
      Quindi, non è insipienza politica di Murgia (o di Pili; vecchio squalo). Entrambi gli schieramenti hanno probabilmente massimizzato il consenso. Semplicemente non hanno esibito un appeal sufficiente a raccogliere quanto necessario ad entrare in consiglio. Se avessero presentato una lista unica avrebbero, probabilmente, raccolto ancora meno.
      .
      Sul link che citi hai ragione. Ma, ancora una volta, è stata una scelta obbligata. L’idea che progres potesse fare un accordo con Pigliaru è del tutto fuori dal mondo. Avrebbero raccolto ancora meno. Come è fuori dal mondo credere alla possibilità che i fuoriusciti dal PD, di cui erano infarcite le liste di SP, potessero rientrare nel centrosinistra. O i fuoriusciti di destra. Piuttosto è curioso che non se ne renda conto Vito, questo sì. E che sostenga la possibilità di un raggruppamento di gruppi e gruppetti del tutto incompatibili. Sia per visione politica che per strategia elettorale.
      La realtà pura e semplice è che Sardegna possibile non è riuscita a camuffarsi da qualcosa che non è (un progetto politico appetibile per l’amministrazione locale). E gli elettori hanno reagito di conseguenza.
      Resta il fatto che dal punto di vista personale Murgia ha vinto un terno al lotto. Oggi intervistano lei, mica progres. Mi chiedo quanto saranno contenti gli amici progres-sisti, che hanno portato alla ribalta Murgia e non li caga nessuno.

      • Stefano Deliperi says:

        non saprei: dei “se” e dei “ma” sono piene le fosse, però, probabilmente una lista unica con le candidature di maggiore “peso” avrebbero consentito il superamento della soglia del 5%. Forse…

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