Politica / Sardegna

La legge elettorale minaccia le minoranze ma io Michela Murgia non la voto lo stesso (una risposta ad Amsicora)

 

Dall’amico Amsicora ricevo questa lettera, di seguito la mia risposta.

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Caro Vito,

tu sai, perché te l’ho confessato, che ti avrei visto bene candidato alla Presidenza, e sai anche che, se fossi stato tu il candidato, avrei votato anche il diavolo perché avresti scelto una bella compagnia per andare all’inferno. Ma ora non ti capisco. Anzi provo una certa delusione sulla risposta che hai dato sul mio quesito “a chi il voto utile?” E non sono soddisfatto anche dei commenti di gran parte dei tuoi lettori. Tu hai omesso di dire una cosa importante e anche loro. In realtà anch’io. Questa.

A meno di otto mesi dalla fine della legislatura, la legge elettorale attuale è stata approvata dal Consiglio regionale della Sardegna nel giugno scorso. È una legge costituzionalmente illegittima, e soprattutto volta a fare fuori le minoranze non rispettose, non disponibili a confluire nelle grandi forze pur di avere un seggio. E chi l’ha approvata questa “proceddada”? Solo il PDL con un PD sulle barricate in difesa della legittimità costituzionale e delle minoranze?

No. Questa legge elettorale è stata approvata a larga maggioranza con 61 voti a favore, 7 contrari 6 astenuti. Ergo il PD ha votato a favore.

Ed allora ragioniamo un po’: il PD si allea col PDL per fare una legge elettorale regionale porcata, preordinata a far fuori le minoranze vere, quelle che preferiscono rischiare di rimanere fuori dalle istituzioni, pur di non rinunciare ai loro programmi e ai loro ideali. Sì perché, per fortuna, condivisibili o meno, c’è ancora chi ha idealità. Queste minoranze sono il sale della democrazia o no?

Questa legge contempla anche l’arma del ricatto contro queste minoranze: se non votate chi ha preordinato la legge truffa per uccidervi, favorisce l’altro schieramento, ossia quello schieramento con cui la legge truffa è stata ideata e votata per uccidervi! Tradotto in pratica politica: noi PD e PDL possiamo peculare insieme, possiamo fottercene della povera gente, possiamo irridere le vostre idee, possiamo metterci d’accordo al Nazareno per manomettere la Costituzione, ma poi con la legge elettorale che abbiamo fatto insieme per farvi fuori e col giochino del voto utile prediamo il vostro voto. Cornuti e mazziati!

Ed allora, caro Vito, il voto che tu chiedi presuppone che l’elettore fortemente convinto di idealità e programmi non riflessi nei partiti maggiori, non disposti a farsi fagocitare dai grandi per uno o due seggi o addirittura gratis, sia affetto dalla “sindrome di Stoccolma”. Tu pretendi che si innamori del suo aguzzino o, quanto meno, si arrenda a lui. Non ti sembra che per uomini liberi – come noi siamo sempre stati e vogliamo essere – sia chiedere troppo?

Il PD e il PDL hanno preparato la trappola. Hanno fatto una legge elettorale, che più che pensata per rappresentare noi sardi, è pensata come un gioco d’azzardo, una sorta di roulette russa. Chi dei due verrà cassato, ci rimetterà le penne. L’altro vince. Fino al prossimo gioco, secondo previsione condivisa, PD-PDL. È così? Non ti pare?

Ed allora perché concorrere, con la pessima storiella del voto utile, a far sì che chi ci ha tolto l’agibilità politica e la voglia di votare, prenda – nonostante tutto – il nostro voto?

Tutti i ragionamenti che non contemplano il diritto di resistenza alle porcate antidemocratiche (e per noi dell’ANPI contro la Costituzione, che vuole il voto uguale), stanno al di sotto del livello vero che la legge elettorale sarda impone. E tu non puoi stare sotto quel livello, nel coro. Non può stare al di sotto la Sardegna, che ha bisogno di parole di verità.

***

Caro Amsicora,

io sono d’accordo con te: questa legge elettorale regionale è una porcata. E il ragionamento che fai è ineccepibile: è stata studiata non solo per far fuori le minoranze, ma soprattutto impedire la nascita di un polo alternativo ai due gradi schieramenti italiani. Inaccettabile. Peraltro, Pd e Pdl negli ultimi tempi son andati anche oltre nella loro follia, visto che nell’ipotesi Italicum esiste una soglia del 4 e mezzo per cento anche per le forze che si presentano in coalizione (nella nostra “proceddada” questa aberrazione almeno non c’è).

Però caro Amsicora, alla fine che si fa? Cosa proponi? Chi voterai? Perché qualcuno comunque lunedì sarà eletto presidente della Regione. Ci inviti all’astensionismo? Non direi. Il tuo ragionamento mi sembra dunque incompleto. E se dovessi essere chiamato a proseguirlo in maniera coerente, mi sembra che tu ci stia dicendo: “Siccome questa è una legge elettorale è una porcata e non tutela le minoranze, votiamo le minoranze e non esprimiamo la nostra preferenza né PigliaruCappellacci, rappresentanti di due partiti che questa legge schifosa e anticostituzionale l’hanno fortemente voluta”.

Scusami ma mi sembra un ragionamento fragile, giacché non di sola legge elettorale vive il cittadino ma anche di proposte concrete per affrontare la crisi e i problemi.

Hai ragione quando affermi che molti partiti soffrono della sindrome di Stoccolma. Ed è proprio per questo che io a lungo ho sperato (e lavorato) affinché Michela Murgia allargasse la sua coalizione, aggregando intorno al suo progetto altre forze assolutamente compatibili con quella che sostiene la sua candidatura (cioè Progres). L’estate scorsa la situazione sembrava mettersi bene, c’erano stati scambi molto fitti e interlocuzioni avanzate, poi ci si è fermati. Come mai?

Da una parte la sindrome di Stoccolma, è vero, di partiti pronti sempre ad abbaiare al Pd ma a non morderlo quasi mai; dall’altra però l’assoluta volontà della Murgia di non rimettere in discussione (neanche strumentalmente) la sua leadership o, per meglio dire, la sua autocandidatura alla guida di una coalizione indipendentista/sovranista.

La Murgia ha fatto di tutto perché non si arrivasse ad una saldatura naturale di forze politiche simili, già la scorsa estate avrebbero potuto svuotare il centrosinistra (isolando sostanzialmente il Pd) e creare una coalizione molto più forte e molto più coerente di quella che oggi sostiene Francesco Pigliaru. Murgia ha rotto sistematicamente tutti i ponti con le forze che si sono avvicinate a lei, proponendo loro non una alleanza ma al massimo una vera e propria annessione: inaccettabile

Ecco perché il tuo ragionamento alla fine non mi convince: perché la Murgia, quale rappresentante della più grande minoranza organizzata oggi in campo, ha avuto mille e una opportunità per rafforzare il suo progetto, metterlo veramente al centro della politica sarda, e invece adesso si prepara a celebrare il suo inevitabile clamoroso risultato personale ma anche una imbarazzante sconfitta politica se Sardegna Possibile non dovesse superare la soglia del dieci per cento. E se così malauguratamente dovesse avvenire, ogni lamentazione contro il sistema elettorale da parte sua sarebbe ipocrita. Perché, ripeto, Michela ha avuto tantissime possibilità per creare una coalizione che il 10 per cento lo avrebbe superato in quarta. Ma non voleva confrontarsi politicamente con nessuno, voleva costruire solamente la sua personalissima battaglia solitaria contro tutti e contro tutti.

E non sto parlando di voto utile, giacché a me Michela Murgia presidente non convince in tutti i casi, così come credo che se eventualmente Pigliaru perderà contro Cappellacci sarà esclusivamente per responsabilità sua e dei partiti che lo sostengono.

Caro Amsicora, un giorno dovremo ragionare seriamente sulla distorsione che l’elezione diretta dei presidenti e dei sindaci ha provocato nella vita delle istituzioni. Abbiamo vissuto l’esperienza Soru e ora anche quella Zedda per capire di cosa stiamo parlando. Un candidato alla presidenza non deve solo avere un buon programma ma anche (e forse, soprattutto) un profilo umano e psicologico adeguato all’enorme potere che va ad esercitare e che a fatica riesce ad essere controbilanciato dalle assemblee elettive (non ti dico dagli esecutivi perché le giunte ormai non esistono più, sono solo dei cda i cui membri saltano se il presidente/imprenditore decide che non vanno più bene).

Ecco perché alla fine questa storia del voto utile è speciosa e mi dispiace se in qualche modo l’ho alimentata. La verità per me è un’altra, ed è questa: Michela Murgia non è adatta a fare il presidente della Regione. Non ha né una preparazione politica minima, né una amministrativa, né ha un profilo caratteriale adatto ad esercitare un potere così grande e così poco controllabile come quello che ha chi governa oggi una regione. Forse un giorno avrà queste qualità, oggi no. E non posso assecondare le sue esagerate velleità di vittoria. Avrei preferito che non avesse bruciato le tappe, che avesse scelto un obiettivo più alla sua portata (entrare in Consiglio sarebbe stato un ottimo risultato). E se da aspirante presidente avesse giocato le sue carte in maniera diversa avrei potuto anche sostenerla, ma così no. Ci siamo liberati con grande dolore dell’autocrate Soru, a Cagliari facciamo i conti con Zedda, ci manca solo che ricaschiamo nello stesso errore. No, grazie. Ci deve essere una proporzione tra ambizione personale e qualità politica: nel caso della Murgia non la ritrovo per niente.

Detto questo, io ho provato a completare il tuo ragionamento, però sarebbe opportuno che lo facessi tu. Domenica vai a votare oppure no?

 

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41 Comments

  1. Andrea caboni says:

    Questa tua riflessione Vito devo ammettere e constatare che ne ha generate tante oggettivamente altre di qualità. Ma il dato più curioso si evince quando sempre in riferimento a tutti i tuoi post riguardanti l’analisi del voto, ne emerge una statistica curiosa in controtendenza alle tue aspettative e anche a quelle dell’US. Infatti Michela Murgia risulterebbe sempre al 1° posto.
    Vuoi vedere mica mica che…
    Saluto invitando tutti i sardi indecisi ad andare a votare per sostenere Sardegna Possibile, che si, forse non sarà così preparata ed esperta (oggi) per governare, ma sarà capace allo stesso modo di ingranare le marce una ad una questa volta portando la Sardegna in avanti e non in retromarcia come oramai da tantissimi anni hanno fatto i partiti italiani fino a oggi.

  2. Andatevi a vedere questo video di Report sul corriere della sera on line se ancora avete qualche dubbio sul cd voto utile e sulla necessità di battere Cappellacci

    http://www.corriere.it/inchieste/reportime/interviste/che-c-entra-faccendiere-carboni-le-microspie-regione-sardegna/4444bf90-94c6-11e3-af50-9dc536a34228.shtml

    • Paolo Bozzetti says:

      Chi era e chi è Cappellacci, lo sappiamo tutti, ma lo sapeva anche, e sopratutto, il PD sardo quando ha approvato una legge elettorale che ha ridato a Ugo la possibilità di giocarsi la possibile rielezione.
      Cosa si nasconde dietro le motivazioni che, nel giugno scorso (quando era oramai evidente che la Murgia si sarebbe candidata), hanno portato a questa sciagurata scelta?
      La mia amata nonna direbbe che “hanno fatto i conti senza l’oste”, io aggiungo che c’era il desiderio di egemonizzare la sinistra sarda e andare al governo da soli o con un gruppo di alleati ben sottomessi (sotto ricatto, appunto, per il meccanismo della legge elettorale).
      Ha un senso continuare a dare fiducia a questi strateghi della politica?
      Ha un senso chiudere gli occhi e non vedere dove sta portando il paese questa classe politica di ambiziosi irresponsabili che alberga nel PD?
      Se trovate questo senso, votate Pigliaru.
      Se iniziate a non trovarlo, prendete il coraggio a due mani, stringete la matita e votate Murgia e le sue liste (potreste rimpiangere di non averlo fatto).

  3. Carlo Murtas says:

    I sardi vanno alle urne in un’atmosfera dominata da una gravissima crisi economica e morale; di quest’ultima ne è diretta espressione anche il “Porceddum” sistema elettorale ritagliato su misura dalle due forze politiche egemoni in Consiglio.
    ‘E sufficiente tutto questo per disertare le urne o vendicarci politicamente votando la Murgia?
    No, la posta in gioco è troppo alta per poterci permettere di fare gli schizzinosi alle urne o abbandonarci a comportamenti elettoralmente irrazionali.
    Anche se lo sappiamo tutti che Pigliaru, se vincerà, dovrà subito guardarsi le spalle dalla voracità del ceto politico dei vari Lai & Barracciu e dall’influenza dell’Oligarca che tiene per le palle il PD, va onestamente rilevato che anche la Murgia, appartiene al ceto intellettuale di questa classe dirigente, della quale possiede, oltre che alcune virtù, anche parecchi difetti.
    Sulle orme di Lawrence, Vittorini, Ida Magli ed ispirando registi attenti ai drammi della quotidianità come Virzì, la Murgia ci ha dato il suo punto di vista su varie angolature della realtà, spaziando dalla dimensione del locale alle inesorabili dinamiche economiche internazionali, disvelando anche le sovrastrutture ideologiche che plasmano i nostri comportamenti.
    ‘E un’ottima comunicatrice, a proprio agio, pur con l’aria da finta timida, davanti alle telecamere; ed è questa una dote che condiivide con le giovani nuove leve della politica nazionale della Sinistra, in difficoltà solo in presenza di allenate professioniste della mistificazione per via mediatica come la Santanchè.
    Non si capisce per quale motivo nasconda il pregresso percorso politico prima della conversione al verbo indipendentista; è stata una dirigente dell’Azione cattolica e sostenitrice del candidato di area cattolica Adinolfi alle primarie nazionali del PD nel 2007, quando non era più un’adolescente; mi ricorda il giovane Veltroni militante della FGCI fotografato con Pasolini, che da grande ci tenne a raccontare che non era mai stato comunista neanche in gioventù, come se avesse un vizio di gioventù da farsi perdonare.
    La Murgia manifesta serie lacune anche nella cultura generale alle quali dovrebbe porre rimedio; il suo svarione in geografia nell’ intervista televisiva a RAI 2 mi ricorda il Castagnetti, Segretario della Margherita, che, intervistato dalle Iene, non sapeva la data della Rivoluzione francese; ma a differenza di questo la Murgia ha faccia tosta e da grande comunicatrice riesce ad uscire con disinvoltura dall’impasse sparando una cazzata, proprio come fa Berlusconi.
    Insomma la Murgia non è un marziano catapultato in Sardegna da una lontana Galassia, è un personaggio dei nostri tempi , e come tale condivide i vizi e le virtù di questa classe dirigente nazionale e regionale, ed è importante che lo sappia chi ha intenzione di affidarle il nostro governo regionale.
    Anche il pragmatico Pigliaru condivide tratti di modernità con la concorrente Murgia, ma mi sembra disponga anche di quegli antichi tratti di rigore, serietà e concretezza che lo rendono più affidabile e maggiormente organico all’esigenza di riscatto dei sardi.

    • arricardu says:

      —–E un’ottima comunicatrice, a proprio agio, pur con l’aria da finta timida, davanti alle telecamere;—- ma est fissu a matza bruta,sempri arrenegada…

  4. giancarlo says:

    Hai ragione Vito, la Murgia non è adatta , ma non solo a fare il presidente. Non può presentarsi al voto una persona che non conosce la legge elettorale !!! Non è questione di voti utili o inutili, ma bisogna solo ricordare che si vota per dare rappresentanza a chi ti vota. Se questo non lo capisce … allora è grave, molto grave. Se si voleva solo dare un voto di protesta c’erano altri mezzi , più efficaci , che ci avrebbero anche evitato le inutili interviste della suddetta candidata.

    • Ciao Giancarlo, ahahahaha. bella questa supercazzola. a si biri.

      • Giancarlo Nonis says:

        Il PD italiano ha confermato con Renzi, che intende superata la fase della democrazia partecipata con il voto, e ha inaugurato ufficialmente la seconda fase la DEMOCRAZIA COERCITIVA, in cui il voto come dice il Napoletano è una sciocchezza, il governo e chi lo guida lo decide solo la segreteria del partito che ha il nullaosta del Pres. E’ la stessa visione che fu di Soru, e che probabilmente è anche del vicerettore, abituato alle elezioni farsa storicamente attuate in tutte le cadreghe baronali, dove ognuno sceglie i collaboratori fuori dai concorsi e gli appalti sono fatti in casa.
        Michela e la sua gente è onestamente nuova, e può anche all’opposizione portare dei nuovi freschi valori in una aula composta di corrotti e incapaci, alla luce degli atti giudiziari passati e a quelli che a breve termine saranno chiamati manette ai polsi a rispondere del disastro Sardegna.

  5. Giagu Ledda says:

    Sa lògica est unu ponte chi collegat sa teoria cun sa pràtica, nos servit pro agatare solutziones a sos problemas; est su mètodu chi impreamus pro chi, dadas unas premissas, leamus una detzisione. In sa risposta tua a Amsicora, dada sa premissa: ” …. questa legge elettorale regionale è una porcata. E il ragionamento che fai è ineccepibile: è stata studiata non solo per far fuori le minoranze, ma soprattutto impedire la nascita di un polo alternativo ai due gradi schieramenti italiani. Inaccettabile. “, sa detzisione chi leas, chi difendes e chi cunsìgias a chie ti leget, non mi paret, e ti lu naro cun totu su rispetu, chi rispondat a critèrios lògicos, ma sighit critèrios paradossales.

  6. Belfagor says:

    Gentile Vito, sono un operatore che vuole mantenere l’anonimato perché in questi 5 anni di Giunta Cappellacci ho subito atti di censura e rischiato il posto di lavoro a causa di alcune mie prese di posizione, soprattutto nei confronti di un signorotto locale, che sostiene questo esecutivo, a cui non ho consentito l’uso di denaro pubblico per fini “indefiniti” (eufemismo). Scrivo per sostenere la sua tesi che in questa congiuntura particolare, dato lo stato di crisi globale che attraversa tutta la nostra comunità (sarda ma anche italiana ed europea), in relazione alle elezioni regionali di domenica prossima 16 febbraio, non sia del tutto campato in aria ragionare in termini di voto “utile” e che concordo con il suo ragionamento.
    Come lei ho fatto la scelta che sia prioritario impedire altri cinque anni di devastazione politica, sociale, culturale ed economica da parte di Ugo Cappellacci e della sua banda di predatori. Anche io non sono particolarmente affezionato a ragionamenti centrati sul voto utile. Ritengo però che in questa fase le maggiori possibilità di farci uscire dal 2° Disastro Cappellacci le abbia la coalizione di Francesco Pigliaru.
    Potrei aggiungere che tre giorni fa sono stato chiamato telefonicamente da un parente di destra che neanche molto velatamente, conoscendo le mie posizioni di sinistra, ha cercato di convincermi della bontà del voto a Michela Murgia. Ma non è necessario scomodare tentativi maldestri di questo tipo per leggere nella logica delle cose che il sostegno a Michela Murgia fa comodo a Ugo Cappellacci. Non dobbiamo dimenticare che in questa campagna elettorale lo stesso Cappellacci ha cercato di accreditarla come il vero avversario politico, non perché il progetto della Murgia sia realmente alternativo al suo e perché ne abbia la statura “politica”, ma ovviamente perché il signor Ugo – che con un non-lapsus freudiano il pregiudicato Berlusconi ha ben aggettivato nella sua ultima calata in Sardegna – sa fare bene i suoi calcoli elettorali.
    E non dobbiamo nemmeno dimenticare che l’Unione Sarda da mesi ha sostenuto, neanche molto indirettamente, la discesa in campo della scrittrice sarda, al fine di scompaginare un già scompaginato, e terremotato di suo, fronte di centrosinistra dominato dalle irresponsabili lotte intestine del PD.
    La prima tesi di fondo di questo mio ragionamento è ovviamente la convinzione che in dirittura di arrivo l’elezione del prossimo presidente se la giocheranno principalmente Cappellacci e Pigliaru. La seconda tesi è che il cartello di Michela Murgia sottragga voti soprattutto all’elettorato di centrosinistra. Ritengo queste due tesi sufficientemente attendibili per poter scegliere di votare Pigliaru nella speranza che il mio voto aggiunga un punto in più utile a farci dimenticare Cappellacci.
    Tuttavia ritengo questo ragionamento sul voto “utile” ancora debole, sebbene sufficiente a farmi scegliere. Capisco chi mette in discussione il ragionamento sul voto “inutile” alla Murgia, perché votare la Murgia non è certamente un voto inutile. È certamente un voto utile al suo programma e al suo cartello, perché sicuramente porterà in consiglio regionale volti nuovi, non accomunabili al bestiario che abbiamo visto in questi anni (anche se sono convinto che alcuni consiglieri regionali siano stati onesti e abbiano svolto nei limiti del loro mandato un buon lavoro).
    Non soddisfatto del ragionamento sul voto inutile alla Murgia ho deciso di procurarmi il suo programma e il materiale promozionale di Sardegna Possibile. Dopo aver analizzato il materiale e letto abbastanza sono dell’idea che per fare il controcanto al simpatico e intelligente ma ingenuo spot elettorale di Pino Cabras, l’Alternativa NON c’è.
    Il programma di Sardegna Possibile è una giostra delle belle intenzioni, gratificanti in termini di farraginosità e magniloquenza astratta ma senza alcuna concretezza politica. Mi ricorda la boria dei candidati di 5Stelle che volevano rivoluzionare le istituzioni e che quando sono entrati nelle istituzioni si sono trovati davanti una realtà diversa e hanno fatto i conti con i principi di mediazione necessari per ottenere anche un solo risultato amministrativo. Molti di loro oggi sono omologabili alla classe politica che hanno attaccato e stigmatizzato negativamente. E alcuni di loro sono anche peggio degli amministratori che hanno sostituito.
    A dimostrazione del fatto che far parte di un cartello che proclama “innovazione” non fa diventare automaticamente “innovatori”. Così far parte del cartello della Murgia non è un dato di merito. Il merito va conquistato alla prova dei fatti. Devo dire che conosco alcuni candidati della Murgia e a loro non affiderei il mio portamonete. Non lo affiderei nemmeno ad alcuni che ritroviamo nel cartello di Pigliaru e certamente non lo affiderei a nessuno di quelli che fanno parte del cartello di Cappellacci. Ma il programma della Murgia resta per me una proclama astratto con alcune cose ideologicamente condivisibili e con altre non condivisibili.
    Il problema è che come i migliori capipopolo della nostra storia, il capopopolo Murgia cerca di dirci maldestramente qual è il suo orizzonte, ma non ci dice come arrivarci, con quali risorse, con quali scelte tecniche, con quali dispositivi, con quali forze politiche. Perché, non so se la Murgia lo ricorda, in Consiglio oltre ai suoi consiglieri ci saranno anche altre forze politiche e la politica vuole che le scelte più sono condivise più sono praticabili.
    Un’altra questione importante, che non mi consente di votare la Murgia, è che di capipopolo, cioè di “Leader Massimi” intorno a cui ruota il destino dei popoli ne abbiamo conosciuti tanti nella storia e non sono state belle esperienze. Quando si costruisce un movimento sulla persona di un leader il rischio ademocratico è fortissimo. Oggi è la tendenza che va per la maggiore, ma il “partito” della Murgia non nasce costitutivamente su principi democratici. Sono abituato ad un associazionismo in cui i ruoli sono riconosciuti e definiti dal basso. Un leader che fa e disfa a suo piacimento sottoponendoci semplicemente ad un voto di adesione non garantisce nessuno, tantomeno i sardi. Tranne quelli che hanno bisogno di mettersi sotto le ali protettive del suo Signore. Ma qui stiamo parlando di servi, non di persone.
    Michela Murgia ha deciso i suoi assessori? No! Se vince ha deciso i nostri assessori. Bene ho preso l’opuscolo “Costruiamo insieme la Sardegna Possibile”. Chi sono gli assessori? Lasciamo stare il fatto che i curriculum dei prossimi assessori sono un po’ scadenti, ma non sono molto diversi da assessori incompetenti e innominabili che hanno calcato le scene di questi ultimi anni. (Ritengo che nemmeno la competenza sia una garanzia sufficiente, ma almeno è un punto di partenza).
    Gli assessori murgiani: ne prendo due. Omar Onnis, assessore alla cultura… si parla di competenze varie ma inconsistenti, senza ruoli definiti… un curriculum calcato e addomesticato, scritto per dire senza affermare e soprattutto senza convincere. Però è “scrittore e saggista”. Cioè? Ha scritto un libro. Un libro dal titolo “Tutto quello che sai sulla Sardegna è falso”. L’ho letto. Mi ha colpito molto in questo libro, che è una collezione di opinioni personali (da qui a definirlo saggio ce ne vuole!), l’evoluzione acrobatica di un ragionamento che cerca di dimostrare che Cagliari non ha niente a che vedere con la Sardegna e che non merita di essere il capoluogo sardo. Che un sardo così involuto sia candidato ad essere l’assessore alla cultura di tutti i sardi mi spaventa un po’. Spero che qualcuno gli ricordi che un buon politico “unisce”, non “divide”.
    Un altro capolavoro è l’assessorato al Lavoro. Rita Tolu, sicuramente una brava ragazza, ma che per studi si è occupata di diritto penale e etica di mercato e di sovraffollamento delle carceri e diritti dei detenuti. Cose ammirabili, per carità, ma che non hanno nulla a che vedere con il lavoro, a meno che non siano “lavori forzati”. Ma non c’è da stupirsi: la parte del programma dedicata al lavoro è la più vuota di contenuti. Il capitolo del lavoro manca di un’analisi dei fatti, della storia del lavoro in Sardegna, su cui costruire le basi delle politiche praticabili del lavoro. Il programma non è un progetto: è un proclama.
    Ci sono altri aspetti del programma che meriterebbero puntualizzazioni, ma non mi sembra il caso di aggiungere altri elementi.
    Domenica 16 voterò Pigliaru, un po’ turandomi il naso, ma lo ritengo necessario. Darò la mia preferenza alle forze che nella coalizione mi offriranno più garanzie dell’attuale PD, sperando che serva. Non voterò la Murgia non perché il voto a lei è inutile, ma perché la sua Sardegna Possibile, per me, non è nemmeno appena appena “Passabile”. Non voterò Cappellacci perché non sono masochista e altri 5 anni di devastazione ambientale, culturale ed economica come quelli che abbiamo vissuto non li auguro nemmeno al mio peggior nemico. Cioè non li auguro nemmeno a Cappellacci.

    • Paolo Bozzetti says:

      Caro Belfagor, alcune note al tuo commento.
      1) Ho riletto il capitolo sul lavoro e ho trovato un documento dove, oltre ai diversi obiettivi generali da perseguire, si individuano le priorità da dare e il metodo (il famoso metodo partecipativo) da utilizzare. Vengono individuati i diversi settori operativi. L’analisi sulla stato attuale e sulla storia del lavoro in Sardegna non è certo un elemento fondamentale di un programma politico, ma la declinazione degli obiettivi chiarisce che, chi ha scritto, aveva studiato i diversi documenti di programmazione della RAS (dove l’analisi viene effettuata e aggiornata continuamente).
      Se non bastasse, il metodo partecipativo tarato sulla dimensione dei micro-modelli territoriali, definisce la necessità di un continuo monitoraggio sullo stato di fatto,
      Direi, per la mia esperienza, che il documento non è un proclama e non è privo di contenuti in quanto riesce a chiarire dove e come si opererà, individuando alcuni degli strumenti da approntare e, cosa estremamente interessante, definendo un meccanismo pragmatico ed efficiente di riorientamento delle attività legate alla progettazione integrata.
      2) Con tutte le figure politiche che calcano il “bestiario” politico nazionale (dove eccellono proprio i tanti “governatori” come Formigoni, Bassolino, Cota, Polverini, Marrazzo, Cappellacci …) spacciare Michela Murgia come “Lider Maximo” o “capopopolo” lo trovo veramente ingeneroso, per una donna di cultura che si sta impegnando e ha dimostrato (al di là del tuo giudizio strumentale) passione e competenza, costruendo qualcosa (in termini di creatività politica e gestionale) finalizzato a dialogare concretamente con il cittadino, scambiando esperienze, creando condivisione e partecipazione (tutte le cose che la politica degli altri ha eliminato dalle proprie metodologie).
      Chiudo con una domanda: come mai il PD, a fronte di un obiettivo primario quale la cacciata di Cappellacci, ha favorito, in una terra dove comunque il cdx è minoritario, l’approvazione di una legge elettorale che ha letteralmente resuscitato il caro UgoTuttoSugo?

      • Belfagor says:

        Gentile Bozzetti
        Ho riletto anche io il programma e trovo insufficiente il livello di determinazione dei propositi concreti per un candidato alla presidenza della Regione, che dovrà gestire una struttura complessa. Il progetto è un proclama perché non chiarisce all’uomo della strada le cose importanti. E anche io che leggo “metodo partecipativo” non capisco a quali modelli e livelli operativi il “metodo” vorrebbe essere applicato (Il livello politico? Il livello organizzativo? entrambi?). A cosa si partecipa? alla progettazione? all’assunzione di decisioni? Quali decisioni? Insomma: quali dispositivi regolano il metodo e quali sono i limiti non è dato capire. Se non si chiarisce questo il “metodo partecipativo” è soltanto una parola vuota, che la gente dovrebbe accogliere con un’esclamazione di giubilo (“Caspita che novità!”) e bevendosi un contenuto così trasparente che non si vede.
        Lo stesso dicasi per i micromodelli territoriali, che non funzionano senza un piano organico, una progettazione che non si affidi soltanto all’etica del “cortile di casa”, ma che tenga conto dei meccanismi del mercato globale, con cui – che ci piaccia o meno – dobbiamo fare i conti. Parole vuote quindi se non sono definite meglio e che segnano decisamente la natura del programma improvvisato e lacunoso. La teoria dei micromodelli non è sufficiente e può forse funzionare nel medio periodo ammesso che si riesca ad affrontare i problemi contingenti.
        Ribadisco che i fatti ci hanno mostrato e non smentiscono la forma decisionista e così poco partecipata che ha assunto la Murgia con la sua discesa in campo. Forse è ingeneroso, ma l’aspettiamo alla prova dei fatti, sapendo che i presupposti non sono rassicuranti. Voglio proprio vedere che struttura decisionale, quali forme di partecipazione si costruirà il gruppo e quali rapporti si definiranno tra i consiglieri eletti e il “Grande Capo”.
        Sulla passione niente da dire, ma sulla competenza non ci siamo proprio. La competenza, mi sembra di capire sarebbe da rintracciare nella creatività politica e gestionale con cui ha costruito qualcosa (certo, si può dire solo “qualcosa” perché la “cosa” non riesce ancora a darsi un nome preciso) finalizzato a dialogare concretamente con il cittadino. Mi spiega bene cosa è questo qualcosa, perché io vedo invece che lei riesce a dialogare concretamente solo con i suoi elettori, con alcuni dei quali, ancora non capisco bene perché, non sono riuscito a discutere perché hanno occhi spiritati che sembrano illuminati da una semidivinità dalle cui labbra pendono i loro destini. È lo stesso atteggiamento che avevano i talebani soriani a suo tempo, tra i quali – io stesso l’ho constatato – ho dovuto annoverare la stessa Murgia, restia in quegli anni a mettere in discussione il progetto di Soru.
        Sull’ultima domanda: lei sfonda una porta aperta: se vuole . Ma non c’entra nulla con il centro del mio ragionamento che è: ci possiamo permettere altri cinque anni di Cappellacci? Io dico NO. Ci possiamo permettere, con tutti i suoi limiti, 5 anni di Pigliaru? io dico SI. Per me la forbice è tra i due. Se la forbice fosse stata tra Murgia e Cappellacci avrei appoggiato la Murgia. Ma le cose non stanno così, non è la mia convinzione. Pili toglie voti a Cappellacci e io mi auguro che siano tantissimi. Murgia sottrae voti a Pigliaru e questo spero non sia determinante. Per me c’è una priorità e quella è decisiva. So bene che il suo ragionamento è un altro e contesta l’impostazione. Ma questo è il nodo su cui baso la decisione su come votare alle prossime elezioni.

      • Paolo Bozzetti says:

        Caro Belfagor,
        andiamo per ordine.
        Il “metodo partecipativo” ha già svolto la sua prima fase, in modo da recepire, con incontri aperti a tutti (cittadini e operatori) nell’ambito di tematiche di settore (turismo, agricoltura …), indicazioni, esigenze, temi e problematiche da inserire nel programma elettorale.
        Le seguenti fasi ricalcano la falsariga della progettazione integrata, dove gli “attori” ) istituzioni, imprese, operatori privati porteranno avanti i diversi progetti del territorio.
        L’applicazione operativa del metodo dovrà, nel caso, essere sviluppata dal Centro regionale di programmazione, inserita nell’ambito del POR. Gli elementi interessanti del metodo sono sintetizzabili in recepimento di input socio-cultural-economici dei diversi territori a monte del processo di programmazione e il dialogo continuo tra istituzioni, programmatori e attori del territorio. (il vantaggio è la condivisione attiva dei progetti e la valorizzazione di potenzialità attive – quindi concretezza e risorse per chi opera).
        La comunicazione di questi contenuti, se letta in un programma elettorale, o anche nei nostri dialoghi, non può essere mirata al comune uomo della strada.
        Quel livello viene attivato negli incontri che sono stati realizzati e in quelli che si realizeranno (oltre a quanto viene comunicato negli incontri di campagna elettorale).
        Se si leggono anche gli altri programmi, si trovano sempre elementi specifici di carattere tecnico.
        Per quanto riguarda i micro-modelli sono configurati come ri-organizzazioni produttive permanenti sul territorio, negli ambiti prioritari dell’industria e nuova industria, dell’agricoltura, dell’artigianato tecnico e artistico, dell’istruzione scolastica, della cultura e i beni culturali e identitari e il turismo. Ogni micro-modello è costruito a partire da uno studio delle esigenze del mercato o delle richiesta di efficienza del servizio, i cui risultati costituiranno il suo obiettivo finale e prevede, oltre alla messa in campo di precise azioni di organizzazione della produzione, anche un raccordo con la filiera della formazione accademica e professionale.
        La programmazione dei micro-modelli è integrata da iniziative e programmazioni di sistema (che vengono specificate). Ricordiamoci che, comunque, la scrittura o riscrittura del POR sarà sempre prevista, in quanto documento di programmazione generale.
        Riferendomi al decisionismo, rimarco che la Murgia e i suoi compagni hanno realizzato, nell’intero territorio sardo, incontri tematici aperti a tutti e pubblicizzati dalla stampa locale, in modo da raccogliere idee e indicazioni per il programma.
        La terza nota non era riferita solamente a te, ma risentiva delle emozioni prodotte ultime decisioni di Renzi.
        Il discorso della forbici è basato su dati, per me, poco attendibili, sollecitati dall’Unione Sarda, quindi capaci di fuorviare qualsiasi ragionamento in merito.
        Saluti

    • Scusa Belfagor, ho letto le tue argomentazioni con molto rispetto ma alla fine ho trovato solo motivi per non votare la Murgia. Ma ne esiste anche qualcuno per votare Pigliaru? Oppure bisogna solo turarsi il naso “perché è necessario”, facendo finta di non vedere la montagna di banalità e superficialità che è il suo programma?

      • Belfagor says:

        Hai ragione, ma detto in sintesi… a guardare oggettivamente le cose io avrei buoni motivi sia per votare che per non votare Pigliaru, come ho dei buoni sia per votare la Murgia e altri buoni motivi per non votarla. Se vogliamo fare l’elenco sono pronto. Mi sono soffermato sui buoni motivi per non votare la Murgia perché non vorrei ridurre la dimensione del voto solo alla perniciosa questione “voto utile/voto inutile” e far passare l’idea che il programma della Murgia non scaturendo da gruppi politici a cui possiamo contare i peli nel culo (scusa l’espressione, ma mi risulta efficace) sia circondato da un alone di trasparenza, di efficacia, di meravigliosa auspiciosità, indiscutibili. Non voto la Murgia non solo perché è inutile ma anche perché ho alcuni buoni motivi per non condividerne programma, intenzioni e orizzonti. Detto ciò sottolineo il fatto che forse ho più motivi per non votare PD, ma questi si riducono se circoscrivo alla persona di Pigliaru il mio discorso e si riducono ulteriormente se penso di dare la mia preferenza ad altre forze della coalizione. Personalmente ne avrei per tutti. Da chi vogliamo incominciare?

  7. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
    Io mi sento così: lo so che la Murgia non ha esperienza (ma Cappellacci & Pigliaru si), che sarà inadeguata, autoritaria, antipatica tipo Soru e Zedda (Cappellacci & Pigliaru si che sono democratici). Ma la voto lo STESSO. Voglio RISCHIARE di vedere una faccia nuova in Regione, SPERARE che qualcosa possa andare meglio. E non piegare la schiena al solito, noioso cinismo.

    • Sono d’accordo con i suoi argomenti o, almeno, condivido i suoi sentimenti. Ma la legge non consente di votare Michela Murgia perché il voto, come qualcuno ha spiegato con chiarezza, si volatilizza, finisce in nulla, va in fumo. Altri cinque anni di Cappellacci sarebbero fatali. Non sono entusiasta, anzi, ma voterò Pigliaru perché è un uomo civile e onesto.

      • E se invece votassimo tutti Kelledda? E poi, mi spieghi perchè Pigliaru non è andato a “Dentro la Notizia” ieri? Cioè, almeno io non l’ho visto……

  8. Caro Vito, la tua non-risposta ad Amp., lascia troppo spazio, ad equivoci, chiudi dcendo dopo l’errore Soru e la tragedia Zedda, e ti dimentichi i 15 mesi del sindaco di Alghero sfiduciato a partire dalla sua maggioranza di centro sinistra-sinistra, proponi di non sbagliare ancora, e ti pare che sostenere Pi. sia il male minore, avremo un Letta secondo, privo di poteri totalmente ostaggio della massoneria che comanda dentro le due Università, e non dirmi che non è così. Michela che non conosco di persona, è almeno sostenuta nei pubblici incontri da persone genuine, schifate dalle segreterie dei partiti del centro sinistra, certo non ha una soluzione buona per tutti i gravi problemi creati da decenni di asservimento a partiti, sindacati e banche, (l’ordine dei fattori è casuale). Non dice di andare a occuapare porti e aeroporti come fece quellintrepido indipendentista oggi candidato con Pi. ( sostiene che la situazione è grave) lo è dalla chiusura dei petrolchimici e della metallurgica voluta da i partiti del csn di allora. Non furono presentate e non presentano soluzioni, perchè la crisi Sarda è diventata nel frattempo crisi Europea ( Germania esclusa non a caso) e in parte crisi dell’Occidente capitalistico fallito di fronte alla crescita dell’industria asiatica. Preferisco Michela perche viene sostenuta da persone semplici, dici che non vincerà le elezioni, e ti pare poco avere una decina di veri consiglieri di opposizione rispetto ai farlocchi 2-3 della precedente legislatura? Per ultimo mister Pi. a 9 righe per la bonifica dei siti industriali e militari, lo so Michela neppure questo, ma il programma e work in progress, come si usa dire ora sono temi a me cari Dai tempo al tempo, cresceranno e si moltiplicheranno, oppure continuiamo a lamentarci, come scrisse il poeta che “un altro era il movimento a cui si anelava”Asibiri tottus inpari e in paxi.

  9. Caro Vito,
    avrei voluto scrivere un intervento più articolato come ho fatto altre volte per il tuo blog, ma il fatto che sia candidato con Gentes, e quindi “di parte”, mi trattiene dal farlo. Però due considerazioni penso di poterle proporre lo stesso.
    Mi sembra che questa campagna elettorale si stia avvitando sempre più in se stessa e si sia progressivamente passati dalla argomentazione e dai programmi agli slogan e agli insulti (in realtà alcuni, hanno fatto ricorso agli insulti e al sarcasmo sin dall’inizio, manco fossero usciti dalla scuola di Santanché o Sallusti). E invece sarebbe necessario, tanto più adesso che le elezioni sono ormai arrivate, rifinire i ragionamenti per aiutare gli indecisi a fare scelte consapevoli e non umorali. Non è certo applicando il modello “tifo calcistico” – come qualcuno insiste a fare – che si risolvono i problemi. Questo blog, l’ho sempre detto, ha il pregio di permettere un confronto a prescindere dalla posizione del “tenutario”, ed è quindi ottima occasione di dibattito.
    Capisco il tuo discorso quando esprimi forti perplessità sulla capacità di Michela Murgia di poter essere un buon presidente della Regione. Non sono d’accordo, ovviamente, ma capisco. Ne abbiamo parlato tante volte a voce, anche quando mesi fa, agli inizi dell’estate, ragionavamo su come poter incidere sulla formazione del nuovo governo regionale per dare una prospettiva nuova alla Sardegna. E pur condividendo la sostanza dei problemi non abbiamo condiviso la strategia. Tu in questi mesi hai cercato in ogni modo di convincere il principale partito del centro-sinistra ad aprirsi al rinnovamento, dapprima con delle primarie allargate, poi suggerendo l’inclusione, poi ancora sottolineando la questione morale ecc. ecc. Quanto di quello che tu suggerivi è stato accolto? Si confermava la mia sensazione, che ti avevo espresso a settembre, che un cambiamento reale non sarebbe mai potuto esserci da quella parte.
    Ora anche tu, che pure hai dichiarato di auspicare una presenza di Sardegna possibile in Regione, ti fai paladino del voto utile dicendo, di fatto, che quanto tu chiedevi può passare in secondo piano. Ecco, io invece sono convinto che quelle rivendicazioni sono sostanziali e che senza un radicale cambio di passo non si vada da nessuna parte. Io non nego le qualità di Pigliaru (non è nel mio stile demonizzare l’“avversario”), anche se non mi ritrovo nella sua linea politica, ma Pigliaru si porta dietro un valore aggiunto che è dato dalla storia individuale degli schieramenti che lo sostengono e questo, come giustamente nota Amsicora, non è indifferente.
    Il cambiamento è sempre un rischio – potrà “funzionare” Michela Murgia come presidente della Regione? Chi lo sa… – ma a volte il rischio è necessario. Certo, io su questo rischio ci sto mettendo la faccia e la mia storia personale.
    Chi chiede il voto utile dovrebbe essere più serio e chiedere un voto politico. Chi si propone di governare non può dire “se vince Cappellacci è colpa tua che hai sostenuto Murgia” (sai quanti messaggi di questo tipo mi stanno arrivando?). Chi si propone di governare dovrebbe dire quali sono stati i propri errori in questi anni scorsi perché della gente che non sbaglia mai ci siamo rotti le scatole (e oltretutto vuol dire che i propri errori non è in grado di riconoscerli), e dovrebbe anche dire come questi errori vuole evitare di ripeterli; dovrebbe spiegare perché quanto tu hai chiesto in questi mesi è stato del tutto trascurato (e non perché lo chiedevi tu, ma perché era una necessità condivisa). Non può usare la “tecnica” del capro espiatorio e per giunta prima ancora di aver perso. Se si fosse fatto questo probabilmente la mia faccia, invece di metterla al servizio di uno schieramento nuovo, l’avrei lasciata al mio lavoro universitario.

    • Caro Floris,
      il problema è esprimere un programma valido e convincere gli elettori di essere in grado di attuarlo. Sardegna Possibile “non” esprime un programma valido, perché le soluzioni che prospetta sono sbagliate e, in più, convince pochissimo sulla possibilità di essere in grado di attuare le ricette proposte. Quindi non si parla di “Michela Murgia capace o no”… o almeno non solo.
      In più, la pretesa novità è una dichiarazione di facciata. Ma dove sarebbe la novità: in persone come Lisandru Mongile? Quello che difendeva Soru attaccando il PD in tutte le lingue conosciute (e in alcune sconosciute)? Lo si vede chiaramente che vi siete dati una struttura d’immagine che prevede il paladino in testa e gli altri dietro… nascosti dietro il paladino. Come Berlusconi e Grillo. Non è che tutti siano proprio scemi. E non è assolutamente vero che dietro Murgia ci sia tutta questa gente “nuova” (Lisandru docet). Né che proponga una “nuova politica”, salvo gli slogan elettorali.
      Per gli insulti e le denigrazioni, invece, hai ragione in pieno: sarebbe il caso di evitare. Ma bisogna anche dire che Murgia, tra lingua e penna, ha fatto l’esatto opposto. Da ben prima che la campagna elettorale entrasse nella fase cruciale. Forse senza tenere conto (anche i consulenti sbagliano) che uno come Cappellacci ci sarebbe andato a nozze e nelle risse se ne danno ma si rischia anche di prenderne un bel po’. D’accordo evitare le zuffe da bar, però non sta bene alimentarle. E neppure conviene, tra l’altro, se l’avversario è un esperto del ramo.
      Sull’aiuto a Cappellacci da parte di chi vota Murgia, è solo una questione di buon senso. Come i voti dati a Pili aiutano Pigliaru. Tuttavia, personalmente, sono anche convinto che la vittoria di Pigliaru (se ci sarà) non si tradurrà in un governo migliore di quello di Cappellacci. Sarà una legislatura pessima, che poi darà il governo alla destra alla prossima tornata.

      • Paolo Bozzetti says:

        Il punto, caro PuntodiG, è capire perché ti ostini a voler dialogare in un blog.
        Premesso che ne hai comunque diritto, vorrei spiegare le sensazioni che provo a leggere i tuoi commenti:
        – sei informato, ne “sai” di tutto e di tutti, ma la somma dei tuoi discorsi è sempre “zero”, perché comunque una somma di negatività, è sempre zero (Cappellacci e Pigliaru negativi, Murgia più negativa dei due, indipendentisti negativi … tutto somma zero);
        – sei troppo “definitivo”, nei tuoi discorsi non aleggia il benché minimo sentore del dubbio, di un’umana fallacità (alla fine questa posizione non favorisce il dialogo, ma ispira fortemente il litigio);
        – in questa visione in bianco&nero ogni fatto assume un valore negativo, anche dove, invece, possiamo coltivare spazi di dubbio, speranza e fiducia (il metodo partecipativo? una supercazzola (ma spiegaci perché, almeno); i “trombati”? da liquidare (ma c’è una ragione perché un trombato debba essere rottamato a priori?) Mongile, Onnis e chissàchialtro? falsi come il due di picche … e via dicendo).
        Insomma, caro il mio PuntodiG, le tue esperienze e la tua intelligenza ti stanno confinando sulla lontana spiaggia di una cinica diffidenza totale.
        Abbi pietà di noi miseri mortali.
        Se tutti i film che vedi non ti piacciono, perché ti ostini a fare il critico cinematografico, tanto noi, al cinema, continuiamo ad andarci lo stesso.
        Tu vai a vedere le partite del Cagliari, anzi, ti consiglio la Dinamo … c’è più gusto.

      • Caro Paolo Bozzetti (&C)
        fare campagna elettorale per Murgia non è proibito. E infatti vedono tutti che ci sono una dozzina di nick (e fake) che riempiono qualunque spazio disponibile. Purtroppo, alla fine, tutto ciò che nick&fake sanno fare è sfanculare la gente, come fai tu, per carenza di argomenti. E anche perché sfanculare è caratteristica precipua di Sardegna Possibile, visto che di argomenti da difendere non ce ne sono e Murgia lo ha sempre fatto: battute tante, contenuti zero..
        Nessuno ti impedisce di farlo, e ti auguro che l’effetto sia quello che ti aspetti. Se abbia funzionato o meno lo vedremo lunedì.
        Un po’ di pazienza.
        E sempre W DInamo & Forza Cagliari, ovviamente.

      • Paolo Bozzetti says:

        Stimato PuntodiG,
        mi dispiace non appartenere al tuo felice mondo popolato da “nick”, “fake”, “sfanculamenti” e “supercazzole”, ma sono solo una persona che, al contrario di te, firma quello che scrive con il suo nome e cognome, assumendone pienamente la responsabilità.
        Se permetti, non faccio campagna elettorale, ma elaboro ragionamenti e li condivido con persone per maturare meglio le mie idee.
        Con te, per i motivi che ti ho spiegato nella prima risposta, non mi interessa aprire un dialogo sulla politica (mentre sei un personaggio sicuramente interessante a livello, se così possiamo dire, di antropologia digitale).
        Comunque, se riesci a vedere il mondo oltre il tuo ombelico, le “mie” idee (misere e banali, se vuoi) le trovi tranquillamente esposte anche su questo blog.

      • Caro Paolo Bozzetti,
        dopo che firmo (Giorgio Aresu, non per la prima volta) cosa cambia?
        Tu, in ogni caso, sai solo mandarmi a vedere le partite e invitarmi a guardare altro che non l’ombelico.
        Questo è appunto ciò che esprime Sardegna Possibile: battute e sfanculamenti.
        Politica no, invece. E, quando ci prova, è pessima.
        Tutto qua, ahimé.
        E poi, come ti ho detto, un po’ di pazienza, solo un paio di giorni. poi tiriamo le somme. Ti piaccia o meno.

      • Paolo Bozzetti says:

        È un piacere, caro Giorgio.
        Adesso ti sento, come diresti tu, un po’ meno “fake”.
        Saluti

    • Supresidenti says:

      spero che le ultime tre righe siano sbagliate, per il resto la tua analisi mi convince più di quella di vito. ma presto lo scopriremo..

  10. NONO, Bidu istimau, mira ca ses irballiande. Totus semus dispiaghios po s’accordu chene fattu itro ‘e totu sos indipendentistas; jai s’at a fagher, un’atera borta.
    Ma tue, mi paret chi est atera cosa chi ti dolet! O nono?

  11. Finalmente, almeno un pochino, si parla di politica.
    E finalmente, almeno un pochino, Biolchini si rende conto che: “…a me Michela Murgia presidente non convince in tutti i casi”.
    Peccato che poi si incarti nella logica che avrebbe voluto Murgia alla testa di un’ampia coalizione sovranista/indipendentista (posto che si capisca cosa sia, visto che avrebbe riunito persone che dicono tutto e il contrario di tutto)! Come possa farlo una che non convince non si capirebbe… se non fosse che, con ogni probabilità, Biolchini ragiona così: mi sono accorto “adesso” che Murgia non è capace di… e per questo non mi convince… etc etc
    Tutto quanto discende da una considerazione apparentemente corretta: che l’attuale struttura istituzionale assegna al presidente della regione una somma di poteri immensa, quindi è necessario eleggere una persona capace di gestirla, quindi Michela Murgia… etc etc.
    Orbene, questo contorto ragionamento per dire:
    primo; che Biochini ha cannato di brutto “prima” (quando considerava Murgia capace di… etc etc) e si è accorto “adesso”… che Murgia non è capace… etc.etc; quindi dovrebbe moderare i propri “l’avevo detto” etc etc, oppure ammettere di capirne pochino, tanto da essere costretto a scegliere attentamente cosa “aveva detto” …
    .
    secondo; il problema non è quello del potere immenso del sindaco o del presidente della ragione; il problema è l’esatto opposto: che sindaci e presidenti delle regioni non hanno un cazzo di potere (ecco perché Biolchini sbaglia: vede le cose al contrario). Non è un caso se l’ANCI lamenta di non essere in grado di gestire le realtà locali per mancanza di strumenti (pareggio di bilancio) e di quattrini (trasferimenti). Quindi l’attuale assetto istituzionale non avrebbe bisogno di front men che spacchino il video ma di politica forte e condivisa. Ad esempio una coalizione basata su un’ideologia così robusta da coagulare il consenso e promuovere azioni condivise davvero da una larga volontà popolare. Quella che in fondo cerca (faticosamente) di descrivere Pubusa. Anche se poi sbraca di brutto.
    Insomma: siccome il presidente ha poco potere (è debole) ci vorrebbe dietro una politica forte per fare le cose, non tanto una “personalità” capace di…
    Ne deriva che Murgia (ma anche Cappellacci e, in un certo senso, Pigliaru) esprime proprio la corruzione dell’attuale sistema in cui un presidente, necessariamente debole, a causa della mancanza di retroterra politico, finisce per confondersi con un comico, uno scrittore, uno scribacchino, insomma uno che “fa odiens” e raccatta voti per dare da mangiare alle bande nascoste dietro le quinte (questo è sempre stata la destra, questo appare oggi il csx).
    Solo che non c’era bisogno di vederlo oggi. Che Murgia esprima solo e semplicemente un espediente per catturare voti (come Berlusconi e Grillo, ”esattamente” come loro) era chiaro fin da subito, dalle prime uscite di una candidata incapace non solo di un’eventuale gestione, ma anche di esprimere una “qualunque” politica che non fosse un insieme stereotipato di slogan Alcuni dei quali completamente squinternati. Perché dietro Sardegna Possibile c’è stato solo il vuoto spinto, fin da subito.
    .
    Ammetto anche che per una persona innamorata di uno slogan (sovranità) possa essere difficile ragionare su dati di realtà (che una regione, attualmente, deve produrre almeno tanta ricchezza quanto ne spende, e questo la Sardegna non lo sta facendo; la sovranità con questo c’entra poco). Ma proprio da un giornalista/autore teatrale c’era da attendersi un’analisi migliore del fenomeno Murgia. Non fosse stato “sovranista”, ma solo miope, l’avrebbe definita un fake fin da subito.
    Due note di colore: ma Pubusa soffre di sdoppiamento della personalità? Che senso ha parlare a volte col proprio cognome, a volte con un nick, a volte far dialogare sé stesso col nick tardopunico? Ha la sindrome di Pessoa?
    E poi: ma possibile che i groupies di Murgia debbano sempre e continuamente occupare ogni piccolo spazio bianco virtuale disponibile? Sono peggio delle zanzare a Su Siccu. Non si rendono conto che tanto li sgamiamo subito?

  12. “Michela Murgia ha rotto sistematicamente i ponti con le forze che si sono avvicinate a lei…”

    Scusi Biolchini, ci faccia capire meglio. Lei pensa davvero che la Murgia in nome di una santa alleanza avrebbe dovuto accompagnarsi di nuovo alle stesse amorevoli personcine neosovraniste in cerca di una quasiasi poltrona che ora stanno con il povero ingenuo sardista di destra o di sinistra (o forse confuso o forse in malafede pure lui) Manichedda?
    Non dica che il suo amico Manichedda non e’ nemmeno candidato. Le poltrone sono ovunque. Magari anche nel prossimo inutile carrozzone regionale in perdita che si chiamera’ SardegnaEntrate (marchio gia’ depositato?)
    I sardi, purtroppo hanno memoria corta, ma non tutti.
    Alcuni ricordano che sono quelle stesse persone che hanno tramato di ” sguinzagliare Michela Murgia” contro Gavino Sale per distruggere Irs. E poi hanno tentato cose simil anche dentro Progres.
    Alcuni sardi ricordano e forse pensano che probabilmente siano persone simili quelle che ora sparano fango sulla povera Michela alle sue spalle. Anche dai muretti a secco di Panorama.
    Quindi, per cortesia, non faccia pure lei come molti sardi. Tenga a mente i trascorsi e le vicende politiche e tristemente umane che accompagnano molti volti vecchi, ma anche nuovi, di questo squallido teatrino che e’ la politica in sardegna.

  13. Angelo says:

    Intellettualmente il tuo esercizio denigratorio contro Sardegna Possibile, soprattutto contro la persona di Michela Murgia, è francamente disonesto.
    Ci tieni tanto a far passare la tua invenzione che S.P. è “rappresentante della più grande minoranza organizzata oggi in campo”.
    Forse questa falsità dovrebbe mettere paura a qualche elettore? No di certo, gli unici ad averne sono i coalizzati di cdx e csx. Eh si, perché ti ricordo che le più grandi minoranze in campo, dati alla mano, sono loro.
    La maggioranza è costituita da quel 50% (forse di più?) che fino all’ultima tornata ha rinunciato al voto.
    Sardegna Possibile è una coalizione nuova, etichettarla minoranza come fai tu è una forzatura bella e buona.
    Anzi, il fatto stesso che le coalizioni di minoranza di Pigliaru e Cappellacci la temano così tanto è la dimostrazione che tanto forti non lo sono proprio per niente.

    Vogliamo smetterla di parlare di voto utile?
    ecco, parliamo invece di voto INUTILE: quello dato alla vecchia politica, quella che ci ha portato alla disastrosa situazione nella quale ci troviamo.
    La stessa politica che cerca di conservare se stessa.
    Quella che ci dice, mentendo ma ben sapendo di mentire, che adesso vuole salvare la Sardegna.

  14. Il ragionamento di Amsicora ha una sua linearità. Non c’è dubbio che Kelledda stia azzardando e che una sua vittoria, data l’inesperienza, potrebbe tradursi in una sconfitta non tanto sua ma dei sardi. Però anche gli altri due contendenti non sono in un ruolo migliore perchè seppur con il premio di maggioranza dovranno governare con il 30% dei consensi. Per ragionare su quello che si sarebbe potuto fare io credo che Kelledda non volesse annettere nessuno, voleva evitare di cadere in un ingranaggio di guerra tra bande, peraltro infide e particolarmente insidiose, che sono la peculiarità del PD sardo. L’unico, credo l’unico che poteva avere la capacità politica di sbrogliare la matassa forse era Maninchedda ma i suoi trascorsi avevano ormai compromesso il suo ruolo. Ora, io credo che se vince Pigliaru e Kelledda entra in consiglio ci sono buoni motivi per una importante collaborazione ed evitare a Francesco di fare la fine di Palomba, al contrario, se vince Kelledda le toccherà, o di proseguire l’opera di annientamento del PD sardo (me lo auguro perchè quello non è un partito ma per una parte è una associazione dedita all’illegalità) e cercare di portare con se la parte chiamiamola buona, oppure rimettere il mandato con tutti gli annessi e connessi. Se la vittoria sarà di Capp ci penserà la magistratura. Caro Amsicora se vuoi un consiglio vota Pigliaru e non votare le liste che lo sostengono, è meglio il voto a un giovane delle liste di Kelledda, almeno sai che ce la mette tutta. Per quanto mi riguarda non ho più nessun dubbio: voto Kelledda sapendo che è un azzardo ma con la certezza che se vince ci sono grandi potenzialità per grandi cambiamenti. Poi io sono un incazzato nero perchè penso sempre che nel 2004 chiesi di dare 50 euro a testa a 9 persone che avevano fatto i rappresentanti di lista per Sardegna insieme senza mai avere ricevuto risposta. Mai che un consigliere regionale si sia messo le mani in tasca per 450 euro.

    • Saludi Entzu,
      est de interessu candu naras “nel 2004 chiesi di dare 50 euro a testa a 9 persone che avevano fatto i rappresentanti di lista per Sardegna insieme senza mai avere ricevuto risposta”.
      Chi no bolis fai is nòminis innoi scriimì in privau a amoscardia@tiscali.it narendimì a chini iast domandau e chi no iat mai arrespustu. Est genti chi bolit connota.
      A si biri e gràtzias

  15. Dopo le elezioni ci sarà parecchio da dire 🙂

    • Leonardo says:

      Anche se dovesse vincere Cappellacci e con Murgia + Pigliaru che superano Cappellacci di 15 o 20 punti, con Cappellacci che perde parecchi voti, rispetto 5 anni fa? Io, se questo sarà lo scenario, non riderei.

  16. Paolo Bozzetti says:

    “Ecco cosa passa nella testa dei renziani!”:
    Vito Biolchini svela il “mistero Pigliaru”

    Poteva essere questo il titolo del nuovo post di Vito, ma non lo è statp.
    Ancora una volta, nonostante il PD e lo stesso Pigliaru abbiano già dimostrato inadeguatezza nell’attività amministrativa (il PDL rappresenta ovviamente il peggio e non necessita di ulteriori commenti), è la candidata Murgia che viene analizzata, principalmente nelle sue tare caratteriali e nell’evidente mancanza di esperienza politica e amministrativa.
    E naturalmente viene bocciata dal professor Biolchini, con il consiglio di farsi un bel cursum honororum e ritornare alla carica al prossimo giro.
    Si può replicare ad una posizione così precisa? Assolutamento no, perchè l’ottica di Vito è questa e si è formata su un evidente concatenamento di eventi e sensazioni.
    Io sono convinto che, invece, sbaglia e che, oggi 12 febbraio 2014, non si possa non considerare la deriva politica intrapresa dal PD nazionale, in preda ad un avvitamento istituzionale di pura follia, che merita sicuramente di essere posto come tema portante della settimana politica prima delle elezioni, per l’inquietante livello di irresponsabilità dimostrato dai vertici del partito.
    Anche perchè, ricordiamoci, il PD è il principale azionista di riferimento della coalizione Pigliaru, e la coalizione non ha ancora alcun accordo programmatico che ne regoli i rapporti, gli obiettivi e le scelte in termini di strategia politica e amministrativa.
    È impressionante vivere in prima persona la dissoluzione di un grande partito popolare.
    Gli atti degli ultimi due giorni evidenziano come, oramai, non esista più una reale coscienza della situazione italiana nella stanza dei bottoni del PD.
    Infatti, sembra proprio che anche Letta, sarà costretto ad immolarsi, per dare spazio al principe gigliato. Ma anche se ciò non avvenisse, rimane il fatto che i lor signori passano le giornate a giocare al Risiko della politica.
    Tutto questo mentre il paese reale continua ad andare dritto verso il fine corsa, come il Titanic verso il “suo” iceberg.
    Solo l’ex presidente dell’Inter Moratti è riuscito, dilapidando un patrimonio di conoscenze e credibilità, a bruciare un numero maggiore di allenatori dei tanti segretari, premier e candidati “fulminati” sotto il fuoco amico delle correnti o delle batoste elettorali.
    E le elezioni in Sardegna?
    Dall’home page dell’Unità sono sparite. Nel sito del PD sono al fondo pagina, come “scadenziario elettorale” (sei, sette righe, neanche una scheda su Pigliaru).
    Dopo la venuta di Renzi (che, detto tra di noi, inizia ad impressionare per la sua devastante pochezza), Pigliaru sta assumendo i toni e lo spirito del curatore fallimentare dell’impresa di famiglia.
    Quasi che pensi di aver fatto una bella cappellata ad accettare la “grande avventura”
    I nodi (dell’imbarbarimento di un partito che, a forza di inseguire Berlusconi, ne sta assumendo le pulsioni) stanno arrivando al pettine e, qualora la sorte porti a vincere queste elezioni, lo spettacolo promette di riservare nuove nefandezze.
    Con il PD nazionale allo sbando, quali soggetti porteranno avanti nell’isola il riallineamento interno (ricordiamoci come è composta oggi la direzione regionale) e la difficile fase di trattative all’interno della coalizione?
    Sarà possibile trovare equilibri che compongano visioni politiche differenti e uguali esigenze di gestione del potere?
    Quante energie e quanto tempo saranno sottratti al lavoro difficile e urgente di trovare soluzioni immediate per la tremenda crisi della Sardegna?

    • Andrea marras says:

      Ciao Paolo, sono Andrea
      Ho capito che la vedi male e lunedì ci svegleremo con Cappellaci incoronato governatore nonostante un maggioranza Pigliaru-Murgia.
      Un incubo
      Non è mai troppo tardi per cercare responsabilità. Sicuramente la classe dirigente del centro sinistra che prima ha puntato su primarie farlocche (ho sempre pensato che le primarie non avrebbereo cambiato i partiti) poi la Barracciu è rimasta silente fino alla sua defenestrazione e quindi la scelta di Pigliaru, con quale convinzione? Ma anche la Murgia, la quale non ha cercato minimamente un contatto con il centro sinistra tradizionale. Devo dire che mi rattrista ,visto che non ho mai aderito al PD, vedere e sentire personaggi che hanno rivestito ruoli importanti nel Pd e in altri partiti della sinistra, responsabilii dello sfascio, farsi paladini del cambiamento.
      Domenica si vota, io con convinzione Pigliaru e dopo……
      Siamo disposti a metterci in gioco, noi andiamo verso i 56, siamo in grado di dare vita a un percorso che porti al cambiamento della politica, far crescere una speranza di alternativa, chiamare i cittadini a partecipare in prima persona. Possiamo iniziare con le prossime elezioni Europee, sostenendo TSIPRAS e facendo in modo che le liste a suo sostegno siano il fruttto di una scelta fuori dai soliti parti della sinistra. ( Bertinotti è libero di votarlo, ma per favore si accomodi)
      Buon voto
      Andrea

      • Paolo Bozzetti says:

        Ciao Andrea,
        mi sento molto pessimista per la situazione generale, sarda e nazionale, ma sulle elezioni non sarei così sicuro che sia, per forza, Cappellacci il vincitore.
        Gli unici due sondaggi fatti sono stati commissionati dall’Unione Sarda, altro non c’è.
        Quanto saranno attendibili?
        Quanto incideranno gli astensionisti?
        E i 5stelle?
        Troppe variabili.
        Voterò convinto la Murgia, ma per Tsipras sono d’accordo.
        Oramai in Europa dovremmo affrontare una nuova emergenza sui diritti dell’uomo e questo richiederà una lotta comune per far saltare questo progetto che vuole riportarci ad essere i nuovi “servi della gleba”.
        A presto.

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