Sardegna

“Il mio ‘Cuore sardo’ per le vittime dell’alluvione”. Intervista a Simone Zambelli, autore dell’immagine simbolo della nostra tragedia

 

Un’immagine che sintetizza il dolore, la solidarietà e il dramma di una tragedia vera: quattro mori che soffrono e che si aiutano. Un’immagine capace di unire lutto e di speranza e che in migliaia nei giorni del disastro abbiamo condiviso su Facebook senza sapere però di chi fosse. Chi è dunque l’autore di questa straordinaria icona, simbolo dell’alluvione in Sardegna? Chi è? Cosa fa? Dove vive?

“Mi chiamo Simone Zambelli, ho 29 anni e faccio il tatuatore a Borghetto Lodigiano, io però sono di San Colombano al Lambro, vicino a Lodi. Sì, vivo in Lombardia”. Simone ha una voce simpatica, non si aspettava tutto questo successo per la sua immagine. “No, assolutamente. L’ho messa sul mio profilo e poi ho taggato un mio amico di Quartu, Simone, che conosco perché pratico le arti marziali e lui è della mia stessa scuola e ci vediamo una volta all’anno per degli stage. I suoi amici l’hanno vista e hanno iniziato a condividerla. È andata così. Poi per un paio di giorni non sono più entrato su Facebook finché un mio collega non mi ha detto: “Ma hai visto in quanti la stanno condividendo?”. Sì, mi ha fatto piacere vedere che stava girando”.

Ma come è nata l’idea di quest’opera?
In maniera molto semplice. La mattina dopo l’alluvione ero in negozio e stavo guardando i giornali on line, il mio collega stava tatuando e io stavo aspettando un cliente. L’alluvione mi ha colpito molto, così ho fatto uno schizzo, senza pensarci troppo. Ho pensato alla bandiera sarda, è nato tutto così. L’idea era quella di riuscire a rappresentare un disastro e la fatica che si fa per affrontare situazioni del genere. Ho visto delle immagini assurde, volevo rappresentare anche la solidarietà che c’è tra tutti, mi ha colpito che siano arrivati degli aiuti anche dalla Corsica. Il titolo dell’opera è “Cuore sardo”.

Ma tu in Sardegna ci sei mai stato? Che legami hai con l’isola?
Ci sono stato una volta, da piccolo, ma non mi ricordo nulla. Poi sì, qui vivono molti sardi, li conosco, ma i miei rapporti con la vostra isola sono solo questi. Poi adesso però in molti mi stanno cercando, una signora di Olbia mi ha contattato per chiedermi se poteva stampare la mia immagine su delle magliette, molti mi scrivono. Mi ha commosso il fatto che un mio disegno possa avere ispirato tante persone e possa servire ad aiutare gli altri, non me lo aspettavo.

Parlaci del tuo lavoro.
Due anni fa ho aperto lo Zambo Tattoo ma prima ho fatto un po’ di tutto: dall’impiegato all’aiuto cuoco al magazziniere. Finito l’ultimo contratto, ho assecondato la mia passione per il disegno, ho fatto un corso, ho capito che poteva andare bene e ho fatto un investimento aprendo il mio negozio a Borghetto Lodigiano, che è un paese di circa quattromila abitanti.

E la tua immagine? È vero che l’hai messa all’asta?
Sì, dei ragazzi di Cesano Boscono, del circolo culturale sardo “Domo nosta”, me l’hanno chiesta per un’asta di beneficienza che si terrà il prossimo 15 dicembre. L’asta però è già iniziata su facebook nella pagina “1shot2helpsardinia” dove per il mio disegno una signora ha già offerto mille euro!

Quando verrai in Sardegna?
A questo punto, spero presto. A dire il vero, già negli anni scorsi stavo pensando di venire da voi a fare le vacanze poi però è arrivata la crisi. Spero che le cose migliorino in fretta, ma so che sarò accolto a braccia aperte. Mi auguro che la gente non si dimentichi in fretta di quello che è successo in Sardegna, che la solidarietà non si fermi. Grazie a tutti coloro che mi hanno scritto, grazie per i bei messaggi che mi avete scritto. Grazie a tutti”.

Grazie a te Simone per la tua sensibilità. Il tuo “Cuore sardo” resterà per sempre la più bella sintesi artistica di questi giorni di dolore e di solidarietà.

E già che ci siamo, continuiamo a parlare di solidarietà. Domenica 1° dicembre non mancate al concerto organizzato al Teatro Lirico di Cagliari e che vedrà in scena l’Orchestra e il Coro del Teatro, diretti da Marcello Mottadelli, e, in qualità di solista, il tenore Francesco Anile. Ma ci saranno anche Elena Ledda, Piero Marras, Tenores di Bitti e i Cordas et Cannas. I biglietti (15 euro in platea, 10 in loggia), sono in vendita, alla Biglietteria del Teatro Lirico di Cagliari, in via Sant’Alenixedda.

Tutti assieme, ce la faremo. Come i quattro mori di “Cuore sardo”.

 

 

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2 Comments

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  2. ZEPROF says:

    Verrebbe da dire “Sardo Subito”, ma la tragedia è di tale portata che c’è proprio poco da scherzare.
    L’immagine è estremamente efficace e posso dire anche veritiera, ho avuto modo di raccogliere testimonianze dirette di molti olbiesi che raccontavano di persone ed imprese che hanno da subito portato aiuto e soccorso ai tanti che erano in grossa difficoltà.
    Alla Sarda, mi si faccia dire.
    Alla Sarda per quel fondo di coesione e solidarietà che riesce a farci esprimere al meglio quando le difficoltà sono peggiori.
    Alla Sarda perché solo chi ha conosciuto il patimento può avere lo slancio di correre ad aiutare lo sconosciuto che soffre.
    Alla Sarda perché anche se non si sente spesso siamo una delle regioni dove la rete del volontariato più ampia e meglio organizzata.
    Alla Sarda perché forse oltre alla lingua condividiamo inconsciamente un sistema di valori che è altro rispetto a quanto vediamo intorno a noi.
    Alla Sarda perché la popolazione ha dimostrato ancora una volta di agire e pensare meglio della classe dirigente che la guida nel quotidiano.
    Arriva tra poco l’occasione per la gente di Sardegna di far piovere su questa classe dirigente una pioggia, un’alluvione di voti che sommerga di dissenso chi pensa solo al proprio tornaconto e non lavora al miglioramento delle nostre condizioni.

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