Politica / Sardegna

Il centrosinistra sardo alle primarie dell’ipocrisia: tutti contro le consultazioni ma nessuno ha il coraggio di dirlo

 

Rigore è quando arbitro fischia, primarie è quando il regolamento è pronto. Già, il regolamento per le primarie del centrosinistra sardo, già fissate per il prossimo 29 settembre: chi lo ha visto? Nessuno. E la carta di intenti? Mistero. E il codice etico? Boh! Eppure trattasi di tre documenti che, a sentire il segretario del Pd Silvio Lai (intervistato ieri dalla Nuova Sardegna) sarebbero già stati approvati dal “tavolo del centrosinistra”. E i moduli per la raccolta delle firme dove sono? E perché è stato spostato per la terza volta in poche settimane il termine per la presentazione delle candidature?

Il nuovo cade ora addirittura il 15 agosto (sempre Silvio Lai ieri sulla Nuova), posticipato addirittura di un mese rispetto alla proposta iniziale formulata poche settimane fa e che parlava di 4000 firme da raccogliere tra il 15 e il 31 luglio. Poi le firme sono diventate 5000, da raccogliere tra il 1° e il 31 agosto. Ora la novità, spacciata per apertura alle primarie: ma è tutto il contrario. Perché (a parte l’assurdità di chiedere 5000 firme, una follia), contrarre il tempo che passa tra la presentazione delle candidature e lo svolgimento delle primarie vuol dire impedire a candidati indipendenti (che hanno bisogno di più tempo per farsi conoscere) di poter competere con i big del Pd.

Visto che le primarie sono già fissate per il 29 settembre, e visto che la campagna elettorale durerà ragionevolmente un mese, i candidati avranno dunque appena due settimane per riempire i moduli: altro che “più tempo per le candidature e le firme” come titolava ieri la Nuova Sardegna!

La verità è semplice: il Pd e gli altri partiti dell’alleanza del centrosinistra non vogliono primarie vere. Non le vogliono. Anzi, al momento parlare di primarie del centrosinistra sardo non ha proprio senso, visto che i termini di partecipazione cambiano di settimana in settimana e nessun documento (come codice etico, carta d’intenti e regolamento) è stato reso pubblico. Le primarie al momento non esistono, sono una invenzione della politica che sembra vera solo sui giornali.

Il Pd si immagina al massimo una resa dei conti tra i suoi candidati, una sorta di precongresso, in cui due o tre pezzi da novanta si disputeranno la leadership, ma senza candidati alternativi in mezzo alle scatole. Il centrosinistra non vuole candidati indipendenti alle primarie, non vuole correre il rischio di avere sorprese.

Per assenza manifesta di un candidato presentabile, anche Sel le primarie non le vuole proprio (anche se poi le motivazioni espresse sono altre, ammantate di democratica nobiltà). Ma ormai cosa voglia Sel non lo capisce più nessuno visto che Michele Piras, Luciano Uras e Francesco Agus intervengono a turno sui giornali per smentirsi vicendevolmente (Piras apre alla Murgia e Uras subito lo smentisce; Uras apre ai sovranisti e agli indipendentisti e Agus lo smentisce… E poi si ricomincia, in un gioco imbarazzante di parole in libertà).

Delle altre sigle della coalizione solo i Rossomori potrebbero avere l’interesse a presentare un candidato alle primarie: ma non lo faranno. Semplicemente perché candidato non ne hanno. E così alla fine decideranno di puntare su quello che loro riterranno essere il cavallo vincente del Pd. Da una sigla che si definisce sovranista un po’ più di coraggio sarebbe auspicabile, soprattutto dopo l’umiliazione subita alle ultime politiche, quando il Pd sardo chiuse la porta in faccia al partito. O no?

Ma che le primarie vere non si faranno lo dimostrano le parole senza capo né coda dei leader dei Pd, intervistati ieri e oggi dai quotidiani sardi. Ieri sulla Nuova il segretario Silvio Lai annunciava una apertura al Movimento Cinque Stelle, oggi il capogruppo Gianpaolo Diana sull’Unione Sarda parla dell’indipendentista Michela Murgia come possibile compagna di strada, e apre anche ad un ritorno nel centrosinistra dei sardisti…

Insomma, a parte il Pdl, in questi mesi i leader del Pd hanno ipotizzato di aprire a tutte le forze politiche (dalla Murgia ai Riformatori, dall’Udc ai sardisti, passando per il M5S), in una sconcertante girandola di dichiarazioni senza un senso apparente se non quello di prendere tempo.

E già, perché il punto è tutto qui: il Pd vuole capire chi dei suoi sarà colpito dall’inchiesta giudiziaria relativa ai fondi ai gruppi consiliari. Si parla di cinquanta avvisi di garanzia pronti a partire. Una volta arrivate le comunicazioni giudiziarie, le ipotesi sarebbero due.

La prima: con la scusa dei tempi ristretti e dell’assenza di candidati indipendenti (già fatti fuori dalla contrazione dei tempi e dalla follia delle 5000 firme da raccogliere) le primarie verrebbero annullate e il candidato scelto dal tavolo del centrosinistra.

La seconda: nonostante i tempi ristretti, fatti fuori i candidati indipendenti, in assenza di un accordo fra le fazioni in campo, le primarie sarebbero una resa dei conti fra due, tre candidati del Pd. Amen.

Al centrosinistra che ha bisogno di forze fresche per provare a vincere le elezioni servono primarie del genere? No, non servono. Serve invece una competizione vera, aperta, coraggiosa, con più candidati espressione non solamente dei partiti ma capace di trasformare questo scontro elettorale in un momento di elaborazione politica e culturale comune, in un confronto vero.

Ora tutto questo il centrosinistra non lo vuole. Uno schieramento sgangherato i cui leader continuano a tendere metaforicamente la mano a forze politiche e candidati che del Pd non ne vogliono sapere (M5S e Michela Murgia), che immaginano di allargare l’alleanza a partiti come i sardisti o i Riformatori (Tore Cherchi dixit…) per poi allo stesso tempo interdire ogni relazione con forze che invece del centrosinistra vogliono far parte (come l’area sovranista rappresentata da Maninchedda e Sedda o gli indipendentisti di Sale) e soprattutto che nei fatti inibiscono vergognosamente qualunque candidatura indipendente.

Ditemi voi se tutto questo ha un senso. Un senso forse no ma un risultato sicuramente sì: quello di consentire al centrodestra di provare a vincere nuovamente le elezioni.

 

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14 Comments

  1. Francesco Sedda says:

    Bene. Quando la discussione è democratica e serena le opinioni, anche se discordanti, legitime ovviamente quando non si insulta. Premetto che sono sardista non sempre organico ma abastanza ” diciplinato”. Provo a dire la mia su due questioni che unificano due interventi di Marcello Fois, la Nuova Sardegna del Luglio sulla candidatura di Michela Murgia, e l’intervista di Franciscu Sedda sull’Unione sarda di oggi. Marcello Fois nel suo intervento parla di ” Sardismo Liquido ” ricostruendo tendenziosamente la Storia recente del PSdAz:prima con Soru dopo con Capellacci: Allora per onore di verità nel 2004 il Psdaz si presentò da solo eleggendo 2 Consiglieri che fecero opposizione a Soru per tutta la legislatura. Nel 2009 il PSdAz, fece l’accordo programmatico con Capellacci eleggendo Consiglieri, dopo tre anni e 9 mesi è uscito dalla maggioranza poichè tanti punti programmatici concordati con l’attuale Presidente no vedevano attuazione in Primis l?asemblea Costituente e l’insegnamento del sardo nelle scuole, le entrate, i trasportie per ultimo la populista e demagogica proposizione della Zona franca elettorale.Dov’è caro Marcello il Partito liquido? Se poi Fois vuole parlare di Maninchedda abbia il coraggio di fare il nome e sarà lui a rispondere. Le insinuazioni tendenziose non gli fanno onore e non aiutano michela Murgia che lui nell’articolo sponsorizza dopo la rinuncia di Soru. Oggi su l’Unione Sarda, Franciscu Sedda, intervistato da Giorgio Pisano, nel tentativo di accreditarsi a Sinistra, afferma, non senza la protervia e supponenza del grande intelletuale incompreso: Il PSdAz ha fatto da tempo una scelta di centrodestra. Qui si mente sapendo di mentire altrimenti come giustificherebbe l’accordo di Macomer tra Maninchedda e la casa delle libertà per eleggere Succu e la presenza di un uomo di Maninchedda alla Presidenza della ASL di Oristano, mentre il PSdAz ha lasciato da tempo l’Assessorato ai Traspori e la Presidenza dell’Ente Foreste? Come spiegherebbe che a Macomer la seconda lista, Civica veramente, con il 26% dei consensi, con Rìcardo Uda candidato a Sindaco, ci fossero dirigenti Natzionali e Consiglieri Provinciali del PSdAz come Federico Castori e altri esponenti locali tesserati al PSdAz? Torniamo al sardismo liquido di Fois non del PSdAz ma di altri suoi sodali. Detto questo e parlando di cose serie di una riunione ad Oristanodi tutte le forze autenticamente Indpendentiste per convocare gli Stati Generali della Natzione Sarda convocata dalla Fondazione Sardynia nei localidell’Edilacassa presenti Salvatore Cubeddu, Bachisio Bandinu, P.Marcialis per la Fondazione, Franciscu Sanna per Progress, Claudia Zuncheddu e altri per Sardegna Libera , sabino pe A manca Bustianu Cumpostu e delegazione per S.N., Gavino Sale e delegazione per IRS, Giovanni Colli, Antonio Marchi e Lidia Fancello per il PSdAz.

    • Caru Francesco, per la precisione ti ricordo che il Presidente dell´Ente Foreste Avv. Giorgio Murino non si è dimesso ma
      è stato defenestrato da Cappellacci e Biancareddu mentre nel silenzio di tutti il Psdaz conserva pure la presidenza di Sardegna.it nella persona del geom. Francesco Magi di Capoterra compaesano dell’ On.Solinas.

  2. Giulio C. says:

    Nota tecnica. Bisogna smetterla di utilizzare le primarie come trampolino per altre candidature. Ad esempio: consigliere regionale, parlamentare e dentro il pd.
    Quindi chi si candida o ha il peso per vincere e 5000 firme le trova in fretta, o lo fa per portare un contributo (al suo cursus honorum) e quindi a casino.

  3. Cinquemila firme sono tante, forse troppe. Ma chi non riesce a raccogliere un numero considerevole di firme intorno a un progetto e a un candidato probabilmente non raccoglie numero sufficiente di voti per vincere e, quasi certamente, non ha capacità organizzativa all’altezza di un presidente della regione.
    Sempre che l’obiettivo non sia il posizionamento e la conta, in vista di un più sereno scranno in consiglio regionale.

  4. Carlo Murtas says:

    Non si assiste a niente di nuovo se non all’ennesima puntata del suicidio, in versione sarda, della Sinistra; col PD in prima fila che sembra quasi provarci gusto e SEL che manifesta, mossa se non altro da un qualche spirito di sopravvivenza, cenni di una timida e scomposta reazione, con le altre formazioni minori che assistono impotenti e complici.
    Per un gruppo dirigente che ha completamente smarrito il senso della missione della parte politica che aspira a rappresentare, sembra che l’unica preoccupazione sia quella di concentrarsi per la difesa strenua e ottusa della frazione a loro spettante di candidature ed incarichi, perfettamente compatibile con la celebrazione di questa buffonata di primarie senza capo nè coda.
    L’auspicio ad una competizione aperta e coraggiosa che cia dia un pò di speranza, sembra più che altro l’attesa di un miracolo; a questo ci siamo ridotti.

  5. Pingback: Il centrosinistra sardo alle primarie dell’ipocrisia: tutti contro le consultazioni ma nessuno ha il coraggio di dirlo | Fabio Argiolas

  6. Aligusta says:

    Il centrosinistra deve essere plurale, aperto ai movimenti, alla “società civile” (come se tutti gli altri fossero incivili), aggiungere posti a tavola, dare spazio a tutti, discutere su sovranismo, indipendentismo, autonomismo, michelamurgismo, fare le primarie aperte in modo che ci siano almeno una quarantina di competitori,e poi doppio turno con supercazzola come se fosse antani. Ma figuriamoci c’è tempo, la discussione interna è sana e necessaria, “Intanto in Viale Trento” qualcuno si sta costruendo una ricandidatura facile e senza avversari.

    • E quindi? Alternative?

      • Nieddu Stampu says:

        Vedo, nel futuro prossimo, una decisione presa in una piccola stanza di un edificio bianco, sito in una strada che richiama l’antica VIA EMILIA. Sul tavolo ci sono 3 caffè, due cappucini, un crodino ed un’acqua tonica. Il nome del prescelto è tale Fadda Paolo…

      • Aligusta says:

        Alle primarie nessuna, ma l’immobilismo e il tatticismo, soprattutto all’interno del PD, regnano sovrani. La resa dei conti si sarebbe dovuta consumare già da tempo e il candidato alle primarie del partito sarebbe dovuto essere uno solo, invece si sa che ci sarà Deriu, e forse Soru (!!!), e forse la Barracciu (?), ma perchè non anche un candidato dell’area Fadda?. Il sospetto è che sia più comodo aspettare gli altri, e non guidare la campagna elettorale.

  7. Franco Branca says:

    il problema vero è che il PD e SEL sono governati da logiche di gestione del potere da cui NON possono – ammesso che lo vogliano – uscire.
    il problema è che troppi tra coloro che a chiacchiere vorrebbero costruire un’alternativa preferiscono cercare di ottenere dal PD uno spazietto per questo o quel possibile candidato e per questa o quella forza (o debolezza?!) “politica”.
    il problema vero è che in troppi non hanno il coraggio delle proprie idee e temono il confronto vero.
    il problema è che troppi guardano ai risultati a prescindere dagli obbiettivi.
    no ! c’è un’altra possibilità. e paradossalmente è la sola anche a poter consentire la speranza di elezione ad un sacco di gente, perchè può essere vincente.
    c’è ancora il tempo e il modo …

  8. efisio says:

    Imbarazzante. Povera Sardegna. Hanno chiesto anche la disponibilità di Doddore? La disponibilità di Malu entu intendo…

  9. Il problema vero è che il centrosinistra non ha un Candidato con la C maiuscola!
    Ci vorrebbe uno che svettasse, uno convincente, uno pulito, uno con sale in zucca e uno non “impastato”. Il vero problema è che il PD sta sondando tanti nomi ma non c’è uno che sfondi.

  10. Anonimo says:

    Francesco Agus chi…????

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