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“Il Cagliari tornerà al Sant’Elia”: quando lo dicevo io! Cellino, Zedda, Contini e l’opinione pubblica che non c’è

Quindi il Cagliari tornerà presto a giocare allo stadio Sant’Elia. Lo dicono oggi i giornali, lo avevo previsto io dieci mesi fa nel post “Ecco come il sindaco Zedda può salvare il Cagliari e Cellino: offrendo ai rossoblù lo stadio Sant’Elia. Si può fare, si può fare!”, in cui invitavo Zedda (era il 29 agosto 2012 e i nostri quotidiani erano pieni di grandi complimenti al presidente Cellino per il nuovo impianto di Is Arenas) ad essere previdente.

Questa volta Cellino si è messo da solo in un vicolo cieco. La soluzione però c’è, ed è dietro l’angolo. Si chiama Sant’Elia.
Potendo umilmente dare un consiglio al sindaco Zedda, lo inviterei a prendersi a questo punto una bella rivincita, proponendo al Cagliari l’utilizzo dello stadio, anche ad un prezzo simbolico. I tanto contestati lavori di consolidamento del Sant’Elia sono terminati. La tribuna centrale è agibile può contenere la bellezza di dodicimila spettatori. Il campo è in perfette condizioni. Altro che Trieste: se Cellino vuole salvare la stagione, deve tornare al Sant’Elia. E il sindaco può toglierlo dall’impaccio, facendo il bel gesto di proporgli l’impianto anche per gare singole, dimenticando che il Cagliari deve ancora una caterva di soldi al Comune per l’utilizzo degli anni scorsi.

Il post ne seguiva un altro, pubblicato il 22 agosto dello scorso anno (“Cazzate epocali: il nuovo stadio del Cagliari a Quartu! Struttura insicura e sui lavori vigila perfino la Soprintendenza archeologica!”), in cui descrivevo così la situazione:

Vi prego: chi può, vada a Quartu a vedere di persona il nuovo stadio del Cagliari. Andate a Is Arenas a rendervi conto della cazzata epocale che si sta compiendo, perché soltanto con i vostri occhi potrete accorgervi facilmente della follia di questa struttura, realizzata praticamente in un budello, senza gli spazi fisici necessari a gestire in assoluta sicurezza eventuali scontri tra tifoserie o tra tifosi e forze dell’ordine. E a dirvelo non è soltanto un orfanello del giornalismo, ma uno che frequenta la curva da 35 anni e sa come va il mondo del tifo organizzato.
A dispetto di quello che dichiara oggi il presidente Massimo Cellino ai giornali (“Stadio sicuro e a norma”), è evidente che a Is Arenas non ci sono minimamente gli spazi fisici che possano consentire alle forze dell’ordine di intervenire in sicurezza, non dico in caso di incidenti ma anche di semplici scaramucce. Non c’è spazio, non ce n’è: punto e basta. E lo spazio quando non c’è, non lo si può inventare.

I miei tanti post sulla vicenda Is Arenas hanno scatenato puntualmente reazioni rabbiose e scomposte da parte dei tifosi del presidente Cellino. Cosa diranno ora che il loro capo dopo mesi di azzardi, ha fatto l’unica scelta possibile, cioè di decidere di tornare al Sant’Elia? Eppure una situazione del genere non era difficile da prevedere.

Che il sindaco Zedda dovesse tendere la mano alla società rossoblù lo avevo ribadito lo scorso 15 febbraio nel post “Caro Zedda, salva il Cagliari, riapri in fretta il Sant’Elia!”: lettera aperta di un giornalista-tifoso al sindigo de Casteddu”

L’amministrazione che tu guidi è chiamata ad un gesto di generosità e di lungimiranza politica nei confronti di squadra nella quale i cagliaritani si riconoscono.
E il gesto è molto semplice: fare tutto il possibile perché lo stadio Sant’Elia possa riaprire in fretta, possa avere in tempi rapidi una pur minima agibilità in grado di consentire al Cagliari (nella malaugurata ipotesi che Is Arenas venisse chiuso) di giocare all’interno del suo storico stadio le partite di campionato.
Sì, si tratta di spendere soldi, di trovare ingenti risorse per risistemare l’impianto quanto basta perché possa (comunque in deroga alla normativa nazionale) ospitare nuovamente le gare del Cagliari. Sono tempi di crisi, ma tu sai bene che sarebbe un investimento che troverebbe l’appoggio della stragrande maggioranza dei cagliaritani. Sarebbe una soluzione di emergenza, perché questa è evidentemente una emergenza.

Il sindaco ovviamente non rispose alla mia lettera ma poi alla fine ha dovuto fare esattamente quello che io gli suggerivo di fare. Con una piccola differenza: che Zedda (che ha paura di tutto) ha dovuto subire l’iniziativa politica del presidente della Regione Ugo Cappellacci, lui sì attento (ovviamente in maniera strumentale) a questa vicenda. Mentre Zedda strologava come suo solito di improbabili “concorsi di idee” ed altre amenità simili, diffuse a piene mani solo per mascherare un assoluto distacco dalla realtà, una totale assenza di capacità di reagire in tempi rapidi alle necessità che le situazioni pongono, il presidente della Regione in piena campagna elettorale almeno a parole mostrava di avere un minimo di senso della realtà e di tempismo.

E poi ci sono i giornali. Gli improvvidi opinionisti dell’Unione Sarda cosa si inventeranno ora per giustificare l’ennesima giravolta del loro presidente? Ovviamente continueranno a difenderlo, dimenticando tutto quello che hanno scritto fino ad oggi (perché Cellino ha bisogno di Zuncheddu, ma anche Zuncheddu ha bisogno di Cellino: il giorno che scopriremo cosa si sono detti i due in cella ci sarà da divertirsi).

Non era per niente difficile capire che la scelta di Is Arenas era perdente e che l’unica possibilità per il Cagliari continuava ad essere rappresentata dal Sant’Elia. Bastava guardare in maniera onesta la realtà. Ma oggi l’informazione si fa imporre il modi di raccontare la realtà dai poteri forti, cioè dall’economia e dalla politica. Se Cellino dice che Is Arenas è a norma non c’è nessun elemento che possa portare i giornalisti a contraddirlo, se Cappellacci annuncia che la zona franca salverà la nostra economia è così e basta, e se Pili sbraita contro i mafiosi che saranno reclusi in Sardegna non serve a niente provare a ricordare che Riina e Provenzano arriveranno qui grazie ad una legge votata dallo stesso Pili

Sono la politica e l’economia a imporre a tutti noi le chiavi di lettura della realtà. Ogni lettura indipendente non ha accesso nei grandi mezzi di informazione.

Conclusione: alla Sardegna mancano tante cose, ma è soprattutto l’assenza di una opinione pubblica credibile che continua a fare danni. Ogni giorno di più.

Post scriptum
E dopo la conclusione del caso Is Arenas/Sant’Elia, ora attendo con fiducia quella del caso Teatro Lirico/Crivellenti.

 

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23 Comments

  1. saturn5 says:

    Sinceramente non capisco tanto accanimento politico nei confronti di Cellino…, e poi credo che certe previsioni fossero abbastanza facili visto l’invincibile armada che s’è mossa contro il presidente Cellino, che sino a prova contraria di professione è imprenditore e non politico… Boh, perché volere a tutti i costi un avversario politico? che in questo caso neanche tale sarebbe…???

  2. giovedi scorso alle 13.30 al comune di cagliari c’e’stata una strana apparenza al comune di cagliari,ci stava il sindaco di quarti contini. chi sa perche ?

  3. Do atto a Vito di esser sempre stato chiaro sul punto, al contrario di tanti altri. La questione stadi l’ho affrontata più volte n sostenendo, grossomodo, gli stessi concetti. Il Sant’Elia andava risistemato e riaperto prima, nonostante la diffida della società di “non toccare nulla” fino a che non si compivano gli accertamenti tecnici del Tribunale. http://www.giovannidore.it/index.php/?p=2395

  4. no sciu poitta ma seu de accordiu cun sa luxenti

  5. LUCIDA says:

    Fòttitinne Vituzzo…

    Acqua, cunsigghiu e sali, a cu unn`addumanna un ci nni dari.
    (acqua, consiglio e sale non darne a chi non te ne chiede)

  6. muttly says:

    Od Biolchini, però lascia ai lettori il dubbio, ma lei preferisce l’assessorato alla cultura o allo sport ?
    Almeno la prossima volta si sa cosa offrirle, mica ci si può continuamente sbagliare offerendole l’assessorato sbagliato che lei giustamente rifiuta e dopo a posteriori scrive “ve l’avevo detto”.
    Con la crisi si sono resi disponibili molti immobili in San Benedetto in cui spostare il suo assessorato, tra qualche anno anche in Via Puccini, via parallela ma non convergente a Via Verdi, nel segno delle grandi alleanze e dei rimpasti.
    Insomma, dei segnali anche sotterranei bisogna pur darli.

    Libero Manca

    p.s. 😀

    • vito, non dimenticare che al comune di quartu si stanno cagando sotto perche’ Cellino, ha promesso che li avrebbe chiesto i danni si parla di circa 20 milioni di euro.per quanto riguarda il comune di cagliari, non ha piu’ scuse visto che il cagliari non ha piu’ debiti.

  7. Alberto says:

    mi piace soprattutto il post scriptum…

  8. Radio Londra says:

    Visto che siamo in tema di previsioni e visto che la classe non è acqua, vogliamo osare fino in fondo e parlare di un altro pronostico fatto dal sottoscritto in tempi non sospetti?
    Giusto per completezza di ragionamento (e di pronostico), qualcuno è andato oltre ogni ragionevole previsione ed è arrivato a indovinare, oltre al risultato finale, anche quello dei tempi supplementari e dei rigori.
    E, come volevasi dimostrare, dopo Cagliari ed Elmas, Cellino si è riservato di fare la stessa cosa anche col Comune di Quartu e, a parere del sottoscritto, questa volta potrebbe anche vincere la sua partita nei confronti degli ex amighixeddus (tanto poi quelli che pagano sono i Quartesi, ma questo è un dettaglio di secondaria importanza).
    Dopo questa dolce sensazione di “stampu nieddu” però non riesco a spiegarmi una cosa: cummenti mai candu fazzu sa schedina mi capitanta sempre una pariga e fissasa e de doppiasa chi non inzuddu mai e calincun’otta sbgliu finzasa calincuna tripla?
    Ci deppu penzai.

  9. Giancarlo says:

    Concordo con te, Vito, il nostro sindaco non riuscirá a capitalizzare il ritorno del Cagliari, causa gestione della vicenda a livello dilettantesco. In compenso sono molto piú scettico sulla possibile soluzione della vicenda Crivellenti, soprattutto dopo aver letto il farneticante appello di Lilli Pruna su Sardinia.post di oggi: adesso abbiamo anche la martire Crivellenti !
    Ahi ahi, la campagna elettorale e il caldo improvviso … 😉

    • paulsc says:

      Rifletto sulla gestione del Sant’Elia da parte di Zedda. Delogu non ha mai trovato un accordo con Cellino. Floris nemmeno. Piscedda, sindaco di Elmas, è stato travolto dal caso stadio (dovrebbe ancora esserci un procedimento penale in corso di cui la stampa locale non ha più dato notizia). Contini, amico di Cellino, addirittura in carcere con alcuni dirigenti e Comune di Quartu paralizzato. Zedda è rimasto nelle sue posizioni, ha un atto esecutivo del tribunale sui debiti che Il Cagliari Calcio deve al Comune, si parla di circa 2 milioni di euro e ne propone 500 mila da destinare alla parziale messa in agibilità del Sant’Elia. Meglio di così. L’unico aspetto negativo della vicenda l’ha avuto da una stampa locale che gli ha attribuito colpe non sue, la stessa stampa e opinione pubblica che come dice Biolchini, non c’è… Francamente, gestione migliore non avrebbe potuto effettuare…

  10. ma… così, giusto per la cronaca, Cellino ha pagato i debiti? O dobbiamo pagare solo noi morti di fame?

  11. Supresidenti says:

    boh vito, quando parliamo di stadio e cagliari calcio non siamo d’accordo.. anche i toni di questo pezzo (perchè avrai visto giusto, in questa come in altre occasioni) mi sembrano più alti che sarcastici.. perche ti scrivo questo? perchè sono un tuo lettore, un tuo amico, e mi sembra doveroso ribadire che con te si può anche essere in disaccordo, chenze po cussu si pigai a tzerriusu.. speru de arrenexi a beni crasi.. a si biri..

    • Sì, però non ho capito i motivi del disaccordo. Dovevo essere più sarcastico o cosa?

      • Supresidenti says:

        il problema dello stadio lo deve risolvere chi lo ha creato, ovvero cellino.. non so, ma tu sai se i fitti pregressi sono stati pagati? perchè io credo che senza quelli non si debba nemmeno lontanamente iniziare un discorso con chichessia.. questo è un punto. l’altro, riferito al sarcasmo, e che ogni tanto sorvolerei su qualche dettaglio (importante, per carità) perchè secondo me rende il pezzo meno leggibile.. po s’atru, sempri a innantis biolchini.. bonu dominigu..

  12. Forse non hai mai visto BENE Is Arenas. Perchè negli altri stadi, come l’olimpico, a separare il prefiltraggio tra settore ospiti e curva di casa, c’è solo un nastro rosso. Articolo stucchevole, e per certi punti un poco falso. mi dispiace

  13. paulsc says:

    Se posso esprimere la mia opinione, mi sembra che ci sia una bella differenza tra il ruolo di Zedda e Cappellacci nella gestione Sant’Elia. Cappellacci è super partes, ha, al limite, un ruolo da mediatore tra le parti. Zedda ha veramente una patata bollente da gestire. Un stadio che sta cadendo a pezzi e che per la sua rimessa a nuovo (sempre che sia possibile) richiede una merea di soldi pubblici. Ovviamente c’è l’opzione dell’affidamento a privato, Cellino nel caso specifico, ma anche un contenzioso che si trascina da decenni e un accordo da trovare non semplicissimo. D’altra parte, tolto il caso Juventus (e della povera Reggiana) il 99% delle squadre italiane gioca ancora in stadi comunali, prova del fatto che l’affidamento a privato è tutt’altro che semplice. Abbiamo, ora, l’esempio Udinese, che è solo all’inizio del suo percorso. Chissà che anche lì non ci siano intoppi che rallentino il tutto. Per ora, c’è solo lo Juventus Stadium che, a parte l’esborso economico enorme per la società, ha comportato un iter tecnico/burocratico di ben 8 anni. Al posto di Zedda, avrei paura anche io. Al posto di Cappellacci, molto meno…

  14. Gianfranco Carboni says:

    Dandoti doti di preveggente nell’azzeccare lettura delle circostanze e la conclusione, Caro Vito ho due domande, a cui che come altre non riesco a trovare risposte, nel merito e nel metodo del mio Sindaco. Primo non capisco perche’ irrigidirsi due anni fa’ era diffusa l’opinione e la convinzione che il Cagliari calcio dovesse giocare in citta’. Ora mi chiedo, ovviamente da ascoltatore e da tifoso non accanito, a che pro il caos? se ora siamo al punto precedente. O no? Sommessamente chiedo?

    • Affrontare con durezza Cellino all’inizio della consiliatura è stata cosa buona e giusta. Ad essere mancata è invece l’azione politica nel momento in cui è iniziato ad essere evidente che a Is Arenas il Cagliari era finito in un vicolo cieco… Zedda continuava a parlare di “concorso di idee”, e c’è voluta una interrogazione dei consiglieri Lobina e Dore a fargli capire che forse bisognava muoversi. Cosa che il Comune ha fatto, ma con estrema lentezza e poca convinzione. Alla fine Zedda non capitalizzerà neanche questo successo, cioè il ritorno del Cagliari a Cagliari. Sarà merito di Cappellacci e di Cellino, ma non suo.

      • paulsc says:

        Più che scrivere ritorno, sarebbe meglio scrivere possibile ritorno. Bisogna vedere quali sono i lavori da compiere, in che stato sta andando la struttura (come stanno le fondamenta?), cosa diranno poi tutte le commissioni preposte, etc etc. Un lavoraccio per Zedda, altro che Cappellacci e Cellino…

  15. enrico says:

    In pratica hai scritto un post solo per il gusto di dire “ve l’avevo detto”.
    …brrr
    …son soddisfazioni?

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