Sardegna

Graziano Mesina, la droga, Saviano e quel grido di ribellione che da Orgosolo tarda ad arrivare

Strano, vero? Proprio ieri sera a Cagliari Roberto Saviano ci spiegava come la criminalità organizzata calabrese ha reinvestito nel traffico di droga le risorse derivanti dai sequestri di persona, e stamattina i carabinieri arrestano Graziano Mesina, ritenuto a capo di una banda di narcotrafficanti.

Non avendo mai creduto nella redenzione del bandito di Orgosolo, graziato nel 2004 dal presidente Ciampi, non mi sono neanche scomposto più di tanto alla notizia del suo rientro in grande stile nella scena criminale. Anche per questioni anagrafiche non ho mai corso il rischio di subirne il fascino e ho avuto invece la fortuna di conoscerne le gesta attraverso il libro di Giuseppe Fiori “La società del malessere”, assai poco accondiscendente nei confronti di un giovane ritenuto molto scaltro, molto vanitoso e non troppo intelligente, condannato per omicidio e sequestro di persona e per questo recluso per quarant’anni nelle patrie galere.

Inutile sottolineare come l’opinione pubblica nazionale e la pubblicistica isolana abbiano in questi anni abbondantemente lisciato il pelo all’”ex primula rossa del Supramonte”, né abbiano reagito con forza alle sue recentissime sparate sul ruolo avuto nelle fasi finali de sequestro Kassam. “Il padre del bambino ha più volte sbagliato nella gestione del rapimento, affidandosi alla Polizia anziché fidarsi di me” ha detto senza vergogna Mesina due settimane fa a Gorizia, nel corso del festival “èStoria”, nel quale, leggo dalla versione on line del Piccolo di Trieste

aveva conversato con il giornalista Rai Pino Scaccia, svelando retroscena romanzati della sua vita da bandito e raccontando con particolare enfasi le sue evasioni. Il pubblico aveva lungamente applaudito e molti si erano fatti fotografare accanto a Mesina chiedendogli anche l’autografo.

La libertà non ha evidentemente cambiato Mesina, evaso mille volte dalle carceri di mezza Italia ma eterno prigioniero di un cliché che lui stesso si è costruito ad arte e che l’opinione pubblica ha malauguratamente assecondato.

Saviano ieri a Cagliari (e stasera, ironia della sorte, a Nuoro) ci ha offerto un grande insegnamento: i criminali sono esattamente quello che sono: criminali, gente spregevole e niente più. Mesina ha dimostrato per l’ennesima volta il suo valore di uomo, e non c’è più la sociologia d’accatto a salvarlo. La Sardegna del 2013 non è quella degli anni ’60, i militari a Pratobello non ci sono più, e che nessuno tiri in ballo le promesse mancate del Piano di Rinascita per giustificare il narcotrafficante Mesina. Un conto è sbagliare, un conto è delinquere: e Mesina appartiene abbondantemente alla schiera di coloro che questo verbo negli ultimi cinquant’anni lo hanno coniugato in tutti i modi possibili e immaginabili.

Non c’è niente di leggendario, né di sociologicamente rilevante o antropologicamente diverso nella criminalità sarda: c’è solo l’avidità. E Mesina, riacquistata la libertà, pretendeva pateticamente dei soldi anche solo per essere intervistato, manco fosse una rockstar.

Dopo aver pensato alle parole di Saviano, mi sono poi ricordato della lettera dei giovani di Orgosolo (pubblicata su questo blog con il titolo I giovani di Orgosolo: “Cari giornalisti sardi, basta con le semplificazioni sul nostro paese. Serve un dibattito, non titoli ad effetto”). Ora l’attenzione tornerà sul loro paese e non potrà che essere così. Forse ancora una volta si sentiranno strumentalizzati da una informazione incapace di vedere i cambiamenti sociali, i segnali di speranza che anche nel loro paese ci sono.

Però cari amici di Orgosolo, c’è anche un però, e ve lo dico con il cuore in mano oggi, in un giorno duro per voi quanto per tutti i sardi che si sono sentiti traditi da un uomo a cui lo Stato aveva generosamente dato un’altra opportunità: ribellarsi contro una stampa superficiale e ingiusta è doveroso, ma è necessario anche scagliarsi pubblicamente contro chi ha infangato la vostra comunità e ancora non ha pagato il suo conto, contro chi ha ucciso don Muntoni e Peppino Marotto, assassini il cui nome è ancora sconosciuto alla giustizia. Quei delitti sono una ferita aperta nella coscienza civile di tutta l’isola e una vergogna per Orgosolo. Così come lo è ora (mi auguro per tutti) Graziano Mesina.

Che la vostra sacrosanta ribellione continui, e che la vostra rabbia si scagli contro chi ha tradito e infranto le regole: lontano dal paese ma anche nella vostra comunità. Senza se e senza ma, come ci insegna ogni giorno Roberto Saviano. Perché il giorno che Orgosolo tratterà Mesina per quello che è e che è sempre stato, il giorno che Orgosolo griderà con forza la sua voglia di giustizia, il giorno che Orgosolo non farà più sconti a sé stessa, forse da quel giorno inizierà la vera rinascita del paese. E voi, ve lo assicuro, non sarete soli.

 

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63 Comments

  1. Si a binti non ses galante; si a trinta non ses balente e a baranta non ses prudente…….Ora è ossessionato dalla notorietà, a tutti i costi. Costi quel che costi

  2. Mesina è vittima della sua ignoranza e di chi lo sfrutta, per quanto riguarda Saviano, non può fare il TUTTOLOGO a prescindere perche’ lui la sardegna non la conosce per niente a parte il mare ,a sentire lui negli ovili si produce latte e droga .

  3. Da più parti leggo una smodata voglia di garantismo, specie in alcuni agiografi del Mesina bandito gentiluomo e antieroe positivo. Anche nei social network ho trovato giustificazioni e letture complottistiche della cronaca di questi fatti.
    Sinceramente non riesco ad essere garantista, né per Mesina né per chicchessia.
    Forse lo sarei se in Italia ci fosse certezza della pena, se il sistema funzionasse un po’ di più. Ricordo a chi se lo fosse dimenticato che la persona in questione ha accumulato pene detentive per molti più anni di quelli che ha trascorso in carcere, e che avrebbe ottenuto la libertà molto prima se solo la voglia di stare al centro dell’attenzione non l’avesse spinto ad evadere decine di volte, e solo perché è il sistema penale e carcerario a prevederlo.
    E poi, cosa c’è di eroico nel sequestrare a scopo di estorsione, nell’uccidere, nel rapinare, grassare, minacciare, e adesso anche trafficare droga? Non è questa la mia Sardegna, con buona pace dei cantori del banditismo.

  4. Sardus says:

    In meda interventos a custu artìculu, craru e coragiosu de Biolchini, est dimustrada, si mai bi nd’aeret àpidu bisòngiu, una variante, o corollàriu, de sa tesi de Roberto Bolognesi a pitzu de sa dispersione iscolàstica: sa dispersione mentale de meda sardos. Custu est un’àteru de sos problemas tzentrales de sa Sardigna.

  5. New Entry says:

    Sai che c’è Vito Biolchini? Che stavolta sono d’accordo con te! 🙂

  6. francu says:

    l’apprezzamento dei balentes e dei banditi è figlio della sottocultura di cui siamo figli. Orgoloso, come parte della Sardegna, sarebbe un ottima riserva indiana (ma sbrighiamoci a costruire dei casinò). Identifichiamo esattamente lo stereotipo che il continentale spera di trovare: fintamente fieri e orgogliosamente indipendenti (ma in realtà servi da sempre), attaccati in maniera residuale alle tradizioni (un suono di launedda, un coro a tenores e una berritta et voilà il sardo è servito).
    Sarebbe meglio seguire la nostra vocazione servile per scopi più nobili che quelli di fare i camerieri in costa smeralda o gli animali da circo nelle piazze di orgoloso e delle altre bidde nostrane vestiti da pastori sardi. Meglio diventare il 52 stato americano o un protettorato tedesco

    • francu says:

      per errore ho scritto 52 invece di 51, ma forse in realtà è perché qualcuno ci supererà anche in quello

  7. il suo è semplicemente un articolo che cavalca l’onda mediatica. Sottile il suo compiacimento nel confessarsi incredulo al cambiamento di Mesina. Lei si che ci vede bene, vecchia volpe. Poi si indirizza ai ragazzi di Orgosolo, forse rei di esser nati nel paese di Mesina e ha da docere anche loro. Certo se è vero che Mesina è egocentrico e poco intelligente questo vale anche per lei, con la differenza che lui almeno, un pò di notorietà l’ha avuta.

  8. Su Balente says:

    Ci vuole l’indipendenza della Sardegna, lo Stato italiano opera come forza ostile e colonizzatrice, niente di strano se sopravvive l’apprezzamento dei banditi o dei balentes. Saviano resti a fare le sue lezioncine su cose che non conosce in Continente, e come scrisse Gramsci “a mare i continentali!”. W la Repubblica di Sardegna!!!

  9. Carlo Murtas says:

    Con l’arresto di Mesina in combutta con la crema del narcotraffico cagliaritano si è definitivamente sbriciolato il mito del bandito gentiluomo, sopravvivendo un personaggio che sguazzava come un pesce nell’acqua in questa società dell’informazione/intrattenimento, pavoneggiandosi, per la gioia del suo pubblico, a mo’ di un Buffalo Bill di periferia.
    Magari anche l’epopea banditesca che ci ha tanto appassionati, con la stucchevole cornice di realismo magico, che ha dominato nelle nostre storie di Sardegna, è arrivata al capolinea e può finalmente lasciare lo spazio a qualche racconto meno artificioso della realtà.
    Di questa fa indubbiamente parte a pieno titolo anche l’illustre Grazianeddu, ma nella novella versione, dagli spiccati tratti gattopardeschi, del comune delinquente locale impegnato nel business della droga ( pur con tutte le dovute cautele della presunzione di non colpevolezza fino alla conclusione del terzo grado del giudizio ex art. 27, 2° comma della Costituzione ).

  10. Orgolese says:

    Sig. Biolchini prima di parlare di Orgosolo si documenti su Orgosolo…. Buonagiornata

  11. Ahia, non hai colto la mia ironia

  12. riccardo says:

    graziano mesina attualmente guida turistica con un tenore di vita da riccone!!! mi pariat stranu….il mito del bandito “balente” è una maledizione per tutti i sardi!

  13. Bisogna essere assolutamente garantisti, anche se le persone come Mesina non ci piacciono. E’innocente fino al terzo grado di giudizio.
    Bene, ma le intercettazioni ? Vanno valutate nel contesto. Magari quando dice: “io quello lo uccido” sta scherzando. Oppure quando si parla di chili di cuscini magari sono davvero cuscini. E comunque le intercettazioni non devono finire sui giornali.
    E allora cosa possiamo dire. Niente. Aspettare una decina di anni i processi e poi fare le glosse al testo della sentenza.
    Mica siamo gli americani che se un ex galerano incontra un pregiudicato qualsiasi anche al bar per prendersi un caffe lo risbattono in galera e buttano via la mitica chiave.

    • Anonimo0 says:

      “Magari quando dice: “io quello lo uccido” sta scherzando”. Certo !!!!! … detto da uno che si è beccato una marea di anni di galera per omicidio.. Continuiamo così AA, giustifichiamo tutto, evitiamo lo stigma nei confronti di idioti che sono riusciti a nascondere la loro sostanza di puri e semplici delinquenti con il manto fascinoso del “bandito buono”. Questo manto lo avranno pure confezionato centinaia di persone che, solo per caso, si sono trovati a occupare il ruolo di giornalista.. Ma filo e tessuto lo hanno offerto persone che ragionano come te…

  14. francu says:

    La cosa peggiore è l’esaltazione del concetto di bandito romantico, di balente appiccicato a sputo a un semplice delinquente. Il risultato è spesso trovare delle zucche vuote che imitano Mesina e a cui basta mettere i pantaloni di velluto e sparare a 2 lampioni per sentirsi degli eroi. Non sono molto diversi dai gaggi che a Cagliari distruggono le pensiline degli autobus o che scrivono sui muri

  15. grazia pintore says:

    Anche io penso che 40 anni di galera sono veramente tanti.Chissà quanti politici dovrebbero essere in galera!Mi resta difficile pensare che Mesina a 71 anni si dia allo spaccio di droga.Per ora non ho nessuna voglia di condannarlo,vediamo come andrà il processo.Mesina ha fatto grossi errori e li ha pagati con la detenzione ma è anche vero che la polizia ha cercato di incastrarlo diverse volte.

  16. “i criminali sono esattamente quello che sono: criminali, gente spregevole e niente più.”

    splendido approfondimento, di rara perspicacia e profondità. se avesse anche aggiunto la parola “feccia della società” sarebbe stato perfetto.

  17. Franco Branca says:

    Vito, per me è imbarazzante constatare che persone di lucida intelligenza e sicura fede democratica come te possano pensare che un principio basilare del nostro diritto come la presunzione d’innocenza possa essere applicata qualche volta sì e qualche volta no. purtroppo sul tema della giustizia la sinistra italiana ha adottato lo stesso atteggiamento,consegnando a berlusconi una fetta importante di opinione pubblica democratica.

    • Mentre mi fai dire cose che non penso minimamente, attendo la tua opinione sul caso Mesina.
      Inoltre, hai visto oggi i giornali e i commenti su questa vicenda? Forse non bisognava scrivere nulla in attesa del processo?

      • Franco Branca says:

        non ho letto i giornali e quindi non ho un’opinione motivata nel merito.
        ho una certezza: nè per me nè per le decine di orgolesi che conosco e di cui godo l’amicizia, Mesina ha rappresentato nè rappresenta un modello positivo.
        ho dei sospetti e delle ipotesi, di cui ho accennato la matrice: il rapporto tra Mesina e lo stato italiano.
        mi pongo delle domande: quando Mesina è stato scarcerato non gli è stato proprio chiesto niente in cambio? perchè i giornali hanno riportato più volte tentativi di incastrarlo?
        il suo ruolo nelle trattative su sequestri era soltanto una sua iniziativa personale?
        non conosco i suoi redditi, ma so che i soldi non piovono dal cielo, e che avesse disponibilità era risaputo: da dove gli arrivavano i soldi ?
        un’indagine durata 5 anni… e come mai aspettano tanto per arrestarlo?
        sono domande che mi bastano per guardare con diffidenza anche a fatti che potrebbero sembrare inequivocabili, che mi suggeriscono di contare fino a tre prima di emettere sentenze. io avrei riportato la notizia e se proprio avessi dovuto esprimere valutazioni avrei espresso perplessità …

      • Franco, per non avere letto i giornali mi sembra che tu abbia molte più certezze di me. Forse perché la tua su Mesina non è una posizione garantista ma innocentista. Tu l’innocenza di Mesina non la presumi, la dichiari. Molto più di quanto io non abbia dichiarato la sua colpevolezza, e sicuramente con meno elementi in mano.

      • Franco Branca says:

        pur non volendo, può darsi che il risultato delle mie parole sia quello che dici tu, ma… sai com’è… l’asino scottato dall’acqua calda teme anche la fredda …

  18. massimo says:

    Concordo totalmente con vito, purtroppo , il mito del bandito che si ribella alla cattiva giustizia, è una malapianta che attecchisce ancora in molti luoghi, siano essi città o paesi.
    Per me i criminali in velluto rimangono criminali.

    Massimo

  19. E’ imbarazzante constatare come vent’anni di berlusconismo abbiamo completamente stravolto il concetto di “presunzione di innocenza”, trasformatosi da principio giuridico a impossibilità di esprimere qualunque giudizio di condanna morale sulla base degli elementi che si hanno a disposizione. E nel caso di Mesina, di un ex ergastolano graziato che avrebbe dovuti tenersi ben lontano dagli ambienti criminali, gli elementi per esprimere un severo giudizio morale non sono pochi. Ma d’altra parte questo è il paese il cui parlamento ha creduto che Ruby fosse la nipote di Mubarak. In attesa del processo, ovviamente.

    • Monica says:

      Come dice anche Travaglio, se vedo uno dentro casa mia che sta rubando, certamente non può essere definito colpevole in termini di legge fino al terzo grado di giudizio, ma per me rimane un ladro. 🙂

  20. grazie Enri, anche se questo è un luogo serio di discussione…per il sarcasmo c’è Buon Giorno Cagliari..Mesina non è che uno dei “prodotti” della situazione carceraria. A vedere cosa ne combina Totò Riina dopo la permanenza turistica in Sardegna….

  21. Giuseppe says:

    Mi associo, comunque sono stati arrestati altri di altri paesi,forse qualcuno anche di Cagliari, e a noi Orgolesi non passa neanche per la testa di chiedere spiegazioni a Biolchini sul loro operato,tra l’altro bisogna comunque aspettare le sentenze,almeno che la presunzione di innocenza non valga solo per i soliti noti.

  22. salvatore drago says:

    Gentile Biolchini,
    mi capita spesso di leggerla e alcune volte mi sento in sintonia con quanto lei scrive, altre meno; stavolta però devo dissentire su tutta l’impostazione dell’articolo.
    Lei dice che a Mesina lo Stato avrebbe elargito generosamente la grazia dopo 40 anni di galera. Io penso, invece che è da paese incivile comminare 40 anni di galera. Sono contrario all’ergastolo e, quindi, anche a pene così inumanamnete lunghe. Lei afferma che Graziano Mesina è rimasto quello di sempre (…) se così è, allora ci si deve chiedere dove lo Stato ha fallito, visto che scopo della pena è quello di redimere le persone e non che essi rimangano tali e quali erano al momento dell’arresto. Afferma, infine, che per Mesina la presunzione di innocenza non vale, non deve valere: affermazione molto pericolosa, Biolchini, perchè se oggi lei la fa per il signor Mesina accusato di un reato che non è nemmeno andato in dibattimento in una qualsiasi aula di tribunale, domani lo stesso principio potrebbe essere esteso ad altri soggetti, e non penso, non necessariamente, ad uno stato di polizia, mi basta pensare alla legislazione di questo stato democratico sull’immigrazione p. es. o alle tante scandalose sentenze che vengono emesse nei congfronti di cittadini di etnia rom, in nome e per conto di tanti bravi cittadini italiani. No, Biolchini: i principi, i diritti, non sono nè debbono essere negoziabili, nè sospendibili a seconda delle nostre simpatie o antipatie, e perfino giudizi e pregiudidizi e fra questi diritti c’è anche quello della non colpevolezza fino a sentenza (potremmo discutere sul definitivo…ma una sentenza almeno sì)! Altrimenti non è che si corre il rischio ma si ha la certezza di sbattere i mostri in prima pagina, ed è quello che nè io nè lei vogliamo. cordiali saluti.
    salvatore drago

  23. Franco Branca says:

    caro Vito, l’argomento in questione non è la persona di Graziano Mesina, è un principio basilare della nostra civiltà giuridica: nessuno può essere considerato colpevole prima di un processo. questo vale per tutti, e quindi non condivido le sentenze che esprimi con tanta sicumera. non ho letto nulla degli indizi in base ai quali è stato arrestato e quindi non posso entrare nel merito; ma avrei difficoltà comunque a parlarne, perchè penso che il personaggio in questione probabilmente abbia avuto molta dimestichezza con quell’area grigia che esiste tra la delinquenza ed alcune istituzioni dello stato italiano, e penso anche che la sua persona potrebbe essere invischiata (con motivazioni che non conosco ma potrebbero essere molteplici) in situazioni poco chiare ed anche oltre le regole. sul personaggio, personalmente, a pelle, nutro non solo grande diffidenza, ma anche lo stesso fastidio che nutrono molti miei amici orgolesi e condivido pienamente le osservazioni di Orgos. questo non mi autorizza, in nessun caso, comunque, a potermi ergere a giudice.

  24. Ma ancora a parlare di Mesina ?
    Scusa Biolchini ma guarda che ad Assemini ha vinto il Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo !
    Domani mattina ricordati di iniziare la giornata preparando una bella spalata contro i 5 stelle, chi tardi arriva male alloggia.
    Sempre Tuo

  25. Salve, ho letto il post, interessante. Di sicuro un punto di vista non comune.
    Il punto è: Mesina è stato arrestato oggi, in seguito a un’indagine durata 5 anni. Il comandante dei carabinieri che ha gestito l’operazione ha detto che Mesina è pericoloso: uno per la sua azione di coordinamento, due per il rischio di emulazione da parte di alcuni giovani. Una percentuale di gioventù predisposta alla delinquenza c’è ovunque, penso sia normale. Il punto è che, a quanto emerso, Mesina sembra abbia importato la delinquenza organizzata, proprio in puro stile ‘ndranghetista. Certo, aspettiamo il processo, ma pare ci siano prove schiaccianti contro di lui. La Sardegna non aveva bisogno anche di questo. Mesina è stato delinquente. Forse ha continuato ad esserlo dopo la grazia. Non è un eroe, non è una leggenda, non è un mito. E’ uno che si è sempre fatto gli affari suoi, nel peggiore dei modi. Ha cavalcato alla grande la popolarità che i mass media gli hanno costruito intorno, era il suo carattere. Un altro magari, con un carattere diverso, sarebbe stato più riservato.
    Come me la penseranno molti orgolesi, al contrario di me la penseranno altri orgolesi ancora. Perchè fare di tutta l’erba un fascio non serve nè è mai servito. L’importante è che si inizi, almeno ora, a parlarne come di un delinquente, perchè in ogni caso, anche il suo passato non è da incorniciare in questo alone di leggenda, ma da stigmatizzare. Solo così le nuove leve avranno le idee chiare su cosa è giusto e cosa non lo è. Allora rubare, uccidere, sequestrare non è giusto. E’ giusto guadagnarsi da vivere, anche se faticoso, solo col sudore della propria fronte.

  26. Ciao Vito, sono uno dei firmatari della lettera. Nessuno a Orgosolo, in questi anni, ha mai considerato Mesina un eroe o un modello da seguire. Il paese vedeva Gratzianu come un uomo che aveva pagato per gli errori commessi e trascorreva la vecchiaia scorrazzando qualche turista per i monti e facendo il divo con i tanti idioti (non del posto) che lo idolatravano. Due anni fa sfilava a cavallo durante la festa dell’Assunta e c’erano centinaia di turisti che fermavano la processione per farsi una foto o per stringere la mano al “bandito”, una scena disgustosa. Mesina è un personaggio creato dalla stampa,uno pseudo-vip che è tornato a fare l’unica cosa che sa fare, delinquere.
    Orgosolo in questi anni lo ha sempre considerato per quel che è stato, non ha mai esaltato un personaggio che si è arricchito illegalmente mentre i suoi compaesani si spaccavano la schiena o emigravano per poter campare.

    • Grazie per questa testimonianza. Il tono del tuo intervento mi consente di proseguire nel ragionamento. Mai come stavolta è chiaro che i problemi di Cagliari sono quelli di Orgosolo e viceversa. Nessuna delle nostre comunità può affrontare da sola i suoi problemi di criminalità e di disagio. Non dobbiamo chiuderci in noi stessi, ci sono delle questioni che hanno una rilevanza regionale e sulle quali tutti devono dare il loro contributo. La situazione di Orgosolo e quella di Sant’Elia (così come le servitù militari o il Progetto Eleonora ad Arborea) sono tra queste. Grazie ancora per il tuo contributo.

      • Maria Bassu says:

        Caro Biolchini, mi sembra di individuare, nelle sue risposte, la tendenza a perseverare nella volontà di ghettizzare, stereotipizzare o comunque di creare dei corpi a parte. Perché continua a parlare di sant’Elia come se la delinquenza a Cagliari fosse concentrata tutta lì e quasi non faccia parte della città? Apra la sua mente, la prego.

      • Guardi, il problema di Sant’Elia è che la città (chiamiamo così ciò che le amministrazioni, l’opinione pubblica, il caso e le volontà hanno detto e fatto negli ultimi decenni) hanno deciso che gran parte dei traffici illeciti dovessero avere sede lì! Una volta non era così, e le posso assicurare che oggi non c’è paragone tra il tasso criminale di zone storiche come Is Mirrionis e San Michele (dove ho anche abitato) e Sant’Elia. Sant’Elia rassicura i benpensanti di questa città perché appunto rappresenta PER LORO un corpo estraneo, qualcisa di diverso con cui non è dunque necessario fare i conti. E su questa mitologia di Sant’Elia, altra cosa rispetto alla città, ci campa anche la criminalità, che ha creato in questo modo una identità diversa che gli consente di avere una base culturale su cui proliferare e svilupparsi. Quindi si figuri se io voglio ghettizzare Sant’elia o Orgosolo, voglio fare esattamente il contrario! Voglio smontare i ghetti creati ad arte dalla criminalità e da chi non voleva problemi nelle zone “bene” della città, voglio condividere il mio destino con quello degli abitanti di questi quartieri, di questi paesi.
        Detto questo, quando viene a Cagliari si faccia accompagnare a Pirri, zona Santa Teresa. Perché di Sant’Elia ne parlano tutti ma di questo vero e proprio ghetto anche i cagliaritani non sanno niente, non sanno neanche dove sta.

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  28. Roberto says:

    Senza nessun intento di difendere Mesina, idolatrare il banditismo sardo meno che mai la balentia (intesa sopratutto nella connotazione “moderna”), credo sia giusto vedere il tutto da una prospettiva diversa.
    1) Mi pare innanzitutto opportuno accertarsi che il fatto sussista, prima di sparare sentenze o titoloni con varie accuse e denigrazioni. In questa vicenda ho letto sui vari giornali locali e nazionali troppo spesso “potenzialmente” oppure “era in procinto di”…vediamo cosa succederà in sede giudiziaria.
    2) Per quanto riguarda gli avvenimenti passati (risalenti al 1968) credo che Mesina abbia pagato “il giusto” (o almeno quello che la legge italiana prevedeva).
    3) La criminalità di cui parla Saviano non è di certo pertinente con il caso Sardo ed in particolare con i “sequestri”. Manca la capillarità, la cupola, la collusione con lo stato e le stragi (tra la metà degli anni 80 e degli anni 90, in Sicilia era in atto una vera e propria guerra). Credo siano due storie totalmente diverse in tutto.
    4) Non mi pare credibile la collusione tra Mesina (bandito) e ‘Ndrangheta. Le due storie non si incrociano mai.

    Cordialmente la saluto

  29. Grazianeddu? Finalmente una persona coerente. Gran parte della nostra “classe politica” dovrebbe prendere esempio da lui.

  30. Amsicora70 says:

    Per me non è un mito e non lo sarà mai. Anche se da questa vicenda dovesse uscirne candido come un giglio.
    Piuttosto Vito,se mi permetti un piccolo-grande appunto, parli come se mesina fosse stato già condannato con sentenza definitiva; il processo invece deve ancora iniziare.
    La presunzione di innocenza varrà anche per un (ex) ergastolano. O no?

    • No no no. Stavolta no. So di sbagliare, ma stavolta per me non c’è presunzione di innocenza che tenga.

      • Amsicora70 says:

        Vedremo caro Vito; sei molto lombrosiano in questo momento. E non è un complimento.
        Probabilmente hai ragione tu, però i processi si fanno in tribunale non su un blog

      • Guarda che qui stiamo mettendo sotto processo l’opinione pubblica, non Graziano Mesina. Se non capiamo questo continueremo a dire le solite cose autoassolutorie su di noi, sulla criminalità sarda, sul disagio delle zone interne.

      • E poi Amsicora 70, perdonami, ma le hai lette le intercettazioni? E secondo te è normale che un ex ergastolano graziato finisca in quei giri a Sant’Elia? Ma lasciamo stare, altro che Lombroso.

      • Amsicora70 says:

        Ma tu lo sai cosa è un’intercettazione?
        Leggi tre
        Righe riportate dall’unione e pensi che quello sia il contenuto chiaro e a senso unico di un’intercettazione?
        C’è gente che per una cattiva interpretazione fornita alle parole intercettate è finita in galera, salvo poi essere completamente scagionata (vedi il ragazzo marocchino nel caso di yara gambirasio).
        Io non ho precedenti penali, ma a sant’elia vado spesso a cmprare ilpesce la domenica.
        e il pesce lo compro da persone che so avere precedenti penali. e allora? basta una mia foto fatta mentre parlo con questi per fare di me chissa chi?Ripeto, probabilmente è tutto vero ma non scriviamo sentenze su persone e società prima del tempo…

  31. Maria Bassu says:

    A proposito di sconti, le segnalo che colui che viaggia in Italia e in Sardegna a narrare della criminalità, non è estraneo a farne ai suoi Amici israeliani, usando quindi il classico “due pesi, due misure”. ( http://www.youtube.com/watch?v=EAbsnDjpUWw&feature=share )
    Come orgolese, Mesina non mi rappresenta nè, tantomeno, rappresenta Orgosolo nonostante quegli altri 3 0 4 compaesani arrestati. Si ricordi che a noi è sempre stato chiaro che la responsabilità penale è sempre individuale, perché lei ne vuole fare un fatto collettivo? Tra tutti gli arrestati ci sono, mi pare, cinque cagliaritani, ma nessuno si sogna di pensare o di dire che Cagliari sia una città da demonizzare o che i suoi abitanti dovrebbero ribellarsi in massa. Abbiamo i tribunali, caro Biochini, li lasci lavorare, e se Mesina si è montato la testa, di certo chi ne ha fatto una “star” sono stati proprio i giornalisti che vivono di queste operazioni.
    Inoltre, perché lei fa lo sputasentenze su tutto ed è convinto che in un paese di circa 4.400 abitanti si possa sapere facilmente chi è l’autore di un delitto? Per favore ci risparmi la favoletta della famigerata nomea degli orgolesi/omertosi. La stragrandissima maggioranza degli orgolesi ha ben altro a cui pensare, mi creda. Adesso la saluto perchè sto cominciando ad annoiarmi e perchè i nostri interessi e passioni vanno ben al di là della cronaca nera. Caro Biolchini, forse deve rivedere la sua weltanschauung. Noi ad Orgosolo ci consideriamo cittadini del mondo.

    • Guardi, che a Cagliari ci si debba ribellare alla vergogna Sant’Elia lo dico da tempo, e l’ho scritto pure su questo blog: i cagliaritani devono smetterla di far finta di nulla su quello che succede nel quartiere. Eppoi nessuno chiede agli orgolesi di dire chi ha ucciso Marotto o don Muntoni. Ma di non smettere di chiedere verità e giustizia sì, quello sì.

      • Maria Bassu says:

        E chi le ha detto che gli orgolesi hanno smesso di chiedere giustizia? E di Saviano “due pesi due misure” cosa mi risponde? Ha guardato il video?

      • Chi mi ha detto che gli orgolesi hanno smesso di chiedere giustizia? Forse in cuor loro la chiedono, ma pubblicamente quando lo hanno fatto? Saviano: cosa vuole che le dica? Quello che ha postato non c’entra niente con il ragionamento fatto dal giornalista, che non può avere ragione su tutto e torto su tutto. Ma se per le sue posizioni sulla questione israeliana ritiene che il suo ragionamento sulla criminalità in Italia è da buttare, è libera di farlo.

      • Ciao Vito, sono uno dei firmatari della lettera. Nessuno a Orgosolo, in questi anni, ha mai considerato Mesina un eroe o un modello da seguire. Il paese vedeva Gratzianu come un uomo che aveva pagato per gli errori commessi e trascorreva la vecchiaia scorrazzando qualche turista per i monti e facendo il divo con i tanti idioti (non del posto) che lo idolatravano. Due anni fa sfilava a cavallo durante la festa dell’Assunta e c’erano centinaia di turisti che fermavano la processione per farsi una foto o per stringere la mano al “bandito”, una scena disgustosa. Mesina è un personaggio creato dalla stampa,uno pseudo-vip che è tornato a fare l’unica cosa che sa fare, delinquere.
        Orgosolo in questi anni lo ha sempre considerato per quel che è stato, non ha mai esaltato un personaggio che si è arricchito illegalmente mentre i suoi compaesani si spaccavano la schiena o emigravano per poter campare.

  32. casumarzu says:

    porca miseria Vito, le questioni che ruotano intorno alle vicende dei latitanti sardi hanno sempre il loro affascinante mistero, da Giovanni Tolu a Stocchino da “Cicciu Derosas” a Graziano Mesina. Ognuno con storie diverse ma accomunati dal fatto di essere dei sanguinari e riconosciuti come “rispettabili” al pari dei “mammasantissima” siciliani.
    Non si vuole tessere le lodi di un ex ergastolano che nessun lustro ha dato alla Sardegna ma forse in quello che dice balente ci sono particolari misteriosi. rimane il fatto che intorno a queste figure si è sempre manifestata una disdicevole omertà che ha ben poco di balente.

  33. Su Balente says:

    Biolchini, lei sa molto poco di Orgosolo, di Mesina, della vicenda di don Muntoni e di tutto il resto, parla per sentito dire sul solco dei luoghi comuni di certa sinistra intellettuale con la puzza al naso. Ci sono troppe cose che lei non sa. Quanto al resto, anche vent’anni fa Mesina era stato accusato di traffico di droga uscendone pulito, e guarda caso anche allora accennava a dire sulla vicenda Farouk le cose che sanno in tanti, ma che non si possono dire in pubblico. Mesina in buona misura millanta e fa lo smargiasso, ma in quel che dice non manca del vero. Si documenti, parli con Pino Scaccia, se lo conosce …

    • Ci dica lei allora la verità, se è vero che è balente. Per me valgono solo le cose che si possono dire in pubblico, il resto non conta.

    • Anonimo0 says:

      Cesss.. ci mancavano i balentes in versione web…

    • Allora sig. Balente, se lei sa cose che altri non sanno, inizi a scriverle.

      • Neo Anderthal says:

        Teo, i balentes sono quelli che sparano da dietro i muretti a secco, non dimenticarlo.

      • manuel deiana Gairo says:

        neo,credo,se lo lasci dire,che una persona ignorante come lei non sia degna di un blog civile.
        oltre che avere un idea distorta del BALENTE, si appresta lei stesso a comportarsi come i delinquenti stereotipati che chiama con nome errato; BALENTE,(come lo intende lei), è lei stesso,non usando il suo nome reale per scrivere castronerie,proprio come il suo balente nascosto dietro un muretto per sparare.
        lei,non sarà mai un vero balente,perchè pecca di presunzione,difetto del quale un vero balente non si macchia.
        Cerchi di documentarsi e rispondere a tono a ciò che si scrive.

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