Elezioni politiche 2013 / Politica

Grillo si fa capire, il centrosinistra no! Perché il Pd e Sel snobbano la lezione di Luciano Lama e Syriza?

Cerchiamo di capirci: ogni promessa elettorale dovrebbe essere credibile. Però ogni promessa, anche la più incredibile, regala suggestioni e contribuisce a far comprendere agli elettori quali sono gli obiettivi generali di ciascun partito. Ad esempio: Berlusconi annuncia che, in caso di vittoria, rimborserà l’Imu agli italiani. Si può fare? Chi lo sa, non è questo il punto. Perché un annuncio del genere serve soprattutto a far comprendere qual è il messaggio forte del Pdl: meno tasse, a qualunque costo.

E Monti? Il presidente del Consiglio è fissato con l’Europa, con il rigore, con la necessità di tagliare la spesa pubblica. Ogni tanto prova a sintetizzare questo obiettivo, della serie “le scuole resteranno chiuse solo un mese”. Poi rettifica, ma il messaggio passa lo stesso: il problema dell’Italia è la spesa pubblica. Gli elettori lo hanno capito bene.

Grillo si è evoluto. Inizialmente puntava tutto sull’economia (“la soluzione è uscire dall’euro”), poi ha articolato il suo pensiero. I dieci punti proposti qualche giorno fa sono un esempio di ottima comunicazione politica, oltre che un interessante programma elettorale. Ribadisco: probabilmente il Movimento Cinque Stelle non riuscirà a mettere in pratica nulla, ma questo è il momento delle promesse, non dei fatti. E in ogni caso in politica le promesse sono oggettivamente un fatto, il primo che gli elettori si attendono.

E  Bersani? Quali sono le suggestioni che ha lanciato finora? Che cosa promette il Partito Democratico? Fate uno sforzo di memoria: cosa vi ricordate? Io poco o nulla. E il Pd, seguendo l’esempio di Grillo, riesce a mettere in fila almeno dieci obiettivi che si propone di perseguire una volta arrivato al governo?

Ecco il programma del Pd: dategli uno sguardo e dategli un voto. Il mio è zero. Zero spaccato. Chi lo legge un documento di questo genere? Chi? Chi c’ha il tempo per farlo? Un elettore normale cosa ci capisce? Quali sono le priorità che il partito pone? Non si capisce nulla, confusione totale.

E Vendola? Lo avete visto il programma di Sel? Una quarantina di pagine, anche in questo caso senza alcuna indicazione delle priorità. Una follia.

Molto meglio la pagina delle idee, con i sei punti cardine del programma di Sel. Ma l’impressione è quella di una comunicazione non efficace, se non proprio scadente.

Quindi il centrosinistra ha solo dei problemi di comunicazione? Non direi. “In politica non esistono problemi di comunicazione, esistono problemi di democrazia”: è una frase che qualche anno fa lessi in un pezzo di Carlo Arthemalle (sindacalista cagliaritano degli anni ’70 e ’80) e che mi aiuta sempre a capire le dinamiche della politica.

Mentre entriamo nella fase decisiva della campagna elettorale, abbiamo difficoltà a comprendere quali siano le idee forti che il centrosinistra mette in campo. Perché forse non ne ha, perché forse (ancora una volta) non sa decidere le priorità.

E il problema purtroppo arriva da lontano.

Vi ricordate Luciano Lama? Fu segretario della Cgil dal 1970 al 1985. Lasciato l’incarico, riassunse parte delle sue analisi in un libro, “Intervista sul mio partito”, a cura di Giampaolo Pansa (fatevi un regalo e compratevelo).

Lama spiega tante cose, soprattutto gli errori (tragici) di Enrico Berlinguer; ma in una parte del libro dal titolo “Qualche vizio del mio partito” (che era il Pci), Lama ci fa comprendere perché oggi gli eredi di quella tradizione politica ricadano negli stessi errori. All’aggettivo “comunista” sostituite “di centrosinistra” e l’analisi vale anche oggi.

Dice Lama:

“La caratteristica di fondo del comunista conservatore è il rifiuto di fare scelte coerenti. (…) Non possiamo fare discorsi vaghi, non possiamo affermare A e B nello stesso momento. Non possiamo rappresentare tutti i segmenti della società, anche quelli più in contrasto fra di loro. Non possiamo, di volta in volta, correr dietro a interessi anche contrastanti che aspirino ad una copertura politica. Sì, un partito di sinistra democratica, riformatore, non può essere una spugna, porca miseria!, una spugna che assorbe qualunque cosa: acqua, vino, un po’ di acqua sporca, e tutto quello che viene su, viene! Non può essere così un partito progressista, che voglia governare meglio questa società e anche cambiarla, ma cambiarla dove va cambiata!”.

Chiede Pansa: “Da dove deriva questa incapacità programmatica del Pci?”. E Lama risponde:

“Il programma del Pci non viene perché è difficile farlo. È difficile perché fare un programma, e qui torniamo al solito punto, vuol dire fare delle scelte. Il problema è sempre quello: dire dei “sì” e dire dei “no”.  (…) Il Pci deve rendere più esplicite le proprie scelte. E dire con chiarezza, settore per settore, questione per questione, che cosa farebbe se andasse al governo”.

Oggi le priorità del centrosinistra che aspira ad andare al governo del paese non si conoscono. E nella predisposizione del programma elettorale la lezione di Syriza non è servita. Ricordate il partito della sinistra greca? Alle ultime elezioni presento un programma per punti, poi risultato molto efficace. Bastava copiare quella modalità (ne parlai su questo blog lo scorso 20 giungo in un post dal titolo Chiaro, semplice, alla portata di tutti: il programma del partito greco Syriza è un modello per il centrosinistra italiano. E per quello sardo) e tutto sarebbe stato molto più semplice e comprensibile.

Invece ci ritroviamo dei programmi illeggibili. E che poi nessuno si lamenti se Berlusconi e Grillo incrementano i loro consensi e il Pd e Sel invece no.

 

 

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15 Comments

  1. Lama Pansa e Carlo Arthemalle non sono quanto di più a sinistra sia esistito nel PCI.. In ogni caso PCI e PD son cose profondamente diverse, accomunarle non aiuta a capire cosa era il PCI nè cosa è il PD!

  2. spessotto says:

    Concordo sul fatto che è finito il tempo delle deleghe in bianco. Giusto una precisazione,personalmente sono distante anni luce dalle ricette economiche di Giannino anche perchè non appartengo a quel blocco sociale che in passato ha sostenuto la DC e in tempi più “recenti” Forza Italia/Casa della Libertà/PDL. Tuttavia, come hai notato per quanto riguarda la parola “privatizzazione”, Giannino ha capito che è necessario parlare una lingua conosciuta al ceto a cui si rivolge.

  3. Perché il Pd e Sel snobbano la lezione di Luciano Lama e Syriza?
    E’ semplice…
    Il Pd lo snobba perché è un programma di sinistra.
    Sel lo snobba perché non è abbastanza poetico.

  4. Una domanda a Biolchini e a Elisabetta: quanti italiani, prima del voto, leggono i programmi dei candidati e scelgono in base all’ottima e chiara struttura dei medesimi?
    L’elettore medio vota per vaga ideologia, nella migliore delle ipotesi.
    Spesso vota per schieramento quasi calcistico, aspettando il risultato finale con tifo da stadio, nella convinzione che il Milan sia di destra a la Juve di sinistra.
    La maggior parte degli elettori purtroppo vota di pancia, seguendo le sirene e i flauti degli ultimi giorni.
    Esistono poi i pacchetti-voto pronti per l’uso.
    Ma questa è un’altra storia.

    • Elisabetta says:

      E’ vero, lo leggono in pochi, lo leggiamo noi con la penna rossa in mano, non gli analfabeti di ritorno, o i disabili – che so – sensoriali, o chi parla (e legge) male l’italiano per mille e una ragione.
      Però la cattiva scrittura di un programma è in generale sintomatica di una cattiva comunicazione in generale, lo scritto (magari un programma no, ma un volantino qualcuno in più potrebbe leggerselo: quando Soru faceva la sua perdente campagna, i volantini che avevano diffuso erano scritti e impaginati benissimo e la gente se li guardava davvero, posso testimoniare) e pure il parlato – anche sull’oralità Berlusconi e Grillo sono molto più potenti, ma che ve lo dico a fare?
      E poi, naturalmente, è in generale soprattutto sintomatica di una cattiva politica e di una cattiva democrazia, e qui sta il punto: mettersi alcuni problemi di “forma” significa, almeno per me, porsi problemi sostanziali sul proprio destinatario e cioè sul Paese e sulle strategie più o meno centrate per maneggiarlo.
      Com’era la frase?…«Chi parla male pensa male»… e figuriamoci come agisce!

      • Cara Elisabetta,
        devo essere un’analfabeta di ritorno, ma il suo intervento mi lascia basita.
        Sa perché? Perché, rispetto a lei, attribuisco scarso valore a qualunque programma politico, poichè spesso sono fatti di parole ricorrenti e di promesse non sempre mantenute.
        Se avessi dovuto scegliere il partito del cuore in base alla struttura comunicativa del programma, all’eloquio fluente del leader e alla sua capacità di fare da specchio ai bisogni degli elettori, sarei berlusconiana da vent’anni.
        Per fortuna sono andata oltre.
        Non sempre chi parla perfettamente ha qualcosa da dire.

  5. sono completamente d’accordo con Elisabetta. Per rendere efficace – e serio, che è cosa ben diversa da serioso e “professorale” ma anche da certi exploit da circo Barnum- un testo, bisogna avere le idee chiare sui propri interlocutori (quelli sicuri e quelli potenziali, o fanno schifo e preferiamo regalarli agli altri?) e volersi far capire. Ecco, forse il problema sta nella volontà di farsi capire realmente dal maggior numero di persone possibili (cosa in cui Berlusconi è un campione assoluto).

  6. In realtá il centro sinistra lo scrive e lo ripete ovunque chiaramente qual è il programma, ovvero lo stesso di Monti: preservare fiscal compact, pareggio di bilancio, distruzione del sistema pensionistico a favore dei fondi pensione privati, austerità; tutto quello che il Pd ha votato in parlamento per un anno intero (in buona compagnia, beninteso) e che si impegna a non modificare. Basta leggerlo: più Europa, equilibrio dei conti, riorganizzazione del modello sociale, collaborazione con le forze liberali. Questa é solo la pagina 1, ma é la piú importante. Lo dicono chiaramente in ogni contesto e in ogni intervista appena mettono piede fuori dall’Italia, ovviamente in inglese in modo tale che la gente che li voterá convinti di votare “a sinistra” non possa averne notizia diretta. Lo sanno tutti, nel mondo, é incredibile pensare che il centro sinistra italiano “non ha priorità”, mentre in Europa si sta realizzando a tappe forzate il più grande esperimento di ingegneria sociale mai concepito. Le ha eccome, le prioritá, piuttosto il problema è che agli elettori bisognerebbe spiegare cosa significhi “fiscal compact” e “pareggio di bilancio”. Ma lo scopriranno presto da soli (quelli che ancora non lo hanno fatto)

  7. Elisabetta says:

    Terribile. Il programma del PD e quello di SEL (il programma PDF, non i sei punti) sono scritti e impaginati in un modo terribile.

    Chiunque abbia un po’ di cognizioni su come scrivere un testo leggibile dai più (per non dire dai tutti, che però dovrebbe essere l’obiettivo che un centrosinistra si pone in concreto), e abbia studiato come semplificare, agevolare, rendere efficace un testo scritto in mezza giornata potrebbe aggiustarli graficamente, asciugarli nelle ridondanze, evidenziare le parole e le frasi chiave. E questo solo per quanto riguarda la forma.
    Se poi si volesse (e si dovrebbe diossanto!) lavorare sulla scelta delle parole e dell’organizzazione logica del testo, uno bravo davvero in una settimana farebbe un gran lavoro di democrazia, appunto.

    Ci sono regole e regolette (De Mauro, Emanuela Piemontese, linguisti peraltro vicinissimi alla sinistra italiana, che diamine!), pratiche e modelli (la Costituzione, come si sa, è in questo senso un esempio illuminante), gente che ha studiato per fare queste cose qui, e che il PD e SEL avrebbero dovuto trovare e pagare profumatamente: le ricordiamo o no le statistiche sull’analfabetismo di ritorno in Italia? E quelle sulla capacità di decodificare testi scritti dei nostri adulti?

    Però lo sappiamo: rem tene, verba sequentur. A monte ahimé c’è il problema della chiarezza delle idee, dei sì e dei no a cui faceva riferimento Lama, della voglia di dire cose piuttosto che “scrivere un programma” con cui riempire 15 pagine di PDF, chi più ne ha più ne metta. E qui, studi di comunicazione o no, casca l’asino. Mamma mia se casca.

  8. Giuseppe says:

    il problema per me, è che l’elettore medio del centro sinistra ha in mente un modello di società, che non si limita alla risoluzione del problema tipo IMU e le tasse.
    Affronta e vive la società, conosce i problemi che magari fanno parte anche del proprio lavoro. Spesso è anche impegnato nel sociale, segue la politica,
    Non ha in mente un’idea della società dove regna l’egoismo del “prima a me, degli altri non me ne fotte niente”.
    E sa che la realtà delle cose è che spesso si ha a cha fare con problemi complessi e articolati. E la soluzione non è facile.

    Per lui non basta dire: meno precarietà, più lavoro per tutti, mettiamo agevolazioni fiscali a chi assume, redditto minimo garantito di 600 euro, eliminare la riforma Fornero, ecc…..
    perchè poi si chiede, giustamente:e come fare in pratica? siamo sicuri che funziona? Quali sono le conseguenze?
    Quando qualche mese fa si parlava di redditto minimo garantito la gente diceva: “si, ma i soldi da dove si prendono? non ce ne sono!”
    Gli elettori del centrodestra manco se lo chiedono da dove vengono tolti i soldi per eliminare l’IMU, che gliene frega, ci credono senza troppo domandare della fattibilità della promessa.E non si chiedono nenache se sono veramente 4 i Miliardi di Euro di IMU connessi per la prima casa.
    E poi gli elettori di centrosinistra mica li seduci (giustamente) solo sui soldi:
    ti chiedono i conti sull’Ambiente…e poi sui diritti sociali…e poi sulla giustizia…e poi sull’istruzione..e poi sulla ricerca…e poi sulla lotta all’evasione fiscale….e poi sulla politica internazionale….e poi sui diritti umani…..

    all’elettore di centro e centrodestra basta dirgli una o due cose, gliele spari così, che sembrino credibili, e si accontentano.

  9. Sergio says:

    Condivido che il programma del PD non sfondi dal punto di vista comunicativo. Ma la parola d’ordine di Bersani è stata sempre “normalizzazione”. Anche dal punto di vista comunicativo non spara bombe, non esalta, non illude, non piglia per il culo………e soprattutto non mette paura, non la usa a proprio vantaggio.

    Ecco, il mettere PAURA: questo è il vero leitmotiv degli schieramenti citati in questo articolo:

    – Monti passa il tempo a minacciare che lo spread tornerà a livelli stratosferici minacciando il default (basta la parola e tutti noi italiani rievochiamo lo spettro del disastro, inculcato per mesi nel corso del 2011-2012…la povertà definitiva,che arriva instantaneasenza ritorno, incomprensibile ai comuni mortali, e senza rimedio).

    – Grillo, è l’ansia in persona, per come le comunica e per i contenuti: minaccia catastrofi,li evoca, è il terrore materializzato e allo stesso tempo la soluzione per la salvezza.Fa tutto lui, come predicatori americani: evocano l’Inferno ma promettono la salvezza se li segui senza troppo domandare.

    – Berlusconi non riesce più a spaventare come prima, comunisti ce ne sono pochini,non hanno più appeal, e allora mincaccia gli italiani che con Monti al governo avremo tutti meno soldi…l’IMU è stato solo un assaggio.

    Si, sono tutti più comunicativi del centrosinistra perchè Grillo e Monti hanno imparato da Berlusconi che parlare direttamente ai sentimenti forti funziona, ed evocare lo spettro di disastri e cataclismi è l’evoluzione 2.0 del ritorno del comunismo.
    Alla fine ognuno ha il suo stile.

  10. http://www.fermareildeclino.it/10proposte
    Giannino, sebbene ancora al 3%, ha le idee ancora più chiare 😉

  11. spessotto says:

    Condivido molti punti della tua analisi. Il programma del PD sembra decisamente una Carta dei valori e non è chiaro nell’immediato quali sono i provvedimenti più urgenti da adottare. Purtroppo ho l’impressione che il PD non voglia dare realmente la “caccia” ai voti perchè già sicuro di vincere. L’unica cosa che è stata enfatizzata è l’appello al voto utile. Decisamente insufficiente. Per quanto riguarda Grillo negli ultimi giorni ha aggiustato il tiro. Personalmente credo che dopo le dichiarazioni su casapound qualcosa sia cambiato. Parla in misura maggiore di provvedimenti e ha toccato molti temi cari alla sinistra con una chiarezza che da diverso tempo non si vedeva in politica. Spesso questa chiarezza è sinonimo di semplificazione ma nel complesso ci può stare. Alla fine i monologhi di Grillo si fanno ascoltare e sono immediati anche per chi non ha molta dimestichezza con la politica. Riconosco, pur non votando Grillo, che questa è la sua vera forza. Vito, volevo segnalarti anche i punti programmatici di Giannino http://www.fermareildeclino.it/ Persino loro sembrano più chiari e immediati del PD….Mah….

    • Maurixio says:

      E’ vero che i punti programmatici di Giannino sono chiari: basti vedere quanto la parola “privatizzazione” sia presente; mi sembra sia l’espressione di quella classe “medio-alta” che si è vista “defraudare” di quel benessere che la crisi si è portata via ; il problema vero è che dovremmo stare dalla parte di chi la crisi la vive sul serio ed oggi si trova senza lavoro e senza la possibilità di arrivare a fine mese; il problema vero è che dovremmo impegnarci e chiedere conto al destinatario del nostro voto e non consegnare una delega in bianco.

  12. Monica says:

    ho paura che vincerà di nuovo Berlusconi e Grillo se non il secondo sarà il terzo partito. E il centrosinistra farà da comparsa come al solito. Altri cinque anni di sabbia del Poetto sl posto della vaselina 🙁

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