Cagliari / Sardegna

Caso Poetto, ci scrive l’assessore Frau: “Tutti sapevano che i chioschetti erano ancora temporanei! Abbiamo cercato ogni soluzione, e ci avrebbe fatto piacere trovarla…”

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Sul post “Teatro Lirico e chioschetti del Poetto: nel suo piccolo, anche il Pd di Cagliari si incazza (contro Zedda, evidentemente)” ha inviato un suo lungo e articolato commento l’assessore all’Urbanistica del comune di Cagliari, Paolo Frau. Ho ritenuto opportuno proporlo con una sua autonomia, vista l’importanza dell’argomento e, ovviamente, dell’autore. Che ringrazio per l’attenzione e la cortesia. Grazie Paolo e buon lavoro.

***

Ciao Vito,

ho visto solo ora il tuo post sui chioschetti del Poetto e ho pensato di rispondere. Probabilmente arrivo troppo tardi rispetto alla conversazione in corso, ma credo comunque utile darti qualche informazione in più. Parto, per comodità, da ciò che hai scritto:

“Non ha senso dire qualche giorno prima della scadenza (come ha fatto l’assessore all’Urbanistica Paolo Frau) “scusate, qui dovete smontare tutto”. E’ necessario invece che ci si incontri al più presto con le altre istituzioni che hanno una competenza sul litorale. Peraltro, perchè non è stato fatto in queste settimane? A cosa stava pensando l’assessore all’Urbanistica?”

Le cose, caro Vito, non stanno così.
Quando siamo stati chiamati a governare la città, lo scenario che abbiamo trovato era questo: la Magistratura era intervenuta chiamando in giudizio la passata amministrazione, ordinando l’immediata demolizione dei chioschetti, e indicando come inamissibile la presenza di volumetrie in una zona (la spiaggia) che non le consente.

Era necessario quindi agire su due fronti:

– predisporre un sistema di norme che rendesse possibile dotare stabilmente il litorale delle strutture che ne consentano un uso non limitato alla stagione balneare, come è nella storia e nella tradizione della nostra città.

– trovare la strada per consentire che anche nel periodo di transizione, in attesa dell’approvazione del Pul, fosse possibile dotare la spiaggia di punti di ristoro e servizi alla balneazione.

Sul primo fronte abbiamo corso come matti e nonostante la complessità delle procedure relative alla necessaria variante urbanistica e al Pul (considera solo che su entrambi gli atti è stato necessario avviare una specifica Valutazione Ambientale Strategica) siamo riusciti a predisporre e adottare in consiglio comunale entrambi gli atti entro il termine del 31 ottobre.

Tanto per capirci, tra tutti i comuni costieri della Sardegna solo due hanno raggiunto questo risultato. Uno è Cagliari.

Ora gli atti, secondo la legge, sono in pubblicazione, per consentire alla cittadinanza eventuali osservazioni. Ci sarà poi un secondo passaggio in consiglio per l’approvazione definitiva, e quindi il tutto sarà trasferito alla Regione per le verifiche di coerenza.

Sul secondo fronte, quello transitorio, è stato subito chiaro che le sole strutture ammissibili dovevano avere il carattere della temporaneità. Non potevano essere stabili perchè avrebbero costituito un nuovo abuso.

E’ SCRITTO CHIARAMENTE NELLE LINEE GUIDA.

E’ SCRITTO CHIARAMENTE NELLE AUTORIZZAZIONI CHE I GESTORI HANNO SOTTOSCRITTO ALL’ATTO DELLA CONCESSIONE.

Io stesso, che detesto chi racconta palle, mi sono sempre premurato di non creare illusioni, pur comprendendo molto bene le esigenze degli operatori.

Ti faccio solo un esempio, che ti consente di verificare le fonti.

Subito dopo l’estate sono stato invitato dalla Confesercenti ad illustrare il lavoro in corso sul Pul. Erano presenti i dirigenti del sindacato, quasi tutti i gestori dei chioschetti e dei servizi di spiaggia, qualche loro avvocato.

Al termine dell’illustrazione mi è stato chiesto se gli avanzamenti sul Pul avrebbero avuto come conseguenza la permanenza dei chioschi e ne avrebbero evitato lo smontaggio.
Sono stato chiaro che più chiaro non si può. Ho volutamente sottolineato che le questioni erano distinte, e che, volendo continuare a dire la verità, impegni in questo senso non ne potevo prendere.

Abbiamo, te lo assicuro, esplorato ogni possibilità che ci consentisse di evitare lo smontaggio, e credo immagini quanto ci avrebbe fatto piacere trovarla. Purtroppo una strada legittima non esiste. E non ci è stata mai indicata dai tanti che oggi fanno gli sportivi con le spalle degli altri. Neanche da chi, occupando negli anni scorsi prestigiose postazioni nella giunta precedente e nel consiglio comunale, qualcosa avrebbe potuto farlo per tempo e in anni e anni di governo non lo ha fatto.

La mia preoccupazione attuale è che creare illusioni porti dei danni agli operatori, perché gli sportivoni di oggi potranno defilarsi bellamente appena lo desiderino, mentre i gestori rischiano la decadenza delle concessioni demaniali e la possibilità di mantenere il loro lavoro. Mi viene persino da pensare, talvolta, che non tutto succeda a caso, perché gli appetiti sono tanti…

Scusami tanto, Vito, per la lunghezza e per il ritardo. Spero che la necessità di sintetizzare non abbia nuociuto troppo alla chiarezza.

Un caro saluto.

Paolo Frau
Assessore all’Urbanistica del Comune di Cagliari

 

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35 Comments

  1. Purtroppo penso che l’ approvazione del pul dovrà passare ancora del tempo. Ieri c’è stata la un incontro tecnico con gli enti territorialmente competenti in merito alla VAS (si presentava nello specifico il rapporto ambientale). Oltre ad alcune stoccate di capitaneria di porto e l’agenzia del demanio, la Ras, ass. urbanistica, oltre che ravvisare “somessamente” tutta una serie di difetti procedurali ha fatto trasparire, purtroppo, che tra i due enti c’è stata carenza di dialogo già dopo la presentazione dello scoping.

    http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=1004

    http://www.castedduonline.it/cagliari/pul-approvazione-polemiche-critiche-progetto-comune

    • http://www.youtube.com/watch?v=EWaOxKWPPrg

      troppo facile dare adesso colpa solo alla regione. Chi c’era durante la riunione in provincia del 23 gennaio non poteva rendersi conto che, partendo dalla totale assenza di una copianificazione, dialogo (ad es. non è stato mai risposto alle osservazioni sullo scoping poste dalla ras del 29 ottobre), studio geologici idreogeologici etc., il nuovo pul prevedeva delle forzature troppo evidenti in ambito urbanistico.

  2. Pingback: Cagliari, Poetto e baretti. « Gruppo d'Intervento Giuridico onlus

  3. volevo riportare le parole di Farris così come le pubblica cagliaripad

    “La politica non può fare della legalità un valore assoluto quando causa danni irragionevoli e gravi ai propri concittadini”

    raccapricciante!!! è bene criticare questa giunta (quando serve) ma ricordiamoci sempre chi c’è dall’altra parte…

    ho scambiato alcune parole con degli amici su questa questione e, al di la del problema legale sul quale sembra non esserci possibilità di fare nulla, alcuni sostengono che tale problema legale si sarebbe potuto risolvere se il comune “si fosse mosso prima”…

    partendo da questa base sento in giro le più stravanate ipotesi complottiste del tipo che in realtà il comune vuole “uccidere” il poetto per favorire i locali del centro e amici/parenti di alcuni leader politici di sinistra vicini a Zedda… ovviamente quando faccio notare che il problema del poetto esiste da 4-5 anni, i complottisti nicchiano… però intanto queste voci si spargono in città…e molta gente si convince di queste cose…

    trovo che sia necessario che il comune faccia quello che deve fare il prima possibile e magari, dopo la prossima stagione estiva, iniziare i lavori del famoso progetto sul Poetto tanto pubblicizzato un annetto fa, perchè ritengo che il metodo migliore per smentire tutti sia lavorare per fare quello che si dice di voler fare e non presentare tanti progetti belli, esporli come se fossero cosa fatta e poi dover aspettare 3 anni per vedere iniziare qualche lavoro (se inizia…)

    • cagliaripad ha corretto il virgolettato di Farris

    • roberto says:

      Non penso che con l’approvazione dei PUL i chioschi potranno permanere senza il carattere di temporaneità, la legge parla chiaro, entro i 300 metri dal mare non si può creare volumetria!!
      Allora, l’unica giusta soluzione è definire la temporaneità, anzi meglio, legare la temporaneità delle autorizzazioni edilizie, alla temporaneità delle concessioni demaniali..mi sembra difficile che la magistratura dica che la temporaneità delle concessioni demaniali non può essere definita temporanea perchè troppo lunga..al contrario le sentenze della cassazione hanno già più volte stabilito che non si può considerare temporanea una autorizzazione edilizia rilasciata per pochi mesi all’anno ma ripetutamente negli anni (come avviene da sempre per i chioschetti del poetto). Occorre dare un termine certo e ultimo alle autorizzazioni edilizie. Quindi autorizzazioni edilizie di pari durata delle concessioni demaniali..
      Altra soluzione sarebbe una legge che permette la realizzazione di strutture ricadenti nelle concessioni demaniali e per finalità turistico ricreative, in deroga alla legge che vieta in toto l’edificazione entro i 300 metri…

  4. Paolo Curreli says:

    MI sono sempre chiesto una cosa e forse qualcuno in ascolto può darmi la risposta. Ma le concessioni del Poetto sono date a vita? C’è stata qualche forma di gara pubblica per la selezione dei titolari? Anche perché i prezzi praticati non è che siano di beneficenza…

  5. Anonimo says:

    Alla domanda su cosa abbiano fatto le giunte Floris per il Poetto si può dare una risposta semplice, diretta e incontrovertibile. Il ripascimento è il fiore all’occhiello della giunta Floris. Neppure una parola per fermare lo scempio operato dalla Provincia alla quale erano stati dati “pieni poteri”. Eppure il Comune di Cagliari era il titolare del tratto più importante della spiaggia. Non solo silenzio, ma addirittura una difesa del “lavoro” dei ripascitori. Insomma, una grande responsabilità.
    Sui chioschi c’è pochino da dire. Erano abusivi e c’è molto poco da approfondire. In tutto il pianeta, poi, le strutture amovibili sono, appunto, amovibili.
    Insomma, nel complesso sono stati dieci anni disastrosi e c’era bisogno di un po’ di legalità al Poetto.
    C’è da dire, però, che siamo vissuti per molti anni sprovvisti di PUL e sino a qualche anno prima del ripascimento ce la siamo cavata benino.
    Il Poetto era bianco e quest’anno si festeggia il centenario del primo stabilimento. Cent’anni avrebbe oggi anche il trenino elettrico se non lo avessero eliminato.
    Incoscienti, andavamo al mare senza considerare che non c’era uno straccio di PUL.
    Ora se il Comune troverà un’armonia con la Regione avremo anche noi tanto di PUL in breve tempo. Finalmente. Non se poteva più.
    Anche se, per fortuna, abbiamo già delle leggi che proteggono la spiaggia, il parco del Molentargius, la Sella del Diavolo e tutto quello che di bello oggi ancora vediamo. Sarebbero bastate le norme che già possedevamo per salvare la nostra spiaggia. Se, PUL alla mano, faranno altre schifezze, saranno schifezze con il PUL.
    La spiaggia color asfalto non è dovuta alla mancanza del PUL ma all’incontenibile arroganza di un gruppo di amministratori che riempirono i muri di manifesti al grido di “basta con le parole, è arrivato il momento di fare”.

  6. Anonimo says:

    Non sono in grado di dire se la Giunta abbia fatto tutto il possibile, ma certo, quella proposta dalla regione e dal PD in consiglio comunale, sembrerebbe una strada ragionevole che varrebbe la pena tentare di percorrere. A parte il danno economico, c’è anche un problema di impatto ambientale. Le continue operazioni di montaggio e smontaggio potrebbero avere un impatto più pesante sull’arenile della permanenza stessa dei baretti.. La legge ne prevede lo smontaggio a tutela dell’arenile, quindi ci troviamo di fronte al paradosso per il quale la cura sarebbe più dannosa della malattia.. Anche sulla base di questo, possibile non si riesca a trovare un escamotage per evitare queste demolizioni??
    E la magistratura, siamo sicuri si accanirebbe su questo punto? La Giunta da’ l’idea di essere un po’ rigida e pavida.. E’ gioco facile appellarsi alla legalità quando non si riesce a trovare una via per risolvere i problemi. Anche perchè, non si tratterebbe di un tentativo truffaldino di aggirare le norme, per chissà quali ignobili vantaggi, sarebbe la ricerca di una via d’uscita che appare a tutti come la più ragionevole..
    __________________

  7. Paolo Frau says:

    Caro Massimiliano Tavolacci,

    il tuo ragionamento è ineccepibile ma, maliziosamente, tace sul centro della questione.

    Le nuove autorizzazioni temporanee potranno essere rilasciate solo quando, con lo smontaggio, la situazione sarà riportata nell’ambito della legalità.
    Non possono cioè essere agganciate alle precedenti, perchè in questo caso farebbero cadere il loro carattere di temporaneità, riproducendo la situazione sulla quale è intervenuta la magistratura.

    Vorrei ricordare che l’inchiesta della magistratura è ancora aperta, e la mia sensazione, qualcosa più di una sensazione, a dire il vero, è che l’attenzione su questo punto sia massima.

    Quello che ti chiederei, quindi, è di esplicitare che, con la situazione normativa attuale, solo di autorizzazioni temporanee si può parlare, e che la necessità dello smontaggio non è il frutto di un nostro improvviso e autolesionistico impazzimento.

    Siamo portati, ti assicuro, a evitare ogni conflitto con le altre istituzioni, tranne quando nella polemica siamo tirati per i capelli. La nostra volontà di collaborazione credo la abbiamo dimostrata in ogni occasione. Ti ricordo, solo a titolo di esempio, la variante che ci avete richiesto, e che abbiamo celermente provveduto a deliberare, che consentirà la riqualificazione dell’ex ospedale marino.

    Sulle linee guida, te ne do ampiamente atto, è stata importantissima l’introduzione della classificazione “spiaggia urbana” con la specificazione degli usi consentiti. Quello che manca, e che blocca tutto, ma voi dell’Urbanistica regionale lo sapete benissimo, è un sistema di norme che renda possibile tradurre in pratica quegli stessi usi.

    La variante urbanistica e il Pul, come ho già scritto, sono ora in pubblicazione. Saranno nelle vostre mani tra pochi mesi. La nostra speranza è che i tempi di esame da parte dei vostri uffici siano i più brevi possibili.

    Un cordiale saluto.

    • Massimiliano Tavolacci says:

      Caro Assessore, il problema della temporaneità e della transitorietà è slegato dalla stagionalità e dalla illegittimità. La Procura si mosse su segnalazioni di conclamati ed evidenti abusi edilizi, per difformità oggettive delle dimensioni, dislocazioni e altro riguardante i chioschi che avevano modificato nel tempo la propria struttura rispetto a quanto autorizzato illo tempore. I manufatti che voi avete autorizzato durante il 2012 non presentavano certo tali profili di illegittimità. Avete scelto voi la data del 31.10.2012 per definire la validità delle autorizzazioni. Perché non il 30.11 o il 31.12 o fino all’entrata in vigore del PUL? Non si tratterebbe comunque di autorizzazioni temporanee per opere precarie in un regime transitorio? Vedi, affermare come ha fatto il Sindaco, che la prossima volta che si monteranno i chioschi sarà l’ultima, è proprio ripetere lo stesso errore di comunicazione, creando aspettative che andranno deluse. Sai perfettamente che i chioschi per il 2013 dovranno essere rimontati esattamente dove sono oggi, mentre quando entrerà in vigore il PUL dovranno essere posizionati da un’altra parte. Monta, smonta, rimonta… ancora per almeno un altra volta. È ciò a cui state preparando la cittadinanza? Come sai, siamo sempre stati disponibili al dialogo e a ricercare insieme ogni soluzione, come nel caso dell’Ospedale Marino di cui vi devo dare atto avete concluso ciò che noi non siamo riusciti, con grave ritardo, a chiudere; tuttavia nel caso dei chioschi è mancato il momento di confronto e sintesi, tanto che è stato ritenuto opportuno (interpreto così l’intervento del Presidente Cappellacci), con molto rispetto dei ruoli istituzionali, suggerire la via possibile solo una volta giunti ad un punto di estrema criticità. Sulla modifica dei sistemi di norme non posso che concordare, ma sembra di toccare il sacro Graal! Ricambio cordialmente i saluti…

      • Valleyman says:

        Se poi, come ha fatto oggi L’Ugnone Sarda, si trasfroma la legge (PUL) in un “regolamento bizantino”, tutto è più facile. Alla politica queste leggi danno proprio fastidio.

  8. Di Legno says:

    Sarà l’ultima volta che si smontano i baretti.

  9. Credo che ad autorizzazioni scadute non ci sia niente altro da fare che demolire!! La magistratura vigili o intervenga!!

  10. Caro Vito, mi fa piacere che tu abbia pubblicato la chiara e opportuna lettera di Paolo Frau e mi fa ancora più piacere che tu non l’abbia ulteriormente commentata cercando magari di difendere quanto avevi scritto prima. Questa è democrazia e dialogo corretto. Magari in futuro potresti moderare i commenti anonimi (…si diano almeno un nick-name !). Son sicuro che i baretti, così come l’Anfiteatro, così come il lungomare troveranno una soluzione e una apertura ‘regolare’ prima della fine di questa legislatura….

  11. Massimiliano Tavolacci says:

    Assessore Frau, la soluzione legittima c’e, è stata indicata e spiegata come il pane. Infatti anche le prossime autorizzazioni che rilascerete, siano esse rilasciate a febbraio, a marzo, o ad aprile o a maggio o, disgraziatamente, a giugno, saranno temporanee ed in conformità con le attuali norme paesaggistiche ed urbanistiche, in regime transitorio prima dell’approvazione definitva del PUL che non sarà sicuramente prima dell’autunno 2013. Lo potreste fare anche adesso a gennaio. È basta con questa litania delle inefficienze della scorsa amministrazione. Non per niente il vostro PUL si basa sulle Linee Guida regionali del 2010, quelle che grazie alla scorsa amministrazione comunale prevedono la categoria di spiaggia urbana, senza la quale la spiaggia del Poetto, un pezzo vivo di una città viva, sarebbe ben diversa. Ma forse qualcuno la vuole proprio ben diversa…

    • non sono l’avvocato difensore della Giunta Zedda e non m’importa un fico secco degli interessi di questa o quest’altra fazione politica, ma chiedo a Massimiliano Tavolacci, attuale capo di gabinetto dell’Assessore regionale dell’urbanistica e già presidente – per anni – della commissione consiliare per l’urbanistica del Comune di Cagliari, che cosa di concreto abbiano fatto per lunghi anni per approvare il P.U.L. di Cagliari e che cosa abbiano fatto, banalmente, per risolvere la situazione dei “baretti”.
      Non ho il minimo interesse nella vicenda, ma, da cagliaritano, osservo che da anni i “baretti” erano semplicemente abusivi, così come i chioschi dei ricciai.
      Che cosa avete fatto nei dieci anni delle giunte Floris?

      Stefano Deliperi

      • Massimiliano Tavolacci says:

        Credo che con molta oggettività sia stato lo stesso Assessore Frau a rispondere su cosa abbiamo fatto dal 2006 (data di approvazione delle prime Linee Guida regionali per la redazione dei PUL) al 2010. Prima del 2006 non posso rispondere in quanto non ero amministratore. Saluti.

      • Sergio says:

        Appunto, con molta oggettività: dal 2006 al 2010 la bellezza delle “prime Linee Guida regionali per la redazione dei PUL”.
        Un pò come l’attuale Giunta regionale col PPR: 4 anni per modificare le Linee guida.
        Arrazz’ e sforzu.

      • con molta oggettività, dal 2006 al 2011 (quando è cambiata l’amministrazione comunale) l’amministrazione comunale Floris (centro-destra) non ha fatto un beneamato nulla per predisporre il P.U.L. e risolvere definitivamente la vicenda dei “baretti”.
        Ammettetelo, una buona volta.

        Stefano Deliperi

      • Massimiliano Tavolacci says:

        Prendete le Linee Guida regionali del 2006, o anche la variante del 2008 (che addirittura prevedeva all’art. 7 che anche successivamente all’entrata in vigore del PUL “per quanto possibile le strutture dovranno essere rimosse entro il 31 ottobre di ogni anno”) e predisponete un PUL compatibile con la fruizione del litorale di Cagliari degli ultimi decenni. Fino al 2010, con le Linee Guida regionali vigenti, le spiagge della Sardegna erano tutte “omogeneizzate”. Solo nel Luglio del 2010, con le Linee Guida regionali emanate dalla Giunta Cappellacci, si parla della peculiarità delle spiagge urbane. Peraltro, per i più distratti, si ricorda che nel febbraio del 2010 il Consiglio Comunale approvò la fase preliminare del PUL, nella quale era previsto che “fino alla data della effettiva applicazione del nuovo assetto delle concessioni demaniali derivanti dalle previsioni del PUL, potranno essere rilasciate, entro il perimetro delle concessioni demaniali in essere specifiche autorizzazioni edilizie, ai sensi dell’art. 30 delle N.d.A. del vigente P.U.C., per la realizzazione di opere ed impianti di facile rimozione a carattere temporaneo destinati alla preparazione e somministrazione di bevande ed alimenti ed a servizi di spiaggia”. Quella delibera è stata sostituita con le Linee Guida comunali approvate dall’amministrazione Zedda nel 2012, dopo un altro anno perso per ripartire da capo. Lo ammetto, una buona volta!

      • sta di fatto che il P.U.L. poteva esser predisposto fin dal 2006, visto che non si occupa solo di “baretti”, per fortuna.
        Successivamente, dopo il luglio 2010, avrebbe potuto esser adeguato anche per le previsioni relative a questi benedetti “baretti”.
        Anni persi, piaccia o no.

        Stefano Deliperi

      • Massimiliano Tavolacci says:

        Certo. Come no. Dal 2006 a oggi tre revisioni delle norme e neanche un PUL vigente in tutta la Sardegna. Chi ha scritto quelle regole doveva proprio essere un genio! Però guai a metterle in discussione…

      • mettiamole pure in discussione le norme, non mi paiono eccezionali le prime e nemmeno le ultime.
        Però se iniziamo a metterle in attuazione non fa così male.
        La “difficoltà” delle norme è il migliore alibi per l’illegalità.

        Stefano Deliperi

      • Anonimo says:

        D’altronde il mondo semplificiato e senza regole che indirizzino, prescrivano e orientino sostenuto dal gruppo politico cui fa capo Massimiliano Tavolacci lo conosciamo. Per lui il PPR, apprezzato dappertutto, salvo che dalle parti della attuale Giunta regionale, è un fastidio. Le norme vengono chiamate “lacci e lacciuoli” dai semplificatori.
        Il mondo senza regole permette ogni bruttura, permette di costruire ovunque, permette di distruggere le coste e l’interno dell’isola, permette di devastare i siti più belli con foreste di pale eoliche e immense distese di fotovoltaico. Questo è la semplificazione amministrativa per alcuni.
        Che poi parli come difensore del Poetto chi ha concorso alla sua distruzione con il silenzio, una specie di silenzio assenso, sul ripascimento suona davvero come un’irrisione.

  12. BimboArancione says:

    Citando:
    “Ancora una volta il Sindaco di Cagliari dice cose inesatte e inattuabili. È certo che se i Baretti riapriranno nel 2013 non sarà l’ultima volta che verranno rimontati e rismontati. Infatti il PUL adottato dal Comune prevede che i chioschi siano posizionati in punti diversi, molto più spostati verso la battigia, rispetto all’attuale posizione e non coincidenti con le attuali concessioni demaniali. In attesa di approvazione definitiva del PUL, che deve essere successiva all’approvazione definitiva della variante urbanistica di cui il Sindaco non parla e che richiederà ancora molto tempo, si potranno solo rilasciare autorizzazioni temporanee coerenti con l’attuale configurazione delle concessioni. Insomma, se i chioschi che ormai sembra debbano irrimediabilmente essere rimossi per volontà del Comune saranno rimontati durante il 2013 è certo che dovranno essere smontati un’altra volta dopo l’entrata in vigore del PUL. Il Sindaco lo dovrebbe sapere… Bella la letterina. Rimaniamo intanto in attesa, fiduciosi in una soluzione attiva e pratica.”
    Poi anche queste sono solo parole. C’è chi ha dubbi e chi preferisce un po’ di oro colato…

  13. Anonimo says:

    le regole innazitutto! è profondamente ingiusto dare all’attuale Giunta responsabilità che non ha; è vero che sono in ballo decine di posti di lavoro; e la pausa sarà dolorosa; ma a prescindere dalle responsabilità, è meglio che si riparta tra qualche mese con una soluzione non improvvisata e duratura. Per il bene dei gestori e del personale che lavora nei chioschetti e per il bene di tutti noi cittadini che desideriamo un Poetto vivo, ma dove le regole ele leggi sono dic asa.

  14. Anonimo says:

    concordo con Riccardo …. è stato un bene che il Sindaco e Paolo Frau abbiano illustrato dettagliatamente quanto è successo …. ora si pensi a lavorare per il futuro e che l’iter del PUL non subisca rallentamenti …… buon lavoro

  15. Caro assessore Frau, anche se tutti sapevano che i chioschetti erano temporanei, mi chiedo e mai possibile che ancora oggi, nella nuova giunta non ci sia una persona dotata di buon senso? Perché io posso capire che per voi il tempo a palazzo si rallenti, ma Cagliari e il suo litorale non meritano persone che non sanno prendere delle decisioni. Decisioni che capisco possano scontrarsi con la burocrazia e cavilli vari, ma quando ci sono di mezzo posti di lavoro ed il sacrificio di tanti imprenditori che hanno investito nelle attività sul lungomare, bisognerebbe e sottolineo bisognerebbe, scavalcare i cavilli e mettere delle nuove regole in tempi utili…….e non trovare sempre delle scuse, come “ma la giunta di prima non ha fatto questo…ecc” E’ pertanto dare quelle risposte che darebbero a Cagliari un lungomare fruibile tutto l’anno, anche se queste potrebbero non piacere a certi furbetti che stanno in attesa come corvi pronti a lanciarsi sulla salma del nostro poetto….

    • Neo Anderthal says:

      Gentile Stefano, ma alla fine della fiera, chi potrebbe incorrere nelle conseguenze di atti illegittimi?
      Chiunque voglia saperlo lo può capire benissimo. Da una parte gli abusivi in prima persona (i gestori-concessionari) e dall’altro le autorità preposte alla vigilanza che abbiano eventualmente omesso di compiere i doveri relativi al compito.
      Certo per amore di polemica sterile può far piacere additare come testa di turco “i politici” (e detto per inciso, credo che non sia proprio possibile considerare Paolo Frau un politico di professione), come fossero in massa degli oziosi perditempo, a patto però di effettuare una forzatura alla realtà e al buon senso: chiamare “cavilli” le leggi vigenti, senza peraltro indicare come e perché questa forzatura dovrebbe essere fatta.
      Infatti le autorità anche municipali possono ben forzare le regole, ma solo in casi di assoluta e acclarata emergenza, circostanze drammatiche come disastri naturali o calamità simili, non certo la pur sgradevole anche se temporanea interruzione dei servizi di ristoro sull’arenile.
      Lei al posto dell’assessore Frau e della giunta, correrebbe il rischio di infrangere le leggi, e quindi il rischio delle inchieste e, chissà mai, delle manette?
      A chiacchiere siamo tutti pronti a fare sfracelli, purché allo sbaraglio vadano gli altri, però. Siamo seri, per favore.

  16. BimboArancione says:

    Questo è solo quello che dichiara l’assessore. Uno dei diretti interessati nella vicenda. Sono solo parole, di un politico di professione. Meglio sospendere il giudizio e attenersi ai fatti, passati, presenti e futuri. A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca.

    • Anonimo says:

      magari, se avessi delle critiche sarebbe bene esplicitarle senza fare complottismo generico.
      io non c’ero, ma tu hai notizie che l’assessore abbia garantito qualcosa? hai notizie che vi siano stati ritardi? hai una strada alternativa rispetto allo smontaggio?
      ….lasciamo a grillo la critica fine a sé stessa

      • BimboArancione says:

        Tu non c’eri. Hai garanzie che l’assessore abbia fatto quello che dice?
        Sono solo parole e continuano a essere parole. I fatti sono altro.
        Lasciamo a Grillo il ribattere tanto per ribattere.

      • Anonimo says:

        Anche a Ingroia, magari …

  17. riccardo says:

    Bene, ora mi sembra che si possa anche mettere una fine a questa inutile discussione!

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