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Cultura a Cagliari, il Comune silura la Scuola d’Arte Drammatica! E per il Piccolo Auditorium un clamoroso passo indietro…

Ma per il Piccolo Auditorium di piazzetta Dettori non si doveva fare un bando, destinando lo spazio principalmente alla danza? Ma non c’era scritto nel tanto decantato Piano comunale della cultura (Azione 12, pagina 33), licenziato poco più di… cinque mesi fa??

A giugno in bando, a novembre la gestione diretta? Boh, non ci capisco più niente. Ma sei poi penso che questa amministrazione ha speso la bellezza di 600 mila euro per un’Arena Grandi Eventi che è stata montata e smontata nel giro di pochi mesi, allora tutto torna.

Una cosa però l’ho capita, anche se né il sindaco Zedda né l’assessore Puggioni né la presidente della commissione Cultura Ghirra l’hanno detta esplicitamente nel corso della conferenza stampa di questo pomeriggio. Riportare al Comune dal 1° gennaio 2013 la gestione diretta del teatro di piazzetta Dettori significa troncare a metà anno l’attività della Scuola Civica di Arte Drammatica. Che conta la bellezza di duecento iscritti.

Il Comune non si è ovviamente premurato di avvertire di questa decisione Lelio Lecis, il direttore della Scuola. Che però nei mesi scorsi aveva chiesto all’assessore Puggioni di poter almeno concludere l’anno scolastico: nessuna risposta. Oggi invece l’annuncio della novità. Appresa da Lecis dai giornalisti.

Prima questione: che fine farà la Scuola di Arte Drammatica? Per quale motivo il Comune, non rinnovando la convenzione che scadrà il prossimo 31 dicembre, ne ha deciso la sostanziale chiusura?

Seconda questione: chi gestirà il Piccolo Auditorium? Dire “il Comune” non significa nulla. A meno che non si pensi di mettere lo spazio a disposizione di chiunque lo voglia utilizzare, affidando ad un impiegato un registro e il primo che si prenota e paga usa il teatro. È questo il modello a cui pensano Zedda, Puggioni e Ghirra? Così però si gestiscono le sale parrocchiali, non i teatri.

E non voglio credere che veramente, come ha detto l’assessore Puggioni, ci sarà “un cartellone curato dall’assessorato alla cultura”. Stiamo tornando agli assessori che fanno anche i direttori artistici? Ma stiamo scherzando?

L’idea di offrire uno spazio comunale a prezzi accessibili (150 euro al giorno) è encomiabile, ma senza un regolamento che escluda i dopolavoristi, i dilettanti e coloro che già hanno in uso uno spazio pubblico si rischia il caos. Senza contare che bisognerebbe comunque trovare un modo per preservare la natura professionale del Piccolo Auditorium. E invece le cronache ci informano che “le scuole non pagheranno”. Cioè? Oggi c’è il saggio della terza media e domani magari una compagnia finanziata dal ministero e dopodomani una commedia portata in scena da avvocati e farmacisti? Ripeto: così si gestiscono le sale parrocchiali, non i teatri.

Perché (così come promesso) non si è fatto un bando per la gestione del Piccolo Auditorium e si è invece optato per una gestione diretta, quando lo sanno tutti che l’assessorato competente ha già enormi difficoltà perfino a gestire gli impianti sportivi? Ripeto: perché non si è fatto un bando di gestione, in cui magari contemplare richieste stringenti per consentire l’uso dello spazio agli stessi costi proposti oggi dal Comune (100 euro per mezza giornata e 15o per l’intera giornata)?

E poi c’è un’altra questione: se proprio l’amministrazione vuole offrire lo spazio a costi accessibili deve anche offrire nel pacchetto un service. Cioè un tecnico e una dotazione tecnica di base, magari di proprietà del Comune. È il costo del service che fa la differenza, non solo quello dell’affitto della sala.

Ovviamente in questo caso bisognerebbe anche nel regolamento di gestione porre dei limiti di utilizzo. E in ogni caso, se ci sono più richieste per una stessa data, che si fa? Decide l’assessore? O il funzionario? E sulla base di quali criteri?

Insomma, se proprio si volevano aiutare realmente le associazioni si potevano magari contrattare con la Scuola d’Arte Drammatica condizioni più vantaggiose per le compagnie giovani ed emergenti (o semplicemente senza uno spazio) e per le associazioni.

Invece adesso scoppierà la grana Scuola d’Arte Drammatica, bisognerà trovare in fretta un modello di gestione del Piccolo Auditorium che non squalifichi lo spazio e lo trasformi da teatro a spazio qualunque.

Anche perché, per chi non lo sapesse, il “nuovo” modello di gestione che oggi Zedda, Puggioni e Ghirra hanno presentato è esattamente quello che la giunta Floris aveva adottato prima di dare lo spazio in gestione a Lelio Lecis e alla sua Scuola. Modello che aveva funzionato malissimo, mentre la gestione Lecis ha qualche risultato indubbiamente lo ha dato.

E allora perché una scelta così scriteriata, che crea più problemi di quanti effettivamente ne risolva?

Perché l’amministrazione Zedda voleva in primo luogo “far fuori” Lelio Lecis, ritenuto troppo vicino alla passata amministrazione di centrodestra, e inviso a molte compagnie e associazioni troppo vicine all’attuale amministrazione di centrosinistra. Niente di più, niente di meno. Che poi Lecis il Piccolo Auditorium l’abbia fatto funzionare in maniera discreta, offrendolo a condizioni vantaggiosissime a piccole compagnie e gruppi emergenti, tutto questo passa in secondo piano.

Una cosa è certa: nel 2013 in piazzetta Dettori si rischia di vedere l’ennesima puntata dello sceneggiato “Cultura a Cagliari, dilettanti allo sbaraglio”.

Poi c’è il nuovo regolamento per l’erogazione dei contributi alle associazioni di spettacolo e cultura. Effettivamente è stato migliorato rispetto alla prima stesura, però i problemi restano tutti: senza risorse adeguate, il regolamento è come una Ferrari senza benzina, è come una lama affilatissima che spacca il capello in quattro e ogni briciola in otto. Fuor di metafora, le risorse destinate alla cultura (intesa come arti performative) sono troppo esigue (meno di 400 mila euro). Il regolamento e le relative formule matematiche metteranno l’anima in pace ai nostri amministratori ma non cambieranno la sostanza delle cose. Che è molto semplice: al momento l’amministrazione comunale di Cagliari non crede nella cultura. Che poi questo invece lo si sbandieri ai quattro venti è un altro fatto.

 

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29 Comments

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  2. Gabriela Sandu says:

    Risponderò in sintesi alle “inesattezze” contenute nel post di Octox: l’Auditorium ha una capienza di quasi 300 posti (293) e non 200. Nessuno, ha mai pagato la cifra da lei indicata: € 1.700. Decine tra Associazioni, Compagnie grandi e piccole, scuole statali e non, scuole di danza etc, possono tranquillamente testimoniare di aver pagato molto di meno e soprattutto con il service tecnico incluso. Potrebbe però essermi sfuggito qualche branco di pesci, piccoli e non, a cui il Teatro è stato affittato proditoriamente ed a cifre iperboliche, confidando nella loro scarsa capacità di lamentarsi. Siamo seri, cerchiamo di mantenere il dibattito su livelli un po’ più alti del pettegolezzo e della maldicenza.
    Gabriela Sandu coordinatrice Scuola d’Arte Drammatica
    P.S. Le tariffe, decise dal Comune di Cagliari, sono esposte in bacheca e visibili a tutti

    • Cara Gabriella,
      non so che dirle. Alla mia richiesta telefonica circa la disponibilità del teatro, era il maggio 2010, quella fu la cifra che mi fu richiesta. Al che non sentii certo il bisogno di lamentarmi per ottenere chissà quale sconto. Semplicemente, a quelle condizioni, non potevo permettermi l’affitto dello spazio. L’unica inesattezza che le concedo è aver dimenticato la capienza esatta del teatro: 293 e non 200 posti come indicato nel mio precedente post.

      • Nello stesso periodo chiesi anche alla Vetreria: 900 euro + IVA senza impianto audio (= 1080 euro). Con il service il prezzo sarebbe lievitato di qualche centinaio di euro (quindi una cifra di poco inferiore a quella richiestami). Insomma, dati i circa 100 posti in più (non ricordo il numero esatto dei posti alla Vetreria, forse poco più di 200..) mi sarebbe convenuto il Piccolo Auditorium. Peccato che non avevo tutti quei soldi.

  3. “Che poi Lecis il Piccolo Auditorium l’abbia fatto funzionare in maniera discreta, offrendolo a condizioni vantaggiosissime a piccole compagnie e gruppi emergenti, tutto questo passa in secondo piano.”

    Quando mi informai sulla disponibilità del Piccolo Auditorium per organizzare un concerto, mi chiesero 1700 euro (per un solo giorno, anzi dalle 10 alle 24).

    Mi domandai chi potesse permettersi, fra noi pesci piccoli (privati non-amici-degli-amici, come me, o piccole associazioni), di sborsare quella cifra “vantaggiosissima” (maggiorata delle spese tecniche e della SIAE) per uno spazio “comunale” da 200 posti.

    • Su Capitano. says:

      E a me l’ha affittato due volte una a settecento e una a seicento. Sono i prezzi che aveva stabilito il Comune con la convenzione vigente. Si vede che gli stavi antipatico, se è vero quello che dici. Cosa che è dubbia.

      • Beato te. A me, era il maggio 2010, chiesero 1700 euro. Nello stesso periodo chiesi anche alla Vetreria: 900+IVA senza impianto audio. Con il service il prezzo sarebbe lievitato di qualche centinaio di euro. Insomma, dati i circa 100 posti in più mi conveniva il Piccolo Auditorium. Peccato che non avevo tutti quei soldi.

  4. Pingback: Piccolo Auditorium, ci scrive Lelio Lecis: “Il teatro è sempre stato aperto a tutti. E con le nuove regole affittarlo costerà di più!” « vitobiolchini

  5. Ma aiòoooooo !! Lo sapeva benissimo anche Lecis che glielo avrebbero tolto. Lo avevano detto quelli della cricca del sindaco: primo obbiettivo nella cultura (ti coddiri) era bogare il liceo artistico ad Anselmo Piras, poi bogare l’auditorium a Lecis. Lo sapevano tutti che era pronta la vendetta per il “potere forte”. Quando si sono accorti che facendo il bando avrebbe vinto o lui o le Lucido sottile, sinci funti cagausu e hanno tirato fuori la genialata di non fare più il bando e di pulirsi gli occhiali con il piano comunale della cultura.
    Ma il sindaco non è la prima volta che si rimangia le promesse, mi pare…..

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  7. io invece non capisco perché i beni pubblici debbano essere concessi ad uso esclusivo di alcune persone. io non capisco perché debbano essere esclusi i “dopolavoristi” e i “dilettanti”. io non capisco questo senso elitario e lobbistico di vedere le cose. ci son tante compagnie teatrali che vorrebbero usufruire di quello spazio, perché questa polemica?

  8. Arianna says:

    Quoto Topina.
    L’assessora non ha mai nascosto la sua intenzione di sbattere fuori Lecis “prima possibile”. Anche davanti ad altri operatori del settore.
    Condivido il fatto che la concessione fosse scaduta, ma ci son state proroghe per cose meno impattanti sul territorio e meno frequentate della scuola di teatro in questione. C’è del marcio in questa decisione di non accogliere e nemmeno rispondere ad una domanda di proroga.
    Lecis non è certo un personaggio simpatico, ma almeno non è un incompetente.
    L’auditorium dovrebbe andare alla danza, così dicevano. Ridicolo. Gli operatori della danza sono quanto di più impreparato ci possa essere nel settore dell’organizzazione di spazi autogestiti. Metà di loro sono dopolavoristi e, oltre che ad organizzare rassegne di danza, altro non fanno. I loro nomi sono pressochè sconosciuti. C’è qualche compagnia di danza che va in scena continuativamente e faccia attivitá di produzione a parte la signora Puxeddu? Non mi risulta. La signora di Carovana è specializzata in convegni sulla danza, ma non si vede una sua nuova produzione da anni. Forse l’assessore intende cederlo alle scuole di danza, che quelle almeno il saggio finale, ogni anno lo fanno.

  9. Topina says:

    Ma perché? Perché tutta questa rabbia, questo livore decisionale. Lasciare tutto un mondo così delicato e multisfaccettato quello della cultura, in mano ad una ” barrosetta” trentenne che mai nella sua “vita precedente” è stata esempio di organizzatrice o coordinatrice di qualcosa. Non si può regalare cariche così… Solo perché ” i nostri genitori si conoscono e sono amici ” . O Massi…non fa a ripensarci prima che sia troppo tardi?
    PS: pare che la signora non nascondesse il fatto che voleva sbattere fuori Lecis…non vedeva l’ora, anche perché pare abbia dimora proprio di fronte al piccolo auditorium.
    A tipo, ” adesso che sono assessore mi asfalto la mia strada!”
    Pogadidadi.

  10. pinupretzisu says:

    non capisco se l’articolo critica il merito (via lecis) o il metodo (assegnazione parcellizzata) oppure solleva un polverone mischiando l’uno con l’altro.

    In entrambi i casi, lecis sapeva che il contratto avrebbe avuto termine a dicembre, perché invece ha agito come se la scadenza fosse giugno dicendo “fatemi finire i corsi, non me ne vado neppure con i carabinieri”
    mi ricorda cellino che vende i biglietti per lo stadio poi dice al prefetto ed all’ugnone: se i tifosi non entrano è colpa delle istituzioni.

    sostituite chiagliari con cultura e cellino con lecis: mica ci sono tante differenze sapete?

    • Vito Biolchini says:

      Allora mi spiego meglio.
      Lecis sapeva ovviamente di avere la convenzione in scadenza e per questo aveva chiesto al Comune di finire almeno l’anno scolastico. Non sarebbe stata la prima proroga accordata da quest’amministrazione a chi gestisce spazi comunali. Ma il Comune non solo non ha risposto e ma ha addirittura annunciato in conferenza stampa la novità della gestione diretta dell’Auditorium. Ti sembra una cosa politicamente intelligente?
      Inoltre, Lecis sapeva della convenzione in scadenza ma sapeva anche (come tutti noi) che il teatro sarebbe stato assegnato attraverso un bando. Che invece non è arrivato.
      Conclusione; io critico il metodo. Non si può dire a giugno “facciamo un bando per dare in gestione un teatro” e a novembre cambiare radicalmente idea, e contemporaneamente incasinarsi la vita mettendo per strada una scuola. Non è possibile che per risolvere un problema se ne aprano altri.
      Se paragoni Lecis a Cellino dimostri di non conoscere né Lecis né Cellino. E mi confermi anche che la ratio della scelta è solo una: fare fuori Lecis, a prescindere dai risultati ottenuti dalla sua gestione dell’Auditorium.

      • pinupretzisu says:

        in questi termini è più chiaro e sul metodo posso essere d’accordo che la scelta è quantomeno impegnativa: l’efficienza della gestione “a gettone” dipende dalla coerenza, trasparenza e “intelligenza” della programmazione, che non può essere né settimanale, né mensile, e in questi termini mi rendo conto che la sfida per la giunta e per l’assessore sarà davvero dura da vincere

        …ovviamente il paragone lecis – cellino era pura dialettica, e credo si capisse bene !

      • Anonimo says:

        O Massi e firmati …

      • Vito, ma se Lelio era fisso in comune proprio perché lo sapeva benissimo?! Tu credi a tutto quello che ti raccontano.

      • Vito Biolchini says:

        E quindi? Certo che lo sapeva, nessuno lo ha mai negato! Ha chiesto più volte una proroga, come io ho spiegato nel precedente post. E in attesa di una risposta, è arrivata la conferenza stampa di Zedda, Puggioni e Ghirra.
        Dimmi, tu adesso come la risolveresti questa questione? Va tutto bene così?

      • Tu scrivi che lo ha scoperto dai giornali! Ma non è vero, ha fatto il giro delle sette chiese per un mese (legittimo) ottenendo ogni volta la “risposta”.
        A me va bene così, sì.

      • Vito Biolchini says:

        Se va bene a te, va bene a tutti. Ora tocca a voi.

  11. Lucia Crobu says:

    Ma dai si tratta solo di dilettantismo politico amministrativo. E di molta improvvisazione. Del resto Giorgione Oppi l’ha detto:’A Cagliari qualcuno ha vinto un terno al lotto’.

  12. Deluso says:

    Mossa geniale lasciare senza una sede una delle migliori scuole per attori in Italia, che ha saputo Gestisce e far rivivere l’Auditorium !!??

    A dire che quando è stato eletto Zedda ero pure contento per il suo successo e per quello che avrebbe dovuto rappresentare per i giovani!! Sta un po’ deludendo 🙁

    Ma che assessore alla cultura abbiamo a Cagliari???

    P.S.
    Comportamenti da evitare per la Puggioni in conferenza stampa:

    – Cerca almeno di sembrare attenta (e sottolineo almeno), ho visto ragazzini delle superiori stare più attenti nel seguire l’ ultima delle supplenti in classe.

    – Non giocare col cellulare!!

    – Non giocare e non usare gli occhiali come coroncina

    – Quando inizi una frase finiscilaaaaaa!!!!

    ecc… ecc…

    Spero almeno che la Puggioni sia abbastanza Competente e aperta mentalmente per rivedere il quadro d’insieme e tener conto di come veniva e viene gestito ora l’Auditorium!!
    altrimenti sembrerebbe troppo strano che ,su tutti i teatri di competenza Comunale, solo 2 vengano coinvolti in questo progetto a dir poco “dilettanti allo sbaraglio”!!

    Complimenti Vito per questo e tanti altri articoli!!

    • con tutto che non dovrebbe esserle levato lo spazio (perlomeno non in queste modalità) la Scuola d’Arte Drammatica di Cagliari non è assolutamente tra le migliori in Italia…

    • Anonimo says:

      Una delle migliori scuole per attori d’Italia? Incredibile.

  13. Gianfranco Carboni says:

    Il Signor Sindaco Massimo Zedda ha partecipato ai corsi della Scuola di Arte Drammatica con Lelio Lecis Ironia della sorte Oppure…..No.

  14. Barrosa Gratis says:

    Nessuno di loro è ancora in grado di gestire i soldi della paghetta settimanale, figuriamoci quelli pubblici destinati alla cultura.
    Per lo più sono nati per zappare.
    Concludo linkando una battuta dello straordinario Roberto Nobile nei panni del Professore Mortillaro nell’indimenticabile film “La Scuola” di Daniele Lucchetti del 1995.
    http://www.youtube.com/watch?v=bfOE8O3PGzA

  15. magari si troverà un compromesso e lo si eleggerà a soluzione per esempio potrebbe capitare che Lelio Lecis avrà la sala fino a fine corso e fino all’estate diciamo per i 180 giorni di disponibilità dovrà pagare 10000,00 € . Sono curioso di leggere quando e se arriveranno le eventuali risposte alle molte domande poste nel post…

  16. twitter @dlegno says:

    Sembra quasi che il regolamento l’abbiano scritto loro due anziché la commissione cultura dopo discussioni e contributi. In effetti Zedda conosce benissimo l’algoritmo per l’assegnazione dei denari.

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